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Matrimonio al buio di Fabiana Andreozzi e Sara Pratesi - Recensione
Matrimonio al buio di Fabiana Andreozzi e Sara Pratesi – Recensione
Buongiorno lettori, seppure è passato un po’ (dall’ultima volta che mi riferisco a un libro di questa serie) eccomi qui a parlarvi di uno romanzo e, se sentite la mia eccitazione è proprio così. Ormai seguo la casa editrice da molto e collaboriamo da altrettanto tempo ed è sempre incredibile scoprire le strepitose pubblicazioni che si celano dietro queste due autrici meravigliosi. Beh, il libro…
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PLL: The Perfectionists • 1x01 • Pilot
Allacciate le cinture, perché Pretty Little Liars è finalmente tornato. Devo ammettere che, sebbene avessi deciso di dare una possibilità al pilot, ero molto scettica su questo spin-off e la principale ragione per cui lo aspettavo era il ritorno della nostra regina Mona Vanderwaal. Invece sono stata piacevolmente sorpresa da tutti i lati: trama, personaggi, musica, intrighi… perfino il trash è di quello gustoso e ricco come piace a noi liars.
La serie si apre con Alison che si dirige verso la Beacon Heights University per il suo nuovo impiego come TA. Appena arriva alla sua nuova dimora iniziamo a sentire scricchiolii di porte e rami che sbattono, quindi Ali va a dare un’occhiata allo scantinato buio e appena chiude la porta si trova Mona che sorride con un coltello in mano chiedendole se vuole un pezzo di torta. Buon trash non mente, appunto. Ed è qui che veniamo a sapere della situazione attuale delle nostre perfezioniste: Mona si è trasferita per un nuovo inizio dopo che le ragioni che la trattenevano a Parigi “sono scappate” – tali ragioni erano Alex Drake e Mary, gli ultimi antagonisti della serie originale. Non credo li vedremo come personaggi attivi in questo spin-off, e quindi a maggior ragione lo trovo un espediente narrativo un po’ mediocre. Forse perché non è questo ciò che sta facendo veramente Mona? Ma spostiamoci ad Alison: il suo matrimonio con Emily ha alti e bassi, le due si trovano perse a gestire la relazione che le unisce in un mondo senza A, e così Alison prende e se ne va per un po’, per capire chi vuole essere e cosa fare. Nonostante non sia mai stata una fan della Emison, ho trovato anche questa scelta un po’ forzata. Ma poco importa, perché da qui in poi la puntata risale.
Conosciamo i nuovi personaggi: Ava è una studentessa con la passione per la moda, che usa il suo canale you-tube come principale fonte di denaro dopo che i suoi genitori, che scopriamo essere in qualche modo legati al crimine, la abbandonano a se stessa. Dylan è quello intelligente del gruppo, un ragazzo omosessuale scappato dal suo piccolo paese e atterrato alla BHU grazie a una borsa di studio per il suo talento musicale. Nel pilot lo vediamo provare per un posto in un’importante orchestra. Caitlin è una ragazza sveglia (e un po’ psicotica, se posso dirlo), che non penserebbe due volte a far del male a qualcuno che ha ferito una persona a lei cara. Infine, Nolan è un membro della famiglia Hotchkiss, proprietaria della Hotchkiss technologies. Lo incontriamo intento a ricattare i suoi compagni di corso e a nascondere segreti, azioni che finiscono per costargli la vita a fine episodio - a mio grande rammarico, perché non solo è un bel figliolo ma anche un personaggio interessante di cui speravo di vedere di più, quindi ovviamente è morto. Nolan ricattava Dylan facendogli scrivere i suoi compiti perché Dylan aveva tradito il suo fidanzato Andrew con Nolan dopo che la coppia aveva deciso di andare a vivere insieme e diventare esclusiva; Nolan ricattava anche Caitlin a fingersi in una relazione con lui, minacciandola di far trapelare foto di una delle madri di Catilin, in lizza per diventare presidente degli Stati Uniti (se non ricordo male), in atteggiamenti amorosi con un uomo sconosciuto. Nolan aveva bisogno di questa finta fidanzata perché in realtà stava con Ava, relazione non approvata dalla ricca madre Claire per via della famiglia di Ava. Ci siete o avete già perso il filo?
