#Margaret Le Fay
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You know, there’s a lot of talk to be made about the fact that age wise Lord Raith and Nicodemus Archleone are contemporaries - about the implications there, at what point their paths first crossed and where were they in their lives when it did, in what manner has it since even if indirectly.
Whether mutual gain, competing, neutral etc...for example they both knew Margaret, Nicodemus even knew of Thomas which bar the Raiths no-one else seems to have known about. Which implies contact even after she left Lord Raith and went into hiding and/or for some reason Nicodemus was using Anduriel to spy on them.
It’s interesting to think of!
Although my brain has also merged the really fun concept of this post with that speculation - and the combined implications has made thinking of both things together even more chaotic (and great for it with these two).
#lord raith#nicodemus archleone#dresden files#the dresden files#white court vampires#the white court#margaret le fay#denarians#order of the blackened denarians#post by me
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No one is just one person, you, for example, are both cain and abel... — José Saramago (trans. Margaret Jull Costa)
Morgana Pendragon, Ward of Camelot, the Last High Priestess of the Triple Goddess
#morgana pendragon#merlin#bbc merlin#morgan le fay#jose saramago#margaret jull costa#tina talks#merlin mb#happy no more merlin on netflix day#my mbs
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Twisted Wonderland Oc Masterlist
Ramshackle
Ellis Clawthorne (The Ramshackle Prefect)
Heartslabuyl
Astrid Aneira (Twisted from Anna)
Molly Primrose (Twisted from Wendy Darling)
Savanaclaw
Artemis Woodman (Twisted from Man)
Octanivelle
Fabian Nacht (Twisted from Flynn Rider)
Marina Baleen (Twisted from the Neverland Mermaids)
Scarabia
there seems to be nothing here…
Pomfiore
Stella Vega (Twisted from the Wishing Star)
Odette Cygnet (Twisted from Duchess Swan)
Ignihyde
Aimée Amore (Twisted from Aphrodite)
Sabrina Von Puppe (Twisted from Sally)(coming soon...)
Diasomnia
Victoria Le Fay (Twisted from the Three Fairies)
Ivy Villosa (Twisted from Rosetta)
Gwendolyn Schnee (Twisted from Periwinkle)
Terrovania (belongs to @/terrovaniadorm/@/hallowed-delights)
Alice Darius (Twisted from Lady Dimitrescu)
Lilith Winchester (Twisted from Lucy Westenra)
Lizzie Shelley (Twisted from Lisa Swallows)
Staff
Margaret Parapluie (Twisted from Mary Poppins)(coming soon...)
Edward Rodgers (Twisted from Captain Hook)(coming soon...)
RSA
Sanwaii (belongs to @/twsted-princess)
Hoshiko Itsuki (Twisted from Lala/Little Twin Stars)
Hikari Itsuki (Twisted from Kiki/Little Twin Stars)
Fableheart (belongs to @/jasdiary)
Reina Carrion (Twisted from Mira Shards/The Evil Queen) (coming soon...)
Toytoriya (belongs to @/toytoriyadorm / @/revivemyreverie )
Blair Handler (Twisted from Barbie)
#my ocs!!!!#ellis clawthorne#victoria le fay#twisted wonderland#twst#ivy villosa#artemis woodman#aimée amore#gwendoyln schnee#fabian nacht#hoshiko itsuki#hikari itsuki#alice darius#astrid aneira#stella vega#odette cygnet#lilith winchester#reina carrion#molly primrose#marina baleen#masterlist#lizzie shelley
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10 ott 2023 17:41
“ETTORE MO ERA UN GRANDE, ANZI UNICO” – IL GIORNALISTA RENZO CIANFANELLI RICORDA IL GRANDE INVIATO DI GUERRA, SCOMPARSO ALL’ETÀ DI 91 ANNI: “AUTODIDATTA GENIALE, NELLA VITA AVEVA FATTO DI TUTTO. CAMERIERE DI BORDO, TENORE, ISTITUTORE IN UNA SCUOLA PER CIECHI, INSEGNANTE DI FRANCESE. A LONDRA LO SCOPRÌ PER CASO PIERO OTTONE: ‘MIA MOGLIE CERCAVA UNA BABY-SITTER. ERO IN CASA E SI PRESENTÒ LUI... – LA MEMORABILE CONCLUSIONE DELL’INTERVISTA A DARIO FO: “GRAZIE, FO”; “GRAZIE, MO” - VIDEO -
ADDIO A ETTORE MO
Dal profilo Facebook di Renzo Cianfanelli
Era un grande, anzi unico. Autodidatta geniale, nella vita aveva fatto di tutto. Cameriere di bordo, tenore di opera lirica. Istitutore in una scuola per ciechi. Insegnante perfino di francese.
A Londra lo scoprì per caso Piero Ottone, all’epoca corrispondente per il Corriere. “Mia moglie Hanne cercava una baby-sitter e aveva messo un’inserzione sull’Evening Standard. Ero in casa e si presentò lui, un piccolo ragazzo entusiasta. ‘Ma veramente mia moglie cerca una donna’, gli dissi. E lui ‘non importa, il lavoro con i bambini lo faccio io. Voglio vivere a Londra. Scriverò delle storie. Il mio sogno è di fare come Hemingway. Anzi ho portato qui dei racconti’….”
“Fai vedere”, lo interruppe Ottone. Cosi incominciò il tirocinio di Ettore Mo al Corriere della Sera, aiuto corrispondente abusivo senza contratto. Erano gli anni della Swinging London, della principessa Margaret che amava il suo scudiero colonnello Townsend, ma non lo poteva sposare perché divorziato, dello scandalo Profumo, ministro che costretto a dimettersi perché aveva “mentito in parlamento” su una storia di prostitute, dei Beatles e di Mary Quant inventrice della minigonna.
