#Maria Grazia Lunghi
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oggi, 18 marzo, gazart @ teatro villa lazzaroni - per la palestina
OGGI, lunedì 18 marzo 2024 dalle 18:30 alle 21:30 GAZART – ARTISTI E INTELLETTUALI PER GAZA Teatro Villa Lazzaroni, Roma Ingresso libero A che serve fare arte, parlare di bellezza o crearla tacendo sull’abominio? Questo evento, nato come conseguenza dell’appello dello storico e giornalista Angelo d’Orsi e del regista Alessandro Negrini rivolto al mondo della cultura sull’assordante silenzio nei…
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#Alessandro Negrini#Angelo d&039;Orsi#Anna Ferruzzo#Arianna Porcelli Safonov#art#arte#Ascanio Celestini#Atlante delle Guerre e dei Conflitti#Barbara Scoppa#Carla Carfagna#Claudio Zanini#Cristina Alziati#Daniela Poggi#Danila Ghigliano#David Riondino#Eloisa d’Orsi#Enrica Palmieri#Erica Giovannini#Franca Marini e Meri Calvelli#Gaza#Gazart#Giovanni Balcet#Giuseppe Cederna#Gold Mass#Laura Frascarelli#Laura Morante#letteratura#Lucio Matricardi#Maria Grazia Lunghi#Maria Libera Ranaudo
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LuMi - Il nuovo singolo “Ogni mio dolore”
Il brano dell’artista sugli stores digitali e dal 12 gennaio in radio
“Ogni mio dolore” è il nuovo singolo del poliedrico cantautore LuMi, sui principali stores digitali e dal 12 gennaio nelle radio in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali e di tendenza, ma che evidenziano la forte personalità di LuMi, una maturità artistica raggiunta ormai riconoscibile e strutturata. Melodie che entrano in testa sin dal primo ascolto, su cui scivola una interpretazione vocale dell’artista intima, sentita e autentica dal forte impatto emotivo. Il brano vuole comunicare tutte le emozioni provate dall’artista dal momento in cui ha capito che la sua relazione si era trasformata in qualcosa di profondamente tossico. È per questo che nel ritornello viene ripetuto più volte che l’artista “non vuole un altro amore” ma sente più che altro il bisogno di scavarsi dentro e di mettere al primo posto se stesso. (“scavo per trovare un me migliore”). Comunicando e scrivendo tutto quello che ha passato, è come se volesse liberarsi di un forte peso che portava dentro, è come se avesse avuto il bisogno di mettere per iscritto l’enormità di pensieri negativi che naufragavano nella sua testa per dare spazio ad una pace che non riusciva a trovare ormai da tempo. Il ringraziamento, alla fine del brano, alla propria ex ragazza, infatti, non è un caso (“ah, e grazie a te, ho annullato ogni mio dolore”) perché, se non fosse stato per lei l’autore non sarebbe mai stato capace di capire un concetto molto importante, ovvero: si cerca di fuggire dalla realtà, anestetizzando qualsiasi cosa ci renda vulnerabili, nella speranza che qualcuno ci venga a salvare, quando quel qualcuno in realtà rappresenta solo il riflesso di noi stessi e di quello che desideriamo. Ed è proprio per queste dinamiche che un amore diventa “tossico”.
