#Nicola Del Vecchio
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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“La Cantina del Riccio e le Verità Nascoste di Nicola Vecchio” di Nicola Vecchio: Un viaggio tra misteri e scoperte nel cuore della storia. Recensione di Alessandria today
Il romanzo di Nicola Vecchio ci trasporta in un'affascinante avventura tra libri antichi, camere segrete e verità dimenticate, rivelando segreti celati nel tempo.
Il romanzo di Nicola Vecchio ci trasporta in un’affascinante avventura tra libri antichi, camere segrete e verità dimenticate, rivelando segreti celati nel tempo. “La Cantina del Riccio e le Verità Nascoste” è un romanzo che combina avventura, mistero e storia in un intreccio coinvolgente e ricco di suspense. Ambientato in un contesto carico di suggestioni, la storia segue il protagonista che,…
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kinoko69saradasblog · 1 month ago
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🎅🏻YULE GOAT🎅🏻 – Quando Babbo Natale aveva corna e zoccoli…🐏
Da sempre Natale evoca gioia e buoni sentimenti, incarnati nel volto bonario di Babbo Natale, ma vi sorprenderà sapere che non è stato sempre così.
Prima della Coca Cola, prima ancora di San Nicola, divenuto poi Santa Claus, a Korvatunturi, una regione nel nord della Finlandia, caratterizzata da fitte foreste di pini, montagne e laghi ghiacciati, c’era Joulupukki…
Joulupukki, conosciuto più comunemente come Yule Goat, non è altro che il tradizionale caprone dalle enormi corna ritorte della mitologia scandinava. Per la cultura nordica, quindi, Babbo Natale è in realtà un caprone, o meglio ancora, un uomo-capra.
Nell’iconografia cristiana il capro viene spesso identificato come figura satanica. C’è da dire che, anche nella tradizione nordica, conserva parte delle sue caratteristiche “maligne”. Le origini del mito sono molto più antiche di quello che si crede.
Si pensa che la figura dello Joulupukki discenda dai caproni che trascinavano il carro di Thor; ogni sera il dio norreno li uccideva col suo martello per poi cibarsene, e la mattina successiva li riportava in vita. Lo Joulupukki, in antichità, è quindi considerato uno strumento in grado di regalare gioie terrene.
Da qualche parte nel mito, forse grazie a contaminazioni culturali, avvenne poi il salto evolutivo. I caproni sacrificati dal dio Thor assunsero sembianze antropomorfe: un vecchio barbuto con corna di capro, spesso raffigurato come un gigante che usa un albero come bastone, alle cui corna sono appesi esseri umani.
Nella tradizione lo Joulupukki vaga di notte, bussando alle porte delle case in cui ci sono bambini, dispensando doni per coloro che si sono comportati bene e frustando a sangue e portando via dentro un sacco i bambini disubbidienti.
Con il passare del tempo, Yule Goat ha perso le corna, ha lasciato dietro di sé il suo passato oscuro, prediligendo la forma umana, quella del vecchio barbuto vestito di rosso.
Nelle raffigurazioni più antiche la capra natalizia è però sopravvissuta, tornando a essere un mezzo di trasporto. O relegata nella spaventosa figura del Krampus, bestia dalle lunghe corna, pelosa e simile a una capra.
Si ringrazia "I Misteri Delle Città Fantasma..." su Facebook.
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unmatto · 1 month ago
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ecco una lista più o meno esaustiva dei libri che in un modo o nell’altro mi sono rimasti impressi in quest’anno di letture.
quelli belli:
American Psycho, Bret Easton Ellis
Invernale, Dario Voltolini
I giorni di vetro, Nicoletta Verna
Alma, Federica Manzon
Il male oscuro, Giuseppe Berto
M. Il figlio del secolo, Antonio Scurati
Atti umani, Han Kang
Intermezzo, Sally Rooney
L’amica geniale, Elena Ferrante
Triste tigre, Neige Sinno
menzioni speciali:
La ricreazione è finita, Dario Ferrari
Se questo è un uomo, Primo Levi
Meno di zero, Bret Easton Ellis
Cattedrale, Raymond Carver
Gomorra, Roberto Saviano
L’Agnese va a morire, Renata Viganò
The Shining, Stephen King
qualche delusione:
I miei stupidi intenti, Bernardo Zannoni
L’uomo che cade, Don DeLillo
Il vecchio al mare. Domenico Starnone
McGlue, Ottessa Moshfegh
La signora Dalloway, Virginia Woolf,
Il canto del profeta, Paul Lynch
La ferocia, Nicola Lagioia
Settembre nero, Sandro Veronesi
Chi ride e chi tace, Chiara Valerio
Non per sempre, ma per ora, Chuck Palahniuk
non mi sono piaciuti:
Abel, Alessandro Baricco
Dalla stessa parte mi troverai, Valentina Mira
Storia dei miei soldi, Melissa Panarello
Autobiogrammatica, Tommaso Giartosio
Che tu sia per me il coltello, David Grossman
La reputazione, Ilaria Gaspari
Il talento degli scomparsi, Claudio Bisio
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Del miracolo di san Gennaro, fate le alte meraviglie? Quelle vecchie abitanti del Molo che si pretendono sue discendenti, che invadono l'altare maggiore, che non lasciano accostarsi nessuno, gridano il Credo, mentre si attende il miracolo, e ogni volta che ricominciano, alzano il tono, sino all'urlo, che si dimenano come ossesse, che lo gratificano di vecchio dispettoso, vecchio impertinente, faccia verde; vi stupiscono? Vi è il piede di sant'Anna che si mette sul ventre delle partorienti, che non possono procreare il figlio; vi è l'olio che arde nella lampada, innanzi al corpo di san Giacomo della Marca, nella chiesa di Santa Maria la Nuova, che fa guarire i mali di testa; vi è il Crocifisso del Carmine che ha fatto sangue dalle piaghe; vi è il bastone di san Pietro che si venera  nella chiesa sotterranea di Sant'Aspreno, primo vescovo di Napoli, ai Mercanti; vi è l'acqua benedetta di San Biagio ai Librai che guarisce il mal di gola; vi sono le panelle, pagnottine di pane benedette di San Nicola di Bari, che buttate in aria, nel temporale, scampano dalle folgori. Vi sono centinaia di ossicini, di pezzetti di velo, di pezzetti di vestito, di frammenti di legno, che sono reliquie. Ogni napoletana porta al collo o sospeso alla cintura, o ha sotto il cuscino, un sacchettino di reliquie, di preghiere stampate: questo sacchettino si attacca alle fasce del bimbo, appena nato. Credete che al napoletano basti la Madonna del Carmine? Io ho contati duecentocinquanta appellativi alla Vergine, e non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, uno dei suoi, si vota a una di queste Madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve smettere, se non quando è logoro. Per l'Addolorata il vestito è nero, coi nastri bianchi; per la Madonna del Carmine, è color pulce coi nastri bianchi; per l'Immacolata Concezione, bianco coi nastri azzurri; per la Madonna della Saletta, bianco coi nastri rosa. Quando non hanno i danari per farsi il vestito, si fanno il grembiule; quando mancano di sciogliere il voto, aspettano delle sventure in casa. “
Matilde Serao, Il ventre di Napoli. (Corsivi dell’autrice)
[Edizione originale: fratelli Treves, Milano, 1884]
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morelin · 2 years ago
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Salemi
Il viaggio alla scoperta dei luoghi meno noti e frequentati della Sicilia è quasi giunto al termine. Visitiamo un altro borgo, Salemi (Trapani), che fa parte de “I Borghi più belli d’Italia”. Anche qui il terremoto del 1968 ha causato numerosi danni costringendo la popolazione a spostarsi più a valle dando vita al “Paese Nuovo” ed abbandonando per anni il vecchio centro storico. Il punto più alto è dominato dal Castello Normanno-Svevo e dalla vicina Piazza Alicia dove si trovano i resti del Duomo di San Nicola di Bari (Ex Chiesa Madre). 
