#MADONNA L'IMPERATORE
Explore tagged Tumblr posts
blogitalianissimo · 4 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media
29 notes · View notes
persa-tra-i-miei-pensieri · 2 years ago
Text
C'era una volta Pescara
Pescara (Piscara) il nome della città deriva dall'abbondanza nel fiume di pesce particolarmente buono (peschiera), prima prendeva il nome dal fiume Alterno (ostia aterni e aternum).
Il fiume Pescara nella storia fece molte volte da confine per i regni che si sono succeduti ed era navigabile.
Tumblr media
Quando la città venne distrutta rimase solo la fortezza (piazzaforte) costruita dai bizantini che cercavano di riconquistare la penisola via costa.
Sono state trovate le mura bizantine da un lato crollate per via di un maremoto probabilmente a seguito di un terribile terremoto, mentre le mura bizantine ritrovate all'interno della caserma sono ancora in piedi.
Tumblr media
L'imperatore Carlo V creò una serie di fortezze tra le quali la fortezza di Pescara proprio adiacente al porto di Pescara (la cosiddetta "serratura del regno")
Dal bastione San Vittorio, detto anche bastione bandiera, Re Vittorio Emanuele II si affacciò andando incontro a Garibaldi.
Re Vittorio Emanuele II affermò riferendosi a Pescara "Oh che bel sito se si abbattono le mura della fortezza Pescara diventerà una grande città commerciale" e così è stato.
Qui c'erano delle prigioni terribili "il sepolcro dei vivi" era chiamati il carcere (bagno penale) borbonico.
Tumblr media
La caserma di cavalleria comprensiva di una chiesetta (quella della Madonna del Carmine) era una zona molto estesa tanto da raggiungere la necropoli di Rampigna situata fuori città.
Per realizzare la ferrovia venne utilizzato il muro della fortezza.
Venne costruito sotto il regime fascista il ponte Littorio sotto il quale si teneva il mercato galleggiante delle arance.
Ennio Flaiano tra le altre cose fu grande sceneggiatore in particolare de "La dolce vita".
Inventò anch'egli come D'Annunzio alcuni termini ad esempio il termine paparazzo utilizzando il vero nome del fotografo di moda de "La dolce vita" inoltre non è un caso che le paparazze in dialetto pescarese siano le cozze che ricordano appunto il vecchio obiettivo della macchina fotografica.
Lungo l'attuale via delle Caserme al lato opposto delle caserme c'era la fanteria e le osterie.
Clemente De Caesaris salvò la fortezza di Pescara dalle truppe borboniche corrompendole con il suo oro.
Era un forte repubblicano ma per salvare la situazione chiamò i Sabaudi come reali d'Italia, però successivamente dopo aver visto come i prigionieri venivano torturati li rinnega a Torino pubblicamente in Parlamento.
Pavimento originale del '500 solo nell'attuale via Luigi D'Amico
Tumblr media
In Piazza del mercato (piazza Garibaldi) si facevano le prove delle bande, questa fu la vera prima Piazza Salotto per via dell'acustica che ricorda quella di un salotto.
Un pasticcere si inventa qui il "ritrovo del parrozzo"
Pescara viene distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
In piazza mercato si trova il cosiddetto "Monumento ai caduti" di Pietro Cascella che in realtà è il "monumento della distruzione e alla ricostruzione".
La Cattedrale di San Cetteo presenta un soffitto in legno, i pilastri sono di pietra così come i capitelli e vetrate colorate. Viene realizzata così a seguito di un patto con Gabriele D'Annunzio che voleva far seppellire la madre nella chiesa in un mausoleo. Ma invece di denaro dona un quadro del '600 del Guercino enorme e prezioso a Don Brandano, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate. Ora questo quadro è posto accanto al mausoleo della madre di D'Annunzio, mentre la chiesa è stata finanziata interamente dai pescaresi.
