#La Stanza degli Ospiti
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“La stanza degli ospiti” di Dreda Say Mitchell: Un thriller psicologico che toglie il fiato. Recensione di Alessandria today
Un intrigo di segreti e sospetti in una casa piena di ombre
Un intrigo di segreti e sospetti in una casa piena di ombre Dreda Say Mitchell, autrice di successo internazionale, torna con “La stanza degli ospiti”, un thriller psicologico mozzafiato che esplora i confini tra fiducia, paranoia e segreti sepolti. Con uno stile incisivo e una trama piena di colpi di scena, il romanzo cattura il lettore, conducendolo in una spirale di suspense e…
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A Roma un uomo è finito in carcere per un errore dell’intelligenza artificiale di un sistema di riconoscimento facciale collegato a una telecamera di una gioielleria (1). A Milano il comune vuole acquistare un sistema di intelligenza artificiale per individuare e multare chi usa lo smartphone mentre guida (2). A Napoli una testata giornalistica ha sottoposto ChatGpt a una prova di dialetto napoletano concludendo che il software ha svolto il lavoro in modo più che sufficiente (3). A Milano alcuni giornalisti hanno usato l’intelligenza artificiale per realizzare un’intervista virtuale con il ciclista Luigi Ganna, morto nel 1957, il quale si è rammaricato per non aver potuto usare le attuali biciclette tecnologiche (4). A San Benedetto del Tronto (Ascoli) un esperto di economia ittica ha avvisato i pescatori che l’intelligenza artificiale troverà da sola le aree di mare più pescose (5). In una scuola di Lecco è partito un progetto per usare in classe l’intelligenza artificiale (6) fornita da Google (7). In una scuola di La Spezia un professore si è accorto che dal controsoffitto cadevano calcinacci e ha fatto evacuare l’aula, dove subito dopo il controsoffitto è crollato (8). A Roma una scuola dell’infanzia è stata chiusa per la presenza di serpenti e topi (9). A Lecce durante un incontro scuola-famiglia una donna ha preso a pugni una professoressa perché riteneva che avesse dato al figlio un voto troppo basso (10). In una scuola di Carrara uno studente di 15 anni ha salvato la vita di una bidella che stava per essere soffocata da una merendina praticandole una manovra appresa dalla madre infermiera (11). Alle isole Tremiti (Foggia) la scuola elementare ha riaperto dopo vent’anni grazie a una maestra precaria che ha accettato l’incarico (12) trasferendosi in un paese di 131 abitanti (13). A Trapani il 10,47 per cento dei ragazzi non finisce gli studi, facendo della città siciliana quella con la più alta dispersione scolastica in Italia (14). In Abruzzo l’84 per cento dei ginecologi degli ospedali pubblici non pratica l’interruzione di gravidanza, facendo della regione quella dove è più difficile abortire in Italia (15). A Perugia una donna ha denunciato di aver vissuto un’odissea girando per tre diverse strutture sanitarie per ottenere l’interruzione di gravidanza (16). A Torino c’è stata una manifestazione di donne contro la cosiddetta “stanza dell’ascolto” dell’ospedale Sant’Anna dove gli antiabortisti cercano di convincere le donne a non interrompere la gravidanza usando a questo scopo soldi pubblici (17). A Rapallo (Genova) un uomo che non aveva ottenuto l’eutanasia si è tolto la vita acquistando un kit per il suicidio sul dark web (18). A Vicenza un uomo con un grave tumore ha rivelato di essere andato in Svizzera per ottenere cure palliative con l’Lsd (19) e l’Associazione Coscioni ha chiesto che le terapie psichedeliche vengano autorizzate anche in Italia (20). A Vernio (Prato) una donna di 82 anni ha soffocato con un cuscino il marito malato di Alzheimer (21). Nell’ospedale di Baggiovara (Modena) è in corso l’Alzheimer fest che prevede momenti di svago e la cena finale “Non ti scordar di me” (22). A Bergamo per la Festa dei nonni i gelatai hanno regalato agli ospiti delle rsa centinaia di coni e coppette con un gusto a basso indice glicemico (23). A Peschici (Foggia) una gelateria ha iniziato a proporre il gusto alle cime di rape perché è adatto all’autunno (24). A Milano gli operatori della moda hanno convenuto che quest’autunno bisogna avere nell’armadio almeno un capo bordeaux (25), giacche in stile navajo (26) e cardigan da abbinare ai jeans (27), mentre per quanto riguarda il beauty il rossetto dev’essere color vinaccia o castagna (28). [...]
[...] Continua su: L’innocente arrestato dall’intelligenza artificiale e altre storie - Internazionale
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E' finita.
Lo so sono stato poco presente in questo periodo perché mi sono concentrato a risolvere il problema inter coppia che si è venuto a creare da, diciamo, almeno un anno. Ma Domenica la doccia fredda è arrivata comunque. "Non voglio stare più con te". Già, l'ha detta. Non sto a scrivere motivazioni e tentativi potrei essere ancora qua per capodanno, ma nella sua bontà e visto che la casa è la sua, non mi sta sbattendo fuori di casa, oggi completo la sistemazione della stanza degli ospiti, aka ex ufficio twitter, c'è un divano che ho faticato 77 camicie per portarlo sopra e rimontarlo in quello spazio così stretto, ma va bè è già stato utile una volta a quanto pare abbiamo un destino incrociato.
Un paio di settimane fa ho parlato con mio cugino lo psicologo, mi aveva rassicurato, è il suo lavoro, ma ora ho scritto ad uno locale che mi è stato fornito dalla dottoressa e che non è a pagamento, attendo risposta. Spock aveva già intuito tutto quello che stava accadendo dai miei racconti, giustamente lui ha un punto di vista esterno, mi aveva già fatto un audio di diversi minuti dove mi diceva che per lui, o per come la vedeva lui, il rapporto è finito, l'amico vero si vede anche in questo.
Come sto? Dopo 25 anni di tribolazione, rinuncie, dedizione a lei alla famiglia al nostro cercare di vivere la vita ecc ecc, mi sento malissimo. Oggi ho bigiato il lavoro, è successo la settimana scorsa che per lo stress accumulato a casa e a lavoro mi è venuto un attacco di panico e ho iniziato a piange a fare cose sconnesse, sti poveri cristi che non mi conoscono non sapevano che pesci prendere, allora gli ho spiegato la situazione. Ad oggi non mi va di andare al lavoro, spesso in questa settimana ho finito il turno anzi tempo, fondamentalmente mi basta lo stress di questa situazione, andrei a lavoro per stare sereno non per aggiungere altro stress, mi serve un'altra tipologia di lavoro, innanzitutto meno ore 12/13 ( all'impiedi ) non riesco a farle più, quindi se mi mettono parttime mi fanno un favore, però guadagnerei di meno. Stando ad oggi Maarja, adesso posso scrivere il suo nome dopo anni che l'ho sempre mensionata come "lei", Maarja, visto anche il mio ruolo nella sua vita, mi concede un pò di tempo per riprendermi. Qua mi viene in mente una frase che mi ha ripetuto spesso in questi mesi dopo il mio ritorno dalla Trinacria "Io ti voglio aiutare", la capisco. Mi ha ripetuto anche un concetto che mi disse quando stavo a Londra, che io qua ho sempre un posto e che lei mi vorrà bene sempre qualsiasi cosa succeda, mi rincuora anche perché in questo esatto momento della mia vita oltre a Spock non ho amici con cui mi relaziono giornalmente, e Maarja è l'altra amica, quindi totale 2, i colleghi di lavoro non sono amici sono colleghi, appunto.
Per concludere vi riporto una battuta che mi ha fatto mentre parlavamo della mia carriera musicale, a lei piacerebbe molto che ritornassi sul palco, le piace quello che mi sta venendo adesso, anche se io lo trovo a tratti melodrammatico, mi ha detto "Vedi ora che stai male stai scrivendo bella musica", non è il mio modus operandi fare il chitarrista con problemi per creare, preferisco di gran lunga un equilibrio e una stabilità che mi aiutano a pensare, aspetti che in questo momento non ho. Finisco con il barlume di speranza, un pò lo stesso che mi ha riportato qua dalla Trinacria, che se le cose cambiano è possibile che lei, Maarja, ci ripensi e magari chissà, ma so che è un'illusione e lei me l'ha confermato con l'espressione del viso, la conosco non sa mentire. Spock mi dice che non mi posso rimproverare nulla ho fatto il mio dovere fino in fondo e che ora mi meriterei di vivere la mia vita serenamente, suonare, viaggiare, conoscere persone nuove ecc ecc, ma questo potrei anche farlo benissimo stando con lei.
Dal baratro in cui sono caduto è tutto ci sentiamo prossimamente.
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Se te ne vai
il mio cuore
la stanza degli ospiti
più esclusiva
non sarà mai più
occupata.
Cecilia Casanova, da Stazione Termini
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Ricordo che ieri sera sei venuta da me,
a casa mia, come un'amica.
E io stamane sono sveglio da poco
e non so se il vino o cos'altro di ieri sera,
mi ha fatto girare la testa,
tanto che non ricordo più
se è è stato solo un sogno oppure realtà.
Di certo so che eri bella, bellissima,
quando sei arrivata.
Ti sei tolta il soprabito e ti sei messa comoda. Ti divertivi tanto a guardarmi ai fornelli.
Abbiamo cenato e abbiamo bevuto.
Era un vino rosso, un refosco,
assolutamente friulano.
E abbiamo parlato, tanto.
Come due ottimi amici.
Non so se era il vino,
ma le parole uscivano come una poesia.
E abbiamo riso, tanto,
fino a quando mi hai detto:
"Cosa ne dici di un film su Netflix?"
Ti ho lasciata scegliere il titolo,
ma non avevo dubbi
che avresti scelto un film romantico.
Ho abbassato la luce
e ci siamo messi comodi sul divano.
Il film, ora che ci penso,
nemmeno me lo ricordo...
Ero troppo impegnato a guardarti e,
quella voglia di abbracciarti da contenere,
non mi faceva capire nulla.
Forse è stato anche il vino sì,
ma non ero ancora abbastanza brillo
da poterti dire tutto quello
che eri diventata per me.
E stavo bene lì,
una sensazione strana di benessere,
sentivo che non avevo bisogno d'altro.
Poi il film è finito e, senza esitare,
ti ho chiesto:
"È tardi per tornare a casa, vuoi dormire qui?"
Senza una parola, ma solo con un sorriso,
mi hai detto sì...
Ti ho preparato la stanza degli ospiti,
come si fa con gli amici,
con un letto che era perfetto,
come non l'avevo mai fatto, senza una piega.
Ti ho preparato un mio pigiama,
sono andato a lavarmi i denti e,
uscendo dal bagno, ti ho trovata lì,
senza tacchi, senza trucco, quasi indifesa.
Sono sicuro che eri ancora più bella
di quando sei arrivata.
Ti ho presa per mano,
cercando di mostrarti spazzolino e dentifricio.
Ma alla parola "spazzolino",
avevo già la tua bocca sulla mia.
Non c'era più bisogno del dentifricio...
Ci siamo baciati forte. Non più da amici.