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Rilevante è anche la Chiesa dei Gesuiti dalla bella facciata in stile barocco che conserva il crocifisso dell’antica matrice ed un magnifico organo ligneo del 1700. 
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L’annesso convento è sede del Polo Museale comprendente il Museo del Risorgimento ed il Museo Civico che, oltre a custodire varie opere d’arte salvate dalle chiese andate distrutte, comprende anche una sezione archeologica.
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Un’altra sezione è costituita dal Museo della Mafia che attraverso un percorso espositivo emozionale e provocatorio racconta questo fenomeno criminale.
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Nel borgo le tradizioni sono ancora molto sentite: infatti, in una delle chiesette abbiamo potuto ammirare l’importante tradizione dei pani votivi, piccole opere d’arte intagliate che vengono utilizzate per creare cappelle decorative o per addobbare gli altari.
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argan-g · 2 years ago
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INDEX
CLASSICO E ROMANTICO
William Blake, Newton
Jöhan Heinrich Füssli, L'incubo
Étienne-Luoise Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton
Claude-Nicolas Ledoux, Casa delle Guardie campestri
John Constable, La chiusa
e il mulino di Flatford
William Turner, Mare in tempesta
Francisco Goya, Fucilazione
Jacques-Louis David, La morte di Marat
Antonio Canova, Monumento di Maria Cristina d’Austria
Jean-August-Dominique Ingres, La bagnante di Valpingon
Théodore Géricault, La zattera della Medusa
Eugène Delacroix, La Libertà guida il popolo
Lorenzo Bartolini, Monumento funebre della contessa Zamoyska
François Rude, Rilievo dell'Arco di trionfo di Parigi Camille Corot, La cattedrale di Chartres
Théodore Rousseau, Temporale; veduta della piana di Montmartre
Honoré Daumier, Vogliamo Barabba
Constantin Guys, Per la strada
Honoré Daumier, Il vagone di terza classe
François Millet, L’Angelus
Camille Pissarro, Sentiero nel bosco in estate
LA REALTA' E LA COSCIENZA (l’Impressionismo; La fotografia; Il Neo-impressionismo; Il Simbolismo; L’architettura degli ingegneri)
Gustave Courbet, Ragazze in riva alla Senna (Estate)
Edouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe
Alfred Sisley, Isola della Grande Jatte
Claude Monet, Regate ad Argenteuil;
Claude Monet, La Cattedrale di Rouen
Auguste Renoir, Le Moulin de la Galette 
Edgar Degas, L'absinthe
Paul Cézanne, L'asino e i ladri
Paul Cézanne, La casa dell'impiccato ad Auvers (Non Aversa)
Paul Cézanne, I giocatori di carte
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire 
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte
Paul Signac, Ingresso del porto a Marsiglia
Paul Gauguin, Te Tamari No Atua
Vincent van Gogh, Ritratto del postino Roulin 
Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette
Henri Rousseau detto il Doganiere, La Guerra 
Odilon Redon, Nascita di Venere
Gustave Moreau, L'apparizione 
Pierre Bonnard, La toilette del mattino
Auguste Rodin, Monumento a Balzac
Medardo Rosso, Impressione di bambino davanti alle cucine economiche
I pittori della cerchia di Mallarmé
Edouard Vuillard, La pappa di Annette.
James MeNeill Whistler, Notturno in blu e oro: il vecchio ponte di Battersea
L' OTTOCENTO IN ITALIA, IN GERMANIA, IN INGHILTERRA
1. Giovanni Fattori, In vedetta
IL MODERNISMO (Urbanistica e architettura moderniste; Art Nouveau; La pittura del Modernismo; Pont-Aven e Nabis)
1. Antoni Gaudí, Casa Milá a Barcellona
2. Adolf Loos, Casa Steiner a Vienna
3. Antoni Gaudi, Il Parco Güell a Barcellona
L’ARTE COME ESPRESSIONE (Espressionismo; La grafica dell’Espressionismo)
1. Edvard Munch, Pubertà
André Derain, Donna in camicia
Ernst Ludwig Kirchner, Marcella
Henri Matisse, La danza
Emil Nolde, Rose rosse e gialle
Oskar Kokoschka, Chamonix, Monte Bianco
L’EPOCA DEL FUNZIONALISMO (Urbanistica, architettura, disegno industriale; Pittura e scultura; Der blaue Reiter; L’avanguardia russa; La situazione italiana; École de Paris; Dada; Il Surrealismo; La situazione in Inghilterra; La situazione italiana: Metafisica, Novecento, anti-Novecento)
Le Corbusier, Villa Savoye a Poissy
Le Corbusier, Cappella di Nötre-Dame-du-Haute a Ronchamp
Walter Gropius, La Bauhaus a Dessau
Ludwig Mies van der Rohe, Plastico di un grattacielo in verro per Chicago
Ludwig Mies van der Rohe, Seagram Buildings a New York
Tre progetti per il Palazzo dei Soviet. Le Corbusier e Pierre Jeanneret,
Walter Gropius, Bertold Luberkin,
Teo van Docsburg e Hans Arp, Cinema-ristorante L'Aubette a Strasburgo.
