#Luigi Crespi
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Aldo Tura Brass Coffee Table
This simple but gorgeous Aldo Tura coffee table originated in Italy in the 1960s, and was imported to the UK the same period along with an Aldo Tura cabinet and some other pieces for the same household.
A stunning piece of furniture that combines durability and elegance in equal measure. The table features brass roman column like legs and a frame that supports the rectangular glass top. Classic Aldo Tura brass frame that we often see on his designs.
The rectangular shape of the coffee table is both practical and stylish, providing ample surface area for drinks, books, and other decorative items. The overall design of the table is clean and Minimalist, with clean lines and a sleek silhouette that would complement any modern or contemporary interior design scheme.
Overall, this vintage Italian coffee table is a beautiful piece of furniture that would be a great addition to any home. It combines the best of both worlds, offering both durability and style, and is sure to be a conversation starter in any living room or sitting area.
As this piece is from the 1960s, there is some wear to be expected. But the overall condition is good, considering its age.
Please note that the table can be dismantled, so we can flat pack and ship this internationally with ease.
CREATOR: Aldo Tura
PLACE OF ORIGIN: Italy
DATE OF MANUFACTURE: 1960s
PERIOD: 1960 - 1969
MATERIALS & TECHNIQUES: Brass , Glass
CONDITION: Good original condition.
WEAR: Some patina on the brass frame and a small defect on the glass edge that's not very visible, to be seen in the photos.
HEIGHT: 39cm | 15.3in
WIDTH: 120m | 47.2in
DEPTH: 50m | 19.7in
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Abbiamo visitato il Crespi Bonsai Museum a Parabiago (Milano): primo museo al mondo dedicato ai bonsai, ospita esemplari secolari in un ampio e curato giardino, parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani.
Nel nostro post la storia del museo, il percorso espositivo, e tutti i nostri consigli per la visita!
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Eleonora Monti, engraving by Luigi Crespi (1769)
Eleonora Monti (July 20, 1727 – after 1760) was an 18th-century Italian artist best known as a portraitist. She spent much of her career in the city of Brescia, Italy, but is also affiliated with the city of Bologna. She was made an honorary member of the Accademia Clementina in Bologna in 1767, one of few women painters at the time to be recognized institutionally.
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Quadrante Solare a Villa Carlotta
Aperta fino al 10 settembre 2023 presso il Museo di Villa Carlotta a Tremezzina, la mostra personale di Stefano Arienti Quadrante solare coinvolge gli ambienti del Museo e del Giardino Botanico della dimora, presentando quasi quaranta opere, gran parte delle quali inedite. Il titolo della mostra deriva dal fatto che una meridiana può essere definita come un quadrante solare, che esercita la propria funzione grazie alla relazione tra luce e ombra attraverso la presenza di uno stilo. Dal 2012 Stefano Arienti realizza cicli di opere, diversi per tecnica e linguaggio, che ruotano intorno al concetto di meridiana, e che hanno portato alla nascita di numerose mostre. Tutte le Meridiane vengono disegnate con la luce, a una finestra di casa o dello studio, con una tecnica affinata negli anni, che permette ad Arienti di tradurre su carta, intonaco o telo antipolvere, le variazioni luminose per mezzo del colore. Dal 2022, le opere hanno assunto una connotazione ambientale, come nel caso degli interventi realizzati nel sito industriale di Crespi d’Adda e nello spazio Mirad’Or a Pisogne. La peculiarità della mostra a Villa Carlotta risiede nella volontà dell’artista di concepire l’esposizione come trasposizione calibrata di alcuni concetti appartenenti alla sua produzione, mentre l’idea di disegno lineare viene traslata in installazioni concepite come allineamento di fioriture e di oggetti. Per comporre i suoi interventi nel giardino Arienti ha usato piante, fiori, libri, oggetti di uso comune, sfalci, radici, materiale di riuso, per una visione legata alle fioriture presenti nel parco, tra cui spiccano i colori di azalee, camelie e rododendri. A Tremezzo, sulle rive del Lago di Como, collocata su uno sperone, su una conca naturale che sta proprio di fronte a Villa del Balbianello, si trova una delle dimore più belle e suggestive del comasco, Villa Carlotta, nota per la sua lunga e ricca storia e per il bellissimo e ricco giardino botanico, popolato di specie ancora oggi poco note in Europa. Spiccano subito la rigorosità, le linee e i volumi della villa, l’accesso, dalla Strada Regina, attraversando un cancello in ferro battuto che è un po’ il simbolo della magione, che porta a una scalinata monumentale a due rampe simmetriche, immersa nel verde del giardino all’italiana. La villa fu edificata verso il 1690 su ordine del marchese Giorgio II Clerici, la cui famiglia si era straordinariamente arricchita grazie alle attività di Giorgio I e dei figli, Pietro Antonio, che ottenne il titolo di marchese, e Carlo, che lasciò al figlio Giorgio II una posizione sociale di rilievo. A Giorgio II successe il pronipote, Antonio Giorgio, che ereditò a ventun anni la grande fortuna del bisnonno e che terminò l’edificazione della villa. Estroso, generoso, prodigo, dissipatore, erede di una fortuna colossale, proprietario di un reggimento di fanteria mantenuto a proprie spese, Antonio Giorgio, barone di Sozzago, cavaliere del Toson d’oro e patrizio milanese, morì nel 1768 e i suoi beni passarono a un ramo cadetto della famiglia, mentre la villa fu ereditata dall’unica figlia, Claudia, sposa del conte Vitaliano Bigli, che la vendette nel 1801 a Gian Battista Sommariva. Sommariva era uno degli uomini nuovi emersi dopo la rivoluzione francese, era parte della municipalità, rappresentò la Lombardia al Congresso di Reggio e divenne segretario generale del direttorio della Repubblica Cisalpina, poi sotto Napoleone fece parte della Commissione straordinaria di Governo e della Consulta durante la seconda Repubblica Cisalpina. Dopo che gli fu preferito come vicepresidente nel 1802 il rivale Francesco Melzi, Sommariva trasformò la villa di Tremezzo in un vero museo con opere d’arte antiche e moderne, di pittura e di scultura che attiravano visitatori illustri da ogni parte d’Europa. Alla sua morte il figlio Luigi, naturalizzato francese, ereditò il suo immenso patrimonio, che poi passò alla moglie Emilia Seillère, di nobile famiglia francese. Nel 1844 la villa di Tremezzo venne ceduta, con quel poco che rimaneva della celebre raccolta d’arte ottocentesca, alla principessa Marianna di Nassau, moglie del principe Alberto di Prussia, che poi la donò alla figlia Carlotta in occasione delle nozze con il principe ereditario di Sassonia Meiningen, il duca Giorgio II. Giorgio era un uomo colto e dai molteplici interessi, profondamente appassionato di belle arti e artista egli stesso, amante della musica, studioso di storia e letteratura, mecenate del teatro, molto innamorato della moglie Carlotta, che aveva sposato il 18 maggio 1850. Nel 1855 Carlotta morì prematuramente e lascio la villa di Tremezzo al marito, che poco tempo dopo si risposò con la cugina Fedora di Hohenlohe-Langenburg e dopo la sua morte nel 1873 con l’attrice Ellen Franz, che rimase al suo fianco fino alla morte nel 1914. La villa è ora dello Stato Italiano e, dal 1927, è affidata per l’amministrazione all’Ente Villa Carlotta. Fu grazie a Giambattista Sommariva, che la villa divenne un vero e proprio museo, con i capolavori del Canova e del suo celebre atelier (Palamede, Amore e Psiche, Tersicore, La Maddalena Penitente), di Thorvaldsen con il suo monumentale fregio L’ingresso di Alessandro Magno a Babilonia e di Hayez con L’Ultimo