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Scrittore per caso
Perché si diventa scrittori? Perché si anela a pubblicare?
In un'Italia - in cui diffusa è l’iperbole secondo la quale ci siano più scrittori che lettori - si registra una smania grafomane, rectius: tastieromane.
C'è più gente che vuole dire qualcosa di quanta ce ne sia che abbia genuinamente qualcosa da dire. Ci s'inventa scrittori, quando non si ha la possibilità di sfoggiare la propria vanità in un talk show, oppure quando non si è influencer? Ci si sogna scrittori perché abbiamo tutti qualche velleità e questa è a buon mercato?
Tralascio tutta la nota questione sull'Editoria che pubblica la qualunque e a qualunque titolo, mentre alcuni intellettuali s'interrogano, per quanto timidamente, sullo scadimento qualitativo delle proposte editoriali. Qualcun altro svela che le vendite medie dei libri sono ridicole e che addirittura con meno di 1500 copie vendute si entra pure in Top 10 di categoria.
In generale, le grandi case editrici pubblicano nomi già forti, soprattutto per notorietà mass mediale (TV, YouTube, star system, showbiz). Le piccole pubblicano ad occhi chiusi per puntellare i bilanci annuali.
Se un islandese mediamente legge dieci libri all'anno, più del 60% degli Italiani non ha letto neanche un libro a stampa nel 2022 (fonte: ISTAT). Sic stantibus data, perché si scrive e si pubblica così tanto?
Ma vi è di più. Fioriscono a decine i corsi per aspiranti scrittori. Si aprono laboratori di scrittura creativa. Si tengono seminari per futuri romanzieri anelanti un ISBN, tipo "Come pubblicare un romanzo (e vivere felici lo stesso)" pubblicizzato sui social. Suppongo che il relatore come pure gli eventuali partecipanti siano già ben consapevoli che 'essere pubblicati' non è sinonimo di 'avere successo' e/o di ‘scrivere bene’, ed è per questo che il titolo chiosa sul vivere felici lo stesso.
Corollario a tali seminari, sono blog, podcast nonché altri seminari ed altri libri sui metodi per ignorare la frustrazione da insuccesso editoriale, spronando ad insistere, insistere, insistere nello scrivere e nel cercare editori. Si alimenta così la fola per la quale saremmo tutti degli sfortunati Hemingway non riconosciuti - umanità, quell’ingrata! - e si moltiplica l’editoria minuscola e a pagamento, oltre a consolidarsi la schiera delle attività inutili: trainer e motivatori di scrittori.
Non nego, tuttavia, che esistano davvero perle nascoste nella piccola e media editoria, che mai conosceranno vasti pubblici, vuoi per carenza di risorse nel marketing, vuoi perché l'autore è territoriale, vuoi perché le grandi case editrici non perdono tempo a fare scouting, vuoi perché - è spesso così, credetemi – mancano al pur bravo autore gli agganci giusti.
Nonostante l'insuccesso, l'invenduto e tutto il tempo sprecato a fare presentazioni (ci ritorno fra qualche rigo), la gente scrive, scrive più di quanto essa stessa legga.
Personalmente, sono convinta che se si leggesse di più, avremmo meno scrittori, o quanto meno più qualità dei testi, dalla sintassi all'accuratezza di fonti e riferimenti, in narrativa e in saggistica. Se si leggesse di più, gli aspiranti scrittori capirebbero pure - nel confronto - che non sono poi quei novelli Manzoni, o nascosti Baricco che in pectore s’immaginano, e magari potrebbero pure desistere dall'inutile intento.
Se si leggesse di più, voglio aggiungere, avremmo anche giornalisti migliori, meno sgrammaticati e più attendibili. Tuttavia, spesso ci s'improvvisa giornalisti come ci s'improvvisa scrittori: voler a tutti i costi dire qualcosa, talvolta pure sfidando il ridicolo.
