#La certosa di Parma
Explore tagged Tumblr posts
Text
Gina Duchesse de Sanseverina (Marie-Josée Croze) Purple gown & wrap.. La Certosa di Parma (2012).. Costume by Florence Emir.
12 notes
·
View notes
Text
The Murri Affair (1974) / The Charterhouse of Parma (1982)
dir. Mauro Bolognini
#Fatti di gente perbene#la certosa di parma#the thing is it's over#the charterhouse of parma#the murri affair#mauro bolognini#film parallels#mine
8 notes
·
View notes
Text
Gian Maria Volonté
언제인지 모르겠다. 아마도 70년대? 아무튼 볼론테는 영화제보다 시위 현장에서 찍힌 사진을 더 많이 본 것 같다.
출처는 https://www.agi.it/cultura/news/2024-04-04/cinema-treccani-celebra-volonte-entra-in-dizionario-italiani-25892925/ 인데 La storia vera della signora dalle camelie (1981)의 캐릭터인 Plessis 를 La certosa di Parma (1982)의 캐릭터라고 오기하고 있다.
근데 이건 저 기사의 근거가 되는 인명사전에서부터 시작된 오류다 😠
https://www.treccani.it/enciclopedia/gian-maria-volonte_(Dizionario-Biografico)/
6 notes
·
View notes
Text
Libri che vanno letti 54
Temo che Stendhal abbia fatto la fine di Manzoni. Nel senso che pure lui è conosciuto per una sola opera: La Certosa di Parma. Io l'ho letta a suo tempo, e sinceramente non mi pare sia questo capolavoro assoluto. Bisognerebbe leggersi anche il resto della sua produzione. Come i racconti che compongono le Cronache italiane.
Ne possedevo un'edizione della Dall'Oglio. Dopo anni ho scoperto che era drammaticamente incompleta. Fortunatamente nel 1959 la Rizzoli ne aveva invece buttato fuori una completa. L'ho casualmente trovata l'anno scorso per la modica cifra di tre euri. Ignoro se sia stata pubblicata da altri editori. Ma spero di sì. Libri come questo vanno assolutamente letti.
6 notes
·
View notes
Text
Buongiorno!! ☕
Che sia una buona e serena giornata
per tutti noi 🤗🌞❤️🍀
Lucia 💓
Luli ❤️ Lu 💖🌞🌊♾️
L’amore coglie sfumature invisibili
a un occhio indifferente
e ne trae conseguenze infinite.
- Stendhal, dal libro La Certosa di Parma
Libro Secondo – Capitolo XVIII
Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle, (Grenoble, 23 gennaio 1783 – Parigi, 23 marzo 1842), è uno dei maggiori rappresentanti del romanzo francese del XIX secolo.
Fonte prima immagine: https://pin.it/5boHY38
2 notes
·
View notes
Text
Il romanzo moderno nasce (1615) con il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes che per ragioni formali (la prosa anziché i versi come nei romanzi cortesi), narrative (lo studio dei personaggi, l’ironia, l’assenza di motivi didascalici) e contenutistiche (il tramonto dei valori cavallereschi) supera la letteratura precedente, dall’epica dantesca alla novellistica, dalla poesia di Petrarca alla drammaturgia di Shakespeare.
Nel Settecento diventerà - di contro all’epica cavalleresca - la forma letteraria borghese per eccellenza raccontandone l’ascesa, i valori, le aspirazioni nazionalistiche, le contraddizioni fino a venire messa in discussione dalla crisi della Prima Guerra Mondiale da cui deriveranno opere che metteranno in luce l’assurdo, l’alienazione, l’assenza di linearità del flusso di coscienza. La Prima Guerra Mondiale, anticipata dal naufragio del Titanic (1912) rappresenta la fine dell’età dell’innocenza della società europea e il termine di quel periodo che ricade sotto il nome di Belle Epoque, Gilded Age, età umbertina e giolittiana.