Dimenticavo, stamattina il letto degli ospiti,
è ancora lì, intatto e senza una piega..... ♠️🔥
(Claudio Del Pizzo)
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Quasi-amore.
Che bella definizione.
E' come una cosa lasciata a metà.
E' come preparare una cena coi fiocchi, preparare la tavola con il servizio buono, e poi nessuno degli ospiti si presenta.
E' come spendere le ultime monete che ti restano per un caffè alla macchinetta e poi viene giù solo il cucchiaino. Come perdere la finale dei Mondiali ai calci di rigore.
E' tutto pronto, nella tua testa, nel tuo cuore, per cominciare un nuovo amore - ma non comincia mai.
Rimane lì, nel mondo delle idee.Una potenza senza atto, un pensiero senza parola.
Resti da sola nella tua corsa sulle sue montagne russe.
Il lato bello di questo saliscendi è smorzato, in sordina. Rimbomba in una stanza vuota.
Il lato brutto forse anche è sminuito - ma, mancando quello bello, sembra amplificato: si insinua come un'ombra, come una densa macchia scura negli anfratti lasciati vuoti da quello che non c'è.
E' fatto di pensieri un quasi-amore, che a volte diventano oscuri.
Sei tu per prima a guardarlo con diffidenza il quasi-amore: lo analizzi, lo infarcisci di dubbi, lo sminuisci.
Ti domandi se è proprio quella persona, alla fin fine, che vuoi, e non una parte di te che manca. Che è sempre mancata.
Ma che, per qualche strana reazione chimica, sembra galleggiare per qualche istante in superficie - quando tu e lui state insieme.
Ti domandi che senso abbia, tutta questa guerra atomica interiore per qualcuno che nemmeno lo sa: ma il quasi-amore è un amore a tutti gli effetti - mutilato, invisibile, ma sempre amore.
Ed esula da qualunque regola di logica.
Se fosse un amore-amore non avrebbe bisogno di essere sottoposto a questo processo.
Ma il quasi-amore deve scontare la pena più grande: quella di un meraviglioso potenziale che non si è mai realizzato.
Catherine Black
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Hai qualche headcanon sul potenziale tringolo manuel/simone/mimmo? Visto che sei praticamente l'unica credo, a parte me, che non detesta mimmo 😂 senza contare che se lo chiedessi a qualcunə su twt probabilmente rischierei di essere linciata
Se non vi piace Mimmo look away/ bloccatemi/ quello che volete basta che non mi insultate e non rompete grazie.
(Ci sono un po' di spoiler degli spoiler. Credo)
-Mimmo va a vivere in Villa Balestra e Simone lo odia. Odia il fatto che tocchi tutto, che sia curioso come un bambino, che abbia gli occhi tristi ma la battuta sempre pronta, che indossi i suoi vestiti (ecco dov'era finita la felpa nera), che faccia un milione di domande al secondo. Odia ancora di più che Manuel gli dà manforte solo perché capisce che a Simone tutto questo dà fastidio e si diverte come un matto
-Si diverte un po' meno dopo aver accettato di lasciare il letto estraibile nella stanza di Simone per prendersi la stanza degli ospiti quando si trasferisce lì con Anita. All'inizio vedere Simone scendere le scale tutte le mattine con il broncio era esilarante, solo che poi al broncio si è sostituito un sorriso timido e la parlantina facile. Ah.
-Quando ricomincia la scuola le situazioni precedenti si ribaltano. Simone non vede l'ora di tornare a casa per chiacchierare con qualcuno che sembra davvero interessato a ciò che ha da dire, Manuel adora restare in quelle quattro mura finalmente solo con lui e non capisce perché. C'è anche una ragazza nuova che lo intriga particolarmente, il taglio biondo e la strafottenza di chi non deve chiedere nulla e le spalle curve da un peso che Manuel muore dalla voglia di scoprire. Dire che è confuso è dire poco
-Più Manuel si avvicina a Nina più Simone si lascia scivolare accanto al ragazzo che gli dorme accanto tutte le sere. Di diverso hanno l'accento e il contesto in cui sono cresciuti, ma non le tante ombre negli occhi che piano piano si mescolano, tra un aneddoto sui pomeriggi piacevoli ma malinconici passati con Dante sulle spiagge partenopee ogni sei mesi e l'esperienza più traumatica che educativa al carcere. Tra una madre lontana e un'altra che nemmeno sa dove si trovi il figlio. Tra un fratello morto e uno dietro le sbarre.
-Succede quasi per caso, poi. Un attimo prima stavano parlando seduti sul letto di Simone e quello dopo le teste si avvicinano, i nasi s'incastrano, le labbra si sfiorano appena. Simone si stacca così velocemente che quasi cade dal letto, scuse che rotolano sulla sua lingua e terrore negli occhi - che stupido è stato, ancora una volta, a rovinare tutto perché il suo cazzo di cuore non è capace di battere ad un ritmo normale. Però negli occhi di Mimmo non c'è paura, non c'è disgusto. C'è un po' di preoccupazione, c'è la delusione che ha spesso visto allo specchio quando il rifiuto si concretizzava in qualche atteggiamento di Manuel. Ah.
-Manuel l'ha notato, grazie tante. Ha notato gli sguardi e i sorrisi che si scambiano a colazione davanti a lui, che a volte chiede incazzato se sia meglio lasciarli soli. Ha notato Simone rabbuiarsi a scuola e illuminarsi quando trova Mimmo aspettarlo davanti al suo motorino, un bacio a fior di labbra rapido, ma non nascosto del tutto a dissipare qualsiasi dubbio. Nota anche i gemiti dietro la porta chiusa della stanza di Simone, una volta, e si infastidisce così tanto che chiede a Nina se può cercare di sostituire quei suoni con i suoi (ha provato a uscirci, a fare il serio per una volta. Ha anche funzionato per qualche tempo, è stato felice per un po' prima che Nina scambiasse tutto quello per amore vero e gli presentasse sua figlia di appena un anno, come i grandi. Manuel ha rischiato l'infarto. Già si è praticamente cresciuto da solo, per una volta che poteva essere semplicemente un diciottenne senza l'angoscia della miseria e delle responsabilità si ritrova padre senza nemmeno averlo chiesto? No, grazie. Nina ha capito subito, però. Sono rimasti amici, solo che ogni tanto si divertono tra le lenzuola. Come i grandi, ma con più libertà)
-Manuel nota anche un'altra cosa, che mette in discussione praticamente la sua vita intera. Un giorno Mimmo si presenta fuori da scuola con un tulipano - ha studiato, cazzo - e Simone gli fa un sorriso enorme e talmente luminoso che le nuvole nere sul Colosseo paiono scomparire. Era da tanto che non sorrideva così, Simone. E a Manuel rode il culo. Gli rode perché non è lui a farlo ridere così, perché quando succedeva si sentiva il dio del mondo e ora non è più nessuno, gli rode perché Simone non passa più tempo con lui, non gli prende il caffè all'intervallo, non gli ronza più attorno, non gli racconta più i sogni stupidi che fa o come si sente, gli rode perché è dannatamente geloso. E se ne accorge perché la sensazione che prova è identica a quella che ha sentito quando Matteo ha fatto quella dichiarazione orrenda a Chicca in palestra, solo che adesso è peggio, perché allora era solo orgoglio cieco e umiliazione, mentre ora è qualcos'altro. Solo che ancora non si spiega che significhi (o se lo spiega, ma accettarlo è un altro paio di maniche)
-Non è solo la gelosia, ciò che lo rende guardingo nei confronti di Mimmo. È che ha qualcosa di familiare negli occhi, negli atteggiamenti, nelle cazzate che spara per uscire di casa (ché essere nel programma protezione a quanto pare non è tanto diverso dall'essere in cella) che Simone copre e a cui credono comunque tutti. Tranne Manuel. E allora un giorno salta scuola per pedinarlo e quasi gli prende un colpo quando lo vede parlottare con due tizi decisamente molto loschi e poco raccomandabili e scambiarsi una busta di qualcosa, che Manuel sa benissimo essere droga. Sfreccia verso casa, deve parlare con Simone appena torna.
-"Quello è un coglione, te sta solo usando, l'ho visto co' gli occhi mia" praticamente gli urla addosso ma non gli importa, deve credergli, deve capire. Solo che Simone nemmeno pare sorpreso. "Lo so, Manuel. Mimmo dice che con il programma protezione non risolve niente, bisogna mediare con quella gente. Facciamo qualche lavoretto, il tempo di fargli allegare la rete e poi ci tiriamo fuori" "Ma facciamo de che. Ma lo sai come funzionano ste cazzate, non t'è bastata na volta? Stai facendo una stronzata Simone, te farà solo male" "Perché te invece m'hai fatto bene, ve?". Mentre sale le scale per chiudersi in quella maledetta camera, Manuel si chiede se non sia un bene questa volta, perderlo per sempre.
-Mimmo tiene davvero a Simone. Gli piace starsene accoccolato sul suo petto e parlare di tutto e di niente, senza aver paura di sembrare troppo in un modo, troppo poco in un altro. Gli piace non essere giudicato, gli piace passargli le dita tra i ricci e prendersi cura di lui, dormirci abbracciato e con le spalle alla porta, abbandonarsi all'illusione di essere al sicuro e di poterlo tenere al sicuro. Gli piace dare finalmente spazio per fiorire a quella parte di sé che ha dovuto sotterrare per anni, con tanto dolore che necessariamente ora esplode e vorrebbe solo urlare al mondo. Gli piace passare del tempo con il professore e pendere dalle sue labbra quando gli racconta di qualche filosofo, come faceva a scuola (gli piaceva anche Manuel prima che scoprisse di tutto il casino con Simone, di quanto lo abbia fatto soffrire. Ora se non si prendono a botte è solo perché i Balestra sono più muscolosi di loro e non ci metterebbero nulla a stenderli prima che possano anche solo alzare un mignolo). Gli piace tanto questa città, questo senso di pace che si è costruito attorno che pare quasi un sogno. Ma dai sogni ci si sveglia sempre, e la realtà fa sempre schifo. Si rende conto presto che i lavoretti non finiranno mai, che sta ricadendo negli stessi giri di prima e a malincuore anche nelle stesse convinzioni di prima: al destino non puoi fuggire. Non può permettersi che le persone che ama cadano con lui, però. Scappa di notte, lasciando un ultimo bacio tra i capelli a Simone e la copia nuova di un libro di Dante che aveva consumato, a furia di leggerlo.
-"Dillo, forza. So che non vedi l'ora di dirmi 'te l'avevo detto'". Simone ha tanto dolore negli occhi che fa male anche solo avvicinarsi, eppure Manuel lo stringerebbe forte a sé se servisse a qualcosa. Vorrebbe dirgli che non è colpa sua, che lo vede che è preoccupato ma Mimmo sa cavarsela, gli direbbe anche che prima o poi tornerà, che quel "no" sommesso di Dante al suo angosciato chiedere se l'avessero trovato si trasformerà presto in un "sì" contento. Non è ciò di cui ha bisogno, ora. Lo lascia andare in camera sua con il viso rigato dalle lacrime e la consapevolezza che quel cuore enorme e stupendo che si ritrova è stato distrutto ancora una volta e che, ancora una volta, toccherà a lui rimettere insieme i pezzi. Solo che ora non lo fa per redimersi, per placare quel senso di colpa che gli ha divorato cuore e stomaco per mesi, no. Questa volta lo fa per amore.
