#La metà oscura film
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La metà oscura (film)
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di cinema e per la precisione del mondo dell’animazione, tornando con la filmografia della Pixar e giungendo al loro quinto lungometraggio, Alla ricerca di Nemo. Marlin e Coral sono due pesci pagliaccio che si sono trasferiti da poco in un’anemone sulla barriera corallina e lì Carol ha deposto numerose uova. Un…
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Spesso, quando penso al significato di "Einstürzende Neubauten", mi immagino che fra i crolli dei palazzi e le urla nella tragedia ci sia qualcuno che danzi… Questa immagine cinematografica e surreale di un balletto con, sullo sfondo, la distruzione urbana di una città, mi è stata instillata da A Secret Wish dei Propaganda. I Propaganda sono una band di Düsseldorf, che si colloca esattamente a metà strada fra la new-wave più oscura e il synth-pop più laccato di metà anni ’80. A Secret Wish esce nel 1985, anno in cui gli Wham! e i Duran Duran erano all’apice della loro carriera dopo aver ridefinito il concetto di musica pop, uscendo dall’ombra di Phil Collins. Ma qualche anno prima il genio di Trevor Horn assieme alla moglie Jill Sinclair e il giornalista del NME Paul Morley fondarono la ZTT records con l’ambizione di creare una nuova new-wave che attingesse quanto più possibile dalla world-music. Anche se le voglie di Horn andranno sempre verso i campionamenti, il gioco dadaista, il surrealismo, i Propaganda si collocano perfettamente all’interno di questa visione proprio per essere strani, alieni e per cercare di portare avanti due sentieri a volte comunicanti ma spesso divergenti: cioè l’oscurità della new-wave e la solarità del synth-pop. Figli di Fritz Lang e di Giorgio Moroder i Propaganda rappresentavano la decadenza della vecchia Europa degli anni ’80, in una nazione dove esisteva ancora la cortina di ferro che poteva essere all’avanguardia pura (Kraftwerk, David Bowie) o tradizionalista. Le macchine musicali si sovrapponevano a quelle militari, gli edifici in acciaio e vetro dell’ovest lasciavano intravedere i palazzoni razionalisti residenziali dell’est. Anche se non siamo a Berlino questa è l’atmosfera dei Propaganda i quali attingeranno dalle colonne sonore del cinema mitteleuropeo e dall’elettro-dance di Monaco. La costruzione di alcuni brano come se fossero lunghe colonne sonore si sentono nei due pilastri portanti e laterali di A Secret Wish, cioe "Dream within a Dream" e "Dr. Mabuse." L’intro, lungo oltre nove minuti, è costruito su un sample da dove emergono le chitarre di Steve Howe (preso in prestito, profumatamente, dagli Yes), tabla, percussioni, i meravigliosi synth di Dörper con gli sassofoni e strumenti a corda. La sensazione è quella di ballare il tip-tap sopra le rovine di una città ancora fumante, i colori sono rigorosamente in bianco e nero; la distruzione affascina come il sublime romantico, facciate distrutte, pilastri spezzati e strappi di cemento armato non sono poi così distanti dall’idea di una foresta intricata.
"The Murder of Love" è un brano punk-funk con i synth stranianti e atmosfere quasi da film horror che, incastrato perfettamente nella metrica del secondo bridge, sfoggia un assolo jazz di Howe che ci fa vedere per un attimo – in cartolina – una spiaggia caraibica. La voci di "Claudia Brücken" e di algida senza essere sexy; rappresenta una di quelle bellezze passate di moda ma che si possono perfettamente comprendere grazie alla ricontestualizzazione: i nudi di Egon Schiele, le donne di Ernst Kirchner, le attrici del cinema espressionista. Le sporadiche apparizioni di Susanne Freytag sono l’esatto contrario: graffiano monotone, come un megafono, su un corpo più sexy. Queste muse post-apocalittiche – qualcuno li descrisse come “gli Abba dell’Inferno” - sono immortalate puntualmente da Anton Corbijn e vestono maglie metalliche che servono per sostenere blocchi di edilizia (come si può vedere in copertina).
"Jewel" e "Duel" sono due lati di uno stesso brano, con lo stesso testo. "Jewel", dal titolo suadente, in realtà respinge l’ascoltatore col suo andamento meccanico e straniante mentre "Duel" tira fuori tutto quel synthpop del 1982-83, caramellato, in stile Wham! e ABC; un brano pop dalle tinte dance-funk. Fra una frase e l’altra si sentono le brevi ma persistenti incursioni dei synth, il basso digitale e della moltitudine di strumenti che fanno capolino per un attimo, come il simpatico carosello prima degli ultimi ritornelli. Stupenda anche "Frozen Face", un piccolo interludio dance dove l’arpeggiatore moroderiano lascia spazio alle bass-line e ai synth caraibici. Flash paradisiaci e flauti tropicali che sembrano ad ogni modo emergere appena da quel sentore di catastrofe proiettata perennemente per tutta la durata dell’album. "Frozen Face" è una specie di antipasto per "P:Machinery", un singolo dagli andamenti drammatici e stupefacenti ogni volta che vengono sparati i synth dopo il ritornello mi viene la pelle d’oca e immagino le bombe che esplodono viste attraverso il vetro di una discoteca. "Sorry for Laughing" è come una tetra filastrocca su base quasi industral; "The Chase" strizza l’occhio alle produzioni più ariose di Moroder senza essere una cover. L’ennesimo capolavoro (ma la seconda principale delizia dopo l’opener) è la conclusiva "Dr. Mabuse"; una monumentale traccia di dieci minuti con diverse narrazione su una costante base synth-pop/dance con i le tastiere che incitano “Sell him your Soul/Never Look Back”. Anche qui il brano progredisce come una lunga colonna sonora, marziale, descrivendo più volte uno stesso modulo narrativo che a volte acquisisce sfumature diverse: l’arpeggiatore ossessivo a metà traccia, l’apertura conseguente, il climax, la parte tribal-sintetica ancora successiva – come se fosse un capitolo a parte di una piêce teatrale, e la parte finale (a tre minuti dalla fine) che sfoggia variazioni armoniche sulle bass-line principali. A Secret Wish è un disco senza tempo, che utilizzando sonorità dell’epoca si colloca allo stesso tempo al di fuori delle ondate principali musicali, ma anche al di fuori di tanto underground. È un album che unisce l’eurodance, i tribalismi, le armonie pop, la ricerca sulla produzione e sulla resa sonora di alcune macchine, la soundtrack e gli ossimori sonori. Il tutto in una circolarità che è davvero cinetica (la frase finale si conclude dicendo la frase della prima traccia) e rimanendo in una posizione temporale cristallizzata (tanto per capirci, non ci sono tanti emuli dei Propaganda, mentre le sonorità che emergono da questo disco si trovano più spesso e volentieri all’interno di dj-set piuttosto che all’interno di album). Purtroppo quello che dice Simon Reynolds è vero quando si legge
«la musica dei Propaganda era troppo laccata per fare breccia nella camera da letto o nel cuore degli ascoltatori. Non basta parlare di sogni, visioni, ossessioni, crimine; non basta mettere in copertina una citazione ballardiana sulla banda Baader-Meinhof e sulla follia come unica libertà in un mondo di avvilente buonsenso». A Secret Wish rimarrà per sempre all’ombra di Welcome to the Pleasuredome dei Frankie Goes to Hollywood (release enorme che è riuscita a mettere in ombra perfino gli Art of Noise, creatura principale di Trevor Horn e della sua ZTT), a volte sembrerà un disco troppo luminoso per i goth del post-punk ma anche troppo oscuro per gli ascoltatori di Top of the Pops. Sta di fatto che un esempio così mastodontico di fragilità al collasso è davvero difficile da trovare.