Breve cronologia della Prima Guerra Mondiale:
- 28/6/1914: attentato di Sarajevo
- 2/8/1914: invasione tedesca del Belgio. L’Inghilterra dichiara guerra alla Germania
- 12/9/1914: inizia la guerra di trincea sul confine franco-tedesco
- primavera 1915: le truppe anglo-francesi sono sbarcate in Turchia per sconfiggere l’Impero Ottomano e ricongiungersi, attraverso i Dardanelli, all’alleato russo. Sono sconfitte a Gallipoli da Kemal Ataturk
- 24/5/1915: entrata in guerra dell’Italia
- luglio 1915: battaglia del Col di lana
- settembre 1915: i tedeschi hanno la peggio alla battaglia della Marna
- ottobre 1915: occupazione della cengia Martini
- febbraio 1916: guerra di logoramento sul Verdun
- aprile 1916: battaglia del Col di lana
- maggio 1916: Strafexpedition austriaca sull’Altopiano di Asiago
- 10/6/1916: Salandra sostituito da Boselli come primo ministro
- luglio 1916: battaglia della Somme
- 12/7/1916: Cesare Battisti e Filippo Filzi impiccati a Trento
- agosto 1916: conquista di Gorizia
- 7/9/1916: Wilson presidente degli USA
- 21/11/1916: Carlo I succede a Francesco Giuseppe
- aprile 1917: gli Stati Uniti entrano in guerra
- agosto 1917: avanzata della Bainsizza
- 24/10/1917: Caporetto
- 6/11/1917: Rivoluzione d’ottobre
- 8/11/1917: Diaz sostituisce Cadorna
- giugno 1918: battaglia del Piave
- 16/7/1918: lo zar Nicola II ucciso a Ekaterinenburg
- ottobre 1918: Vittorio Veneto
- 2/11/1918: affondamento della Viribus Unitis
- 21/1/1920: Trattato di Versailles
Le tappe fondamentali del romanzo:
1532: Gargantua e Pantagruel (Rabelais)
1554: Lazarillo de Tormes (anonimo), il più noto frai i romanzi picareschi
1615: Don Chisciotte (Cervantes), racconto ironico della fine dell'epoca cavalleresca dopo la battaglia di Lepanto (1571)
i romanzi borghesi e avventurosi:
1719: Robinson Crusoe (Defoe), in viaggio per arricchirsi, non per un'avventura cavalleresca
1722: Moll Flanders (Defoe)
1726: I viaggi di Gulliver (Swift), allegoria del colonialismo inglese
1740: Pamela (Richardson)
1749: Tom Jones (Fielding), trovatello come poi Oliver Twist (Dickens)
1813: Orgoglio e pregiudizio (Austen) la cui protagonista, Elisabeth Bennet, sfida le consuetudini sociali del tempo e intende sposarsi per amore
1847: Cime tempestose (Emily Bronte) con il tenebroso Heathcliff. Della stessa autrice Jane Eyre, orfana che trova l’indipendenza e l’amore
1869: Piccole donne (Alcott)
1887: Capitani coraggiosi (Kipling)
i romanzi romantici:
1796: Wilhelm Meister (Goethe), romanzo di formazione del tipico artista romantico alla ricerca della sua ispirazione e vocazione
i romanzi storici:
1819: Ivanhoe (Walter Scott)
1830: Il rosso e il nero (Stendhal) che segue le ambizioni di Julien Sorel
1836: La figlia del capitano (Puskin)
1839: La Certosa di Parma (Stendhal) in cui Fabrizio Del Dongo vive gli ideali napoleonici nell’Italia della Restaurazione
1842: I promessi sposi (Manzoni)
1844: Il Conte di Montecristo (Dumas) in cui Edmond Dantès, accusato di bonapartismo, consuma la sua vendetta
i romanzi naturalisti:
1838: Oliver Twist (Dickens)
1850: Comedie humaine (Balzac), il cui titolo fa il verso alla Divina Commedia, e David Copperfield (Dickens)
1851: Moby Dick (Melville)
1856: Madame Bovary (Flaubert), storia dei tradimenti di Emma, oppressa dalla vita borghese di provincia, che compie un adulterio e poi si suicida. E' il romanzo realista per eccellenza, in cui l'autore osserva freddamente la materia come nel successivo L'educazione sentimentale (1869).