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Ieri sera a #InOndaEstate condotta da Marianna Aprile e Luca Telese ho riavuto ancora una volta la
conferma della grave e grande faziosità dei due conduttori #LUCATELESE e della bella ma faziosa
#MARIANNAAPRILE ; tre ospiti tra cui una ingegnere aerospaziale chiaramente di sinistra, UNa GIORNALISTA di Repubblica ovviamente di sinistra e un giornalista americano spudoratamente di sinistra, che con i due conduttori suddetti ( anch'essi di sinistra), assalivano verbalmente con commenti ideolgici campati in aria e pieni di pura e gratuita propaganda pro sinistra ovviamente senza fondamenta, lo SCRITTORE e politologo ANDREA
GIUBILEI, molto educato e paziente, sopra il quale i due conduttori e i suddetti ospiti di parte parlavano continuamente ovviamente contro la Meloni e il suo governo ed inneggiavano a Mattarella, che al meeting di Rimini di CL dice: Basta odio, distinzioni di etnie, attacchi ai diversi dimenticando la composizione plurale disegnata dai padri costituenti per l'Italia. Perchè, ne è convinto Mattarella, "le identità plurali sono il valore della nostra patria, del nostro, straordinario, popolo, frutto dell'incontro di più etnie, consuetudini, esperienze, religioni; di apporto di diversi idiomi per la nostra splendida lingua". Parole sante e condivisibili; ma il presidente Mattarella dimentica questo:➡️➡️ Di questo passo e con questi numeri di migranti, che ogni giorno arrivano in Italia, solo in Italia e dove sicuramente rimarranno per sempre ( perché l'#Europa tutta non li vuole, basti guardare l'atteggiamento contraddittorio e ambiguo di belle e solo vane promesse di non lasciare sola l'Italia a gestire, da sola, l'immigrazione di European Commission , European Committee of the Regions European Council on Refugees and Exiles (ECRE) , European Commission - Economy and Finance European Research Council , Commission européenne en France , Charles MICHEL , Roberta Metsola , #URSULAVONDERLEYEN e European Parliament ) creando gravissimi conflitti sociali tra poveri e indigenti italiani e i suddetti migranti, si realizzerà prima in Italia e poi in tutta la #UE, una programmata ed inevitabile sostituzione etnica (complice anche l'inverno demografico in Italia, nascite in forte diminuzione ) in nome di un globalismo selvaggio e multirazziale per dominare in tutti i sensi i popoli europei. ▶️ ⬇️⬇️⬇️
https://www.lospecialegiornale.it/2023/04/04/migranti-da-tunisia-meluzzi-prepararsi-al-peggio-e-a-una-nuova-italia/
Che bisogna aiutare sono d’accordo, ma prima non sarebbe meglio sistemare sia gli italiani e quelli che vivacchiano nel paese??
Ci risiamo! Per carità tutti vanno aiutati, ma qualcuno ricorda gli italiani senza casa, senza lavoro?? Chi per anni ha dimenticato questi italiani non ha diritto di parola !
Sparare sciocchezze è quello che riesce meglio alla sinistra!
Mi sembra giusto, gli italiani possono aspettare, non c'è fretta, adesso capite chi sono le persone che votano questi squallidi personaggi??
I centri sociali sono entrati nella stanza dei bottoni del #PD 😢😂😢🤔❗❗
Iniziate voi politici di sinistra a dare le vostre case agli immigrati.
Ma certo gli italiani sotto i ponti i clandestini nelle case 😢🤔😢🤔😢🤔😩😭 non ci sono parole !
Certe dichiarazioni si commentano da sole e ribadiscono che per il #PD le priorità sono tutti e tutto, tranne affrontare i problemi gravissimi ed irrisolti degli italiani poveri, indigenti, senza casa, senza lavoro e senza futuro !!! Complimenti alla Elly Schlein , a Stefano Bonaccini , a Chiara Gribaudo e a tutti i parlamentari del Partito Democratico Federazione Frosinone Un nuovo PD con Elly Schlein Senatori PD Deputati PD NON avete ancora capito i motivi per i quali la stragrande maggioranza degli italiani il 25 settembre scorso hanno votato il centrodestraunito, che ha stravinto le elezioni politiche !!! Non avete imparato nulla, i veri e bravi comunisti, come il compianto Enrico Berlinguer, si occupavano degli italiani e dei loro problemi e se fosse vivo oggi NON vi apprezzerebbe affatto; voi post comunisti sembrate convintamente ignorare l'Italia, l'amor patrio e gli italiani 😭😭😭❗❗⁉️❗⁉️
Promemoria: “Io non insinuo, io AFFERMO che quelli del Pd si siano politicamente comportati da SCIACALLI”.
Questi nuovi Kompagni sono fuori dal mondo. Non una parola sugli italiani e sui loro gravissimi problemi ❗⁉️⁉️⁉️❗❓❗❓ #sinistra #PDaCasa #partidodemocraticoacasa #PD la GRANDE #DELUSIONE degli italiani !!!
D. Capezzone
Giorgio Modula 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👍👍👍👍👍👍👍Faremo la fine di Troia ( vedi e leggi cavallo di Troia ) con questo falso buonismo a tutti i costi; nel mondo ci sono circa 2 miliardi di persone che a diverso titolo vogliono venire in Italia e in Europa, quest'ultima non li vuole, per questo motivo NON possiamo accoglierli tutti qui in Italia (lo ha detto ripetute volte Matteo RENZI, che di certo NON è di destra e forse ancora pende a sinistra ) perché in Italia ci sono circa 7 milioni di italiani poveri, indigenti e sembra senza futuro ( ISTAT ) inoltre in Italia non non c'è assolutamente tutto questo lavoro che i buonisti ostentano ai migranti, che poi nella stragrande maggioranza, vediamo dove vivono, dove delinquono, rubano, rapinano, accoltellano, stuprano e hanno reso ormai tutta l'Italia insicura e dov'è pericoloso uscire di casa o uscire o recarsi nelle stazioni e non solo ( ultimo caso recentissimo l'accoltellamento di 6 sei persone in stazione a Milano da parte di due immigrati, che sono arrivati in Italia convinti che avrebbero trovato un lavoro e un futuro migliore e invece sappiamo tutti cosa sono costretti a fare per sopravvivere ). Basta illudere queste persone invitandole a venire in Italia, che NON è più il pozzo di SAN PATRIZIO o meglio NON lo è mai stato !!
Purtroppo la #UE e la stragrande maggioranza dei paesi europei NON li vuole più da diversi anni e purtroppo lascia l'Italia da sola a sobbarcarsi e ad affrontare alla meglio le migrazioni, che vanno affrontate con tutti gli stati del mondo, con l'ONU, con l'UNICEF, con L'ACHNUR, con la FAO, con le ricchissime superpotenze e con la visione che miliardi di persone NON debbano spostarsi da un continente all'altro, perché demograficamente e socialmente diventerebbero mine vaganti nei paesi ospitanti con conflitti sociali o meglio dire LOTTE o GUERRIGLIA tra POVERI indigeni e ospiti !❗❗❗❗❓⁉️⁉️❗
https://youtu.be/Put9k2m5UY0.
#LaRepubblica l'organo ufficiale del nuovo PD che, riciclandosi, è sempre lo stesso; l'unico e vero cambiamento per un partito che fa gli interessi di TUTTI, tranne che degli italiani , è l'estinzione oppure in alternativa andare a fare politica in Africa e in Asia ! Accusano il governo italiano di non aver soccorso i migranti a Cutro; la colpa dei 30 dispersi di oggi naufragati nelle acque SAR libiche con la guardia costiera Libica che non è intervenuta, è sempre del governo italiano, che continua a salvare e ad accogliere migranti oppure della amica e compagna #UE (del PD ), che continua a scrivere e ad accettare le idee del governo Meloni a chiacchiere, ma nel frattempo non non fa nulla ❓❓❓ Il #PD e la #Schlein NON hanno ancora capito che in Europa, nella UE i #migranti e i #clandestini NON li vuole più nessuno, vedi Francia, Spagna, Germania e Stati nordici, che da anni ormai, non solo non accolgono più, ma addirittura li respingono; perché NON è questo l'approccio o la soluzione con e per le #migrazioni, ma investimenti e formazione negli Stati di provenienza ❗❗❗ È inutile illudere questi poveri disperati, clandestini e non, che venire in Italia o in Europa è una ottima opportunità per migliorare la loro vita, perché sappiamo tutti che non è così e che saranno protagonisti di una guerra tra poveri per la sopravvivenza ❗❗❗ L'ideologia può andar bene, ma la realtà e i fatti sono tutt'altro che un bene; lo vediamo tutti i giorni in tutta l'Italia, dove la sicurezza e la civile e pacifica vivibilità dei cittadini italiani sono ormai continuamente in grave pericolo 😭⁉️❗❗❗❓❗❓❗🤔❗
Giorgio Modula 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👍👍👍👍👍👍👍Faremo la fine di Troia ( vedi e leggi cavallo di Troia ) con questo falso buonismo a tutti i costi; nel mondo ci sono circa 2 miliardi di persone che a diverso titolo vogliono venire in Italia e in Europa, quest'ultima non li vuole, per questo motivo NON possiamo accoglierli tutti qui in Italia (lo ha detto ripetute volte Matteo RENZI, che di certo NON è di destra e forse ancora pende a sinistra ) perché in Italia ci sono circa 7 milioni di italiani poveri, indigenti e sembra senza futuro ( ISTAT ) inoltre in Italia non non c'è assolutamente tutto questo lavoro che i buonisti ostentano ai migranti, che poi nella stragrande maggioranza, vediamo dove vivono, dove delinquono, rubano, rapinano, accoltellano, stuprano e hanno reso ormai tutta l'Italia insicura e dov'è pericoloso uscire di casa o uscire o recarsi nelle stazioni e non solo ( ultimo caso recentissimo l'accoltellamento di 6 sei persone in stazione a Milano da parte di due immigrati, che sono arrivati in Italia convinti che avrebbero trovato un lavoro e un futuro migliore e invece sappiamo tutti cosa sono costretti a fare per sopravvivere ). Basta illudere queste persone invitandole a venire in Italia, che NON è più il pozzo di SAN PATRIZIO o meglio NON lo è mai stato !!
Purtroppo la #UE e la stragrande maggioranza dei paesi europei NON li vuole più da diversi anni e purtroppo lascia l'Italia da sola a sobbarcarsi e ad affrontare alla meglio le migrazioni, che vanno affrontate con tutti gli stati del mondo, con l'ONU, con l'UNICEF, con L'ACHNUR, con la FAO, con le ricchissime superpotenze e con la visione che miliardi di persone NON debbano spostarsi da un continente all'altro, perché demograficamente e socialmente diventerebbero mine vaganti nei paesi ospitanti con conflitti sociali o meglio dire LOTTE o GUERRIGLIA tra POVERI indigeni e ospiti !❗❗❗❗❓⁉️⁉️❗
https://youtu.be/Put9k2m5UY0.
