#Nunzio Filogamo
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24 gennaio … ricordiamo …
24 gennaio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2023: Pietro Nuti, all’anagrafe Piero Nuti, attore italiano. Sposato con Adriana Innocenti. (n.1928) 2023: Lance Kerwin, Lance Michael Kerwin, attore statunitense.(n.1960) 2022: Fatma Girik, attrice e politica turca. Musa del regista Memduh Ün. D i lui fu anche la compagna dalla fine degli anni Sessanta. (n.1942) 2021: Gunnel Lindblom, Gunnel Märtha Ingegerd Lindblom, attrice e regista svedese.…
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Per celebrare il centenario della radio, la Rai ripropone il programma di Renzo Arbore 'Cari amici vicini e lontani'
Per celebrare il centenario della radio, Rai Cultura ripropone - da stasera su Rai Storia - l'intero ciclo del programma di Arbore 'Cari amici vicini e lontani', trasmesso nel 1984. Alberto Sordi che duetta con Renzo Arbore negli sketch di Mario Pio e del Compagnuccio della Parrocchietta e poi intona la feroce Nonnetta. Monica Vitti che esalta i doppi sensi della spiritosa Paloma Blanca. Corrado, in forza ormai alla concorrenza e tornato in Rai per l'occasione, che confessa una clamorosa gaffe pronunciata in diretta da via Asiago negli anni '50. Per celebrare il centenario della radio, Rai Cultura ripropone - da mercoledì 2 ottobre alle 21.10 su Rai Storia - l'intero ciclo del programma di Arbore 'Cari amici vicini e lontani', trasmesso nel 1984, per il sessantesimo anniversario di questo mezzo immediato, veloce, fidelizzante anche nell'epoca dei social. "Abbiamo ripreso quelle sei leggendarie serate da 18 milioni di spettatori alle quali parteciparono tutte le voci storiche, i grandi artefici di Radiorai, da Corrado a Mike Bongiorno ad Alberto Sordi, ma anche coloro che poi hanno rinnovato la radio, come Maurizio Costanzo, Gianni Boncompagni, il sottoscritto", sorride Arbore in una conversazione con l'ANSA. Tra gli ospiti anche Nunzio Filogamo, protagonista dei Quattro Moschettieri che nel '34 polarizzò l'attenzione del pubblico radiofonico, poi primo conduttore di Sanremo: a lui si deve il copyright della mitica frase "Cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate", ispiratrice del titolo della trasmissione. "Fu una vera e propria festa aziendale, con tanto di buffet, negli studi Dear 'truccati' dallo storico studio radiofonico di via Asiago", con una scenografia in grado di contenere due palcoscenici e numerosi tavoli che accoglievano ospiti e pubblico. "Nel mio primo programma importante - ricorda ancora Arbore - non mi limitai alle interviste, ma coinvolsi gli ospiti in veri e propri numeri artistici. Parliamo di personaggi fondamentali, che hanno gettato le basi del palinsesto radiofonico, anche per le emittenti private: c'era il varietà della domenica mattina, la Hit Parade con i successi del momento, il talk show di Buon Pomeriggio, Voi ed io con il conduttore a confronto con gli ascoltatori, la voce del pubblico con Chiamate Roma 3131. Una stagione felicissima, l'archetipo delle esperienze venute dopo". Poi la rivoluzione anni '60, con Bandiera gialla, primo programma base di pop, rock, folk, beat, e musica leggera innovativa, fenomeno di costume che propose per la prima volta la musica di Beatles, Rolling Stones, Beach Boys, Bob Dylan, Rokes, Equipe 84, Nomadi, e