1862: I miserabili (Hugo) con la generosità del protagonista, Jean Valjean
1869: Guerra e Pace (Tolstoj) in cui la storia delle guerre napoleoniche fa sfondo alle storie dei protagonisti. La storia, come un pendolo, si muove a prescindere dalla gesta dei singoli individui.
1873: Il ventre di Parigi (Zola), racconto della repressione di un repubblicano nel Secondo Impero di Napoleone III
1877: Anna Karenina (Tolstoj). La protagonista, aristocratica bella e infelice, si perde nell’amore per il conte Vronskij e si suicida.
"Le donne sono la principale pietra d'inciampo nell'attività dell'uomo"
1885: Germinale (Zola) ambientato fra la vita dei minatori. Il romanzo naturalista è frutto del pensiero positivista e della temperie darwiniana di fine XIX sec. L'autore è onnisciente e in modo oggettivo studia la società dei più umili che fino ad allora aveva assunto un ruolo comico e non tragico.
1889: Mastro Don Gesualdo (Verga), parte del ciclo dei vinti
i romanzi decadenti:
1884: Controcorrente (Huysmans) con al centro il disprezzo verso il mondo dell’aristocratico Des Esseintes
1889: Il piacere (D’Annunzio) e l’alter ego dell’autore Andrea Sperelli
1891: Il ritratto di Dorian Gray (Wilde)
1897: Dracula (Stocker)
i romanzi ascrivibili al "realismo simbolico":
1915: La metamorfosi (Kafka). Con la trasformazione di Gregor Samsa in insetto, inizia il realismo magico e l’indagine nella complessità della coscienza umana.
1926: Il Castello (Kafka), scontro fra l’oscura burocrazia e l’agrimensore K
1940: Il deserto dei tartari (Buzzati). Come Calvino e Pavese, Buzzati coniuga una scrittura precisa e dettagliata dei fatti alla volontà di raccontare valori universali.
1949 - La bella estate (Pavese). Nei racconti e nei romanzi di Pavese la campagna diventa il luogo della verità, anche crudele, in contrapposizione della finzione cittadina: si coglie in questa letteratura l'influenza della letteratura americana (Melville, Steinbeck) e della coppia mythos e logos da cui quest'ultima è costituita.
i romanzi modernisti:
1922: Ulisse (Joyce). Leopold Bloom non è l’eroe omerico, ma l’essere umano comune seguito nella sua quotidianità;
1923: La coscienza di Zeno (Svevo), un antieroe alle prese con la difficoltà di smettere di fumare;
1925: La Signora Dalloway (Woolf) con il flusso di coscienza della protagonista che sta organizzando una festa.
1926: Uno, nessuno, centomila (Pirandello)
i romanzi esistenzialisti:
1866: Delitto e castigo (Dostojevskij)
1869: L'idiota (Dostojevskij) il cui protagonista è un nobile decaduto ed inetto di fronte ai drammi della vita
"La bellezza salverà il mondo"
1938: La nausea (Sartre)
1942: Lo straniero (Camus)
1947: La peste (Camus)
altri romanzi del primo dopoguerra:
1924: La montagna incantata (Mann) in cui viene rappresentato, in un lussuoso sanatorio di Davos, il tramonto della Repubblica di Weimar uscita dal Trattato di Versailles. Segue la struttura del romanzo di formazione, ma prelude significativamente non alla pienezza della vita, ma al crogiuolo della Prima Guerra Mondiale.
1925: Il Grande Gatsby (Scott Fitzgerald)
1929: Niente di nuovo sul fronte occidentale (Remarque)
1932: Brave New World (Huxley)
1938: La cripta dei Cappuccini (Philip Roth), elegia della fine dell’impero austroungarico vista da una famiglia della piccola nobiltà slovena. Un anno sull’Altopiano (Lussu).
