#LAURA BOLDRINI
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Se invece sei la Boldrini, sei una IMBECILLE!!!
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Schlein e Boldrini non si smentiscono mai: per loro la priorità numero 1 è sempre fare propaganda pro immigrazione.
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8 Marzo con l'Unione Donne Italiane, attraverso immagini nel tempo
Quest’anno celebriamo l’8 Marzo con l’ Unione Donne Italiane, in rappresentanza delle tante associazioni che si occupano da sempre dei diritti della persona e soprattutto della donna. L’attuale momento politico-parlamentare richiede una presenza forte, attenta e consapevole a quanto si sta muovendo intorno all’alternanza della rappresentanza di genere nella nuova legge…

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#000000#333399#8 Marzo#Camera dei Depiutati#Diritti delle Donne#ff0000#IlTempo e la Storia#Italicum#Laura Boldrini#legge Elettorale#Parlamento Italiano#RAI Educational#Rappresentanza di Genere#UDI#Unione Donne Italiane
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O Madonnina, Madonnina buona, ti prego, fammi rinsavire !

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Rispetto dei diritti umani e ambientali, questo il focus del convegno svolto a Roma a fine settembre sulla proposta europea della Due Diligence per sensibilizzare le imprese sul passaggio dalla certificazione volontaria alla direttiva obbligatoria e attuare gli obiettivi dell'Agenda 2030. Malgrado le criticità, la direttiva individua gli impatti, il monitoraggio, la valutazione e le misure di mitigazione dei danni ambientali ed umani.


#women for women italy#ACCORDI DI PARIGI#AGENDA 2030#AMBIENTE#ASVIS#CAMBIAMENTI CLIMATICI#CATENE GLOBALI DEL VALORE#CRISTINA MONTAGNI#DIRITTI UMANI#DUE DILIGENCE#ENRICO GIOVANNINI#GIUSTIZIA AMBIENTALE#IMPRESA#LAURA BOLDRINI#MONITORAGGIO#SALUTE#SVILUPPO SOSTENIBILE#TUTELA AMBIENTE#WEWORLD#WOMENFORWOMENITALY
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Sarà stata lei... o non sarà stata lei? Certo che era lei! La Boldrini nazionale, quando sparava le sue Boldrinate assurde:
"Dobbiamo dare l'esempio concreto di una cultura dell'accoglienza come un nostro valore a 360 gradi che sappia misurarsi con la sfida della globalizzazione. I migranti oggi sono l'elemento umano, l'avanguardia di questa globalizzazione e ci offrono uno stile di vita che presto sarà molto diffuso per tutti noi".



Eating fried insects on Bangkok's Khao San Road
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(...) L'International Boxing Federation ha escluso Khelif perché non in possesso dei requisiti per competere nelle competizioni femminili, è stato fatto un ricorso che poi è stato ritirato. Khelif non può competere nel circuito mondiale ma il Cio ha criteri diversi, modificati nel 2021 in nome dell'inclusività. Questo non vuol dire che la valutazione dell'Ifb sia sbagliata. Eppure, Laura Boldrini in tv è arrivata a mettere in dubbio la federazione mondiale di boxe perché il suo presidente è "discutibile".
Ma non solo. Ignorando la valutazione di Carini dopo aver subito l'ultimo pugno, l'onorevole del Pd che probabilmente non ha mai praticato uno sport di contatto e non sa cosa voglia dire, da donna, subirne uno da parte di un uomo, si è lanciata in un pretestuoso quanto imbarazzante attacco contro la pugile italiana. "La Khelif ha perso molti incontri, non ha sempre vinto. Su 14 ne ha vinti 9 e 5 ne perso, Non è imbattibile. Essersi ritirata immediatamente da parte della pugile italiana... Magari invece avrebbe avuto possibilità di farcela come altre sue colleghe ce l'hanno fatta. Non è invincibile. Perché dev'essere esclusa se è donna?", ha dichiarato Boldrini in diretta su La7 a L'aria che tira.
La presenza di cromosomi XY non sembra essere un motivo sufficientemente valido per l'onorevole del Pd, per la quale anche l'iper produzione di testosterone non è un motivo valido. Certo, se poi da sinistra si arriva a dire che sebbene Khelif abbia un vantaggio questo è meno importante dell'inclusione, allora non ha nemmeno senso provare a sollevare una questione per trovare soluzioni adeguate. (...)
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L’ho scritta sul profilo X del Quirinale.
Secondo voi mi mandano la DIGOS? 🫢
Egregio Signor Presidente,
In base a quanto da Ella affermato riguardo le dichiarazioni di Mr. Elon Musk (che cita implicitamente) mi permetto rispettosamente di richiederLe un piccolo chiarimento.
