#Paola Agosti
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ecrirencore · 5 months ago
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Emil Cioran par Paola Agosti, Paris, 1992
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semioticapocalypse · 1 year ago
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Paola Agosti. Paolo Conte. Sanremo, Italy. 1988
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Soggetto nomade
Agosti Battaglia Carmi Catalano Russo
Identità femminile attraverso gli scatti di cinque fotografe italiane 1965 1985
Postfazione di Rosi Braidotti. Introduzione di Cristiana Perrela e Elena Magini.
Produzioni Nero, Roma 2020, 176 pagine, brossura, 22 x 26,3 cm, ISBN  9788880560760
euro 25,00
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"Soggetto nomade" raccoglie in un unico volume gli scatti di cinque fotografe italiane realizzati tra la metà degli anni Sessanta e gli anni Ottanta, che restituiscono da angolazioni diverse il modo in cui la soggettività femminile è vissuta, rappresentata, interpretata in un periodo di grande cambiamento sociale per l'Italia. Anni di transizione dalla radicalità politica all'edonismo, anni di piombo ma anche anni di grande partecipazione e conquiste civili, dovute principalmente proprio alle donne, e alle battaglie femministe. Una riflessione sull'identità e sulla sua rappresentazione che prende le mosse dai ritratti dei travestiti di Genova di Lisetta Carmi (Genova, 1924), dove la femminilità è un'aspirazione, e si declina attraverso le immagini di attrici, scrittrici e artiste di Elisabetta Catalano (Roma, 1941-2015), gli scatti sul movimento femminista di Paola Agosti (Torino, 1947), le donne e le bambine di una Sicilia sfigurata dalla mafia di Letizia Battaglia (Palermo, 1935) e infine gli uomini che per un giorno assumono l'identità femminile nel carnevale di piccoli centri della Campania esplorati da Marialba Russo (Napoli, 1947). 
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11/02/23
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abwwia · 5 months ago
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paola agosti
Paola Agosti (Torino, 1947)
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vecchiorovere · 3 months ago
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Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.
Patrizia Cavalli, Adesso che il tempo
*Fotografia di Paola Agosti, 1983
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alesario · 1 year ago
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Sanremo, 1988
foto Paola Agosti
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susieporta · 1 year ago
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Condivido questo post di Marco Frigerio.
Da più di dieci anni è attivo un CERCHIO DI UOMINI presso il nostro centro fondato da me e ora condotto da alcuni anni dal nostro Claudio Agosti .
Sono estremamente felice che si spendano queste parole e che la necessità di " fare cerchio" tra pari sia sempre più sentita e testimoniata.
Grazie Silvia Gadda per avermelo segnalato.
"Ho visto ieri sera su Rai 3 “Nel cerchio degli uomini”, documentario di Paola Sangiovanni. Avevo prenotato la televisione, puntato la sveglia, preannunciato la visione in casa; tanta aspettativa non è andata delusa. Se doveste trovarlo su Rai Play ( https://www.raiplay.it/dirette/rai3/Nel-cerchio-degli-uomini-9f284ffc-9816-410a-8735-f9e2ef44a633.html ) non perdetelo.
Cosa sarà mai, vi chiederete. E in fondo me lo chiedo anche io: cosa c’è di strano e straordinario in un gruppo di maschi che si mettono in cerchio e parlano di sé, dei propri trascorsi nelle relazioni, matrimoni, incontri con le donne della propria vita, della violenza agita o subita? Eppure straordinario lo è.
Forse perché c’è un gesto, non visibile e totalmente inusuale: prima di sedersi nel cerchio c’è uno svestirsi dalla corazza e deporre le armi che è totalmente inedito nei rapporti tra maschi. Non esagero. Isabella, che lo stava vedendo con me – e quanto è insolita una visione del genere perché lei mi abbia chiesto “ti dispiace se lo vedo anche io”? – a un certo punto ha detto “pensa, quanta sensibilità”.