Thomas Gerrit Rietveld, Poltrona con elementi in nero, rosso, blu
Pier Mondrian, Composizione in rosso, giallo, blu
Aivar Aalto, Sanatorio a Paimio - Poltrona
Frank Lloyd Wright, Casa Kaufmann a Bear Run 
Pablo Picasso, I saltimbanchi; Les demoiselles d’Avignon; Natura morta spagnola
Georges Braque, Narura morta con l’asso di fiori
Robert Delaunay, Tour Eiffel
Juan Gris, Natura morta con fruttiera e bottiglia d’acqua
Georges Braque, Natura morta con credenza: Café-bar
Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier n. 2
Umberto Boccioni, Forme uniche nella continuità dello spazio
Giacomo Balla, Automobile in corsa
Vasili; Kandinsky, Primo acquerello astratto; Punte nell'arco
Paul Klee, Strada principale e strade laterali
Anton Pevsner, Costruzione dinamica
Naum Gabo, Costruzione nello spazio; Il cristallo
Fernand Léger, Composizione con tre figure
Joan Miró, La lezione di sci; Donne e uccello al chiaro di luna
Giuseppe Terragni, Progetto dell'Asilo Sant'Elia a Como
Atanasio Soldati, Composizione
Constantin Brancusi, La Maiastra 
Amedeo Modigliani, Ritratto di Léopold Zborowski 
Georges Rouault, Cristo Deriso
Marc Chagall, A la Russie, aux anes et aux autres
Pablo Picasso, Guernica
René Magritte, La condizione umana Il
Man Ray, Motivo perpetuo 
Henry Moore, Figura sdraiata
Alexander Calder, Mobile
Ben Nicholson, Feb. 28-53 (Vertical Seconds)
Francis Bacon, Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velázquez
Diego Rivera, L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano
David Alfaro Sigueiros, Morte all'invasore
Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti
Carlo Carrà, L'amante dell'ingegnere 
Alberto Savinio, Nella foresta
Osvaldo Licini, Amalasunta su fondo blu
Giorgio Morandi, Natura morta con fruttiera
7. LA CRISI DELL'ARTE COME "SCIENZA EUROPEA" (Urbanistica e architettura; La ricerca visiva; La pittura negli Stati Uniti)
Ellsworth Kelly, Verde, blu, rosso
Morris Louis, Gamma Delta
László Moholy-Nagy, Composizione Q XX
Julius Bissier, 25 settembre 1963?
Josef Albers, Omaggio al quadrato
Arshile Gorky, Giardino a Sochi 
Jean Fautrier, Nudo
Jean Dubuffet, Orateur
André Masson, Les Chevaliers
Hans Hartung, Composizione 
Jackson Pollock, Sentieri ondulati
Mark Rothko, Rosso e blu su rosso
Albero Burri, Sacco B. 
Antoni Tápies, Bianco e arancione 
Giuseppe Capogrossi, Superficie 114
Lucio Fontana, Concetto spaziale: attesa 
Alberto Giacometti, Figura
Ettore Colla, Officina solare 
Mark Tobey, Circus transfigured
Georges Mathieu, Cast 
Victor Vasarély, Composizione. 
Kenneth Noland, Empireo 
Clyfford Still, 1962-D
Emilio Vedova, Plurimo n. 1; Le mani addosso 
Robert Rauschenberg, Letto
Mimmo Rotella, Marilyn 
Roy Lichtenstein, Il tempio di Apollo
Andy Warhol, Marilyn Monroe
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pettirosso1959 · 2 years ago
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BAKHMUT È CADUTA!
Il buff-1 di Kiew (lo digito alla tedesca, così evitiamo polemiche) doveva scatenare l'offensiva finale, quella tosta della serie "glielafacciovedere IO ad Apputin!" a maggio.
Maggio è passato.
E il suonatore di piano con il pizello ha perso anche Bakhmut/Artyomvsk. Non ci sarà nemmeno una offensiva a Giugno, se è per questo. Perché non c'è più un esercito ucraino degno di questo nome, viene mantenuta in vita l'apparenza grazie a "iniezioni" di volontari.
Questa guerra non è nell'interesse dell'Europa (e come Europa intendo il Vecchio Continente, non quel consesso di puttane e criminali che siede a Strasburgo e Bruxelles).
Questa guerra non è nell'interesse degli Stati Uniti.
Questa guerra non è nemmeno nell'interesse della Russia o dell'Ucraina.
E dell'Italia, che doveva tirarsene fuori ed essere pedina mediatrice.
Sopratutto: questa, come quasi tutte le guerre, era evitabile, non sarebbe MAI dovuta iniziare, se l'Europa e la NATO avessero firmato gli accordi di Minsk non per prendere tempo (come ha ammesso alla BBC la Merkel) ed armare l'Ucraina, ma per finalmente dare la meritata dignità ai russofoni d'Ucraina.
Ma i cittadini d'Europa non contano nulla: le elites hanno le loro ragioni, sorde ai popoli che governano. I Britannici ricercano la vendetta contro i Russi, colpevoli di aver assassinato Nicola II, imparentato con la monarchia Windsor (o dovrei dire Sachsen-Gotha-Coburg?), e la UE vede un'ottima occasione per perseguire l'Agenda 2030 (basta leggere i giornali tedeschi e le deliranti dichiarazioni dei due Verdi che sono ai dicasteri chiave, Esteri ed Economia, del governo Federale.
I cittadini americani non contano nulla: La guerra è un tentativo di coprire le malefatte della presidenza Obama prima e quella di Biden poi. Specialmente quest'ultimo ha lucrato, tramite il figlio, pescando a mani basse da aziende statali ucraine, riempiendo le sue tasche e quelle del DNC, il "partito democratico" americano. Quale miglior tappeto dove nascondere la sporcizia degli affari di Biden che una guerra, nel patetico tentativo di far dimenticare, in nome del patriottismo, le porcate commesse da Vicepresidente prima e da Presidente poi? Solo che gli Americani, dopo tre anni di bugie e di diritti erosi, non sono convinto che si stringeranno attorno a PedoJoe. Hanno altre preoccupazioni.