#LaRepubblica l'organo ufficiale del nuovo PD che, riciclandosi, è sempre lo stesso; l'unico e vero cambiamento per un partito che fa gli interessi di TUTTI, tranne che degli italiani , è l'estinzione oppure in alternativa andare a fare politica in Africa e in Asia ! Accusano il governo italiano di non aver soccorso i migranti a Cutro; la colpa dei 30 dispersi di oggi naufragati nelle acque SAR libiche con la guardia costiera Libica che non è intervenuta, è sempre del governo italiano, che continua a salvare e ad accogliere migranti oppure della amica e compagna #UE (del PD ), che continua a scrivere e ad accettare le idee del governo Meloni a chiacchiere, ma nel frattempo non non fa nulla ❓❓❓ Il #PD e la #Schlein NON hanno ancora capito che in Europa, nella UE i #migranti e i #clandestini NON li vuole più nessuno, vedi Francia, Spagna, Germania e Stati nordici, che da anni ormai, non solo non accolgono più, ma addirittura li respingono; perché NON è questo l'approccio o la soluzione con e per le #migrazioni, ma investimenti e formazione negli Stati di provenienza ❗❗❗ È inutile illudere questi poveri disperati, clandestini e non, che venire in Italia o in Europa è una ottima opportunità per migliorare la loro vita, perché sappiamo tutti che non è così e che saranno protagonisti di una guerra tra poveri per la sopravvivenza ❗❗❗ L'ideologia può andar bene, ma la realtà e i fatti sono tutt'altro che un bene; lo vediamo tutti i giorni in tutta l'Italia, dove la sicurezza e la civile e pacifica vivibilità dei cittadini italiani sono ormai continuamente in grave pericolo 😭⁉️❗❗❗❓❗❓❗🤔❗
Il presidente Mattarella usa belle e sante parole, peccato che la realtà è molto diversa; basti vedere che, mentre si dicono belle e sante parole, la Russia, la Cina e l'india conquistano ogni giorno pezzi di Africa, che diventano di fatto loro territori, costringendo gli africani a scappare verso l'Italia e l'Europa, dove alla fine e fra non molto tempo, con tutti i grandi numeri di arrivi e di sbarchi ci sarà un conflitto violento tra poveri autoctoni e poveri immigrati. Vedi le ultime vicende francesi sui disordini violenti degli immigrati residenti in Francia.
Luca Telese Luca Telese Luca Telese e Marianna Aprile di IN ONDA di IN ONDA fate una trasmissione su questi temi e in par condicio e avrete fatto davvero sana e pulita informazione !!
"Povero" e bravissimo Andrea Giubilei , che ha fatto molta, molta fatica a poter esprimere " benissimo" le sue
idee e risposte, malgrado le interruzioni continue, gli stop e il parlare sopra dei conduttori e dei loro complici.
. Questo NON è affatto giornalismo superpartes e nemmeno corretta e imparziale
informazione. Non si può " inveire" in cinque contro uno solo #AndreaGIUBILEI , che davvero ha fatto una
faticaccia enorme per rispondere compiutamente alle loro domande. Fanno le domande e pretendono le
risposte allineate e coerenti con il pensiero unico dei conduttori ! Guai a chi la pensa diversamente, perché
viene interrotto o coperto da altri interventi !!! #La7 si conferma una TV politicamente faziosa e
propagandistica pro sinistra e PD !! QUESTA NON È INFORMAZIONE MA PROPAGANDA !!! FIRMATO SERGIO
DE SILVESTRIS. de " Il Quotidiano della Verità Vera on line.it .
#LucaTelese#MariannaAprile#inonda#inondaestate#la7#l'ariachetira#piazzapulita#propagandalive#dimartedì#ottoemezzo#tgla7#Mentana#TG7#CAIRO
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Introduzione
Rossana è una candela, un camino, una cura, magma, lava, dragonessa, una rosa selvatica, un albero di cacao, una musica un teatro, una principessa ribelle, un diamante, un arcobaleno, un umore, un colore, l'iridescenza, un fuoco d'artificio, una stella nella notte, un raggio di sole, la luce nel buio, la luminosità nell'oscurità.
§candela
Rossana è una candela accesa che illumina una camera buia; è una candela decorata in un luogo grigio; è una candela fiammante in mezzo all'acqua; è una candela con un calore in un stanza fredda con delle finestre rotte che fanno entrare umidità a causa delle stagioni portando muffa
§camino
Rossana è un camino logorato di una casaccia o capanno o un rifugio di una famiglia grande e povera con i topi e gli insetti in inverno con uno o due strati d'abbigliamento soffrendo il freddo, è un camino piccolo di una casa piccola con una famiglia piccola e un piccolo cane a natale tutti con 4 o 5 strati d'abbigliamento, è un camino grande di una casa grande con due piani con una famiglia grande e un grande cane a natale con un solo strato d'abbigliamento, è un camino gigante di un castello con una famiglia piccola ma con tanti ospiti e un cavallo a natale vestiti leggeri ed eleganti per il caldo
§cura
Rossana è una cura naturale fatta di frutta ed erbe con il rapporto degli elementi contro il cibo spazzatura ed i farmaci, è una cura artistica fatta di sensi contro la mancanza di sensi ed arte, è una cura motoria fatta di danza e sport contro i blocchi motori
§magma
Rossana è il magma incandescente del sottosuolo come il sangue caldo nel corpo contro l'acqua del cielo come la pelle fredda del corpo, è il magma che sale in un vulcano attivo come la rabbia negli esseri emotivi contro la neve che scende in una montagna passiva, è il magma dell'attrazione sessuale contro la castità
§lava
Rossana è la lava luminosa di un vulcano nell'oscurità della notte, è la lava bollente nel freddo di una montagna, è la lava di fuoco nella neve.
§drag
Rossana è una draghetta che abita in una grotta grande sottoterra e vive nella costa, è una draghessa che abita in una grotta media e vive in pianura, è una dragonessa che abita in una grotta piccola sopraterra e vive in montagna, è una draghetta in un isola magica, è una draghessa sapiens dei quattro elementi che va in una scuola mista, è una dragonessa divina con tutti gli elementi che vive nell'universo
§rosa (fiore)
Rossana è una rosa selvatica multi-petali di multicolore nata in un edificio lineare e grigio, è una rosa selvatica osservata da tutti contro l'indifferenza, è una rosa selvatica che una persona vuole accarezzare ma si punge con le spine poi tocca i punti giusti e c'è la in mano
§albero di cacao
Rossana è un albero di cacao in Africa tra gli africani contro un grattacielo, è un albero di cacao che da gioia a tutto il mondo contro la tristezza mondiale, è un albero di cacao come un essere vivente pieno di frutti amari ma buoni
§musica
Rossana è una musica mista fatta di tante emozioni e tanti sentimenti e non solo suoni, è una musica multipla contro la musica monotona e la discriminazione musicale, è una musica di tante origini, è una musica con personalità
§teatro
Rossana è un teatro in cui siamo tutti spettatori : siamo tutti stelle che guardano il cosmo, luci cittadine nelle strade buie che guardano i passanti, umani passivi che guardano altri umani attivi; è un teatro greco-romano che con la sua forma ad orecchio ascolta il mondo umano; è un teatro naturale della montagna che innalza il protagonista e scende il pubblico
§principessa ribelle
Rossana è una principessa ribelle che scappa dal suo regno, è una principessa ribelle che rivoluziona il suo regno, è una principessa ribelle che combatte per il suo regno
§diamante
Rossana è un diamante che riflette la luce creando una scia di colori, è un diamante grezzo sottoterra che nessuno vede ma la natura conosce, è un diamante lavorato in laboratorio che tutti vedono nella vetrina di un negozio ma nessuno può toccare tranne gli addetti e il compratore
Rossana è un arcobaleno che crea un ponte tra la mente e il cuore, è un arcobaleno dopo la tempesta o un temporale o una pioggia abbondante, è un arcobaleno tra il passato e il futuro, è un arcobaleno contro il grigio delle nuvole
Rossana è un umore positivo su uno negativo, è un sorriso dopo un pianto abbondante, è una risata dopo un lamento, è una coccola dopo un dolore, è un abbraccio dopo una separazione,
Rossana è un colore arancio fiamma contro l'azzurro metallo, un colore rosso fuoco contro il ciano ghiaccio, è un colore rosa, è un colore fucsia elettrico, è un colore viola, un colore blu elettrico contro un giallo
Rossana è l'iridescenza del futuro umano universale, è l'iridescenza dell'anima di ognuno di noi, è l'iridescenza naturale dell'universo, è l'iridescenza del meta-verso bioecologico
Rossana è un crepuscolo astronomico mattutino che dalla scura notte inizia ad esserci luce, crepuscolo nautico mattutino che intermedia come una transizione con la prima stella nel cielo, crepuscolo civile mattutino che spegne le luci delle città per accogliere la luce naturale; crepuscolo civile serale che accende le luci della città creando l'inquinamento luminoso nell'oscurità e luminosità naturale, crepuscolo nautico serale che intermedia creando una linea verde, crepuscolo astronomico serale da la buona notte con l'ultimo raggio di Sole.
Rossana è un fuoco d'artificio in cielo nella sera rumoroso ed abbagliante come la folla in festa, è un fuoco d'artificio in acqua nella sera, è un fuoco d'artificio in terra nella sera
Rossana è una stella nella notte che crea una costellazione e che rientra in un sistema della nostra galassia o un'altra galassia, è una stella spettacolare in un palcoscenico enorme nella notte più speciale, è una stella nella sera vista da tutti perché è la prima ha brillare
Rossana è un raggio di Sole quando è nuvoloso, è un raggio di Sole all'alba dopo una notte gelida, è un raggio di Sole in una caverna di stalactiti
Rossana è la luce nel buio
Rossana è la luminosità nell'oscurità.
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27 dicembre 2024
Ieri sono andato da Lele a Portogruaro. Ho preso il treno la mattina, aspettando al sole con le mani in tasca e salendo sul primo vagone, dove Martina e Julia si erano già sedute salendo la stazione prima. Ci è venuto a prendere Lele in macchina con Clara. Siamo stati stretti e ad ogni curva sbattevo la testa sul tettuccio dell'auto, ma parlavamo e ridevamo.
In treno volevo essere contento. Lo ero, di vedere i miei amici dopo molto, ma sentivo la pelle tirare, secca nonostante la crema. Sentivo i capelli brutti, piatti. Le labbra sbagliate. I denti troppo grandi per la bocca, la pelle troppo rossa. Mi capita e non so mai se sono sensazioni vere oppure impressioni: cerco sempre di essere oggettivo ma in quei momenti non ci riesco. I miei capelli fanno schifo? Questo impulso di scorticarmi il viso è giustificato? Sono effettivamente più brutto oggi di ieri? Gli altri se ne accorgono? E se non se ne accorgono, vuol dire che sono sempre così? Un essere immondo a cui nessun vestito scivola bene sul corpo, con il maglione che cade nel posto sbagliato accanto ai fianchi e copre male il petto.