Tumblr media Tumblr media
La Chiesa Santa Maria di Gerusalemme era a forma circolare con 2 campanili. Forse era il riadattamento di un tempio preesistente comunque i resti ritrovati sono medievali e di stile circestense.
È questa la chiesa che venne aperta rimuovendo l'abside e che divenne Porta Nuova alla quale comunque rimaneva un solo campanile, ora invece nessuno.
Tumblr media
Teatro Vincentino Michetti al cui fianco costruisce casa sua in stile liberty con decori di arance.
Attorno a lui molti architetti pescaresi studiando questo stile (liberty) fanno di Pescara e di Castellammare quelle che furono le due città liberty famose in tutto il mondo.
Tumblr media
La parte più antica della città è dov'era Porta Sala e il convento di Sant'Agostino.
Nonostante la vicinanza con questo luogo di culto quella era via dei bordelli e non solo nel nome.
Sotto le mura della fortezza ci sono ancora dei sotterranei da esplorare.
Sotto lo strato di erba c'è un mosaico romanico
Il Ponte della ferrovia fu l'ambientazione nell'immaginazione del poeta D'Annunzio nella sua opera "Terra Vergine" al passo in cui descrive il tramonto visto dal ponte.
In mezzo alla strada sono state posizionate delle pietre del ponte romano.
6 notes · View notes
istanbulperitaliani · 4 years ago
Text
Chiesa di Santa Maria della Fonte
Tumblr media
Sono quasi 1500 anni che questo luogo é tra le mete più importanti di pellegrinaggio degli ortodossi. Alcuni la definiscono la Lourdes d’Oriente.
Le origini.
L’origine del monastero è legata ad una leggenda il cui protagonista é l’imperatore Leone I il Trace o il Grande (401-474) quando da giovane soldato dell’esercito si imbatté in un cieco che stava morendo dalla sete. Il giovane Leone sprovvisto d’acqua riuscì ad aiutare il cieco grazie all’intervento divino della Madonna che a voce, oltre a profetizzargli il suo futuro da imperatore, indicò una polla d'acqua seminascosta nel terreno. L’assetato poté finalmente bere e lavandosi il volto riacquistò miracolosamente la vista. Divenuto imperatore Leone I fece costruire attorno alla sorgente del miracolo, una chiesetta votiva dedicata alla Madonna dandole il nome di Zoodochos Pege (Sorgente di Vita, Fonte di Vita). Successivamente la chiesetta venne ingrandita da Giustiniano con il materiale rimasto dopo la costruzione della Basilica della Santa Sofia.
Il luogo, diventato poi un monastero (Balıklı Meryem Ana Rum Ortodoks Manastırı), venne raso al suolo nella prima metà del XV secolo dagli ottomani e nel corso del tempo ha subito varie vicissitudini.
Quello che attualmente sorge é la struttura risalente al 1835.
La sorgente miracolosa meglio conosciuta come ayazma (ve ne sono molte ad Istanbul, si dice che questa sia “collegata” con quella che si trova a Santa Maria delle Blacherne) si trova in una cripta sotterranea e vi nuotano dei pesci. Questi pesci sono presenti da secoli e hanno dato origine al nome turco sia all’attuale complesso ecclesiastico che all’intera zona: Balıklı (con i pesci).
Perché Madonna con i pesci?
Un racconto popolare dice che il giorno della conquista di Costantinopoli da parte degli ottomani, un monaco stava arrostendo dei pesci proprio vicino alla sorgente. Quando gli venne annunciata la conquista della città, il monaco rispose che ci avrebbe creduto solo se il suo cibo sarebbe ritornato in vita: cosa che avvenne visto che i pesci saltarono dalle braci alla sorgente!
Nella cripta sono presenti anche delle fontane dove é possibile bagnarsi con l’acqua sorgiva.
Tumblr media
Gli interni della chiesa.
La vicina chiesa ha un interno riccamente decorato con una pregevole iconostasi alla fine. Alle spalle del bianco trono episcopale c’é una icona che gli ortodossi dicono dipinta da San Luca autore, secondo la tradizione cristiana orientale, di molte icone mariane.