I Russi e gli Ucraini ne avrebbero fatto volentieri a meno: sono due paesi dove le storie reciproche si incrociano e sovrappongono, come i vecchi torti (russi) ai nuovi (ucraini). La Russia, se riuscirà a spuntarla, potrebbe inaugurare un ordine mondiale diverso. L'Ucraina, invece, non ha nessuna speranza, tra povertà (era già uno dei paesi più poveri d'Europa), corruzione, le mire territoriali russe (Ucraina dell'est) e quelle polacche (Ucraina dell'ovest).
L'italia? È una mosca cocchiera. Perché esistono interessi privatissimi e nessuno pubblico. Gli italiani non vogliono avere niente a che fare con l'Ucraina e la guerra (tranne i soliti idioti, faziosi e ciechi, che non capiscono che non c'è nulla da difendere né nel sistema NATO né nel sistema UE e che sarebbe ora di allontanarsene prima che crolli tutto rimanendo sotto le macerie). I governi, invece, anche se frutto di elezioni (in italia NON si possono eleggere governi, si nominano, leggetevela la Costipazione ogni tanto...) rappresentano solo se stessi e interessi altri. Perché il sistema è talmente corrotto e manca così tanto una identità ed un popolo (Clemens von Metternich aveva ragione, purtroppo...) che chi è al potere non sa quanto durerà la cuccagna. Per cui fa scorta di favori a terzi per il giorno in cui la politica lo scalzerà dalle poltrone (v. Di Maio, che ha raccolto il premio per aver fatto eleggere dai suoi la von der Leyen).
L'italia, se proprio la si vuole unita, è per sua natura federale. Cattaneo l'aveva capito. I Savoia prima e i Comunisti poi, invece, no.
E non lo capiscono nemmeno gli italiani, un popolo che festeggia il 25 aprile una falsità storica e militare e che la parola LIBERTÀ non sa nemmeno compitarla.
Intanto Bakhmut/Artyomoovsk è caduta, perno sul fianco della ben più importante Kramatorsk. I Russi avanzano, piano ma inesorabilmente.
E noi (alluvione Emilia-Romagna docet, ma anche gli abbracci sgangherati al suonatore di piano con il pizello da parte della nostra presidenta del Consiglio) continuiamo ad essere governati da chi si fa i cazzi suoi, con effetti disastrosi.
Paolo Ortenzi.
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pensaatestesso · 2 years ago
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Io sono nato vecchio e lo sono diventato sempre più fino ai miei trent'anni. Quando ero piccolo ero pesante. Il mondo intero mi sembrava così inutile, la gente così spiacevole: non vedevo il senso di andare avanti.
Ero sempre malato, sempre solo, troppo impegnato a leggere autori che andrebbero letti solo dopo una certa età, che non facevano che instaurare in me la voglia di non vivere.
Quando i miei amici giocavano al pallone, io li guardavo con la fronte appoggiata alla rete metallica del campetto e mi interrogavo su cosa ci trovassero nel correre dietro a quella palla. Invidiavo che sapessero ballare una musica che io non riuscivo nemmeno a sentire.
In adolescenza, i loro progetti erano il mare e la discoteca, io progettavo di leggere Proust in una estate e scrivere un libro. E non me ne vanto. Con la morte di papà non ne parliamo, il mio mondo era finito. Ma poi poco alla volta una fragile musa mi ha dato la voglia di vivere.
Ho scoperto la natura, i pic-nic, le cose di tutti i giorni, la gioia di accendere il fuoco nel camino, di cucinare qualcosa di buono. Adesso ogni giorno che passa divento più giovane. Ormai posso mettermi a saltellare intorno a un animaletto perché lo trovo buffo e mi diverte.
Adesso ballo una musica che i miei coetanei – ormai cresciuti – non possono più sentire, mi tuffo nei laghi, parlo coi vagabondi, il più delle volte non uso denaro. Se per strada vedo uno che scarica dei pacchi da un furgone corro lì ad aiutarlo e mi diverto. La settimana scorsa due persone mi hanno chiesto: «Ma perché lo fai?», stupite del mio aiuto gratuito. E che ne so! Sono un animaletto, un animaletto che ha letto duemila libri, non mi interrogo più su questo o su quello.
So che non sono ancora abbastanza giovane, ma sento che ho preso la strada giusta, di non vedere solo buio e problemi, come quando avevo 4-5 anni. Adesso voglio vedere la vita.
Per errore ho lavorato troppo fino ai miei 38. Me ne è venuto un po' di benessere. Adesso non andrò a caccia di altri soldi, adesso voglio sorridere, accendere un fuocherello nella neve, scaldarci una cioccolata calda, tuffarmi nel mare da uno scoglio e arrivare a nuoto fin dove non mi si vede più. NICOLA PESCE #nicolapesce
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alemicheli76 · 4 months ago
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Il blog consiglia "Sangue selvaggio" A cura di Nicola Lombardi, Delos Digital. Da non perdere!
Un’antologia di racconti di genere western-horror a cura di Nicola Lombardi, che coinvolge alcune tra le firme più importante del panorama fantastico italiano. Otto autori impegnati in storie ambientate nel vecchio e tenebroso West: Danilo Arona, Luigi Boccia, Stefano Di Marino, Claudio Foti, Maico Morellini, Luigi Musolino, Gianfranco Staltari e Claudio Vergnani. Esistono territori, a Ovest, al…
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lega94r · 4 months ago
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Campionato 23-24 Lega94r: cronache tra vittorie di corto muso e Europei.
Il campionato di andata della Lega94r (2023-2024) ha visto una protagonista nuova: Cassano Bianconera. Una vittoria rinfrescante ma che allo stesso tempo ha lasciato perplessi alcuni puristi: la squadra della lungimirante Valentina, per il valore dato al centrocampo, ha trionfato senza però essere prima in termini di fantapunti, ottenendo il titolo grazie a una serie di combinazioni spesso fortunate contro squadre che, misteriosamente, giocavano il peggio di loro, quando incontravano Cassano. Un chiaro esempio di "vittoria di corto muso", come la definirebbe il poco amato collega di Valentina, Max Allegri.
Dietro Valentina si è piazzata Obisanya Team, che ha mostrato un buon potenziale ma non sufficiente per il colpaccio. Al terzo posto l'impronunciabile Советская Армия (Sovetskaja Armija), con molti che ancora lottano con la tastiera per scriverne correttamente il nome. E quarta la Dinamo Pam, che si consola con la vittoria nei fantapunti del campionato di andata, totalizzando ben 1353 punti, dimostrando che a volte i punti non fanno la classifica, ma fanno comunque rosicare gli avversari.
