#Lenitivo
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Olio di cocco biologico: un alleato di bellezza per la tua skincare e haircare
Cos’è l’olio di cocco? Come utilizzarlo? Si estrae attraverso la spremitura a freddo della polpa del frutto Cocos Nucifera, contiene moltissimo acido laurico, un antisettico e antimicrobico naturale che lo rende un ingrediente perfetto come prodotto di bellezza nella routine. È inoltre ricco di vitamina E ottima per nutrire pelle e capelli. È un olio leggero utilizzato molto in India, Sri…
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AFORISMO CV
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Aiutare ed aiutarsi
A volte credo sia indispensabile capire che non si può aiutare chi sta male. Semplicemente non siamo di alcun aiuto e questo per molti è difficile da accettare.
Per costoro che muoiono dalla voglia di aiutare probabilmente più che una sincera forma di altruismo è un modo per affermare se stessi, sentirsi utili, sapere che hanno un potere lenitivo, in un certo senso.
Talvolta il miglior aiuto per gli altri è non fare assolutamente nulla.
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Ho aperto una bottiglia di vino, non lo facevo da settimane.
Ho aperto una bottiglia di vino perché scrivere questa consegna m’irretisce: che ne so, io, del futuro? Che ne so, io, del mio, di futuro?
La mia psicologa m’ha detto di pormi domande anche fuori dalla stanza delle parole; allora, mi chiedo: sarà sempre così? Avrò sempre bisogno dell’ausilio di uno stato psicofisico alterato per guardarmi dentro? Per scovarmi?
Dove sono finita?
Non sarà poesia questa volta, se poesia possiamo definire quelle masse informi delle volte scorse. Non sarà logico, razionale, non seguirà un andamento lineare: questa sono io che scrivo di getto un flusso di coscienza che odierò dover rileggere per editare.
Probabilmente lo lascerò così: grezzo, magmatico, inusuale.
Io non so neanche cosa sia, il futuro. Treccani m’informa: futuro è
s. m. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Il tempo che verrà. Quando verrà?
Io procrastino il mio futuro, lo faccio da anni: congelata per decenni nello stato della studentessa che non vuole crescere, divenire adulta.
Il tempo che verrà, gli avvenimenti che in esso si succederanno:
allora il futuro è anche questo momento? Questo preciso ed esatto istante?
Il mio futuro di oggi prevede la sopravvivenza a questa giornata logorante, solitaria, alcolica, per poter andare a lavorare, poi, alle 23, staccare alle 3, andare a dormire.
È questo il mio futuro? È questo quello che mi aspetta una volta uscita dal nido sicuro, limbo lenitivo, che è la Holden?
Per anni ho procrastinato la mia laurea perché l’idea di lasciare la calda certezza dell’Università mi dilaniava.
Ora mi sono laureata, ma non l’ho fatto prima d’aver trovato già un morbido rimpiazzo.
Questa scuola.
Con le sue pareti dai colori caldi, i divanetti nei corridoi. Le consegne che ti obbligano a guardarti allo specchio. Mi viene in mente Elisa, di Menzogna e sortilegio:
E mi aggrappo agli specchi per ritrovarmi. Per non dissolvermi.
Come Elisa
Medusa
Fluttuo nell'aria e
L'avvolgo
Questa stanza è piena di me;
In me
L'aria. -
si guardava allo specchio e lo specchio le rifletteva l’immagine informe di una medusa incorporea. Questo sono anch’io: non ho contorni, non ho definizioni, non mi lascio incasellare: sono magma, come lo è la mia scrittura schizofrenica; sono fluido, informe e scrosciante, flusso che pretende di divenire, vento che soffia frusciante.
L’eterno ritorno.
Futuro, il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Io, nel mio futuro, voglio vivere. Nel mio futuro è la vita che voglio: è la tenacia, l’ostinata, imperitura, tenacia di vivere che voglio, nel mio futuro.