ancora Per voi giovani e Alto Gradimento. "Con Boncompagni inventammo il deejay radiofonico, che sceglieva la musica in libertà, la lanciava tra il pubblico giovane, indipendentemente dai desiderata delle case discografiche. Ecco, mi dispiace che nel panorama più commerciale di oggi questa figura non ci sia più", sottolinea Arbore, al quale piace citare tra i personaggi chiave "Claudio Cecchetto, perché è stato un grandissimo scopritore di talenti, da Jovanotti ad Amadeus a Fiorello". Per la riedizione di Rai Cultura, le sei puntate del 1984 sono state suddivise in due parti e ogni momento della trasmissione viene introdotto da Arbore, che approfondisce i temi e i personaggi ospiti della celebrazione di 40 anni prima. Gianni Mazza dirige l'orchestra Rai di Musica Leggera in medley rievocativi della stagione d'oro della radio e in alcuni momenti del programma passa la bacchetta a grandi direttori d'orchestra del passato. Arbore capeggia la formazione 'I Senza vergogna' (Stefano Palatresi, Massimo Catalano, Gegè Telesforo, Alberto Botta, Michele Pavese, il Grande Enzo e Antonio e Marcello) che canta i medley iniziali di canzonette e accompagna le Gemelle Nete, due sorelle 75enni rimaste nella memoria con la spiritosa versione di 'Un bacio a mezzanotte', brano cult del 1953 di Gorni Kramer, Pietro Garinei e Sandro Giovannini scelto come sigla finale della trasmissione. Tutte le puntate di Cari amici vicini e lontani sono state sottoposte a un prezioso restauro audio e video nei laboratori delle Rai Teche di Torino. "Se è tv vintage? Sì ma senza nostalgia, è un tributo a coloro che hanno reso grande questo mezzo che ancora oggi è in grado di parlare al grande pubblico, di generare affezione. Penso ai Conigli Dose e Presta, a Barbarossa con Radio2 Social Club, Lillo e Greg, Caterpillar...". Unico rimpianto, la collocazione: "Mi spiace che le serate delle reti generaliste - conclude Arbore - siano tutte occupate". Read the full article
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La drinklist di Sanremo e 10 ricette di cocktail da preparare a casa
In occasione della 74 ͣedizione, condotta da Amadeus, un panel di esperti drinksetter riuniti da Anthology by Mavolo ha creato “Aristory”, la nuova drinklist ideata per omaggiare attraverso 10 cocktail in omaggio agli storici conduttori del festival di Sanremo.E così nasce “Niente Pizzi”, uno speciale Moscow Mule dedicato all’immortale Nunzio Filogamo: il conduttore della prima edizione del…
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Lanciato da Luciano Rispoli, Costanzo debutta in Rai nel 1964 come autore radiofonico con la rubrica Canzoni e Nuvole condotta da Nunzio Filogamo. A metà anni ’60 apre due locali di cabaret a Roma, il Cab37 e il 7×8, dove fa esordire un intellettuale genovese che terremota la comicità italiana: Paolo Villaggio. Nel frattempo, con Ennio Morricone e Ghigo De Chiara scrive le parole di Se telefonando che Mina canta nel celebre Studio Uno. Nel 1969 esordisce in “voce” con la rubrica Buon pomeriggio nel quale fa credere alle sue ammiratrici ammaliate dal suo tono confidenziale di somigliare a “Mal dei Primitives”.
Dall'articolo "Maurizio Costanzo, l’omaggio di Pierluigi Diaco in seconda serata su Rai 1" di Marco Salaris
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Alla maniera di Nizza e Morbelli...