Gli studenti incontrano Alison a lezione e discutono di “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie – questi dovevano leggersi un solo libro di un centinaio di pagine in tutta l’estate e c’è chi non l’ha fatto. Ma passiamo oltre. Caitlin non si dimostra contraria alla pena di morte e alla vendetta, ma mi tratterrei dal giungere a conclusioni affrettate. Alison chiede di preparare tre pagine di analisi del libro, e correggendole si accorge che Dylan ha scritto anche quelle di Ava e Nolan. Confrontandosi con loro, si offre di aiutarli come può ma resta ferrea sulla condotta disciplinare. E così, la sua vita inizia a intrecciarsi con quella degli studenti.
Alla festa di inizio anno alla mansione degli Hotchkiss, Alison incontra Claire, madre di Nolan e fondatrice della compagnia di tecnologie che si occupa di sorveglianza nel campus. I controlli sono stretti e più volte vediamo telecamere seguire gli studenti. Scopriamo poi che la sorveglianza è aumentata esponenzialmente dopo il tragico suicidio di Taylor Hotchkiss, sorella di Nolan che non riusciva più a reggere la pressione dell’università… o forse sì? Poco dopo infatti arriva uno dei più grandi colpi di scena dell’episodio: Taylor è viva e Nolan lo sa, infatti i due si incontrano in una tetra baita nel bosco per discutere qualcosa di urgente. Taylor è preoccupata, e scopriamo che tutto quello che è successo ruota intorno alla Hotchkiss technologies, che non solo sorveglia gli studenti per assicurarne la sicurezza ma li spia e manipola (notare che i computer nella foto sono tutti della BHU, quindi probabilmente anch’essi sono spiati). Non sappiamo ancora cosa abbia esattamente spinto Taylor a inscenare il suicidio, ma la trama si infittisce. Inoltre, veniamo a sapere che Taylor e Alison si somigliano molto fisicamente, e che questo potrebbe aver influito sul processo di selezione di Ali.
Tra la stretta sorveglianza, Dylan a rischio di espulsione e il dramma creato da Nolan, la situazione sembra sul punto di esplodere. “Someone is about to snap”, come dice Mona a inizio episodio, e così infatti va a finire. Nolan si incontra con una figura incappucciata sul tetto della scuola, luogo sicuro da telecamere e controlli, persona a cui dice che Taylor è viva e che bisogna fare qualcosa al più presto. Ma è davvero la persona con cui si doveva incontrare? Pochi secondi dopo, questo nuovo A lo spinge giù dal tetto, e l’episodio finisce con le ambulanze arrivate a prendere il suo cadavere.
Passiamo quindi alla parte divertente della recensione: simboli e teorie.
Prima di tutto, rispetto a Pretty Little Liars, mi sembra che i segreti e i giochi di potere tra i protagonisti siano resi più chiari fin da subito. Veniamo proiettati direttamente nella storia mentre si dispiega, crediamo che alcuni segreti portanti ci seguiranno per il resto della serie, ma poi questi sono destinati a morire con Nolan mentre un intreccio più fitto cresce, raggiungendo l’apice a fine episodio.