Tumblr media
L'icona che rappresenta la Madonna Sorgente (o Fonte) di Vita é diffusa in tutto il mondo ortodosso, mostra la Madonna con in braccio Gesù bambino circondata da angeli che sovrasta una vasca di marmo dove nuotano dei pesci. A destra c’é l'imperatore con la sua guardia e a sinistra il Patriarca con i vescovi mentre dietro compaiono le mura di Costantinopoli. In pimo piano vengono raffigurati o il giovane Leone I con il cieco oppure degli infermi.
Tumblr media
Il cimitero esterno.
Nel cortile del monastero è presente un cimitero con tombe in marmo dove riposano anche alcuni Patriarchi. Caratteristica di questo cimitero é la grande presenza di scritte in Karamanli (un dialetto turco scritto in greco) che rappresentano il più grande gruppo di iscrizioni superstite al mondo in questa lingua.  
Il monastero é aperto tutti i giorni dalle 8:30 fino alle 16:30. L’ingresso é gratuito. Una piccola offerta é ben accetta se desiderate portare con voi una boccetta d’acqua dell’antica sorgente.
Tumblr media
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
5 notes · View notes
tradizioni-barcellona · 2 years ago
Photo
Tumblr media
VENERDI 25 NOVEMBRE 2022 - ♦️ SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA♦️ Caterina d'Alessandria (Alessandria d'Egitto, 280-290 – Alessandria d'Egitto, circa 305) è venerata come santa, vergine e martire dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e, in generale, da tutte le Chiese cristiane che ammettono la venerazione dei santi. Oltre all'incerta data di nascita (probabilmente 287) e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d'Egitto nel 305 (circa), della sua vita si sa poco ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari. Esistono anche delle fonti scritte, tutte però posteriori di diversi secoli; la più antica è una Passione in greco del VI-VII secolo; poi ci sono un'altra passione dell'XI secolo e la Legenda Aurea, che risale al XIII secolo. Secondo la tradizione, Caterina era una bella giovane egiziana e la Legenda Aurea specifica che era figlia del re Costa, il quale la lasciò orfana giovanissima, e che fu istruita fin dall'infanzia nelle arti liberali. Caterina venne chiesta in sposa da molti uomini importanti, ma ebbe in sogno la visione della Madonna con il Bambino che le infilava l'anello al dito facendola sponsa Christi. Nel 305 un imperatore romano tenne grandi festeggiamenti in proprio onore ad Alessandria. Anche se la Leggenda Aurea parla di Massenzio, molti ritengono che si tratti di un errore di trascrizione e che l'imperatore in questione fosse invece Massimino Daia, che proprio nel 305 fu proclamato Cesare per l'oriente nell'ambito della tetrarchia (Governatore d'Egitto in quell'anno era invece, fin dal 303, il prefetto Clodio Culciano, che non pare possa essere il protagonista della storia). Ricordiamo inoltre che la data del 305 non è stabilita con certezza. Caterina si presentò a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano riti pagani con sacrifici di animali e accadeva anche che molti cristiani, per paura delle persecuzioni, accettassero di adorare gli dei. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese all'imperatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità, argomentando il suo invito con profondità filosofica. L'imperatore, che secondo la Leggenda Aurea sarebbe stato colpito sia (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/ClYHr63oifT/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
pacotvideo · 8 years ago
Photo
Tumblr media