Alla maniera di Nizza e Morbelli…
Il Feroce Saladino – Fonte: Giorgio Perlini art. cit. infra […] La rivista radiofonica I 4 moschettieri realizzata da Angelo Nizza e Riccardo Morbelli – due piemontesi non ancora trentenni – si configura come caso esemplare di cosa poté provocare un prodotto spettacolare alle origini della cultura di massa. La trasmissione andò in onda dal 1934 al 1938 suscitando una vera e propria…
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#1934#1936#Aldo Fabrizi#Angelo Bioletto#Angelo Nizza#Buitoni#collezione#EIAR#feroce#figurine#film#Giorgio Perlini#illustrazioni#Ludovico Longhi#Mario Bonnard#moschettieri#Nunzio Filogamo#Perugina#Quattro#radio#Riccardo Morbelli#rivista#Rodolfo Sacchettini#Saladino
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#Mio fratello Franco, alla chitarra, sul palco del Teatro Ventidio Basso, durante la trasmissione radiofonica "Il microfono è vostro", condotta dal famoso presentatore Nunzio Filogamo. Correva l'anno 1952 e mio fratello Franco aveva 22 anni !!! Degli altri componenti del quartetto ricordo solo il giovanissimo Tonino Tarli, al clarinetto. Franco avrebbe festeggiato oggi, 24 settembre, il suo compleanno ❤️❤️❤️❗️🎸🎼🎶🎶🎶 (presso Teatro Ventidio Basso) https://www.instagram.com/p/CUN8M2Hsk43/?utm_medium=tumblr
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21 GEN 2020 11:54
IL FIORE DI BERUSCHI E "LA RAPINOSA" BARBARA DI CARELLA: IL SANREMO DEL 1979 AVVERTE CHE GLI “ANNI DI PIOMBO” STANNO PER FINIRE - NELL'ALMANACCO DI BARTOLETTI E MAZZI SUL FESTIVAL LA SPIAZZANTE EDIZIONE DEL ’79 VINTA DA MINO VERGNAGHI CON "AMARE": SANREMO NON GLI PORTA SUBITO BENE. VINCE E LA SUA CASA DISCOGRAFICA 'CHIUDE I BATTENTI E LO LASCIA A PIEDI'. MA ZUCCHERO... - VIDEO
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Vittorio Macioce per “il Giornale”
Ognuno avrà un suo Sanremo, quello del primo amore o di un inverno fortunato, quello che lo fa piangere ancora adesso o l' ultimo prima di sentirsi vecchi. Il mio non è indimenticabile. Non me lo ricordavo. Forse neppure l' ho visto. Avevo undici anni e pochi mesi.
Smarrito. Fuori dalla mappa. Senza traccia. L' ho scoperto adesso. È il Festival di Sanremo del 1979. Per la storia è un fallimento. Le canzoni non venderanno nulla. I presentatori sono Mike Bongiorno e Annamaria Rizzoli. Mike per una volta sembra perfino spaesato. Si guarda in giro come a chiedersi: chi sono questi qui che si aggirano cantando intorno a me? Gli unici ad avere una certa fama sono i Camaleonti e Antoine.
Allora perché proprio il '79? Semplice. È un incantesimo. Ti spiazza.
Il merito di questa scoperta, con un viaggio a ritroso in un tempo perduto, è di Marino Bartoletti e Lucio Mazzi. Sono gli autori di Almanacco del Festival di Sanremo (Gianni Marchesini edizioni).
Non è che loro parlino solo del 1979. Ti raccontano tutte le sessantanove edizioni, dalla prima nel 1951 con Nunzio Filogamo come padrone di casa e Nilla Pizzi che canta Grazie dei fiori, fino all' ultima edizione firmata da Claudio Baglioni e con Mahmood che scandisce Soldi. Il '79 sta lì in mezzo agli altri. Bartoletti e Mazzi si limitano a lanciare un' esca, in modo quasi distratto: Sanremo, anche quando è un flop, ti stupisce.
Il gioco dell' Almanacco è proprio questo: la vita ha una colonna sonora. Bartoletti e Mazzi te la fanno riscoprire.