1939: Furore (Steinbeck), ambientato durante la Grande Depressione del primo dopoguerra
1967: Il Maestro e Margherita (Bulgakov). Pubblicato postumo, rappresenta una metafore della dittatura di Stalin (il diavolo) e della libertà dello scrittore ("i manoscritti non bruciano").
0 notes
Text
Allieva di Giuseppe Balbo e di Enzo Maiolino
Allieva di Giuseppe Balbo e di Enzo Maiolino https://ift.tt/LxaZMN7 Gabriella Allara, La Porta del Capo a Bordighera, 1967. Fonte: dzen.ru Col patrocinio del Comune di Bordighera - assessorati alla Cultura e al Turismo - Gabriella Allara espone i suoi "Ritratti a Matita e Sanguigna" nella suggestiva sede dell'ex chiesa Anglicana dal 26 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010 con il seguente orario di tutti i giorni: 15,30/19. L'inaugurazione della mostra si terrà alle 17 del 26 dicembre. Ingresso libero. Gabriella Allara nasce a Bordighera, dove vive e lavora. Figlia d'arte. Il padre, Giuseppe, stimato pittore e fondatore della Galleria d'Arte "La Certosa", è stato commemorato nel 2008 in occasione del centenario della nascita con un'esposizione presso l'ex chiesa Anglicana. Artista figurativa. Le sue tecniche più usate sono l'acquerello, la tempera, l'olio e la china. Conosciuta soprattutto per il suoi "carrugi", suggestivi lavori eseguiti in china bianca su nero, ritraenti angoli caratteristici dei paesi dell'entroterra ligure ricco di scorci. Ha scritto di lei il professor Giacomo Migone: "… possiede le innate, peculiari doti, privilegio delle creature elette, che volgono all'elevazione della mente e alla commozione del cuore, dinanzi al mistico richiamo della natura. Pur denotando istintive predisposizioni nell'interpretazione di soggetti paesaggistici, evocativamente resi, sente particolarmente attrazione per lo studio della figura". Allieva di Giuseppe Balbo e di Enzo Maiolino. Dopo un periodo di silenzio artistico, causato da motivi familiari, torna al pubblico dal 1992 con mostre collettive e dal 2005 con la mostra "Ritratti a matita e sanguigna", riprendendo un'attività espositiva che in passato aveva caratterizzato la sua produzione. Ha esposto in collettive e personali in tutto l'entroterra del Ponente ligure, a Bordighera, Vallecrosia, Ventimiglia, Sanremo, Imperia, Principato di Monaco, Milano, Parma, Biella, Villefranche sur mer, Mentone. Francesco Mulè, Gabriella Allara all'Anglicana, Sanremo Buongiorno!, 23 dicembre 2009 Gabriella Allara, Bordighera Alta. Fonte: dzen.ru Si è svolta ieri pomeriggio, nella sala polivalente di Vallecrosia, l'inaugurazione della mostra 'Ritratti a matita e sanguigna' della pittrice Gabriella Allara. Carlo Alessi, Vallecrosia: inaugurazione della mostra di Gabriella Allara, Sanremo.news, 24 maggio 2010 Gabriella Allara Gabriella Allara Gabriella Allara Gabriella Allara Gabriella Allara Gabriella Allara Gabriella Allara Riportando di seguito alcuni riconoscimenti ottenuti da Gabriella Allara, si sottolinea che qui sopra vengono pubblicate immagini (da lei gentilmente concesse) di altre sue opere: Medaglia d’Oro Circolo Amici della Pittura di Apricale, Medaglia d’Oro a Vallecrosia, Medaglia d’Argento a Villefranche S/Mer, Primo Premio a Molini di Triora, Terzo Premio a Coldirodi, Secondo Premio a Vallecrosia, Terzo Premio Trofeo Internazionale “Mosè Bianchi 1977” di Milano, Secondo Premio al Concorso Internazionale “La Bitta d’Oro” di Milano, numerose altre targhe e coppe. Adriano Maini via Aspetti rivieraschi https://ift.tt/dkwYLXr June 08, 2024 at 11:39AM
0 notes
Text
Neoclassico e Romantico a Milano