(Diciamocela fino in fondo: di giornalisti che raccolgono vere notizie e fanno inchiesta ce ne sono sempre meno, laddove il giornalismo dovrebbe essere solo inchiesta e ricerca. Una crescente parte di noi iscritti all’Ordine, ed io sono in prima fila, rimesta notizie già date agghindandole con sofismi ed opinioni personali - un esempio da manuale sono le Inchieste da fermo di un sopravvalutato Federico Rampini - spesso chiamando altri giornalisti a raccolta per rimestare meglio, quando non butta lì vere e proprie fesserie. Ho raccolto una delle tante sboronate – riportata dall’effervescente youtuber Gio’ Pizzi – raccontate durante i giorni delle colonne dei trattori agricoli in protesta. Trattasi di un episodio che sembrerebbe un peccatuccio veniale se non mascherasse invece perniciosa propaganda. Mario Sechi – direttore di una testata, manco un quidem de populo – ha proclamato [nella trasmissione Otto e mezzo, tra i più patinati consessi di giornalisti che rimestano solo opinioni, null’altro che opinioni] che l’agroalimentare in Italia vale 500 miliardi di euro, pari al 16% dell’intero PIL nazionale, mentre in realtà il valore reale del settore è di 74 miliardi pari al 3,5%. Se i dati sparati da Sechi fossero veri, il PIL italiano sarebbe di 3100 miliardi - e non di 2100 miliardi, com’è realmente - e l’Italia sarebbe un Paese agricolo fondato sui caciocavalli ed il lievito madre, laddove invece siamo molto più bravi, noti e richiesti per la raffinatezza e l’ingegno delle nostre tecnologie e non per il pistacchio di Bronte. Il teatrino di Sechi era strumentale a fomentare politicamente lo sdegno contro l’Unione europea che vessa gli eroici e sottovalutati agricoltori elettori e bla bla bla. Il mio rispetto agli agricoltori, il mio disprezzo agli imbonitori. E vogliamo sottacere il caso in cui il direttore di RAINews – Petrecca – ha oscurato le dichiarazioni del Procuratore di Napoli – Gratteri – sui politici che sniffano strisce di ‘bianca’?)
Torniamo alle smanie letterarie. Chi pubblica un libro vuole anche presentarlo, o forse vuole soprattutto presentarlo, e ciò è ancor più valido in proporzione inversa alla notorietà. Diventa più appagante per la vanità personale avere una platea - ancorché minima – che sta lì a vederti ed ascoltarti, che non le cifre delle vendite dei volumi. Presentare libri non incide sulle vendite, ma coccola e nutre l’orgoglio personale.
State leggendo un libello di una giornalista-scrittrice (eh già, sono a pieno titolo nel vituperato novero dello stesso oggetto dei miei strali) che presenta per hobby molti libri altrui. Mi piace presentare solo libri altrui, non i miei, avendo compreso appieno le ragioni di Groucho Marx quando affermò di non voler mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come sé stesso. D’altronde, cantava Vecchioni, o uno vive per le cose che dice o non vive più, ed è per questo che non presento più i miei libri, per coerenza.
Tuttavia, mi piace presentare quelli degli altri, in quanto tale attività mi offre uno spaccato psico-antropologico, nel combinato disposto ‘autore-contenuti-platea'. L'unico sopravvissuto insuperabile merito della psicanalisi è di essere il miglior strumento per valutare i libri (ed i film), sia nello stile, che nei contenuti (mi riferisco alla narrativa – con netta esclusione di quella per bambini e ragazzi, davvero di ottimo livello in Italia - e alla saggistica da diporto, non a quella accademica e scientifica).
Mi piace presentare libri altrui perché posso spaziare con gli argomenti, attingendo a tutto ciò che ho letto nella mia vita per fare collegamenti, operare agganci, suscitare evocazioni, rimproverare errori. Mi piace anche leggere ed analizzare per benino i libri che presento, perché imparo a scrivere meglio, a fare debunking, nonché a ridimensionare eventuali borie dell’autore, oltre a cercare di fare le domande giuste.
Mi piace pure scoprire i motivi per cui si diventa scrittori.
Così, durante questa mia attività collaterale (nonché assolutamente gratuita) ho scoperto un motivo in più, la spinta per la quale l’Autore che sto per introdurre è diventato scrittore: parlare ai propri figli.
Mauro Del Mauro - di professione informatico (di alto livello), irpino (della notoria enclave autonoma di San Barbato) trapiantato in provincia di Milano, padre di due post-adolescenti - ha scritto numerosi testi per raccontare ai suoi figli il suo pensiero e la sua storia, razionalizzando la sua rabbia politica e i suoi rancori, ricordando le sue origini e la sua gioventù, acquietando i suoi tormenti ed i suoi dolori famigliari.
Non ha mai pensato di scrivere per un pubblico diverso da sua figlia e suo figlio; non gli è mai importato avere una platea più vasta. Ha scritto a loro e per loro, invece che annoiarli con les neiges d’antan, affinché potessero scegliere di conoscere e non subire la conoscenza delle sue storie di vita.
