#LABORATORI CONTAMINATI
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STELLAR BLADE BOSS AL CENTRO DELL' INFEZIONE DESERTO LEVOIRE 🎮PS5 UHD 60f
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Le Due Bari 2023, tutti gli appuntamenti fino al 27 agosto
Le Due Bari 2023, tutti gli appuntamenti fino al 27 agosto. Nell’ambito del cartellone di Le due Bari 2023, promosso dall’assessorato comunale alle Culture per la realizzazione di attività di spettacolo dal vivo nelle aree periferiche della città e finanziato per € 553.911 dalla Direzione generale Spettacolo del MiC e per € 960.074 a valere sulle risorse POC Metro, per un importo complessivo di € 1.513.985, si segnalano gli appuntamenti in programma da oggi fino a domenica 27 agosto. Per questa seconda edizione della manifestazione sono 356 gli eventi in programma, tutti gratuiti, che spaziano tra concerti, spettacoli, danza, teatro e arti circensi, accompagnati da laboratori tematici che precedono gli appuntamenti in tutti i quartieri della città, con una particolare attenzione alle zone periferiche. Per conoscere l’intero programma aggiornato https://www.leduebari.it/programma-2023/. Giovedì 24 agosto: ore 17 Sede della Grande Orchestra di fiati Enrico Annoscia Laboratorio “Canto popolare” a cura di Maria Giaquinto Abusuan Ets ore 18 Chiesa Madre Parrocchia - Carbonara Laboratorio “Rapporto tra la canzone e l’arte comica brillante” a cura di Antonella Genga Abusuan Ets ore 19 Arena della Pace Laboratorio “Lezioni di tango workshop” Associazione Al Nour ore 21 Arena della Pace Spettacolo “Amor y Tangos - de la vieja a la nueva guardia” Associazione Al Nour ore 21 Piazza Umberto - Carbonara Spettacolo di Uccio De Santis Abusuan Ets ore 22.30 Arena della Pace “Milonga bajo las estrellas” Associazione Al Nour Venerdì 25 agosto: ore 19 Waterfront San Girolamo Spettacolo “Danza al tramonto” Breathing Art Company, Oltredanza, M. Dalila Tapia, Coljam, La Verita Associazione culturale Breathing Art Company ore 20.30 Piazza dei Mille - Santo Spirito Spettacolo “Concerto Alti e Bassi”, musica jazz a cappella Alti e Bassi Associazione culturale Mezzotono ore 21 Arena della Pace Concerti “Radicanto & Ginevra di Marco e Rosapaeda” Abusuan Ets ore 21 Scuola Duse - San Girolamo Spettacolo “Cabaret: A Crepapelle” di Artemisia Teatro Associazione culturale Resextensa ore 21.30 Piazza dei Mille - Santo Spirito Spettacolo “Concerto iNtrmzzo” comedy e pop internazionale a cappella iNtrmzzo Associazione culturale Mezzotono ore 21 Waterfront San Girolamo Spettacolo “Concerto di Elina Duni & Rob Luft” Bass Culture s.r.l. Sabato 26 agosto ore 21 Waterfront San Girolamo Spettacolo “Concerto di Enzo Avitabile e i Bottari del Portico” Enzo Avitabile, I Bottari del Porto Bass Culture s.r.l. Domenica 27 agosto: ore 10.30 Laboratorio “Linguaggi contaminati dalla danza contemporanea al flamenco” Asd Ballerini M. Dalila Tapia, Coljam, La Verita Associazione culturale Breathing Art Company ore 18 Teatro Abeliano Spettacolo “Orchestra Conductors” Pino Di Buduo, Compagnia Potclach Centro polivalente di cultura Gruppo Abeliano ore 19.30 Cattedrale di Bari Laboratorio “L’ascolto di brani musicali con testi popolari può rendere agevole l’estrazione di contenuti artistico-lette- rari, l’approccio alla metrica e al ritmo del linguaggio poetico” a cura dell’Associazione onlus Mondo Antico e Tempi Moderni Associazione Eurorchestra da Camera di Bari ore 20.30 Arena della Pace Spettacolo “Concerto Mezzotono” Associazione culturale Mezzotono ore 21 Parco Princigalli Spettacolo “Galà internazionale di danza” Breathing Art Company, Oltredanza, M. Dalila Tapia, Coljam, La Verita Associazione culturale Breathing Art Company ore 21 Cattedrale di Bari Spettacolo “Dinastie, Musici Chierici and friends: i Tritto e gli Abati della Cattedrale di Bari, Logroscino e De Rossi” con Angela Cuoccio, Rosa Angela Alberga, Marzia Saba Rizzi, Gianni Leccese, Jasmine Ungaro, Giuseppe Naviglio, Antonio Marzano, Lidia Cuccovillo, Francesco Lentini Associazione Eurorchestra da Camera di Bari ore 21 Waterfront San Girolamo Spettacolo “Concerto di Raiz & Radicanto” Bass Culture s.r.l. ore 21.30 Arena della Pace Spettacolo “Opus Jam” Motown e musica francese a cappella Opus Jam Associazione culturale Mezzotono.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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7 decessi su 9 contagi per il virus Marburg
La malattia di Marburg preoccupa l’OMS, cresce il numero dei contagi. L’OMS allerta sull’aumento dei casi in Africa L’Organizzazione Mondiale della Sanità è ancora preoccupata per il virus Marburg. Da quando è stato lanciato l’allarme nel 2021 dopo la prima vittima di Marburg, il virus ha continuato a rappresentare una minaccia per la salute delle persone in Africa. L’OMS torna a concentrarsi su Marburg dopo mesi di silenzio per segnalare i nuovi contagi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le autorità africane potrebbero nascondere i casi di infezione e le vittime del virus Marburg per qualche ragione. Il virus Marburg è l’ennesima preoccupazione per l’area africana e non solo, in un’epoca che è stata già consegnata alle pandemie. Ma che cos’è esattamente il virus Marburg? Il virus Marburg, noto come Marburg marburgvirus (MARV), è la causa della malattia da virus Marburg (MVD), precedentemente nota come febbre emorragica di Marburg. Il nuovo allarme dell’OMS per la salute pubblica in Africa Il virus è stato scoperto per la prima volta nel 1967 in seguito a due epidemie di febbre emorragica avvenute contemporaneamente