“Ci sono momenti nella vita in cui bisogna ripulirsi del fango che ci sporca l’anima e questo è uno di quelli. Le note tristi del piano, le parole, l’interpretazione e l’espressione data al brano, manifestata dal dolore provato, sono l’incipit di tutto quello che non dovrebbe essere accostato alla parola amore. Fuori c’è un disperato bisogno di attenzioni ed è il brano stesso che va a raccontare di quanto anche l’amore, nella sua essenza più bella di condivisione, sia diventato l’ultimo grido appeso di chi sente la profonda necessità di sentirsi accettato e compreso.” LuMi
Ascolta il brano https://open.spotify.com/intl-it/album/38ce0GTJ0WpHeYL1H892I3?si=WKEVcC-pRLuuoKVewXIddA
Storia dell’artista
Mirko Lunghi, in arte LuMi, é un esordiente cantautore italiano. Nasce a Sora il 25 gennaio 1997 e, fin da bambino, coltiva una grande passione per la musica e per la scrittura. A 9 anni intraprende lezioni di canto e inizia a partecipare a svariati concorsi. Proprio durante un concorso nella provincia natia, Mirko conosce un noto giornalista musicale che, colpito dalla sua interpretazione, lo incita a perseguire il percorso nella musica. Dopo essersi cimentato nella scrittura di diversi brani, incide il primo singolo “Psyché”. Successivamente incide altri due singoli “EGO” e “Diavoli e Santi”, continuando a lavorare a nuovi progetti. È stato finalista nel concorso nazionale canoro “Apulia Voice” nella categoria inediti svolto a Taranto, dove in giuria era presente Maria grazia Fontana (vocal coach di “Tale e quale”) e Rory di Benedetto (artista). Successivamente partecipa ad un festival nella sua provincia e raggiunge anche lì le fasi finali, dove tra l’altro ha avuto l’occasione di presentare in anteprima il suo terzo singolo “Diavoli e Santi”, uscito poi su tutti i digital stores il 30 giugno 2023. L’11 dicembre vince il premio “Stelvio Cipriani” nella categoria giovani cantautori ed ha l’onore di cantare il suo singolo “Psychè” nello storico teatro Ghione di Roma di fronte ad una giuria composta da illustri personaggi del mondo della musica come il critico musicale Dario Salvatori, il jazzista Gianni Mazza e il musicista Hèctor Ulisses Passarella. Il 12 gennaio esce su tutte le piattaforme digitali il suo nuovo singolo “Ogni mio dolore” e in proiezione futura sta lavorando all’uscita del suo primo album ed i primi live.
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Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi.
Maria Grazia Deledda
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Mi consigli dei bei libri da leggere? Brevi, lunghi, non importa, qualcosa che ti è piaciuto
Va bene, ti faccio una lista un po' lunga, ci metto dentro di tutto:
- La stoffa del diavolo di Michel Pastoureau
- Il mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne di Sady Doyle
- Almarina di Valeria Parrella
- Vita Prada. Personaggi, storie, retroscena d'un fenomeno di costume di G. Luigi Paracchini
- Borgo sud di Donatella di Pietrantonio
- Ripartire dal desiderio di Elisa Cuter
- Lezioni americane di Italo Calvino
- Margherita Dolcevita di Stefano Benni
- Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi
- Canne al vento di Grazia Deledda
- Medea di Christa Wolf
- L'ambiguo malanno di Eva Cantarella
- Cronache di poveri amanti di Vasco Pratolini
- Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino
- Il barone rampante di Italo Calvino
- Lo scialle andaluso di Elsa Morante
- La signora Dalloway di Virginia Woolf
- L'isola di Arturo di Elsa Morante
- L'uomo duplicato di Josè Saramago
- Le correzioni di Jonathan Franzen
- Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia
- Perché leggere i classici di Italo Calvino
- Le affinità elettive di Goethe
- Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese
- Il maestro e Margherita di Bulgakov
- La luna e i falò di Cesare Pavese
- Cime tempestose di Emily Bronte
- Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen
- La boutique del mistero di Dino Buzzati
- Come era verde la mia vallata di Richard Llewellyn
- Il giovane Holden di Salinger
- L'ombra del vento di Zafòn
- L'amore ai tempi del colore di Marquez
- L'Agnese va a morire di Renata Viganò
- Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome
- Gli amori difficili di Italo Calvino
- Il diavolo al Pontelungo di Riccardo Bacchelli
- Persone normali di Sally Rooney
- I leoni di Sicilia di Stefania Auci
- Manuela Sáenz Aizpuru. Il femminismo rivoluzionario oltre Simón Bolívar di Maddalena Celano
- Nanook cammina ancora: Il cinema documentario, storia e teoria di Maria Cristina Lasagni
- Le donne nel cinema di Veronica Pravadelli
Direi anche basta
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Collezione primavera/estate 2023 di Christian Dior
“A Caterina de’ Medici”, dice Maria Grazia Chiuri, “si devono tante cose che si sono affermate nella cultura e nel modo di vivere francese”. Ne sono esempio i tacchi, i ricami importati da Burano visibili negli abiti lunghi e corti decorati con fiori in rafia, la guêpière, il busto. "Caterina de’ Medici aveva capito prima di tutti quanto possono contare gli abiti. Ai suoi balli si presentava vestita interamente di nero, colore proibito agli altri invitati che portavano invece abiti sgargianti. Attraverso i vestiti costruiva il proprio personaggio, li usava, come zeppe e crinoline, per emergere dalla folla."