Franco Fanigliulo canta, quasi recitando. È spezzino. Ha 35 anni ed è figlio di un marconista e di una pianista. Due anni prima è apparso nel film di Giuseppe Bertolucci Berlinguer ti voglio bene. È il cantante di un improbabile gruppo musicale, «Romeo e i Los Gringos», che annuncia in diretta durante un concerto la morte della madre di Mario Cioni, alias Roberto Benigni. Al Festival porta una canzone dal titolo sgrammaticato: A me mi piace vivere alla grande. A metà degli anni Ottanta si ritira in una fattoria a Vezzano Ligure. Non rinuncia però a fare l' autore e collabora fino alla morte, prematura, per un ictus al cervello, con Vasco Rossi, gli Stadio e Zucchero.
C' è anche Marinella Bulzamini in quella ventinovesima edizione. È bolognese, surreale, disincantata e racconta le disavventure di un' impiegata della Sip, alienata dagli elenchi telefonici. Non sa quanto il posto fisso sarebbe diventato una sorta di miraggio. Il titolo della canzone, scritta dal marito Roberto Ferri, è: Autunno, cadono le pagine gialle. Tornerà all' Ariston due anni dopo, quando la debuttante Elisa vince grazie a Per Elisa, con Ma lascia stare, ma chi te lo fa fare.
Mike Bongiorno chiede a tutti di raccontarsi, aggiungendo un malefico: «Visto che non vi conosce nessuno». Tra i presunti nessuno ci sarebbe anche Enrico Beruschi. Non è ancora quello di Drive In, ma da una decina d' anni ha lasciato il posto di ragioniere alla Galbusera per sfidare il pubblico del Derby di Milano. La sua è una canzone d' amore: Sarà un fiore. «Tu sei stesa dirimpetto/ Tu mi dici dolcemente/ Cusa l' è ches chi/ Cusa l' è ches chi/ Ma come/ Non è mica un aeroplano». Arriva quinto, appena dopo i Collage con La gente parla e molto più piazzato dei Pandemonium con un' altra romantica canzone d' amore: Tu fai schifo sempre.
Il vincitore è Mino Vergnaghi con Amare. Sanremo non gli porta subito bene. Vince e la sua casa discografica «chiude i battenti e lo lascia a piedi». Se ne va in Inghilterra. «Non canta male e scrive ancora meglio - certifica Bartoletti -. Se ne accorge Zucchero che gli affida la musica di Diamante».
La canzone simbolo di quel Sanremo è Barbara di Enzo Carella. Il testo è di Pasquale Panella che tra qualche anno regalerà a Lucio Battisti, stanco di Mogol, i percorsi dissonanti e meravigliosi di Don Giovanni o Hegel. Gli italiani invece cantano Tu sei l' unica donna per me di Alan Sorrenti e ascoltano i Bee Gees e Julio Iglesias. È l' anno in cui nascono Valentino Rossi e Andrea Pirlo. Mennea con 19 secondi e 72 centesimi fa il record del mondo sui 200 a Città del Messico. La Ferrari torna a vincere il mondiale con Jody Scheckter e i suoi tifosi si innamorano di Gilles Villeneuve. I banditi sardi rapiscono Fabrizio De André e Dori Ghezzi. Margaret Thatcher vince le elezioni, l' Europa battezza lo Sme, il sistema monetario europeo e l' Unione sovietica invadono l' Afghanistan. C' è chi in prima media sogna di fare il giornalista. Gli anni Settanta li ha vissuti da bambino. Il Sanremo del 1979 avverte che gli «anni di piombo» stanno per finire.
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Perché il Festival di Sanremo a Sanremo?
Come mai, tra tante città d’arte del Bel Paese, il Festival della Canzone italiana non si tiene a Roma, a Firenze, a Milano o a Venezia, ma in una ridente cittadina della costiera ligure?
di Pasquale Di Matteo
FESTIVAL DI SANREMO: GLI ULTIMI ANNI
Sono cresciuto in un’era in cui l’offerta televisiva non era ampia ed eterogenea come oggi, un tempo in cui qualsiasi evento di forte impatto popolare, trasmesso in TV, lasciava le briciole alle altre reti, che si contavano sulle dita delle mani; ora, invece, abbiamo l’imbarazzo della scelta e fare il botto è praticamente impossibile persino per la nazionale di calcio.