Il campionato di clausura 2024 ha visto un ribaltone con Drugo Usa, che ha riscattato un deludente quinto posto nell’andata, portandosi a Viareggio il titolo. Ma, come sempre nella Lega94r, non è tutto oro ciò che luccica: anche questa volta, Drugo Usa non è stata la miglior squadra per fantapunti. Questo onore è andato alla seconda classificata, Sturm Di Graz, che ha chiuso con 665,25 fantapunti. Dinamo Pam chiude terza, continuando a raccogliere titoli morali come quelli dei fantapunti totali dei due campionati, andata e clausura.
Estate 2024: ancora fantacalcio
Di fronte a questo continuo scollamento tra classifica e fantapunti, il presidente Nicola ha deciso di correre ai ripari nell'estivo campionato dell’Europeo. Ha proposto una formula che premiava equamente sia i punti in classifica sia quelli di fantapunti, ed alla fine ha trionfato Eurosturm, la squadra di Lorenzo, seguito da Ninja al secondo posto e Obisanya che chiude il podio.
Menzione di disonore va a Tantazzurra, che ha continuato la sua discesa negli inferi calcistici, eguagliando le penose prestazioni viste nei campionati invernali di andata e clausura. Un’ombra sbiadita rispetto ai fasti del 2022-23, quando Tanta Rei trionfava in clausura.
Nuova stagione 2024/25 inizia con il mercato
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E ora? Il Chief Information Officer (CIO) della Lega, Alessandro, ci ha regalato il passaggio alla nuova app Fantaleghe, un cambiamento che, come ogni rivoluzione, ha diviso il popolo fantacalcistico. Tra i più coriacei sostenitori del vecchio sistema c’è Paolo da Viareggio, che ancora rimpiange i tempi di Fantapazz. Ma nonostante le polemiche, Fantaleghe sembra promettere molto di più: un sistema di buste chiuse, per il mercato libero, sta già facendo brillare gli occhi a molti. Con un supporto di statistiche online senza precedenti.
Il mercato tenutosi a casa Marzi, sabato 21 settembre, non è stato privo di colpi di scena e, ovviamente, di confusione. Una svista nelle regole di riconferma ha reso disponibili giocatori come Lautaro, Leao e Koopmeiners, creando un vortice di trattative da far rizzare i capelli (pochi) anche alla vecchia triade Moggi-Giraudo-Bettega. Alla fine del mercato, le quotazioni di fantacalcio.it vedono Dinamo Pam e Tantadrid in ottima forma: Marzi con una rosa dal valore di 346 crediti, avendone spesi solo 299, e Tantadrid con 326 crediti a fronte dei 300 spesi. Terzo è Nazza, che ha trasformato i suoi 300 crediti in una rosa dal plus valore di 317. Tutto questo secondo i calcoli rilevati da https://leghe.fantacalcio.it/lega-94r/rose?t=12692336 Un augurio particolare va a San Gennaro FC, che non ha potuto partecipare al mercato ma ha comunque dimostrato combattività e costanza nel voler portare a Napoli in primo trofeo della sua gestione. Essendo oggi la più ricca società tra le 10 partecipanti, potrà far mano bassa nel mercato libero e con i nuovi arrivi del mercato invernale di serie A.
Buon campionato a tutti! E speriamo presto di vederci in una cena, come auspicato da GB Master ed il suo presidente onorario.
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alephsblog · 5 months ago
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In tre giorni insomma il centrosinistra, vecchio o nuovo che dir si voglia, ha rimesso le lancette indietro tanto da sembrare di essere tornati ai tempi lugubri delle segreterie di Nicola Zingaretti ed Enrico Letta che in varia misura concorsero alla vittoria finale di Giorgia Meloni. La quale ha incredibilmente incassato il beneplacito di Schlein alla linea ungherese del governo sulle armi all’Ucraina sposando l’ardita tesi che l’attacco nella regione di Kursk farebbe salire la tensione: ecco dunque che il pacifismo imbelle e attendista del Pd, che ovviamente piace a Conte, Bettini, i vari Marco Tarquinio e al gruppo dirigente del Nazareno, si salda con la voglia di disimpegno di Meloni e Tajani.
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tommasoevangelista · 6 months ago
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VIS à VIS FUORILUOGO 27
Artists in residence Project
5 – 25 agosto 2023
Carpinone (IS), artista in residenza OPIEMME
Lucito (CB), artista in residenza Ivano Troisi
Dal 5 agosto 2023 prende avvio la nuova edizione di VIS à VIS Fuoriluogo 27, programma internazionale di residenze artistiche che quest’anno ospita gli artisti Opiemme a Carpinone (IS), e Ivano Troisi a Lucito (CB).
Il progetto, diretto dall’associazione culturale Limiti Inchiusi (Paolo Borrelli e Fausto Colavecchia), è a cura di Tommaso Evangelista. Il programma internazionale di residenze artistiche VIS à VIS Fuoriluogo, che quest’anno giunge alla tredicesima edizione - dall’avvio nel 2012 da parte dell’associazione culturale Limiti Inchiusi - segna il proseguimento dell’azione curatoriale degli anni precedenti con gli artisti ospitati su invito diretto da parte dell’associazione e del curatore, e le opere pensate in dialogo con spazi e contesti specifici. Inoltre, le residenze, mantenendo l’identità che le hanno sinora caratterizzate, ovvero il forte rapporto con le comunità, vengono messe in relazione a degli obiettivi specifici legati ai singoli luoghi.
In questa edizione per quanto concerne Lucito si lavorerà sulla realizzazione di un’opera d’arte pubblica, opera che andrà ad ampliare la già ricca raccolta comunale che accoglie, oltre ad un ricco corpus di lavori di Antonio Pettinicchi, anche il gruppo più ampio di opere legate al progetto Vis à Vis, mentre per Carpinone, per la prima volta coinvolto nel progetto quale primo comune della provincia di Isernia, si lavorerà sull’interazione con la popolazione nella realizzazione di un’opera d’arte pubblica e partecipata, pensata quale un percorso di parole e di idee.
Come ad ogni edizione gli artisti, insieme ai curatori, renderanno vitale la residenza con una serie di workshop, incontri e una restituzione finale che segnerà anche la consegna del lavoro svolto alla collettività. La residenza sarà testimoniata da un catalogo e da un video-documentario che sarà presentato a dicembre.
