#Ordine di Malta
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Osimo e la città sotterranea
Dopo aver visitato la zona di Civitanova Marche, ritorno nella provincia di Ancona e Macerata per visitare Osimo e Cingoli. Osimo Cingoli e Lago di Cingoli Quasi l’intera giornata è dedicata a visitare Osimo, famosa per la vasta area dell’ipogeo che si nasconde sotto la cittadina, nel pomeriggio mi sposto nel borgo di Cingoli e al vicino lago.
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#ItaliaMiPiaci#mappadellabellezza#passioneitalia#2023#Aurelio Saffi#Cavalieri Templari#Cingoli#ENIT#Estate 2023#FAI#Fondo Ambiene Italiano#Guercino#iorestoinitalia#ipogeo#Italia#Leone XII#Marche#Ordine dei Templari#Ordine di Malta#Osimo#Passione Italia#Patrimonio dell&039;Umanità#Patrimonio dell&039;Umanità UNESCO#Pio VIII#Regione Marche#TCI#Templari#Touring#Touring Club Italiano#turismo
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Keyhole, Villa del Priorato di Malta, Rome, Italy VS Stanley Kubrick, 2001: A space odissey, 1968
#keyhole#villa del priorato di malta#roma#rome#italy#italia#aventino#Sovrano Militare Ordine di Malta#Gran priorato di Roma del sovrano militare ordine di Malta#Stanley Kubrick#2001: A space odissey#movie#cinema#film#science fiction#a space odissey#collage#collage art#cut and paste
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Vorrei mettere in ordine
e a piombo
questa materia grezza
malta fango mattoni
farmi il capanno degli attrezzi
che poi sono quei quattro
gatti di sentimenti e stilemi
due remi per la barca
e una candida dea
seminuda
con pochissime idee per la mente.
Bartolo Cattafi, Capanno, da Marzo e le sue idi
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AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY
AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY Colpo grosso nel mondo universitario privato.
Uno dei magnate del settore, Francesco Polidori, al timone di colossi come CEPU e E-Campus, fa un sol boccone della Link University fondata dall’ex pluriministro Dc Enzo Scotti.
Sotto i riflettori da alcuni anni, Link, prima per le vicende legate ai ministri e consulenti sfornati pro 5 Stelle, come l’ex titolare della Difesa Elisabetta Trenta.
Poi per le sempre più frequenti voci di legami con ambienti dei servizi segreti, culminate con la “Mifsud story”; ed infine con due grosse inchieste condotte dalle procure di Firenze e di Roma per alcuni “pasticciacci brutti” combinati dall’ateneo scottiano.
Non proprio immacolata neanche la storia di CEPU, costellata di fallimenti e improvvise rinascite, fino al “botto” con E-Campus ed un testimonial del tutto eccezionale, la star juventina Cristiano Ronaldo.
Ma procediamo con ordine e partiamo dalle news.
UN’OPERAZIONE CHE VIENE DA LONTANO
L’operazione di acquisto non è stata ancora ufficializzata, ma fonti bene informate parlano di intesa siglata a fine luglio. I dettagli sono ancora top secret, come del resto è fisiologico per un ateneo che ha fatto della “segretezza” la sua arma principale, sotto l’attenta regia dell’ex ministro (tra l’altro) degli Interni Scotti, disarcionato dalla sua poltrona appena dopo l’attentato di Capaci in cui persero la vita Giovani Falcone e la sua scorta.
Il feeling tra le due università, comunque, era già sbocciato una quindicina fa. Nel 2004, infatti, Cepu aveva acquistato il 51 per cento delle azioni griffate Link. Prima di allora il capitale era intestato a due finanziarie estere: Malta University Share e Hatchmount limited. Risalendo nel tempo, poi, ci si imbatte in una cordata di imprenditori italiani, capitanati da Luciano Consoli, editore di riferimento dell’allora Pci e in ottimi rapporti con lo stesso Scotti, soprattutto per l’affare del bingo nazionale, quando venne messa in campo una sigla che si era tuffata in un terreno del tutto nuovo, con il varo di Formula Bingo.
Nel 2007 la Link è stata autorizzata al rilascio di titoli ammessi al riconoscimento. Mentre quattro anni dopo, nel 2011, con la benedizione del ministro berlusconiano della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, diventa università non statale legalmente riconosciuta nell’ordinamento universitario italiano.
Un itinerario, quello successivo, tutto in ascesa, con la presenza – nel corpo docente – di pezzi da novanta del panorama politico italiano, come Massimo D’Alema e Giulio Tremonti.