Eppure, il Festival della Canzone italiana, nonostante le critiche, le invidie e i gufi, monopolizza i dati Auditel.
Perché? E perché il Festival più importante d’Italia si tiene a Sanremo, una piccola località a un tiro di schioppo dalla Francia?
Mia madre adorava il Festival e, durante la settimana in cui si svolgeva la manifestazione canora, quand’ero bambino, in casa mia non si parlava d’altro.
Era una settimana sacra e non solo a casa mia.
Al mercato, al negozio sotto casa, dal meccanico, con chiunque si scambiassero due chiacchiere, il tema era inevitabilmente il Festival di Sanremo, che si trattasse delle canzoni, del gossip o del presentatore, che, nei miei ricordi di bambino, è sempre la riga asciutta con le spalline della giacca enormi e con il nasone di Pippo Baudo.
Pippo Baudo con Al Bano e Romina Power – immagine di proprietà del Web,
In verità, durante gli ultimi anni del millennio, i dati Auditel non erano più quelli di un tempo e, anche discutendo con amici e parenti, per qualcuno il Festival di Sanremo era destinato a finire nel dimenticatoio.
Io, al contrario, ho sempre sostenuto che il Festival della Canzone Italiana avesse bisogno di rinnovarsi, di presentare in gara canzoni che non si dimenticassero dopo i titoli di coda della serata finale, ma che venissero acquistate dai giovani, sempre più dimenticati dai parrucconi alla Baudo, il quale aveva trasformato il Festival di Sanremo in quello della naftalina dei suoi amici cantanti di un tempo.
Come volevasi dimostrare, dall’organizzazione di Paolo Bonolis del 2005 in avanti, il Festival di Sanremo è tornato agli antichi splendori, facendo registrare continui nuovi record di pubblico, puntando sui cantanti che sono sconosciuti a quelli che ascoltano canzoni giusto durante il festival, ma idoli di chi fruisce di musica ogni giorno.
E il successo di questa manifestazione è davvero eclatante se si pensa che, a differenza dei tempi di Baudo, oggi il Festival di Sanremo deve fare i conti con centinaia di canali liberi e con un’infinità di offerta a pagamento.
Ma come è nato il Festival della Canzone Italiana e perché si svolge a Sanremo e non a Cinecittà o negli studi televisivi di Milano?
FESTIVAL DI SANREMO: LA STORIA
Per rispondere alle domande, bisogna fare un passo indietro nel tempo.
Il Casinò di Sanremo fu costruito durante i primissimi anni del novecento, quando l’amministrazione comunale dell’epoca e l’impresario francese Eugène Ferret, architetto che aveva realizzato case da gioco e teatri a Saigon e lungo la Costa Azzurra, cofinanziarono il progetto di costruire una sala da gioco dove comprendere un teatro, sale di lettura e di conversazione, un giardino d’inverno, un ristorante, un caffè e, ovviamente, un salone per le grandi occasioni.
Non sarebbero mancati neppure mobili in stile Luigi XVI e palme nel giardino d’inverno.
Durante gli ultimi decenni del secolo precedente, l’Aristocrazia di mezza Europa aveva scoperto il benessere generato dalle vacanze in climi più miti e dal mare, quindi le spiagge francesi del sud della Francia erano diventate ambite.
Nacquero così molti degli hotel più prestigiosi e dei teatri di quella zona, costruzioni di lusso che dovevano reggere il confronto con il livello sociale degli ospiti.
Accanto alle opere teatrali, per intrattenere gli altolocati vacanzieri, si sviluppò l’attività del gioco d’azzardo, che, nel giro di pochi anni, diventò un business irresistibile anche per biscazzieri e delinquenti di ogni parte del continente, fino ad attirare, nel tempo, mafiosi americani, dopo la seconda guerra mondiale, come Gambino e, soprattutto, Luky Luciano.