da Spettacolo, Tg24sky
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Maria Grazia De Filippi resterà nel ricordo di chi l'ha conosciuta come un vulcano, una fucina di idee, una donna con un amore viscerale per la sua Olbia e per l'insegnamento. Eravamo amiche d'infanzia e di famiglia; ci volevamo bene malgrado i litigi e i musi lunghi che hanno contraddistinto il nostro rapporto negli ultimi decenni. E le nostre reciproche sfuriate finivano sempre con un abbraccio perché l'affetto che ci legava era più forte delle divergenze politiche. Così, come se nulla fosse, riannodavamo i fili della nostra amicizia fatta anche di progetti e iniziative che Maria Grazia ideava e organizzava con grande bravura, entusiasmo e generosità. Ci eravamo sentite in primavera; lei pronta a lottare, il cuore pieno di speranza, consapevole di avere al suo fianco Rossella, l'amatissima sorella che abbraccio forte in questo triste momento. #marellagiovannelli #inmemoriam #mariagraziadefilippi #olbia https://www.instagram.com/p/CS9XUZpt7BM/?utm_medium=tumblr
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Pellegrini di inizio anno
Pellegrini venuti da lontano, forse sacerdoti persiani zoroastriani, rappresentanti le tre età dell’uomo, originariamente con il cappello frigio trasformato poi in corona da re, che vengono a mani piene per inginocchiarsi ai piedi di un bimbo già molto sveglio per avere pochi giorni di vita.
Solo il Vangelo di Matteo (2,1-12) cita questi personaggi misteriosi, ma forse è proprio il mistero a suscitare interesse negli artisti, pronti a indagare e a trasformare in storie da raccontare anche piccoli dettagli che sembrano di poca importanza. Così i Re Magi sono entrati nella tradizione natalizia con tutti gli onori.
Sono sacerdoti che si mettono in viaggio, fidandosi e affidandosi ai sogni e a una stella. Chi di noi lo farebbe? Gli artisti si fanno incantare dal mistero di questa fede e non mancano di mostrarci il cammino affrontato dai tre uomini. Immaginiamo un lungo cammino, percorso a piedi o a dorso di animali per noi esotici, ma la grazia dell’arte trasforma tutto questo in una sorta di passeggiata felice e leggera (almeno fino all’incontro con Erode). Lunghi cortei si snodano nel paesaggio retrostante la scena in primo piano: l’orizzonte si avvicina lentamente, fino a ritrovarci face to face con le tre figure. E solo allora possiamo indovinare cosa portano con se, che età hanno, la devozione nei loro volti e nei loro gesti.
Milano ha un rapporto particolare con i Magi, di cui conserva le reliquie in condivisione con Colonia.
Ogni anno, inoltre, rinnova la tradizione, imposta da Azzone Visconti nel 1336, di rappresentare il corteo dei Magi il giorno dell’Epifania. Sant’Eustorgio è la basilica dei Magi (vedi guida).
La grande arca (del V secolo) è stata per lungo tempo considerata la tomba dei tre sacerdoti, mentre sull’altare è collocata un’ancona marmorea che descrive l’episodio evangelico. Questa ha forma di trittico a scomparti cuspidati, decorata con gugliette e gattoni, sormontata nelle cuspidi laterali da due figure di angeli e, al centro, da un tondo con la Crocefissione. Sull’ancona è incisa la data del 1347, dell’artista non si ha il nome certo, ma si pensa a un maestro lombardo che conosce quanto accade in Toscana.
Lo scomparto centrale ha per tema l’adorazione dei Magi: Maria col Bambino siede su uno sperone di roccia, così da giganteggiare su tutti, Giuseppe, piccolo, in un angolo regge uno dei doni, i Magi hanno affidato le loro corone ai servi e si inginocchiano al nuovo Re; nella parte superiore il bue e l’asinello sono concentrati sulla mangiatoia, mentre una teoria di angeli musicanti incorona la scena.
Lo scomparto a sinistra è dedicato al viaggio dei Magi dopo che, in sogno (in primo piano in basso a destra), l’angelo ha dato loro la notizia della prossima nascita del Bambino. Una scena affollata di personaggi, ma soprattutto di animali anima il racconto: indoviniamo dei cammelli (il muso è diverso da quello dei cavalli, e sembrano essere coperti di lanuggine) e dei cagnolini. Una roccia separa l’azione principale dal viaggio vero e proprio, che si inerpica sulle alte montagne.