Sarebbe troppo semplice scrivere il manifesto politico e indignato: oh, sì, il pianeta va in fiamme; le disuguaglianze? Non c’è modo alcuno di eliminarle; il lavoro è precario, il lavoro fa schifo – sono una fiera anti-lavorista impenitente – come si può metter su famiglia in uno scenario apocalittico tale? Apocalittico ‘sto cazzo: questo è il nostro presente. Ma, poi, io voglio davvero mettere su famiglia?
Io,
nel mio futuro,
voglio vivere.
E nel mio presente io mi domando, mi imploro persino: Federica, risolvi te stessa, perché sei dipendente da ogni dipendenza, e cerchi costantemente la sofferenza perché altrimenti non senti niente; e tu devi sentire, devi sentire di esistere e non solo esistere;
Federica tu vuoi vivere e non semplicemente esistere.
Come si fa, allora, ad immaginare un futuro se è già il presente ad essere così precario?
Futuro. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Talvolta ho desiderato non ci fosse alcun futuro per me. Talvolta, guidando, un pensiero intrusivo ha tentato d’ammaliarmi: non frenare, continua così, col pedale schiacciato sull’acceleratore, ai 100 all’ora contro quell’albero: in fondo, che hai da perdere?
Niente.
Sono qui.
Quel pensiero intrusivo sono sempre riuscita a riporlo in un cassetto.
Chiuso a chiave,
due mandate,
per sicurezza. Quanto m’ha spaventato, quanto ancora mi spaventa quando tenta, con le sue lunghe dita affusolate, d’aprirsi un varco nel mio conscio.
Ma io è vivere che voglio.
Nel mio futuro, è vivere che voglio
Fanculo al mondo che cade a pezzi: non riesco a tenere insieme neanche me stessa.
Fanculo al mondo che brucia: io ho bisogno del fuoco per sentirmi esistere.
Fanculo alle ingiustizie: di cosa scriverei, se questo mondo indecente fosse perfetto?
E, poi, di cosa parlerei, se io fossi una persona risolta?
Futuro: Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Io nel mio futuro voglio succedermi.
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In quest'epoca di falsi profeti e verità alternative, in cui tutto viene messo in discussione dal Santo Diritto d'Opinione (che è molto simile alla Santa Inquisizione medievale), il quale tra poco metterà in dubbio anche la rotazione terrestre attorno al Sole, persone come Alberto Angela diventano per me fari nella nebbia.
Prendiamo per esempio proprio Alberto Angela, come lo fu suo padre Piero, la sua razionalità diventa come un balsamo lenitivo, che mi avvolge in un'aura di calma. Quando il cielo si tinge di rosso non penso che: "rosso di sera bel tempo si spera". Ma, come lui, consulto le previsioni meteo, scacciando superstizioni millenarie. Meglio Giuliacci di un proverbio.
Quando mi trovo di fronte a un bivio, non mi affido all'istinto, ma studio attentamente le mappe, proprio come farebbe un archeologo alle prese con un sito da scavare e da riportare alla luce. In realtà uso un navigatore, molto meglio, perché credetemi riesco a perdere la Stella Polare anche con una bussola in mano.
E quando mi trovo a combattere con l'erba infestante del mio giardino, non la vedo più come un nemico, ma come un organismo vivente, degno di studio e rispetto. L'erba, non quella del vicino sempre verde e neanche quella di Bob Marley, mi riporta alla mia gioventù. Mi manca l'odore dell'erba appena tagliata, le partite a pallone, le ginocchia sbucciate, le corse sotto il sole, il cielo stellato, la gnagna.
Se fossi Alberto Angela avrei scritto, alla fine della frase precedente, "un sito archeologico" e non "la gnagna". Ma io non sono lui, disdetta.