La sera del 14 gennaio 1905, un sabato, il casinò aprì i battenti per la grande festa di inaugurazione, alla quale parteciparono personalità importanti come i consoli di Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania, Austria – Ungheria e Russia.
Non mancavano tutte le autorità italiane ed era presente perfino il prefetto, che, in teoria, avrebbe dovuto chiedere l’applicazione degli articoli 484-487 del codice penale, sul divieto del gioco d’azzardo, ma chiudere entrambi gli occhi sul tema era uno sport molto praticato in tutta Europa da diversi anni.
In teoria, il fatto stesso che il casinò fosse una struttura pubblica, finanziata anche dal comune di Sanremo, era di per sé un totale controsenso, perché si trattava di un luogo in cui gente aristocratica, per lo più di altre nazioni, avrebbe sperperato ogni sera somme di denaro che la gente comune non avrebbe mai visto in una vita intera, violando la legge.
Adriano Celentano e Claudia Mori – Immagine di Proprietà del Web
Domenico Modugno- Immagine di Proprietà del Web
Non a caso, si levarono molte critiche, soprattutto in virtù del fatto che fosse stata un’amministrazione socialista a finanziare l’opera e che l’avesse voluta fortemente il sindaco Augusto Mombello uno dei socialisti di zona più attivi del tempo.
Tuttavia, il giornale dei socialisti sanremesi, La Parola, cercò di smorzare la protesta minimizzando e sostenendo che il casinò sarebbe stato un luogo in cui i ricchi avrebbero ridato parte della loro ricchezza dilapidando i patrimoni accumulati sul sangue e le lacrime di chi sfruttavano… La Parola dimostrò che l’arte di arrampicarsi sugli specchi è piuttosto datata.
Il termine Festival fu utilizzato impropriamente per la prima volta per definire la serata inaugurale del casinò, durante la quale si era tenuto un concerto di musica classica.
In verità, il primo casinò italiano era nato nel 1884 nella vicina Ospedaletti, la cui attività, unita a quella della nuova struttura sanremese, attirò l’aristocrazia di mezza Europa anche in Italia.
Fu così che si svilupparono molte città liguri, soprattutto quelle a ridosso del confine francese.
Questo boom economico attirò anche l’invidia di altre località turistiche, che chiesero di poter costruire case da gioco , tanto che, durante il Ventennio, fu necessaria una sorta di regolamentazione del settore, che, di fatto, lasciò a bocca asciutta gran parte delle richieste.
Tuttavia, il primo a proporre un Festival della Canzone italiana da tenere nel casinò di Sanremo fu un commerciante di fiori, Amilcare Rambaldi, dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Amilcare Rambaldi – Immagine di Proprietà del Web
Ragioniere diplomato, Rambaldi preparò una relazione da sottoporre alla nuova gestione del casinò, in cui elencava una serie di iniziative da attivare per riportare la struttura ai fasti dei tempi prebellici.
Rambaldi proponeva l’istituzione di un’orchestra sinfonica in pianta stabile e di un conservatorio musicale, tornei di bridge e concorsi di bellezza, nonché un festival del cinema e uno della canzone.
In verità, per quanto concerne il festival della canzone, egli immaginava una rassegna canora di ispirazione internazionale, dove fossero ammesse non soltanto la produzione musicale italiana, ma anche brani stranieri, soprattutto anglosassoni.
Rambaldi ipotizzò anche di dare vita alla prima edizione del festival della canzone l’1 giugno 1946, ma i nuovi appaltatori del casinò, nel novembre del 1945 cestinarono la proposta.
Certo è che Rambaldi fu un precursore dei tempi, visto che, nel 1946, la città di Cannes inaugurò il Festival del Cinema e che, il 25 agosto 1948, si tenne il primo Festival della Canzone italiana presso la Capannina del Marco Polo, a Viareggio, presentato dal radiocronista Amerigo Gomez e vinto dal brano “Serenata del primo amore” di Pino Moschini. Ad eseguire tutti i brani in gara furono i cantanti dell’orchestra del Maestro Francesco Ferrari.