Ettore era pagato 50 lire per ogni riga pubblicata ma aveva talento da vendere. I suoi pezzi uscivano con la sigla V. (per Vice), poi dopo Ottone vennero a Londra Alfredo Pieroni con Pietro Sormani, Vero Roberti con Leonardo Vergani, Edgardo Bartoli e altri.
Ettore Mo aveva una tenacia, una capacità di lavoro impressionante. La firma gradualmente divenne E. Mo. e poi, qualche volta a titolo di premio Ettore Mo, sul Corriere d’Informazione e sulla Domenica del Corriere. Gli anni passavano. Ettore ebbe la fortuna di sposare una ragazza inglese altrettanto tenace. Nacquero anche tre figli, cosa possibile anche senza contratto grazie al Welfare State che allora funzionava sul serio. L’ufficio di Londra al Daily Telegraph in pratica era la sua vera casa dove lui era sempre presente fino a tarda notte.
I colleghi italiani con firme prestigiose, anche se gli davano del “lei”, senza il suo aiuto non avrebbero potuto mandare avanti il lavoro. Il piccolo “Mr Mo” invece a Fleet Street, frequentando i pubs dove andavano i reporters inglesi lo conoscevano e stimavano tutti, gli passavano anche notizie perché lo consideravano uno di loro.
Alla fine, senza sindacati né raccomandazioni né appoggi, per l’indispensabile Mo successe il miracolo. Il direttore al Corriere era Giovanni Spadolini, poi sostituito da Piero Ottone. “Non si può andare così, bisogna fargli un regolare contratto” fu deciso a Milano. C’erano però, nel mondo chiuso, bizantino autoreferenziale del giornalismo italiano, dei grossi problemi. Ettore era bravissimo sì, ma per legge doveva essere retrocesso per 18 mesi a semplice praticante, e poi superare a Roma l’esame di Stato.
Con l’intera famiglia, così Ettore Mo fu trasferito a Monte Mario, a spese del giornale, e destinato provvisoriamente al ruolo di “trombettiere”. Doveva cioè rimanere per l’intera giornata nella sede del Messaggero, giornale di Roma e segnalare al Corriere a Milano le notizie di cronaca della capitale. Promosso.
Giornalista professionista, a Milano qualcuno pensò che, avendo fatto nella vita anche il Tenore, Mo poteva andare bene per la Redazione Spettacoli. Lui non si scompose. Resta memorabile una sua intervista a Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura, che si spiritosamente conclude con le parole: “Grazie Fo”. “Grazie Mo”.
Ma la vera apoteosi per Mo doveva venire più tardi. Verso i 45-50 anni, quando i cronisti che non hanno la tempra di Hemingway incominciano a tirare i remi in barca. Ettore non era uno di questi. Si mise in testa di andare in Afghanistan, e finalmente riuscì a realizzare il suo sogno di sempre: viaggiare, conoscere il mondo, a volte anche rischiando la vita. Ha scritto mirabili storie su guerre tragedie e rivoluzioni, raccolte in decine di libri che restano una parte fondamentale dell’arte di cercare di capire le cose e spiegarle. Ha continuato a viaggiare, a navigare verso terre sconosciute con la curiosità dell’esploratore e raccontatore, senza protagonismi ridicoli e incurante del tempo che passa, fino a ben oltre gli ottanta e più anni. Era questa in fondo l’ansia che spingeva verso l’ignoto l’omerico Ulisse. Addio marinaio.
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Regina Mills est le maire de Storybrooke, petite ville du Maine, aux États-Unis. C'est également la mère adoptive d'Henry Mills, abandonné à la naissance par sa mère Emma. Après l'arrivée de cette dernière à Storybrooke, 28 ans après la création du Sort noir, Regina se sent menacée. En effet, elle représente à la fois la menace de lui reprendre Henry, mais aussi et surtout de rompre le Sort noir qu'elle a répandu sur tous les habitants de la ville, provenant d'un monde où les contes existent.Près d'une année plus tard, Emma parvient à rompre le Sort noir et Regina se retrouve destituée de son statut de maire. Elle s'exile quelque temps chez elle tout en tentant de reprendre la garde de Henry. Sa mère la retrouve et la persuade d'assassiner M. Gold afin de s'emparer de son pouvoir pour ensuite récupérer son fils. Cependant, elle est manipulée par sa belle-fille et voit sa mère mourir sous ses yeux. Regina s'empare du chemin de la vengeance, mais renonce à tuer Mary Margaret tout en réfléchissant à un moyen de quitter la ville. Plus tard, elle est arrêtée et torturée par Greg et Tamara, mais découvre que ces derniers ont enlevé Henry pour le confier à un puissant sorcier. Elle parvient à récupérer Henry et participe à la capture de Pan en s'alliant avec son ancien maître, M. Gold. Revenue à Storybrooke, Regina est toutefois remerciée par sa belle-fille, mais se voit définitivement contrainte à abandonner son fils à Emma, devant annuler son Sort noir face à la menace de celui de Pan. Afin de préserver Henry, elle lui confie de nouveaux souvenirs ainsi qu'à Emma afin qu'ils vivent heureux sans la mémoire de Storybrooke. Regina fait disparaître la ville et ramène tous les habitants au Royaume enchanté où une nouvelle menace les attend. De retour, ils n'ont aucun souvenir de leur année passée. Emma et Henry reviennent à Storybrooke. Regina commence à changer de camp et à se tourner vers les héros. Une chose qui n'est pas sans difficulté, car elle est toujours attirée par la facilité du mal, mais pour Henry, fait des efforts. Elle est en pleine rédemption avec des menaces qui planent en permanence au-dessus de la ville et ses habitants. Regina hérite de la magie de sa mère Cora, qui l'a apprise de Rumplestiltskin avec un livre de sorts. En suivant le même enseignement, Regina développe de nombreux pouvoirs. Bien que moins puissante que sa demi-sœur Zelena en magie noire, elle la surpasse en magie blanche. Plus tard, elle enseigne la magie à Emma Swan et à Javotte. Sa magie se manifeste en violet. Outre les sortilèges de base, Regina se spécialise en enchantements, en préparations de potions et métamorphoses. Elle sait ainsi arracher les cœurs, concocter des poisons ou des contre-sorts et duper ses proies par des impostures. Je ne fais pas un copier/coller de la série, mais je m'inspire des grands moments de celle-ci pour établir des contextes. Je peux également jouer Regina dans la Forêt Enchantée et non à Storybrooke si vous le souhaitez, en gentille ou en Méchante Reine. Je recherche cependant à jouer Régina durant leur année de retour dans la Forêt après la fin de Peter Pan si cela intéresse quelqu'un.
