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#Maurizio Panici
garadinervi · 1 year
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Un incontro invisibile tra Luciano Caruso e Ugo Locatelli: 'Storia di un pedone bianco (innamorato) di una regina nera', Marostica (VI), September 1-10, 2023
Curated by curated by Ugo Locatelli, Maurizio Panici, Patrizio Peterlini and Sonia Puccetti Caruso A project by Fondazione Bonotto and Archivio Luciano Caruso, in collaboration with Argot Produzioni, and with the support of Città di Marostica and Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank
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persinsala · 7 years
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Il cappuccio d'osso della luna
Il cappuccio d’osso della luna
Al Teatro Argot Studio è in scena fino al 26 novembre Il cappuccio d’osso della luna, un dramma familiare scritto e interpretato da Cristina Cirilli con la regia di Maurizio Panici. (more…)
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faultylens · 5 years
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In attesa di GIOCO AL MASSACRO che debutta stasera al Politeama di Marostica (regia di Maurizio Panici, con Marco Barbiero, Luca Liviero, Alessandra Niero e Sara Tamburello) // #debutto #teatro #show #spettacolo #premiere #teatris) (presso Marostica, Italy) https://www.instagram.com/p/B3Pvudxob5d/?igshid=q962cseo7sds
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tmnotizie · 5 years
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Grottammare, 10.11.2019
GROTTAMMARE – VALDICHIENTI PONTE 1-0
Grottammare: Beni, Pagliarini, Ferretti, Carboni, Marini, Lanza, Haxhiu (69’ Ioele), De Cesare, Ciabuschi (83’ Ferrari), De Panicis (86’ Bruno), Cappelli (65’ Ricci). All. Manoni
Valdichienti Ponte: Mallozzi, Panichelli, Tartabini, Passalacqua (76’ Lattanzi), Fermani, Enow, Moretti, Emiliozzi, Pennacchioni, Castellano, Monterubbianesi (52’ Adami). All. Giandomenico
Arbitro: Castelli di Ascoli Piceno (Giretti/Traini)
Marcatore: 41’ Ciabuschi
Ammoniti: 32’ Cappelli (G); 37’ Monterubbianesi (V); 45’ Ferretti (G); 48’ Passalacqua (V); 61’ De Cesare (G); 74’ Panichelli (V); 78’ Beni (G)
Spettatori: 100 circa – Calci d’angolo: 4-3 per il Valdichienti Ponte
Recuperi: 0 minuti nel p.t.; 4 + 1 minuti nel s.t.
  Dopo quasi due mesi di assenza si torna a giocare al “Pirani” ed il Grottammare conquista una vittoria fondamentale che la mantiene a galla nella lotta per non retrocedere. Una sconfitta avrebbe fatto precipitare la formazione di Manoni all’ultimo posto, con tutte le conseguenze del caso, soprattutto a livello psicologico. La squadra di casa ha invece giocato con il cuore per onorare anche la memoria di chi ha contribuito, e non poco, allo sviluppo del calcio a Grottammare, ossia Antonio Casilio, scomparso il 4 novembre scorso. Casilio, nato nella nostra città nel 1940, è stato inizialmente giocatore negli ultimi due campionati prima della scomparsa della Robur (ossia 1957-58 e 1958-59) e poi lo si può annoverare – senza ombra di dubbio – tra coloro che più di ogni altro ha contribuito alla sua rinascita nel 1965 (assieme all’ex arbitro Francesco Paolo Bamonti, che l’anno prima aveva fondato la Polisportiva Kennedy, e all’imprenditore Diego Scartozzi), continuando a dare il suo contributo in mezzo al campo ancora per tre stagioni, diventando al contempo il motore propulsore del settore giovanile, allenando per una quindicina di anni le squadre Giovanissimi, Allievi e Juniores, senza disdegnare – quando è servito, oggi si direbbe da “buon aziendalista” – di prendere anche le redini della squadra maggiore, come è successo nel 1969-70 e nel 1979-80.  Sotto i suoi sapienti insegnamenti si sono formati tantissimi giovani grottammaresi, molti dei quali hanno poi avuto modo di giocare in pianta stabile in prima squadra: questo era, giustamente, il suo orgoglio. Sempre presente allo stadio fino all’ultima giornata dello scorso campionato, per onorarlo degnamente oggi è stato osservato un minuto di raccoglimento, concluso con un forte e sentito applauso da tutto lo stadio. Ci piace pensare che dall’alto lui abbia aiutato la sua vecchia squadra a conquistare questa fondamentale vittoria che fa classifica oltre che dare morale. Chiudiamo questo ricordo proponendo al Comune e alla società del Grottammare Calcio di intitolare ad Antonio Casilio il campo supplementare a sud, quello dove giocano le giovanili: è un modo per continuare ad onorarlo attraverso i ragazzi che frequentano quotidianamente il “Pirani”.