Ieri, ho deciso di sfidare la mia pigrizia e ho indossato le scarpe da running. Dopo appena un chilometro, ero già stremato. Il fiato mi mancava, le gambe tremavano e mi sentivo come un gladiatore morente nel Colosseo. In quel momento di sconforto, ho avuto una visione: Alberto Angela, in tutta la sua pacatezza, mi puntava il dito e, con un sorriso comprensivo, mi diceva: "Il tuo corpo è come le rovine che risalgono all'epoca di un velleitario tentativo di attività fisica. Ricorda, caro amico, che anche i più grandi imperatori avevano i loro limiti". Non c'ho capito nulla, tranne che era meglio rientrare a casa e buttarmi sul divano.
Un'altra volta, mentre stavo per inviare un'email di lavoro particolarmente importante, il mio computer si è bloccato. La rabbia mi ha assalito per un attimo, ma poi ho respirato profondamente e ho cercato di mantenere la calma. Ho riavviato il sistema e ho ricominciato da capo, con la stessa pazienza di un archeologo che ricostruisce un vaso frantumato. In quel caso ho ricostruito, riattaccando tutti i cocci, i miei testicolo frantumati. Alla fine mi è apparso l'ologramma di Alberto Angela che mi faceva l'occhiolino e mi sussurrava "acido desossiribonucleico".
In un mondo sempre più frenetico e caotico, avere un punto di riferimento come Alberto Angela è un vero e proprio privilegio. La sua capacità di spiegare anche i concetti più complessi in modo semplice e chiaro mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi, a porre domande e a cercare sempre delle risposte razionali. E anche se a volte mi sento sopraffatto dagli eventi, so che posso contare su i suoi programmi per ritrovare la serenità e la curiosità che mi contraddistinguono.
In alternativa gli psicofarmaci, o l'alcol, fanno lo stesso effetto.
p.s. nell'immagine l'espressione di Alberto Angela dopo aver letto questo mio post
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Terça-feira
Para hoje, acorde acreditando que ainda dá tempo de realizar seus sonhos, não importa a fase que você esteja vivendo. Sacuda a poeira da rotina, que muitas vezes encobre a esperança por dias melhores. Desejo que hoje você receba a inspiração para enxergar as boas perspectivas e as resoluções que você precisa para seguir. E que seus cansaços físicos, emocionais ou mentais recebam o lenitivo necessário, dados pelos nossos irmãos de luz, enviados por Deus, para que você possa cumprir a jornada que Deus determinou para você. E que para que você enxergue as belezas da vida e possa vivê-las diariamente, percebendo que viver é sim lutar, mas também é prazer, alívio, descanso. Viver é seguir com Deus ao nosso lado, superando as dificuldades e nos aprimorando como seres melhores a cada dia. Que possamos senti-lo. Que sejamos felizes, enfim.
Assim seja!
Josy Maria
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ho i brufoli sul mento perché mi ingozzo di cioccolato da settimane, sono molto ansiosa nuovamente perché mi è ripresa l’ipocondria, ho cancellato instagram ma ha perso il suo potere lenitivo, ho un sonno come se fosse un richiamo atavico al cuscino e gli occhi incollati, forse devo prendere le vitamine ma sembrano caramelle disgustose e sinceramente mi fanno ribrezzo, pongo nuovamente l’enfasi sul fatto che sono ansiosa e ipocondriaca, voglio fare una visita istologica, mi sveglio nel cuore della notte e penso quale dei miei 378383 nei sarà un tumore, se a mio padre tornerà il tumore, se a mia mamma verrà un tumore etc. insomma non capisco perché un giorno sto bene e l’altro ho una collezione di angosce che non mi lasciano vivere
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Enseguida volvió a bajar la barbilla, asustada por el lenitivo esplendor de aquel día, por la belleza ofensiva e inapropiada del mundo.
La hermosa burócrata, Helen Phillips
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How to deal with summertime in full beauty.
Most coveted beauty toys of the season proudly belong to Dior.
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Estate. Vai con Dior. Tre desiderata assoluti per trascorrerla in smisurata bellezza.