ANFITEATRO ROMANO di TERAMO (1°) #GoPro #GoProHero5Black Il #TeatroRomano di #Teramo (#Abruzzo), edificato in età augustea intorno 30 a.C., è decisamente il più interessante e meglio conservato tra i teatri del Piceno. #ProvinciaDiTeramo #VivoTeramo #VolgoTeramo #Teramo2017 Testimonianza dell'importanza della città di Teramo, l'antica #Interamnia, il monumento ha subito ripetute manomissioni e si presenta profondamente cambiato e non solo dal tempo passato, rispetto a come lo aveva concepito l'imperatore Adriano, che era nato nella vicina Atri, antica Hatria, da cui il nome. #BestTeramoPics #InstaTeramo L'antica città romana a Teramo si estendeva dall'attuale piazza Martiri della Libertà alla Madonna delle Grazie e da via Stazio a Torre Bruciata, circondata tutta da mura alte! #IgersTeramo #Igers_Teramo I resti del teatro sono a tre metri e mezzo sotto il piano stradale! #IgTeramo #Ig_Teramo (presso Produzione Video a Teramo (Abruzzo) - PacotVideo.it di Cicconi Vincenzo)
0 notes
diotifaboca-blog · 8 years ago
Photo
Tumblr media
Nuovo post- La storia di Diego Renato Maradona.. Era l'8 maggio del 1886 ed un farmacista di Atlanta, Georgia, Stati Uniti d'America, di nome John Stith Pemberton, che ventuno anni prima era divenuto dipendente dalla morfina a causa di una ferita quasi mortale durante la Guerra di Secessione, nel tentativo maldestro di cercare un rimedio alla sua dipendenza, alle sue sofferenze e nel cercare di combattere gli attacchi di emicrania e la stanchezza cronica sempre più frequenti, inventò, involontariamente, la bevanda più famosa della storia. Di lì a poco quella sostanza quasi magica avrebbe preso il nome di Coca Cola, dalle due sue principali componenti, le noci di Cola e le foglie di Coca appunto, e la sua diffusione sarebbe stata così veloce, capillare e senza precedenti nella storia dell'umanità, seconda forse solo all'invenzione della ruota, che ben presto sarebbe stato possibile trovarla anche nel più sperduto bar dello Zimbabwe, o della Cambogia, dove magari non avranno avuto la corrente elettrica e l'acqua potabile, dove il cibo era razionato in un solo pasto al giorno, ma una lattina di 'Coke', come tanto piace chiamarla agli americani per sentirsi fighi, quella no, non poteva mancare. Ecco, forse Pemberron non lo sapeva, ma in quel preciso giorno di maggio di tanti anni fa, aveva appena creato un impero senza precedenti ed una dipendenza forse ancora più forte di quella che dava la morfina stessa. La Coca Cola è presente ovunque voi andiate. Non esiste al mondo bar, angolo di via, compleanno o scafale di casa che non abbia avuto l'onore e l'onere, almeno una volta, di ospitare una bottiglia in vetro di questa magica droga. Un giorno mi capitò di berne una addirittura su un'isola deserta nel mezzo del Mar Rosso, poco fuori la città di Hurgada. Ecco, in questa isola, o meglio questo insieme di piccole isole e scogli che si chiamano 'Giftun', e nel quale una volta arrivati vi sembrerà di non essere neanche più su questa terra, visto il paesaggio quasi lunare con cui si presentano, non c'e praticamente niente, se non un mare da sogno: non c'è un albero, non c'è una sedia, un albergo, non c'è una panchina, un ombrellone da cui riparai dal sole. No. Niente. Eppure c'è un bar, con un frigorifero pieno zeppo di ghiaccio che vende quasi esclusivamente Coca Cola allo stesso costo con cui molto probabilmente devono vendere i reni al mercato nero del traffico di organi. Non si scappa dalla Coca Cola, ovunque si abbia il piacere di andare. Mi sarebbe tanto piaciuto vedere la faccia di Felipe Monteiro Diogo la prima volta che ne assaggiò un sorso tra le vie che delineate dalle case diroccate della periferia di Jundiaí, Stato di San Paolo, Brasile. Deve esserne diventato dipendente in quel preciso istante. Così, in Sudamerica, dove i soprannomi vengono dati a tutti, dove se non hai un soprannome non sei nessuno, dove anche le