in alcuni laboratori a Francoforte e a Marburg (in Germania) e a Belgrado in Serbia (ex-Yugoslavia). In quell’occasione ci furono 31 infezioni e 7 morti. Dal 1967 a oggi si sono verificati episodi sporadici di focolai, che negli ultimi tempi hanno visto il numero dei casi crescere. Attualmente, l’OMS ha segnalato 9 casi di Marburg in Guinea Equatoriale, con 7 decessi riconosciuti. La particolarità dei casi segnalati è la distanza tra questi: le segnalazioni arrivano infatti da 3 province a 150 chilometri di distanza l’una dall’altra, a riprova di una più ampia trasmissione del virus. L’OMS ha dichiarato di essere a conoscenza di ulteriori casi non segnalati ufficialmente dal governo locale. Il direttore delle emergenze dell’OMS ha voluto ricordare che i paesi hanno l’obbligo di segnalare le informazioni sui contagi e che i ritardi possono essere un grave danno al contrasto della malattia. Alcune informazioni sul virus Marburg dall’OMS Sappiamo che il virus e la malattia di Marburg si trasmettono in ambienti densamente popolati attraverso la pelle lesa o le mucose degli occhi, del naso o della bocca attraverso liquidi come sangue o altri fluidi corporei. Anche il contatto con superfici e oggetti contaminati, come vestiti e lenzuola, permette la trasmissione. I sintomi, dopo un periodo di incubazione di 5-10 giorni, sono simili a quelli di altre febbri emorragiche, come quelli causati da Ebola. Tra i sintomi si annoverano febbre alta, grave cefalea, brividi, malessere generale, dolori muscolari, nausea e vomito, diarrea, rash maculopapulare (dal settimo giorno) e febbre emorragica (petecchie, emorragie mucosali e gastrointestinali). Infine, possono manifestarsi sintomi come disorientamento, convulsioni e agitazioni. Dal 1967 a oggi non è stato ancora formulato un vaccino. Per la malattia di Marburg non esistono neanche terapie antivirali approvate, ma solo cure di supporto e per la sopravvivenza. La situazione attuale L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta discutendo della possibilità di iniziare studi su vaccini e trattamenti, ma è anche in attesa di casi da poter monitorare e per questo la richiesta ai governi locali coinvolti è di non nascondere i dati in loro possesso. In sintesi, il virus Marburg rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica, e sono necessari sforzi congiunti per prevenire la diffusione della malattia e per trovare un trattamento efficace per coloro che sono colpiti dal virus. Read the full article
#africa#Ebola#GuineaEquatoriale#malattiadiMarburg#marburgvirus#MARV#MVD#OMS#salutepubblica#virusMarburg
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“Che cosa è la club culture”
Perché la pista da ballo genera cultura
Con
Claudio Coccoluto Dj
NicoNote, dj, performer, Lady Godiva, Insomnia, Morphine
Andrea Carnoli, grafico, Barcelona, Ethos, Echoes
Pier Pierucci, Aquafan, Slego, Rockhudson’s, Cellophane
Coordina: Pierfrancesco Pacoda
Con Pierfrancesco Pacoda, giornalista, autore del manifesto di RBTX, si parla del tema della decima edizione di roBOt Festival. Mentre il mondo dormiva, nelle ore in cui il sole non splende, esistevano posti che in tanti hanno chiamato Casa. I club sono stati per decenni laboratori di creatività e snodi fondamentali nell'evoluzione della cultura pop. Luoghi dove vari linguaggi si sono contaminati: musica, moda e design. L'Emilia-Romagna ha avuto in questo processo, sin dalle prime fasi, un ruolo importante; ed è stata luogo di pellegrinaggio e innovazione. Nel club dove è nato tutto, il club è stato al tempo stesso rifugio, forma di escapismo, portale spalancato verso il futuro, laboratorio di forme e idee in costante evoluzione, catalizzatore di mutamenti cruciali i cui effetti si avvertono ancora adesso. Cosa è successo poi? L'evento è GRATUITO, ma è necessario registrarsi su Eventbrite al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-wyws-talks-sul-tema-del-festival-modera-pierfrancesco-pacoda-50487470383 #RBTX #WYWS
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Fondazione CON IL SUD: Nove progetti per ripartire dallo sport
Sono 9 i progetti selezionati, sostenuti con 2,3 milioni di euro. Oltre 100 organizzazioni coinvolte e 4 mila persone interessate, soprattutto bambini e ragazzi. Saranno recuperati e valorizzati spazi pubblici e palestre in disuso, rendendo disponibili circa 100 mila mq per attività sportive sia al chiuso che all’aperto (una media di 25 mq per minore, a fronte dei circa 4,8 mq messi a disposizione dei ragazzi nei capoluoghi del Sud Italia). Borgomeo: “La pandemia ci ha isolati, lo sport può diventare una leva determinante per incontrarci di nuovo, stare insieme, rafforzare la coesione sociale e dare opportunità concrete a ragazzi e cittadini, anche nei territori più difficili spesso gravemente ‘contaminati’ dalla criminalità organizzata”. Iniziative dedicate a tutte le età, scambio interculturale e intergenerazionale, voglia di stare insieme, promozione del benessere fisico e mentale, ma anche lotta al degrado urbano con recupero e valorizzazione di spazi pubblici e palestre. C’è tutto questo e altro ancora nei 9 progetti selezionati dalla Fondazione CON IL SUD con il bando “Sport– l’importante è partecipare”: c’è la bellezza dello sport e i suoi valori, c’è l’educazione alimentare e il rispetto delle regole, c’è il diritto al gioco e l’emancipazione delle piccole comunità del Sud che vivono situazioni di difficoltà socio-economica. Lanciato in piena pandemia, con uno sguardo fiducioso al futuro, il bando ha visto la partecipazione di oltre 2100 organizzazioni