Ma anche di papaveri provenienti da altri atenei del Paese. Qual è, ad esempio, Pasquale Stanzione, fresco eletto alla presidenza dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Dopo aver insegnato per anni Diritto Privato all’Università di Salerno, Stanzione ha lavorato anche alla Link.
Privacy, security e tutto quanto ruota interno al variegato mondo dei servizi segreti sono sempre state le materie base che hanno rappresentato l’humus ideale per i felici destini del Campus maltese.
Proprio fino all’“incidente” del docente maltese, Joseph Mifsud, di cui ha parlato mesi fa mezzo mondo, per le implicazioni internazionali del caso. Russi, americani o chi altro erano i burattinai? Tantissime le voci, fino ad oggi poche certezze: comunque un ginepraio sul quale – prima o poi – verrà fatta luce.
UN’INCHIESTA TIRA L’ALTRA
Ma la bufera era solo all’inizio. Perché nel giro di pochi mesi di sono scatenate due inchieste, una legata all’altra. Prima a scendere in campo la procura fiorentina, che a maggio 2020 ha chiuso il suo fascicolo d’indagini sugli “esami facili”, con 71 indagati per associazione a delinquere e falso: tra essi addirittura il padre-padrone Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, altri vertici amministrativi, docenti universitari, ricercatori, studenti, poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp (il sindacato di polizia) Felice Romano.
Due mesi dopo, metà luglio, scatta il blitz del nucleo di polizia economico-finanziaria che sequestra una montagna di carte, agende, conti & rendiconti bollenti: tutto ruota intorno ad una fitta rete di consulenze taroccate e indebiti compensi. Una truffa, secondo le ipotesi accusatorie, da non meno di 15 milioni di euro, sottratti al fisco. 14 stavolta gli indagati: il presidente della società di gestione GEM Vanna Fadini, il membro del cda e presidente della scuola d’ateneo per le attività Graduate e Undergraduate Carlo Maria Medaglia, oltre agli stessi Roveda e Russo.
Tutto ciò ha di certo impresso una accelerazione alla trattativa e consentito all’ex papavero della Dc Scotti di evitare i riflettori, ritirandosi – per ora – in buon ordine: anche se dovrà rispondere dei capi d’accusa dei quali è imputato.
Per sapere di più su vita & story di chi sta facendo un sol boccone di Link, Francesco Polidori, e delle sue creature più care, il famoso Cepu che fondò con l’allora amico Antonio Di Pietro, e il più fresco E-Campus, vi invitiamo a leggere tre illuminanti inchieste scritte dalla Voce nel 2015, nel 2016 e nel 2019.
NEWS DA UNINT
P.S. Sempre a proposito di università private, torniamo al “caso UNINT”, l’Università Internazionale che ha sede a Roma.
Ne avevamo scritto in un’inchiesta del 15 luglio, in cui dettagliavamo proprio le “ultime” sulla Link e altre vicende giudiziarie che coinvolgevano UNINT.
Ci è appena arrivata una “Richiesta di avvio della procedura di mediazione in materia civile e commerciale obbligatoria”, l’attuale prassi giuridica “privatistica” che è di solito l’anticamera della querela penale o della citazione civile. Un modo come un altro per esercitare una pressione chiaramente intimidatoria.
La partecipazione, trattandosi di sede privata, è chiaramente a pagamento; la “riunione” è fissata a Roma, presso l’Organismo di Mediazione, per il 26 agosto.
Non abbiamo mai preso parte a “incontri” del genere; ritenendo che la giustizia si amministri in sedi istituzionali, pubbliche e non certo per vie privati e in sedi private.
A maggior ragione questa volta, dove le “ragioni” accampate dai legali di UNINT sono davvero ridicole.
Qual è la lamentela? “La controversia ha come oggetto la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale subito in conseguenza dell’articolo diffamatorio intitolato ‘Università private & affari / Dalla Link alla Unint è raffica di inchieste’. Le ragioni della pretesa sono le seguenti. In data 15 luglio 2020, sul periodico online ‘La Voce delle Voci’ è stato pubblicato un articolo avente ad oggetto i fatti per i quali è pendente procedimento penale per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Trattasi di scritto fortemente lesivo dell’onore e della reputazione dell’UNINT perché vengono riportati fatti non del tutto veritieri e comunque imprecisi, con l’utilizzo di toni allusivi, aspri e totalmente privi di moderazione, esorbitanti rispetto allo scopo informativo”.
E quali “eclatanti” documenti allegano, i legali, alla loro richiesta? L’articolo in questione, lo statuto di Unint, e l’elenco delle cariche amministrative della stessa Unint.
Accipicchia!