• Dior Le Baume - Balsamo lenitivo multipurpose per labbra mani corpo. Texture ultrasensoriale. Formula idratante nutriente con 95% ingredienti naturali. Pack design sferico ergonomico da portare ovunque. Il più gettonato dell’estate!
• Dior Forever Natural Bronze Edizione Limitata - Polvere compatta ad effetto abbronzatura naturale, pelle sunkissed, finish radioso. Formula con pigmenti minerali al 95%. Impeccabile anche con la canicola, a lunga tenuta. Pack stylish con astuccio in tessuto e logo ispirato all’Hotel du Cap Eden Roc e al pattern dei cappelli estivi Riviera della Maison.
• Dior Prestige La Micro-Huile de Rose Advanced Serum - Best seller dei trattamenti viso Dior questo siero d’eccellenza racchiude la forza riparatrice e rigeneratrice della rosa di Granville. Formula d’avanguardia con microperle ad alta concentrazione di nutrienti essenziali per una visibile trasformazione cutanea. Viso più fresco e tonico, pelle rimpolpata e liftata, contorni definiti e rughe attenuate. Promessa antiage mantenuta!
©thebeautycove @igbeautycove
gifted by Dior
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Però ci sono parecchi libri che dopo averli letti mi hanno lasciato per sempre diverso da com’ero prima, e penso che tutta la buona letteratura in qualche modo affronti il problema della solitudine e agisca come suo lenitivo. Siamo tutti tremendamente, tremendamente soli. Ma c’è qualcosa, quantomeno nei romanzi e nei racconti, che ti permette di entrare in intimità con il mondo, e con un’altra mente, e con certi personaggi, in un modo in cui non puoi proprio farlo nel mondo reale. L’effetto che vorrei che avesse quello che scrivo è far sentire le persone meno sole.
David Foster Wallace
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Olio Massaggi Canapa & Arnica: Un toccasana per corpo e sensi
Questo olio per massaggi naturale e vegetale è un vero toccasana per il corpo e per i sensi. La sua formula ricca di olio di canapa, arnica e oli essenziali al pino lenisce dolori muscolari e articolari, dona sollievo alle infiammazioni e nutre la pelle in profondità. Ritrova il tuo benessere con l’Olio Massaggi Canapa & Arnica 500ml di Biohemp Dolomiti! Perché scegliere l’Olio Massaggi Canapa…
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AFORISMO LXIV
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As palavras cínicas e atuais de Albino Forjaz de Sampaio
Por Cláudio Tsuyoshi Suenaga
O jornalista e escritor lisboeta Albino Maria Pereira Forjaz de Sampaio (1884-1949) foi aquele que entre todos proferiu as maiores verdades acerca da vida, da existência e do que possa ser chamado de divino. E ele só tinha 20 anos de idade quando escreveu Palavras Cínicas, lançado em 1905 e que teve 46 edições enquanto esteve vivo.
Como alguém tão jovem poderia já estar totalmente desiludido e frustrado com a humanidade? O que o levara a desintoxicar-se tão cedo de todos aqueles lenitivos de que a maioria não abre mão para esquecer seus problemas, preencher seus vazios e seguir em frente como se este fosse o melhor dos mundos? Poderíamos dizer, como o filósofo alemão Eric Voegelin (1901–1985), que ele perdera o contato com o Criador se já não alimentasse também por parte Dele, e muito menos Dele, nenhuma esperança.
Ainda recorrendo à semântica ordenadora de Voegelin, não estaríamos lidando com as assunções de um indivíduo enquanto tal, mas com um cristão ou secularista, imerso em uma grande onda, no caso do espírito ateístico e gnóstico, que o alinharia a Nietzsche e Schopenhauer (de quem, aliás, Forjaz de Sampaio traduziu As Dores do Mundo, publicado em 1850). Forjaz de Sampaio, porém, é intemporal, infenso a doutrinas ou sistemas filosóficos, um simples destilador da realidade que foi maturado pelo cinismo.