da tutto il Sud. Al termine del rigoroso processo valutativo, sono stati selezionati 9 progetti in Campania, Puglia e Sicilia sostenuti con 2,3 milioni di euro: circa 50 le attività sportive che da settembre coinvolgeranno circa 4 mila persone, soprattutto bambini e ragazzi, che vivono in quartieri, rioni o frazioni di piccoli comuni nelle province di Napoli, Bari, Lecce, Catania, Messina e Palermo, caratterizzati da un contesto socioeconomico difficile, spesso con presenza di disagio e marginalizzazione. L’obiettivo generale è mettere al centro l’attività sportiva come strumento per rafforzare le piccole comunità locali del Sud Italia, ma in questa fase critica, segnata da mesi di mancata socialità e accesso a spazi e attività comuni, queste azioni saranno realmente una boccata d’ossigeno per tanti bambini e ragazzi. Saranno disponibili infatti circa 100 mila mq per attività sportive sia al chiuso che all’aperto: una media di 25 mq per minore, a fronte dei circa 4,8 mq messi in media a disposizione dei ragazzi nei capoluoghi del Sud Italia come ha recentemente sottolineato il rapporto nazionale “Minori e sport” dell’Osservatorio povertà educativa #conibambini. “Abbiamo lanciato questo bando nel maggio del 2020, in piena pandemia, come segnale di speranza e fiducia per il futuro – ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD. Oggi questa speranza diventa più concreta. La pandemia ci ha isolati, lo sport può diventare una leva determinante per incontrarci di nuovo, stare insieme sempre nel pieno rispetto delle regole anti covid, rafforzare percorsi di coesione sociale e dare opportunità concrete a ragazzi e cittadini, anche nei territori più difficili spesso gravemente ‘contaminati’ dalla criminalità organizzata”. Quasi 50 le discipline sportive che animeranno i progetti: si va dagli sport di squadra più tradizionali (calcio, basket, pallavolo), di cui viene proposta anche la variante per persone disabili (sitting volley, football integrato, baskin); agli sport di resistenza e potenza (atletica, ciclismo, arrampicata) o di precisione (tiro con l’arco). E ancora, danza (hip hop, danze urbane, folcloristiche) e sport di contatto (kickboxing, karate). Oltre 100 le organizzazioni coinvolte nelle partnership di progetto, tra associazioni, parrocchie, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, scuole, università, comuni e enti pubblici, imprese, ordini professionali. C’è chi realizzerà ciclo-passeggiate, tornei di municipio e attività itineranti per il quartiere; chi realizzerà una palestra diffusa all’aperto; chi punterà su sport come l’arrampicata per favorire sbocchi lavorativi nell’edilizia acrobatica, sulle navi da crociera, nel mondo dello spettacolo; chi invece farà del calcio uno strumento di educazione al rispetto delle regole e di integrazione, con la nascita di squadre rionali e di quartiere o squadre miste, formate da italiani e stranieri. In alcuni casi saranno gli sport tradizionali di altri paesi (come cricket, badminton e peteca particolarmente diffusi in Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka) a favorire questo processo, rendendo i migranti protagonisti: saranno infatti loro a proporre dei laboratori per insegnare ai ragazzi le regole del gioco. Anche per i meno giovani l’offerta sarà ricca, con corsi dedicati al benessere e all’invecchiamento attivo come la ginnastica dolce e lo yoga, ma anche gli scacchi. Saranno coinvolti anche giovani tra i 12 e i 25 anni sottoposti a misure alternative alla detenzione. Sarà possibile effettuare visite mediche e psicoattitudinali, per guidare i ragazzi nella scelta dello sport più adatto alle proprie attitudini e bisogni fisici; avere consulenze nutrizionali, con percorsi di sensibilizzazione ad una sana e corretta alimentazione. Grazie ai 9 progetti, alcuni centri sportivi già attivi, ma sottoutilizzati e in condizioni di degrado torneranno a nuova vita, divenendo fulcro di un’offerta culturale, sportiva e socio-educativa completa. Anche gli spazi pubblici (parchi, aree giochi, piazze, palestre scolastiche e municipali) saranno valorizzati e messi a disposizione delle comunità. In particolare, 14 spazi saranno interessati da interventi di ristrutturazione e riqualificazione per adibire oltre 9 mila mq alla pratica sportiva. Read the full article
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Come disinfettare le mascherine chirurgiche ed Fpp2
Nuovo post pubblicato su https://www.wdonna.it/come-disinfettare-le-mascherine-chirurgiche-ed-fpp2/108131?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=108131
Come disinfettare le mascherine chirurgiche ed Fpp2
Il Coronavirus sta portando il mondo in una condizione di vera e propria emergenza sanitaria.
Uno degli argomenti correlati più discussi è certamente quello delle mascherine, ossia quei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie.
Grazie al loro supporto si ha la possibilità di limitare l’inalazione di polveri o particelle contenenti sostanze nocive o che recherebbero disagi all’organismo.
Facendo riferimento al contesto Coronavirus, abbiamo ormai ben compreso che le mascherine chirurgiche non ci proteggono al 100% (come invece farebbero le FFP1 FFP2 FFP3) ma ci consentono di non infettare il prossimo.
Inoltre, sono monouso. Ciò significa che nel caso in cui volessimo riutilizzarle, hanno bisogno di essere disinfettate in maniera accurata.
Mascherine chirurgiche funzioni
Prima di presentarvi nel dettaglio le tecniche su come disinfettare le mascherine, vi lasciamo qualche dettaglio interessante legato alle loro funzioni.