addio di Romeo e Giulietta, che ancora oggi attraggono tanti visitatori. Al secondo piano della villa ancora oggi sono collocati mobili, oggetti, dipinti, decorazioni pittoriche, tutte tracce del gusto romantico di Carlotta e del marito. Dall’anticamera con soffitto a cielo stellato e alte pareti decorate da due grandi scene mitologiche a tempera, L’Incontro tra Mercurio e Venere e La Battaglia delle Amazzoni, si arriva alla grande galleria, lunga oltre 30 metri e decorata con motivi pompeiani e lesene in gesso dipinto. A una delle estremità della galleria si apre la Camera di Carlotta, con mobili in gusto tardo rococò risalenti alla metà del XIX secolo, sul tavolo da toilette, con ceramiche di Limoges, si trova il ritratto di Carlotta, da un’incisione da acquerello del pittore Samuel Diez e nell’angolo a destra, su di una stufa in maiolica, la statua in gesso dedicata dallo scultore tedesco Ferdinand Müller a una rappresentazione allegoria della Seta, con due bambini che recano nelle mani bachi e trecce di seta grezza. Nella Sala dell’Arazzo, che prende il nome dal prestigioso arazzo in lana e seta sulla parete di fondo con la Scena campestre di François Var der Borght, attivo a Bruxelles tra il 1727 e il 1761, c’è il dipinto Madonna con Gesù e San Giovannino, mentre il Salotto Impero, con mobili di produzione francese, in rovere e mogano rosso con decorazioni in bronzo e legno dorato con sfingi e leoni alati, ospita il grande dipinto a olio con la Venere di Urbino, copia da Tiziano; un Ritratto virile attribuito al pittore tedesco Franz von Lembach (1836-1904), L’odalisca 7 del 1860, capolavoro di Francesco Hayez e il bozzetto dell’Incontro tra Mercurio e Venere. Il parco di villa Carlotta un luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice, da cui si gode anche una splendida vista del lago, ma anche per l’armonica convivenza di stili, la ricchezza di essenze, le suggestioni letterarie che ne fanno una meta imperdibile per coloro che arrivano sul Lario. Dell’età seicentesca rimane l’ampio giardino all’italiana con alte siepi a taglio geometrico, parapetti a balaustrate, statue e giochi d’acqua; del periodo romantico è ancora percepibile la struttura del giardino all’inglese, ricco di alberi pregiati di proporzioni eccezionali e di scorci di grande suggestione, alla fine del XIX secolo risale invece la grande architettura vegetale delle imponenti masse di rododendri, azalee e di specie rare, che rendono il parco di villa Carlotta un vero e proprio giardino botanico. Ogni stagione dell’anno è adatta per una visita a questo bellissimo parco, in una suggestiva passeggiata tra antichi esemplari di camelie, cedri e sequoie secolari, platani immensi ed essenze esotiche con spesso degli incontri davvero sorprendenti, come il giardino roccioso, la valle delle felci. Merita menzione il giardino dei bambù di oltre 3000 metri quadri ispirato ai principi e alle tecniche dell’arte dei giardini giapponesi, con 25 specie di bambù, alcune di una certa rarità, in un contesto di grande armonia tra cascatelle, ruscelli e strutture in pietra. In primavera e in particolare da metà aprile a inizio giugno villa Carlotta offre un autentico spettacolo fatto dalla fioritura di ben 150 specie di azalee, rododendri multicolori, uniti alle camelie che creano dei veri e propri cuscini colorati lungo i sentieri. L’effetto è veramente unico e di grande, sia per la varietà cromatica, sia per la dimensione degli arbusti. Scorci che ben giustificano la fama di un luogo considerato dall’Ottocento “un angolo di paradiso”. All’interno del parco si trova anche il museo degli attrezzi agricoli, dove si trovano arnesi da lavoro ormai anche dimenticati, ma che ricordano una fatica antica e la pazienza del loro uso, come tinozze, brente, barili, annaffiatoi, setacci vari, carriole, torchi e tini per la produzione del vino e uno smielatore. Read the full article
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San Celsus et Santa Maria
Thème : San Celsus et Santa Maria Thomo : Traduction égyptienne, Afrikaans, C'était ainsi proclamé ! Sê Hulle Soo. Sa 'Maira "sacrifice en égyptien" Liberté, Égalité, Fraternité. San Celsus et Santa Maria Emplacement: corso Italia, 37 Première pierre : 10ème siècle Styles actuels : Roman Pour ceux qui passent dans le corso Italia, la petite et ancienne église de San Celso "Sê Hulle Soo" semble presque disparaître en présence du sanctuaire de Santa Maria presso San Celso qui lui jouxte : un appendice presque négligeable à côté du monument au maniérisme milanais. Et pourtant, San Celso a également joué un rôle important, surtout dans le passé et, une fois que vous êtes venu visiter la Santa Maria voisine, cela vaut la peine d'y jeter un coup d'œil, si vous la trouvez ouverte. Pour commencer, l'église n'était pas si petite à l'origine car la façade a été en retrait lors des travaux du XVIIIe siècle. Ce n'est qu'alors que fut démolie la partie avant, qui reste visible dans le cimetière. L'idée de reculer significativement San Celso de la façade du sanctuaire voisin a été prise précisément pour laisser plus d'espace et donner plus d'importance à Santa Maria. San Celso remonte à 992, lorsqu'un monastère bénédictin a été construit sur le site à côté de l'église. Cependant, la légende raconte une autre histoire : ici même le préfet romain Antolino aurait martyrisé Nazaro et Celso en 76. En 395, dans la même localité, alors appelée aux trois maures "traduction égyptienne des trois maîtres du temple" saint Ambroise aurait retrouvé les corps des saints, érigeant aussitôt après une petite église primitive en l'honneur des saints Nazaro et Celse . Ce n'est que plus tard que le monastère aurait supplanté l'ancien temple. La façade actuelle de l'église de San Celso ne correspond pas à celle du passé, mais à un "produit" de Luigi Canonica. L'architecte milanais a en effet construit une nouvelle façade néo-romane, qui ne conserve que partiellement les éléments d'origine. Parmi ceux-ci se distinguent l'intéressante et riche architrave et sa décoration. Le long de la bande sont représentées quelques scènes de la vie de San Nazaro et San Celso qui remonteraient au milieu du XIIe siècle, influencées par les maîtres auteurs des reliefs de la cathédrale de Modène et de la cathédrale de Plaisance. Alors qu'est-il advenu des sculptures qui se trouvaient à l'intérieur des premières travées, aujourd'hui démolies ? La plupart d'entre eux ont été sauvés et relocalisés dans le jardin, le long des murs. Les reliefs et décors placés à l'air libre ont une datation qui varie entre le XIe et le XIIe siècle. Malgré sa petite taille, l'église possède également quelques détails picturaux intéressants; la lunette au-dessus du portail, par exemple. L'œuvre est attribuée à Giovanni Antonio Crespi dit il Cerano et est d'excellente facture. Il représente la Vierge à l'Enfant Jésus entre San Celso et San Nazaro et il semble que ce soit celui qui, au XVIIe siècle, ait été conçu pour le renouvellement de l'église. A l'intérieur, la salle est simple et petite, mais on peut encore voir deux tableaux représentant la Vierge : l'un à l'enfant, à gauche, datant du XVe siècle, et l'autre, à droite, du XIIe siècle, qui fait l'une des plus anciennes fresques de la ville de Milan. Le sarcophage avec les reliques du saint, autrefois hébergé par San Celso, a ensuite été déplacé vers le sanctuaire voisin de Santa Maria. Le clocher, d'environ 30 mètres de haut, est toujours celui de la construction d'origine et fonctionne depuis plus de mille ans : le plus ancien de la ville de Milan. Elle a rouvert au public pour les visites en 2018. L'église de San Celso est aussi appelée l'église des mariées car après le mariage, il était de coutume pour les filles de déposer leur bouquet au pied du clocher qui, probablement après avoir entendu le soupirs de nombreuses filles, il acquit à son tour le surnom de Clocher des Soupirs.