Con la mostra Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista, la Galleria d’Arte Moderna prosegue il percorso di valorizzazione dei nuclei più significativi del suo patrimonio artistico. L’esposizione, allestita nelle sale al piano terra della Villa Reale fino al 18 giugno 2023, è promossa dal Comune di Milano ed è curata da Omar Cucciniello, conservatore della Galleria d’Arte Moderna di Milano, come omaggio a Pompeo Marchesi (1783-1858), grande scultore dell’Ottocento, allievo di Canova, coetaneo e amico di Francesco Hayez e trait d’union nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, nella Milano tra Impero napoleonico e Restaurazione. Questo evento segue le celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova e prende spunto dal modello in gesso di Ebe di quest’ultimo, alla Galleria d’Arte Moderna, per ricostruire la raccolta dello scultore, artista di grande importanza per la storia del museo e delle collezioni artistiche del Comune di Milano. Tra i rarissimi modelli di Canova a non essere nella Gypsotheca di Possagno, Ebe giunse nelle collezioni civiche in seguito al lascito testamentario di Marchesi. Il percorso espositivo ricostruisce la vita e l’opera dello scultore, formatosi all’Accademia di Brera sotto gli auspici di Giuseppe Bossi e a Roma, sotto la direzione di Canova, ma resta strettamente legato alla città di Milano, dove negli anni della Restaurazione ottenne un grandissimo successo partecipando ai più importanti cantieri cittadini, dall’Arco della Pace al Duomo, e alla vita artistica, in qualità di professore dell’Accademia di Brera. Conosciuto come il Fidia meneghino, Marchesi fu definito da Stendhal ��le sculpteur à la mode de Milan” nel romanzo La Certosa di Parma, ebbe commissioni da tutta Europa, da Vienna a Parigi a San Pietroburgo. Il suo atelier, ricostruito dopo un incendio grazie a una sottoscrizione della cittadinanza e inaugurato dall’imperatore d’Austria Ferdinando I, era uno dei luoghi alla moda della città, ricordato da Stendhal e Balzac, frequentato da artisti, scrittori, nobili e intellettuali, affrescato da Hayez e organizzato come un museo, dove radunò tutti i modelli in gesso e i bozzetti delle sue sculture, ma anche la collezione di opere d’arte raccolte durante gli anni. Alla sua morte lo scultore destinò i materiali dello studio non ai musei d’arte esistenti ma alla città di Milano, che all’epoca non disponeva di collezioni d’arte. Esposte in origine nella prima sede del Museo Artistico Municipale ai Giardini Pubblici, le opere della collezione Marchesi vennero suddivise tra i diversi istituti via via fondati, dal Museo Archeologico al Gabinetto dei Disegni del Castello alle biblioteche, che ancora oggi le conservano. La mostra intende quindi ricostruire la complessità della raccolta e la sua importanza per la nascita delle collezioni artistiche cittadine, avvalendosi del contributo degli istituti civici: il Gabinetto dei Disegni, la Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, la Biblioteca d’Arte, il Civico Archivio Fotografico, il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco La mostra si rivela l’occasione per riflettere sull’origine della Galleria d’Arte Moderna e per annodare i fili della nascita delle collezioni municipali, ricostruendone la storia, le vicissitudini, gli spostamenti nelle diverse sedi e la creazione dei musei civici di Milano. Read the full article
0 notes
Photo
ALESSANDRA MASTRONARDI AS CLELIA CONTI IN ‘LA CERTOSA DI PARMA 2012’
#weloveperioddrama#perioddramaedit#alessandra mastronardi#la certosa di parma#the charterhouse of parma
36 notes
·
View notes
Text
Marthe Keller on the set of The Charterhouse of Parma (1982). Photographed by Fabian Cevallos.