#Propaganda#Trevor Horn#synthpop#80s#New Wave#ZTT#1985#einstürzende neubauten#Bowie#Kraftwerk#Dusseldorf#Germany#Art of Noise#Frankie Goes to Hollywood
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Cornelio: il club della paura. Vol. 1
Quella che stiamo per raccontare è una storia di puro e semplice orrore, un mistero naturalmente. Un mistero misterioso. Un giallo. Sì, anche. Ma tremendo e spaventoso, con tanto, tanto sangue e una violenza cieca che non sembra avere nulla di umano. Se questo fosse un libro potrebbe essere La metà oscura di Stephen King e se fosse un film sarebbe un thriller claustrofobico degli Anni Settanta,…
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26/01/2024
È l’ultimo giorno delle vacanze di Natale. Non proprio, è il 14 gennaio. Giorno interessante, il 14 gennaio: è il compleanno del ragazzo di cui mi sono innamorata quando avevo circa dieci anni; il numero 14 è, inoltre, il giorno (di novembre) in cui ho baciato Leonardo per la prima volta e il giorno (di giugno) in cui mi sono fidanzata con Valerio. Dopo anni continuo a notare questa coincidenza di date, anche se in fondo continuo a ricordarne davvero solo una.
È domenica 14 gennaio. O meglio, la notte tra sabato e domenica. Il mio volo per Parigi è talmente presto che ho deciso di andare a ballare con i miei amici e in aeroporto direttamente dalla festa. Sono in ritardo. D’un tratto tutto diventa frenetico. Io e qualcuno che potrebbe o non potrebbe essere Asia ci ritroviamo a parlare con gli addetti della sicurezza all’entrata, un ragazzo e una ragazza (bionda). Ma non è una vera e propria entrata: c’è una sorta di bancone immerso in questa sala oscura in cui sembra non esserci altro. Il ragazzo e la ragazza mi controllano e mi dicono che non posso portare nessuno dei miei bagagli; nella fretta non presto davvero attenzione alla scena, accetto a malincuore e faccio per andarmene. Senonché, in quel momento Asia (o forse qualcun altro) dice loro che è il mio compleanno. [Ma io sono nata il 2 febbraio]. Io mi volto e, come per magia, una torta è apparsa tra le mani del ragazzo, che ora mi sorride facendomi cenno di tornare indietro. La torta è una torta semplicissima: circolare – forse leggermente ovale –, di color verde – simile al verde dell’erba sintetica dei campi da tennis –, con una decorazione, anch’essa circolare, di un verde più scuro e intenso, quasi petrolio. Eppure devo essermi sbagliata, perché nel momento in cui la gira verso di me l’ornamento è cambiato: meno vistoso, di un colore più spento. Non mi interessa la torta; chiedo se posso riavere il mio zaino, almeno il mio zaino. Il ragazzo me lo restituisce, forse è il mio regalo. Finalmente corro via, è tardissimo.
Arrivo in aeroporto e, come in un film di Buñuel, mi rendo conto che l’aeroporto è anche la discoteca. I miei amici sono lì che mi aspettano: a quanto pare sono arrivata tardi (anche) per la festa. Dico ‘anche’ perché, subito dopo ma in un momento piuttosto indefinito, mi accorgo di aver perso l’aereo. [In tutto questo, non so che ore siano]. D’un tratto compare mio padre. La scena sembra divisa perfettamente a metà: i miei amici a destra, l’aeroporto e mio padre a sinistra; io nel mezzo, in equilibrio sulla soglia di questi due non-luoghi. Tutto diventa improvvisamente caotico e confusionario. Io sono frastornata dalle voci attorno a me, non distinguo né le luci né il luogo. Cerco di comprare un nuovo biglietto, ma arrivata al momento del pagamento mi blocco. [Costa 265 euro, ma non è per quello]. Nel frattempo, sento mio padre che mi chiede cosa dobbiamo fare, che mi intima di sbrigarmi, di andare. Non so cosa fare. Non riesco a fare nulla. Sono sovrastata da ciò che c’è intorno a me e da qualcosa che non vedo e non sento, qualcosa che non conosco ma percepisco. Mi blocco. E nel frattempo inizio a muovermi freneticamente, spasticamente, come in preda alle convulsioni, ma resto al mio posto, ferma immobile, su quella soglia tra due soglie inattraversabili, sia a destra che a sinistra. Mi sembra di dire “sì andiamo”, ma non mi muovo, non posso andare da nessuna parte senza aver comprato prima il biglietto. E di nuovo, mi sembra di essere in un film di Buñuel, ma è lo schermo del mio telefono a essere posseduto: non posso toccarlo, riesco solo a guardarlo esterrefatta.
Non compro il biglietto. Non torno dai miei amici. Non so cosa fare. Non riesco a fare nulla. Nel frattempo, non vedo più i miei amici, non li ho mai visti: vedevo qualcuno che poteva essere Asia, e forse ho intravisto qualcuno che poteva essere Lalita, ma non li ho mai davvero visti. E mia madre, dov’era? Perché c’era solo mio padre ad aspettarmi in aeroporto? E, comunque, perché era in aeroporto?
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IL SIGNORE DELLE FORMICHE
“Il signore delle formiche” in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, è l’ultimo film di Gianni Amelio, liberamente tratto da una oscura vicenda italiana. È inutile nascondere che il titolo “Il signore delle formiche” è vagamente fuorviante, quantomeno rispetto al vero tema trattato, e il pensiero (almeno quello di chi scrive), corre immediatamente a un altro grande film, “Il signore delle mosche” diretto da Peter Brook e tratto dal romanzo di William Golding. Invece, come si è detto il film di Gianni Amelio, tratta di tutt’altra questione e le formiche sono solo il passatempo scientifico-sociologico di Aldo Braibanti, mirmecologo un po’ per diletto, drammaturgo e poeta italiano, a dire il vero non molto considerato, che nel 1965 venne accusato di aver plagiato e sottomesso sessualmente un allievo, Ettore (per altro maggiorenne e consenziente). Quel che colpisce (almeno colpisce me), è che i fatti non risalgono alla notte dei tempi, ma alla metà degli anni Sessanta, quando io andavo a scuola e poco prima che l’uomo mettesse piede sulla luna. Il racconto cinematografico ha, sul tema omofobico, un po’ lo stesso impatto che ebbe “Green Book” su quello razzista: sono fatti impensabili avvenuti nel tempo della gioventù di molti di noi e non in remoti ed oscuri secoli passati. A cercare di difendere il malcapitato Braibanti solo un coraggioso giornalista, Ennio Scribani de “L’Unità” allora organo del Partito Comunista Italiano che tuttavia, qualche imbarazzo verso la “pederastia”, come allora comunemente veniva chiamata l’omosessualità, lo nutriva e lo dimostrò con l’allontanamento del giornalista dal quotidiano, se non caldeggiato, quanto meno non ostacolato dall’allora direttore Maurizio Ferrara. Va detto tuttavia e purtroppo nel film non se ne fa cenno, che il giornale comunista qualche anno dopo, nel 1968, difese a spada tratta Braibanti dalla infamanti accuse che gli mosse la giustizia italiana modellata sul Codice Rocco. Il film di Gianni Amelio è crudo e raffinato al tempo stesso, con una fotografia quasi bertolucciana costruito su ritmi pacati pur nella convulsione degli accadimenti. È il classico film che vuole tentare di scuotere le coscienze e che smuove i sentimenti, sia per la palese ingiustizia subita dalle vittime (ricordiamo che anche Ettore magistralmente interpretato dall’esordiente Leonardo Maltese, viene considerato un malato psichico e sottoposto all’elettroshock), sia per la tenerezza e la compassione che suscita nei confronti della coppia. Da vedere? Naturalmente da vedere per poetica e messaggio, ma soprattutto da non dimenticare troppo in fretta.