Aqueles que experimentaram e foram capazes de reconhecer que a vida é nada mais do que desencanto, decepção e desprazer, sentem de imediato uma compatibilidade de alma com ele. Já aqueles que se negam a se reconhecer nesse retrato nada lisonjeiro que se atreveu a pintar da humanidade, andam imersos em imensa hipocrisia, otimismo desvairado ou alienação suprema.
Albino Forjaz de Sampaio. Hemeroteca Digital — Ilustração Portuguesa, 2ª série, nº 841, 1º de Abril de 1922.
A todo o momento, subentende-se que Forjaz de Sampaio, como muitos de nós no fundo, revolta-se porquanto a uns é dado viver como bem querem e com muito mais até do que poderiam ter desejado em suas ambições mais mirabolantes, enquanto a outros tudo é negado e impedido, não que devessem ou merecessem serem tão ricos quanto, mas que tivessem ao menos o mínimo suficiente para uma existência digna, para viverem de acordo com uma relativa tranquilidade.
Em nenhum momento, no entanto, Forjaz de Sampaio sucumbe à proposta ingênua de uma revolução, e nem sequer o sugere, sabedor que o problema não seria meramente estrutural, mas intrínseco a natureza humana, que continua a ser o que ela é, que leva o homem às mesmas loucuras, aos mesmos erros e desatinos e a correr atrás do vento, sem aprender com o passado, no que se condena a repeti-lo ad aeternum, em infinitas variações.
Os comunistas, assim como os pregadores religiosos, continuam brotando do chão como cogumelos em dia de chuva prometendo, no caso dos primeiros, o Paraíso na própria Terra, ou no dos segundos, no Céu, sem demonstrarem como seria possível que um tal playground post-revolutionary ou post mortem realmente pudesse existir e funcionar. Pelas tantas experiências malogradas que já vimos, o que não impede de continuarem cooptando e enganando legiões cada vez mais maiores de militantes, adeptos e seguidores, bem sabemos em que tipo de Paraíso essas utopias redundam. Sua utopia, minha distopia.
O amar a Deus sobre todas as coisas e ao próximo como a si mesmo não é praticado senão como chantagem para arrancar dinheiro do próximo e usurpá-lo acima de todas as coisas. Os pobres são não bem-vindos, a menos que rendam algum lucro, para depois serem descartados e desprezados como se não existissem. Sim, todo o valor de uma pessoa, infere ele, se reduz e se define pelo que ela pode adquirir comprando. E não é assim? Talentos são ignorados, talento que era apenas uma moeda de ouro ou de prata no tempo da dominação romana. Só o dinheiro é verdadeiramente amado e adorado neste mundo. O dinheiro acima de tudo e a riqueza acima de todos.
Sabemos que as pessoas sempre preferiram ouvir as mais belas mentiras do que as mais horríveis verdades, principalmente acerca da vida e da existência. Mesmo diante do fato inelutável da morte, para todos, e da miséria e da doença, para a maioria, para não mencionar todas as mazelas, calamidades, desgraças, tragédias e injustiças a nos assolar em maior e menor grau desde que surgimos neste “vale de lágrimas”, ainda há os que encaram a vida como um passeio de domingo à tarde no parque de diversões.
Saiba mais no artigo do literato e editor Bira Câmara, “Albino Forjaz Sampaio, um autor politicamente incorreto”, que produziu uma edição primorosa da obra. Você pode adquirir um exemplar em seu recomendadíssimo blog JornaLivros.
Mas chega de granjear subjetividades. Passarei a transcrever a seguir alguns pensamentos de Forjaz de Sampaio que selecionei de seu livro Palavras Cínicas, na recomendação de que seja lido por inteiro. Você pode fazer o download do livro aqui ou diretamente na página de meu arquivo particular.
Albino Forjaz de Sampaio - Palavras cínicas
Vi que a vida era má e escrevi estas cartas. Se as leres no meio dum festim as porás de parte com enfado, mas buscarás nelas consolação quando o mundo te fizer chorar.