Di tutta evidenza, i legali di UNINT ammettono – e non potrebbero fare altrimenti – di essere coinvolti in un’inchiesta da novanta, “per truffa aggravata” e utilizzo di “fondi pubblici”. Sostengono che la Voce abbia scritto di fatti “non del tutto veritieri”. E accusano il “tono”, forse non da maggiordomi di turno.
Una palese ammissione di tutto quanto scritto dalla Voce rispettando i semplici criteri di “interesse pubblico”, “attualità del fatto”, e anche “continenza”, non ravvisandosi nell’articolo contumelie di sorta.
Avrebbero fatto molto meglio, legali e titolari di UNINT, a inviare una lettera con una richiesta di “rettifica”, come del resto ha fatto Marco Bisogni, una lettera che abbiamo pubblicato integralmente, nonostante la lunghezza.
Ma evidentemente i signori di UNINT, nel merito, non avevano e non hanno nulla di cui chiedere la benchè minima rettifica.
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“Arriva un momento nella vita, in cui occorre mettere ordine.
Ci sono jeans che non mi entreranno mai più, che da anni giacciono nell’armadio, in uno scatolone -Per quando dimagrirò-
Ci sono i correttori della Deborah, che appassiscono nel mio beauty da un decennio, e si vede, perché sono stati studiati gli occhi delle ventenni. Per me ci vorrebbe la malta.
Ci sono le lettere dei fidanzati, quelli che giuravano che mi avrebbero amata anche in punto di morte, che per me avrebbero trasformato i deserti in oceani, e che mi mollarono al primo mesiversario.
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L'ambasciatore della Moldavia in Italia a fine mandato
Di seguito il suo messaggio… Cari amici, Il 12 settembre, dopo oltre 4 anni, si concluderà il mio mandato di Ambasciatore in Italia, Malta, San Marino, Sovrano Ordine di Malta e di Rappresentante Permanente presso la FAO, l’IFAD e WFP. Guardando indietro, la mia missione ufficiale si è svolta in un periodo di profonde sfide, segnato dalla pandemia, dalla crisi energetica, dalla guerra di…
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Pasquopoleno per Pasqua
Sassari. Pasquopoleno ha colto nel segno. Il Convitto Nazionale Canopoleno ha aderito, anche quest’anno in collaborazione con la Delegazione della Sardegna del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM), del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) e dei Vigili del Fuoco, alla raccolta di uova di Pasqua da destinare ai bambini più bisognosi della città e dell’hinterland. Le tantissime…
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L'Ordine di Malta a sostegno dei bisognosi nelle Americhe
“La sofferenza dei migranti è un problema che tocca le Americhe in lungo e in largo. Deve essere affrontato in modo strategico e globale”. Ne ha parlato all’ANSA il Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, Fra’ John Timothy Dunlap, rientrato in Italia dopo una conferenza a Panama sull’assistenza ai poveri e ai bisognosi nella regione. Il Gran Maestro ha partecipato a tre giorni di…
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Roma: operazione "Fake Identity" contro l'immigrazione clandestina. 9 misure coercitive per falsificazione di documenti e banconote di valuta estera
Roma: operazione "Fake Identity" contro l'immigrazione clandestina. 9 misure coercitive per falsificazione di documenti e banconote di valuta estera. Nelle prime ore del mattino del 7 febbraio 2024 i militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma, supportati dai Comandi Provinciali Carabinieri di Napoli e Salerno e, per l’estensione internazionale da Europol, a conclusione di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure coercitive personali con contestuale sequestro preventivo di beni patrimoniali, emessa in data 22 gennaio 2024 dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di 9 soggetti (nr. 3 arresti domiciliari e nr. 6 divieti di dimora nella Regione Campania), tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione e distribuzione di patenti di guida, carte di circolazione, documenti identificativi nazionali validi per l’espatrio, perfezionata anche mediante la contraffazione di sigilli di stato su pellicole ologrammate di sicurezza, strumentali al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonchè falsificazione e distribuzione di ingenti quantitativi di banconote di valuta estera. Il gruppo criminale, anche mediante intermediari stranieri, alimentava diverse filiere distributive di ingenti quantitativi di passaporti falsi in bianco, pronti per la stampa di personalizzazione perfezionata con l’apposizione delle foto e dei dati identificativi degli utilizzatori finali, il cui terminale più insidioso venivano localizzato a Malta. Il predetto terminale estero risultava funzionale alle dinamiche di immigrazione clandestina in quanto gli stranieri, soprattutto