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La Rossa Di Treviso
di Grey-Heron
"Piero strofina la sua mano destra sul suo bel cazzone duro quasi a scoppiare..."
Un martedi di giugno/La Rossa di Treviso (la città è in effetti diversa)
La rossa è una conoscenza internettiana. Le solite chat, i soliti approcci lunghi a non finire, le solite fregature, chattate inconcludenti. Stranamente, questa invece dopo alcune chattate nelle quali sfoggiava anche una buona dose di cultura e buon gusto si è fatta vedere in webcam una notte da casa sua. Diceva di vivere sola, faceva i turni in ospedale e quando era di riposo passava qualche serata in chat. Dopo svariati incontri virtuali, Piero e la rossa sono passati alla conoscenza tramite webcam e dopo essersi visti in viso la comunicazione via web si è protratta per qualche mese sulla base di saluti, scambio di opinioni, conversazioni di vario genere anche con sottintesi di tipo erotico a volte, ma mai nulla di veramente diretto.
Una sera vedendolo on line la rossa lo ha salutato chiedendogli che stesse facendo e se lei fosse di disturbo. Piero quasi senza pensarci, in un momento di totale incoscienza le ha risposto che si stava masturbando guardando un sito di video amatoriali. Di li a fare sex cam2cam con la rossa è stato tutt’uno. Sebbene la distanza tra loro non sia eccezionale per poter incontrarsi dal vero, Piero preferisce tenere questa conoscenza solo a livello virtuale. Non è sicuro che dal vero poi si potrebbe scatenare quell’alchimia erotica necessaria per fare soltanto sesso disinteressato con lei. Va bene così invece. Hanno instaurato questo rapporto di complicità elettronica e in fondo anche solitaria. Quando nel profondo della notte occasionalmente si accorgono di essere collegati, finiscono per salutarsi, fare una chattata, accendere le webcam e masturbarsi guardandosi a vicenda. Lui godendo della vista di lei e del suo corpo pieno, quasi burroso, non grasso ma abbondante. Lei osservando il maschio ben piazzato, di spalle larghe, di solito in piedi a gambe divaricate a masturbarsi il bel cazzone grosso, a volte scappellato e un poco ricurvo a destra.
A lei piace molto guardare come lui afferra il suo bel palo duro e come se lo sega e anche il braccio di lui teso e robusto mentre la mano sale e scende la verga dura. Piero di solito avvia anche qualche film porno allo stesso tempo e si diverte a vedere le tre cose insieme. La schermata con la sua burrosa rossa amica che le offre un primo piano della sua figa. La schermata più piccola di lui che si sega in piedi. Lo schermo tv accanto al pc con un bel pornazzo sudicio e volgare.
Siamo a metà giugno, è notte fonda, i vetri delle finestre sono aperti, fa caldo umido, la temperatura prelude già all’estate incombente anche se sembra essere un insolito giugno piovoso. Nella penombra della stanza il riflesso dello schermo del pc si spande tingendo le pareti di azzurrognolo. Lei è piuttosto ben formata, fianchi larghi, cosce abbondanti come i suoi seni. Occupa tutto lo schermo ingrandito questa volta. I capelli rossi fino alle spalle. E’stesa nuda sul divano a gambe divaricate e si passa la mano sulla passera. Davanti a lei il pc e la telecamerina fissata sopra di esso. L’occhio spietato della webcam entra negli anfratti più privati della vita e del corpo della rossa di Treviso. Le sue dita grassocce strizzano le grandi labbra, le titillano, le allargano per poi richiuderle, poi, infila dentro le dita, prima uno poi due. Si massaggia il monte mentre guarda Piero che trasmette a sua volta. Piero è in piedi nella sua posizione preferita davanti alla webcam a gambe divaricate e ben piantato a terra, tutto nudo tranne che per le mutande abbassate come vuole lei, quel tanto che basta per mettere in mostra il cazzo durissimo e le palle piene. Lui si sega lentamente per dare il tempo alla trasmissione di farlo vedere ben chiaro. Piero strofina la sua mano destra sul suo bel cazzone duro quasi a scoppiare. Sputa sul palmo della mano, si imbratta la cappella del suo uccello e poi tutta l’asta giù fino ai coglioni, scivola in alto e ancora fa movimenti rotatori sulla sua cappella gonfia quasi dolorante. E’ molto eccitato, ansima e percepisce il suo respiro entrare e uscire dalle narici tese.
Guarda lo schermo del pc dove vede la rossa stesa a gambe larghe che si massaggia la figa sempre più convulsamente. Nello schermo ridotto di msn allo stesso tempo invece lui vede se stesso segarsi in piedi, le gambe forti ben piantate a terra, il torace ampio, la destra che sega il suo bel cazzone e la sinistra che pizzica i capezzoli e i pettorali sodi e pelosi. Piero vorrebbe averla li accanto la rossa, si inginocchierebbe davanti a lei, avvicinerebbe la sua faccia alla sue bella e abbondantefiga, la annuserebbe profondamente prima di passarci sopra la lingua in modo leggero e poi sempre più deciso fino a leccarla profondamente, prenderle il clitoride tra le labbra e stringerlo. Hanno il vivavoce inserito i due. Lui sente i mugugni di lei e si eccita sempre di più. Piero le dice esattamente che cosa le vorrebbe fare. Saranno passati almeno venti minuti e ormai è difficile per Piero tenere tutto dentro, sente che vorrebbe spruzzare subito a fontana. Lo dice alla rossa che vorrebbe sborrare per lei. La rossa risponde che va bene ma vuole vedere il suo cazzo da vicino mentre sborra. Piero allora avvicina la webcam al suo cazzone duro e scappellato, la sistema in modo che venga anche ripreso un angolo della superficie nera del tavolo. Ancora qualche colpo di mano e con un rantolo di voce avvisa la rossa che lui sta per venire. Lei appare ancora stesa in tutta la sua nudità a sgrillettarsi la figa con la destra mentre con la sinistra si massaggia le tette e stringe i capezzoli rigidi sulla larga aureola scura. Piero la guarda voglioso, vorrebbe succhiare quel capezzoli e leccare in tondo l’aureola. E’ maledettamente voglioso, tutta quell’abbondanza di carne lo fa impazzire. Il rantolo si fa più roco. Piero alza il pollice davanti alla webcam per dare l’ok e grida che lui è pronto per venire. Osserva la rossa stesa sul divano, chiude gli occhi, sente salire dal profondo del suo intestino un’onda calda, tutti i muscoli delle sue gambe sono tesissimi e finalmente alcuni vigorosi fiotti di denso, bianco e vischioso sperma vanno ad impiastricciare con forza la superficie nera del tavolo dove risalta meglio il colore del bianco lattice nelle immagini della webcam.