#marthe keller#fabian cevallos#the charterhouse of parma#1982#1980s#80s#television#period drama#mine#la certosa di parma
13 notes
·
View notes
Text
The Charterhouse of Parma (1982)
17 notes
·
View notes
Photo
La certosa di Parma (Mauro Bolognini, 1982)
#andrea occhipinti#la certosa di parma#1982#serie#mauro bolognini#stendhal#fabrizio#La Chartreuse de Parme
17 notes
·
View notes
Quote
Se Fabrizio non fosse stato tanto innamorato gli sarebbe stato facile capire che lei lo amava.
Stendhal, La Certosa di Parma
22 notes
·
View notes
Photo
The Charterhouse of Parma (Mauro Bolognini, 1982)
109 notes
·
View notes
Text
Origine della Certosa di Parma
Luigi Foscolo Benedetto ha individuato ne La Parma di Stendhal il cenobio di S. Martino di Valserena sulla strada fra Parma e Casalmaggiore come la “Certosa”, dalla geografia tra reale e immaginario presentata da Stendhal nel romanzo.
A chi, magari per semplice curiosità, capitasse di aprire nel portale del Sistema bibliotecario di Milano, di Milano, dal menu a tendina RACCOLTE DIGITALI, la voce Centro Stendhaliano e accedesse poi alla pagina Postille vedrebbe un lungo elenco di titoli linkati che rimandano alle pagine scannerizzate e alle relative trascrizioni di note autografe, redatte da Stendhal, ai libri che facevano parte della sua biblioteca quando era console a Civitavecchia (1831-1842). Si potrebbe obiettare sul notevole impiego di tempo e di risorse impiegati nel decrittare quel corsivo nervoso per brevi glosse di difficile comprensione, ma solo se si pensi al lavoro del critico letterario come a un semplice esercizio di soggettivismo estetico. Per Luigi Foscolo Benedetto l’attività da filologo svolta proprio su uno Shakespeare del Fondo Bucci (dal nome della famiglia di Civitavecchia che acquisì i beni dello scrittore dopo la sua morte) ora in possesso della Biblioteca Sormani è stato l’occasione di una notevole scoperta sull’origine della Certosa di Parma, che ha posto in nuova luce la critica del romanzo.
La Chartreuse de Parme, par l'Auteur de Rouge et Noir [Stendhal], Paris, Ambroise Dupont, 1839 [prima edizione]
Durante il suo soggiorno romano, Stendhal era andato in cerca per biblioteche e librai di testi redatti da ignoti cronisti tra il XVI e il XVII secolo riguardanti quella che si potrebbe ante litteram chiamare “cronaca nera” italiana di quegli anni. Aveva allora acquistato originali e copie oppure aveva fatto copiare lui stesso quei testi, che in larga parte erano poi stati rilegati in dieci volumi in folio. Si tratta dei manoscritti italiani in possesso della Bibliothèque Nationale di Parigi segnati da 169 a 178. Henry Beyle era molto orgoglioso di quella collezione che si divertiva a sfogliare e postillare nelle non particolarmente brillanti serate di Civitavecchia. Tra il maggio del 1836 e l’agosto del 1839, Stendhal ebbe una sorta di “aspettativa” che trascorse a Parigi, dove poté dedicarsi al mestiere di scrittore. Propose fra l’altro alla “Revue des deux Mondes” la regolare pubblicazione dell’adattamento romanzesco delle cronache raccolte a Roma. Videro così la luce: Vittoria Accoramboni, La badessa di Castro, I Cenci, La duchessa di Palliano, ecc. Questi testi furono raccolti dopo la sua morte con il titolo Cronache italiane. L’Origine delle grandezze della famiglia Farnese fu invece pubblicata come una semplice traduzione appena rimaneggiata. L’originale era un piccolo libello con cui l’ignoto autore intendeva mostrare che una delle casate principesche più illustri del suo tempo, tale non sarebbe stata se il suo fondatore, Alessandro, non avesse avuto l’aiuto di una parente, concubina del famigerato Rodrigo Borgia divenuto papa col nome di Alessandro VI, per diventare cardinale a soli ventiquattro anni e, più tardi, a propria volta pontefice (Paolo III).