nuvole, anche i cani hanno un soprannome, figuriamoci l'estro dei calciatori, dove Adriano Leite Ribeiro prima di diventare 'l'Imperatore' era 'Pipoca' per via di quei pop corn che la nonna gli preparava dopo ogni partita e di cui andava pazzo, lá, dove Edmundo divenne 'O'Animal' per via del suo carattere scorbutico, dove Román è 'El ultimo diez', Recoba il 'Chino' per via di quei tratti somatici così orientali, mentre quel piede ha sempre parlato puramente uruguagio, dove Jorge Valdivia è 'El Mago' e Ronaldo 'il Fenomeno' per via di note doti calcistiche che andavano al di lá del sovrannaturale, così Felipe Monteiro Diogo diventa 'Sodinha', per via di quell'amore quasi viscerale nei confronti delle bibite gassate. Durerà poco, ma sarà davvero intenso. Cresce calcisticamente nel Paulista Futebol Clube, la squadra della sua città con la quale anche se praticamente solo come ragazzo delle giovanili, vince l'unico vero trofeo nella storia del club dal 1909: la Coppa del Brasile 2005 ai danni di uno dei mostri sacri brasiliani, il Fluminense. Lo nota l'Udinese che lo porta in Italia ma che non lo fa mai giocare. Va in prestito al Bari di Antonio Conte che il primo giorno di allenamento, non appena vede il modo con cui Sodinha accarezza la palla cospargendola di miele, si volta verso un suo collaboratore e esclama 'Questo è divino', non sapendo però che il rapporto tra i due si incrinerà quasi subito, di lì a pochissimo viste le diverse vedute sul ruolo da ricoprire in campo, dato che Don Antonio vorrebbe ricucire a Felipe un posto davanti alla difesa, ad inventare alla Pirlo, ma lui, di giocare lì, dove c'è da correre e lottare, proprio non ne vuol sapere. Molto meglio sedersi a tavola, a rimpinzarsi di schifezze e a guardare video rap. Molto meglio cospargere il proprio corpo di tatuaggi. Così via, in giro per l'Italia: Paganese, Portogruaro, Triestina, Udinese, giocando solo quattordici partite in tre anni, perché il calcio sarà anche importante, ma il cibo di più. Nel 2012 torna in Brasile, al Ceará, ma non scende in campo neanche un minuto. Arriva quindi il Brescia, ed è qui, nella patria che fu di Roberto Baggio, Pep Guardiola, Luca Toni e Dario Hübner, che trova finalmente la sua dimensione, giocando con continuità da trequartista e alternando a chili di carbonare anche delle prestazioni sublimi. Celestiali. Felipe è il classico ragazzo a cui Dio ha poggiato la sua mano sulla testa regalandogli il talento. La classe più pura. Segna gol a Cesena che se lo avesse messo a segno Neymar il novantacinque percento dei giornali mondiali gli avrebbe assegnato il Pallone D'Oro d'ufficio, senza neanche votazioni, come molte volte in verità capita quando non sanno a chi darlo veramente e lo assegnano più sulla fiducia che su inreali meriti sportivi riguardanti quell'anno in particolare. Solo che a metterlo a segno è stato Sodinha e quindi non se lo caga nessuno. Segna un gol al Bari al 92' con un fantastico sinistro nel sette. 'È la dura legge del gol' cantavano gli 883. Verrai ricordato per il numero di reti, non per la poesia. Ecco perché i Pratto sono più pagati dei Riquelme. Ma i gol non si contano, si pesano. Sodinha è come il calabrone che non sa che la sua struttura alate non gli permetterebbe di volare, ma non sapendolo, vola lo stesso. O meglio, Felipe sa che il suo fisico non è adatto per giocare a calcio, ma lui, esattamente come il calabrone, se ne sbatte altamente il cazzo e quindi ci meraviglia lo stesso. Gigi Maifredi, al tempo consulente delle rondinelle, lo definì un Renato Pozzetto con i piedi di Maradona, anche se penso che difficilmente Felipe abbia mai esclamato 'E la Madonna' o si sia mai fermato a vedere per intero 'Il Ragazzo di Campagna', mentre quel