provenienti dai paesi sub-sahariani e mediorientali, utilizzando falsi documenti identificativi nazionali, riuscivano ad imbarcarsi su voli diretti verso altri paesi europei, senza dover passare i più rigorosi controlli previsti dai viaggiatori provenienti dai paesi extra-Schengen. In tale quadro, contestualmente all’esecuzione delle suddette misure cautelari nel territorio nazionale, nell’ambito della cooperazione giudiziaria internazionale attivata dalla Direzione Distrettuale Antimafia con Ordine di Indagine Europeo, le Autorità maltesi hanno proceduto alla perquisizione del soggetto individuato quale referente locale del canale distributivo. I documenti falsi, sebbene non dotati di microchip necessari per i controlli elettronici dei dati biometrici, considerando l’ottima qualità realizzativa, riuscivano a superare efficacemente i controlli visivi degli operatori di polizia preposti alle attività di frontiera. Ciononostante, decine di passaporti e documenti similari, erano stati sequestrati in Belgio, Svizzera, Francia e Italia (aeroporti di Treviso, Bergamo e Pescara) nei confronti di stranieri provenienti dall’Italia o da Malta. Considerando le suddette dinamiche, veniva sviluppata un’efficace attività di cooperazione internazionale di polizia, coordinata da Europol, soprattutto con la polizia maltese. Le indagini avviate nel settembre 2020 dalla 1^ Sezione Roma del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, estese in campo internazionale sul canale Europol (Migrant-Smuggling) e sviluppate con il supporto specialistico della Sezione di Grafica del Reparto Investigazioni Scientifiche Carabinieri di Roma, hanno consentito di delineare un’articolata organizzazione criminale, stabilmente radicata nella provincie di Napoli e Salerno (Napoli, Somma Vesuviana, Marano Di Napoli, Portici, Casoria e Scafati), strutturata per comparti di specializzazione e su più siti produttivi interconnessi, gestiti da soggetti associati, tutti accreditati di notevoli e diversificate competenze tecnico - tipografiche, dedita alla falsificazione e distribuzione di passaporti, titoli di viaggio per stranieri, documenti di viaggio per rifugiati, permessi di soggiorno, carte di identità e patenti di guida italiane. Il medesimo sodalizio, interagendo con esponenti della criminalita’ partenopea, produceva anche: carte di circolazione straniere necessarie al perfezionamento delle procedure di nazionalizzazione, strumentali al riciclaggio di veicoli rubati in Italia e all’estero e ingenti quantitativi di banconote false da 20.000 franchi congolesi, per complessivi 54 milioni, destinati all’immissione nel circuito economico - finanziario della Repubblica Democratica del Congo. E’ stato altresì disposto dal G.I.P. il sequestro complessivo di beni, per un valore complessivo stimato di un milione di euro circa. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Steve Tosi, Nari, Giorgio V., Max Magnani e Sandro Puddu raccontano il suono di ACETONE
Com'è andata l'estate '23 per gli artisti di ACETONE (tutti nella foto, in ordine sparso), la label funky house lanciata meno di un anno da Maurizio Nari con Jens Lissat? E' andata decisamente bene. E' stata piena di ritmo ed energia, anche grazie al contributo importante di Steve Tosi? Abbiamo sentito gli artisti che pubblicano con più frequenza su ACETONE per farci raccontare la loro estate in musica. Qual è il brano che hanno suonato o amato di più, nei mesi più caldi del 2023? E qual è invece, tra i i loro brani usciti su ACETONE, quello a cui sono più legati?
Partiamo con STEVE TOSI anche se dice di essere in difficoltà a selezionare un solo brano tra quelli usciti su ACETONE. "Le mie release provengono tutte dal mio background di 'Old Style DJ', le atmosfere sono quelle di brani che compravo in vinile e poi riproponevo la stessa sera nei club in cui lavoravo... Tra gli altri segnalerei 'Save My Life'. Ho dei bellissimi ricordi dei locali in cui suonavo certe sonorità a fine anni 80. Sovrapponevo due dischi e la pista impazziva!", racconta. Tra le tracce che ha suonato di più la scorsa estate c'è invece "Ain't No Other Man" dei Murphy's Law. "Credo di essere stato tra i primi a capire la sua potenza. Nelle serate fatte a Malta erano in parecchi a chiedermi il titolo della traccia, compresi diversi amici DJ. Poi nel giro di un paio di giorni l'avevano acquistata tutti", conclude STEVE TOSI.
Continua NARI. "Tra le mie release su ACETONE sono molto legato a 'Pink Panther', che è venuta per caso guardando un vecchio film in tv, ovviamente la Pantera Rosa. E' arrivata ad un soffio dalla top 10 su Beatport. La propongo in tutte le mie serate ed ottiene sempre il risultato sperato! La scorsa estate ho poi suonato tante tracce di Hugel, ma la sua 'Como Shakira' ha sicuramente battuto tutte le altre".