Joue avec : Emma Swan
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Keith Green - Create in me a clean heart (with subtitles)
L'Esprit de vérité met l'accent sur la pureté et la droiture afin que nous marchions tous dans la vraie sainteté et crainte de l'Éternel.
« C'est pourquoi, Sortez du milieu d'eux, Et séparez-vous, dit le Seigneur ; Ne touchez pas à ce qui est impur, Et je vous accueillerai. Je serai pour vous un père, et vous serez pour moi des fils et des filles, dit le Seigneur tout-puissant. Ayant donc de telles promesses, bien-aimés, purifions-nous de toute souillure de la chair et de l'esprit, en achevant notre sanctification dans la crainte de Dieu. » (2 Corinthiens 6:17-18 et 7:1)
♥ ♥ ♥
(Psaume 51 : Psaume de retour à Elohim) Confession et restauration de David
Au chef de musique. Psaume de David. Lorsque le prophète Nathan vint à lui après que David fut allé vers Bath-Shéba.
Use de grâce envers moi, ô Dieu, selon ta bonté ! Selon la grandeur de tes compassions, Efface mes transgressions ! Lave-moi pleinement de mon iniquité
Et purifie-moi de mon péché ! Car moi, je reconnais mes transgressions Et mon péché est continuellement devant moi. Contre Toi, contre Toi seul, j'ai péché Et j'ai fait ce qui est mal à tes yeux, De sorte que tu seras justifié quand tu parles, Trouvé irréprochable quand tu juges. Voici, je suis né dans l'iniquité et ma mère m'a conçu dans le péché. Voici, tu veux la vérité dans l'homme intérieur Et tu me feras comprendre la sagesse dans le secret [de mon cœur]. Purifie-moi du péché avec de l'hysope et je serai pur ! Lave-moi et je serai plus blanc que la neige ! Fais-moi entendre l'allégresse et la joie, Et les os que tu as brisés se réjouiront. Cache ta face loin de mes péchés et efface toutes mes iniquités ! Crée en moi un cœur pur, ô Dieu, Et renouvelle au-dedans de moi un esprit affermi ! Ne me renvoie pas loin de ta face et ne m'ôte pas ton Esprit saint ! Rends-moi la joie de ton salut Et qu'un esprit de bonne volonté me soutienne !
J'enseignerai tes voies aux transgresseurs Et des pécheurs reviendront à toi. Délivre-moi de la culpabilité du sang versé, Ô Dieu, Dieu de mon salut ! Ma langue acclamera ta justice.
Seigneur, ouvre mes lèvres et ma bouche annoncera ta louange !
Car tu ne prends pas plaisir aux sacrifices, autrement j'en donnerais ; L’holocauste ne t'est pas agréable. Les sacrifices de Dieu sont un esprit brisé. Ô Dieu, tu ne mépriseras pas un cœur brisé et humilié !
Dans ta faveur, fais du bien à Sion ! Construis les murs de Jérusalem ! Alors tu prendras plaisir aux sacrifices de justice, A l'holocauste et au sacrifice [qu'on brûle] tout entier. Alors, on offrira des taureaux sur ton autel. “
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Create In Me by Margaret Becker
Dans toute la Bible, Dieu appelle ceux qui lui appartiennent. Déjà dans la Genèse, après la faute d’Adam, Il lui disait :
“Où es-tu ?” (Genèse 3:9)
On a parfois de la difficulté à croire que Dieu nous appelle :
“ Qu'est-ce que l'homme, pour que tu fasses tant de cas de lui, pour que tu lui portes tant d’attention ? “ (Job 7:17 et Psaume 8:4)
Le défi spirituel de l’homme est non seulement d’entendre Son Appel, mais d’y répondre : connexion entre la transcendance et l’immanence.
Revenons à Lui pendant qu’il est encore temps.