L’ultimo riquadro è quello a destra, dove il viaggio dei Magi prosegue fino al colloquio con Erode, che li invita ad andare a Betlemme e a raccogliere tutte le informazioni su questa nascita, così da poter riferirgli ogni particolare al loro rientro (i Magi andranno per un’altra via, convertiti dall’incontro). Una scena affollata di dignitari, servi e cavalli. Piccoli particolari fanno sorridere, come l’albero solitario che sembra piegato dal vento, o l’uomo con la frusta per spingere i cavalli, o l’altro che li tiene per le briglie per aiutarli a superare un passaggio più complicato.
Una sorta di horror vacui caratterizza lo spazio, e sebbene i volti e i gesti non abbiano caratterizzazioni particolari, risultano essere scene gustose, da godersi per alcuni indizi di semplice quotidianità.
Buona Epifania a tutti.
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PREGHIERA PER IMPLORARE LA BEATIFICAZIONE DELLA SERVA DI DIO #LUISAPICCARRETA 1. O Cuore Sacratissimo del mio Gesù, che nella tua umile serva Luisa hai scelto l’araldo del Regno della tua Divina Volontà e l’angelo della riparazione per le innumerevoli colpe che addolorano il tuo Divin Cuore, umilmente Ti prego di concedermi la grazia che per sua intercessione imploro dalla tua Misericordia, affinché sia glorificata in terra come già l’hai premiata in Cielo. Amen. (Padre nostro, Ave Maria, Gloria) 2. O Cuore Divino del mio Gesù, che alla tua umile serva Luisa, quale vittima del tuo Amore, hai dato la forza di soffrire per tutta la lunga vita gli spasimi della tua dolorosa Passione, fa che per la tua maggior gloria risplenda subito sul suo capo l’aureola dei Beati. E per la sua intercessione concedimi la grazia che umilmente Ti domando. (Padre nostro, Ave Maria, Gloria) 3. O Cuore Misericordioso del mio Gesù, che per la salvezza e la santificazione di tante anime Ti sei degnato di conservare per lunghi anni sulla terra la tua umile serva Luisa, la tua Piccola Figlia della Divina Volontà, esaudisci la mia preghiera: che sia essa subito glorificata dalla tua santa Chiesa. E per sua intercessione concedimi la grazia che umilmente Ti domando. (Padre nostro, Ave Maria, Gloria) PREGHIERA³ O Santissima Trinità, il nostro Salvatore Gesù Cristo ci ha insegnato di chiedere nelle nostre preghiere che sia sempre glorificato il Nome del Padre, che venga il suo Regno e che si faccia la sua Volontà. Desiderosi di espandere tale Regno di amore, di giustizia e di pace, umilmente imploriamo la glorificazione della serva Luisa, la Piccola Figlia del Divino Volere, che con le sue preghiere, la sua immolazione nel letto del dolore e il suo ardente zelo, contribuì grandemente alla diffusione del regno di Dio nel mondo e alla salvezza delle anime. A suo esempio, supplichiamo Te, Padre, Figlio e Spirito Santo, di aiutarci a portare con gioia le croci che ci riserva la vita a gloria del tuo Nome e per il bene di tutti. Amen. ² Queste preghiere furono pubblicate con l’approvazione ecclesiastica dell’Arcivescovo di Trani, S.E. Mons. Reginaldo Addazi, O.P., il 27.11.1948. https://www.instagram.com/p/B_UONLpD2Fg/?igshid=uqhtj5owdg9u
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Post 3 Maria Grazia Cucinotta è un’attrice e un modello. Lei è nata a Messina il 27 luglio 1968. È sposata con Giulio Violati e sposarsi fra 1995. È diventata un modello a sei anni quando nel 1987 participa al concorso di Miss Italia. Vince il titolo di Miss Cinema Sicilia. La sua carriera di recitazione iniziò nel 1988 con piccoli lavori. Nel 1944 interpretò Beatrice in “Il Postino” che ha vinto 19 premi e 1 Oscar. La sua carriera è diventata un successo nel 1995 quando ha cominciato a fare molti film. Lei è lavoratrice, bella, e ha successo. Ha lunghi capelli castani e occhi marroni scuri. Ha 49 anni e sembra Giovanni. È descritta come gentile, generosa, e affettuosa.