La rossa va in delirio alla vista di tanto brodo eruttato con forza dal suo maschione di giochi virtuali. Le due dita grassocce dentro la sua figa umidiccia si muovono ora a velocità sostenuta, sempre più forte, con la base del pollice spinge e massaggia il monte, infila le dita sempre più dentro. Osservala chiazza bianca dello sperma di Piero che si allarga sempre di più sul tavolo nero, le viene di inarcare la schiena, anche a lei ora si tendono i muscoli nascosti sotto la carne delle grosse gambe, gli alluci dei suoi piedi si piegano verso l’alto nel momento in cui scoppia in lei uno spasmodico e irrefrenabile orgasmo. Piero invece sta appoggiato al tavolo con le mani aperte a palmo in giù e osserva la sua rossa amica viversi il suo solitario godimento dall’altra parte del video a 200km di distanza. Il suo cazzo si sta lentamente ammosciando sovrapposto alla superficie del tavolo nero mentre da esso continuano a fuoriuscire ancora residui e goccioline di sperma.
Passano lunghissimi attimi di oblio per entrambi. Il respiro di Piero riprende più lento e regolare mentre osserva lei distesa. Il braccio destro portato in alto e piegato sopra la testa e il volto nascosto sotto la folta capigliatura rossa.
Piero vorrebbe sussurrarle parole dolci ma non intende disturbarla. Invece afferra la tastiera e le scrime un messaggio che lei vedrà più tardi. “Buonanotte carissima” e lo schermo si oscura come questa calda notte d’estate.
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Dario Argento, racconti del terrore
Nel numero di GQ Italia in edicola dedicato alla paura, il re italiano del brivido racconta come sfruttare al meglio la propria parte oscura
Dario Argento è pronto a girare il suo prossimo film giallo, Occhiali neri, le cui riprese dovrebbero ricominciare a maggio: il regista «di paura» che il mondo ci invidia, 80 anni compiuti lo scorso settembre, continua a voler scuotere nel profondo. Perché come racconta a Malcom Pagani nel numero di GQ in edicola, Dario Argento ha ancora tanti film in testa, tante storie. «E le voglio girare perché senza cinema il mondo mi sembra un posto più povero, vuoto e insignificante». Ecco altri 15 segreti che ha svelato a GQ.
1
«Ho avuto molti amori, è vero, ma erano passioni che andavano e venivano proprio come le tante donne che ho avuto vicino. Può anche darsi che il colpevole fossi io perché starmi accanto non era facile. Ero capriccioso, esigente, incostante e quasi sicuramente anche geloso».
2
«Della mia infanzia, molto serena, ricordo soprattutto l’incontro con la paura. Mi ha fatto scoprire mondi sconosciuti di cui i miei amici e i miei fratelli non avevano neanche la più lontana idea».
3
«È stato fondamentale avere consapevolezza del fatto che c’era una parte di me capace di pensieri orribili e immaginazioni spaventose. Ho coccolato, abbracciata e accudito la mia metà oscura. Mi ha fatto compagnia e continua a farmela. Mi fa commettere atti crudeli e bruttissimi: è vero. Ma ci dialogo da sempre e non ho mai avuto la tentazione di mediare. Forse per opportunismo: molti di quei pensieri infatti sono nei miei film».
4
«Da ragazzo non dividevo il letto né concedevo l’intimità della notte a nessuno. Temevo che nel sonno, dando le spalle all’amante, potessi essere ucciso».
5
«Una notte, persuaso che l’assassino che stavo descrivendo sulla pagina fosse davvero in casa con me, pronto a uccidermi, mi precipitai sulle scale e svegliai il portiere. Era sorpreso. Parlammo a lungo, almeno fino a quando le mie ansie si placarono».
6
«Il set è un luogo in cui non mi diverto mai. Non ho mai provato una grande felicità nel realizzare i miei film. Era un lavoro che facevo con metodo e applicazione quasi impiegatizia. Un lavoro che non di rado mi lasciava totalmente svuotato... Facevo il mio storyboard, facevo in modo di rispettare il mio stile, cercavo di sopravvivere».
7
«Se un attore arriva con delle idee per migliorare la scena è sempre il benvenuto, se arriva per rompere proditoriamente i coglioni, invece, vuol dire che desidera sabotare il lavoro e io il lavoro non me lo faccio sabotare da nessuno».
8
«La vendetta è un piatto che va servito freddo».
9
«L’operato della censura è stato spesso orrendo con i miei film, tanto da spingermi a vere acrobazie per salvare alcune copie di lavori che dai tagli erano stati devastati. Opera, un film che mi era costato tanto come preparazione e impegno, per esempio dai tagli venne massacrato. Fu una botta durissima. E io caddi in depressione».
10
«Ho ottant’anni e per lunghissimi periodi della mia vita ho vissuto in albergo. Mi sono sempre piaciuti, gli alberghi. Sono impersonali, perfetti per concentrarsi, non ti appartengono esattamente come tu non appartieni a loro».
11
«Oggi, come ieri, non ho molti amici. La pulsione al piacere della solitudine, un prezzo lo richiede sicuramente. È una dipendenza, la solitudine».
12
«L’hashish mi ha fatto compagnia per moltissimo tempo. Non mi ricordo neanche chi mi iniziò al vizio, ma se avessi potuto avrei continuato. Ho dovuto smettere, con grande dolore, perché bronchite e tosse non mi davano tregua».
13
«La paura è un sentimento. Un’emozione diversa dal brivido che avverti guardando un film che ti terrorizza. La paura nasce dal subconscio e il subconscio, anche se spesso facciamo finta che non esista, ce l’abbiamo tutti».
14
«Finché in una sala ci sarà una persona da impaurire potrò considerarmi una persona contenta».
15
«La morte fa parte delle paure di tutti. So che un giorno dovrà succedere. Spero soltanto di essere pronto».
Leggi l'intervista completa di Malcom Pagani a Dario Argento sul numero di febbraio di #GQ
Nella foto in alto: Dario Argento indossa giacca, dolcevita e pantaloni Saint Laurant By Anthony Vaccarello.
Servizio di Nik Piras; Foto di Daniel Riera. Fashion Editor: Nicolò Andreoni; Grooming: Gianluca Ferraro Etoile Management; Fashion Market Editor: Michele Viola.