Secondo la norma UNI EN:
“La costruzione, la progettazione, i requisiti di prestazione e i metodi di prova per le maschere facciali a uso medico destinate a limitare la trasmissione di agenti infettivi da parte del personale ai pazienti durante le procedure chirurgiche e altre attività mediche con requisiti simili.
Il principale utilizzo previsto delle maschere facciali ad uso medico è quello di proteggere il paziente dagli agenti infettivi e, inoltre, in determinate circostanze, di proteggere chi le indossa da spruzzi di liquidi potenzialmente contaminati.
Inoltre, possono essere destinate ad essere indossate dai pazienti e da altre persone per ridurre il rischio di diffusione delle infezioni, in particolare in situazioni epidemiche o pandemiche.
Una maschera facciale ad uso medico con una barriera microbica appropriata può anche essere efficace nel ridurre l’emissione di agenti infettivi da naso e dalla bocca di un portatore asintomatico o di un paziente con sintomi clinici”.
Mascherine chirurgiche caratteristiche
In linea generale, le mascherine di protezione si distinguono per la loro capacità filtrante.
Come vi abbiamo già detto in precedenza, quelle chirurgiche rispettano soltanto una piccola parte degli standard e i requisiti legati alla sicurezza.
Ciò significa che una volta indossate andrebbero buttate nell’immondizia.
Tuttavia, vista l’emergenza attuale e il fatto che risultino difficili da reperire, è possibile decidere di disinfettarle.
Allo stesso tempo, si consiglia di utilizzare soltanto in caso di necessità, in modo tale che siano disponibili principalmente per le persone positive al virus o che comunque ne hanno particolare bisogno.
A livello di caratteristiche, le mascherine chirurgiche monouso (approvate dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali) possono avere diverse forme, colori o materiali e si bloccano dietro le orecchie, tramite l’ausilio di lacci.
Disinfettare le mascherine
I mass media e il mondo di web ci offrono costanti suggerimenti su come disinfettare le mascherine.
Per procedere con un’efficace sanitizzazione, è fondamentale utilizzare una soluzione idroalcolica (almeno al 65%), utilizzando uno spruzzino.
Come prima cosa, lavate le mani per almeno un minuto, seguendo le direttive suggerite dal Ministero della Salute. Dopodiché, togliete la mascherina, lavate nuovamente le mani ed indossate dei guanti monouso.
A questo punto, disinfettate le mani (coperte appunto dai guanti), ponete la mascherina su una superficie sterile e spruzzateci sopra la soluzione idroalcolica.
Dovrete pulire ogni sua singola angolazione, inclusi gli elastici.
Non esagerate con l’utilizzo dell’acqua: l’importante è che sia stata ben disinfettata.
Infine, lasciatele asciugare in un luogo pulito.
Chiaramente, questo passaggio richiede almeno un’oretta, anche perché oltre a tornare allo stato originale, la mascherina non dovrà emettere forte odore di alcol, che potreste inalare.
Nel caso in cui non vi dovesse servire urgentemente, inseritela in un sacchetto ermetico o comunque pulito.
Disinfettare le mascherine in stoffa
Oltre alle mascherine chirurgiche, esistono anche quelle in stoffa più sottili.
In tal caso, è sufficiente riporle in lavatrice, senza effettuare la procedura sopra citata.
Ovviamente, sarà preferibile inserirla in un apposito sacchetto (tipo quello per i reggiseni) e una volta terminato il lavaggio, evitare il contatto diretto con le mani.
Di conseguenza, anche qui è fondamentale l’utilizzo dei guanti.
Quante volte disinfettare le mascherine
Poiché siano state realizzate a scopo monouso, possiamo ben intendere che abbiano capacità limitate di “riciclo”.
Pertanto, le mascherine chirurgiche si possono disinfettare 3 volte, non di più. In caso contrario, potrebbero perdere ulteriormente la loro efficacia ma soprattutto deteriorarsi in termini di tessuto.
Ovviamente, se destinate ad un personale sanitario, si consiglia vivamente di utilizzarle una sola volta, senza quindi ricorrere alla sanificazione.
Attualmente, la reperibilità delle mascherine è davvero scarsa. Proprio per tale motivo, come vi abbiamo già detto in precedenza, è importante utilizzarle solo quando necessario.
Dove acquistare le mascherine
Come vi abbiamo già detto in precedenza, trovare le mascherine chirurgiche sta diventando sempre più difficile, vista l’alta richiesta.
Tuttavia, è possibile acquistarle nelle farmacie più fornite, in alcuni punti vendita o anche online.
La loro disponibilità non è appunto costante e bisogna controllare spesso sui siti web o tipo richiedere il prodotto a prescindere. Così facendo, si verrà avvisati non appena saranno nuovamente sul mercato.
Attualmente, su Amazon è possibile trovare qualche multipack, ad esempio da 50 o da 100 pezzi.
Oltre ad essere disponibili in diversi colori (bianco, azzurro, rosa, nero e via dicendo), hanno dei prezzi abbordabili rispetto all’acquisto della mascherina singola.
Tra l’altro, bisogna stare attenti a non farsi fregare da alcune farmacie. Questo perché c’è chi sta sfruttando l’emergenza Coronavirus come occasione per fare “business”.
Proprio recentemente, sono state effettuate delle denunce riguardanti alcuni punti vendita che hanno richiesto circa 50 euro per un paio di mascherine. Ed è certamente un furto.
Per fortuna però, presto la situazione potrebbe cambiare.
Infatti, si sta pensando di distribuire gratuitamente le mascherine monouso a tutte le famiglie italiane, anche grazie all’aiuto di numerosi laboratori tessili che si sono offerti di donarle a chi ne ha più bisogno.
Come disinfettare le mani
Oltre a disinfettare accuratamente le mascherine, è essenziale pulire le mani, per ridurre i rischi di contagio da Coronavirus.