Limiti inchiusi, tra le associazioni promotrici di STARE - Associazione delle Residenze d'artista italiane -, si dimostra tra le residenze artistiche più longeve e interessanti dedicate alle aree interne e alle comunità locali.
Gli artisti invitati a VIS à VIS Fuoriluogo 27 sono Opiemme che lavorerà a Carpinone (IS), e Ivano Troisi (Salerno 1984) che opererà a Lucito.
Ivano Troisi (Salerno 1984), vive e lavora tra Arezzo e Salerno. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, il suo lavoro parte dall’osservazione della natura per attuare un’analisi dei processi che ne caratterizzano trasformazioni e mutazioni. Tra le sue mostre più importanti troviamo: Se il dubbio nello spazio è dello spazio, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, a cura di Nemanja Cvijanovic e Maria Adele Del Vecchio (2014); Galleria Tiziana Di Caro, Salerno (2012 e 2014); Leggerezza della terra, Tempo Imperfetto. Sguardi presenti sul Museo Archeologico Provinciale di Salerno, un progetto della Fondazione Filiberto Menna, a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani (2014); Prima, Galleria Nicola Pedana, Caserta (2018); Ex voto, Museo Archelogico, Pontecagnano (2019); Il sussurro del mondo, Fondazione Plart, Napoli, a cura di Luca Beatrice (2020); Rethinking Nature, Museo Madre Napoli, a cura di Kathryn Weir e Ilaria Conti (2022). Nel 2014 Troisi è stato nominato per il Prima Pagina Art Prize, il concorso promosso da Il Resto del Carlino e Quotidiano.Net, nell’ambito di Arte Fiera Bologna. Nel 2017 ha preso parte al programma di residenze per artisti BoCS Art Cosenza. Nel 2019 è invitato ad Open Dream Treviso, a cura di Flavio Arensi, Valentino Catricalà e Martina Cavallarin. Successivamente partecipa a varie collettive da ricordare: La potenza dell’arte contemporanea, Pinacoteca Provinciale di Potenza, a cura di Lorenzo Benedetti e Opere, idee, progetti, persone dalla collezione del Madre, Castello Macchiaroli, Teggiano (SA) a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati, è presente nella collezione “Doni” - Imago Mundi Luciano Benetton Collection e nell’Atlante dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania, a cura di Vincenzo Trione (Electa, 2017). Nel 2022 è invitato da La Quadriennale di Roma a Partecipare ad una Masterclass di Hans Ulrich Obrist, intitolata L'ideologia del curatore, nella Sala Tenerari di Palazzo Braschi, Roma. www.ivanotroisi.com
Opiemme è un gruppo di Torino (Italia), formato da Margherita Berardinelli e Davide Bonatti. La pratica di Opiemme indaga i confini tra parole e immagini, alla ricerca di nuovi modi di presentare la poesia. Dal 2000 la ricerca di Opiemme si concentra sull'arte pubblica volta a diffondere la poesia al pubblico, con performance collettive, installazioni e interventi di poesia di strada. Ciò ha portato Opiemme ad esibirsi in diverse città europee in collaborazione con diverse fondazioni di poeti con l'obiettivo di creare nuove occasioni di lettura, come per il murale dipinto per le Fondazioni Fernando Pessoa e Josè Saramago a Lisbona, o una facciata di 12 piani dedicata a Wisława Poesia Szymborska a Danzica, o un intervento pittorico a Krakow in occasione del centenario della poetessa polacca. www.opiemme.com
Limiti inchiusi è un’associazione di produzione culturale e artistica con sede a Limosano in provincia di Campobasso. Fondata nel 1994, promuove progetti d’arte contemporanea dal respiro internazionale in costante dialogo con il territorio del Molise, come indagine sul paesaggio e i paesi molisani. Con residenze d'artista, mostre, installazioni d’arte pubblica, workshop, laboratori ed incontri, Limiti inchiusi pone al centro il territorio regionale per rileggerlo e mapparlo nei suoi cambiamenti, creando nuove narrazioni. Il lavoro svolto negli anni, documentato con numerose pubblicazioni, ha riguardato la produzione di opere d’arte, la didattica con le nuove generazioni, la ricerca e l’inclusione sociale con uno sguardo attento alle emergenze e problematiche delle comunità coinvolte. Dal 2012, con la direzione degli artisti Paolo Borrelli e Fausto Colavecchia, l'associazione ha inaugurato i programmi internazionali di Residenze per artisti Vis à Vis Fuoriluogo e Vis à Vis Flâneur. Nel 2021 Limiti inchiusi è tra i soci fondatori di STARE – Associazione delle Residenze d'artista italiane.
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unmatto · 2 months ago
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alle 7:16 del mattino, dopo essermi svegliato di soprassalto, e pur di evitare di parlare di me, perché sono in quella fase mi tengo tutto dentro perché alle persone non importa non mi fido di nessuno, mi viene improvvisamente in mente un argomento altrettanto se non più interessante di cui parlare: i modelli di abbigliamento. in quella fase in cui ero alla ricerca di un vestiario che mi facesse sentire più a mio agio e non solo, i modelli dei siti di shopping hanno fatto tanto. guardarli mi ha venduto una specie di nuovo me ma nemmeno, meglio, un modo di esprimersi a un me che stava già dentro. quando l’ho detto mi hanno preso per matto, quindi riporterò qualche esempio.
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termine di ricerca “blazer nero”, da una parte PIOMBO e dall’altra MANGO, che adoro. da una parte un modello bello per carità, però posa e basta, il blazer non me lo fa piacere, ha un taglio troppo da comunione, il modello ha indossato un completo pensando che bastasse per sentirsi il più figo della comitiva, non lo vuole indossare veramente o peggio dice mi metto il completo perché fa elegante ma in realtà non ci crede neanche lui. poi durante la serata arriva l’amico che aveva detto che non sarebbe passato, lo si vede nella seconda foto. innanzitutto la posa alla CAZZO VUOI. non sono semplicemente le mani in tasca, o banalmente gli occhiali da sole, è una questione di spalle. nel primo un piedino più avanti rispetto all’altro era ancora un segno di sottomissione sociale, una semplice posa, nel secondo i piedi sono sì spostati ma un po’ più allineati, cioè lui il completo se l’è messo senza voler essere figo, se lo mette pure per fare colazione.