GIORGIO V. resta comunque invece legato a doppio filo ad ACETONE. "Il disco a cui sono più affezionato è sicuramente "Upside Down". E' stato il primo a entrare in classifica, fino ad arrivare alla top ten, dove è rimasto per ben 4 mesi", spiega l'artista. "Quest'estate poi ho suonato a ripetizione "Oh Mama'", un'altra mia traccia, molto festaiola che ben si adatta a vari tipi di clientela. Ha un vocal che fa cantare ed un groove disco settanta adattato al 2023", conclude GIORGIO V.
Eccoci all'estate '23 di MAX MAGNANI: "Tra i miei brani su ACETONE sono legato a 'Kill The Groove', il mio ultimo singolo. Lo ritengo un lavoro importante e maturo. Ha un sound energico in pieno stile funky house che coniuga richiami ai primi anni 2000 con un potente groove attuale. E' un vero riempi pista.", spiega l'artista, che quest'estate ha poi suonato a ripetizione "Get Loose" di David Penn. "E' Una traccia house che strizza l'occhio alla Minimal Tech House, h un riff ipnotico e coinvolgente accompagnato da una linea di basso efficace e da un groove che ti conquista al primo ascolto", spiega MAX MAGNANI.
Chiudiamo con il ritmo e l'energia di SANDRO PUDDU, che come Giorgio V. non esce neppure per un attimo dal mondo delle release ACETONE. "Tra le mie release sulla label scelgo 'Simply the Best', che è ancora oggi in classifica. Mi ha dato e continua a darmi così tante soddisfazioni. La scorsa estate, oltre ai miei dischi, ho praticamente 'consumato "About You Now" di Nari, Tom Silver, Dead as Disko e Steve Tosi. E' semplicemente irresistibile!".
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ACETONE, label italiana creata neppure un anno e mezzo fa da Maurizio Nari con Jens Lissat è già tra le tre label più importanti label Funky House su Beatport, l'e-shop musicale più utilizzato dai dj di tutto il mondo. La funky house, tra l'altro, è senz'altro uno dei generi di riferimento, in tutto il mondo, in questo periodo. E' quindi un traguardo davvero importante per questa nuova label italiana, che viene raggiunto anche grazie al contributo di Steve Tosi, che, tra mille altri compiti quotidiani, segue il radioshow della label.
ACETONE Beatport
ACETONE Facebook
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Steve Tosi, Nari, Giorgio V., Max Magnani e Sandro Puddu raccontano il suono di ACETONE
Com'è andata l'estate '23 per gli artisti di ACETONE (tutti nella foto, in ordine sparso), la label funky house lanciata meno di un anno da Maurizio Nari con Jens Lissat? E' andata decisamente bene. E' stata piena di ritmo ed energia, anche grazie al contributo importante di Steve Tosi? Abbiamo sentito gli artisti che pubblicano con più frequenza su ACETONE per farci raccontare la loro estate in musica. Qual è il brano che hanno suonato o amato di più, nei mesi più caldi del 2023? E qual è invece, tra i i loro brani usciti su ACETONE, quello a cui sono più legati?
Partiamo con STEVE TOSI anche se dice di essere in difficoltà a selezionare un solo brano tra quelli usciti su ACETONE. "Le mie release provengono tutte dal mio background di 'Old Style DJ', le atmosfere sono quelle di brani che compravo in vinile e poi riproponevo la stessa sera nei club in cui lavoravo... Tra gli altri segnalerei 'Save My Life'. Ho dei bellissimi ricordi dei locali in cui suonavo certe sonorità a fine anni 80. Sovrapponevo due dischi e la pista impazziva!", racconta. Tra le tracce che ha suonato di più la scorsa estate c'è invece "Ain't No Other Man" dei Murphy's Law. "Credo di essere stato tra i primi a capire la sua potenza. Nelle serate fatte a Malta erano in parecchi a chiedermi il titolo della traccia, compresi diversi amici DJ. Poi nel giro di un paio di giorni l'avevano acquistata tutti", conclude STEVE TOSI.
Continua NARI. "Tra le mie release su ACETONE sono molto legato a 'Pink Panther', che è venuta per caso guardando un vecchio film in tv, ovviamente la Pantera Rosa. E' arrivata ad un soffio dalla top 10 su Beatport. La propongo in tutte le mie serate ed ottiene sempre il risultato sperato! La scorsa estate ho poi suonato tante tracce di Hugel, ma la sua 'Como Shakira' ha sicuramente battuto tutte le altre".