Secondo il Ministero della Salute “Il lavaggio delle mani ha lo scopo di garantire un’adeguata pulizia e igiene delle mani attraverso una azione meccanica.
Per l’igiene delle mani è sufficiente il comune sapone. Inoltre, in assenza di acqua si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani, a base alcolica.
Si ricorda che una corretta igiene delle mani richiede che si dedichi a questa operazione non meno di 40-60 secondi se si è optato per il lavaggio con acqua e sapone e non meno di 30-40 secondi se invece si è optato per l’uso di igienizzanti a base alcolica.
Questi prodotti vanno usati quando le mani sono asciutte, altrimenti non sono efficaci. Tuttavia, se si usano frequentemente possono provocare secchezza della cute.
In commercio esistono presidi medico-chirurgici e biocidi autorizzati con azione battericida, ma bisogna fare attenzione a non abusarne.
Infatti, l’uso prolungato potrebbe favorire nei batteri lo sviluppo di resistenze nei confronti di questi prodotti, aumentando il rischio di infezioni”.
Consigli per proteggersi dal Coronavirus
Disinfettare le mascherine è molto importante, perché ci consente di avere una maggiore protezione contro il contagio da Coronavirus.
Tuttavia, come ben sappiamo, non si rivelano sufficienti.
Di conseguenza, è fondamentale seguire i classici consigli di prevenzione, disponibili sia sul sito del Ministero della Salute che dell’Oms:
Restare a casa e uscire solo per esigenze lavorative, motivi di salute e necessità
Lavarsi bene le mani con acqua e sapone o con soluzione idroalcolica, asciugandole accuratamente
Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
Evitare strette di mano e abbracci e strette di mano
Mantenere nei contatti sociali, una distanza interpersonale di almeno un metro
Starnutire e/o tossire in un fazzoletto di carta monouso. Gettarlo immediatamente o lavarlo dopo l’uso
Ma anche:
Evitare l’uso frequente di bottiglie e bicchieri
Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico
Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
Non toccarsi gli occhi, il naso e la bocca con le mani
Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si presta assistenza a persone malate
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Scienziati cinesi: “Il coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan”
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/scienziati-cinesi-il-coronavirus-e-uscito-da-un-laboratorio-vicino-al-mercato-di-wuhan/
Scienziati cinesi: “Il coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan”
Scienziati cinesi: “Il coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan”
IRF – Frederick 02/12/14 9:00:46 a 220000 7.0 80.0 Imaging #2014-5-C MERS-EMC (IRF0046) HCoV-EMC/2012 1:250 GAR10 1:40 866.70792 -8.212128 0.00 XpixCal=3.59 YpixCal=3.59 Unit=nm ##fv3
Nuove ombre sulle prime fasi di diffusione del coronavirus. Secondo fonti ufficiali, il virus sarebbe stato trasmesso all’uomo da pipistrelli contaminati venduti in un mercato del pesce di Wuhan. Secondo uno studio prodotto da alcuni scienziati della South China University il coronavirus avrebbe avuto origine in un laboratorio vicino al mercato della città epicentro dell’epidemia.
Gli scienziati hanno contestato la versione ufficiale secondo la quale l’agente patogeno si sarebbe trasmesso direttamente dai pipistrelli all’uomo in quanto la probabilità che questi animali potessero volare sopra il mercato era “molto bassa”. Inoltre, come risulta dalle testimonianze, il pipistrello non sarebbe un cibo venduto in città e in particolare in quel mercato.
I ricercatori hanno analizzato l’area circostante al mercato e hanno identificato due laboratori che conducono ricerche su pipistrelli e agenti patogeni. Il più vicino, il Wuhan Center for Disease Control and Prevention, si trova a soli 280 metri dal centro di diffusione del virus. In passato uno scienziato che lavora in quel laboratorio ha riferito di essere stato attaccato dagli stessi pipistrelli due volte e, conoscendo l’estremo pericolo della possibile infezione, si è messo in entrambe le occasioni in quarantena volontaria per 14 giorni. Secondo gli scienziati, dunque, “è plausibile che il virus sia trapelato dal laboratorio e abbia così contaminato i pazienti iniziali, anche se in studi futuri saranno necessarie solide prove”.
Gli stessi studiosi della South China University hanno analizzato anche la possibilità che il coronavirus sia fuoriuscito da un secondo laboratorio, posto a 12 chilometri di distanza dall’ormai noto mercato del pesce di Wuhan. In un recente studio, si evidenziava come al suo interno gli scienziati stessero testando un particolare virus sui pipistrelli, partendo dalla primordiale Sars. E secondo quanto pubblicato dal pool di ricercatori, questo derivato potrebbe essere trapelato dal laboratorio.
In attesa di maggiori evidenze lo studio si conclude con un avvertimento: “Potrebbe essere necessario rafforzare i livelli di sicurezza nei laboratori a rischio biologico ad alto rischio, che potrebbero essere trasferiti lontani dai centri urbani e da altri luoghi densamente popolati”.
Nuove ombre sulle prime fasi di diffusione del coronavirus. Secondo fonti ufficiali, il virus sarebbe stato trasmesso all’uomo da pipistrelli contaminati venduti in un mercato del pesce di Wuhan. Secondo uno studio prodotto da alcuni scienziati della South China University il coronavirus avreb…
Rosa Marchetti
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AltaRoma, Accademia protagonista
Domenica 26 gennaio “CartaModelle – Installation de mannequins”
Ingresso libero, dalle 11 alle 18.
Presso l’ex Caserma Guido Reni, in via Guido Reni 7 a Roma
Abito di Samantha Caponera
Un racconto di recupero sostenibile tra il mondo della decorazione e quello della moda. Manichini feriti dal tempo e dall’usura rivivono grazie alla bellezza di un foglio di carta, di un bottone, di un cartamodello.
Abito di Martina Patella
Decoro come abbellimento e riuso di materiali per renderlo nuovo. Un pezzo unico di fattura artigianale. La scuola di Decorazione e la scuola di Fashion design dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone presentano una collaborazione nuova per ritrovare bellezza in ogni sua forma.