Passiamo alla partita. Il mister di casa Manoni dà una chance all’esterno Cappelli, lasciando fuori Calvaresi, ma il giovane ascolano non sfrutta al meglio questa possibilità e gioca molto al di sotto del suo standard, beccandosi un’ammonizione evitabilissima già nel primo tempo e venendo sostituito da Ricci al 65′; dall’altra parte Giandomenico si permette di tenere in panchina gente come Adami e Lattanzi (che sarebbero titolari in qualsiasi altra squadra) e punta tutto, in attacco, su Castellano e Pennacchioni per cercare di conquistare almeno il primo punto in trasferta. La cronaca del primo tempo è povera, con poche azioni degne di nota, compresa l’unica segnatura di giornata. Al 12’ Carboni dalla destra mette in mezzo, il cross in realtà si allunga e diventa un tiro con la palla che incoccia sulla parte superiore della traversa e termina sul fondo. Sei minuti dopo Castellano si conquista con furbizia una punizione dal limite dell’area; si incarica del tiro lo stesso Castellano e lo fa a foglia morta (come le batteva l’interista Mario Corso negli anni Sessanta): solo un Beni superlativo, tornato quello dei tempi migliori, riesce a respingere di pugno, poi la difesa allontana. La squadra di Monte San Giusto domina il centrocampo e gioca bene la palla, facendola girare come piace al suo allenatore Gigi Giandomenico, uno che da giovane ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile della Juventus per poi militare tra i professionisti con Arezzo, Reggiana, Brescello, Perugia, Monza ed Ancona. Giandomenico era un faro in mezzo al campo, uno di quei catalizzatori del gioco a cui piaceva dettare i tempi con il suo sinistro vellutato, adatto per dare spettacolo ma anche per mandare in rete i suoi compagni. Uno con le sue caratteristiche oggi è molto difficile trovarlo fra i professionisti, figuriamoci nei dilettanti… Tornando alla cronaca, al 35’ gli ospiti hanno un’altra buona occasione: dalla destra Passalacqua mette in mezzo, Fermani (classe 1977… 42 anni e non sentirli!) gira bene di destro ma la sua conclusione, anche se molto angolata, è un po’ lenta e Beni riesce ad arrivarci e a parare. Al 41’ la partita si sblocca: De Panicis e Ferretti imbastiscono una bella combinazione sulla fascia sinistra con il terzino che mette in mezzo una palla velenosa che Enow liscia; Ciabuschi è a due passi e d’istinto, con la pancia, mette dentro con il portierino Mallozzi che, comunque, non è esente da colpe. Sarà il gol vittoria.
Se il primo tempo è povero di cronaca, la ripresa è anche peggio: i biancocelesti di casa gettano il cuore oltre l’ostacolo e si fanno in quattro per difendere il vantaggio, anzi cercano – senza fortuna – con qualche ripartenza di chiudere il conto. Il Valdichienti continua invece a giostrare bene la palla ma gli spazi, man mano che passano i minuti, si restringono sempre più e di occasioni sulla nostra agenda ne abbiamo segnate solo due: al 64’ Moretti – altro calciatore di spessore – raccoglie un pallone vagante al limite dell’area e piazza un tiro insidioso alla sinistra di Beni, ma il portierone di casa si supera e manda in angolo; al 90’, Castellano – un tipetto sempre pericoloso, lo scorso anno capocannoniere della Promozione, ben controllato comunque dall’under Pagliarini che sta crescendo giornata dopo giornata – dalla sinistra mette in mezzo un bel pallone che il terzino Panichelli impatta bene di testa ad incrociare ma per sua sfortuna la palla sfila fuori lambendo il palo.
Finisce così una partita che permette al Grottammare di respirare e preparare al meglio la prossima difficile trasferta di Castelfidardo contro la squadra, retrocessa dalla Serie D, quest’anno allenata da Maurizio Lauro, ex giocatore di Ascoli e Reggina in Serie A; il Valdichienti aspetterà invece tra le mura di casa l’Anconitana, ossia la squadra che avrebbe dovuto “ammazzare” il campionato ma che di fatto già rincorre cinque punti sotto la capolista solitaria Atletico Gallo Colbordolo.
Michele Rossi
Testo © dell’Autore e dell’Editore
Nelle foto © di Nico Righetti e Mario Baffoni, a sinistra Antonio Casilio con la maglia della Robur nel 1957-58, a destra la formazione biancoceleste che l’8 dicembre 1965 affrontò il Comunanza: in piedi, da sinistra, Luigi Scartozzi, Paolo Tosi, Giuseppe Rocchi, Antonio Casilio (con la fascia di capitano), Franco Binari, Giuseppe Virgili ed il presidente Diego Scartozzi; accosciati, da sinistra, Valerio Tesei, Nello Cappelletti, Raimondo Capacchietti, Vincenzo Mora, Marcello Capocasa e la mascotte Umberto Scartozzi
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