Dario Argento - authorized page GQ #gqitalia #gq #darioargento
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Nexo Digital, cinque nuovi appuntamenti per la stagione 2020 degli anime al cinema
Svelato il trailer italiano di Promare: il film aprirà la nuova rassegna a febbraio!
Per i fan degli anime si prepara un 2020 ricchissimo di appuntamenti. La nuova Stagione degli Anime al Cinema distribuita da Nexo Digital in collaborazione con Dynit proporrà infatti cinque entusiasmanti eventi cinematografici in tutte le sale italiane.
PROMARE
Si parte 3, 4 e 5 febbraio con “Promare”, un film dal ritmo incalzante prodotto da Studio Trigger (SSSS.Gridman, Little Witch Academia) e diretto da Hiroyuki Imaishi, due nomi che sono leggende dell’animazione giapponese grazie a serie di culto come “Gurren Lagann” e “Kill La Kill”. Con uno stile unico, colorato e strabiliante, “Promare” si spinge oltre e ridefinisce il cinema d’animazione robotico giapponese.
La trama ci conduce in un universo in cui sono trascorsi trent’anni dall'apparizione dei Burnish, una razza di esseri mutanti armati di fiamma, che ha distrutto metà del mondo grazie al fuoco. Quando appare un nuovo gruppo di mutanti che si fanno chiamare Mad Burnish, ha inizio l'epica battaglia tra Galo Thymos, un nuovo membro della squadra di salvataggio anti-Burnish detta Burning Rescue e Lio Fotia, il leader dei Mad Burnish…
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MY HERO ACADEMIA THE MOVIE 2 - HEROES: RISING
Il secondo appuntamento della stagione sarà dal 19 al 25 marzo con “My Hero Academia The Movie - Heroes:Rising”, che arriva al cinema dopo il successo del primo film, che ha incassato più di 21 milioni di dollari in tutto il mondo.
“My Hero Academia” è il manga creato da Kohei Horikoshi con oltre 24 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Questo nuovo cortometraggio conferma lo staff delle serie animate e del film precedente: il regista Kenji Nagasaki, lo sceneggiatore Yousuke Kuroda (Sword Art Online Alternative: Gun Gale Online, Jormungand), il character designer Yoshiko Umakoshi (Kyashian Sins, Mushishi), il compositore della colonna sonora Yuuki Hayashi (Welcome to the Ballroom, Haikyu!! L'asso del volley) e lo studio di animazione Bones (Mob Psycho 100, Bungo Stray Dogs).
In questo nuovo lungometraggio ritroveremo Deku, Bakugo, Todoroki e tutti gli altri studenti della classe A. All Might, l’eroe numero 1 ammirato in tutto il mondo, a malincuore dovrà rinunciare al suo ruolo di simbolo della pace. Proprio per questo, una figura oscura che si muove dietro le quinte deciderà di uscire allo scoperto. Ma un Villain di nome Nine farà la sua comparsa…
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RIDE YOUR WAVE
La stagione degli anime al cinema proseguirà il 20, 21 e 22 aprile con “Ride Your Wave”, una commovente storia d’amore del visionario regista Masaaki Yuasa (Lu e la città delle sirene, The Tatami Galaxy, Ping Pong The Animation) , astro nascente dell’animazione giapponese.
Vincitore del premio al Miglior Film al Fantasia Film Festival di Montreal e al SITGES International Fantastic Film Festival di Barcellona e del prestigioso Golden Goblet Award allo Shangai International Film festival, “Ride Your Wave” racconta la storia di Hinako, una studentessa universitaria amante del surf che si è appena trasferita in una piccola città sul mare. Quando scoppia un improvviso incendio nel suo condominio, Hinako viene salvata da Minato, un vigile del fuoco. Proprio quando i due sembrano essere ormai inseparabili, Minato perde la vita in un incidente in mare. Hinako è così sconvolta che non riesce più nemmeno a guardare l'oceano, ma un giorno canta una canzone che le ricorda i momenti passati insieme e Minato le appare magicamente nell'acqua. Da quel momento in poi, può evocarlo cantando la loro canzone. Ma i due potranno davvero rimanere insieme per sempre? E qual è la vera ragione dell'improvvisa ricomparsa di Minato?
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SEVEN DAYS WAR
L’arrivo dell’estate si festeggerà con “Seven Days War”, con la regia di a Yuta Murano (Dream Festival!, How Not to Summon a Demon Lord), uno dei giovani autori più interessanti del panorama dell’animazione giapponese. L’anime è tratto dal romanzo di Osamu Sōda che, pubblicato nel 1985, divenne un’opera di culto per i teenager giapponesi vendendo più di 20 milioni di copie.
La storia ci porta in una torrida giornata d'estate, quando all’improvviso un'intera classe di una scuola media scompare nel nulla. In principio si pensa ad un rapimento di massa, ma tra rapimenti veri e propri, isteria collettiva dei genitori e di un sindaco corrotto, si scoprirà che i ragazzi si sono barricati in una fabbrica abbandonata in segno di ribellione contro gli adulti…
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FATE/STAY NIGHT HEAVEN’S FEEL III. SPRING SONG
La stagione si chiuderà con “Fate/stay night: Heaven’s Feel III. spring song”, il capitolo conclusivo della terza e più cupa storia di Fate/stay night.
Maghi e Spiriti Eroici combattono e si affrontano nella Guerra del Santo Graal, al fine di ottenere la coppa onnipotente in grado di esaudire qualsiasi desiderio. Una guerra distorta, dove una ragazza di nome Sakura Matou annega nell’oscurità a causa dei peccati commessi, e un ragazzo di nome Shirou Emiya si lancia nella furiosa battaglia per proteggere la ragazza che ama e fermare la Guerra. Illyasviel von Einzbern, conoscendo la verità che si cela dietro al conflitto, affronta il proprio destino, mentre Zouken Matou cerca di sfruttare Sakura per soddisfare i propri desideri…
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La Stagione degli Anime al Cinema è un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit e col sostegno dei media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it, Lucca Comics & Games e VVVVID.
Autore: SilenziO))) (@s1lenzi0)
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La metà oscura (1993)
Film dedicato alla nostra amica Blogger Eleonora sotto sua richiesta. Horror quindi guai a chi lo farà guardare ai propri figli, se troppo giovani.
LINK AL FILM QUA.