Così, rimanendo un po’ spiazzato quando – per caso – qualcuno gli ha chiesto per la prima volta in assoluto di presentare i suoi testi, Mauro mi ha chiamato a correità per un’inaspettata scorribanda nei cunicoli della sua robusta anarchia di pensiero, attraverso alcuni libri che più di altri (tra i suoi molteplici scritti) si collegano tra loro per sviluppo socio-storico-politico. Il Nostro, da intransigente e veemente kantiano per etica e morale, col tempo, diviene osservatore disincantato, più preso dai colori della campagna irpina (è originario di San Barbato, non dimentichiamolo mai) che dall’insistenza delle giovanili smanie di cambiare il mondo, denunciandone alcune aberranti storture, attraverso la satira, l’irriverenza o la semplice cronaca.
Mauro – per inciso, mio compagno di liceo - è diventato Scrittore per caso (ma anche un po’ per necessità) ed è questo il titolo dell’incontro di domenica 7 aprile, dalle 17, organizzato dalla Pro Loco Mons Militum presso la biblioteca “Franco Basile”, in Piazza Umberto I a Montemiletto, un’occasione per riconsiderare storia, cronaca, politica e Irpinia da una prospettiva sui generis.
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Furgone prende fuoco sull'A16, nessun ferito
Un furgone con operai a bordo ha preso fuoco mentre percorreva l’A16 Napoli-Canosa nel territorio del comune di Montemiletto, in provincia di Avellino. Gli occupanti sono riusciti a mettersi in salvo prima che il mezzo venisse avvolto completamente dalle fiamme. Gli operai della ditta edile erano partiti da Roma e diretti a Bari. Sul posto i Vigili del Fuoco che hanno spento le fiamme e messo…
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PRESTAZIONE NEGATIVA ALLA PRIMA DI RITORNO PARI INTERNO CON IL LIONS MONTEMILETTO
PRESTAZIONE NEGATIVA ALLA PRIMA DI RITORNO PARI INTERNO CON IL LIONS MONTEMILETTO
Il San Marzano inciampa in casa contro il Lions Montemiletto. I blaugrana non offrono la migliore prestazione, facendosi raggiungere nella ripresa e rischiando addirittura la beffa completa nelle ultime battute.La cronaca. L\x92elenco degli assenti comprende ancora i soliti Riccio, Frulio e Prisco. Fabiano schiera il suo canonico 4-3-3, con Chiariello e Velotti al centro della retroguardia. Per…
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i Don't allow thoughts to control me. i control them. #montimilano #montemiletto #montemilettocity #italy #italy🇮🇹 #milan #warsaw #polska #poland #fyb #dlaciebie #dlaciebie #officalarmanmalik #khan (at Montemiletto) https://www.instagram.com/p/Cbpq1fUgVqq/?utm_medium=tumblr
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Anziana sola e senza cibo. I Carabinieri offrono alimenti e compagnia http://dlvr.it/RT9JGy
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Equestrian portrait of Leonardo VII Tocco, Prince of Achaea and Montemiletto, and Vicar General of the Principality. By Giovanni Stefano Maja.
He was an 18th-century Italian noble, serving as the Prince of Montemiletto and the titular Prince of Achaea from the death of his father Carlo Antonio Tocco in 1701 to his own death in 1776.
#Giovanni Stefano Maja#house of tocco#italian aristocracy#leonardo di tocco#crusader state#greek aristocracy#prince of achaea#principality of achaea#crusades#outremer#zakynthos#latin empire of constantinople#latin empire#equestrian portrait#count palatine
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#montemiletto #campitellomatese ##massicciodelmatese #matese #appennino #mountains #molise #campania #italy
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Montemiletto, il nuovo allenatore del Lions MM Montemiletto è: Francesco Sgambati | avellino.zon.it
Montemiletto, il nuovo allenatore del Lions MM Montemiletto è: Francesco Sgambati | avellino.zon.it
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Nonno Antonio e i suoi fratelli
Riempivano fittamente le file dei banchi a destra della navata. Tutti canuti, tutti uguali, i vecchietti del paese, raccoltisi per l’estremo saluto ad uno di loro, Antonio, per decenni stimato tabaccaio del posto. Nonno Antonio la chiamava ‘a potea, la bottega, dietro al Castello.
Nonno Antonio era iperattivo, socievole, ospitale, mai un lamento, sempre una soluzione a tutto. Il suo mantra era “Che ci vuoi fare? È la vita.”