sinistro magico si, a volte, il buon Diego, lo ricordava. Diego Renato Maradona, oppure Diego Armando Pozzetto. Non era adatto per giocare, un po' come quel fantastico attaccante di nome Mario Jardel ai tempi dell'Ancona, eppure ben presto Brescia si innamora di lui, in un modo quasi indivisibile. Fisico da Derby del Cuore, piedi alla Ronaldinho. Uno Zico buttato via. Il cibo rimane però la cosa più improntante nella sua vita, molto più che degli allenamenti, tanto che in un'intervista post-gara dopo una vittoria del Brescia con annesso gol dichiarò 'Cosa vorrei per festeggiare questi tre punti? Una teglia maxi di lasagne'. Eppure, Felipe, era l'unico calciatore al mondo diviso perfettamente in due: il fisico era lo stesso, se non peggio, di un qualsiasi elettricista sovrappeso che i giovedì sera invernali sfida il freddo per andare a giocare con gli amici nei campetti di Terza Categoria, ed in fondo è quello che Felipe fa veramente nelle sere infrasettimanali, quando, di nascosto, andava a giocare con gli amici a calcetto anziché starsene a casa. I suoi piedi, invece, avrebbero potuto tranquillamente giocare nel Real Madrid. Avrebbero potuto duettare al fianco di Messi oppure infiammare i cuori della Kop. Aveva un tiro terrificante, un vero e proprio castigo di Dio. Aveva un lancio illuminante che cadeva sempre perfettamente ed esattamente dove doveva cadere. Dove Felipe gli comandava di andare a morire. Sullo scarpino del compagno di turno. Quelle poche volte che si accendeva e che il suo fisico glielo permetteva veramente, riusciva a fare le stesse cose che fa Messi solo con 40 kg in più di grasso corporeo. E riuscire a fare quello che fa Leo, con quella panza, è quasi da santificazione immediata. Un mago panzone. Un fenomeno sovrappeso. 'A me questa pancia piace, e piace pure alle ragazze' piaceva ricordare a chi gli chiedeva come si sentiva con se stesso. Il suo peso però lentamente inizia a dilaniargli le ginocchia, sempre più soggette ad operazioni ed infortuni, così, a soli 27 anni, e dopo aver giocato solo tre partite nel Trapani nel 2015, formando con Citro una delle coppie almeno fonomenicamente parlando meglio assortite della storia, decide di dire basta. Il cibo ha vinto. John Stith Pemberton ha vinto. Però Felipe ha lasciato un ottimo ricordo nel mondo del calcio, tanto che il suo ultimo allenatore, quella vecchia volpe di Serse Cosmi, decide di scrivergli una lettera davvero commovente. Eccola: 'Magari non ironizzerei” di Crozziana memoria, mi torna in mente. Mai così appropriato come in questo caso! Il riferimento è per Felipe Sodinha che in questi giorni non tanto ha rescisso il contratto col nostro Trapani, ma ha, addirittura, annunciato il ritiro dal calcio giocato per problemi fisici e, nello specifico, per problemi ad un ginocchio. Io, invece, voglio ironizzare ora che l’amico Felipe non potrà più giocare. Voglio ironizzare su tutta una serie di personaggi che non ha mai lesinato degli apprezzamenti disgustosi sull’eccessivo peso del ragazzo (addirittura pensavano anche di essere spiritosi). Il problema vero è che i mediocri hanno sempre detestato il talento, magari pensando che fosse un dono che avrebbero meritato solo loro. Magari perché hanno studiato tanto, si sono laureati col massimo dei voti, oppure hanno incarichi in società di calcio importanti dopo aver frequentato per anni i sottoscala più putridi del calcio nostrano. Invece no, il Padre Eterno regala questo dono pescando anche negli angoli più bui del nostro mondo. Felipe sicuramente ha fatto degli errori, anche grandi, ma solo la sfortuna, intesa come infortuni seri (cinque operazioni), gli ha impedito di esprimere quello che avrebbe fatto felice non solo i suoi tifosi, ma