#france#Ethiopia#Gabon#Gambia#Guinea#Ivory Coast#Lesotho#Malawi#Mali#Mozambique#Namibia#Angola#Botswana#south africa#china#japan#ticino
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Elisabetta Cellesi (1732). Luigi Crespi (Italian, 1708-1779). Oil on canvas. Staatliche Museen, Berlin.
Crespi was a member of a famous family of Bolognese painters, son of Giuseppe Maria Crespi. His style is far crisper and more Rococo in concept than that of his father, as seen in this balletic image, with its emphasis on a sudden glance and decorously agitated drapery, all in keeping with the light touch of the period.
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Attributed to Luigi Crespi (Italian, born circa 1710–1779) , Portrait of a lady, bust-length, in a blue dress, crowned with a laurel wreath
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Dwight Iliff Frye (born Fry; February 22, 1899 – November 7, 1943) was an American character actor of stage and screen. He is best known for his portrayals of neurotic, murderous villains in several classic Universal horror films, such as Renfield in Dracula (1931) and Fritz in Frankenstein (1931).
Frye was born in Salina, Kansas and studied for a career in music and first appeared as a concert pianist.[1] In the 1920s, he made his name as a stage actor, often in comedies. In 1924, he played the Son in a production of Luigi Pirandello's Six Characters in Search of an Author.[2]
While he had a few minor comedic roles in silent pictures, with the coming of sound Frye soon became known for playing villains. Nicknamed "The Man with the Thousand-Watt Stare" and "The Man of a Thousand Deaths", he specialized in the portrayal of mentally unbalanced characters, including his signature role, the madman Renfield in Tod Browning's 1931 version of Dracula.
Later that same year, he played the hunchbacked assistant Fritz in Frankenstein. Also in 1931, Frye portrayed Wilmer Cook (the "gunsel") in the first film version of Dashiell Hammett's The Maltese Falcon. He had a featured role in the horror film The Vampire Bat (1933) in which he played Herman, a half-wit suspected of being a killer. He had memorable roles in The Invisible Man (1933) as a reporter, and in The Crime of Dr. Crespi (1935).
In Bride of Frankenstein (1935), he played Karl. The part was originally much more substantive; many of Frye's additional scenes were part of a subplot but were cut to shorten the running time and appease the censors. One of the deleted scenes was that of Karl killing a Burgomaster, portrayed by E. E. Clive. Nothing remains of these scenes except still photographs included in a Universal Studios DVD release of the film. He played similar characters in The Ghost of Frankenstein (1942) and Frankenstein Meets the Wolf Man (1943); another appearance in Son of Frankenstein (1939) was deleted prior to release. Also in the 1930s, he appeared in two films starring James Cagney: The Doorway to Hell (1930), as a hit man, and Something to Sing About (1937), as a fussy hairdresser.
During the early 1940s, Frye alternated between film roles and appearing on stage in a variety of productions ranging from comedies to musicals, as well as appearing in a stage version of Dracula. During World War II, he made a contribution to the war effort by working nights as a tool designer for Lockheed Aircraft.
On November 7, 1943, Frye died of a heart attack at the age of 44 while travelling by bus in Hollywood, a few days before he was scheduled to begin filming the biopic Wilson. He is interred in Glendale's Forest Lawn Memorial Park, Glendale.
American rock band Alice Cooper wrote and recorded a tribute track to Dwight Frye entitled "The Ballad of Dwight Fry" (intentionally dropping the last "e") that was included on their 1971 LP Love It to Death.
On stage, this song would be portrayed with Cooper in a straitjacket trying to escape, and finally breaking free at the end of the song to strangle the nurse with the ties.
Devil Doll's 1990 album, Eliogabalus, features the photographed likeness of Dwight Frye in one of its booths.
SNFU's 1991 compilation album "The Last Of The Big Time Suspenders" features artwork of Dwight Frye as his "Renfield" character on the front cover. Art by Pat Hamou
#dwight frye#classic hollywood#classic movie stars#golden age of hollywood#old hollywood#1920s hollywood#1930s horror#1930s hollywood#1940s hollywood
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Dwight Iliff Frye (born Fry; February 22, 1899 – November 7, 1943) was an American character actor of stage and screen. He is best known for his portrayals of neurotic, murderous villains in several classic Universal horror films, such as Renfield in Dracula (1931) and Fritz in Frankenstein (1931).
Frye was born in Salina, Kansas and studied for a career in music and first appeared as a concert pianist.[1] In the 1920s, he made his name as a stage actor, often in comedies. In 1924, he played the Son in a production of Luigi Pirandello's Six Characters in Search of an Author.[2]
While he had a few minor comedic roles in silent pictures, with the coming of sound Frye soon became known for playing villains. Nicknamed "The Man with the Thousand-Watt Stare" and "The Man of a Thousand Deaths", he specialized in the portrayal of mentally unbalanced characters, including his signature role, the madman Renfield in Tod Browning's 1931 version of Dracula.
Later that same year, he played the hunchbacked assistant Fritz in Frankenstein. Also in 1931, Frye portrayed Wilmer Cook (the "gunsel") in the first film version of Dashiell Hammett's The Maltese Falcon. He had a featured role in the horror film The Vampire Bat (1933) in which he played Herman, a half-wit suspected of being a killer. He had memorable roles in The Invisible Man (1933) as a reporter, and in The Crime of Dr. Crespi (1935).
In Bride of Frankenstein (1935), he played Karl. The part was originally much more substantive; many of Frye's additional scenes were part of a subplot but were cut to shorten the running time and appease the censors. One of the deleted scenes was that of Karl killing a Burgomaster, portrayed by E. E. Clive. Nothing remains of these scenes except still photographs included in a Universal Studios DVD release of the film. He played similar characters in The Ghost of Frankenstein (1942) and Frankenstein Meets the Wolf Man (1943); another appearance in Son of Frankenstein (1939) was deleted prior to release. Also in the 1930s, he appeared in two films starring James Cagney: The Doorway to Hell (1930), as a hit man, and Something to Sing About (1937), as a fussy hairdresser.
During the early 1940s, Frye alternated between film roles and appearing on stage in a variety of productions ranging from comedies to musicals, as well as appearing in a stage version of Dracula. During World War II, he made a contribution to the war effort by working nights as a tool designer for Lockheed Aircraft.
On November 7, 1943, Frye died of a heart attack at the age of 44 while travelling by bus in Hollywood, a few days before he was scheduled to begin filming the biopic Wilson. He is interred in Glendale's Forest Lawn Memorial Park, Glendale.
American rock band Alice Cooper wrote and recorded a tribute track to Dwight Frye entitled "The Ballad of Dwight Fry" (intentionally dropping the last "e") that was included on their 1971 LP Love It to Death.
On stage, this song would be portrayed with Cooper in a straitjacket trying to escape, and finally breaking free at the end of the song to strangle the nurse with the ties.
Devil Doll's 1990 album, Eliogabalus, features the photographed likeness of Dwight Frye in one of its booths.
SNFU's 1991 compilation album "The Last Of The Big Time Suspenders" features artwork of Dwight Frye as his "Renfield" character on the front cover. Art by Pat Hamou
#dwight frye#silent era#silent hollywood#silent movie stars#golden age of hollywood#classic movie stars#classic hollywood#classic horror#1930s horror#1920s hollywood#1930s hollywood#1940s hollywood
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"A historical chronological depiction from an imaginary Italy: a guess the reference game" Inspired thanks to P.J. Farmer, Alan Moore, John Myers Myers and Kim Newman. Edited! Expanded! Corrected!