Il 25 agosto dell’anno successivo, fu organizzata la seconda edizione, vinta da Narciso Parigi, con la canzone “Il topo di campagna” di Aldo Valleroni.
Non ci fu mai una terza edizione a causa dei costi organizzativi elevati e dell’assenza di sponsorizzazioni.
Tuttavia, le idee della relazione di Rambaldi erano buone e funzionavano.
Il successo del festival andato in scena nella città di Viareggio non era sfuggito ad Angelo Nizza, uomo dell’Ufficio Stampa del casinò di Sanremo, il quale, conoscente di Amilcare Rambaldi, aveva preso spunto dalla vecchia relazione del ragioniere ed era riuscito a convincere il nuovo gestore della struttura, Piero Busseti, di dare vita al Festival della Canzone italiana.
Fu così che, il 14 novembre 1950, il casinò di Sanremo e la RAI conclusero l’accordo sul regolamento della manifestazione e lo si comunicò rapidamente a tutte le case discografiche attive in quegli anni.
Alle 22 di lunedì 29 gennaio 1951, Nunzio Filogamo dichiarò aperto il primo Festival della Canzone italiana.
Nunzio Filogamo – Immagine di Proprietà del Web
Vinse Adionilla Negrini Pizzi, (Nilla Pizza), con Grazie dei fior, che vendette circa 35.000 dischi a 78 giri e fruttò alla vincitrice un totale di 80.000 lire.
Tuttavia, il festival fu snobbato dai quotidiani, fatta eccezione per qualche breve trafiletto e, forse, nemmeno gli organizzatori avrebbero mai immaginato il livello del clamore che la manifestazione ebbe tra la popolazione.
Infatti, già il mattino successivo alla chiusura del Festival, migliaia di persone che avevano ascoltato le canzoni alla radio si precipitarono nei negozi di dischi in cerca dei brani sanremesi, scoprendo che le case discografiche non si erano neppure preoccupate di inciderli.
D’altronde, il festival era nato con l’intento principale di allietare gli ospiti e di richiamarli in gran numero, proprio come la rassegna gastronomica e i tornei di bridge.
Fu quindi la CETRA, la casa discografica della RAI, a inciderli in fretta e furia e a distribuirli nei negozi perché la musica sanremese potesse risuonare nelle case degli Italiani che la chiedevano a gran voce.
Era nato il vero Festival della Canzone italiana.
FESTIVAL DI SANREMO: SPETTACOLO DEL POPOLO
Quella che era stata immaginata come una manifestazione capace di allietare l’aristocrazia che frequentava il casinò di Sanremo si sarebbe trasformata, invece, nel più popolare evento artistico italiano di sempre, un evento non soltanto culturale, ma che avrebbe raccontato l’italianità a 360°, coinvolgendo il costume, l’arte, la cultura, la storia, la finanzia e la moda.
Se si vuole conoscere la storia del nostro Paese non si può prescindere dalla storia del Festival di Sanremo, perché è un pezzo di storia d’Italia in cui la politica, la cultura, la finanza e il mondo dello spettacolo si incontrano per scriverla.
Un luogo, inoltre, in cui gira ancora molto denaro, prelibatezza anche per faccendieri, biscazzieri e veri e propri delinquenti, come scopriremo prossimamente, dove l’italianità si declina in tutte le sue forme, enfatizzando gioie e dolori di un intero Paese, intorno a un carrozzone mediatico imponente grazie al quale lavorano indotti di vari ambiti.
Perché il Festival di Sanremo è un pezzo d’Italia.