“Revenez à YHWH, votre Elohim; Car il est plein de grâce et miséricordieux, Lent à la colère et grand en bonté.” (Joël 2:13)
“Je ne ferai pas peser sur vous un visage irrité, car je suis bon, dit YHWH ; Je ne garderai pas ma colère à toujours.” (Jérémie 3:12)
“Revenez à moi de tout votre cœur.” (Joël 2:12)
“REVENEZ DONC et VIVEZ” (Ézéchiel 18:32)
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Ei fu Fax : Soddisfatti dall’esito del concepimento di un primogenito nel 1979, i coniugi Mac Allister riattivano la filiera pelvica nel 1982 per assortire di una secondogenita il nucleo familiare. Delusi quando l’ecografo spoilera la presenza di un paio di testicoli fluttuanti nelle brodaglie amniotiche. I perforanti proclami bellici di Margaret Thatcher, a difesa delle Falkland, valicano l’ambulacro uterino sollecitando il feto a una posizione patriottica che si manifesta con distacco della placenta e parto prematuro. La nascita di Fax Mac Allister coincide con l’anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, della Lotta di Liberazione eritrea e del golpe libico di Gheddafi. Cresce in un contesto italo britannico a fosche tinte afro-coloniali. Sviluppa dimenticabili velleità artistiche dalle quali si annovera la considerazione del maestro di danza “È talmente fuori tempo quello che fai che diventi scenicamente interessante.” Diventa attivista culturale per la Dickens Fellowship. Sogna di condurre un morning show radiofonico ma inforca le cuffie nei call center. Cura ad Asmara degli studi etimologici sul proprio nome per scoprire che tigrina è la matrice, ma littoria la contaminazione. Seguono stagioni di smarrimento identitario ed espiazione di ataviche colpe che lo legano al popolo eritreo. Nel 2025 subisce una rapina a Durban. Lo zaino sottratto contiene l’unica copia della sua autobiografia. Diserta la scena sociale. Quattordici anni dopo uno speaker di Kovsie FM trova il manoscritto fra le riviste in una lavanderia a Bloemfontein. Legge le pagine in diretta radio per rintracciarne l’autore. Hollywood, Bollywood e Nollywood si contendono i diritti. Fax viene trovato in una stanza dell’Hotel Torino a Massawa. L’autopsia sentenzia: decesso avvenuto cinque anni prima nel corso di attività onanistica ispirata da un cartonato a dimensioni reali di Vin Diesel.
tratto da “A life in a Fax” di Fax Mac Allister Copyright © All right reserved Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente racconto, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque mezzo stampa, audio, video piattaforma tecnologica, rappresentazione scenico-teatrale, supporto o rete telematica, senza previo accordo con Fax Mac Allister
[email protected] http://www.faxmacallister.com
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Okay but THIS IS GENUINELY SUCH A COOL EXTENSION OF MY ORIGINAL IDEA! Especially the fact that there's the possibility of there being two protagonists, and how it might affect the story!
Firstly: The protagonists absolutely would have rivaling Personas, maybe Arthur and Lancelot since Lancelot eventually betrayed Arthur within Arthurian Legends? And maybe akin to Fire Emblem Fates or the Tales of Xilia games, you as the player has to choose which side you want to be on!
There's also a LOT of possibility for whatever Personas our team could have, given that even though there are 12 main Knights of the Roundtable in legend, there were believed to be over 155+ in actuality! We could have a Navigator using Merlin or Morgan Le Fay and provide some really cool, flashy buffs!!
Maybe the UI could have a really cool medieval theme, and when you look for your social links it creates a round-table roulette effect?
There's also the question of how our characters would dress, and if they'd be some form of knights or maybe their own visions of what a "hero" and "villain" looks like?
On the subject of the Velvet Room, imagine if depending on who you choose (if you get that choice), it changes! So for the sibling/protagonist that is more aligned with the antagonists, it takes the form of the war torn landscape showing the recent and growing aftermath of a bloody battle. Perhaps maybe it represents the more darker path this one is taking and the risks it has, putting those they care about in harms way to attain their goal as they grow closer to the Shadows. And their Velvet room attendant reflects this too like you mentioned, being a woman akin to Boudicca with a spear and a powerful personality like Caroline!
But for the sibling that is more aligned with being a vigilante, its more of an aged battle field that's been long forgotten, the blood is long washed away, the weapons are rusted and ancient, and the natural growth of nature has overtaken it all. And all around the room, little clusters of blue flowers and butterflies persist as we meet our other Velvet room attendant, a more fairy-like woman who is graceful and soft spoken (kinda like the Lady of the Lake or the Fairy queen Titania x Margaret), carrying a book or scroll of sorts?
And maybe as the story progresses, the rooms change and eventually combine together as our protagonists reunite and join forces, like the Velvet room no longer being a prison for the P5 protagonist!
Reblog OP, you cooked and I LOVE IT! THANK YOU!!!
Alright, crazy Persona 6 concept, hear me out;
What if the Personas our team uses are based either on the Knights of the Roundtable from Arthurian legends, or figures from Gaelic and Celtic stories and mythology?
From what we know of Persona 6 so far, the game's main color is green, which is often associated with nature, growth, harmony, fertility, and freshness. It can also be related to the themes of greed, envy, and wealth, and in Japan, can also be seen as a lucky color!
The code name for the game has also been revealed to be the word "carbon", which if you know, carbon is of course a very important element as it not only helps plants produce oxygen for us, but also regulates our planets temperature!
Many of the Persona games have themed teams of Personas, with each one being related to the overall concepts of the game, such as the theme and setting of the dungeons:
Persona 3's are all themed around Greco-Roman heroes, villains, and Gods, their respective affects on Greco-Roman mythology, and if they traveled into Tartarus (i.e. Orpheus, Castor and Pollock, Cerberus)
Persona 4's are all themed around Japanese heroes and Gods of myth, primarily related to the Izanagi and Izanami myth (i.e. Amaterasu, Susano-o, Take-Mikazuchi)
Persona 5's are all themed around literature and notorious rebellious figures and Gods who have challenged the status-quo, some as outlaws, others as rebels for their own cause (i.e. Arsene Lupin, Milady, Prometheus)
My idea primarily ties with the ideas of nature and the connections that both the Knights of the Roundtable and Celtic/Gaelic mythology inherently has to them. Perhaps our group and protagonist are trying to be heroes by healing nature, or trying to help society become less dependent on technology?
Or maybe, similar to the Phantom Thieves, are trying to bring justice to some individuals by acting as "heroes" or "knights", and protect those that are in need? And our group acts as these heroes, entering whatever shadow world to fight off evil doers in the name of heroism.