tutti i veri amanti del calcio vero, quello della classe pura, della tecnica unica, di una fantasia disarmante. Ci mancherai Felipe. Mi toccherá sentire ed ascoltare elogiare fenomeni di giocatori alti 1,90 cm, di grande corsa, che per guidare o stoppare la palla (sì, la palla!!!) impiegano ben cinque secondi, mentre tu lo facevi in meno di uno. Con me hai giocato 213 minuti. Ti giuro, sono stati molto più belli di campionati interi giocati da altri. Un abbraccio Felipe ed un consiglio: evita tour nazionali per salutare persone che oggi, solo oggi che hai detto basta, fanno finta di essere dispiaciuti. La maggior parte, non tutti per fortuna, sono gli stessi che ti hanno voltato le spalle ed ironizzavano (loro sì) sui tuoi 90 e passa kg. Cerca, se puoi, di regalare a tanti bambini la tua immensa classe, cercando di insegnargli qualche giocata delle tue… Ed i mediocri torneranno a trovare un nuovo Sodinha su cui accanirsi e, magari così, a vincere le loro frustazioni. Un abbraccio, mi e ci mancherai! Serse Cosmi' Ecco, e se lo dice il buon Serse, un duro come lui, un comandante così, beh, io non ironizzerei davvero tanto su questo fatto. Buon proseguimento e 'Boa Sorte', Felipe, ci mancherai. https://youtu.be/FI503IiEdvs https://youtu.be/Ipr5Kq7kQ8Y https://youtu.be/cG3kSNEiURI
0 notes
tradizioni-barcellona · 3 years ago
Photo
Tumblr media
GIOVEDI 25 NOVEMBRE 2021 - SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA Caterina d'Alessandria (Alessandria d'Egitto Egitto, 287 – Alessandria d'Egitto Egitto, 305) è venerata come santa, vergine e martire dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e, in generale, da tutte le Chiese Cristiane che ammettono la venerazione dei santi. Oltre all'incerta data di nascita (probabilmente 287) e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d'Egitto nel 305 (circa), della sua vita si sa poco ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari. Esistono anche delle fonti scritte, tutte però posteriori di diversi secoli; la più antica è una Passione in greco del VI-VII secolo; poi ci sono un'altra passion] dell'XI secolo e la Legenda Aurea che risale al XIII secolo. Secondo la tradizione, Caterina era una bella giovane egiziana e la Legenda Aurea specifica che era figlia del re Costa, il quale la lasciò orfana giovanissima, e che fu istruita fin dall'infanzia nelle arti liberali. Caterina venne chiesta in sposa da molti uomini importanti, ma ebbe in sogno la visione della Madonna con il Bambino che le infilava l'anello al dito facendola sponsa Christi. Nel 305 un imperatore romano tenne grandi festeggiamenti in proprio onore ad Alessandria. Anche se la Leggenda Aurea parla di Massenzio, molti ritengono che si tratti di un errore di trascrizione e che l'imperatore in questione fosse invece Massimino Daia, che proprio nel 305 fu proclamato Cesare per l'oriente nell'ambito della tetrarchia (Governatore d'Egitto in quell'anno era invece, fin dal 303, il prefetto Clodio Culciano, che non pare possa essere il protagonista della storia). Ricordiamo inoltre che la data del 305 non è stabilita con certezza. Caterina si presentò a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano riti pagani con sacrifici di animali e accadeva anche che molti cristiani, per paura delle persecuzioni, accettassero di adorare gli dei. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese all'imperatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità, argomentando il suo invito con profondità filosofica. #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia (presso Alexandria, Egypt) https://www.instagram.com/p/CWsIi49s32h/?utm_medium=tumblr
0 notes
istanbulperitaliani · 8 years ago
Text
Santa Maria delle Blacherne.