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Aste immobiliari online, aumenta l'invenduto. La situazione in Sicilia
Aste immobiliari on line, aumenta l'invenduto Nuove modalità telematiche introdotte dalla legge 119/2016: senza la pubblicazione delle esecuzioni immobiliari nei quotidiani difficoltà nel raggiungimento dei potenziali acquirenti. Nei sedici tribunali della Sicilia il carico di arretrato si attesta a oltre 28.000 beni Il Report Aste 2018, realizzato da Astasy e Npls Re solutions e pubblicato su Il Sole 24 Ore, ha individuato nelle nuove procedure telematiche di vendita immobiliare delle criticità che rischiano di trasformare le aste giudiziarie in un affare riservato a pochi. Nel 2018 le esecuzioni immobiliari a livello nazionale sono state 245.100 (+4% sul 2017) con un valore base d’asta complessivo di 36,4 miliardi. Secondo Astasy, dal punto di vista territoriale, al primo posto si conferma la Lombardia con il 19,46% del totale nazionale, seguita da Sicilia (9,77%), Veneto (7,96%), Piemonte (7,98%) e Lazio (6,88%). Ma lo scarso successo delle procedure telematiche ha portato a notevoli difficoltà del funzionamento dell’intero sistema, lasciando molti immobili invenduti. “Le aste telematiche non hanno trovato terreno fertile nei Tribunali e hanno avuto un pessimo approccio tra gli utenti – ha detto Mirko Frigerio, ad di Astasy –. Tra firma digitale, Pec, richieste di sospensioni in corso, l’acquirente medio si è tenuto lontano da queste procedure”. DISTRETTO GIUDIZIARIO DI PALERMO PALERMO - Il distretto giudiziario di Palermo comprende i Tribunali di Palermo, Termini Imerese, Agrigento, Sciacca, Trapani e Marsala. L’approfondimento pubblicato dal Qds nelle scorse settimane ha messo in evidenza che ad eccezione di Trapani, Marsala e Termini Imerese, per tutti gli altri Tribunali, nel periodo 1 luglio 2017-30 giugno 2018, è aumentato l’arretrato, cioè il carico di immobili invenduti. Secondo i dati della Corte d’Appello di Palermo, presso il Tribunale di Palermo, alla data del 30 giugno 2018 risultano pendenti un numero complessivo di 4.547 procedure esecutive, a fronte di una pendenza alla data del 30 giugno 2017, di 4.528 procedure con un aumento dello 0,4%. L’incremento delle procedure pendenti presso il Tribunale di Agrigento è del +3,3%, sulla stessa scia anche il Tribunale di Sciacca: +1%. Trend positivo, invece, per i Tribunali di Trapani, Marsala e Termini Imerese che hanno registrato una riduzione dell’arretrato. Se ne deduce che, con ogni probabilità, i Tribunali che pubblicano le prime vendite di immobili sui quotidiani vendono più facilmente il bene. Viceversa, quelli che utilizzano solo il canale telematico hanno visto ridurre la mole di beni venduti. Nella sua relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, avvenuta lo scorso 26 gennaio, il Presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, ha individuato nella “grave scopertura di organico” la causa principale dell’enorme arretrato in materia di esecuzioni immobiliari. DISTRETTO GIUDIZIARIO DI CALTANISSETTA CALTANISSETTA - I tribunali di Caltanissetta, Gela ed Enna fanno parte del distretto giudiziario di Caltanissetta. Dall’ultima relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di Caltanissetta si evince che l’arretrato della vendita degli immobili all’asta è diminuito presso i Tribunali di Gela ed Enna, ma è aumentato e non di poco per il Tribunale di Caltanissetta: al 30 giugno 2018, infatti, le procedure esecutive pendenti presso il Tribunale nisseno, sono passate da 655 del 30 giugno 2017 a 675, con un aumento della pendenza del +3%. Performance migliori sono state ottenute dal Tribunale di Gela, che è partito da 800 procedure pendenti al 30 giugno 2017 ed è arrivato a 743 al 30 giugno 2018 con una diminuzione della pendenza del -7%. Anche per il Tribunale di Enna si è registrato un leggerissimo calo dei procedimenti pendenti: da 822 al 30 giugno 2017 si è passati a 809 al 30 giugno del 2018, con decrescita del -2%. Nella relazione del presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi, si legge che “le difficoltà si sono