Devo dire che i personaggi mi hanno lasciata positivamente sorpresa: hanno tutti luci e ombre, non ho trovato stereotipi spiacevoli (Ava, per esempio, sarebbe potuta essere la tipica HBIC ma non lo è) e anche gli attori, che sinceramente non conosco, riescono a dare alla luce una buona performance. Aspetto non irrilevante, una buona rappresentazione della LGBTQ+ community fin da subito: Alison, come sapevamo, è bisessuale, sposata e madre di due gemelli; Dylan è omosessuale e convive con il suo ragazzo, Caitlin ha due madri, di cui una candidata alla presidenza degli Stati Uniti, e Nolan, nonostante non si capisca dal primo istante (altro aspetto che ho apprezzato), è attratto sia dai maschi che dalle femmine – anche se non sono al 100% sicura del fatto che la scappatina con Dylan non sia stata solo per poterlo ricattare dopo. La rappresentazione LGBTQ+ non è accompagnata da una eguale rappresentazione delle persone di colore: la madre di Janel Parrish (Mona) è di discendenza cinese, la bellissima Sydney (Catiilin) ha madre afro-americana e padre coreo-americano, e si può supporre che una delle madri di Catilin sia di colore, ma per ora solo questo è il livello di diversity per quanto riguarda provenienza e colore della pelle. C’è da dire che la serie è solo agli inizi e i personaggi a malapena sfiorano la dozzina, quindi ci sono buone speranze che vada migliorando. Un altro apprezzamento va alla componente femminile del cast e ai ruoli di rilevanza che hanno le attrici, ma essendo uno spin-off di Pretty Little Liars non ci aspettavamo altro.
Personalmente, Nolan mi ha intrigato molto, come ho già detto, e infatti è morto, e per quanto riguarda gli altri quella che mi interessa e stuzzica di più e Ava, mentre Caitlin mi sta leggermente antipatica ma le do ampia chance di redimersi. Ho sempre amato Mona e sempre odiato Alison ma chi sa, magari in questa serie Ali mi sorprenderà (mentre continuerò a non sopportarla nell’originale). Menzione d’onore al ragazzo di Caitlin per i notevoli addominali e l’accento inglese – il fatto che venga inquadrato a fine episodio, quando una folla si riunisce intorno al cadavere di Nolan, mi fa intuire che non sia solo una comparsa.
Chi aveva capito fin da subito che Mona non parlava a se stessa ma che tutti gli specchi sono controllati alzi la mano. Bene, non sono l’unica allora. Devo ammettere che la prima volta ero un po’ preoccupata ma già quando si rivolge allo specchietto nella macchina inizia a essere chiaro. E avete notato quanto la scena in cui Alison ferma l’auto di Mona sia simile a Hanna che blocca Jenna in Pretty Little Liars? No? Sto facendo collegamenti inesistenti?
Altre scene degne di nota sono quelle con la carta da parati nella nuova casa di Ali (casa, scopriamo, dove viveva Taylor prima di fingere il suicidio). Nella prima delle due scene, Ali trova una crepa nella carta da parati e la copre con una foto della sua famiglia. A livello simbolico, il significato è chiaro: sta coprendo le crepe nella sua relazione con un’immagine felice, e l’essere andata via da casa, in modo da poter vedere le immagini (come quelle sul telefono) ma non poter vivere la relazione, l’aiuta a credere in questa fantasia. Spero davvero che la sua relazione con Emily venga trattata nella serie, anche se mi rendo conto che non sia questo il punto dello spin-off. Nella seconda scena, Ali si accorge che qualcuno ha riparato la crepa. E’ una chiara allusione al fatto che la facciano credere che tutto sia sotto controllo, che tutto vada bene (notare le parole che Claire rivolge ad Ali alla festa). Ali, spaventata, strappa la carta da parati e trova la scritta “they’re watching”, stanno osservando, scritta con quello che sembra sangue – probabilmente da Taylor. Allo sguardo sereno della foto di famiglia si oppone quello perverso delle telecamere posizionate in ogni luogo della BHU. L’episodio si conclude con la visione di una camera di controllo, in cui numerose inquadrature danno una visuale di ogni angolo del campus, un po’ in stile Black Mirror. Questo ci inquieta di sicuro, ma resta da scoprire esattamente perché questo sistema sia stato attivato. Non è solo per la sicurezza degli studenti, ma non può essere neanche solo per controllare Nolan. E se è ciò per cui Taylor ha finto il suicidio, significa che era vigente quando lei era ancora in vita. Quali sono i veri obiettivi della Hotchkiss corporation?