A casa di Lele c'erano un gatto e un cane; il gatto è sparito tutto il giorno, il cane è rimasto con noi, con i suoi pochi denti, a farsi fare le coccole.
Un pranzo di Santo Stefano vegano: vino, una lasagna di zucca con besciamella di soia, vino, uno spezzatino di seitan e tempeh, vino, polenta, vino. Era buono.
Mi sono cambiato ad un certo punto. Indossavo una camicia bianca trasparente, con le maniche che si aprono in uno sbuffo e la parte davanti decorata di nastrini di tulle. La metto spesso a Parigi, anche per andare a lezione, anche se nell'ultimo periodo ogni volta che la indosso penso amaramente al ragazzo turco che ho conosciuto in Romania. Il giorno dopo aver dormito da lui non avevo altro da mettere, non avendo previsto di passare la notte assieme, e quindi a colazione sono uscito con solo quella. Mentre mangiavamo mi ha detto che gli piaceva vedere i miei capezzoli attraverso la stoffa fine. Quindi a metà pranzo sono andato nella camera degli ospiti, l'ho tolta e mi sono messo un maglione, solo che anche questo maglione mi sta male. Non voglio accettare che mi stia male perché l'ho pagato più di quanto pagherei un maglione – è Maison Margiela, morbidissimo, caldissimo, ma non credo mi stia particolarmente bene.
Ho bevuto e mi sentivo a disagio. Abbiamo riso e abbiamo bevuto e riuniti dopo mesi sembrava non fosse passato nemmeno un giorno. Mi sentivo comunque come se la pelle non fosse mia, come se dovessi nascondere il mio corpo, strapparmi i capelli. Ho messo il sentimento da parte ma non ce l'ho fatta particolarmente. Nessuno si è accorto di niente. Abbiamo bevuto troppo, forse, perché eravamo in sei e c'erano otto bottiglie e sette sono finite in cestino vuote. Abbiamo giocato a Risiko e perso tutti.
Mi sono divertito, davvero, anche se non sembra da quello che sto scrivendo, perché le piccole cose che mi hanno fatto star bene sono inspiegabili ed indescrivibili. Vivono nelle sigarette fumate in terrazza, nel parlare di un futuro incerto dopo l'università, sapendo che però ci ritroveremo sempre in una stanza assieme, ad un certo punto, e che per qualche ora sarà tutto calmo. Vivono nel passare il piatto di mano in mano, nelle battute troppo derivate da poter far ridere chiunque altro oltre a noi.
Però c'era questa mosca che mi ronzava attorno, questo costante però. Come quando si ha la bocca secca. Come quando i pantaloni continuano a cadere perché la cintura è troppo larga, o quando le scarpe continuano a slacciarsi.
Abbiamo preso il treno delle sei e mezza, sono arrivato a Mestre un'ora dopo e ho camminato fino a casa. Volevo camminare, ascoltare musica respirando l'aria fredda. Sono arrivato a casa verso le otto e un quarto, ho mangiato da solo e poi non ho fatto più nulla. Mi sono scritto una lista di cose da fare, ma non ho disegnato una croce in nessuno dei quadratini: metti a posto la stanza, allenati, studia la storia dell'arte mesoamericana, cuci i buchi nelle tasche della giacca, leggi il libro su Pollock e Rothko, scrivi una pagina di diario. Non ho fatto nulla. Mi sono raggomitolato a letto e ho perso le ore al telefono.
Ho fatto una piccola lista di cose che vorrei dall'anno prossimo:
2025 — buchi alle orecchie / skincare costosa / appartamento nuovo (vicino all'uni, più grande, dove posso decorare) / più acquisti senza pensare, alla leggera / vivere senza rimorso / con un cuore aperto / dire sì con intenzione / vivere con intenzione / essere presente / pubblicare più poesie
In quest'ordine. Poi ci ho pensato e mi sono odiato. Lo stato della mia pelle mi causa così tanta angoscia che ormai è diventata una priorità per me sistemare l'acne, dopo anni di farmaci che tanto hanno fatto ma che mai hanno completato il lavoro. E mi sono odiato. Ho odiato la mia pelle e ho odiato odiarla perché odio essere così superficiale e quindi mi odio. C'è questa opposizione tra il voler essere il più bello possibile e il concepire l'acquisto di prodotti costosi come un fallimento morale. Fallimento morale perché non dovrei voler essere bello così disperatamente, perché in fondo so che non è quello l'importante e perché in fondo so che c'è altro nella vita, ma forse ancora più in fondo non voglio altro. E la cosa più allucinante è che forse sono bello, perché quando posto un selfie su twitter raramente fa meno di mille likes, perché se apro qualsiasi app di incontri so che posso avere l'attenzione di chi voglio, perché mi viene detto nella vita reale; ma io sposto l'asticella sempre più in là, anche perché non credo di essere questa gran cosa e la sola conferma che varrebbe veramente qualcosa deve essere assoluta, nel senso di senza limite e nel senso etimologico latino di sciolto, separato, indipendente.
Mi sono lavato la faccia con forza, ho messo la crema idratante, poi la crema per l'acne e sono andato a letto.
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Una stanza sempre in disordine
Naki non conosceva altro che il freddo. Sapeva che non esistevano solo neve e ghiaccio e che in altri pianeti ai mesi più freddi si alternavano lunghi periodi in cui il clima era mite, o addirittura caldo, e dove la natura poteva rinascere. Ma nel suo mondo il gelo non cessava mai.
Aprì la cerniera del sacco a pelo e si mise a sedere sul bordo della cuccetta dove era solito dormire. Il freddo che dominava la piccola camerata lo colpì al volto e gli invase le narici. Ciondolò in quella posizione per qualche minuto, ancora mezzo addormentato. Non aveva proprio voglia di appoggiare i piedi sulle piastrelle gelide del pavimento, né voleva lasciare il suo sacco a pelo, ma quella settimana il ruolo di capoclasse era toccato a lui. Non era la prima volta. Ammetteva di provare sempre un piacevole calore nel petto quando gli insegnanti pronunciavano il suo nome al termine della settimana, durante quella mezz'ora finale del venerdì pomeriggio, dopo i saluti e le piccole riflessioni che condividevano tutti insieme.
Era quello il momento in cui il ragazzino o la ragazzina più meritevole della settimana riceveva la responsabilità di essere capoclasse. Non si trattava di un ruolo di chissà quale importanza all’interno della comunità Entuk. Agli alunni scelti veniva chiesto semplicemente di assicurarsi che la classe fosse sempre pulita prima e dopo le lezioni, ma era comunque bello sentirsi utili.
Naki, che aveva da poco compiuto undici anni, percepiva dentro di sé, in un angolo segreto del petto, un immenso bisogno di sentirsi utile e dotato di senso. In quel mondo sempre bianco dove niente cambiava e in quella base, la Cava, dove tutti sembravano sapere bene come tenersi occupati e produttivi, lui non coglieva il significato di quell’instancabile giostra di giornate sempre uguali.
“Concentrati sugli studi e sulla Pratica. Non hai bisogno di altro, per adesso”, gli aveva detto un paio di giorni prima Cesária, la giovane coordinatrice degli studenti, mentre supervisionava il lavoro di pulizia dell’aula fatto da Naki. “Tutto prenderà il proprio posto, a tempo debito”, aveva aggiunto poi con dolcezza facendogli segno di uscire dalla stanza. Quelle parole erano la risposta a una domanda che Naki non aveva posto. Non era stato necessario, visto che Cesária era bravissima a leggere i pensieri degli altri. O meglio, a immergersi in uno scenario parallelo, incastrato da qualche parte nel tempo e nello spazio, dove ciò che nella realtà veniva solo pensato si trasformava in dialoghi e conversazioni. Naki sapeva che in quelle settimane il suo stato d'animo era così in subbuglio che Cesária e gli altri Entuk che possedevano quell’abilità faticavano a non scivolare nella realtà parallela, quando si trovavano vicino a lui.
Il ragazzino si guardò velocemente attorno prima di darsi una piccola spinta per alzarsi. Alla sua destra, dormivano tre suoi compagni, a sinistra quattro. Sopra la sua testa, altre otto nicchie, con altrettanti bambini. Davanti a sé, un’alta parete di cemento scuro, colma di sacchi a pelo e lettini, organizzata in modo speculare al lato lungo dove si trovava lui. Trentadue ragazzini, tutti profondamente addormentati, a parte lui. Sul lato corto della stanza più vicino a Naki, alla sua destra, un oblò di circa trenta centimetri di diametro permetteva ai piccoli ospiti della camerata di spiare la valle ghiacciata che si estendeva davanti alla Cava. La finestra rotonda era dotata di una tendina di acrilico scorrevole, che poteva essere alzata o abbassata a piacimento. Durante la notte il doppio vetro dell’oblò veniva oscurato con la tendina, ma spesso qualche centimetro rimaneva scoperto, permettendo ai timidi raggi di sole dell’alba di intrufolarsi nella camerata.
Il più silenziosamente possibile, Naki aprì la pesante porta di metallo, che si trovava sul lato corto della stanza opposto a quello della finestra, e uscì dal dormitorio. Il corridoio del settore sud-est della Cava era ancora immerso nella penombra e nel silenzio. Il pavimento bianco rifletteva la luce delle poche lampade a muro che erano rimaste accese durante la notte, per permettere a chiunque ne avesse avuto bisogno di vedere e di non brancolare nel buio. Naki sbadigliò e premette i due interruttori neri che si trovavano a sinistra della porta: le lampadine spente si accesero con un ronzio, rendendo vagamente più vivi e meno inquietanti i muri di cemento grigio e il lungo corridoio di gomma bianca.
Attraversò il corridoio e aprì la porta di metallo che aveva davanti a sé. Un lieve odore di disinfettante misto a urina lo accolse, quando entrò nel bagno che era abituato a condividere con i suoi compagni. Era uno stanzone ampio, ricoperto di piastrelle color verde menta: sulla parete antistante alla porta d’ingresso c’erano i soffioni delle docce, a destra sei cubicoli per i gabinetti e a sinistra altrettanti lavandini, uniti da un unico lungo specchio rettangolare. I singoli lavabi poggiavano su dei mobili sospesi, bianchi laccati. Si avvicinò all’ultimo lavabo, quello più vicino alle docce. Era quello che gli era stato assegnato e dove custodiva gli unici oggetti che poteva davvero chiamare suoi: uno spazzolino di legno, un asciugamano e la divisa da Entuk. Tutto il resto, era condiviso.
Si lavò i denti con cura, osservando il suo riflesso nello specchio. Poi si levò velocemente il pigiama bianco, afferrò l’asciugamano, uno dei saponi presenti nel mobiletto del lavandino e mentre tremava per il freddo si infilò sotto il soffione della doccia più vicina a lui. Accolse con gioia il getto di acqua calda che lo colpì e si lavò con cura, ben felice di essere da solo in quel momento: essere capoclasse significava anche potersi lavare e preparare senza condividere il bagno con altri trentuno ragazzini. Nell’ultimo anno Naki era cresciuto molto e iniziava a vergognarsi sia della sua nudità, sia di quella dei compagni e delle compagne. Sulla pelle del ragazzino, scura quasi come la notte, iniziava a fare capolino una timida peluria, bianca come i suoi capelli crespi. Braccia e gambe erano diventate più lunghe, snodate e toniche. La sua voce, però, era ancora quella di un bambino.