GIORGIO V. resta comunque invece legato a doppio filo ad ACETONE. "Il disco a cui sono più affezionato è sicuramente "Upside Down". E' stato il primo a entrare in classifica, fino ad arrivare alla top ten, dove è rimasto per ben 4 mesi", spiega l'artista. "Quest'estate poi ho suonato a ripetizione "Oh Mama'", un'altra mia traccia, molto festaiola che ben si adatta a vari tipi di clientela. Ha un vocal che fa cantare ed un groove disco settanta adattato al 2023", conclude GIORGIO V.
Eccoci all'estate '23 di MAX MAGNANI: "Tra i miei brani su ACETONE sono legato a 'Kill The Groove', il mio ultimo singolo. Lo ritengo un lavoro importante e maturo. Ha un sound energico in pieno stile funky house che coniuga richiami ai primi anni 2000 con un potente groove attuale. E' un vero riempi pista.", spiega l'artista, che quest'estate ha poi suonato a ripetizione "Get Loose" di David Penn. "E' Una traccia house che strizza l'occhio alla Minimal Tech House, h un riff ipnotico e coinvolgente accompagnato da una linea di basso efficace e da un groove che ti conquista al primo ascolto", spiega MAX MAGNANI.
Chiudiamo con il ritmo e l'energia di SANDRO PUDDU, che come Giorgio V. non esce neppure per un attimo dal mondo delle release ACETONE. "Tra le mie release sulla label scelgo 'Simply the Best', che è ancora oggi in classifica. Mi ha dato e continua a darmi così tante soddisfazioni. La scorsa estate, oltre ai miei dischi, ho praticamente 'consumato "About You Now" di Nari, Tom Silver, Dead as Disko e Steve Tosi. E' semplicemente irresistibile!".
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ACETONE, label italiana creata neppure un anno e mezzo fa da Maurizio Nari con Jens Lissat è già tra le tre label più importanti label Funky House su Beatport, l'e-shop musicale più utilizzato dai dj di tutto il mondo. La funky house, tra l'altro, è senz'altro uno dei generi di riferimento, in tutto il mondo, in questo periodo. E' quindi un traguardo davvero importante per questa nuova label italiana, che viene raggiunto anche grazie al contributo di Steve Tosi, che, tra mille altri compiti quotidiani, segue il radioshow della label.
ACETONE Beatport
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Steve Tosi, Nari, Giorgio V., Max Magnani e Sandro Puddu raccontano il sound dell'estate '23, quello di ACETONE
Com'è andata l'estate '23 per gli artisti di ACETONE (tutti nella foto, in ordine sparso), la label funky house lanciata meno di un anno da Maurizio Nari con Jens Lissat? E' andata decisamente bene. E' stata piena di ritmo ed energia, anche grazie al contributo importante di Steve Tosi? Abbiamo sentito gli artisti che pubblicano con più frequenza su ACETONE per farci raccontare la loro estate in musica. Qual è il brano che hanno suonato o amato di più, nei mesi più caldi del 2023? E qual è invece, tra i i loro brani usciti su ACETONE, quello a cui sono più legati?
Partiamo con STEVE TOSI anche se dice di essere in difficoltà a selezionare un solo brano tra quelli usciti su ACETONE. "Le mie release provengono tutte dal mio background di 'Old Style DJ', le atmosfere sono quelle di brani che compravo in vinile e poi riproponevo la stessa sera nei club in cui lavoravo... Tra gli altri segnalerei 'Save My Life'. Ho dei bellissimi ricordi dei locali in cui suonavo certe sonorità a fine anni 80. Sovrapponevo due dischi e la pista impazziva!", racconta. Tra le tracce che ha suonato di più la scorsa estate c'è invece "Ain't No Other Man" dei Murphy's Law. "Credo di essere stato tra i primi a capire la sua potenza. Nelle serate fatte a Malta erano in parecchi a chiedermi il titolo della traccia, compresi diversi amici DJ. Poi nel giro di un paio di giorni l'avevano acquistata tutti", conclude STEVE TOSI.
Continua NARI. "Tra le mie release su ACETONE sono molto legato a 'Pink Panther', che è venuta per caso guardando un vecchio film in tv, ovviamente la Pantera Rosa. E' arrivata ad un soffio dalla top 10 su Beatport. La propongo in tutte le mie serate ed ottiene sempre il risultato sperato! La scorsa estate ho poi suonato tante tracce di Hugel, ma la sua 'Como Shakira' ha sicuramente battuto tutte le altre".
GIORGIO V. resta comunque invece legato a doppio filo ad ACETONE. "Il disco a cui sono più affezionato è sicuramente "Upside Down". E' stato il primo a entrare in classifica, fino ad arrivare alla top ten, dove è rimasto per ben 4 mesi", spiega l'artista. "Quest'estate poi ho suonato a ripetizione "Oh Mama'", un'altra mia traccia, molto festaiola che ben si adatta a vari tipi di clientela. Ha un vocal che fa cantare ed un groove disco settanta adattato al 2023", conclude GIORGIO V.