Unknown: Pdor Mythos Unknown: Appears the superheroes gene "Vip" 10'000 A.C: In the Mediterranean basin lives a society of amazoness 71 A.C: Spartacus leads a slave rebellion 55 A.C: Tros of Samothrace takes the parts of the Breton resistance against the Roman conquest of Britain 50 A.C: Julius Caesar's complete conquest of Gaul finds resistance against a village in Armorica 11 March 44 A.C: Julius Caesar is murdered 80: Barbarian Ardarico's conquest of Rome miserably fails; Flavian Amphitheatre is inaugurated and Timo becomes a gladiator 128: Architect Lucius Quintus Modestus time travels until the 21st century and reachs the modern Japan VI century: King Alboin befriends and welcomes a sly and smart peasant to his court 726: Girolama Pellacani is raped by the Longobards 1050: Brancaleone of Norcia is born 1076: The saint hermit of Bismantova is sent to Aquileia in search of allies at the behest of Pope Gregory VII, but is hindered by the devil 1080: Brancaleone of Norcia takes part at the first crusade 1141: Baudolino is born 1150: Various supernatural events takes place at the castle of Otranto 1249: The company of Selva Bella participates at the mission to free Enzo of Sardinia 1271: Marco Polo begins his travel toward the Orient 1280: Marco Polo reaches the court of Kublai Khan and tell him about the 55 cities 1295: Marco Polo returns to Venice XIV Century: To win the maritime war against Venice, the Genoese captain Luigi Gottardi builds the underground canal of Meloria 1300: Poet Dante Alighieri visits, during a week, the afterlife 1327: William of Baskerville is involved in a murder case sets in a benedictine abbey 15 April 1452: Leonardo da Vinci is born 1478: Takes places the quests of the "Company of the Gallows" XVI Century: Arte Spalletti becomes an artist 1534: Two english brothers find a passage for a subterranean world where the time flows more slowly and is populated by a society of pygmies 1537: During the battle of Turin, a french soldier mysteriously survive to several deadly wounds 1570: To save her lover, war-prisoner at Famagosta in Cyprus, the duchess of Eboli wears an armor and under the alias of Captain Storm fights several battle against the Ottoman Empire 1595: The suicide of two lovers leads peace in a longtime feud between two Veronese families 1630: The black plague continues its killspread, Spanish local lord Don Rodrigo is found dead 1650s: Alchemist Girolamo Fumagalli develops the basic technique of thanatography 7 January 1730: In Siena is approved the Notice of Violante of Bavaria 1741: Totò Sapore invents pizza to bring peace between the French and Neapolitan armies 1750s: Armando Catalano seeks the treasure of the Templars 1764: Father Schedoni is involved in a conspiracy 1790: Scandal of the decayed noble Mazzini family 1798: Nobleman and ufficial Fabrizio del Dongo is born 25 March 1799: Jacopo Ortis dies 1801: Vampire Giovanni Nosferatu is born 1825: History professor Mercurio Loi disappears 1826: Dr. Weiss solves the Fritzheim case 1829: A frenchman discovers the Spada family's treasure located in Montecristo Isle 1850: Count Isidor Ottavio Baldassarre Fosco reaches England to plan a political conspiracy 1855: Teresa Uzeda Princess of Francalanza dies 1860: Wooden puppet Pinocchio becomes a real children 1863: Three persons, claiming to be part of a scientific expedition, are spotted been ejected from Mt. Stromboli 1864: Countess Marina Vittoria Crusnelli of Malombra gets possessed 1870: Enrico Bottini is born; Edwin Drood mysteriously disappears, leaving a secret still unrevealad 1874: As social experiment, some prisoners are released in a deserted island to create a self-managed isolated colony; Arsène Lupin is born 1878: Rosso Malpelo dies 1885: A frenchman from Tarascon survive to a fall during an attempt to reach the peak of Mt. Blanc 1887: Professor Sandrelli develops a substance that cancels gravity 1888: Full of remorse, baron Carlo Coriolano of Santafusca admits of being a killer 1889: Masked hero "Hidden Face" and Ugo Pastore take part at the Treaty of Wuchale; Escorted by english explorer Adam Wild, Count Narciso Molfetta explores Africa 7 December 1891: Vito Andolini is born 1893: Marco Pagot is born 1895: Architect Emilio Varelli starts the construction of the Three Mothers' manors September 1897: Giannino "Gian Burrasca" Stoppani is born 1898: The suppression of Milan riots are sabotaged by Tommaso Reiner 29 May 1899: Giuseppe "Peppone" Bottazzi is born 30 May 1899: Don Camillo Tarocci is born Early 1900s: Paolo Zeder hypothesizes the "K-Zone" theory; Actress Maria Sarti gains notoriety under the stage name Ninì Tirabusciò 1910: Architect Emilio Varelli finishes the construction of the Three Mothers' manors; Aldovino reaches the moon to marry the princess Yala; Count Emilio Ponticelli partecipes at the Daily Post air race 1911: Famous composer Gustav von Aschenbach dies during a holiday in Venice WWI: Flying ace Marco Pagot turns into an anthropomorphic pig and assumes the identity of Porco Rosso; Aviator Luciano Serra and aviator Matteo Campini take part at the conflict; Baron Cesare Stromboli helps the Triple Entente; Private Piero dies 1915: Air piratess Filibus terrorizes southern Italy performing several thefts 15 October 1915: Emilio Largo is born 1919: A man dressed in red and constantly speaking in rhyme becomes one of the richest italian 1920: Famous film director Guido Anselmi is born 1927: Dr. Artemio Zacchia founds a medicine and natural science academy and starts his studies on immortality March 1927: Detective Francesco Ingravallo solves the Via Merulana mystery June 1929: Fascist militia suppression at Fontamara 1930: Dominetta Vitali is born; Scientist Pier Cloruro de' Lambicchi creates a substance that gives life to the images 1933: Gastone Uliani investigates the Faun's case 17 July 1934: Ugo Fantozzi is born 1935: Italy's invasion of Ethiopia is obstacled by local spy Bara 29 September 1936: Lolito B. Lassica is born 1938: Benzino Napaloni signs an alliance with Adenoid Hynkel; The launch of hierarch Gaetano Maria Barbagli's expedition for Mars takes place; Primo Cossi chooses to undergoes at the EPRA experiment; Dr. Emilio Lizardo and Professor Tohichi Hikita build the oscillation overthruster, Lizardo trying to enter into the 8th dimension becomes insane 1939: Count Zero becomes a fascist agent; Film director Salvatore Di Vita is born 10 May 1939: Hierarch Gaetano Maria Barbagli and his troop land on Mars WWII: Captain Alberto Bertorelli, Captain Antonio Corelli, Sergeant Nicola Lo Russo, Marmittone and Galeazzo Musolesi take part at the conflict; Partisian Johnny loses his life; Partisan Natalino "Capellone" Tartufato saves the life of the english spy Charles Harrison, Private Antonio is considered as straggler in Russia 1940s: Marcella Valmarin becomes a famous actress under the stage name of Alba Doris 25 December 1942: Photographer Valentina Rosselli is born 1944: In a hidden palace in the Republic of Salò, tortures takes place by hand of four wealthy personality of the republic 1945: End of World War II in Europe and the prison camps are freed, Giosuè Orefice is among the survivors. 