Il soffione della doccia si spense automaticamente dopo centocinquanta secondi dall’apertura del miscelatore: nella Cava, l’acqua calda non andava sprecata per nessun motivo. Naki si asciugò in fretta, ripose pigiama e asciugamano nel mobiletto e, prima di ricominciare a tremare, si infilò la sua divisa, composta da una maglia termica bianca, una calzamaglia imbottita nera, pantaloni bianchi di poliestere, un poncho bianco impermeabile con finiture nere e un paio di scarpe a calzino dello stesso colore. Non appena ebbe terminato di vestirsi, sentì un paio di colpi provenire dalla porta di metallo del bagno. Quando l’aprì, si trovò davanti Cesária. La ragazza era più anziana di Naki e degli altri ragazzini della camerata di una decina d'anni: loro erano della Generazione n.5, lei della n.4. Da quasi un anno aveva assunto il ruolo di coordinatrice e a Naki piaceva da morire. Era poco più bassa di lui, aveva una morbida pelle ambrata e grandi occhi color del miele sempre colmi di preoccupazione. Portava i lunghi capelli bianchi stretti in una coda di cavallo, da cui qualche ciocca ribelle sfuggiva sempre, per ricadere sul volto rotondo e dolce.
“Buongiorno, Naki, vedo che anche oggi sei riuscito a comandare il tuo risveglio. Molto bravo”, disse lei con voce quieta, “sei pronto?”
“Buongiorno, Cesária. Grazie, Cesária”, rispose il ragazzino in fretta, incespicando nelle parole. “Sì, sono pronto.”
“Andiamo, allora. Oggi voglio provare una cosa nuova con te”, disse la ragazza con un tono che tradiva un po’ di stanchezza e tensione.
A quelle parole il cuore di Naki iniziò a battere più velocemente e una leggera vampata di calore gli avvolse il collo e le guance.
L’aula non era lontana, visto che quasi tutto il settore sud-est era dedicato all’educazione della Generazione n.5. Bastò loro dirigersi verso la fine del corridoio, girare a sinistra e aprire la prima porta. La stanza era simile in tutto e per tutto a quella che ospitava la camerata. O quasi, visto che era più grande, aveva ben due oblò e al posto delle cuccette c’erano tavoli, sedie e piccole librerie di metallo. In un angolo, si trovava il mobile che conteneva i vari luminoproiettori che usavano durante le lezioni. Come ogni mattina, qualcosa era fuori posto. Questo accadeva nonostante i capiclasse si impegnassero a pulire la stanza al termine di ogni lezione. Naki, che non era mai stato un credulone o un ingenuo, sapeva bene che erano gli insegnanti o la stessa Cesária a spargere il disordine prima dell’alba, in attesa dell’arrivo del capoclasse. Era un piccolo test. Era la Pratica.
“Forza, Naki, sai già cosa fare”, lo esortò la coordinatrice in un sussurro. Lui entrò nella stanza lasciandosi alle spalle Cesária e si concentrò con cura su tutto ciò che era dove non avrebbe dovuto essere. Poi chiuse gli occhi e si rifugiò in uno scenario parallelo dove poteva interagire con gli oggetti e l'ambiente attorno a lui senza che il suo vero corpo alzasse un dito: quella era la sua abilità. Si ritrovò intento a sollevare le due sedie rovesciate, a rimettere nella libreria i libri caduti, a chiudere l’anta del mobile dei luminoproiettori e ad asciugare la macchia di caffè che sporcava uno dei tavoli. Fece molta fatica a fabbricare quest’ultima immagine, visto che nella stanza non erano presenti stracci o panni, ma ci riuscì comunque. Quando riaprì gli occhi, provò per una frazione di secondo la sensazione di essersi davvero mosso e di aver faticato nel sistemare la stanza, ma poi si ricordò che nulla di tutto quello era reale. Ammirò il lavoro appena finito: davanti a sé, l’aula si mostrava in tutto il suo ordine. Si girò verso la porta per guardare Cesária con occhi colmi di attesa e speranza. La ragazza ricambiò lo sguardo per qualche secondo. Cosa si nascondeva in quegli occhi tanto grandi quanto irraggiungibili? Una punta di ammirazione? O forse, apprensione?
“Bene. Ora siediti e aprimi la tua mente”, disse lei in tono piatto. Poi si spostò dalla porta e raggiunse uno dei tavoli.
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21/09/2024 • Da studente a lavoratore Pt.3
Mi ricollego al post precedente aggiungendo che spesso dovevamo andare a fare tirocinio generale e tirocinio specifico per la tesi in tutte quelle settimane prima della laurea, ad eccezione degli ultimi giorni. L'ultimo giorno di tirocinio guardavo ogni ambiente, ogni stanza, ogni ufficio con i lavoratori lì presenti cercando di fare un fermo immagine nel mio cervello per ricordare meglio quei posti che hanno avuto un significato per me e in cui ho instaurato rapporti. Quel giorno è terminato con un saluto differente da parte mia: "Io vado....non so se ci vedremo di nuovo."
Ora racconto del Power Point. La mia idea iniziale era farlo semplice e in poco tempo per concentrarmi sulle cose veramente importanti, poi il coordinatore ci dà indicazioni facendo riferimento anche agli anni precedenti, il messaggio era che alla commissione piace di più un Power Point super elaborato, con transizioni particolari, effetti, mappe concettuali interattive e cose così. Altra botta in fronte. Ho dovuto imparare a fare anche queste cose strane ma effettivamente belle e sceniche. Uno degli effetti che molti di noi abbiamo usato non c'era sul mio PC, e per capire che era un problema del software e non io che non sapevo fare le cose c'è voluto tempo. Ho provato a installare altre versioni ecc ma niente, quindi dovevo fare continuamente trasferimenti di ppt tra il mio pc e un altro che avevamo in casa, più lento ma con quell'effetto.
Altre cose a cui pensare in quel periodo erano la festa e l'abito, che sono cose che tolgono non poco tempo allo studio perché bisogna andare fisicamente in certi posti a vedere, scegliere, accordarsi. Nello specifico, per la festa ho dovuto attentamente scegliere chi invitare e chi no, coloro che non sono stati invitati è sia perché magari ci ho poco rapporto e sia per una questione economica perché le feste di laurea costano molto. Non ho invitato i parenti al di fuori della mia famiglia stretta. Mi sarebbe piaciuto che ci fossero state con me le mie nonne ma una era venuta a mancare qualche anno prima, mentre l'altra stava a casa perché con la vecchiaia non poteva più spostarsi, ma non è stata veramente assente perché con il pensiero lei c'era, così come l'anima dell'altra nonna. Gli altri parenti non invitati probabilmente si sono sentiti offesi e ne ero mortificato ma se avessi invitati alcuni avrei dovuto invitare anche tutti gli altri e si sarebbero create situazioni ancora più scomode, perché una festa con tutti è veramente troppo costosa. La ricerca del locale non è stata per niente facile, mi ero promesso di cercare un posto veramente bello perché quel giorno sarebbe stato importante forse più di un compleanno perché arriva una volta sola (o poco più) e perché è uno spartiacque tra due fasi della vita. Mi sono impegnato con lunghissime ricerche su internet, Google Maps, lettura di recensioni, telefonate, appuntamenti, visite sul posto, preventivi, menù, programmi della serata, problemi di sale non esclusive, prezzi esorbitanti proprio dei locali più belli, locali che non davano quasi niente da mangiare ma con solo alcool che costa quanto 2 cene a persona, locali brutti e non scenici come volevo io, locali troppo lontani e non facilmente raggiungibili da tutti, locali non adatti perché troppo a stile ristorante che non mi ispirava ecc. Alla fine opto per un bar-riatoranre di cui avevo pregiudizio ma che ho visitato per consiglio e per disperazione. Si è rivelato essere la soluzione migliore perché aveva un prezzo onesto, offriva un menù e un programma della serata ben equilibrati, si adattava alle esigenze alimentari degli ospiti e le mie esigenze organizzative ed era bel allestito all'interno con qualche albero nei giardini e tante lucine di Natale per decorazione. In questi anni c'è la moda delle lucine di Natale anche fuori natale per abbellire gli ambienti o le proprie stanze in casa. La torta che offriva non mi piaceva e faceva alzare abbastanza il prezzo, così la ricerca della torta perfetta è stata un'altra grossa faccenda. A partire dalla ricerca delle foto su internet, le chiamate e le visite a tutte le pasticcerie della zona anche a qualche chilometro di distanza, altri preventivi, incompatibilità con lo stile che preferivo e il materiale che non regge, proposte di torte totalmente o mezze finte, problemi con la pasta da zucchero che o non la sanno fare o costa una cifra ecc. Qualcuno può pensare, eh ma pensi sempre ai soldi? Si perché tra tasse universitarie, copie delle tesi, festa di laurea, torta, vestito, bomboniere ed altro se ne vanno via parecchi e queste attenzioni permettono di mettere da parte qualcosa ma avere anche allo stesso tempo la qualità.
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Romanzi con loop temporali in stile "Giorno della marmotta"
Replay. Una vita senza fine, di Ken Grimwood
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Trama: Che cosa accadrebbe se fosse possibile rivivere la propria vita all'infinito? Jeff Winston, quarantatré anni, intrappolato in un matrimonio insoddisfacente e in un lavoro noioso, muore nel 1988 per risvegliarsi nel suo passato, diciottenne, nella sua stanza della Emory University. Tutto è come l'ha vissuto... ma con una sola, cruciale differenza, lui sa già cosa gli riserva il futuro: conosce i risultati degli eventi sportivi, l'andamento della borsa e gli eventi storici che segneranno l'umanità in quegli anni. Jeff può scegliere di cambiare tutto della propria esistenza: amore, figli, lavoro, guadagni, quello che vuole. Ma in nessun modo riesce a comprendere per quale motivo sia proprio lui destinato a rivivere di continuo la sua vita. Ma è poi veramente il solo a vivere questo tipo di esperienza? Forse no...
Le prime quindici vite di Harry August, di Claire North
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Trama: Ogni volta che muore, Harry August rinasce esattamente nello stesso luogo e nello stesso anno. Un potere o una condanna, che Harry affronta vivendo vite sempre diverse, così da fuggire a un’esistenza prevedibile, cercare la sua strada e dare un senso al tempo che si ripete in circolo, all’infinito. Non sa perché succeda né che ci sono altri come lui, fino al giorno in cui una bambina gli dice: “La fine del mondo sta arrivando. Adesso tocca a te”. Le prime quindici vite di Harry August è la storia di quello che Harry fa dopo aver ricevuto questo messaggio, quando capisce che il progresso si sta muovendo troppo in fretta e sta cambiando la Storia e l’intera umanità.