Abiti e accessori Carmen Moffa
Abiti e accessori, contaminati e contemporanei, accompagnano silhouette statiche, oggetto loro stesse di un’estetica differente. Studenti ed insegnanti saranno protagonisti domenica 26 gennaio, dalle 11 alle 18, alla Settimana della Moda in programma a Roma, presso l’ex Caserma Guido Reni.
Abito di Anna Reali
Per la partecipazione alla Fashion Week Romana è sempre presente la sinergia avviata tra l’Accademia e la Camera di Commercio di Frosinone, al fine di promuovere la collaborazione tra Istituzioni e Aziende del territorio.
Per il progetto “Cartamodelle – Installation de mannequins” hanno lavorato i docenti Alessandra Di Pofi, Giuseppe Iaconis e Donatella Spaziani. Protagonisti gli studentiAdrian Macari, Anastasia Guantini, Martina Midea, Martina Giacomobuono, Francesca Marrocco, Desirè Marrocco, Maria Macera, Veronica Neri, Siria Quattrociocche, Denise Cristiano, Silvia Colapietro, Simone Cagiati, Samantha Caponera, Carmen Moffa, Martina Patella e Anna Reali.
Insegnanti e Studenti
IL CORSO DI DECORAZIONE
Il corso di studi per il conseguimento del Diploma accademico in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo, con indirizzo Decorazione, ha l’obiettivo di formare artisti e professionalità qualificate nel campo delle arti visive in grado di sviluppare la ricerca nell’ambito della progettazione dell’ambiente e dell’habitat territoriale sia con l’utilizzazione di metodi tradizionali che attraverso l’elaborazione e sperimentazione dei nuovi linguaggi.
Il CORSO DI FASHION DESIGN
La scuola di fashion design dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone si presenta come il primo corso sperimentale statale in Italia dal 2001.
Triennio e biennio specialistico caratterizzano un percorso formativo che accompagna lo studente attraverso le diverse materie teoriche e laboratoriali per una formazione completa. Contemporaneità e ricerca, uno stretto rapporto tra la fase progettuale, la realizzazione pratica e la comunicazione sono il segno distintivo di un’offerta formativa specifica, che ha come obiettivo la creazione di un prodotto seguito in tutto il processo evolutivo e pubblicato attraverso la partecipazione a fashion week, esposizioni e concorsi internazionali.
ART IN PROGRESS
L’Accademia di Belle Arti di Frosinone è il luogo privilegiato per imparare a coniugare le conoscenze specialistiche e i principi teorici e, soprattutto, per innescare uno scambio proficuo tra creatività, tecnologia ed estetica attraverso adeguate metodologie di insegnamento. È l’Istituzione statale preposta alla formazione artistica terziaria di riferimento per il Lazio Meridionale. Si distingue per un’equilibrata proporzione numerica docenti/studenti, tale da consentire la fruizione dei laboratori, la frequenza di percorsi individuali di formazione e crescita e da stimolare una significativa produzione culturale, che negli ultimi anni ha permesso la realizzazione di una serie importante di progetti di intervento sul territorio e di respiro internazionale.
L’offerta formativa vanta eccellenze ampiamente riconosciute nell’ambito dell’Alta Formazione Artistica. Sono attivi corsi di primo e secondo livello in Pittura, Scultura, Decorazione, Scenografia, Grafica d’Arte, Media Art, Graphic Design, Fashion Design, Arte sacra contemporanea, Comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico, Pittura – Arte pubblica, Grafica d’Arte – Illustrazione. I numerosi workshop e seminari, attivati annualmente, ampliano la specificità delle competenze favorendo confronti diretti con professionisti di chiara fama.
L’internazionalizzazione è cresciuta progressivamente nell’ultimo decennio, affidata non solo all’azione dell’ufficio Erasmus, ma anche a un numero rilevante di protocolli d’intesa e convenzioni, stipulate con istituzioni universitarie e culturali di paesi stranieri. La presenza di studenti provenienti dall’Europa, dal Medio e dall’Estremo Oriente ha consentito, infatti, l’apertura di collaborazioni di studio e di lavoro, consolidando il ruolo trainante per la crescita del territorio.
accademiabellearti.fr.it
UFFICIO STAMPA:
Laura Collinoli – [email protected]
ACCADEMIA di BELLE ARTI di FROSINONE
Presidente: Ennio De Vellis
Direttore: Loredana Rea
Direttore amministrativo: Emanuela Tata
Con il contributo di:
Camera di Commercio Frosinone.
L’Accademia di Belle Arti di Frosinone presenta CartaModelle – Installation de mannequins AltaRoma, Accademia protagonista Domenica 26 gennaio “CartaModelle – Installation de mannequins” Ingresso libero, dalle 11 alle 18.
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Allora a me risulta così. Anche se all'atto pratico non cambia nulla quale sia l'origine del virus. Naturale o artificiale. Comunque: Sembra che sia un virus brevettato in Francia. Comparso per la prima volta fuori dai laboratori (non si sa perché ne come) in Yemen ed Emirati Arabi. Ma li rimase episodico. Ed era una variante dell'attuale. A questo virus lavoravano Cinesi e Americani. Insieme nel laboratorio di Wuhan. Che è internazionale. Come arma, ma insieme per non creare tensioni. Poi gli americani hanno rotto coi cinesi per finti motivi etici. L'hanno realizzato da soli in America. Hanno contaminato alcuni loro soldati. E hanno spedito i soldati contaminati e provette del virus nel laboratorio di Wuhan per studiare un vaccino. Senza avvertire i cinesi. I quali, viste le provette, hanno cercato di capire cosa contenessero. E si sono infettati. I ricercatori cinesi infetti, l'hanno portato inconsapevolmente alle loro famiglie. E di li è partito tutto. Sembra così. Questo è il riassunto.