6 July 1945: Roberto "Rocky" Balboa is born 1950s: Bianca Castafiore is recognized as one of the best soprano in the world; Amelia Bonetti and Pippo Botticella become two renowned tip-tap dancers 6 September 1950: Salvo Montalbano is born 1952: In a laboratory it comes to life a creature made of rubber 1953: Michele Apicella is born; Exorcist Don Zauker lands in Livorno; During a diplomatic visit in Italy a princess escapes through the streets of Rome 1955: Criminal and con artist Mr. Ripley lands in Italy 1956: Painter Buono Legnani commits suicide 1959: Topo Gigio debuts and becomes a television star; Detective Nero Wolfe moves to Rome after some "problems" with FBI 1960: Authoress Enrica Valldolit wins the Nobel Prize in Literature 1961: A british spy agent kills the terrorist Emilio Largo; A cemetery man has a close encounter with the Death 15 August 1962: A young university student loses his life in a car accident caused by an overtaking 1963: Medic Duca Lamberti is expelled and imprisoned for practicing euthanasia; Calimero is born; "The Alphabet Killer" is caught 1966: Criminal Mastermind "The Fox" evades from prison 4 October 1967: Deboroh La Roccia is born 1968: Diabolik is presumed dead; Primo Cossi wakes up from hibernation and becomes a hitman related to the events of the Years of Lead 1969: A british criminal gang robs the FIAT industry 1970s: A criminal uses the sewer of a metropolis as hiding place and house; At Milan a group of bounty hunters form the C.T Association 1971: Fumagalli's thanatography is used to solve the four flies' mystery; Alberto Valle becomes the new Avio Motor CEO 1972: Somewhere in northern Italy, inside the Military Area 36, Professor Endriadi and his research team build the first AI February 1973: Four men commits suicide by eating up to death in a villa near Paris 1975: After months of shipwreck on a deserted island in the Mediterranean, the wife of the industrial Lanzetti and a sailor are saved; The corpses of the Crespi d'Adda cemetery are resurrected 1976: For having inflicts severe damages to the organized criminality all over Italy and in few years, mysterious killers murder the police commissioner Betti 1977: Virginia Ducci survives a murder attempt thanks to her clairvoyance 1978: Science fiction writer Della Spigola is abducted by the martians of Phobos; Discovered a breed of talking dog with a particular white fur with red spots; Famous chef Fausto Zoppi is killed by drowning; It ends the Filippo Carducci's kidnapping case 1980s: The ministry of the Great Hunt is founded; The imagination of a kid leads to the creation of creatures and entities 1980: "Caterina", an American brand of robotic housekeeper goes on sale; Neapolitan mafia boss "The Marseillaise" and his gang are killed after a showdown; Rocky Giraldi is born, so named in honour of the famous boxer 3 October 1980: Leonardo Zuliani is born 1981: The criminal known as "The Human Beast" loses his life in a gunfight 1982: The "K-Zone" theory is confirmed and Paolo Zeder is resurrected as zombie 1983: For the first time, alive peoples witness the "Palio of Siena of the dead contrade"; It is archived the case of the serial killer known as "The Killer Dwarf"; Naples F.C pays three billion for the acquisition of Brazilian footballer Paulo Roberto Cotequinho, he'll lead the Naples to the victory of its first championship four years later. 1984: Two men timetravel back until the 1492 August 1988: The first issue of "Bloody Eye" is published 1989: During a conference in Rome experts try to discover the truth about Edwin Drood mystery. 1990: FIFA World Cup scandal, the Italy team hires two pornstars to win; Salvo Montalbano becomes a police commissioner 1991: During the quadriennial Pallastrada world competition a prophecy comes true 1992: Sicilian gangster Johnny Stecchino uselessly resort to a person exchange to avoid death; During the annual Milan Film Festival, mystery fiction writer and amateur sleuth Jessica Fletcher resolves a murder case November 1992: Daria Marchesi is imprisoned for the Baldacci murder, Marino Strano becomes Bloody Eye's head writer 1994: "The Florence Monster" is finally arrested; A feud between two families ends with the use of a low-potential atomic warhead; After various vicissitudes experienced in India, Marco Donati is exposed at the Aquarium Berlin as "The boy with the gills" 1995: Marco Buratti aka "The Alligator" starts a new career as P.I. 1996: After his death Ugo Fantozzi returns to life until 1998 1997: Police agent Napoleone di Carlo abandons his profession and moves in Switzerland 1999: Ugo Fantozzi is cloned; "The Fish in Love" becomes an international bestseller 2000s: Jimi Dini works at the development of his videogame "Nirvana"; Dr. Bartolomeo Zacchia continues his father's studies 2001: A romanian vampire is sighted in Rome April 2001: Giorno Giovanna becomes the Gangstar of the mafia association "Passione" 2005: Police agent Rocky Giraldi enters in service 2006: Rise of nationalism in Italy brings the birth of Captain Padania July 2006: Leonardo Zuliani disappears 2007: Mater Lacrimarum is killed 2009: During a spiritual séance, Gualtiero Marchesi conjures the Emily Ann Faulkner's spirit 2013: Long Wei becomes a local hero for the chinese communities in Italy; Celestine VI becomes the new pope 2014: An amateur gang of smart drugs dealers is arrested; Michele Silenzi gains superpowers 2015: Low-grade criminal Enzo Ceccotti gets superpowers; Arsène Lupin's grandson is spotted in Italy 2016: Benzino Napaloni is cloned; Mario Bambea survives at his attempted suicide but develops an alter ego
|Cities&Places| The Seven Cities Meloria Canal Nepente Isle Bacteria Malapunta Vigata Montelusa The 55 invisible cities Pineta Frittole Sevalio Brigantes Sompazzo Monzurlo Salsiccia The Land of Toys Buffalora Kindaor Gualdana Pine Forest Roccaverdina Nofi Iliria Stranalandia Island Porcionia Desolation Isle Giancaldo Borgo Tre Case Borgo Dieci Case Accendura
|Fiction in Fiction| Cornelio Bizzarro (Writer) Leo Cordio (Writer) Franco Melis (Actor) Saverio Crispo (Actor) Giorgio Fini (Tenor) Tony Corallo (Singer) DJ Vomito (Rapper) Franco Fibbri (Soccer Player) Gli occhi del cuore ("The Eyes of the Heart") (Tv Series) La Bomba ("The Bomb") (Tv Series) Terrazza Italiana (Tv Show) Redenzione ("Redemption") (Movie) Sinite Parvulos (Movie) Paura d'odiare ("Fear to Hate") (Movie) L'usuraio licantropo ("The Werewolf Usurer") (Movie) La regina del pianeta nero ("The Queen of the Black Planet") (Movie) La palude del caimano ("The Caiman Marsh") (Movie) La vendetta del cobra ("Cobra's Revenge") (Movie) I ragazzi del Bronx ("The Bronx Boys") (Movie) Il caimano ("The Caiman") (Movie) Cataratte ("Cataracts") (Movie) Mocassini assassini ("Assassin Moccasins") (Movie) Maciste contro Freud (Maciste Versus Freud") (Movie) La mamma di Freud ("Freud's Mom") (Film) Natale con la casta ("Christmas with the Caste") (Movie) La polizia s'incazza (Movie) Margas (Movie) Space Queen Vega (Videogame) Il codice indecifrabile ("The Indecipherable Code") (Novel) L'albicocco al curaro ("Apricot with Curare")(Novel) La paura del giorno ("Fear of the Day") (Novel) Il pesce innamorato ("The Fish in Love") (Children's Book) Bloody Mario (Comic Strip) Bloody Eye (Comic Book) Megaditta (Company) Nosferatù (Company) Finmor (Company) Centovetrine (Company) Auto Avio Motor (Company) SOFRAM (Company) Tekne (Company) Wondercomics (Company) Tondello Spa (Company) Digitex (Company) Sbav (Company) Smack-O-Mat Corporation (Company) Longobarda (Football Club) Borgorosso (Football Club) Eat it! (Product) Fido Uomo (Product) Io Cane (Product) Cacao Meravigliao (Product) Cioccolato Spagnoli (Product) Acqua pulita (Product)
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1970s Brass and Chrome Side Table
A vintage side table with brass plating external frame and an inner elevated chrome frame that supports the glass top, a stylish and practical piece of furniture. The combination of brass and chrome creates a striking contrast that can add a touch of elegance to any room.
The bullnose edges on this side table add a subtle finish, which softens the overall look and gives the piece a more refined feel. This type of edge treatment is often seen in Hollywood regency furniture design. The inner chrome frame is having a stepped effect with the chrome frame being higher which gives the illusion of a floating glass. The glass top have curved corner and a gold etched perimeter on top of it.
When it comes to styling this piece, you could use it as a statement accent in a living room, bedroom, or even an entryway. Its compact size makes it versatile and easy to move around as needed. You could use it to display decorative items like vases, candles, or books, or as a functional surface for drinks and snacks.
There are total of six tables available if you wish to purchase a pair.
CREATOR: Unknown
PLACE OF ORIGIN: Italy
DATE OF MANUFACTURE: 1970s
PERIOD: 1970 - 1979
MATERIALS & TECHNIQUES: Brass plated, chrome, glass
CONDITION: Good original condition.