Le sette morti di Evelyn Hardcastle, di Stuart Turton
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Trama: Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell’alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d’artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell’attimo in cui esplodono nell’aria i preannunciati fuochi d’artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell’acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L’invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell’acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l’assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House…
Posto sbagliato momento sbagliato, di Gillian McAllister
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Trama: È appena scoccata la mezzanotte nei tranquilli sobborghi di Liverpool. Jen, affacciata alla finestra, sta aspettando che il figlio diciottenne torni a casa. Non ha rispettato il coprifuoco. A un certo punto ecco che il ragazzo compare, ma non è solo: si sta avvicinando a qualcuno, e ha qualcosa in mano. Impietrita, nel giro di pochi secondi Jen assiste a una scena che non si sarebbe mai immaginata: suo figlio accoltella un uomo. Non riesce a crederlo. Todd, un adolescente spiritoso e felice, ha appena ucciso uno sconosciuto, proprio lì, sulla strada di casa, sotto ai suoi occhi. Non sa chi sia. Non sa perché. Sa soltanto che il suo futuro è distrutto. Diverse ore più tardi, si addormenta sul divano, stremata. Ma quando si sveglia… è il giorno precedente. La scena da incubo a cui ha assistito non ha ancora avuto luogo. Questo strano viaggio a ritroso nel tempo comincia a ripetersi a ogni risveglio: è l’occasione, per Jen, di ripercorrere la loro vita familiare alla ricerca di indizi. Tassello dopo tassello, emergono dei particolari su suo figlio di cui era completamente all’oscuro, e la faccenda si fa sempre più inquietante. Da qualche parte, nascosta nel passato, c’è una soluzione, e Jen non ha altra scelta: deve trovarla.
Ogni prima volta, di Justin A. Reynolds
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Trama: Jack King è un esperto in "Ci è mancato poco". Ci è mancato poco perché tenesse il discorso di fine anno, ci è mancato poco perché entrasse nella squadra sportiva della scuola e ci è mancato poco perché conquistasse la ragazza della sua vita. Poi Jack incontra Kate a una festa. I due restano a parlare fino all'alba, si scoprono innamorati degli stessi film e della stessa marca di cereali. È un colpo di fulmine in tutto e per tutto. Ehi, Jack, niente più "Ci è mancato poco"! Invece no, perché Kate muore. Normalmente la storia si concluderebbe qui, ma la morte della ragazza rispedisce Jack indietro nel tempo al loro primo incontro e lei è di nuovo lì. Bella e radiosa come sempre. Sembra una follia eppure se il destino ha davvero deciso di offrirgli una seconda possibilità, lui è determinato a prenderla al volo. Ma nessuna azione è senza conseguenze e quando si gioca con i fili del destino - si sa - ogni scelta può essere fatale.
All you need is kill, di Hiroshi Sakurazaka
Il romanzo è inedito in italiano, ma il manga invece è stato pubblicato anche nella nostra lingua. E del romanzo è disponibile la versione inglese.
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Trama: Una giovane recluta dell'esercito giapponese, dopo aver affrontato gli invasori alieni Mimics, si trova incastrato in un loop temporale. Fin quando Keiji Kiriya dovrà combattere, morire, risorgere e combattere ancora?
Prima di domani di Lauren Oliver
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Trama: Se avessi solo un giorno per cambiare tutto? Samantha Kingston ha tutto quello che si potrebbe desiderare: un ragazzo che tutte invidiano, tre amiche fantastiche, la popolarità. E venerdì 12 febbraio sarà un altro giorno perfetto nella sua meravigliosa vita. Invece Sam morirà tornando in macchina con le sue amiche da una festa. La mattina dopo, però, Samantha si risveglia nel suo letto: è di nuovo il 12 febbraio. Sospesa fra la vita e la morte, continuerà a rivivere quella sua ultima giornata comportandosi ogni volta in modo diverso, cercando disperatamente di evitare l'incidente.
Provaci ancora. The Do-Over, di Lynn Painter
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Trama: Emilie Hornby è una figlia e studentessa modello, compila liste di pro e contro per ogni aspetto della sua vita, e ama avere tutto sotto controllo. Per questo, quando il giorno di San Valentino nulla va secondo i suoi piani, le crolla il mondo addosso. A darle il colpo di grazia ci pensa Josh, il ragazzo che, almeno sulla carta, sembrava il fidanzato perfetto. Bello, studioso, e affidabile… o così credeva Emilie, prima di scoprirlo a baciarsi con la sua ex nel parcheggio della scuola. Quella sera Emilie va a letto desiderando solo di lasciarsi alle spalle gli eventi catastrofici della giornata, ma al suo risveglio realizza che, per qualche strano scherzo del destino, è di nuovo la mattina del 14 febbraio. Si ritrova così intrappolata in un circolo vizioso temporale, che la costringe a rivivere all’infinito la festa degli innamorati più disastrosa di sempre. Un’unica costante sembra accompagnare ogni versione di quella terribile giornata, per quanto lei cerchi di evitarla: l’incontro-scontro con Nick Stark, il suo compagno di banco musone, che le rivolge a stento la parola. Che l’universo stia cercando di dirle qualcosa?
Neverworld, di Marisha Pessl
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Trama: Quando Beatrice frequentava il liceo, Jim, Martha, Whitley, Kipling e Cannon erano la sua famiglia. E per tutti l'improvvisa e misteriosa morte di Jim, il più carismatico del gruppo e fidanzato di Bea, era stata un terremoto, di quelli che inghiottono la città e spazzano via ogni cosa. Un anno dopo, in occasione del compleanno di Whitley, Beatrice torna nella villa dove il gruppo era solito trascorrere lunghissime nottate a raccontarsi segreti, amori, piani per conquistare il mondo, sperando di trovare risposta alla domanda che ancora la tormenta: cosa è successo davvero al suo ragazzo? Perché, di questo è certa, i suoi (ormai ex) amici sanno molto più di quanto non diano a vedere. La notte corre via veloce, tra balli scatenati in un locale del centro, un po' troppi Moscow Mule, battute imbarazzanti e silenzi imperscrutabili, fino all'epilogo, un incidente d'auto dal quale il gruppo esce apparentemente illeso. Ma una volta rientrati alla villa, accade l'impensabile: un uomo misterioso bussa alla porta e, candido, annuncia una verità sconvolgente: sono tutti morti. O meglio: sono tutti quasi morti, incastrati tra la vita e la morte, prigionieri in una sorta di limbo, il Neverworld, dove il giorno appena vissuto è destinato a ripetersi all'infinito. Solo uno di loro potrà scampare a questo incubo e tornare alla vita vera, ma dovranno essere loro stessi a decidere chi.
Il cerchio del tempo, di Tanith Lee
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Trama: Oaive, la giovane sacerdotessa che custodisce uno sperduto santuario, è forse una strega? Lei non l'ha mai sospettato, ma i suoi poteri si rivelano all'improvviso quando un misterioso ragazzo dai capelli grigi le ruba una delle sacre Reliquie. Inseguendolo, Oaive capiterà in una gelida terra dominata da uno stregone crudele, che ha ai suoi ordini un popolo di lupi. E per combatterlo, la giovane sacerdotessa dovrà fuggire nel più lontano passato, decisa a interrompere un ciclo che si ripete sempre uguale, finché non verrà spezzato il cerchio del tempo...
The redemption of Philip Thane, di Lisa Berne (inedito in italiano)
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Trama: Philip Thane--rogue, rake, and scoundrel extraordinaire--hadn't wanted to show up in the little town of Whittlesey to give a speech, but somehow he let his relative Henrietta Penhallow talk him into it. He also didn't expect that somehow he'd be living the same day over and over again. It's strange! It's terrible! Although . . .On the plus side, it's giving him time to further his acquaintance with the delightful, the delectable, the brainy Miss Margaret Allen, in town to research the book she's writing. And Philip has no doubt she'll fall starry-eyed into his arms, just like so many other women have done before.
A Quantum Love Story, di Mike Chen (inedito in italiano)
Trama: The only thing harder than finding someone in a time loop is losing them. Grieving her best friend's recent death, neuroscientist Mariana Pineda’s ready to give up everything to start anew. Even her career— after one last week consulting at a top secret particle accelerator. Except the strangest thing a man stops her…and claims they've met before. Carter Cho knows who she is, why she's mourning, why she's there. And he needs Mariana to remember everything he’s saying. Because time is about to loop.
In a Holidaze by Christina Lauren (inedito in italiano)
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Trama: It's the most wonderful time of the year . . . but not for Maelyn Jones. She's living with her parents, hates her going-nowhere job and has just made a romantic error of epic proportions. But perhaps worst of all, this is the last Christmas Mae will be at her favourite place in the world - the snowy cabin where she and her family have spent every holiday since she was born. Mentally melting down as she drives away for the final time, Mae throws out what she thinks is a simple plea to the universe: Please. Show me what will make me happy. The next thing she knows, everything goes black . . . When Mae gasps awake, she's back on an airplane, beginning the same holiday all over again. With one hilarious disaster after another sending her back to the plane, Mae must figure out how to break free of the strange time loop - and finally get her true love under the mistletoe.
See you yesterday di Rachel Solomon (inedito in italiano)
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Trama: Barrett Bloom is hoping college will be a fresh start after a messy high school experience. But when school begins on September 21st, everything goes wrong. She’s humiliated by the know-it-all in her physics class, she botches her interview for the college paper, and at a party that night, she accidentally sets a frat on fire. The next morning, Barrett’s perplexed to find herself back in her dorm room bed, no longer smelling of ashes and crushed dreams. It’s September 21st. Again. And after a confrontation with Miles, the guy from Physics 101, she learns she’s not alone―he’s been trapped for months. When her attempts to fix her timeline fail, she agrees to work with Miles to find a way out. Soon they’re exploring the mysterious underbelly of the university and going on wild, romantic adventures. As they start falling for each other, they face the universe’s biggest unanswered question yet: what happens to their relationship if they finally make it to tomorrow?
12:01 P.M., di Richard A. Lupoff (inedito in italiano)
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Trama: It is 12:01 PM and Myron Castleman, an executive in New York City, finds that he is reliving the same hour of the same day, over and over. His time loop starts at 12:01 PM and lasts until 1:00 PM, when he is somehow returned to the same place where he began the hour. All the people around him are unaware of the loop, and everyone repeats their actions exactly over the course of the hour, except insofar as they interact with Castleman. In one of his loops, Castleman learns of a local physicist's theory that appears to describe his situation. The physicist, Nathan Rosenbluth, theorized a "disfiguration of time" that could cause the universe to snap backward and repeat the period of one hour. Over his next three time-loops, Castleman tries desperately to contact Rosenbluth and ask him for advice.
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Abbiamo trascorso l’ultimo weekend insieme ai e alle Custodi delle residenze ospiti de La Corte Ospitale di Rubiera prima di rivederci a fine settembre a Mondaino per la chiusura del progetto ERetici. Le strade dei teatri con la prova aperta di Do fairies have a tail? di Violetta Cottini, Alessandra e Roberta Indolfi che si terrà il 28 settembre alle 18.
Sabato 7 settembre abbiamo incontrato la direttrice Giulia Guerra con la quale abbiamo attraversato lo sviluppo storico e amministrativo delle Residenze Artistiche in Italia per poi confrontarci con lei su come operano nello specifico nella sua residenza sia a livello di progettualità artistiche che di relazione con la comunità e con l’Europa.