Io sono convinto che quella sensibilità, che di solito associamo al genere femminile, ci sia in tutti i maschi: nascosta sotto un monolite di pietra costruito nei millenni dal patriarcato, e nei decenni dall’educazione alla quale i maschi sono sottoposti. E’ curioso come, durante un incontro filmato nel documentario con un gruppo di studenti e studentesse, tre gruppi – uno solo maschile, uno misto e uno femminile – chiamati a elencare cinque caratteristiche che si associano e rendono l’uomo e la donna conformi a quelle che sono le aspettative della società, abbiano dato sostanzialmente le stesse risposte: su tutte forza e dominanza per i maschi, sensibilità e capacità di accudire per le donne.
E’ ovvio ed evidente il valore aggiunto alla società che potrebbe venire da uomini, magari, perché no, forti, ma anche sensibili e capaci di cura. Ma semplicemente l’eventualità non viene presa in considerazione, in un binarismo forzato in cui al valore oggettivo dell’essere forti E sensibili, capaci di leadership E di cura, si preferisce un apparire sterile e previsto dal copione dei ruoli: forte se sei uomo, sensibile se sei donna, uomo che comanda, donna che cura. Caratteristiche in sé neutre, creano divisione se poste in una tabella rigidamente binaria: non è l’oggetto, ma la riga che divide maschile da femminile che rende quelle caratteristiche potenzialmente un fattore di accettazione sociale o di discriminazione.
Ho segnato un sacco di spunti su alcuni post it. Spunti che sarebbero da discutere in un cerchio degli uomini. Ho partecipato più volte a incontri così, non in modo continuativo (bravi a Torino a continuare per anni, in questo Maschile Plurale ha una costanza ammirevole) al di là della mia volontà. Ogni volta è un momento bellissimo di confronto integralmente e totalmente umano, senza sovrastrutture né prevaricazioni, o censure. Un momento, anche in un singolo incontro, che rende palese che un altro tipo di maschile è possibile. Mi ha fatto sorridere vedere affrontati alcuni temi (la pornografia a esempio) già incontrati, e dei quali si è parlato in modo diretto, pulito, etico direi. Tra uomini sensibili. Non violenti, con una non violenza che non è riferita solo alle donne, ma in generale a tutti i rapporti e le relazioni, principalmente a quelle tra maschi.
Ecco, mi è piaciuta l’immagine della relazione tra maschi (negli spogliatoi, sul lavoro, nella comunità, nella quotidianità) sempre fatta a cono. Un cono che nel cerchio degli uomini si appiattisce per diventare cerchio, senza che nessuno provi a prendere un lembo di quella rete che si crea tra i partecipanti e a portarlo in alto, a creare uno squilibrio, qualcuno più in alto a dominare – virilmente – gli altri. Bisogna essere capaci di ascoltarsi e condividersi, e non è semplice. E anche di lasciare che chi vuole tendere la rete per avere una posizione di prestigio se ne vada per conto suo: mollare gli ormeggi della base per lasciare uno straccio vuoto di sé a chi non conosce altra logica che l’affermazione del privilegio. Qualcuno diceva nel documentario che il cerchio degli uomini come strumento di contrasto alla violenza rischia di dimenticare la critica al patriarcato come necessità fondamentale; personalmente, a pelle, mi sembra che il cerchio degli uomini sia in sé una pratica anti patriarcale per come costruisce relazioni.
Mi rendo conto che sto andando in ordine sparso. Forse riuscirò ad essere più puntuale e coerente quando lo rivedrò. Mi porto un po’ di delusione (diciassette sul palco a Torino, una dozzina negli incontri che ho fatto a Milano pre-covid, sei o sette negli incontri bergamaschi) ogni volta che vedo quanti pochi maschi hanno la possibilità di vivere un’esperienza così liberatoria e portatrice di felicità. E mi porto anche, chissà, la voglia di diventare counselor e lavorarci un po’, in futuro, su questo magnifico strumento di trasformazione maschile."
Marco Frigerio
���️ se volete saperne di piu della nostra iniziativa ecco il link:
https://centrodivenire.net/attivita/percorsi-di-sviluppo-personale/cerchi-degli-uomini/
Gloria Volpato
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lovefashion-palianshow · 5 months ago
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paola agosti
Paola Agosti (Torino, 1947)
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Divine Mugisha by Andrew Vowles for W Magazine China July 2024
Styled by Katie Shillingford. Makeup by Anmy Drammeh. Hair by Kiyoko Odo.