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Scandalo Coronavirus in Usa: “Laboratori contaminati e tamponi in ritardo” - #Scandalo #Coronavirus #“Laboratori
http://dlvr.it/RV1d1c
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Quando il cibo ci fa morire: sicurezza alimentare, un’emergenza silenziosa
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Quando il cibo ci fa morire: sicurezza alimentare, un’emergenza silenziosa
Oggi, nel mondo, quasi una persona su dieci (600 milioni di persone) si ammala a causa del cibo mangiato e 420.000 persone muoiono ogni anno
Il cibo non sano crea un circolo vizioso di malattia e malnutrizione, che colpisce in particolare i neonati, i bambini piccoli, gli anziani e i malati. E come sempre, i più colpiti sono i bambini sotto i 5 anni di età che sono vittime del 40% dei casi di malattie di origine alimentare, con 125.000 decessi ogni anno
Si sono appena chiusi i lavori della prima International Food Safety Conference. Gli incontri organizzati da Fao, Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Unione Africana (Au) e Organizzazione mondiale del commercio (Wto), si sono svolti ad Addis Abeba. Il tema scelto per questo primo incontro è stato: “The future of food safety – Transforming knowledge into action for people, economies and the environment”.
Al termine dei lavori, ai quali hanno partecipato i ministri dell’agricoltura, della salute e del commercio di circa 130 Paesi oltre a esperti e rappresentanti di organizzazioni di consumatori e dei produttori alimentari, i dati presentati hanno lasciato a bocca aperta: “Gli alimenti contaminati da batteri, virus, parassiti, tossine o sostanze chimiche fanno sì che oltre 600 milioni di persone si ammalino e 420.000 muoiano in tutto il mondo ogni anno”. Gli sforzi per rafforzare i sistemi di sicurezza alimentare a livello globale sono troppo “frammentati”.
Premesso che “l’accesso a quantità sufficienti di alimenti sicuri e nutrienti è fondamentale per sostenere la vita e promuovere la buona salute”, obiettivo dei lavori, infatti, era “identificare azioni chiave per garantire la disponibilità e l’accesso a cibo sicuro adesso e in futuro”.
Il direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva, ha sottolineato che: “Non c’è sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti senza sicurezza alimentare. Questa conferenza è una grande opportunità per la comunità internazionale di rafforzare gli impegni politici e concordare azioni chiave. Salvaguardare il nostro cibo è una responsabilità condivisa. Dobbiamo tutti fare la nostra parte. Dobbiamo lavorare insieme per aumentare la sicurezza degli alimenti nelle agende politiche nazionali e internazionali”.
I numeri diffusi alla fine dei lavori non lasciano dubbi sulla gravità della situazione: alimenti non sicuri contenenti batteri nocivi, virus, parassiti o sostanze chimiche, causano più di 200 malattie (che vanno dalla diarrea ai tumori). Le malattie più diffuse sono le malattie diarroiche derivanti dal consumo di cibo contaminato, che causano 550 milioni persone ammalate e 230 000 decessi ogni anno.
Le conseguenze di questo stato di cose è rilevante in molti paesi del mondo: a risentirne sono i sistemi sanitari, le economie, il commercio e il turismo con costi per le economie e basso reddito corrispondenti a circa 95 miliardi di dollari.
Per questo, secondo i ricercatori, “la sicurezza degli alimenti dovrebbe essere un obiettivo fondamentale in ogni fase della catena alimentare, dalla produzione, alla raccolta, alla lavorazione, allo stoccaggio, alla distribuzione, alla preparazione e al consumo”.
“È necessaria una maggiore cooperazione internazionale per evitare che alimenti non sicuri causino problemi di salute e ostacolino i progressi verso uno sviluppo sostenibile ha dichiarato il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, “La partnership tra l’Unione africana e le Nazioni Unite è strategica e di vecchia data. Questa conferenza è una dimostrazione di questa partnership. Senza alimenti sicuri dal punto di vista igienico-sanitario , non è possibile raggiungere la sicurezza alimentare”.
“I progressi tecnologici, la digitalizzazione, nuovi alimenti e metodi di lavorazione offrono numerose opportunità per migliorare contemporaneamente la sicurezza degli alimenti e migliorare l’alimentazione, i mezzi di sussistenza e il commercio. Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici e la globalizzazione della produzione alimentare, insieme a una popolazione globale in crescita e all’aumento dell’urbanizzazione, pongono nuove sfide alla sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti. I sistemi alimentari stanno diventando sempre più complessi e interconnessi, attenuando le linee di responsabilità normativa. Le soluzioni a questi potenziali problemi richiedono un’azione internazionale intersettoriale e concertata”.
Dello stesso avviso Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, che ha ribadicto come “Il cibo dovrebbe essere una fonte di nutrimento e divertimento, non causa di malattie e di morte”. Oggi, invece, “il cibo non sicuro è responsabile di centinaia di migliaia di morti ogni anno”, “garantire alle persone l’accesso a cibo sicuro richiede maggiori investimenti in regole più rigorose, in laboratori, nella sorveglianza e nel monitoraggio”. Ma secondo Ghebreyesus non si tratta di un problema che riguarda solo i paesi meno sviluppati: “Nel nostro mondo globalizzato, la sicurezza degli alimenti è un problema che ci riguarda tutti”.
Oggi, nel mondo, quasi una persona su dieci (600 milioni di persone) si ammala a causa del cibo mangiato e 420.000 persone muoiono ogni anno, con conseguente perdita di 33 milioni anni di vita sana (DALYs). Ma non basta: il cibo non sano crea un circolo vizioso di malattia e malnutrizione, che colpisce in particolare i neonati, i bambini piccoli, gli anziani e i malati. E come sempre, i più colpiti sono i bambini sotto i 5 anni di età che sono vittime del 40% dei casi di malattie di origine alimentare, con 125.000 decessi ogni anno.