L’hanno strappato alla morte quattro volte nell’ultimo anno, ma poi si è stancato. Così, ha guardato per l’ultima volta i suoi, attaccato ad un monitor, e ha lasciato che la vita facesse il suo corso. Perché la morte - lo sapete, no? - è solo un aspetto della vita.
A salutarlo, ci è venuto l’intero paese. Tre quarti della coda sfilata davanti alla bara era composta di persone anziane, suoi amici, compagni di giochi, di esperienze, di quotidianità.
Anche il parroco, suo coetaneo, ha raccontato di ‘Ndoniù, lo smilzo e fattivo Antonio, della potea dietro il Castello.
I vecchi dei paesi. Li abitano solo loro, questi nostri paesi del sud.
Li ho guardati attentamente, gli anziani fratelli compaesani di nonno Antonio, parroco compreso, e li ho immaginati nella loro adolescenza e poi nella maturità, tutti diversi.
Arrivati, però, alle soglie dei loro prossimi trapassi carichi di esperienze e storie, sono diventati tutti uguali negli sguardi e nei colori, gli stessi di ‘Ndoniuccio, nel ritratto poggiato sul feretro, col vestito buono, come nella foto con la moglie, morta anni prima di lui.
Questi vecchietti mi hanno fatto tenerezza: salutavano i parenti di nonno Antonio e sconsolati si allontanavano ciondolando il capo come a dire “Siamo rimasti più soli”, sgomenti, come se non ricordassero mai, né ricordassero più che la morte arriva. Magari come l’inverno, la pioggia o il temporale.
Un fulmine è caduto sull’albero della piazza, durante la cerimonia funebre. Le persone si sono spaventate per lo squarcio sonoro. Ma poi il temporale è finito. Anche i temporali finiscono, prima o poi.
È la vita.
[In memoria di Antonio Lombardo, da Montemiletto]
© Orticaland
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Questore Avellino sospende licenza di un circolo riceativo
Il questore di Avellino ha disposto la chiusura per 15 giorni di un circolo ricreativo di Montemiletto, in provincia di Avellino, che è un luogo di ritrovo per molti giovani. Qualche settimana fa i carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano hanno arrestato il gestore di fatto del circolo perchè trovato in possesso di 35 grammi di droga di vario tipo già suddivisa in dosi nonché di…
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SI GIOCA LA PRIMA DEL GIRONE RITORNO I CONVOCATI PER LA GARA CON IL LIONS MONTEMILETTO
SI GIOCA LA PRIMA DEL GIRONE RITORNO I CONVOCATI PER LA GARA CON IL LIONS MONTEMILETTO
Il San Marzano ha sostenuto oggi l\x92allenamento di rifinitura in vista della gara interna con il Lions Montemiletto, valida per la diciottesima giornata nel girone B di Eccellenza. Il match \xe8 in programma domani pomeriggio allo stadio Felice Squitieri di Sarno, con fischio d\x92inizio alle ore 14.30.PORTIERI: Ivano Feola, Giuseppe Palladino (\x9203), Davide Ragone (\x9203)DIFENSORI: Mario…
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Le Medaglie della Guerra d'Etiopia - Camicia nera scelta FRANCESCO DI BENEDETTO - Uork Amba (Etiopia), 27 febbraio 1936
Le Medaglie della Guerra d’Etiopia – Camicia nera scelta FRANCESCO DI BENEDETTO – Uork Amba (Etiopia), 27 febbraio 1936
Nome e Cognome Francesco Di Benedetto Luogo e data di nascita Montemiletto (Avellino), 1905 Forza Armata Milizia Volontaria per la Sicurezza NazionaleArmaArtiglieriaRepartoUnitàGradoCamicia nera sceltaAnni di servizio1917-181935-36 Guerre e campagne Guerra d’Etiopia Luogo e data del conferimento Uork Amba (Etiopia), 27 febbraio 1936 Luogo e data della morte Uork Amba (Etiopia), 27 febbraio 1936…
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#27 febbraio 1936#Battaglia Uork Amba#Francesco Di Benedetto#Guerra d&039;Etiopia#Medaglie d&039;Oro#Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
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... in un mattino sovrannaturale fra cavalieri sieronegativi ... #semicit #afterhours #rapace (presso Montemiletto) https://www.instagram.com/p/CETZGgJIm0c/?igshid=17sq7j46127i
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