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con “blazer chiaro” la cosa diventa più interessante. qua ritorna la mano in tasca e dimostra che non basta per sembrare figo. cioè poverino il modello sembra il nuovo fidanzato stupido nelle romcom che sappiamo anzi vogliamo venga lasciato per quello vecchio. cioè non vuole chiaramente stare qua, non ci crede neanche lui perché dovrei crederci io. la posa che potrebbe sembrare da figo, mani in tasca, piedino in avanti eccetera, lo fa sembrare tipo nicola a papà fammi finire il rullino fatti vedere come stai bell oggi. invece nel modello MANGO vive una contraddizione, lui alla richiesta di mettere le mani in tasca ha detto un deciso no, da una parte quindi non gliene frega un cazzo se il completo vende o meno, dall’altra però c’ha quello sguardo che pare che ti picchia se non lo compri, attraverso una specie di algoritmo che vede che tu hai aperto la foto ma non hai affettato l’ordine. cioè, come ti permetti.
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ritorna, io qua non volevo esserci, ho capito figlio mio ma non puoi metterti in questa posa da manichino, il primo ha proprio l’espressione da quello che d’estate si annoda il cardigan intorno al collo nonostante siano passati gli anni novanta e nonostante non stia in un cinepanettone. tu vedi quanto è scontato ma lui si sente figo. il secondo invece è un modello a cui voglio quasi bene perché come un amico l’ho ritrovato spesso e mi ha guidato verso la via dell’espressione del proprio io, mascherando attraverso un modo di vestire e un atteggiamento una disillusione profonda, l’ho guardato e ho pensato mi vesto in un certo modo e distraggo gli altri ma pure me da come mi sento veramente.
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raccolgo ispirazioni, non sono matto e neppure scherzo, cercavo una maschera che mi facesse sentire più celato e nello stesso momento più a mio agio e l’ho trovata.
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jacopocioni · 6 months ago
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Il campanile della chiesa di Sant’Andrea
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Quando si parla di campanili pendenti in Toscana il pensiero va subito a piazza del Duomo a Pisa e al campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta, costruito tra il dodicesimo e il quattordicesimo secolo, la cui pendenza fu dovuta ad un naturale cedimento del terreno durante la sua realizzazione. Sempre a Pisa la torre della chiesa di San Michele degli Scalzi sembra quasi sul punto di crollare tanto risulta inclinata e così quella ottagonale della chiesa di San Nicola che risale all’ XI secolo. Sempre in Toscana, a Figline Valdarno, vicino al Palazzo Pretorio, in piazza Marsilio Ficino, c’è una torre merlata con una notevole pendenza dovuta al franoso terreno argilloso sul quale è stata costruita. Anche Firenze prima del 1889, cioè avanti al “risanamento del centro della città”, che portò alla totale eliminazione della zona del Mercato Vecchio e del Ghetto ebraico (oggi piazza della Repubblica), aveva il suo campanile pendente. Tra via Calimala e via Pellicceria nel cuore della vita cittadina, dove si svolgevano le principali attività artigianali dell’ Arte della Lana e dell’ Arte dei Vaiai e Pellicciai, c’era la piccola piazza di Sant’Andrea all’Arco. Era chiamata comunemente piazza del lino perché qui sorgeva imponente la residenza quattrocentesca dell’Arte dei rigattieri e linaioli, accanto alla quale svettava l’alta torre che era stata un tempo di proprietà della potente famiglia degli Ubaldini. Una piazza anche molto animata, vivace , con tante botteghe artigianali e dove per tanto tempo in una delle case dei Catellini fu attiva l’osteria di Sant’Andrea, molto frequentata da fiorentini e stranieri e ricordata anche dal fisico e astronomo Galileo Galilei (Pisa 1564 – Arcetri 1642) nella poesia “Capitolo contro il portar la toga”.
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Su questa piazza si affacciava l’antica chiesa di Sant’Andrea all’Arco, da cui prendeva il nome. Un documento risalente all’ anno 852 ne attestava già l’ esistenza insieme all’attiguo monastero per nobili fanciulle, il primo in Firenze, fondato dal vescovo Ardingo . Fu tra le prime 34 parrocchie della città e dipese sempre dal Capitolo fiorentino. All’ atto della demolizione ottocentesca l’edificio, da tempo utilizzato solo come oratorio o luogo di riunione di confraternite, aveva ancora addossato al fianco settentrionale un campanile pendente. Era l’unica torre campanaria in Firenze che presentasse una profonda inclinazione. Su una base quadrata si ergeva un primo piano chiuso ai quattro lati , sepolto nel suolo, mentre i piani superiori, coperti di intonaco imbiancato, presentavano aperture di diversa forma: finestre monofore al primo piano, al secondo e al terzo bifore con colonnine al centro e al quarto piano, al posto di colonne centrali, vi erano piccoli pilastri. Ogni piano era separato dall’altro da una cornice che nell’ aspetto ricordava il becco di una civetta. I primi due piani risalivano al nono secolo e posteriori gli altri due, edificati tra il XII ed il XIII secolo. Era privo di campane e già da tempo in disuso, non più utilizzato perché pericolante e inagibile.
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Quando intorno al 1750 il Capitolo fiorentino restaurò la chiesa di Sant’Andrea in stato di degrado, fu infatti costruito un nuovo campanile a vela all’estremità della parte orientale dell’edificio che, al momento della demolizione, era il solo fornito di campane. Nello specifico non si conoscono le cause che determinarono la pendenza dell’antico campanile. Lo scarso assestamento del terreno fece la sua parte: la chiesa, il monastero e la torre risultarono costruiti sulle fondamenta di una antica casa romana. Gli incendi, che nel medioevo colpirono l’antico centro della città, danneggiarono più volte questo edificio. L’esplosione del 1232 bruciò le vicine case de’ Caponsacchi e di altre famiglie, provocando la morte di 22 persone. ll fuoco veniva usato in diversi mestieri e in alcune attività quotidiane e tutto questo avveniva in vicinanza di edifici realizzati in legno e in prossimità di materiali facilmente infiammabili, come panni di lana, pelli, pellicce conservati ed accatastati nei numerosi fondachi fiorentini. Uno dei momenti più drammatici avvenne poi nel giugno del 1304, quando, durante le guerre tra fazioni, Neri degli Abati, priore di San Pier Scheraggio , appiccò per vendetta il fuoco ad alcune case fra Orsanmichele e Calimala, mandando in rovina il nucleo vitale della città commerciale e mercantile e con conseguenze gravissime per le persone e per edifici civili e religiosi. L’incendio scoppiato successivamente nel 1601 danneggiò molti stabili proprio nel tratto fra la chiesa di Sant’Andrea e il Mercato Nuovo. Non solo incendi, ma anche terremoti colpirono quella parte della città. Nella notte del 28 settembre 1453 ci fu una scossa talmente forte che perfino Piero, figlio di Cosimo dei Medici, a letto ammalato, dalla paura si fece trasportare dal palazzo di via Larga ( l’ attuale palazzo Medici Riccardi) nell’orto di San Marco. Questi e tanti altri eventi calamitosi saranno stati causa della pendenza del campanile di sant’Andrea, di cui oggi non rimane più alcuna traccia. La decisione di “risanare” il centro città per dare un assetto “più moderno” alla città portò negli anni Ottanta dell’Ottocento all’abbattimento di tutta la zona densamente edificata del Mercato Vecchio e di tutti quei luoghi storici e caratteristici, come appunto piazza Sant’Andrea con la sua chiesa e il suo antico e unico campanile pendente.