Trama: Il film ruota intorno ai tentativi dello scrittore Thad Beaumont di eliminare il suo pseudonimo, George Stark. Tuttavia il suo pseudonimo è diventato un’entità fisica e sta terrorizzando la famiglia Beaumont. Lo sceriffo Alan…
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MISERY⠀ ⠀ Autore: Stephen King⠀ Anno: 1987⠀ Genere: Thriller⠀ Editore: Sperling Paperback⠀ Formato: Cartaceo⠀ ●⠀ Trama: ★★★★☆⠀ Personaggi: ★★★★☆⠀ Stile di Scrittura: ★★★★☆⠀ Facilità di Lettura: ★★★★☆⠀ Coinvolgimento: ★★★★★⠀ Originalità: ★★★★☆⠀ Edizione: ★★★☆☆⠀ VOTO FINALE: ★★★★☆⠀ ●⠀ Uno dei romanzi che preferisco di Stephen King è sicuramente "Misery", da cui è stato tratto un altrettanto eccellente film "Misery non deve morire" con Kathy Bates e James Caan. La trama è tanto semplice quanto angosciante, Paul Sheldon, uno scrittore di successo che ha deciso di far morire Misery, la protagonista della saga che l'ha reso famoso, ha un incidente in auto e viene soccorso da Annie. La donna, corpulenta ex infermiera, è una fan accanita del lavoro di Sheldon e in particolare di Misery. Entusiasta di poter curare il suo autore preferito, Annie rivelerà il suo lato pazzoide quando scoprirà della morte di Misery e costringerà Sheldon a scrivere un nuovo libro in cui la riporta in vita, mentre lo tiene in ostaggio. A differenza della maggior parte dell'opera di King, qui non c'è nessun lato soprannaturale: è tutto umano il terrificante destino di Paul. Come in ogni altro romanzo in cui ne parla, è affascinante la figura dello scrittore tratteggiata da King, da cui emerge il suo rapporto con la scrittura e con la fama che ne è derivata, il lato più ossessivo e perverso del suo mestiere. In questo senso, consiglio anche la lettura di "La metà oscura" e "Chi perde paga" (della trilogia di "Mr. Mercedes").⠀ ●⠀ Citazione: «Aveva ragioni da vendere per non scrivere di Misery, ma su tutte sovrastava una, ferrea e indeclinabile. Misery, e Dio sia lodato per le sue grandi premure, era finalmente morta.»⠀ ●⠀ Recensione di @VentoTagliente⠀ ●⠀ #Misery #StephenKing #ACenaConStephenKing @lacasa_deilibri_ms#bookstagram #booklover #instabook #bookstagrammer #libro #libridaleggere #librichepassione #consiglidilettura #leggerefabene #bookstagramitalia #librodelgiorno #recensionelibro #ioleggo #bookslover #book #books #reading #bookworm #bookish #bookaholic #bookphotography #reader #bookshelf #instabooks
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Shrek 2
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso a parlare di pellicole tratte dalle opere di Stephen King e allo stesso tempo abbiamo anche discusso di un regista che amo molto, George A. Romero. Il film in questione è La metà oscura. Thad Beaumont è uno scrittore da tutti conosciuto con lo pseudonimo di George Stark e pubblica principalmente libri molto violenti che…
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Michael Rooker: 10 cose che non sai sull’attore
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/michael-rooker-10-cose-che-non-sai-sullattore/
Michael Rooker: 10 cose che non sai sull’attore
Michael Rooker: 10 cose che non sai sull’attore
Michael Rooker: 10 cose che non sai sull’attore
Resosi celebre tanto al cinema quanto in televisione per i suoi ruoli, l’attore Michael Rooker ha conquistato i cuori dei suoi fan, rivelando sempre l’animo gentile dei suoi personaggi. Brillante caratterista, Rooker ha così avuto modo di lavorare insieme a celebri attori e importanti registi, costruendosi una carriera degna di nota.
Ecco 10 cose che non sai di Michael Rooker.
Michael Rooker: i suoi film
1. Ha recitato in celebri cinecomic. L’attore debutta al cinema nel 1986 con il film Henry, pioggia di sangue, e recita poi in Mississippi Burning (1988), Nico (1988), JFK – Un caso ancora aperto (1991), Le metà oscura (1993), Generazione X (1995), Costretti ad uccidere (1998), Il collezionista di ossa (1999), The Replicant (2001), Slither (2006), Jumper (2008), e Super – Attento crimine!!! (2010). Ottiene poi grande popolarità ricoprendo il ruolo di Yondu nel cinecomic Marvel Guardiani della Galassia (2014), e riprende il ruolo nel sequel Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017). Tra gli ultimi film a cui ha preso parte si annoverano L’angelo del male – Brightburn (2019), Fantasy Island (2020) e Fast & Furious 9 (2020). L’attore sarà inoltre nel cast dell’atteso reboot di The Suicide Squad, atteso per il 2021.
2. Ha recitato in celebri serie TV. Nel corso degli anni l’attore ha preso parte a celebri prodotti televisivi, come le serie TV CSI: Miami (2003), Law & Order (2008), Chuck (2008) e Criminal Minds (2009). Dal 2010 è nel cast della celebre serie zombi The Walking Dead, ricoprendo il ruolo di Merle Dixon, rimanendovi per tre stagioni, fino al 2013. Nel 2019 partecipa invece alla terza stagione della serie True Detective, recitando accanto all’attore Mahershala Ali.
Michael Rooker è su Instagram
3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 852 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi sue curiosità per i fan, come anche diverse immagini promozionali sui suoi progetti da interprete.
Michael Rooker in True Detective
4. Ha mantenuto segreto il suo casting. Nella terza stagione della serie True Detective, l’attore ha ricoperto per alcuni episodi il ruolo di un miliardario di nome Hoyt. La cosa è stata svelata nel momento in cui in uno degli episodi viene mostrata una foto con il volto dell’attore. Per preservare la sorpresa e il mistero circa il suo personaggio, Rooker, d’accordo con la produzione, non ha rilasciato notizie circa il suo casting, cogliendo di sorpresa i fan.
Michael Rooker in The Walking Dead
5. Ha smentito delle false voci. Tramite il proprio social network Instagram, l’attore ha smentito le voci secondo cui il suo personaggio in The Walking Dead sarebbe stato fatto morire per evitare che l’attore chiedesse un aumento del compenso. Rooker ha precisato l’inesattezza di queste affermazioni, ribadendo come la morte di Merle fosse prevista sin dall’inizio.
6. Ha suggerito il proprio finale perfetto. Durante una convention dedicata alla serie, l’attore ha affermato che nella sua idea la serie dovrebbe concludersi con il personaggio di Carl, ormai cresciuto, che racconta quanto fino a quel momento visto, lasciando intendere che tutte le stagioni non sono altro che il suo ricordo del passato.
Michael Rooker in Guardiani della Galassia
7. Hanno cambiato look al suo personaggio. Nei fumetti il personaggio di Yondu ha un taglio di capelli alla Mohawk. Il regista James Gunn tuttavia decise di non dare a Rooker una simile parrucca temendo che potesse essere un ostacolo alla sua recitazione, rendendo goffo il personaggio.
8. Aveva espresso interesse per un altro personaggio. Prima di essere scelto per il ruolo di Yondu, l’attore aveva espresso interesse per doppiare la voce di Rocket. Fu indetta anche una grande petizione online da parte dei fan, affinché l’attore ottenesse la parte. Questa fu però assegnata all’attore Bradley Cooper.
9. È stato lodato per la sua scena a petto nudo. In Guardiani della Galassia Vol. 2, l’attore compare senza maglietta in una scena. Ciò non è stato fatto senza motivo, in quanto la scena aggiunge vulnerabilità al personaggio di Rooker, sviluppandone l’arco narrativo.
Michael Rooker: età e altezza
10. Michael Rooker è nato a Jasper, in Alabama, Stati Uniti, il 6 aprile 1955. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.