But what if this also turns against them too? And forces them to make hard decisions to decide what it truly means to be a "hero" and what it means to be a "villain?"
Of course this is all silly rambles but, if you're a fan of Persona, tell me what you think! What type of Personas or theme would you like to see in the next game? Tell me down below in the notes!
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I remember reading a headcanon somewhere, which stated Nicodemus once offered Margaret Le Fay the coin of Lasciel - and I do think I consider it to be very likely canon.
It makes too much sense for what we know of Margaret, what sort of individual Lasciel goes with - and how Nicodemus operates, for him to have not at least offered at some point in knowing her.
I wonder if she would have considered it though, or if it would have been a swift no.
#margaret le fay#margaret le fay dresden#nicodemus archleone#dresden files#the dresden files#order of the blackened denarians#post by me
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vacuam noctem
- Thomas Wraith
#thomas wraith#thomas raith#vacuam noctem#empty night#dresden files#dresden#harry dresden#Margaret Le Fay#le fay children
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Julia Margaret Cameron (1815-1879), “So like a shatter’d Column lay the King”, 1875, albumen silver print, The J. Paul Getty Museum
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Portrait of Mary Hillier, William Warder, Mrs. Hardinge, an unidentified woman, and two hooded figures in costume and posing as the characters from the accompanying Alfred, Lord Tennyson poems titled “The Passing of Arthur”. Two of the women, Vivien and Morgan le Fay, place a dying King Arthur in a wooden boat to take him to Avalon.
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DOUBLE TAG thanks @badassbutterfly1987 and @narastories
3 ships:
First, an OT3 that does not have enough attention. Jack Sparrow/Elizabeth Swann/ James Norrington.
A pairing that's an insidious perma headcanon now. Nicodemus Archleone / Margaret le Fay.
A pairing that's nice to revisit when the mood strikes. Greg House/ James Wilson.
first ever ship: Takari. Yes, as in TK and Kari from Digimon Adventure.
last song: "My God" The Killers
last movie: (aside from the 23/7 replay of Christmas Movies) Glass Onion again now that its on Netflix! Worth seeing it in theaters, even better one demand.
currently reading: Dresden Files RPG Booking "Our World"
currently watching: starting White Lotus for Mom.
currently consuming: GINGERBREAD LATTE.
tags: @corroded-coffin , @cyr-frey
tag 9 people you’d like to get to know better
Thanks for the tag @narastories
3 ships: Thomas Raith/Justine (Dresden Files), Geese Howard/Billy Kane (Fatal Fury), Count Dracula/Jonathan Harker (Dracula)
first ever ship: so I used to be really into Transformers, the Bayverse movies were my introduction but I didn’t get into fandom shipping until I saw the TFP version. My reaction to the Optimus Prime/Megatron interactions was basically “oh, they’re exes.” Although I didn’t actually start writing fics until a couple years ago when I got into the Dresden Files.
last song: ‘Hypnotic’ by Zella Day
last movie: I watched a volcano documentary on netflix
currently reading: just started rereading Dead Beat for a fic
currently watching: a playlist of Amanda the Jedi movie reviews
currently consuming: nothing
tags: @rion-writes , @laurabeatrix
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Perché vanno al potere solo le donne di destra di Jennifer Guerra In questi giorni si discute molto del ruolo delle donne al potere. Tra l’incapacità della politica italiana di produrre il nome di una candidata per il Quirinale e l’elezione alla presidenza del Parlamento europeo di Roberta Metsola, grazie alla quale tutti i vertici europei sono ora ricoperti da donne, sembra ci sia accorti solo adesso della secolare assenza delle donne dai luoghi decisionali. Ma c’è un dettaglio in più che non può più passare inosservato: con poche eccezioni, tutte le figure politiche femminili più rilevanti degli ultimi anni sono espressione di tendenze conservatrici, quando non proprio di destra. A partire dall’ultima arrivata, Roberta Metsola, che a Malta fa parte del Partito nazionalista ed è nota per le sue posizioni antiabortiste, che le sono quasi costate l’elezione. Sempre in ambito Europeo, sia Christine Lagarde che Ursula Von Der Leyen non sono certamente figure progressiste, così come una delle donne più importanti che abbiano calcato la scena politica degli ultimi anni, Angela Merkel. Anche in Italia non va meglio: a ricoprire la seconda carica dello stato, la presidenza del Senato, c’è la forzista Maria Elisabetta Alberti Casellati e una delle leader di partito più rilevanti degli ultimi anni è Giorgia Meloni. Le donne di sinistra sono praticamente assenti, sia nelle cariche istituzionali che nei vertici di partito. In effetti sembra strano: da un punto di vista ideologico, la destra affida alla donna un ruolo più tradizionale, quindi lontano dalla vita pubblica. L’emancipazione femminile è vista come un tema “di sinistra” e i movimenti femministi si sono sempre mossi più o meno in quell’ambito. Ciò non toglie che anche una donna di destra possa battersi per i diritti delle donne, ma quando guardiamo le leader conservatrici ora al potere, quasi nessuna fa una politica di genere, modellata sulle esigenze e le istanze femminili. Questa è una prima spiegazione possibile: molte politiche conservatrici adottano in tutto e per tutto l’unico modello di potere disponibile: quello maschile. Per farsi spazio in un’arena politica in mano agli uomini, la strategia è quella di confondersi con loro, come ha insegnato l’antesignana di questa strategia, Margaret Thatcher. Tutto può piegarsi a questa esigenza: dalla scelta dell’abbigliamento all’insistenza nel non utilizzare le cariche al femminile e farsi chiamare al maschile. Si tratta di un’adozione che non è mai