Leia as transcrições completas que fiz de Palavras cínicas no Patreon: https://www.patreon.com/posts/as-palavras-e-de-76798782
Fonte: Olhai Lisboa
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Conoscersi in una situazione di difficoltà
La debolezza, la fragilità, il bisogno di una nuova intimità. L'emotività alle stelle, la speranza nel futuro, la paura del passato. Le promesse mantenute, quelle mancate. I riti, gli amori, i primi e gli ultimi. I confronti, l'inarrivabilità, la novità. Il rimorso, il rimpianto, il senno di poi, l'ascia di guerra. I sogni, i desideri, la passione. Gli spazi, le distanze, le incomprensioni. L'equilibrio, il compromesso. L'idealizzazione, la disillusione, la confusione. La realizzazione, l'evitamento. Il combattimento tra sentimento e pentimento. Il ripensamento, la trattativa, la solitudine, il sacrificio. L'affetto residuo, i ricordi imperituri, il dolore indelebile. Il tempo, le ferite, l'accettazione. Le trappole, le tentazioni, le reazioni. Il rancore, il perdono, la nostalgia. Le altalene, le montagne russe, i muri. La tregua, l'orgoglio, la mancanza. Le aspettative infrante, il lungo addio, l'abbandono. Il contorto conforto del distacco, la quiete apparente. I dubbi, i fallimenti, l'esperienza. Le maschere, le distrazioni, gli inganni. Le evasioni, le tergiversazioni. La rabbia, le minacce, la violenza. La cattiveria gratuita, la libertà negata, la schiavitù autoinflitta. Il flagellamento, la repressione, le necessità, le virtù. L'eco del tormento, la costante tensione, le unghie mangiate, i denti digrignati, il sangue agli occhi. Le lacrime, i singhiozzi, le urla. La disperazione, il crepuscolo, le crepe nell'anima. Il cuore bradicardico, i polmoni insaziabili, il fegato amaro. Il riparo temporaneo, il cerotto invisibile, il lenitivo sollievo. Il placebo, il passatempo, la routine. L'ostinazione, l'incertezza, l'incredulità. La farlocca sorpresa, lo scialbo calore, i soliti pressapochismi. Le vecchie parole, gli stessi nomignoli, le classiche canzoni. Un nuovo inizio, sconosciute sensazioni, sapori esotici. La complicità, l'intesa, la frenesia. La cautela, i piedi di piombo, la pazienza. La conquista della fiducia, la naturalezza del sostegno, la meraviglia dei dettagli. L'empatia, la presenza, la spontaneità. La riscoperta della tenerezza. La dolce attesa, l'adolescenziale impazienza, i fremiti e i gemiti. Una rinnovata vitalità, una grintosa spinta, l'armonia perfetta, la fiamma eterna. L'estasi, la gioia, la purezza, la felicità sconfinata.
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Dolore fisico mi tiene a mente che esisto
Finché sarò vivo e non solo cibo
Finché non mi ossido finché non marcisco
Finché mi consolo con cose che uccidono
Finché mi abbandonano senza un addio
Finché mi critico dico fallito
Finché la fine sarà un lenitivo
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Para hoje
Bom seria se a nós chegassem apenas notícias boas. E se existissem em nossa vida apenas momentos bons. Cada um tem seu quinhão de dor na Terra. Cada um sabe onde o sapato aperta, o que tira a paz e turva a felicidade. Eu aprendi que a verdadeira felicidade não é deste mundo. E que felizes são os que choram, porque serão consolados. E é isso que desejo não só no dia de hoje, mas para toda vida: a consolação daquele que é o único que pode abraçar verdadeiramente todas as dores e enviar o lenitivo necessário para os corações quebrantados pela dor, Deus. Que Ele nos fortaleça quando nossas fragilidades ameaçarem sobrepujar todo o resto. Que Ele nos capacite a passar pelas tormentas e nos alente quando estivermos por um fio. É isso que peço para todos nós hoje e sempre.
Assim seja.
Josy Maria
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