Subito dopo siamo entrati in sala per confrontarci con le artiste. Violetta, Alessandra e Roberta ci hanno fatto immergere nel loro processo creativo prima raccontandoci le difficoltà e le svolte degli ultimi mesi, gli incontri fondamentali e lo stato attuale della ricerca, poi facendoci letteralmente entrare nel mondo che stanno esplorando attraverso l’ascolto di due partiture sonore: siamo stati così prima trasportati nella stanza dei giochi di una casa abbandonata avvolta da un temporale poi in un sottobosco cavernoso popolato da esserini minuscoli e velocissimi.
Prima di lasciarci ci hanno mostrato alcune proiezioni video a cui stanno lavorando e che entreranno in dialogo con il resto della scena: qui i corpi in bianco e nero si moltiplicano e scompongono, entrano e fluiscono dal fondale e si avvicinano e si allontanano dando alla scena una profondità che sembra infinita. Le immagini così composte rendono le figure animali e umane quasi similari, dando l’idea di un regno intero di esseri per noi indistinguibili.
Terminati i lavori la prima giornata siamo stati accolti da Alessia che ci ha guidate per Rubiera raccontandoci qualcosa di più della cittadina emiliana per poi accompagnarci ad un aperitivo.
Il giorno successivo dopo una passeggiata negli spazi naturali intorno alla Corte che hanno nutrito il processo di ricerca delle artiste abbiamo assistito a una prova del lavoro che ci ha aperto nuove domande e riflessioni: Chi sta cercando il mondo delle fate? Le fate si interrogano sulla loro identità? Qual è il movimento delle fate? Che cosa le distingue dagli umani? E così via per andare poi a ragionare alla scrittura di un diario di queste due giornate che ci aiuterà a restituire parte di questo processo di incontro e condivisione.
#residenza creativa#performing arts#eretici#do fairies have a tail?#eretici 2024#custodi delle residenze#violetta cottini
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Danilo Larini spiega come la tecnologia migliora l'esperienza degli ospiti nell'ospitalità
Nel mondo frenetico di oggi, la tecnologia gioca un ruolo cruciale in quasi tutti i settori e il settore dell'ospitalità non fa eccezione. Poiché sempre più ospiti cercano servizi personalizzati, convenienti ed efficienti, hotel, resort e altre attività di ospitalità si stanno rivolgendo a tecnologie innovative per migliorare l'esperienza degli ospiti. Danilo Larini, leader nel settore dell'ospitalità, condivide approfondimenti su come la tecnologia sta rivoluzionando il percorso degli ospiti e cosa possono fare le aziende per rimanere all'avanguardia in questo panorama in rapida evoluzione.
1. Semplificazione del processo di check-in
Uno dei miglioramenti più significativi che la tecnologia ha apportato al settore dell'ospitalità è la trasformazione del processo di check-in. Sono finiti i giorni delle lunghe code alla reception. Con l'aiuto di app di check-in mobili, chioschi self-service e persino la scansione biometrica, gli ospiti possono ora effettuare il check-in nelle loro camere senza problemi.
Danilo Larini sottolinea che questi progressi non solo fanno risparmiare tempo agli ospiti, ma riducono anche il carico di lavoro del personale, consentendo loro di concentrarsi su altre importanti aree di servizio. Offrendo un processo di check-in più snello, gli hotel possono migliorare l'esperienza complessiva degli ospiti, creando una prima impressione positiva.
2. Personalizzazione tramite analisi dei dati
La personalizzazione è la chiave per conquistare i viaggiatori moderni. Larini sottolinea che gli ospiti di oggi si aspettano esperienze su misura per le loro preferenze. È qui che l'analisi dei dati gioca un ruolo fondamentale. Analizzando i dati degli ospiti, gli hotel possono offrire servizi personalizzati come consigliare attività, opzioni di ristorazione e persino preferenze per la camera.
Ad esempio, un ospite di ritorno potrebbe apprezzare una camera con una vista specifica o servizi come cuscini extra o pasti specifici per una dieta. La tecnologia consente agli hotel di monitorare queste preferenze e di soddisfarle, con conseguente soggiorno più personalizzato e memorabile per l'ospite.
3. Migliorare la comunicazione con chatbot e intelligenza artificiale
Una comunicazione efficace è essenziale per garantire la soddisfazione degli ospiti e la tecnologia sta rendendo più facile per le aziende del settore alberghiero rimanere in contatto con i propri ospiti. I chatbot basati sull'intelligenza artificiale, ad esempio, consentono agli ospiti di ottenere risposte immediate a domande comuni, effettuare richieste di servizi o ottenere informazioni sui servizi dell'hotel. Secondo Larini, i chatbot sono disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, il che significa che gli ospiti non devono più aspettare la disponibilità del personale. Inoltre, questi strumenti di intelligenza artificiale possono gestire più lingue, abbattendo le barriere comunicative per i viaggiatori internazionali. Che si tratti di prenotare un appuntamento in spa o di chiedere indicazioni, i chatbot migliorano l'efficienza e la reattività, contribuendo a una migliore esperienza per gli ospiti.
4. Tecnologia Smart Room
Il concetto di smart hotel room sta diventando sempre più popolare e Danilo Larini ne sottolinea l'impatto sul comfort e la praticità degli ospiti. Con l'integrazione di dispositivi IoT (Internet of Things), gli ospiti possono controllare le impostazioni della stanza come illuminazione, temperatura e sistemi di intrattenimento tramite i loro smartphone o assistenti vocali come Alexa o Google Assistant.
Queste smart room consentono un soggiorno più personalizzato e comodo. Ad esempio, gli ospiti possono impostare la temperatura della stanza a loro piacimento prima ancora di arrivare o regolare l'illuminazione in base al loro umore. I sistemi di intrattenimento in camera possono anche essere personalizzati per offrire servizi di streaming o contenuti su misura per gli interessi degli ospiti.
5. Realtà virtuale e aumentata per esperienze immersive
Un altro settore in cui la tecnologia sta facendo scalpore è quello della realtà virtuale e aumentata (VR/AR). Gli hotel stanno iniziando ad adottare VR e AR per offrire agli ospiti esperienze immersive, come tour virtuali della proprietà o guide in realtà aumentata per le attrazioni locali. Larini spiega che queste tecnologie offrono agli ospiti un modo unico e interattivo per esplorare i dintorni, arricchendo il loro soggiorno.
Ad esempio, un ospite potrebbe fare un tour virtuale della spa dell'hotel prima di effettuare una prenotazione o utilizzare una guida in realtà aumentata per esplorare i punti di riferimento nelle vicinanze. Questi strumenti innovativi migliorano l'esperienza degli ospiti offrendo un mix di praticità, informazioni e intrattenimento.
6. Sostenibilità attraverso la tecnologia
I viaggiatori di oggi stanno diventando più attenti all'ambiente e la tecnologia può aiutare gli hotel a soddisfare questa richiesta di sostenibilità. Larini suggerisce che molte proprietà stanno utilizzando sistemi intelligenti per gestire il consumo energetico, ridurre gli sprechi e minimizzare l'impatto ambientale. Ad esempio, i termostati intelligenti possono regolare la temperatura della stanza in base all'occupazione e i sistemi di illuminazione automatizzati possono spegnere le luci quando non sono in uso. Adottando pratiche sostenibili alimentate dalla tecnologia, gli hotel non solo migliorano il loro impatto ecologico, ma attraggono anche ospiti attenti all'ambiente, migliorando la loro esperienza complessiva.
Conclusione
La tecnologia sta trasformando il settore dell'ospitalità offrendo agli ospiti servizi più personalizzati, convenienti ed efficienti. Dai check-in tramite dispositivi mobili e chatbot basati sull'intelligenza artificiale alla tecnologia delle smart room e alle esperienze immersive di realtà virtuale, il futuro della soddisfazione degli ospiti risiede nell'integrazione di strumenti innovativi. Danilo Larini ritiene che abbracciando questi progressi, le aziende del settore dell'ospitalità possano migliorare l'esperienza degli ospiti, aumentare la fedeltà e rimanere competitive in un mercato in rapida evoluzione.
Concentrandosi sull'intersezione tra tecnologia ed esperienza degli ospiti, gli hotel possono creare soggiorni memorabili che soddisfano le aspettative del viaggiatore moderno.
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Sanremo: il Piccolo Cottolengo "Don Orione" accoglie nuovamente i Carabinieri per una visita speciale agli ospiti della struttura
Sanremo: il Piccolo Cottolengo "Don Orione" accoglie nuovamente i Carabinieri per una visita speciale agli ospiti della struttura. Con grande emozione il Piccolo Cottolengo di Sanremo ha accolto anche quest’anno la visita dei Carabinieri della Compagnia di Sanremo, che hanno portato gioia e speranza agli ospiti. Dopo il grande successo della visita del giugno dello scorso anno, i Carabinieri sono stati accolti con grande entusiasmo da ospiti e dal personale della struttura. Guidati dal Capitano Massimiliano Corbo, l’arrivo dei militari è stato particolarmente ad effetto grazie all’ingresso nel chiostro dell’Alfa Giulia con i colori d’istituto, regalando una suggestiva emozione a tutti i presenti. La visita si è svolta quindi in un clima di grande cordialità e partecipazione, dimostrando ancora una volta la vicinanza dell’Arma alle persone più fragili. Durante l’incontro, infatti, i Carabinieri hanno avuto l’opportunità di visitare il reparto Alzheimer, inaugurato lo scorso 7 dicembre. Questo Reparto innovativo è stato progettato per offrire un ambiente stimolante e sicuro per i pazienti e include anche una cabina del treno (ricostruita accuratamente per offrire agli ospiti un’esperienza terapeutica unica), la stanza del rilassamento e il giardino Alzheimer. Una risposta adeguata quindi, al passo con le nuove conquiste scientifiche che sempre più propongono una terapia alternativa al massiccio uso dei farmaci. I Carabinieri hanno potuto osservare da vicino la struttura e le attività proposte, esprimendo il loro apprezzamento per il lavoro svolto dal personale del Piccolo Cottolengo. Un momento particolarmente toccante è stato l’incontro con Maurizio, un ospite del reparto disabili che sogna di diventare un Carabiniere. L’entusiasmo e la determinazione di Maurizio hanno colpito profondamente il Capitano Corbo e tutti i Carabinieri presenti. Il Direttore del Piccolo Cottolengo, Don Fulvio Ferrari, ha espresso la sua gratitudine per la visita dei Carabinieri, sottolineando l’importanza di questi momenti di vicinanza e condivisione per gli ospiti della struttura. "La presenza dei Carabinieri rappresenta un segno tangibile di solidarietà e affetto verso i nostri ospiti, ed è un grande onore accoglierli qui” ha dichiarato Don Fulvio. La visita dei Carabinieri non è stata solo un gesto simbolico, ma un vero e proprio momento di condivisione e umanità. La loro presenza ha portato un sorriso sui volti degli ospiti e ha rafforzato il legame tra l’Arma e il Piccolo Cottolengo “Don Orione”di Sanremo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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