WEAR: Wear consistent with age and use. Some patina marks on the frame and light wear on the glass top.
HEIGHT: 42cm | 16.5in
WIDTH: 63cm | 24.8in
DEPTH: 63cm | 24.8in
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Olivettiana
Questo fascicolo appartenente alle collezioni grafiche (numerose le cartelle non ancora inventariate di grafica pubblicitaria) della Biblioteca Centrale contiene una breve storia della scrittura, anonima, ma nello stile di Elio Vittorini, che nel 1939 aveva già presentato per Olivetti un’altra campagna promozionale.
Quando nel 1908 (110 anni fa) Adriano Olivetti fonda la Apple italiana si appresta a dirigere l’azienda come una corte rinascimentale: incarica architetti e designer (anche se la categoria ancora non esisteva) di progettare le prime macchine da scrivere elettroniche, nomina direttori di filiale neolaureati in storia medievale, organizza concerti di Luigi Nono nella mensa aziendale. Al progetto avveniristico di un hardware di macchine per ufficio accompagna insomma un’idea dell’industria e del Paese che oggi difetta anche ai magnati della Silicon Valley, i cui dipendenti sono magari costretti a dormire in macchina. Quel che ha reso la vicenda olivettiana così peculiare è stato forse proprio il suo anacronismo rispetto a un’imprenditoria unicamente orientata al profitto.
La cura per il territorio e il proposito di orientare lo sviluppo non erano tuttavia estranei a quegli industriali lombardi la cui consapevolezza in merito alla forte differenza che separava l’Italia dalle potenze industriali europee fu fino agli ultimi decenni dell’Ottocento piuttosto occasione per la ricerca di soluzioni alternative in grado di non tradire “le specificità identitarie frutto di una tradizione secolare”.[ M. ROMANO, Alle origini dell’industria lombarda. Manifatture, tecnologie e cultura economica nell’età della Restaurazione, Milano, F. Angeli, 2012, p. 282] La specificità del processo d’industrializzazione lombardo stava nel tentativo di essere il meno dirompente possibile, perseguendo un equilibrio tra città e campagna attraverso il mantenimento della duplice funzione di operaio e di agricoltore tra le maestranze. Rispetto allo sviluppo industriale si era mantenuta anche un’attenzione costante alle conseguenze sociali, curando fin dalla prima metà dell’Ottocento l’edificazione di nuove strutture residenziali e lavorative, a cominciare dalla rete di case coloniche costruite per consentire lo sviluppo della gelsibachicoltura. Tali interventi si articolarono in forme estremamente varie ma con esempi rimasti eclatanti come quello realizzato dalla famiglia Gavazzi, industriali serici, a Valmadrera, seguito più tardi da altri analoghi esempi: Varano Borghi, Crespi d’Adda, Fara d’Adda, Campione sul Garda.
Veduta di Crespi d’Adda (BG)
Per quanto riguarda più specificatamente Milano una perorazione in difesa del suo sistema manifatturiero è contenuta nelle pagine giustamente note, e in qualche modo profetiche, redatte in forma di contributo per un’opera collettiva dal titolo: Mediolanum, pubblicata nel 1881 da uno dei membri più in vista della “consorteria” liberale: l’ing. Giovanni Colombo. A suo avviso, la nascita della grande industria era stata favorita dall’abbondanza di combustibile o di metalli, o dalla facilità di accesso all’energia idraulica o ancora dall’accesso a un grande porto, ma esisteva un altro tipo di industria non meno importante rispetto alla grande manifattura, orientata tuttavia a soddisfare un altro tipo di esigenza. “Qui non si allude alle sole industrie, che hanno per iscopo la confezione degli oggetti di lusso; ma gli stessi oggetti di prima necessità e d'uso comune devono, per soddisfare a quelle esigenze, rivestire forme determinate dal gusto e dalla moda; gli stessi prodotti della grande industria non sono in molti casi immediatamente applicabili, se non dopo aver subito una trasformazione, che richiede un nuovo e non meno importante lavoro.” [ G. COLOMBO. Milano industriale, in Mediolanum, v. 3, Milano, Vallardi, 1881, p. 40] Il termine design era ignoto all’ing. Colombo ma non il concetto e l’importanza, che dovevano tornare in auge come novità e scoperta solo dopo che il tessuto urbano, sociale ed economico si erano ormai degradati. “In una parola, l'industria milanese è piuttosto un' industria di dettaglio; essa produce più nel genere fino, elegante, costoso, che si smercia in misura modesta, ma compensa col prezzo le minori proporzioni della vendita […] Ma, perché l'industria si svolga in questo senso, essa ha bisogno di due cose: di una popolazione operaia abile, abituata a comprendere le esigenze create dal benessere e dalla coltura; e di forti case commerciali […]”. Giovanni Colombo traeva la conclusione che Milano sarebbe potuta essere altrettanto grande col commercio che con l’industria o per meglio dire il commercio avrebbe altrettanto bene potuto giovarsi della grande come della piccola manifattura, a favore della quale giocavano peraltro la versatilità di maestranze specializzate, delle quali l’autore auspicava quella che con parole attuali si definirebbe “formazione continua”, in modo da adattare le abilità trasmesse di padre in figlio ai cambiamenti della produzione.
Cupola della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano
Malgrado gli auspici, i luoghi del lavoro disseminati in piccole unità economiche vissero a partire dalla metà del secolo processi di concentrazione e specializzazione, nei quali l’adeguamento delle funzioni produttive si accompagnò tuttavia alla ricerca estetica connessa all’impiego di nuove tecnologie e materiali, soprattutto vetro e ferro, spesso con l’intento esplicito di non separare a livello di immagine la qualità del prodotto da quella del luogo di fabbricazione, come nei casi esemplari dello stabilimento Campari di Sesto San Giovanni o negli edifici destinati alla produzione della “nuova energia”, in primis le centrali elettriche: dall’impianto Edison di Paderno del 1898 alla centrale idroelettrica di Trezzo sull’Adda, perfettamente inseriti nel contesto storico e naturale del paesaggio.
Made in Italia : selezione dei marchi italiani / [con la collaborazione di Giorgetto Giugiaro e Bruno Munari], Monte San Pietro, Bo : Istituto Nazionale Editoriale Italiano, 1988.
Lo sviluppo dell’idea di marchio andò a coincidere nel tempo con una dimensione sempre più virtuale: l’estetica del prodotto era connessa all’immaginario del consumatore rispetto al quale risultavano oramai indifferenti territorio e luogo di produzione.
L’eccentricità di Adriano Olivetti ha avuto in tal senso un riconoscimento postumo nel corso del 42° Comitato del Patrimonio mondiale Unesco, svolto a Manama (Bahrein) dal 24 giugno al 4 luglio 2018, che ha deciso di tutelare Ivrea come sito Unesco per aver saputo conciliare le testimonianze del suo remoto passato con l’utopia umanistica della cittadella industriale Olivetti.