registrate nel governo dell’imponente flusso di lavoro specie nelle cancellerie della volontaria giurisdizione, delle esecuzioni immobiliari e delle procedure concorsuali, rallentando l’aggiornamento dei registri informatici e incidendo negativamente sulla regolare tenuta e conservazione dei fascicoli, sul recupero delle spese di giustizia e, più in generale, sul regolare assolvimento dei servizi”. Per quanto riguarda nel dettaglio la situazione del Tribunale di Caltanissetta, è stato rilevato che secondo quanto relazionato dal suo Presidente nel periodo di riferimento 01/07/2017– 30/06/2018, nell’organico dei magistrati si sono verificate significative vacanze ed assenze per lunghi periodi a causa di legittimi impedimenti. DISTRETTO GIUDIZIARIO DI CATANIA CATANIA - Il distretto giudiziario di Catania comprende quattro tribunali: quello di Catania, Caltagirone, Ragusa e Siracusa. La nostra analisi ha messo in luce che ad eccezione di Caltagirone, per tutti gli altri Tribunali, nel periodo 1 luglio 2017-30 giugno 2018, è aumentato l’arretrato, cioè il carico di immobili invenduti. Infatti, dall’ultima relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di Catania, alla data del 30 giugno 2018, si evince come le procedure esecutive siano aumentate in tre dei quattro tribunali che fanno parte del distretto giudiziario etneo. Quello di Ragusa è quello che presenta, sul fronte della pendenza, l’aumento maggiore, vale a dire +12%: al 30 giugno 2017 erano 2.710 le procedure pendenti, diventate l’anno seguente ben 3.074. Segue il Tribunale di Catania che è passato da 8.947 procedure pendenti del 30 giugno 2017 a 9.286 al 30 giugno 2018 con un aumento della pendenza del 3,5%. Stesso incremento registrato anche per Siracusa (3.146 i procedimenti pendenti al 30 giugno 2017 divenuti poi 3.257 al 30 giugno 2018). Sull’argomento il Quotidiano di Sicilia nelle scorse settimane ha sentito il presidente della Corte d’Appello di Catania, Giuseppe Meliadò il quale ha detto: “Il sistema è misto, cioè il professionista delegato può anche decidere, soprattutto per le questioni più importanti presumo, la pubblicazione sui giornali. Non è esclusa, ma solo concorrente ed eventuale. Io non credo che questa sia la causa della mancata vendita di beni. La verità è che se vi è difficoltà nel vendere immobili la questione è da attribuire alla crisi del mercato immobiliare. A parer mio non si tratta di difetto di conoscenza. Questo mercato ultimamente sta dando lievi segnali di ripresa, ma negli ultimi anni le difficoltà sono state evidenti, anche per quel che riguarda le procedure esecutive. Questo è anche quello che mi segnalano tutti i presidenti dei tribunali”. DISTRETTO GIUDIZIARIO DI MESSINA MESSINA - L’incremento più rilevante registrato nella nostra isola, anno giudiziario 2017-2018, riguarda il Tribunale di Patti con l’arretrato delle procedure esecutive aumentato del 22,7%. Insieme ai Tribunali di Messina e Barcellona di Gotto, fa parte del distretto giudiziario di Messina. Dalle informazioni fornite dal Tribunale di Patti, al 30 giugno 2018, le procedure esecutive pendenti sono passate da 523 del 30 giugno 2017 a 642, con un aumento della pendenza, come detto in precedenza, del +22,7%. Per il Tribunale di Messina pendenza ridotta del 14%, mentre il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha diminuito il numero delle procedure esecutive pendenti, che sono passate da 877 al 30 giugno 2017, a 852 al 30 giugno 2018, con decrescita del -2,8%. Il Presidente della Corte d’Appello di Messina, Michele Galluccio, interpellato dal Quotidiano di Sicilia, ha ritenuto di non rilasciare commenti in merito alle criticità rilevate nelle procedure telematiche di vendita degli immobili, tuttavia nella sua relazione si ripete più volte che la grave scopertura di organico è la causa principale dell’enorme arretrato in materia di esecuzioni immobiliari. Per quanto riguarda più nello specifico la situazione del Tribunale di Patti si legge che “la riforma della geografia giudiziaria che ha determinato la soppressione del Tribunale di Mistretta e della sezione distaccata