esplicita, perché non si pensa al modello maschile come qualcosa di caratterizzato dal genere, ma come espressione di neutralità. Non a caso nelle interviste queste figure prendono le distanze dal loro essere donne e chiedono di essere valutate per le loro politiche. Una richiesta comprensibile, ma che tradisce anche una specie di mascherata. L’apparente neutralità delle politiche conservatrici, capaci di “annullare” il loro genere nella sfera pubblica, non può che piacere a un elettorato che percepisce con fastidio le questioni femminili e femministe. (...) Se la destra è riuscita a produrre delle leader che hanno giocato le carte del genere a loro favore, nulla di tutto questo è accaduto con la sinistra. La spiegazione più semplice di questo fatto è che a essere sessista non è solo il gretto maschilista tradizionalista che pensa che le donne debbano stare in cucina. Esistono molti modi di essere sessisti, anche se si è di sinistra e anche se a parole ci si spende per i diritti delle donne. Tutti siamo immersi in una cultura patriarcale che ci condiziona e abbracciare un’ideologia progressista non ci rende immuni dal mettere in atto comportamenti discriminatori o paternalistici. Quindi, di uomini sessisti, che non credono che le donne non siano capaci di fare politica, che le trattano come creature da proteggere e non come loro pari è pieno anche a sinistra. (...) Le donne esplicitamente femministe, poi, sono ancora viste come una minaccia: se fai politica di genere, fai politica di parte e ci sono sempre altre priorità nel Paese del benaltrismo. E spesso è proprio questo determinare a priori come una donna dovrebbe far politica che porta molte a rinunciare in toto a quella che sembra essere un’impresa impossibile. Ma senza donne leader di sinistra, non c’è nessuno in grado di controbilanciare lo strapotere del potere maschile, anche quando incarnato da una donna.
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De Princesse Mononoké à Totoro: Hayao Miyazaki, défenseur de la nature
Es
Eléna Pougin 14/06/2019
Déjà dans les années 1980, le prolifique Hayao Miyazaki questionnait l'apparent conflit entre les hommes et la nature.
Pourtant réalisées des années 1990 aux années 2000 pour la vaste majorité, les œuvres d’Hayao Miyazaki, célèbre cofondateur du Studio Ghibli, connaissent un regain d’intérêt en France. Pour cause, ce précurseur évoquait depuis déjà bien longtemps certaines thématiques, aujourd’hui devenues fondamentales. Entre féminisme et pacifisme, il a en effet dressé de nombreux constats à travers ses animes, en apparence seulement esthétiques.
Parmi ceux-ci, un portrait alarmant de la relation qu’entretiennent les hommes avec l’environnement. La lecture qu’on semblait faire par le passé à la découverte des œuvres de Miyazaki semble s’être muée en une compréhension plus urgente encore, quant aux différents problèmes environnementaux que le monde connaît. Aujourd’hui, ses films d’animation résonnent dans une ère de réchauffement climatique exacerbé, où le plastique s’impose comme l’un de ses responsables.
Image : Shita et Pazu regardant un papillon dans la main d’une créature.
© Le Château dans le ciel
Nature magnifiée, suprême et préservée
Ce qui amène le spectateur à s’interroger sur le regard que Miyazaki porte sur la nature, c’est d’abord la façon particulière avec laquelle il la dépeint, dans une beauté presque surréaliste. Cette exubérance, illustration sublimée de la nature, apparaît parfois comme surfaite tant elle semble impossible en 2019.
Pour autant, Hayao Miyazaki s’attache avec beaucoup de délicatesse à inventer des lieux toujours plus surprenants et magiques, à l’image de la grotte souterraine couverte de cristaux bleutés dans Nausicäa de la vallée du vent.
La forêt paisible de Mon Voisin Totoro est elle aussi le reflet de l’envie de Miyazaki d’offrir un paysage quasiment utopique. Cette intention pourrait facilement servir de témoin, révélant ce que l’homme aurait à perdre s’il venait à valoriser l’industrialisation et le progrès technique au détriment de l’environnement. D’ailleurs, la place qu’occupe la technologie au sein de l’œuvre de Miyazaki demeure très limitée, preuve que celle-ci serait à ses yeux responsable de la destruction de ces panoramas florissants.
Cet exercice complexe, à travers lequel le réalisateur perfectionne la nature, est permis à travers les codes de l’animation, qui donnent à Miyazaki la possibilité, par le mouvement, de rendre la nature d’autant plus vibrante. Dans tous les cas, l’environnement dépeint par Hayao Miyazaki ne porte les traces d’aucune conséquence des inventions humaines. Plus encore, il apporte souvent un retour à une forme traditionnelle de la culture japonaise, à son origine la plus stricte, avant l’apparition de toute technologie.
Le Château dans le ciel et sa splendide ville ancienne de Laputa témoignent du caractère presque mystique des paysages imaginés par l’illustre dessinateur. Pour Miyazaki, la nature est un trésor à chérir et à préserver avant toute autre chose. Il révélait ainsi dans Orikaeshi-ten : “L’intérêt ne porte pas seulement sur les relations entre les humains. Le monde dans son ensemble, autrement dit les paysages, le temps qu’il fait, la lumière, les plantes, l’eau, le vent, tout cela est magnifique et je fais tout mon possible pour que cela soit inclus dans nos films.”
Image : Totoro allongé au milieu d’une forêt entourée de végétation.
© Mon Voisin Totoro
Humanité et nature, un conflit avec le respect comme seule solution
Et si le prisme de Miyazaki est aujourd’hui envisagé comme dépassé, par le décalage de ses paysages avec beaucoup de ceux de notre époque notamment, il est avant tout le point d’orgue d’un conflit majeur, responsable de nombreux dilemmes environnementaux : l’humanité et la nature peinent à cohabiter. Comme s’il fallait faire un choix entre l’industrialisation et l’écologie, il réalise à chaque fois deux mondes bien distincts, aux frontières bien définies entre l’ancien et le moderne.