Premesso che, a mio modesto modo di vedere, esprimere un parere seppur molto forte, molto tranciante e in modo in modo diretto e brusco, non significa impartire prescrizioni, mi conformo fiducioso alla Sua interpretazione perché sicuramente, la Sua padronanza della nostra bella lingua è nettamente superiore alla mia.
In base a ciò però Le chiederei se mi potesse pazientemente e cortesemente illustrare in base a quale norma, a quale legge della Repubblica Italiana o a quale direttiva o accodo internazionale, i politici italiani sono esentati dal “rispettare la sovranità” di un altro grande paese democratico (forse il più grande) “nostro alleato e amico”?
Le chiedo ciò, Egregio Presidente, perché sono andato a rileggermi le dichiarazioni di alcuni politici italiani, allora tutti parlamentari o leader nazionali di partiti dell’allora coalizione di Governo, che furono rilasciate nel giugno del 2022, quando fu resa pubblica la Sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che rovesciò il precedente pronunciamento della stessa (noto come Roe v. Wade) e risalente al 1977.
Di seguito ne trascrivo alcune:
Enrico Letta (PD): “La sentenza rappresenta un grave passo indietro, un segnale preoccupante per i diritti delle donne, una lezione che non dobbiamo dimenticare in Europa. Non possiamo permettere che conquiste civili vengano messe in discussione. Un gravissimo passo indietro sui diritti delle donne e un simbolo preoccupante di arretramento della democrazia e della libertà.”
Laura Boldrini (PD): “Un attacco gravissimo ai diritti umani delle donne. In Europa dobbiamo ricordare questa lezione per proteggere i diritti conquistati.”
Elly Schlein (PD): “È un colpo ai diritti e un monito: nessuna conquista è mai definitiva.”
Giuseppi Conte (M5S): “Il diritto all’aborto è una delle conquiste sociali su cui non si può tornare indietro. Non permetteremo movimenti retrogradi che mettono a rischio la libertà di scelta di ogni donna.”
Emma Bonino (Radicali): “È una grande delusione. Questo ci deve insegnare che i diritti non sono mai acquisiti, vanno difesi ogni giorno. La società non può mai dare per scontato ciò che ha conquistato.”
Forse gli Stati Uniti d’America non sanno badare a loro stessi?
La ringrazio per la Sua paziente attenzione e fiducioso di un Suo cortese riscontro, esprimendoLe massima stima, Le formulo,
Ossequiosi saluti.
Alberto Mascioni
(cittadino)
#Cotton Fioc#Mummia incartapecorita#democristiano cotonato#Mattarello bimbo bello#Mattarella che dice cose...
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[sui buoni esempi di femminismo]
Fa molto più bene al femminismo una Giorgia Meloni "con le unghie" che si presenta vestita di bianco, in pubblica sfida, ad un incontro con il Papa (altrettanto vestito di bianco), di una Laura Boldrini che accetta il maschilismo religioso mettendosi il velo in testa, come una qualsiasi donna sottomessa alla volontà maschile, durante una visita ad una moschea.
La prima è una Persona che sa quello che vuole; la seconda è solo una buffona da cui non prendere esempio.
Quando non sai quello che vuoi, come donna, CHIUNQUE può sostituirsi nelle tue scelte a te: dal politico, al religioso, alla tua famiglia, al tuo compagno - persino il vicino di casa sceglie per te, se non sai mettere una barriera fra te e ciò che gli altri pretendono, a torto, da te.
La Libertà Femminile non è una concessione che va attesa dagli altri (dai maschi in particolare), ma un atteggiamento sano, di principio, che deve partire da noi donne, dalla nostra vita quotidiana.