Infine, chi ha ucciso Nolan? E’ quello che tutti si stanno domandando. Dando un’occhiata alla scena dell’omicidio, essa inizia con Dylan, Ava e Caitlin che dopo aver parlato nel bosco di quanto più facile sarebbe se Nolan fosse morto (e di come potrebbero ucciderlo), si salutano e vanno per la loro strada. Sia Ava che Caitlin imboccano un sentiero che si perde nel buio, mentre Dylan uno ben illuminato, e ognuno di loro è inquadrato singolarmente mentre si gira e poi prosegue. Penso che il buio di Ava sia più un buio che le persone le addossano mentre lei non è veramente così, mentre mi preoccuperei di più del buio di Caitlin, che per adesso è l’unica a sembrare perfetta, visto che il segreto è quello di sua madre. Dylan cammina nella luce, forse perché è quello più innocente, quello che si sacrifica per gli altri, ma cammina a testa bassa. Nolan, sul tetto della scuola, ha il viso al buio ma la schiena sotto una forte luce: questo rappresenta il contrasto tra come lo vedono gli altri, forse, e come lui è veramente, un lato che le persone non possono conoscere. Infatti, per fare in modo che la madre non controllasse più Ava (Claire sospettava che ci fosse qualcosa tra i due) e lo lasciasse più libero, Nolan aveva dovuto tradire Ava ed essere sicuro che lei lo beccasse sul fatto, per poi lasciarla con delle parole dure e rancorose. Era l’unico modo per accertarsi che lei si separasse da lui. Nolan si gira, verso la luce, per parlare con quello che pensa essere un amico… ma è davvero chi si aspettava? E quindi questa persona aspettata lo uccide (secondo la dettagliata fantasia di Caitilin)? O è qualcun altro? Non resta che seguire la serie per scoprirlo.
Grazie per essere arrivati fino a qui, e alla prossima (se ci sarà), liars!
Francesca / twitter: @njghtlock
PS: ah sì, una delusione grande l’ho avuta. Che cavolo è questa sigla? Dopo l’iconicità di quella della serie originale mi aspettavo ben altri livelli.
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Top 10 2019 della redazione di Cinefilos.it
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Top 10 2019 della redazione di Cinefilos.it
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La redazione di Cinefilos.it si è espressa e, partendo dalle dieci preferenze di ogni redattore, è stata stabilita una classifica che rispecchia per buona parte le scelte, i gusti e le preferenze di redattori.
Come per ogni classifica, restano esclusi alcuni titoli importanti, che però sono stati scelti almeno da un redattore. Tra questi ci sono Ricordi? di Valerio Mieli, Midsommar – Il Villaggio dei Dannati di Ari Aster, ma anche Martin Eden, Se la strada potesse parlare, Booksmart e tanti altri titoli che per una mera questione di calcolo non sono stati inseriti.
In un anno estremamente ricco di film che hanno imposto al pubblico la loro presenza e la loro bellezza, ecco la Top 10 dei migliori dieci film del 2019 secondo la redazione di Cinefilos.it:
Dolore e Gloria
Ha conquistato il cuore della stampa (e del pubblico, visto che è in sala in Italia dal 17 maggio) Dolor y Gloria, il nuovo film di Pedro Almodovar che torna a lavorare con Antonio Banderas e Penelope Cruz e realizza uno dei migliori film della sua carriera.
Dalla trasgressione dei primi film, fino al tono meditabondo delle pellicole della sua produzione più recente, il regista non ha mai rinunciato a raccontare la grande vitalità dell’essere umano, anche di quello più sofferente, derelitto e solitario.
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Noi
Il travolgente successo della sua opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4 aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia, uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e allungando il getto della sua ambizione.
Noi racconta la storia di una giovane donna, Adelaide, che, tornata nella casa delle vacanze della sua infanzia, con il marito e i suoi due bambini, si trova a fronteggiare una circostanza spaventosa: delle persone li prendono in ostaggio e li minacciano, persone che sono le loro copie, un po’ più rozze, feroci e selvagge, ma esattamente come loro… come noi.
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La Belle Epoquè
Dopo il delizioso esordio con Un amore sopra le righe, Nicolas Bedos torna a dirigere (e scrivere) per il cinema e realizza La belle époque, una commedia nostalgica e tanto romantica, interpretata da Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Guillaume Canet e Doria Tillier.