di Sant’Agata Militello, con conseguente accorpamento di tali uffici presso il Tribunale di Patti e quella relativa alla modifica della nuove piante organiche degli uffici giudiziari che ha comportato la riduzione di una unità nell’organico del tribunale di Patti, sono tra le cause delle attuali difficoltà in cui l’ufficio si trova. A ciò si aggiunga la difficile situazione per quanto attiene il personale amministrativo, a causa dei numerosi pensionamenti già intervenuti, di quelli prossimi con mancanza cronica di molteplici figure nelle varie categorie professionali (tra cui, in particolare, quella del Dirigente amministrativo)”. NORMATIVA Il 10 aprile 2018 l’obbligo di pubblicazione delle esecuzioni immobiliari nei quotidiani è cessato. Da tale data è entrata in vigore la nuova formulazione dell’art. 569 co. 4 c.p.c., che impone, “salvo che sia pregiudizievole per gli interessi dei creditori o per il sollecito svolgimento della procedura”, l’utilizzo di modalità telematiche per la vendita forzata immobiliare. La pubblicazione delle esecuzioni immobiliari sui quotidiani, dunque, non è più obbligatoria ma opzionale. Ciò significa che spetta al giudice responsabile del procedimento decidere contestualmente anche la pubblicazione cartacea. Read the full article
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Una miniatura del conte di Fersen realizzata da Hall "L'insieme non è di tipo scandinavo. Si penserebbe piuttosto ad un giovane tedesco di grande razza, ma l'espressione ha non so che di grazia francese. Nei suoi tratti vi è più finezza e aristocrazia che non vigore imperioso. Le tempie serrate stringono il cervello. La bocca è di un arco perfetto, la sua piega volitiva sembra spiegare i lunghi silenzi; un mezzo sorriso un po' triste gli erra sulle labbra. Dolce è lo sguardo degli occhi turchino d'acciaio, profondamente incavati nelle orbite, grandi e belli, per quanto coperti a metà dalle palpebre ricadenti".
(Descrizione tratta dall'Eclair tracciata da una parente del conte con l'aiuto di una miniatura realizzata da Hall per la regina. Questa miniatura fu affidata a Fersen da Maria Antonietta pochi giorni prima della fuga di Varennes. Fu trovata, dopo la morte del conte nel 1810, assieme ad altri ricordi. Oggi appartiene ai suoi discendenti.)
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Dior e i cappelli della collezione Cruise 2019: l’intervista a Stephen Jones
Il cappello è un elemento decisamente importante della collezione Cruise 2019 di Dior, che ha sfilato due giorni fa a Chantilly, in Francia. La maison ha affidato la realizzazione degli ‘hats’ a un grande nome della moda, Stephen Jones, che ha dato vita a una serie di modelli in linea con l’idea creativa della stilista Maria Grazia Chiuri.
“Maria Grazia è stata ispirata dalle Escaramuzas, le celebri cavallerizze messicane”, ha spiegato Jones. “Le ho mostrato una serie di cappelli, alcuni pensati per il giorno, altri per la sera da abbinare agli abiti ampi e lunghi”.
Guardate in esclusiva su Vogue.it il video dedicato a Stephen Jones, e scoprite tutti i retroscena dei cappelli realizzati per la collezione Cruise 2019 di Dior.
L'articolo Dior e i cappelli della collezione Cruise 2019: l’intervista a Stephen Jones sembra essere il primo su Vogue.it.
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Dior Haute Couture SS17 - Paris Musée Rodin
And suddenly the delicate nymphes of a dream garden appear...
Buonissima la prima per Maria Grazia Chiuri al debutto con la Collezione Couture SS17 per Dior. Docili fanciulle si muovono leggiandre in un giardino incantato, ninfee boschive, angeliche e sognanti avanzano in un labirinto verde indossando lunghi abiti in tulle come ali di farfalla. Un’atmosfera gioiosa, soffusa di gentilezza e poesia. Splendidi gli accessori dal tocco naturalista ed il makeup creato da Peter Philips, etereo, trasparente, impreziosito da un firmamento di stelle.
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La festa di San Giuseppe a Guardialfiera
Mia nonna mi ha insegnato che si tratta di una devozione, e non di una tradizione. Ed è proprio così.