Dans Nausicäa de la vallée du vent, il va même plus loin en imaginant un monde ravagé depuis des centaines d’années par les innovations de l’homme. Symbolisée par le personnage de Nausicäa, une lutte s’organise afin que puissent réapprendre à vivre ensemble les hommes et la nature. En effet, dans la dernière parcelle de Terre encore vivable, la nature devient effroyable, puisqu’elle a développé le fukaï, spore toxique que la forêt utilise pour se protéger de la pollution causée par les humains. L’environnement est personnifié. Dès lors, Miyazaki ne laisse qu’une porte ouverte, qu’une seule solution – celle d’apprendre à vivre sur les bases d’un respect mutuel afin de résoudre le conflit. Environnement comme humanité auraient en effet bien plus à perdre à s’affronter frontalement, plutôt que d’apprendre à exister l’un auprès de l’autre.
C’est un peu la même chose avec Ponyo sur la Falaise, où Fujimoto tente de créer un élixir capable de renforcer la faune marine, afin de la protéger des déchets et pollutions humaines. Ici, la nature use de sa suprématie pour contrer les inventions des hommes. De ce fait, l’environnement élaboré par Hayao Miyazaki finit bien souvent par devenir étouffant et surpuissant par rapport aux humains. Mais c’est en montrant la possibilité d’un monde meilleur, où tous pourraient coexister, que le changement est le plus à même de s’effectuer.
Du reste, Margaret Talbot, journaliste au New Yorker, racontait que le réalisateur méprisait les technologies et les voyait comme "un effacement de la richesse culturelle". Selon elle, il anticipait le retour à un monde sans artifice, tourné vers l’essentiel. Un monde sans capitalisme donc.
Enfin, le Château dans le ciel, de nouveau, montre les vestiges de cette civilisation disparue, où la nature a repris ses droits et s’est protégée par l’aide de robots géants, qui continuent d’exister malgré les siècles. Miyazaki ne semble pas hostile au progrès technique, mais souhaiterait simplement pointer du doigt ses risques. Il envisage un monde où pourraient se répondre nature et inventions de l’homme, et ce sans avoir besoin de lui et de ses tendances matérialistes, voire consuméristes.
Image : Deux personnages entourés de végétation.
© Nausicäa de la Vallée du Vent
Une primauté de l’environnement sur les hommes
Loin de lui l’envie de donner une leçon ou de faire la morale à ses spectateurs, Hayao Miyazaki souhaite avant tout laisser ceux qui regardent ses œuvres se construire leur propre opinion. À chaque fois, il s’efforce de recentrer la place de l’homme dans le paysage, et de lui dresser un tableau dans lequel il est l’égal des autres créatures du monde dans lequel celui-ci vit. Opposé à l’idée d’un homme qui dominerait la nature et la manierait selon ses besoins et envies, il propose en échange un univers plus spirituel, où espèces, végétation et êtres humains seraient à la même échelle.
Princesse Mononoké est le symbole de cela, garante de la protection de la nature et de l’engagement de son réalisateur pour l’environnement. L’essence même du film repose sur des enjeux environnementaux, où les animaux, à l’image du fameux cerf-dieu, sont radioactifs et déformés, conséquence d’un développement industriel outrancier.
Peter Schellhase, auteur de The Conservative Vision of Hayao Miyazaki, a identifié le fait que les personnages des films du Studio Ghibli “essayaient de maîtriser la nature, pour dominer politiquement d’autres cultures, ce qui engendrerait inévitablement une destruction de l’environnement et de l’humanité.”
Ainsi, l’homme devient la cause d’un profond déséquilibre entre les espèces, et amène, dans le film, à la création d’un combat majeur entre les loups et les cochons. Force est de constater qu’à chaque fois que les animaux se rebellent dans ses films, c’est avant tout à cause d’un agissement humain. Ashitaka, par exemple, fut maudit à cause d’un animal, devenu fou parce qu’il a reçu une balle de fusil dans sa chair. À partir de là, le conflit précédemment évoqué devient physique, plus que moral, et dépasse les frontières de l’entendement, dévastant l’environnement au passage.
Réalisé en 2008, Ponyo sur la Falaise, lui, n’hésite pas à montrer le regard pessimiste de Miyazaki au début des années 2000. Il y dénonce le traitement des déchets, quand le personnage principal, un poisson à visage humain, doit se frayer un chemin parmi eux pour s’échapper d’un filet de pêche. Par la même occasion, celui-ci reproche aux humains le chalutage, technique utilisée par les pêcheurs, qui traîne les animaux dans les fonds marins jusqu’au rivage, avec des dégâts directs sur les écosystèmes.
Le Voyage de Chihiro est lui aussi représentatif de la non-acceptation de Miyazaki de la domination des humains sur la nature. La pollution des rivières y est évoquée durant toute une séquence, où un esprit mal intentionné et pollué se rend aux thermes. Finalement, la petite Chihiro réalise là encore que ce dernier n’était pas responsable et ne souhaitait pas dégrader les thermes par sa saleté, mais possédait malgré lui tout un tas de déchets industriels provenant des humains, qui se déversaient dans les eaux que les Hommes utilisaient eux-mêmes pour leurs bains. Un véritable cercle vicieux.
Image : Ponyo et un manta nageant dans un océan rempli de déchets avec un filet derrière.
