#MIMMO ROTELLA
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thunderstruck9 · 2 days ago
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Mimmo Rotella (Italian, 1918-2006), Icona Pop (Marilyn), 1980. Décollage on canvas, 67 x 67 cm.
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jokeanddaggerdept · 5 months ago
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public---mags · 2 months ago
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Africa, Africa Mimmo Rotella 2005
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sesiondemadrugada · 10 months ago
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Mimmo Rotella.
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thegianpieromennitipolis · 9 months ago
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
GLI STRATI DEL TEMPO
«Fino alla nascita dei décollage, nel 1953, io facevo della pittura neo-geometrica. Avevo studiato tutti gli stili e tutti i più grandi maestri, da Kandinskij a Mondrian, da Picasso a Matisse. Poi mi trasferii per due anni negli Stati Uniti, e realizzai una mostra anche lì. Quando tornai in Italia, non volevo più dipingere, perché ero giunto alla conclusione che tutto ormai, in pittura, fosse stato fatto. Una mattina del ’53, mi trovavo nel centro di Roma, e osservavo i muri completamente tappezzati di manifesti pubblicitari lacerati. Ciò mi colpì moltissimo, e pensai: ‘Ecco le nuove immagini che io devo dare al pubblico’. Nessuno aveva mai fatto questo. Così è nato il décollage: è stata una sorta di… illuminazione zen. Allora uscivo di notte dal mio studio e rubavo i manifesti dai muri. Una sera venne a vedere i miei lavori un critico giovane e molto intelligente, un filologo, Emilio Villa. Fu entusiasta, e mi disse: ‘Tu stai inventando una nuova forma d’arte, che va al di là della pittura’. Mi invitò ad allestire una mostra con sei pittori romani sul Tevere. All’inaugurazione c’era un critico americano, il quale sostenne nella sua recensione che l’unico a proporre un nuovo messaggio ero io. Mi definì ‘neo-dadaista’.».
Con queste parole Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 – Milano, 8 gennaio 2006) rievocava la nascita del "decollage", intuizione capace d'innovare il linguaggio artistico del secondo Novecento, inserendosi nella scia della Pop Art, dell'Informale, del Nouveau Réalisme, del NeoDada.
Tuttavia, gli schemi non raccontano.
Indicano un percorso, delle assonanze, dei richiami.
Non bastano: gli artisti fanno storia a sé.
La libertà in quegli anni convulsi è massima.
La tecnica diviene essa stessa fenomeno creativo, così prorompente da ribaltare il tradizionale rapporto tra significante e significato, fino a una semiosi inaspettata, controversa.
Eppure dotata di una poetica profonda, ammessa, come nel caso di Rotella, all'antico mistero del tempo e delle sue infinite narrazioni.
Lo "strappo" diventa scoperta.
E quanto rimane è rappresentazione artistica di un divenire che annulla le distanze, saldando passato e presente.
Suggestione del perenne.
Nascosto.
Svelato.
- Mimmo Rotella, "Europa di notte", 1961, Mumok, Vienna
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studio-p · 8 months ago
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Casa Vogue n. 18 , supplemento al n. 640 di Vogue Italia, Dicembre 2003
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thegameofart · 6 months ago
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Mimmo Rotella
(vía ARTE-PRESENTACIÓN: Mimmo Rotella-Selected Early Works)
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Cinematoscope (1962), by Mimmo Rotella.
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fashionbooksmilano · 1 year ago
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Mimmo Rotella Marilyn per sempre
Marco Meneguzzo
Prearo Editore, Milano 2004, 88 pagine, 24,5 x 21,45 cm, Foto in b/n 22, Foto a colori 18, ISBN 978-8873480372
euro 20,00
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Mostra Verona, Galleria Mycollection, 24 settembre - 24 ottobre 2004
«Il gesto è quello del vandalo che di notte deturpa i cartelloni strappandone delle striscie. Si tratta di una pratica vagamente sadomasochista, potenzialmente però insita in ciascuno di noi, che Rotella ha codificato, palesato e quindi elaborato e resa accettabile. Possiamo pensare di sfregiare il nostro idolo, in un certo senso di `picchiarlo` perché comunque esso mantiene e anzi aumenta la propria bellezza, il proprio fascino seduttivo. Su scala domestica, individuale, psicologica, persino un po' voyeristica, anche l'oltraggio che Rotella procura a Marilyn è quindi una dichiarazione d'amore».