Fonte: IMDb
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Michael Rooker: 10 cose che non sai sull’attore
Resosi celebre tanto al cinema quanto in televisione per i suoi ruoli, l’attore Michael Rooker ha conquistato i cuori dei suoi fan, rivelando sempre l’animo gentile dei suoi personaggi. Brillante caratterista, Rooker ha così avuto modo di lavorare insieme a celebri attori e importanti registi, costruendosi una carriera degna di nota. Ecco 10 cose che non […]
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Gianmaria Cataldo
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Star Worse
Ore 22:05 Guardando tra i vari film da poter vedere domani a 2 euro, scorgo Star Wars. Cavolo, non pensavo fosse ancora in distribuzione. Decido di vedermi Star Wars. Tutti. Così da godermi a pieno il film domani al cinema. Considerando le extended version che ho già sul pc dei primi sei, più il settimo (che ancora non ho mai visto), sarebbero 15/16 ore di film, all’incirca. Volendo andare allo spettacolo delle 20, “potrei” farcela. Già so che è impossibile.
Ore 00:28 Non ho neanche finito il primo. Mi sono distratto, e sono arrivato solo a metà. Ma ci sarebbe una tecnica che potrebbe farmi finire tutti i film molto prima del tempo prestabilito, almeno i primi sei che conosco già bene. Una tecnica oscura, malvagia, la tecnica caratteristica delle anime corrotte che hanno ancora il coraggio di camminare su questa terra. Una tra le tecniche più malviste dalla società. La tecnica del guardare il film a velocità raddoppiata.
Brrr...ho i brividi al solo pensiero.
Ma forse è l’unica...che fare?
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Alla mia amata Eleonora (sto facendo la Str perché voglio la torta al cioccolato), ho pagato 5 dollari per il film “La metà oscura” dal romanzo di Stephen King e lo avrai per domani. Ma è un horror 😦 ti piace il terrore? Se lo guardo io, non dormo per un mese e mezzo ❤ e dopo devo disdire l’abbonamento altrimenti me ne fregano altri cinque ogni mese che poi erano in CHF franchi 4,79 non andrò in…
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MCU: i 10 migliori rapporti genitori/figli
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MCU: i 10 migliori rapporti genitori/figli
MCU: i 10 migliori rapporti genitori/figli
MCU: i 10 migliori rapporti genitori/figli
Fin da quando Tony Stark ha detto di suo padre: “Era freddo, calcolatore, non mi ha mai detto che mi amava, non mi ha nemmeno mai detto che gli piaccio”, le relazioni genitori/figli sono diventate parte integrante dell’Universo Cinematografico Marvel. Quasi ogni eroe del MCU ha un legame molto particolare, spesso complicato, con uno o entrambi i genitori.
Di seguito abbiamo raccolto i 10 migliori rapporti genitori/figli del MCU:
T’Challa & T’Chaka
Quando il padre di T’Challa, T’Chaka, era ancora vivo, tutto ciò che il futuro sovrano di Wakanda voleva fare era renderlo orgoglioso di lui. Purtroppo, T’Chaka viene ucciso in un attentato dinamitardo (la scena in cui T’Challa abbraccia suo padre in fin di vita è davvero straziante, interpretata con grande intensità da Chadwick Boseman), e T’Challa diventa per successione il nuovo re di Wakanda, con una grande responsabilità sulle sue spalle.
Anche se suo padre non c’è più, T’Challa continua a rivolgersi al suo spirito per chiedergli aiuto. E il fatto che T’Challa non abbia timore di affrontare suo padre nel Piano Ancestrale e criticarlo per gli errori passati e chiedere una spiegazione, dimostra quanto i due abbiano sempre avuto una relazione molto aperta.
Peter Quill & Yondu
Una delle cose più riuscite di Guardiani della Galassia Vol. 2 è quando il film ci mostra i rimpianti di Yondu per i suoi errori passati. GOTG Vol. 2 è un film sulla paternità (la maggior parte dei film della MCU lo sono, in realtà!): Peter Quill incontra suo padre biologico e, dopo aver fantasticato per decenni sulla sua identità, scopre con profondo rammarico che si tratta di un malvagio megalomane.
Alla fine del film, mentre Yondu arriva per salvare la vita di Quill sacrificando la sua, Peter si rende conto, in realtà, di conoscere da sempre il suo vero padre. Il successivo elogio di Quill, in cui paragona Yondu a David Hasselhoff, è un altro momento decisamente emozionante.
Clint & Lila Barton
Clint Barton ha un ottimo rapporto con tutti i suoi figli, ma ha un legame particolarmente speciale con Lila. È lei ad appassionarsi al tiro con l’arco, visto che vediamo Clint mentre l’addestra nel prologo di Avengers: Endgame (anche se non raccoglierà la sua eredità nella serie su Occhio di Falco destinata a Disney+, dal momento che quel compito toccherà a Kate Bishop).
È anche il nome della figlia che Clint esclama quando mette alla prova il GPS spazio/temporale di Tony Stark per viaggiare indietro nel tempo e ritrovare la sua famiglia ancora in vita. Perdere i suoi cari ha spinto Clint oltre il limite, che adesso è preoccupato di non riuscire più a ritornare nei panni dell’uomo che era..
Janet & Hope Van Dyne
La relazione di Hope Van Dyne con suo padre, Hank Pym, è sempre stata piuttosto tesa. Hope era la scelta più ovvia per la missione al centro del primo Ant-Man. Era più qualificata, conosceva le tecnologie e aveva accesso all’edificio. Ma Hank era troppo protettivo nei suoi confronti per permetterle di agire, e ha invece insistito per usare Scott Lang.
Dall’altra parte, la relazione di Hope con sua madre, Janet, è sempre stata molto più sana e amorevole. Quando finalmente tornò dal Regno Quantico e scoprì che sua figlia era diventata una scienziata di talento e una validissima supereroina, Janet non poteva fare altro che essere estremamente orgogliosa di Hope.
Maria & Monica Rambeau
La migliore amica di Carol Danvers, Maria Rambeau, è una madre single, che cresce da sola in Louisiana sua figlia Monica. La sicurezza di Monica significa tutto per Maria. Ecco perché entra subito in azione quando uno Skrull si introduce in casa sua e si finge lei di fronte alla bambina.
Quando Carol chiede a Maria di aiutarla nella battaglia finale, Maria è titubante, perché deve pensare a Monica, al suo futuro e al fatto di essere presente per sua figlia. Ma il male sta arrivando, e ascoltando i consigli di Monica, Maria capisce di avere gli strumenti per affrontare una guerra, quindi decide di unirsi alla sua amica. Inoltre, per Maria ogni occasione è buona per rendere sua figlia orgogliosa di sua madre…
Tony & Morgan Stark
Dopo essere stata introdotta nel primo atto di Avengers: Endgame, non siamo riusciti a vedere Tony trascorrere molto tempo con la figlia Morgan di cinque anni: dopo che suo padre decide di prendere parte al piano dei Vendicatori per recuperare le Gemme dell’Infinito, rivediamo Morgan direttamente al funerale del padre. Ma nel tempo trascorso insieme dai due, era chiaro quanto Tony amasse Morgan più di ogni altra cosa al mondo (o, per usare le parole della stessa ragazzina, quanto “l’amasse 3000!”).