© Ponyo sur la Falaise
Un regard idéalisé et spirituel sur les enjeux environnementaux
Imaginer un monde égalitaire, loin des industries, semble aujourd’hui très éloigné des possibilités que nous offre notre siècle. Les films du Studio Ghibli pourraient davantage être perçus comme des moyens d’échapper à la réalité de la pollution et de l’urbanisation, plutôt que comme de réels moyens de remettre en question des pratiques de société.
Parfois même, comme dans Le Château ambulant, Miyazaki pervertit son propre univers, en sous-estimant les conséquences que pourrait avoir le château dans la vraie vie, lui dont la fumée noire se répand le long des villages qu’il traverse.
Se préoccuper de l’environnement reste toutefois un leitmotiv pour le Japon, qui est souvent confronté à des catastrophes naturelles, et a dû donc apprendre depuis longtemps à minimiser son impact sur la biodiversité afin d’éviter d’autres évènements dramatiques. Ce besoin fait donc partie inhérente de leur religion, à travers le shintoïsme et le bouddhisme, les deux religions majoritaires du Japon.
Aux yeux de Miyazaki, la nature semble donc appartenir à tout un ensemble de significations magiques, parfois religieuses – à l’instar de Totoro, un esprit dont le r��le est de protéger la forêt. Véritable tradition japonaise, la préservation de l’environnement est une part entière de leurs religions et de leur mode de vie. Les habitants de l’Archipel y sont ainsi encore très attachés. Autant qu’il défend l’environnement, Miyazaki offre alors un regard religieux sur notre rapport avec la nature. En effet, les kamis, des esprits prenant une forme physique aléatoire, sont gracieusement célébrés au cours des films.
La forêt est ainsi un lieu sacré, que les Japonais se doivent de préserver, et qu’ils ne peuvent surtout pas fouler sans autorisation. Princesse Mononoké incarne une vision de cette nature et s’impose en figure de sauveuse, déterminée à réparer les erreurs de ses ancêtres. La protection de la nature étant inscrite à travers leur religion, le spirituel qu’apporte le dessinateur à ses œuvres peut dès lors inciter lui aussi à respecter l’environnement.
Pour les Japonais, les films du Studio Ghibli incarnent de ce fait le choc entre un Japon moderne et un Japon traditionnel, tout comme la nécessité de cohabiter de ces deux mondes. Au contraire, l’Occident tend plutôt à interpréter les œuvres du réalisateur comme des hommages et parfois des préventions, quant à l’état de l’environnement.
Imagen: Kaonashi ofreciendo un objeto a Chihiro.
© Le Voyage de Chihiro
Le refus d’une société sans éthique environnementale
Hélas, tous les personnages de Hayao Miyazaki ne sont pas des défenseurs de l’environnement, à l’image de Porco Rosso, qui balance à la mer des centaines de mégots tout le long du film.
Toutefois, le réalisateur, en fidèle marginal, pose malgré tout les bases d’un monde où la modernité pourrait se délier de la nature, pour ne pas la gâcher. Peu radical, il opte pour une solution dans laquelle il suffirait de trouver un juste milieu, respectueux des nécessités de tous, ce qui semble peu cohérent au vu de l’urgence climatique.
Miyazaki tente, en réalité, de rappeler aux hommes à quel point la nature est précieuse et qu’il est de nos priorités de la respecter, et de ne pas la considérer comme acquise. Il révèle alors par l’animation, la nature qu’on aurait perdue, ou que l’on risque de perdre, si nous ne changeons pas très vite nos habitudes. Nostalgique d’un Japon qu’il a peut-être un peu trop idéalisé, il essaie tant bien que mal de rappeler la valeur que la nature a, en la chargeant de symboles et de significations spirituelles.
Son œuvre devient donc intemporelle, et d’autant plus puissante dans le contexte actuel. Elle rappelle aussi les notions du pacifisme, en ce que jamais le célèbre dessinateur n’essaie d’imposer ses idées ou n’exige de changer radicalement notre mode de vie. Peut-être tout simplement que Miyazaki refuse d’accepter la fin d’une époque non-industrialisé au Japon, une époque où la nature prévalait encore sur les hommes. Victime de ce tournant radical vers une société de consommation dans les années 1960 - le “miracle” économique japonais -, Miyazaki pourrait vouloir renier cette nouvelle société, qui semble abandonner toute éthique environnementale.
Image : San chevauchant un loup dans une forêt entourée de créatures.
© Princesse Mononoké
Source: Konbini
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coucou ! si tu cherches une modèle pas trop connue (un peu) mais pas trop joué je crois, je peux te proposer en suggestion margaret qualley ! imgbox(.)com/g/q03oXgvPEx la galerie est toute petite mais si elle t'inspire, libre à toi de prendre les shoots que tu veux ! au passage j'en profite pour te dire que j'aime beaucoup ce que tu fais, ton évolution dans ton graff est fou, c'est de plus en plus sublime :)
Hello! Merci pour ton gentil message, ça fait plaisir! ❤️ Ce n’était pas prévu à la base, mais je suis parti sur une thématique horreur pour cette fournée, probablement parce que, well, Halloween approche à grands pas. 👀
Je me suis éclaté à les faire, mais n’hésite pas à repasser si tu préférerais des avatars on va dire plus traditionnels, je comprendrais que passé le 31 octobre, ce soit un peu bizarre mdrrrr.
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What I wanna know is why Dresden keeps calling them that when he's pretty much for sure heard what they call themselves...
Oh, and mild Changes spoilers coming up, so skip this if you need to.
I'd bet $20 to a stick of gum that the Circle's original meeting was what Margaret Le Fay tried to bring her dad into when they had that fight that tipped off Duchess Ariana Ortega...
"There is no Black Council" sounds an awful lot like "You Know Who is not back" and "there is no war in Ba Sing Se."
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