Papa Paolo III (1468-1549) con i nipoti Alessandro e Ottavio nel celebre ritratto di Tiziano, oggi a Capodimonte.
Se nella sostanza i fatti riportati corrispondono, come da altre più accreditate fonti, a verità, così come la notizia della detenzione e fuga di Alessandro Farnese da Castel Sant’Angelo e dei suoi amori continuati anche da porporato con una certa Cleria, il libello è privo di valore storico e il suo autore ha cucito insieme le notizie che è riuscito ad avere con approssimazione e fantasia. Stendhal non pare essersi accorto dello scarso valore storiografico dell’Origine, probabilmente per la simpatia ispiratagli da subito dal protagonista, che sostituì il traduttore col romanziere-poeta. La sua cultura artistica gli permetteva tra l’altro di intravedere tra il giovane dissoluto e l’austero pontefice una continuità passionale sublimata nel mecenatismo. Il nome del papa era inseparabile fra l’altro da quello di Michelangelo, al quale aveva commissionato l’affresco del Giudizio universale. Il 16 agosto del 1838, in una nota autografa, Stendhal manifesta l’intenzione di trasformare l’Origine in un “romanzetto”. Non è dato di sapere a cosa effettivamente pensasse, ma certamente abbandonò da subito, se mai l’ebbe, l’idea di rendere protagonista di un suo romanzo un papa rinascimentale. La storia doveva essere ambientata nel presente immaginario dell’Italia a lui contemporanea, a testimoniare il legame rimaneva tuttavia il nome del protagonista: Alexandre.
La nota allo Shakespeare del Fondo Bucci testimonia la definitiva cesura formale:
“Le 8 novembre [1838] je corrige le dit Vater [Waterloo] et je change Alexandre en Fabrice”.
Oeuvres dramatiques de Shakspeare, traduites de l'anglais par Letourneur. I. Nouvelle édition précédée d'une notice biographique et littéraire, par Mr. Horace Meyer [...], Paris, Impr. de A. Saintin, 1835
Nella sostanza tuttavia nella Chartreuse permangono i temi idealizzati dell’Origine: una bella zia protegge un nipote sincero e ardente (Fabrizio/Alessandro), fatto per l’azione, nella sua carriera di ecclesiastico, dopo che la partecipazione alla battaglia di Waterloo gli ha precluso quella delle armi, e riesce a coinvolgere il suo amante Primo ministro di un piccolo Stato (Rodrigo/conte Mosca) nell’operazione. Rimane anche quasi inalterato il nome del grande amore del protagonista, la soavissima Clelia, figlia del governatore dell’immaginaria cittadella di Parma, nella cui descrizione non è difficile ravvisare quella di Castel Sant’Angelo.
Castel Sant’Angelo in una stampa del 1835
Contro di loro, rappresentanti di ciò che ancora esiste dell’ideale stendhaliano di società, intrigano e complottano degli ambiziosi, a loro inferiori sotto ogni aspetto. Stendhal scrisse La Chartreuse de Parme, che fu pubblicata nell’aprile del 1839, in soli due mesi per scongiurare (come ha messo in risalto Marc Fumaroli) il pessimismo (la prima idea per il titolo del romanzo era non a caso La Chartreuse noire) rispetto a un mondo in cui la lotta incessante per il denaro e le comodità materiali avevano messo ai margini l’immaginazione, l’allegria, i piaceri della compagnia, le passioni amorose e le arti, ossia tutto ciò che per lo scrittore rendeva la vita degna di essere vissuta.
4 notes
·
View notes
Text
io, sistemando la mia libreria: wow la certosa di parma! non ricordo quasi nulla ma mi divertii tantissimo leggendola!
sempre io: una parte sottolineata! cosa mi avrà colpita durante la lettura?
io nel 2016:
okay!
#beh direi che sono cambiata tanto ma sono sempre io#comunque mi ricordo che ero un sacco affascinata dal personaggio del conte mosca#perché era tipo lo stratega sempre sul pezzo della storia#fabrizio un po’ un coglione (affectionate)
5 notes
·
View notes