La storia è quella di Victor, un uomo all’antica che odia la tecnologia, il digitale, il presente, l’innovazione. Sua moglie, Marianne, non potrebbe essere più diversa: ancora molto affascinante, è curiosa di ogni novità, e questo suo atteggiamento la allontana dal marito. Quando un eccentrico imprenditore propone a Victor di rivivere un giorno del passato, l’uomo non ha dubbi, sceglia di rivivere il giorno in cui ha conosciuto la donna della sua vita: proprio Marianne.
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Il traditore
Marco Bellocchio torna a raccontare la storia dell’Italia, e lo fa presentando in concorso al Festival di Cannes 2019 il film Il Traditore, basato sulla figura di Tommaso Buscetta, l’uomo che ha permesso di sferrare uno dei più duri colpi alla mafia che si ricordi. Il film, costruito sulle forti spalle di Pierfrancesco Favino, presenta un ritratto fedele e non indulgente sugli eventi che si snodano tra gli anni ottanta e i primi 2000, sulla figura di una personalità ambigua e di un paese diviso internamente.
Ha inizio nei primi anni ’80 il racconto, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i boss della mafia siciliana. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino), conosciuto come il “boss dei due mondi”, fugge per nascondersi in Brasile. Qui viene però arrestato ed estradato in Italia dalla polizia. Buscetta si trova a questo punto davanti ad un scelta, e deciderà di incontrare il giudice Giovanni Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra.
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La Favorita
Approda a Venezia un affresco barocco intrigante, che occhieggia alla pittura del tardo seicento con uno sguardo totalmente personale, moderno e dissacrante. Si tratta del nuovo film di Yorgos Lanthimos: La Favorita.
La storia è ambientata nell’Inghilterra del XVIII secolo, dove la triste Regina Anna decide le sorti del suo popolo protetta dalla sua reggia isolata nel cuore della campagna inglese. La sua corte, popolata di nobili, servi e consiglieri, sembra giocare freddamente con la vita e la morte della povera gente, in maniera distaccata e annoiata, dando più importanza ai banchetti, alle corse di anatre, alle tresche e al tiro a volo, piuttosto che alle inevitabili conseguenze belliche di quel conflitto sanguinoso con la Francia, che si protrae ormai da lungo tempo.
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C’era una volta a Hollywood
C’è un momento ben preciso in C’era una volta a… Hollywood, dove Quentin Tarantino sembra racchiudere il cuore del suo film. Avviene quando la Sharon Tate interpretata con grande grazia da Margot Robbie, si reca al cinema per guardare The Wrecking Crew, film del 1969 con la stessa Tate tra i protagonisti. Nel buio della sala, osserviamo la copia ammirare l’originale, in un gioco di doppi che ha un che di straniante e ammaliante allo stesso tempo. In questa breve scena il regista fa esplodere, silenziosamente, la differenza tra ciò che è e ciò che appare, la quale connota non solo il film ma l’intera arte cinematografica e che una volta compresa apre una scissione che evidenzia ancor di più il momento di passaggio, storico e cinematografico, che la pellicola va a ritrarre.
Siamo nel 1969, un periodo di grandi cambiamenti ad Hollywood. L’attore Rick Dalton, interpretato da Leonardo DiCaprio, sta attraversando una fase discendente della sua carriera, dopo numerosi ruoli da protagonista tra western e gangster movie. Come lui, la sua fidata controfigura Cliff Booth, interpretato da Brad Pitt, cerca di non cadere nell’anonimato. Circondati da un’industria a loro sempre più estranea, i due si troveranno a fare i conti con novità impreviste, come la nuova vicina di casa di Dalton, l’attrice Sharon Tate.
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The Irishman
È l’evento cinematografico dell’anno, il nuovo film di Martin Scorsese, vecchio maestro della settima arte, che però si rivolge a Netflix, simbolo della modernità del cinema, per realizzare la sua visione: The Irishman è attesissimo, e a buon diritto!