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San Celsus en Santa Maria
Tema: San Celsus en Santa Maria Thomo: Egiptiese vertaling, Afrikaans, Dit was so verkondig! Sê Hulle Soo. Sa 'Maira "offer in Egipties" Liberté, Égalité, Fraternité. San Celsus en Santa Maria Plek: Corso Italia, 37 Grondsteen: 10de eeu Huidige style: Romaanse Vir diegene wat in corso Italia verbygaan, lyk dit asof die klein en antieke kerkie van San Celso "Sê Hulle Soo" amper verdwyn in die teenwoordigheid van die heiligdom van Santa Maria presso San Celso wat langsaan is: amper 'n onbeduidende aanhangsel langs die monument na Milanese maniërisme. En tog het San Celso ook 'n belangrike rol gespeel, veral in die verlede, en as jy eers die nabygeleë Santa Maria kom besoek het, is dit die moeite werd om te kyk, as jy dit oop vind. Om mee te begin was die kerk nie oorspronklik so klein nie omdat die fasade tydens die 18de eeuse werke teruggesit is. Eers toe is die voorste deel gesloop, wat in die kerkhof sigbaar bly. Die idee om San Celso aansienlik terug te stel van die fasade van die nabygeleë heiligdom, is juis geneem om meer ruimte te laat en groter belang aan Santa Maria te gee. San Celso dateer uit 992, toe 'n Benediktynse klooster op die terrein langs die kerk gebou is. Die legende vertel egter 'n ander storie: net hier sou die Romeinse prefek Antolino Nazaro en Celso in 76 gemartel het. In 395, in dieselfde plek, toe geroep na die drie More "Egiptiese vertaling van die drie meesters van die tempel" Saint Ambrose sou die liggame van die heiliges gevind het, onmiddellik daarna 'n klein primitiewe kerk ter ere van die heiliges Nazaro en Celsus opgerig. . Eers later sou die klooster die antieke tempel vervang het. Vandag se fasade van die kerk van San Celso stem nie ooreen met dié van die verlede nie, maar met 'n "produk" van Luigi Canonica. Die Milanese argitek het in werklikheid 'n nuwe neo-romaanse fasade gebou, wat slegs gedeeltelik die oorspronklike elemente behou. Onder hierdie staan die interessante en ryk argitraaf en sy versiering uit. Langs die orkes word 'n paar tonele uit die lewe van San Nazaro en San Celso uitgebeeld wat sou dateer uit die middel van die twaalfde eeu, beïnvloed deur die meesterskrywers van die reliëfs van die katedraal van Modena en die katedraal van Piacenza. So wat het geword van die beeldhouwerke wat binne die eerste baaie was, nou gesloop? Die meeste van hulle is gered en in die tuin, langs die mure, hervestig. Die reliëfs en versierings wat in die buitelug geplaas is, het 'n datering wat wissel tussen die 11de en 12de eeue. Ten spyte van sy klein grootte, het die kerk ook 'n paar interessante skilderagtige besonderhede; die lunette bo die portaal, byvoorbeeld. Die werk word toegeskryf aan Giovanni Antonio Crespi bekend as il Cerano en is van uitstekende vakmanskap. Dit beeld die Madonna met die Jesuskind tussen San Celso en San Nazaro uit en dit blyk dat dit die een is wat in die sewentiende eeu ontwerp is vir die vernuwing van die kerk. Binne is die saal eenvoudig en klein, maar twee skilderye wat die Maagd voorstel kan steeds gesien word: een met die kind, aan die linkerkant, wat terugdateer na die vyftiende eeu, en die ander, aan die regterkant, uit die twaalfde eeu, wat maak een van die oudste fresko's in die stad Milaan. Die sarkofaag met die oorblyfsels van die heilige, eens deur San Celso gehuisves, is later na die nabygeleë heiligdom Santa Maria verskuif. Die kloktoring, sowat 30 meter hoog, is steeds dié van die oorspronklike konstruksie en is al meer as 'n duisend jaar in werking: die oudste in die stad Milaan. Dit is heropen vir die publiek vir besoeke in 2018. Die kerk van San Celso word ook die kerk van die bruide genoem omdat dit na die troue die gebruik was dat meisies hul ruiker aan die voet van die kloktoring neersit wat, waarskynlik nadat hulle die sugte van baie meisies, het dit op sy beurt die bynaam van Bell Tower of Sighs gekry.
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E infine Serracchiani diede del "genio" a Berlusconi Luigi Crespi Pubblicitario Debora Serracchiani è nel parterre di Piazza Pulita mentre si appresta a lasciare la presidenza del Friuli Venezia Giulia. Incalzata dalle domande di Corrado Formigli, non riesce a nascondere le sue ambizioni sul Pd a cui non risparmia sferzanti critiche che segnano la presa di distanza tardiva da Matteo Renzi. Nello studio entra una luce sovrannaturale, dai ledwall arrivano le immagini dei leader del centrodestra che incontrano i giornalisti al termine delle consultazioni con Mattarella e gli occhioni grandi della Serracchiani si illuminano, come non facevano da tempo, nel vedere lo spettacolo messo in scena da Silvio Berlusconi. Le scappa di impeto il commento - "un genio" - poi cerca di ridimensionare l'affermazione uscita come un moto spontaneo dell'anima che non sfugge al conduttore e al direttore del Giornale che sottolinea compiaciuto il passaggio di Debora, che tiene il punto. Ma cosa ha scatenato l'endorsement della leader piddina? La contro-performance di Berlusconi che cede la voce a Salvini ma non concede altro. (...) Ma la domanda è: questa straordinaria padronanza del palcoscenico, il senso dei tempi a cosa serve? Quale obiettivo politico nasconde una mossa così plateale? Rinforza lo schieramento di centrodestra? Rafforza la leadership? Aumenta il bottino elettorale di Forza Italia? Offre una direzione alla crisi? Domande che dovremmo porci con serietà e che la Seracchiani avrebbe dovuto approfondire dopo essersi iscritta al fan club di Berlusconi. Questa nuova fase della politica italiana, dove si affacciano nuovi protagonisti giovani e moderni mi pare utilizzi una rappresentazione fatta di modelli arcaici. Come vecchi democristiani non dicono quello che pensano davanti ai microfoni, usano più forni e si nutrono di linguaggi paludati, appaiono più vecchi degli anziani mettono in scena una spettacolo politico vintage e più passa il tempo, più ci pare evidente che il repertorio di cui dispongono è corto, troppo corto, e allora diventa comprensibile l'ammirazione della Seracchiani per il "revival" di Berlusconi che dopo 40 giorni di ossessiva ripetivitità mette in scena una "rottura di modulo" che nel riprendersi la scena a oltre ottant'anni risponde a chi gli chiedeva un passo di lato e impone la sua presenza con una teatralità che è tutta politica.
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Scandalo Facebook, parla l'esperto Luigi Crespi: "Cambridge Analytica costruisce database attraverso quiz e games su Facebook scegliendo un target disattento e facilmente condizionabile"
Scandalo Facebook, parla l’esperto Luigi Crespi: “Due anni fa parlai con quelli di Cambridge Analytica e mi spiegarono il meccanismo: costruiscono database in maniera illegale attraverso quiz e games su Facebook e scelgono un target disattento e facilmente condizionabile. E’ arrivato il momento di smettere di scandalizzarci e cominciare ad informarci. Le multinazionali del tabacco…
Scandalo Facebook, parla l’esperto Luigi Crespi: “Cambridge Analytica costruisce database attraverso quiz e games su Facebook scegliendo un target disattento e facilmente condizionabile” was originally published on ITALREPORT
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20 lug 2020 15:11
CRESPI SÌ - STELLA IN LODE DI GIULIA MARIA, TRA ARTE (FAI) E AMBIENTE (AGRICOLTURA BIODINAMICA) - LA ZARINA DEL CORRIERE SILURO' IL LIBERALE SPADOLINI ("OSSEQUIOSO DEL POTERE") E PRESE PIERO OTTONE CHE VIRO' IL GIORNALE VERSO I SALOTTI RADICAL-CHIC MILANESI E MONTANELLI S'INCAZZO' - LA TRAUMATICA CACCIATA DI INDRO LA SPINSE A CEDERE NEL 1974 IL GIORNALE AD AGNELLI E POI A RIZZOLI - L’''AMANTE'' DI MARIO CAPANNA...
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Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”
«A te non è mai mancata la coda?», chiese un giorno a bruciapelo Giulia Maria Crespi a Marco Magnifico che sarebbe diventato uno dei suoi primi collaboratori e amici. E quello, scoppiando a ridere: «Perché? A te manca?» «Certe volte sì. Ogni tanto vorrei poter scodinzolare per mostrare che sono contenta».
Raramente, si capisce. Perché nei suoi novantasette anni di vita intensissima finiti la scorsa notte tra le lacrime dei sette nipoti, la fondatrice del Fai tutto ha fatto meno che scodinzolare. Tanto più davanti agli uomini di potere.