PERCHE’ IL FESTIVAL DI SANREMO A SANREMO? Perché il Festival di Sanremo a Sanremo? Come mai, tra tante città d’arte del Bel Paese, il Festival della Canzone italiana non si tiene a Roma, a Firenze, a Milano o a Venezia, ma in una ridente cittadina della costiera ligure?
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24 gennaio … ricordiamo …
2023: Pietro Nuti, all’anagrafe Piero Nuti, attore italiano. La sua carriera da attore inizia e si sviluppa soprattutto in ambito teatrale. Al cinema prende parte a una decina di film, interpretando sempre ruoli secondari o di carattere. Ha preso parte a numerosi film e serie Tv. Sposato dal 2006 al 2016 con Adriana Innocenti. (n.1928) 2023: Lance Kerwin, Lance Michael Kerwin, attore statunitense…
#24 gennaio#Albert Gordon MacRae#Amedeo Modigliani#Annunziato Filogamo#Arlette Genny#Bettina Louise Lutz#Chris Penn#Christopher Shannon Penn#Churchill#Ettore Garofolo#Fatma Girik#George Cukor#Gianni Agnelli#Gordon MacRae#Gunnel Lindblom#Gunnel Märtha Ingegerd Lindblom#John Miljan#Jovan Miljanovic#Lance Kerwin#Lance Michael Kerwin#Lil Dagover#Mabel Taliaferro#Madge Bellamy#Margaret Derden Philpott#Marie Antonia Siegelinde Martha Seubert#Marie Glory#Maybelle Evelyn Taliaferro#Modigliani#Nunzio Filogamo#Piero Nuti
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accadde...oggi: nel 1936 nasce Elide Suligoj
accadde…oggi: nel 1936 nasce Elide Suligoj
Elide Suligoj (Carimate, 4 agosto 1936 – Milano, 3 novembre 2015[1]) è stata una cantautrice e compositrice italiana.
Nata a Milano da padre jugoslavo e madre pavese, comincia a sei anni a suonare il pianoforte in casa di Giorgio Strehler con la maestra Maria Colombo[2]; a quattordici anni viene scoperta da Nunzio Filogamo, che la fa esibire.
Continua intanto gli studi al Conservatorio Giuseppe…
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Maurizio Costanzo, una vita nel piccolo schermo: tutte le immagini
La sua carriera comincia nel 1956, a soli diciotto anni, come cronista nel quotidiano romano Paese Sera. Nel 1963 esordisce come autore radiofonico per uno spettacolo affidatogli da Luciano Rispoli a Radio Rai dal titolo Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. Nel 1966 è coautore del testo della canzone Se telefonando, scritto insieme con Ghigo De Chiara, con musica di Ennio Morricone e…
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#SanremoStory: Novecento 'speciale' Festival anni 50/60/70
#SanremoStory: Novecento ‘speciale’ Festival anni 50/60/70
Lo speciale ‘Novecento’ dedicato a Sanremo si fa in ‘due. Oggi la prima puntata, dedicata agli anni 50-60-70. Il Festival nasce infatti nel 1951 e per tre anni va in onda solo in radio. Dal 1955, con l’avvento della tv, sbarca sul piccolo schermo. Nunzio Filogamo è lo storico conduttore delle edizioni radiofoniche. Gino Latilla, Carlo Boni, Nilla Pizzi e Giorgio Consolini dominano le prime…
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#bongiorno#claudio villa#domenico modugno#nada#nunzio filogamo#ricchi e poveri#sanremo#sanremostory#storia sanremo
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24 gennaio … ricordiamo …
2003: Gianni Agnelli, imprenditore italiano, Presidente Fiat (n. 1921) 2002: Nunzio Filogamo, pseudonimo di Annunziato Filogamo, è stato il primo conduttore televisivo, dell’intrattenimento italiano. (n. 1902) 1965: Sir Winston Leonard Spencer Churchill politico, storico e giornalista britannico. (n. 1874) 1920: Amedeo Modigliani, famoso pittore e scultore italiano, celebre per i suoi…
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