La storia tocca il mondo della mafia italo-americana, ambiente caro allo Scorsese cinematografico, e si concentra sulla vita di Frank Sheeran (a sua volta raccontata nel libro I Heard You Paint Houses scritto da Charles Brandt). Frank è un veterano di guerra, che ha imparato ad uccidere nella campagna in Italia e che riesce ad entrare nelle grazie dei vertici della mafia, diventando “l’uomo che imbianca case”, ovvero il killer deputato a fare pulizia. Efficace, preciso, servizievole, Frank è l’impiegato modello, che esegue gli ordini e non fa domande, un vero soldato.
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Storia di un Matrimonio
Andare a vedere un film di Noah Baumbach presuppone una certa dose di certezze, come con tutti gli autori che mostrano sempre con grande chiarezza quali sono i loro punti di forza e il loro modo di affrontare le storie. Il regista di Brooklyn, presentando Storia di un Matrimonio a Venezia 76, in Concorso, conferma questo assunto, offrendo al pubblico un quadro realistico, attento e prepotentemente emozionante di una storia d’amore che viene fotografata sul suo concludersi.
Nicole e Charlie sono una giovane coppia che dopo anni di matrimonio, un figlio, e progetti comuni importanti (sono regista e attrice principale di una compagnia di teatro di New York), si separano, affrontando così il dolore, ma anche le dinamiche pratiche, i compromessi, le assurdità, che la separazione e il divorzio comportano.
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Joker
È stato proiettato in concorso uno dei film più attesi della 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Joker di Todd Phillip, interpretato da un superlativo Joaquin Phoenix, nei panni del noto, quanto ilare, acerrimo nemico di Batman.
Nei film di supereroi, ma anche nei fumetti o nella letteratura, i nemici e i cattivi destano da sempre empatia e fascino, tanto da surclassare spesso le meste figure, che bardandosi con la bandiera del bene e dell’ordine pubblico, si prodigano per combatterli. Joker è di certo uno dei più popolari di questi antieroi e il ritratto che ne costruisce Todd Phillips contribuisce a donargli spessore, umanità e motivazioni. Il suo oscuro affresco metropolitano fa comprendere che il male non è sempre dalla stessa parte e che molte volte i paladini della giustizia combattono contro chi ha invece ragione da vendere. Joker è intriso di tanta disperazione e forse avrebbe anche più diritti rispetto a chi lo combatte e deve mantenere il controllo della legalità.
Continua…
Parasite
La recensione di Parasite non può non partire dalla riflessione generale sul lavoro del suo regista, quel Bong Joon-Ho che, dopo aver lavorato in USA, producendo Snowpiercer e Okja, torna nella sua Corea del Sud, per affrontare di nuovo il conflitto di classe. Lo fa con un film dalla precisione geometrica e dall’animo tumultuoso, una storia che nel suo schema perfetto incasella ambizioni, appetiti, brutture, bassezze umane.
La storia ruota intorno al rapporto in parte inconsapevole tra due famiglie. Da una parte, in un seminterrato umido, c’è la famiglia Ki-taek, dall’altro invece, in cima a una collina, nella zona residenziale della città, in una villa luminosa ed elegante, c’è la famiglia Park, che possiede ed ottiene tutto ciò che i soldi possono comprare. Due famiglie a loro modo felici, ma complementari l’una all’altra.
Continua…
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
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Redazione
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LA FAVOLA CHE NON TI ASPETTI - Fabiola D'amico, RECENSIONE
Titolo : LA FAVOLA CHE NON TI ASPETTI Autore : Fabiola D’amico Casa Editrice : Newton Compton Editori Vuoi ricevere in anteprima le nostre uscite ?