Sono cresciuta in casa di una delle poche famiglie che, per devozione a San Giuseppe, organizzano la famosa “tavola”. Sono cresciuta cercando di comprendere cosa spinga una persona a spendere tanti soldi, a dedicare tanto tempo e a vivere le sue giornate in funziona di quella unica giornata in cui il 90% delle persone non pensano altro che a mangiare gli squisiti maccheroni con la mollica.
Ho visto mia nonna fare la salsa ad agosto e metterne da parte per San Giuseppe, fare l’olio a novembre e conservarne litri e litri per San Giuseppe. Ho visto mia nonna raccogliere le lumache, impastare chili chili di farina per gli ‘sfrngiun, cucinare 30kg di pasta per gli ospiti occasionali e non, ordinare mezzo quintale di “pagnotelle” da distribuire ai paesani.
E’ chiaro che solo la devozione ti spinge a fare questo, e a farlo con tanto amore. Eppure, ancora oggi, dopo due anni che abbiamo smesso di preparare la “tavola”, molte dinamiche non mi sono ben chiare. Ma sento che mi manca qualcosa. Non so, forse saranno gli occhi tristi di mia nonna in questi giorni di festa.
Per chi non conosce la festa di San Giuseppe, credo che questo passo di Francesco Jovine la descrive la meglio.
"Quelli di Marzo sono giorni in cui in paese si festeggia San Giuseppe. Un vecchio, una vecchia poveri entrambi, e un bambino vengono prescelti per costituire la Sacra Famiglia. Dopo la Messa solenne i due vecchi si avviano alla casa dove sono invitati tenendo per mano il bimbo che precede al centro. Sono puliti, assestati, compunti; il bimbo è vestito secondo la usanza campagnola, come un adulto: di scuro con calzoni lunghi, scarpe chiodate, cappelluccio tondo; e si guarda intorno con gli occhi stupiti, serio e grave come quelli che lo accompagnano. Lungo la via principale il terzetto incontra altre "Sacre Famiglie" che hanno la stessa aria, la stessa andatura. Arrivati nella casa designata, S. Giuseppe, la Madonna e il Bambino dicono: 'Gesù e Maria'. La famiglia devota che è in gruppo ad attenderli risponde: 'Oggi e sempre'. In una stanzetta appartata c'è la tavola allestita per gli ospiti: le donne della famiglia servono il pasto, scalze e silenziose. Neanche il vecchio, la vecchia e il bambino parlano; tutto il pasto deve svolgersi muto, senza che nessuno osi turbare l'atmosfera di austera devozione che è nell'atto. Benchè il pranzo sia di tredici portate, maccheroni con mollica fritta, fagioli, ceci, riso, lumache, funghi, pesce ecc. la funzione si svolge rapidamente: le vecchie mandibole dei due sacri ospiti chissà quanto impiegherebbero a masticare quel ben di Dio. Così assaggiano appena le portate; i resti vengono scrupolosamente mandati nelle 'coscine' a casa, insieme con un pane enorme che pare la pietra di un'aia. Partita la "Sacra Famiglia" s'inizia il banchetto comune, più rumoroso, allegro, con numero imprecisabile di ospiti. La tavola è apparecchiata. Chiunque entri e chiede in nome di Gesù e Maria può sedersi a tavola e mangiare. Gli saranno serviti i ceci e i fagioli: grandi, tiepidi, ben cotti, saporiti di sale e di olio verde. Questi legumi sono l'orgoglio e il vanto delle donne che si sono alzate due ore prima dell'alba per metterli al fuoco nelle grandi pentole di coccio e hanno sentito nel vento di marzo brontolante sul camino, la voce paterna del Santo che concede la sua grazia e l'abbondanza alle sue devote. A tavola, ritualmente, si dice che ceci così grossi e saporiti, fagioli così teneri e bianchi, solo la santa bontà del Patriarca immacolato può ottenerli. Tutti lodano il Santo e mangiano e bevono; ma i veri pezzenti, quelli irsuti, laceri e imploranti che il occasione della festa calano da Morrone e da Lupara, da Castebottaccio, non osano sedersi; portano la bisaccia per il pane e il secchietto per la minestra. Finita la questua vanno solitari a saziarsi all'ombra delle fratte già fiorite di albaspina." da "Viaggio nel Molise" di Francesco Jovine
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