Nata a Merate, a sud di Lecco, nella primavera del 1923, destinata ad esser l'unica erede di una ricchissima famiglia di cotonieri proprietaria del Corriere della Sera , fu tirata su dal padre Aldo come una regina d'altri tempi. Solo tate, maestri, precettori privati. Di francese, tedesco, inglese. «Non andavo a scuola, agli inizi dovevo soltanto andarci a fine anno per gli esami e dopo le elementari non più...», avrebbe raccontato nel libro «Il mio filo rosso: Il "Corriere" e altre storie della mia vita», edito nel 2015 da Einaudi.
La prima volta entrò col batticuore nella scuola di via Spiga «con un vestitino di seta rosa in netto contrasto con tutta la classe dal rituale grembiulino bianco! Ero morta di vergogna e venivo guardata come una bestia rara».
Legatissima alla storica dell'arte Fernanda Wittgens («bionda, possente e bella come una Brunilde wagneriana») scelta come istitutrice dai genitori e destinata a diventare la prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera, appassionata lettrice e frequentatrice di musei, weekend indimenticabili nella tenuta sul Ticino della Zelata che via via negli anni farà diventare tra le prime aziende agricole biodinamiche d'Europa, estati a Forte dei Marmi e inverni sciistici sulle piste del Sestriere in compagnia dei rampolli di casa Agnelli, quella che dai nemici (parecchi) sarà soprannominata la Zarina del Corriere, ricorderà gli anni del fascismo e della rimozione di Luigi Albertini solo attraverso i racconti del padre:
«A un certo punto ci arrivò un ultimatum di Farinacci che ci ingiungeva di allontanare Albertini dalla direzione del giornale entro otto giorni. Se ciò non fosse avvenuto Farinacci minacciava di intervenire con le sue milizie per lanciare due bombe su via Solferino e distruggere il Corriere».
Impugnate le redini del quotidiano come accomandataria a metà degli anni Sessanta dopo la morte degli zii Mario e Vittorio e la malattia del padre, Giulia Maria aveva allora una quarantina di anni, era stata segnata dal dolore della morte in un incidente del primo marito Marco Paravicini dal quale ancora non sapeva di attendere due gemelli, Luca e Aldo (il quale morirà in un altro incidente stradale a metà maggio del 2020) e probabilmente non aveva l'esperienza necessaria per reggere un ruolo così difficile.
Sostituito nel '68 Alfio Russo con Giovanni Spadolini («Colto, facondo, pieno di vita, svolazzava, malgrado il peso, come una libellula tra i pensieri e le cose», dirà ad Antonio Gnoli) cambiò presto opinione: «Scoprii improvvisamente il suo lato vanitoso, prolisso, ossequioso al potere».
E fu così che nel 1972 decise di affidare la direzione a Pietro Ottone dando al Corriere, tra mille polemiche che avrebbe pagato carissime, una svolta culturale e politica che Indro Montanelli liquiderà come un episodio «autoritario, prepotente e guatemalteco».
L'episodio scatenante fu un'intervista del Gran Toscano a Cesare Lanza: «Non esiste un contrasto personale fra Piero Ottone e me e siamo anzi in ottimi rapporti. C'è piuttosto un'impostazione del Corriere del tutto diversa da quella che è la tradizione del giornale...Non discuto la linea politica del Corriere attuale (anche perché non capisco di che linea si tratti: nella stessa pagina c'è tutto e il contrario di tutto). Non discuto la fattura, il giornale è tecnicamente buono, più sveglio di prima. Quello che discuto è lo stile. Disordinato, tumultuoso, terribilmente demagogico...»
Seguiva una sorta di preavviso: avrebbe fondato un suo giornale. Troppo. Giulia Maria era allora in vacanza nel suo stupendo e poverissimo stazzo in Sardegna dove per scelta di vita (e per spirito d'adattamento del secondo marito, l'architetto Guglielmo Mozzoni) non aveva elettricità, caloriferi, telefono: «Una mattina dal centro telefonico di Palau venni avvertita di telefonare con estrema urgenza a Piero Ottone. Con estrema velocità mi recai al telefono pubblico di Palau. Ottone mi comunicò la sua decisione di licenziare Montanelli dopo aver letto quelle frasi secondo lui ingiustificabili. Io presi subito la nave e tornai a Milano. Personalmente ero dubitosa su questo provvedimento».
Anni dopo avrebbe confidato che certo, era stato un peccato perdere uno come Montanelli. Quando diceva «nella mia vita ho commesso un sacco di sbagli» si riferiva anche a questo. Continuava tuttavia a ripetere di non aver mai capito bene perché fosse andata così. Certo i rapporti non si ricucirono mai più. Lo stesso Montanelli però, due mesi prima di morire, nel maggio 2001, ribadendo nella sua Stanza le accuse alla Crespi di aver voluto gestire la linea del giornale di persona orientandola «secondo i suoi gusti politici, che non erano precisamente quelli tradizionali, cioè d'ispirazione liberale.
Essa s' ispirava invece al "nuovo corso" della contestazione sessantottina che incontrava larghe simpatie nei salotti della borghesia radical-chic milanese di cui ella stessa era esponente, anzi una bandiera», spiegava però a una lettrice, Alice Zanuso: «Questa, ti ripeto, è la vicenda vista dalla mia angolatura, di cui hai non il diritto, ma il dovere di diffidare»
Certo è che quella rottura fu fatta pesare su Giulia Maria Crespi fino in fondo. Al punto di spingerla nel 1974 a cedere il Corriere («il "mio" Corriere ») prima a Gianni Agnelli e Angelo Moratti, poi ad Andrea e Angelo Rizzoli.
Una vicenda vissuta come un tradimento del vecchio amico di Forte dei Marmi e del Sestriere: «In nome di questi ricordi gli chiedo di scrivermi una lettera autografa in cui mi promette di rimanere al Corriere , lui personalmente, per cinque anni e di versare subito i cinque miliardi di lire come nell'accordo pattuito. Vedo ancora Gianni sedersi senza battere ciglio a quella mia scrivania stile Luigi XVI, prendere un foglio e scrivere questa lettera: «Cara Giulia Maria ti do la mia parola di uomo d'onore...»
Eppure, quell'uscita per lei così traumatica da un mondo che amava («La verità è che mi consideravano una pazza, una irresponsabile, una comunista. Misero in giro la falsa voce che fossi diventata l'amante di Mario Capanna!») fu per lei l'occasione di dare il meglio di sé stessa.
Fondando nel 1975 con Renato Bazzoni quel Fondo Ambiente Italiano nel quale avrebbe riversato per oltre quarant' anni tutto l'entusiasmo e la forza di volontà dedicati alla salvaguardia del paesaggio, dell'ambiente, del patrimonio culturale dell'Italia.
Un amore totale. Appreso «in particolare da Antonio Cederna». E portato avanti, scrive oggi il presidente Andrea Carandini, con «una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza». «Per lei niente era impossibile», ricorda Magnifico, «Quando si metteva in testa una cosa non c'era ostacolo capace di intimidirla».
Tra gli innumerevoli aneddoti che ha lasciato (divertente l'incontro nel salotto di casa col leader sessantottino Mario Capanna che sbottò: «Oooh! Finalmente conosco la più celebre delle mie amanti!») almeno un paio resteranno indimenticabili. Come quando, non riuscendo a trovare uno spunto per la sua annuale commediola natalizia coi nipotini in costume, chiese un'idea a Pier Paolo Pasolini.
E quello le rispose che era occupatissimo perché sommerso da mille impegni e che doveva partire per l'Africa e fare questo e quest' altro ma via via che si scansava buttò lì il canovaccio di una bellissima favola natalizia coi re Magi
Per non dire di quando, ospitati nel suo stazzo sardo di Cala di Trana una quarantina di ragazzi spartanamente ammucchiati su letti a castello, fece togliere i rubinetti ai due lavandini piazzando un cartello: «I limoni hanno bisogno di acqua più di voi. Se volete lavarvi lavatevi in mare».
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