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Marta Questa Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 11 months ago
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Il premier scozzese: “Quanti danni dalla Brexit. Ma dopo il voto potremo tornare in Europa”
LONDRA – Humza Yousaf è il primo ministro scozzese, ha 38 anni, da un anno è l’erede della decaduta Nicola Sturgeon a capo degli indipendentisti Snp, è il primo leader musulmano di sempre di una nazione europea, e questa a Londra è la prima intervista che rilascia a un giornale del Vecchio Continente. “First minister” Yousaf, dopo i guai del suo partito, la caduta di Sturgeon e il Labour che…
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macabr00blog · 11 months ago
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percorsi frammentati: 2017 (1)
La storia è lunga, ma arriva a congiungersi con sé stessa in modo veloce, è come un vizio che si prosciuga, è come la brace del legname ancora ardente: il suo fetore aspetta la carne. La storia è lunga, empietà che sorvolano la strada, è un miracolo silenzioso, cieco rimpianto.
Il dolore di aspettare la fine, scoprendosi inizio.
Avevo un sentimento leso che si faceva infetto, testimonianza di fisici ambulanti dei miei genitori, ero caro quanto la strada ghiaiata che si snoda, mia sorella cade e si sbuccia le ginocchia. Io mi sono fratturato un braccio, una volta, era troppo caldo per ricordarsene, era un tempo troppo distratto per il dispiacere. I fili del telegrafo, selciati dall’ennesima pioggia, e il colore dei capelli di Julian, pedala poco davanti a me. E’ il mio lato della provincia più puro, l’infanzia, quando ancora cercavo una qualsivoglia giustizia tra le pieghe delle dita, vieni qui, ti leggo la mano. Ero un fattucchiere senza magia, un ridicolo e vaporoso fiore reso giallo dalla muffa. In provincia, da me, piove sempre. Si spezzano i fili, si sciolgono gli argini, la pozza fa le carezze al cane che entra di fretta impaurito dal portone di legno sul retro. Ero un magnifico cadavere infantile, quando mi hanno trovato, ero come un relitto reso immobile dal tempo, quella volta in cui il mio corpo si scottò al sole e quella volta in cui la Sardegna mi fece dissanguare. E con questo sapevo che: Julian era sempre davanti a me. Dapprima come una speranza, perché lui lo sapeva, dove, quando, dopodiché come uno spettro violaceo, sordo come un macellaio nelle grida delle scrofe, la sua ombra era un’immagine granulosa sulle pareti piastrellate. Io ero sempre stato infetto, il vento non mi muoveva per miracolo, mi concedevo qualcosa che potesse diventarmi religione, volevo distrarmi, non avevo troppi misteri oltre a questo. La prima volta ho perso una scommessa per un bacio, la seconda mi sono lasciato trascinare controvoglia, la terza volta ho capito che mi piaceva anche vilmente, elogi sulle sue (chissà quali) cosce di muscolo. Julian era l’incontro dell’infanzia con quello che diventavo, nella sua esistenza nemesi trascinava allegria, io dietro di lui come un cane o forse una carcassa, non capivo più dove stessimo andando, dove mi stesse conducendo. Facevo so che sapevo di dover fare, camminare con lui alla luce del sole, sistemargli i capelli, avevo quattordici anni e nessuna voglia di un ragazzo come lui, non avevo idea di cosa fosse la cura e di cosa fosse il compenso, gli scivolavo accanto come un verme, lasciavo che il suo piumato bianco mi adombrasse. La seconda è accaduta qualche settimana dopo il nostro primo bacio, era inverno e portavo una sciarpa al collo, il viso liscio di gioventù e il sapore di menta tra gli incisivi, lui appariva e scompariva, dopo averlo quasi tramortito l’ho lasciato conoscersi da sé tra le quattro pareti della sua auto. Ne era soddisfatto, io non l’ho più ricontattato. Biancheggiavo nella luce di quel ricordo, pensavo mi bastasse, il sapore di Julian che addolciva la mia bocca, io ero fiele e carbone e la mia pelle bruciava e bruciava. Pensavo mi bastasse, ma la terza volta nel bagliore della sera, l’abbaiare di un cane sguaiato, sul retro del parcheggio comunale della chiesa, quella primavera stessa. Io ero una bocca ed ero una parola ed era il confronto a farmi debole, era la natura campestre dove avevo vissuto, la ricchezza della sua espressione mentre calava la testa all’indietro. La terza è capitata anche più volte. I miei polpastrelli ingiustificati dalla malizia, i suoi che avranno avuto il doppio delle mie espressioni, il corpo di un partito dimenticato, la peluria di un animale schiavo, ogni giorno tornare in silenzio come la crudeltà minore. Le mie miscredenze rese vili, la quarta è un sospiro sul mio orecchio, è il più vecchio di tutti, mi parla di un Nicola che voleva vivere e voleva morire, tiene stretta al collo la catenina dorata che era di suo padre, mi chiede dove sia il mio. E’ quasi estate, io maneggio qualche parola di condoglianza per me stesso, mi lascio consolare dal suo disgusto nel vedermi impolverato dalla mia stessa vergogna. L'estate arriva veloce e Julian mangia anguria seduto al mio tavolo in giardino, toglie i semi, lui non vuole strozzarsi.
(…)
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