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UNA QUESTIONE CULTURALE
Quando, sotto l’onda emotiva provocata da uno spaventoso fatto di cronaca (come nel caso recente del giovane uomo che ha ucciso la compagna), ci sentiamo in dovere di esprimere tutta la nostra indignazione e la nostra rabbia, spesso, cercando di non essere impulsivi e alla disperata ricerca di una causa per fatti che non riusciamo razionalmente a spiegarci, diciamo che “è una questione culturale” e ci affanniamo subito a dire che dovremmo cambiare mentalità, e cultura appunto. Solo che le “questioni culturali” non si cambiano da un giorno all’altro e nemmeno da una generazione all’altra: per cambiare abitudini e forme mentali ci vogliono dei secoli. Se in Italia, e anche altrove, la donna è stata fatta ed è, talvolta ancora, oggetto di sentimenti di possesso, questo atteggiamento non data qualche decina d’anni, ma millenni. È ora evidente che non si possa decidere a tavolino che “l’approccio culturale” vada cambiato e, tantomeno, che questo possa accadere in una decina d’anni o nel corso di un ciclo di studi. Vale però la pena anche di ricordare che non tutti hanno avuto verso le donne lo stesso “approccio culturale”. Io mi ricordo ancora quando, l’otto marzo di circa quarant’anni fa, sfilavano i cortei delle femministe e metà della cittadinanza le guardava con compatimento, pensando di loro tutto il male possibile e mettendo persino in dubbio la loro “moralità”. Mi ricordo bene quanta velenosa ironia sugli zoccoli e sulle gonne a fiori, così come mi ricordo bene i saluti romani dei “camerati” che hanno sempre considerato la donna un puro oggetto di piacere, una macchina per fare figli e, nella migliore delle ipotesi, una domestica a tempo pieno che lavora gratuitamente. Altrettanto ricordo bene i democristiani che si indignavano e ancora si indignano, contro la legge sull’interruzione della gravidanza. Oggi quelli che facevano il saluto romano si sono dati una (salutare) calmata, almeno esteriore, ma maschilisti e “machisti” erano e tali restano (nonostante le indignazioni di facciata). Ricordo anche molto bene la destra italiana, insofferente al massimo grado, per gli slogan come “il femminismo non è separatismo, ma lotta per il comunismo” urlato delle ali più estreme del Movimento. Ricordo con tristezza quali epiteti riservava la destra italiana a personaggi come Franca Rame, Lidia Menapace, Rossana Rossanda o, per non andare troppo lontano nel tempo, ricordo come le organizzazioni di destra appellavano la Presidente della Camera, On. Laura Boldrini. Sì è una questione culturale, ma non dimentichiamoci, figlia di quale cultura, tanto per non fare di tutte le erbe un fascio. Anzi un Fascio. Se qualcuno poi, volesse approfondire l’argomento in senso “culturale”, mi permetterei di consigliare la lettura di un librettino di qualche annetto fa (1884) dal titolo “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”: lo ha scritto tale Friedrich Engels. Visto che si tratta di una “questione culturale” qualche riferimento culturale va pur fatto…

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In queste ore, Augusta Montaruli di Fratelli D’Italia è stata al centro di una vergognosa campagna diffamatoria a sfondo sessista riguardante l’acquisto di un sex toy. A lei tutta la vicinanza.
Però sarebbe giusto ricordare tanto alla Montaruli, quanto a tutti i benpensanti di destra, di quanto fece Matteo Salvini alcuni anni fa ai danni di Laura Boldrini. A lei, però, curiosamente, nessun segno di solidarietà da parte della Montaruli, o di alcuna esponente donna di centro-destra.
Il vittimismo funziona sempre, soprattutto ai seggi elettorali. C’è ben poco da fare.
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Sondaggio. Durata quattro giorni ⬇️⬇️⬇️ votate tutti 🆗


Un Governo di CSX con Elly Schlein Presidente, Laura Boldrini Min. dell'Interno, Alessandro Zan Min. della Famiglia e Lia Quartapelle Min. degli Esteri risolverebbe il problema dell'immigrazione incontrollata?? Elly Schlein è capace ed ha le competenze per governare l'Italia??
Sì
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No
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Non so
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Motiva il sì o il no
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4 giorni rimasti
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Laura Boldrini non sa o finge di non sapere che il vero ed unico scopo di chi “opera la resistenza a Gerusalemme est” non è di favorire il processo di pace ma quello di perpetuare e alimentare il conflitto contro lo Stato ebraico in spregio alle norme del diritto internazionale e agli impegni politici assunti dall’Unione Europea, con la controfirma di Oslo II in qualità di testimone, nel 1995.
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Dallo ius soli allo ius scholae, come potrebbe cambiare la legge per prendere la cittadinanza italiana È il cosiddetto ius scholae il minimo comun denominatore che unisce le varie proposte di legge presentate in Parlamento, tutte da parte di esponenti del centrosinistra, per rivedere la legge sulla cittadinanza, sulla falsariga del testo approdato in Aula alla Camera al termine della precedente legislatura e poi naufragato anche per lo scioglimento anticipato del Parlamento. A partire dal disegno di legge a firma della senatrice del Pd ed ex capogruppo Simona Malpezzi, che prevede la concessione della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età, che risieda legalmente nel nostro Paese e che abbia frequentato in maniera regolare per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Contenuti che si ritrovano anche nella proposta depositata dalla capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, e in quella della deputata M5S Vittoria Baldino. Si spingono invece oltre, prevedendo anche il cosiddetto ius soli, le proposte dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, del deputato del Pd Matteo Orfini e del senatore Dem Francesco Verducci. Nel primo caso la cittadinanza viene riconosciuta ai nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno, al momento della nascita del figlio e a chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di di cui almeno uno nato in Italia. La proposta Orfini prevede lo ius soli per i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri, di cui almeno uno vi risieda legalmente senza interruzioni da non meno di cinque anni o sia in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. Contenuti analoghi a quelli del testo di Verducci, in base al quale acquista la cittadinanza chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, dei quali almeno uno sia in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo. Requisito decisivo per l’ottenimento di uno dei suddetti titoli, si ricorda, è il soggiorno per almeno cinque anni in Italia. Da segnalare infine la proposta presentata la settimana scorsa alla Camera dal responsabile Sport del Pd, Mauro Berruto, per disciplinare il tesseramento dei minori stranieri nati in Italia presso le società e associazioni sportive e i casi di concessione della cittadinanza.