29/06/23
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the-cricket-chirps · 1 year ago
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Mimmo Rotella, Il Jazz, 1956
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uselessidea · 2 years ago
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Useless Idea: www.uselessidea.it
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drrestlesshate · 2 years ago
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Mimmo Rotella - Cocktail, 1963
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jokeanddaggerdept · 7 months ago
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explanationpoint · 1 year ago
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i made playing cards for school. photoshop was my friend, clearly. materials include magazines, newspaper, wallpaper, posters, old children’s books, and foil.
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drawdownbooks · 1 year ago
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Rip it up!We love this newly cataloged title. Contents range from the anatomy of torn posters to an overview of grain and removal techniques, with photo-documentation of faded, fragmented, ghosted, and layered poster remnants. A section on interventions and interpretations follows, tracing a migration from street to gallery, paper weavings, the transition from ads to art, poster painting, etc. Includes creative prompts!
In the late 1940s, artists like Mimmo Rotella, Raymond Hains, and Jacques Villeglé recognized the potential in these fragments, revealing the beauty of ripped posters through their works.
Can we truly appreciate these unintentional expressions in our everyday streetscape? Can we uncover their hidden stories and artistic potentials? This volume asks you to take a second look!
Designed by SerraGlia
Published by Other Editions, 2023 Printed in an edition of 300 copies
Softcover, 80 pages, 60+ full color images,
Available at Draw Down: https://draw-down.com/products/the-city-is-ours-4-torn-posters
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
LO STRAPPO DIVENTA SCOPERTA 
«…Fino alla nascita dei décollage, nel 1953, io facevo della pittura neo-geometrica. Avevo studiato tutti gli stili e tutti i più grandi maestri, da Kandinskij a Mondrian, da Picasso a Matisse. Poi mi trasferii per due anni negli Stati Uniti, e realizzai una mostra anche lì. Quando tornai in Italia, non volevo più dipingere, perché ero giunto alla conclusione che tutto ormai, in pittura, fosse stato fatto. Una mattina del ’53, mi trovavo nel centro di Roma, e osservavo i muri completamente tappezzati di manifesti pubblicitari lacerati. Ciò mi colpì moltissimo, e pensai: ‘Ecco le nuove immagini che io devo dare al pubblico’. Nessuno aveva mai fatto questo. Così è nato il décollage: è stata una sorta di… illuminazione zen. Allora uscivo di notte dal mio studio e rubavo i manifesti dai muri. Una sera venne a vedere i miei lavori un critico giovane e molto intelligente, un filologo, Emilio Villa. Fu entusiasta, e mi disse: ‘Tu stai inventando una nuova forma d’arte, che va al di là della pittura’. Mi invitò ad allestire una mostra con sei pittori romani sul Tevere. All’inaugurazione c’era un critico americano, il quale sostenne nella sua recensione che l’unico a proporre un nuovo messaggio ero io. Mi definì ‘neo-dadaista’...».
Con queste parole Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 - Milano, 8 gennaio 2006) rievocava la nascita del "decollage", intuizione capace d'innovare il linguaggio artistico del secondo Novecento, inserendosi nella scia della Pop Art, dell'Informale, del Nouveau Réalisme, del NeoDada.  Tuttavia, gli schemi non raccontano.  Indicano un percorso, delle assonanze, dei richiami. Non bastano: gli artisti fanno storia a sé. La libertà di quegli anni convulsi è massima: la tecnica diventa fenomeno creativo che ribalta il tradizionale rapporto tra significante e significato, dando vita ad una semiosi inaspettata, controversa.  Eppure dotata di una poetica profonda, annessa, come nel caso di Rotella, all'antico mistero del tempo e delle sue infinite narrazioni.  Lo "strappo" diventa scoperta.  E quanto rimane è rappresentazione artistica di un divenire che annulla le distanze saldando passato e presente.  Suggestione del perenne.
- Mimmo Rotella, “Europa di notte”, décollage su tela, 1961, Museum Moderner Kunst Foundation Ludwig, Vienna
- Sulla copertina del libro: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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