Eccoci all'estate '23 di MAX MAGNANI: "Tra i miei brani su ACETONE sono legato a 'Kill The Groove', il mio ultimo singolo. Lo ritengo un lavoro importante e maturo. Ha un sound energico in pieno stile funky house che coniuga richiami ai primi anni 2000 con un potente groove attuale. E' un vero riempi pista.", spiega l'artista, che quest'estate ha poi suonato a ripetizione "Get Loose" di David Penn. "E' Una traccia house che strizza l'occhio alla Minimal Tech House, h un riff ipnotico e coinvolgente accompagnato da una linea di basso efficace e da un groove che ti conquista al primo ascolto", spiega MAX MAGNANI.
Chiudiamo con il ritmo e l'energia di SANDRO PUDDU, che come Giorgio V. non esce neppure per un attimo dal mondo delle release ACETONE. "Tra le mie release sulla label scelgo 'Simply the Best', che è ancora oggi in classifica. Mi ha dato e continua a darmi così tante soddisfazioni. La scorsa estate, oltre ai miei dischi, ho praticamente 'consumato "About You Now" di Nari, Tom Silver, Dead as Disko e Steve Tosi. E' semplicemente irresistibile!".
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ACETONE, label italiana creata neppure un anno e mezzo fa da Maurizio Nari con Jens Lissat è già tra le tre label più importanti label Funky House su Beatport, l'e-shop musicale più utilizzato dai dj di tutto il mondo. La funky house, tra l'altro, è senz'altro uno dei generi di riferimento, in tutto il mondo, in questo periodo. E' quindi un traguardo davvero importante per questa nuova label italiana, che viene raggiunto anche grazie al contributo di Steve Tosi, che, tra mille altri compiti quotidiani, segue il radioshow della label.
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SOLDI DI FRODI CAROSELLO DUE CONDANNE PER RICICLAGGIO
Due anni e mezzo a ciascuno degli imputati. Disposta la confisca di oltre 980mila euro già sotto sequestro più altri 186mila per equivalente
Author Galiano lubber ([email protected])
Arriva a sentenza di primo grado il processo per riciclaggio a carico di Bruno Dezi e Traian Ovidiu Ciguedan, il primo romano e il secondo rumeno; il primo ritenuto l’ideatore della truffa, il secondo ritenuto prestanome. La ricostruzione del capo di imputazione descrive un giro di prestanome, società fittizie, frode ai danni dello stato italiano per centinaia di migliaia di euro nel settore dell’elettronica passati per conti correnti di società sul Titano e in parte finiti su conti delle stesse società presso un istituto di credito di Malta. Un giro di denaro ben studiato, secondo l’accusa, per occultare la provenienza illecita dei soldi. I due, tra l’altro, erano finiti anche in un altro fascicolo, che era finito archiviato. Il Procuratore del fisco, Roberto Cesarini, ha sottolineato ieri venne dato parere favorevole a quell’archiviazione unicamente perché era maturata la prescrizione processuale. Quel fascicolo, tuttavia, per ricostruire il quadro delle movimentazioni, è stato acquisito nell’istruttoria dibattimentale in quest’altro procedimento, fornendo un quadro che evidenzia “lo schema tipico delle truffe carosello”, ha evidenziato il Pf, richiamando tra l’altro anche recenti sequestri della Gdf e per analoghi fatti di cronaca, nei confronti di altri esponenti della famiglia Dezi. Tra l’altro la procura fiscale ha parlato di “sfrontatezza di chiamare la società il Triangolo”, lasciando intendere come il nome richiamasse la pratica delle triangolazioni. “La società però esiste davvero”, ha ribattuto, pur con un sorriso, il difensore di Ciguedan, l’avvocato Alberto Selva, che ha chiesto l’assoluzione del suo assistito per insufficienza di prove in ordine dall’elemento materiale del reato. “Questo non è riciclaggio”, ha detto l’avvocato Selva insistendo per l’assoluzione. Sulla mancanza di prove ha puntato anche il difensore di Bruno Dezi, l’avvocato Elia Santi: “Si parla di anomalie negli atti di questo processo, ma non ci sono prove che il mio assistito fosse l’ideatore della frode. Inoltre non si può parlare di occultamento, laddove le transazioni sono state effettuate attraverso l’home banking”, ha aggiunto chiedendo l’assoluzione. Il giudice Roberto Battaglino valutando la sola condotta del trasferimento e non l’occultamento, ha abbassato di un grado la pena, condannando entrambi a 2 anni e 6 mesi, con la possiblità della misura alternativa alla detenzione dell’affidamento ai servizi sociali. Condanna anche a un anno e sei mesi di interdizione e alla confisca di quanto sequestrato, oltre 980mila euro, più la confisca per equivalente di 186mila euro. Possibile l’appello.