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Ilaria Salis: ancora in aula in catene, negati nuovamente i domiciliari
Il giudice ungherese ha respinto la richiesta di domiciliari presentata dai legali di Ilaria Salis. La maestra 39enne di Monza, detenuta nel carcere ungherese, accusata di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista nella capitale ungherese l'11 febbraio 2023, è entrata nuovamente in aula in catene. Molti i video che mostrano le immagini della donna con ceppi ai piedi e catene ai polsi. Nuovamente, quindi, lo stato ungherese non permette il rispetto dei diritti dell'Uomo sanciti dall'ONU. https://twitter.com/pdnetwork/status/1773276078817067514 Ancora catene? Partendo dal principio che nessuno ha mai chiesto l'impunità di Ilaria Salis, tutto quello che si chiede è il semplice ma fondamentale rispetto dei diritti dell'Uomo sanciti dall'ONU. Ci lasciano, ancora una volta, sconcertati i video nei quali la maestra di Monza viene portata in aula incatenata e legata. Per l'ennesima volta l'Ungheria non segue la direttiva n. 343 del 2016 dell'Unione europea che all'articolo 5 recita: Gli Stati membri adottano le misure appropriate per garantire che gli indagati e imputati non siano presentati come colpevoli, in tribunale o in pubblico, attraverso il ricorso a misure di coercizione fisica. Il paragrafo 1 non osta a che gli Stati membri applichino misure di coercizione fisica che si rivelino necessarie per ragioni legate al caso di specie, in relazione alla sicurezza o al fine di impedire che gli indagati o imputati fuggano o entrino in contatto con terzi. Direttiva n. 343 del 2016 dell'Unione europea Definire Ilaria Salis un pericolo per la sicurezza o in percolo di fuga è sbagliato sotto ogni punto di vista. La realtà dei fatti, quindi, resta la stessa: l'Ungheria non rispetta alcun obbligo europeo in questa materia (e non solo). Ilaria Salis, le vicinanza (solo a parole) del Governo Nessuna presenza di ambasciatori o rappresentanti del governo italiano in aula durante il processo alla 39enne di Monza. Le uniche parole erano arrivate prima della decisione dei giudici ungherese e pronunciate dal ministro vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a 'Start' Sky Tg24: "Mi auguro che Ilaria Salis possa essere assolta... oggi era in aula nuovamente in manette e catene, certamente non è un bel modo dato che non c'è pericolo di fuga, ma esiterei a politicizzare. A me preoccupa la cittadina Salis, non mi interessa di che partito è. Come ministro, mi auguro che siano rispettate le regole durante la detenzione. Ma lo scontro politico non favorisce la signora Salis". Opposizioni a Budapest Diversi sono stati gli esponenti politici italiani che si sono recati a Budapest per seguire l'udienza. Presente per dare il suo sostegno alla maestra di Monza anche Ilaria Cucchi che ha esternato tutta la sua delusione per la decisione della giustizia ungherese: Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Ilaria Cucchi (@ilariacucchiofficial) Anche le democratiche Laura Boldrini e Sandra Zampa presenti nella capitale ungherese in rappresentanza dei gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato. "Anche questa volta Ilaria Salis è entrata in aula con le manette ai polsi, catene alle caviglie e al guinzaglio, come a gennaio. Vergognoso", dichiara da Budapest la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari. https://twitter.com/lauraboldrini/status/1773269944353833381 https://twitter.com/matteorenzi/status/1773271545755980161 A Budapest anche il capogruppo di Italia viva in Commissione Giustizia e responsabile Esteri di Italia Viva Ivan Scalfarotto: “I legali lamentano condizioni di detenzione drammatiche, insostenibili anche dal punto di vista igienico-sanitario". "Privare una persona delle condizioni minime di dignità e di salute è inaccettabile in un Paese dell'Ue: un’unione che non si fonda sulla percezione dei fondi come evidentemente pensa Viktor Orban ma è fondata sul rispetto dei principi democratici e sui diritti inviolabili della persona. Bisognerebbe tagliare i fondi europei a Budapest fino al ripristino delle condizioni minime per definire quel paese una democrazia liberale”. Immagine fornita da: Adnkronos Read the full article
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