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pastirc · 3 months ago
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Paola Agosti 1976
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blogexperiences · 3 months ago
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L’Aquila celebra l’opera di Paola Agosti con due mostre alla Fondazione Giorgio de Marchis e al MAXXI L'Aquila
La Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre e il MAXXI L’Aquila omaggiano Paola Agosti, protagonista della fotografia contemporanea italiana. Due le iniziative in programma a L’Aquila da giovedì 23 ottobre: a Palazzo Ardinghelli, sede del MAXXI L’Aquila, alle ore 17.00 in Project Room l’opening del Focus dedicato all’artista che presenta, per la prima volta, le fotografie acquisite nel 2023…
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luigidalise · 4 months ago
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Il 25 aprile 1974, dopo la messa in onda su Rádio Renascença, di una canzone proibita dalla censura, "Grândola, vila morena", del cantautore José Afonso, iniziò il colpo di stato in Portogallo per rovesciare la dittatura più longeva d'Europa. L’esito di quell'evento, destinato a cambiare per sempre le sorti del Paese, sì legò ad un simbolo particolare: a quei fiori rossi donati dai lisbonesi ai soldati giunti nella capitale, e da questi inseriti nelle canne dei fucili. Da quel giorno divenne la "Rivoluzione dei garofani". Tra i primi a giungere a Lisbona, c'era la fotoreporter italiana Paola Agosti. A lei e ai suoi scatti è dedicata la mostra che si è inaugurata ieri a Ravello, nelle sale di Villa Rufolo, aperta al pubblico fino al 18 ottobre. Un documento di memoria storica, carico di vibrazioni di libertà e di futuro. Un reportage a caldo e senza fronzoli, con la consapevolezza dell'urgenza di quegli avvenimenti. Tutte le info, nel comunicato stampa dell'Ago Press: https://www.agopress.it/eventi-da-cargaleiro-ad-agosti-ravello-omaggia-il-portogallo/15120 E qui sotto un video, con uno sguardo a quegli istanti fermati per sempre sulla pellicola. E sulle note di quella canzone, che accompagnò la rivoluzione
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byneddiedingo · 1 year ago
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Paola Pitagora, Liliana Gerace, and Lou Castel in Fists in the Pocket (Marco Bellocchio, 1965)
Cast: Lou Castel, Paola Pitagora, Marino Masé, Liliana Gerace, Pier Luigi Troglio, Jeanie McNeil, irene Agnelli. Screenplay: Marco Bellocchio. Cinematography: Alberto Marrama. Art direction: Gisella Longo. Film editing: Silvano Agosti. Music: Ennio Morricone.
In other hands than Marco Bellocchio's, Fists in the Pocket could have been a horror movie, or perhaps a black comedy. (Push Momma From the Cliff?) Instead, it's a bit of both, but much more. Alessandro  (Lou Castel) is a psychopath, but his family isn't much better: Only his mild-mannered, mentally challenged brother, Leone (Pier Luigi Troglio), seems to be blameless. Like Alessandro, Leone has a neurological disorder that causes seizures. Both keep them under control with medication, but Leone needs constant attention to make sure he stays on his meds, whereas Alessandro sometimes goes off of them just for the hell of it. Their sister, Giulia (Paola Pitagora), is just unstable, while their older brother, Augusto (Marino Masé), approaches normality, but with a weary cynicism that makes him ineffective. All of them are in service to their blind mother (Liliana Gerace), with whom they live in a shabby-genteel villa in Northern Italy. We get an efficiently presented glimpse of the family's various modes of dysfunction in a dinner table scene near the beginning of the film. Bellocchio uses this family as a vehicle for satire on the pieties surrounding the family, including reverence for ancestors and for the church. It's one of the most effective attacks on sentimental portraits of family life this side of William Faulkner's The Sound and the Fury, which in many ways it resembles.
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joeinct · 5 years ago
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Piramide Cestia, Roma, Photo by Paola Agosti. 1994
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bandiera--rossa · 3 years ago
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Comizio di portuali, Lourenço Marques (Maputo) - Mozambico - 1974
Paola Agosti
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lescuriositesdelafoire · 5 years ago
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Paola Agosti, 8 Marzo 1982
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