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Famiglia Carnesecchi
PARTE PRIMA Nome particolare di una antica famiglia fiorentina. In origine si chiamavano Duranti. Sono conosciuti anche con il nome di Carnesecchi dal Centauro. Furono molto attivi nella politica cittadina e nella loro storia ebbero 49 Priori, 11 Gonfalonieri, 8 Senatori, un Cavaliere di Malta, e alcuni Cavalieri dell’insigne sacro militare ordine di Santo Stefano Papa e martire. Intorno agli anni 1594 – 1600, per ordine del Granduca allora regnante Cosimo II, lo scultore Giambologna scolpì il gruppo Ercole che uccide il Centauro Nesso. La scultura venne posta al Canto dei Carnesecchi. I Duranti, in seguito furono conosciuti con il nome di Carnesecchi dal Centauro.
Questa famiglia compare per la prima volta nella storia della città di Firenze nel 1297 con il taverniere Durante di Ricovero, gestore con i figli di diverse taverne nel popolo di Santa Maria Maggiore. Nei primi decenni del quattordicesimo secolo fondò una Compagnia commerciale insieme ad alcuni dei suoi tanti figli. Piero uno dei suoi figli esercitò il mestiere di Beccaio (macellaro) e pizzicagnolo, venne eletto una sola volta Priore pur avendo una intensa attività politica, fece parte molte volte dei Consigli. Per il suo mestiere era conosciuto con il nome di Piero “Carnesecca”. Con passare del tempo cambiarono il cognome in Carnesecchi, con il quale vennero chiamati in seguito. I figli di Piero; Braccino e Filippo furono per 5 volte eletti Priori. Al tempo della tirannia di Gualtieri di Brienne, Braccino era Priore, con altri tentò di opporsi alle mire del Duca. Berto di Grazzino e Filippo vennero eletti per cinque volte Priori. Berto di Grazzino di Durante, era immatricolato all’Arte dei Medici e Speziali, esercitando la professione di Speziale, fu il primo della famiglia ad essere eletto Gonfaloniere nel 1358. Anni dopo non c’è notizia dei Carnesecchi nella vita politica, anche se all’epoca avevano avuto l’elezione di un gonfaloniere e di otto Priori. Un Duranti venne eletto Priore nel 1381, suo figlio Niccolò di Matteo di Durante assunse definitivamente il cognome di Carnesecchi, a ricordo di Piero detto “Carnesecca”.
Nel quindicesimo secolo non emersero più nella vita politica e economica. I rappresentanti maschili furono molto scarsi, forse in tutto una decina fra i discendenti di Grazzino e Matteo. I discendenti di Piero non risultavano, tanto da considerare il ramo estinto. I figli di Grazzino di Durante ne presero in quel periodo il posto nella politica cittadina. Emerse politicamente un altro rappresentante della famiglia; Paolo di Berto di Grazzino. Più volte venne eletto alla carica di Console dell’Arte dei Medici e Speziali. Fu un ricco commerciante ed una importante carriera politica. Eletto due volte Gonfaloniere e tre volte Priore. Si ricorda per essere stato il primo ad apporre una firma per girata su una cambiale. A Masaccio e Masolino da Panicale fece affrescare la cappella di famiglia nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore. Nel 1428 vi lavorò il pittore Paolo di Dono detto Paolo “Uccello”.
Nella città di Montpellier viveva il ricco mercante, Bernardo di Cristofano di Berto Carnesecchi, la sua flotta percorreva il mare fra la città di Pisa e la Francia, la Spagna e il Portogallo. Insieme a Luca degli Albizzi e Piero Vespucci, nel 1427 stipulò un trattato con il regno del Portogallo. È anche il committente del tabernacolo Carnesecchi, al pittore Domenico Veneziano, per il Canto dei Carnesecchi intorno al 1440. Il tabernacolo è conservato alla National Gallery di Londra. Nel quattordicesimo secolo, i Carnesecchi, si trovavano a Lione come banchieri. Ci sono tracce della famiglia anche in Lituania, ma i documenti accertanti la loro presenza sono pochi. In questo periodo emergono i figli Paolo e Simone, di Zanobi di Berto. Francesco di Berto, era uno degli uomini più ricchi di Firenze. Il figlio di Bernardo Andrea è famoso per aver fatto parte di armeggerie (parate di cavalieri chiamate anche bagordo) importanti corse per la città, Non ci sono notizie sulle attività svolte.
Alberto Chiarugi Read the full article
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