C’è naturalmente un senso di fine, di chiusura di un cerchio, che prevale in Endgame, e l’ultima conversazione di Tony con suo padre Howard nel 1970 gli ha permesso di liberarsi della sua paura di diventare padre e di accettare che sarebbe diventato un genitore migliore di quello che ha avuto lui.
Rocket Raccoon & Baby Groot
Groot è sempre stato una sorta di figura paterna per Rocket nel primo Guardiani della Galassia, anche se i ruoli si sono invertiti nel sequel, dopo che Groot si è sacrificato ed è rinato bambino. Rocket ha sempre avuto a cuore la sicurezza di Baby Groot, tanto da fuggire via nel bel mezzo di una battaglia per impedirgli di mangiare una mosca.
James Gunn ha rivelato che quando la versione adolescente di Groot esclama: “Io sono Groot”, dopo che diviene polvere a seguito dello schiocco delle dita di Thanos e allunga la mano per prendere quella di Rocket, la traduzione inglese della sceneggiatura era: “Papà”. Un momento già di per sé abbastanza devastante, poteva trasformarsi davvero in una valle di lacrime…
Thor & Frigga
Cinque anni dopo il genocidio di metà dell’universo che Thor ha permesso indirettamente che accadesse crogiolandosi nel suo stesso ego un po’ troppo a lungo quando ha affrontato Thanos, scopriamo che il Dio del Tuono è caduto vittima di una profonda ed oscura depressione. È diventato un alcolizzato, ha perso fiducia nelle sue capacità e anche nel bel mezzo del piano dei Vendicatori per recuperare le Gemme dell’Infinito, i suoi dubbi sulle sue abilità lo attanagliano.
Quando lui e Rocket si recano ad Asgard nel 2013, nel giorno della morte di Frigga, la madre di Thor, capiamo che tutto ciò di cui il figlio di Odino aveva bisogno per ritrovare la fiducia in se stesso era semplicemente una parola di conforto da parte di sua madre.
Peter Parker & Zia May
Tecnicamente, Zia May non è la madre biologica di Peter Parker, ma è comunque la sua tutrice legale. Da quando i genitori di Peter sono morti, May lo ha cresciuto come se fosse suo figlio. Tutta la sua vita ruota attorno a Peter: se fa tardi la sera, vuole assicurarsi che stia bene; se qualcuno lo infastidisce, vuole che gliene parli in modo da riuscire insieme a trovare una soluzione.
È anche favorevole alla doppia vita di Peter in quanto supereroe: addirittura, lo incoraggia a portare con sé la sua tuta da Uomo Ragno in occasione del viaggio in Europa, nel caso in cui fosse costretto ad affrontare i suoi nemici.
Scott & Cassie Lang
La figlia di Scott Lang, Cassie – o “Peanut”, come la chiama affettuosamente -, è la cosa più importante della sua vita. Ogni volta che prende una decisione (come quando si trova agli arresti domiciliari e deve scegliere se unirsi o meno ad Hank e Hope in una nuova missione), pensa prima se la cosa potrà o meno avere qualche effetto su Cassie. Cerca sempre di fare la cosa più giusta per lei…
Cassie adora il fatto che suo padre sia un supereroe e lo incoraggia sempre ad entrare in azione quando il mondo ha bisogno di lui. Quando tornò dal Regno Quantico e si rese conto che qualcosa di terribile era accaduto a metà della popolazione, Scott si precipitò a visitare un sito commemorativo e cercò disperatamente il nome di sua figlia per capire se era vita o morta…
Fonte: ScreenRant
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Fin da quando Tony Stark ha detto di suo padre: “Era freddo, calcolatore, non mi ha mai detto che mi amava, non mi ha nemmeno mai detto che gli piaccio”, le relazioni genitori/figli sono diventate parte integrante dell’Universo Cinematografico Marvel. Quasi ogni eroe del MCU ha un legame molto particolare, spesso complicato, con uno o […]
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Stefano Terracina
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Fenomeni Paranormali Incontrollabili: un nuovo regista per il remake
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Fenomeni Paranormali Incontrollabili: un nuovo regista per il remake
Fenomeni Paranormali Incontrollabili: un nuovo regista per il remake
Fenomeni Paranormali Incontrollabili: un nuovo regista per il remake
Sembra non esserci pace per l’annunciato remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili (Firestarter), nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1980 di Stephen King (edito in Italia col titolo “L’incendiaria”), già portato sul grande schermo nel 1984 con il film di Mark L. Lester che aveva come protagonista una piccola Drew Barrymore.
Inizialmente il remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili, che sarà prodotto dalla Blumhouse e distribuito dalla Universal, era stato affidato ad Akiva Goldsman, sceneggiatore premio Oscar per A Beautiful Mind e regista di Storia d’inverno. Successivamente, venne annunciato che Goldsman era uscito dal progetto e che il nuovo adattamento era passato nelle mani nientemeno che di Fatih Akin, l’acclamato regista e sceneggiatore tedesco, noto per La sposa turca e Il mostro di St. Pauli.
Adesso, come apprendiamo da Variety, il remake ha subito un ulteriore cambio alla cabina di regia: sarà infatti Keith Thomas, regista e sceneggiatore che ha debuttato quest’anno con The Vigil, a dirigere il nuovo film basato sul classico di King. La sceneggiatura del film porterà invece la firma di Scott Teems, autore dello script dell’attesissimo Halloween Kills. Goldsman resta coinvolto nel progetto in qualità di produttore.
Fenomeni Paranormali Incontrollabili racconta la storia della piccola Charlie, dotata di pirocinesi, ossia della facoltà di appiccare il fuoco con la mente. I servizi segreti americani, che vorrebbero servirsene, uccidono la madre e tentano di rapirla, ma il padre Andy, anch’esso in possesso di un potere paranormale, una blanda forma di controllo mentale, neutralizza gli agenti e fugge con la bambina. Vengono però catturati da John Rainbird e portati nei laboratori militari. Qui Charlie viene convinta a manifestare i suoi poteri in modo che possano venir studiati. Successivamente suo padre smette di prendere i farmaci che gli vengono dati per inibire il suo potere, e così lo riacquista e lo usa sul Capitano Hollister per farlo agire in funzione della pianificazione di una fuga.
Fenomeni Paranormali Incontrollabili è soltanto uno dei numerosi adattamenti tratti dalle opere di Stephen King che arriveranno al cinema prossimamente: dopo i recenti IT – Capitolo Due e Doctor Sleep, sono attesi per i prossimi anni nuovi film basati su opere quali La metà oscura, La bambina che amava Tom Gordon, Le notti di Salem, Il talismano, La lunga marcia e Le creature del buio.
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Fenomeni Paranormali Incontrollabili: un nuovo regista per il remake
Sembra non esserci pace per l’annunciato remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili (Firestarter), nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1980 di Stephen King (edito in Italia col titolo “L’incendiaria”), già portato sul grande schermo nel 1984 con il film di Mark L. Lester che aveva come protagonista una piccola Drew Barrymore. Inizialmente il remake di Fenomeni […]
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Stefano Terracina
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