Tumblr media
Non molto distante dalle Mura di Costantinopoli sorge Santa Maria delle Blacherne. L’edificio odierno risale alla seconda metà dell’800 ma si trova sul luogo che per secoli é stato uno dei principali santuari della cristianità.
Le origini
Santa Maria delle Blacherne fu fatta erigere nelle vicinanze di una sorgente d’acqua, ritenuta sacra, dall’imperatrice Aella Pulcheria e completata dal marito l’imperatore Marciano nel V secolo. Il santuario venne abbellito ed ampliato dagli imperatori successivi diventando un complesso di tre edifici: la Chiesa di Santa Maria che custodiva l’icona della Madonna Blachernitissa (Madonna orante); l’Hagia Soros (cappella del reliquario) che custodiva il velo (maphorion) della Vergine e il Mandylion un fazzoletto che recava un'immagine del volto di Gesù ritenuta miracolosa; l’Hagion Lousma (il bagno) una piscina dove l’imperatore bizantino ogni 15 Agosto (Festa delle dormizione della Madonna) si immergeva per tre volte nelle sacre acque.
Tumblr media
Reliquie come talismani
Le reliquie oltre ad essere oggetto di venerazione, erano considerate dai bizantini come dei potentissimi talismani. Venivano portate in processione durante gli assedi che subiva Costantinopoli. Memorabile quello che accadde durante l’assedio russo dell’860, quando venne immerso nel mare il velo della Madonna. In base al racconto dello scrittore bizantino Simeone Logoteta e secondo l'antica cronaca russa, dopo l’immersione si scatenò una tempesta che distrusse la flotta assediante.
In questo affresco russo del 1644 si vede l'imperatore bizantino Michele III e il patriarca Fozio immergere il velo in mare.
Tumblr media
Il miracolo abituale
Secondo la storica e principessa bizantina Anna Comnena (1083-1153), nella chiesa avveniva il cosiddetto “miracolo abituale”: ogni venerdì dopo il tramonto, il velo di seta che copriva una icona della Vergine si alzava da solo e da solo si abbassava all'ora nona del sabato. Il fenomeno non era un miracolo, nel senso etimologico della parola, ma un semplice spettacolo diffuso anche in Europa, durante il Medioevo. Nelle chiese si utilizzavano delle macchine per gli spettacoli non liturgici chiamati “misteri”. Mystére, spettacolo simbolico in Francia; auto sacramental, sacra rappresentazione in Spagna; passionsspiele, mistero della passione in Germania; myracle-plays, rappresentazioni sacre in Inghilterra. I “misteri” venivano realizzati per aumentare la devozione dei fedeli. La rappresentazione del miracolo abituale cessò completamente dopo la conquista latina di Costantinopoli del 1204.
Il 29 febbraio 1434 un incendio distrusse l'intero complesso ed il quartiere circostante. L'area venne completamente abbandonata durante l'Impero ottomano. Nel 1867, dei greci-ortodossi acquistarono il terreno vicino alla sorgente sacra e vi fecero costruire la chiesa di oggi.
La chiesa é decorata con icone ed affreschi e al suo interno c’é l’ayazma (sorgente sacra) dove é possibile lavarsi gli occhi ai rubinetti della fontana. Un'iscrizione in greco moderno recita: “Nipson anomemata me monan opsin” (Lava i tuoi peccati non solo gli occhi). E’ una iscrizione palindroma: può essere letta in entrambi i sensi.
L'acqua cade in una galleria sotterranea che, secondo la tradizione, collega l’ayazma con l’altra che si trova nella Chiesa di Santa Maria alla sorgente.
Tumblr media
Una curiosità: A partire dalla dinastia dei Comneni (XI sec) la residenza degli imperatori bizantini, il Palazzo Magnaura, venne sostituita con il Palazzo delle Blacherne. L’edificio prende tale nome proprio perché posto nelle vicinanze del famoso santuario.
Foto: Erdoğan Düzgün
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
3 notes · View notes