Recensione
LA FAVOLA CHE NON TI ASPETTI – Fabiola D’amico Devo dire la verità cari lettori, La favola che non ti aspetti non mi ha entusiasmato come pensavo. Alla fine non è molto lontano dal programma su Real Time, matrimonio al buio. Anzi, secondo il mio punto di vista, ha scritto proprio un romanzo su questo programma. I personaggi non mi dispiacciono. Melissa è una donna in carriera, che non si vergogna delle sue forme. Adam è un uomo abbattuto, mette su una maschera per il bene del paese, ma è ancora distrutto dalla morte della moglie. E non ci sarebbe niente di male se non fosse per il fatto che vuole annullare se stesso perché non trova corretto amare un’altra donna! Chi per una ragione e chi per un’altra decidono di partecipare al programma. “ Ti metteremo accanto l’uomo perfetto per te, quello che tra le innumerevoli persone in cui t’imbatti ogni giorno non ti saresti mai aspettata di incontrare.” E la scienza, indovinate un po’? Mette insieme un principe ed una maestra. Ma tra i due scoppiano subito le scintille, perché non si sopportano! Adam non pensa proprio che Melissa possa essere la persona adatta per essere principessa, e non per le sue forme, che apprezza, ma per il suo caratterino per niente domabile. Lei invece, non apprezza il passato di lui, e coglie ogni occasione per dirglielo. Ma i due decidono, anche un po’ per sfida, di farsi una possibilità. All’inizio le cose non sono proprio rose e fiori, Adam continua a pensare alla moglie e coglie sempre l’occasione per nominarla o fare dei paragoni con Melissa. È logico che lei non sia contenta di questa cosa. Per quanto una possa essere comprensiva alla fine si stanca di essere paragonata ad un’altra persona. Ma con il tempo, Adam inizia a pensare sempre meno alla moglie e sempre di più a Melissa e si rende conto che in effetti la scienza aveva ragione, lui e Melissa sono perfetti insieme. “Esiste una favola un po’ sbilenca ma piena di amore, ed è la nostra”. La storia è piuttosto carina, anche se ci mette un po’ ad ingranare. Quello che non ho apprezzato è stata la struttura del libro, ci sono molti capitoli di una sola pagina, a mio avviso piuttosto inutili. Capisco il voler dividere il libro alterando i punti di vista dei protagonisti, ma avrei evitato di scrivere un capitolo con solo poche parole. La scrittura dell’autrice è fluida, il romanzo è ambientato in Italia ed è una cosa che apprezzo parecchio, soprattutto quando è ben descritto. Si legge in poco tempo, ma si conclude troppo in fretta, senza approfondire. Insomma, a mio avviso andrebbe fatta qualche modifica. SCOPRI IL NOSTRO TEAM Vuoi ricevere in anteprima le nostre uscite ?
Trama
LA FAVOLA CHE NON TI ASPETTI – Fabiola D’amico Adam è il principe reggente del principato di Elnovia, un’isola nel mare Adriatico. Sua moglie è morta da quattro anni, lasciando un figlio dalla salute molto cagionevole. Tutti lo incalzano perché si sposi di nuovo, ma Adam è troppo legato al ricordo della moglie per pensare di innamorarsi ancora. Così accetta di farsi aiutare da un team di psicologi a trovare la principessa perfetta. Melissa ha trentacinque anni, ama mangiare e non nasconde le sue forme gentili. È un’ insegnante e, avendo alle spalle due relazioni disastrose, è convinta di non essere in grado di scegliere da sola l’uomo che potrà renderla felice. Su suggerimento di un’amica, decide quindi di iscriversi al programma “ Matrimonio al buio”: si tratta di un esperimento che prevede sia un gruppo di psicologi a selezionare per i partecipanti il consorte ideale. Se dopo una frequentazione di poco più di un mese i due candidati risultano compatibili, si pronuncia il fatidico sì. Qualcosa, però, va storto e Melissa si troverà a dover fare i conti con qualcuno con cui non è in buoni rapporti. Ma si sa, l’odio e l’amore sono due facce della stessa medaglia e spesso il più agguerrito dei rapporti può trasformarsi in una bellissima favola. LA FAVOLA CHE NON TI ASPETTI – Fabiola D’amico Buona lettura, Anastasia. Se ti è piaciuta questa recensione ti consiglio di acquistare questo libro direttamente su Amazon Cliccando qui Ringraziamo di cuore a tutti quelli che continueranno a sostenerci seguendoci e per chi farà una piccola donazione! Grazie di cuore! SERVIZI ONLINE PER IL TUO LIBRO Vuoi ricevere in anteprima le nostre uscite ?
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