#alimenti contaminati#batteri#CAlessandro Mauceri#FAO#International Food Safety Conference#La Voce di New York#malattie#Organizzazione Mondiale della Sanità#parassiti#sicurezza alimentare#tossine#virus
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Era il 13 luglio del 2002 quando tre giovani tirocinanti del Johnson Space Center di Houston riuscirono a rubare alcune delle rocce lunari prelevate nel corso delle missioni Apollo conservate in una cassaforte a tenuta stagna per prevenire qualsiasi tipo di contaminazione con l'atmosfera terrestre. A organizzare il folle piano per trafugare i reperti spaziali fu l'allora 25enne Thad Roberts, aiutato dall'amante Tiffany Fowler (di 22 anni) e da un'amica, Shae Saur (di 19 anni). Un quarto complice, Gordon McWhorter, amico da tempo di Roberts, ebbe il compito di scovare i possibili canali per vendere la preziosissima refurtiva.
In un contesto come quello degli Stati Uniti ancora sconvolti dall'attacco dell'11 settembre, il rocambolesco furto messo in atto da Roberts e dai colleghi all'interno di un edificio di massima sicurezza assume connotati quasi grotteschi. Nella settimana che trascorse tra il furto e la cattura dei ladri — avvenuta nel pomeriggio del 20 luglio — Thad Roberts e Tiffany Fowler festeggiarono a loro modo la riuscita del colpo. Mentre soggiornavano in una stanza di motel sulla strada che li avrebbe condotti all'appuntamento per vendere la refurtiva, decisero di aprire la cassaforte, cospargere il letto di frammenti lunari e farci sesso sopra. Fu così, nell'euforia più totale, che i frammenti vennero irrimediabilmente contaminati e resi inutili per un danno complessivo stimato in 21 milioni di dollari.
Thad Roberts sognava di diventare astronauta e intraprese gli studi in fisica all'Università dello Utah nel 1995. In quegli anni si fece notare per il suo entusiasmo verso una miriade di altre discipline, dalla geologia all'antropologia. Oltre a lavorare all'osservatorio astronomico dell'università si impegnò come volontario al Museo di Storia Naturale di Salt Lake City e in una campagna di raccolta fondi per la ricerca sulla fibrosi cistica. Per promuovere la campagna percorse in bici la strada tra Salt Lake City e San Francisco assieme a sua moglie, Kaydee Wilson. Nell'autunno del 2000 riuscì a farsi accettare come tirocinante al Johnson Space Center della NASA a Houston ed entrò a far parte del Cooperative Education Program. Roberts venne impiegato al Neutral Buoyancy Laboratory, il centro d'addestramento in cui gli astronauti simulano le condizioni delle operazioni extraveicolari (nello spazio aperto) all'interno di una piscina profonda più di dodici metri.
Thad Roberts promuove il suo libro "Einstein's Intuition".
Nel 2001, tornato per un breve periodo a Salt Lake City, durante una visita all'osservatorio dell'università strinse amicizia con quello che sarebbe diventato uno dei suoi complici, Gordon McWhorter, che, all'epoca, aveva 25 anni. McWorther era un ragazzo con una storia molto complessa alle spalle. Dopo la morte della sorella Kelen a causa di un incidente stradale e la perdita di entrambi i genitori, si avvicinò alla Chiesa mormone. Fu, tra le altre cose, una delle persone che, convinte che il capodanno del 2000 sarebbe coinciso con la fine del mondo, costruirono un rifugio per l'apocalisse con scorte di acqua e cibo.
Nell'ottobre del 2001 Roberts e McWorther, secondo le ricostruzioni, parlarono per la prima volta della possibilità di rivendere delle rocce lunari all'interno del mercato dei collezionisti di minerali. Le quotazioni per un grammo di roccia lunare oscillano tra i 1.000 e i 5.000 dollari. I due complici si adoperarono per cercare tutti i possibili canali di vendita.
McWorther, utilizzando un computer della biblioteca dell'Università di Salt Lake City, inviò decine di mail agli indirizzi recuperati su vari portali di collezionisti di minerali. Il nome con cui firmò la mail era fittizio, Orb Robinson, una storpiatura del nome di uno dei suoi cantanti preferiti, Roy Orbison, l'autore della famigerata "Oh, Pretty Woman".
Priceless Moon Rocks Now Available!!! "Orb Robinson" [email protected] If you have an interest in purchasing a rare and historically significant piece of the moon, and would like more information, then please contact me by e-mail and leave your contact information and an explanation of your interest. Sincerely, Orb
Inestimabili rocce lunari disponibili da ora!!! "Orb Robinson", [email protected] Se sei interessato all'acquisto di un raro e memorabile frammento di Luna e vuoi maggiori informazioni, contattami via email e spedisci i tuoi riferimenti e una spiegazione del motivo del tuo interesse. Saluti, Orb
La risposta non tardò ad arrivare. Il 7 maggio 2002 Axel Emmermann, una appassionato di minerali del Belgio, ricevette la mail di Orb Robinson e rispose manifestando la sua volontà di acquistare i preziosi reperti lunari, non prima di averne verificata l'autenticità. Nello scambio di mail che seguì le due parti si accordarono per un incontro. Emmermann non sarebbe potuto essere negli Stati Uniti prima di settembre. Di conseguenza delegò suo fratello, Kurt, e sua cognata Lynn di incontrare Orb Robinson a Orlando, in Florida, a fine luglio.
Nel frattempo il matrimonio di Thad Roberts stava andando a rotoli. Nella primavera del 2002 aveva incontrato Tiffany Brooke Fowler, ventiduenne biologa e tirocinante alla NASA presso il NASA's tissue culture laboratory. Roberts se ne innamorò, dopo poche settimane dal loro primo incontrò si trasferì a casa sua e la mise al corrente del suo piano per trafugare i frammenti lunari. I due amanti coinvolsero anche l'amica Shae Saur, tirocinante a malapena diciannovenne che si era distinta tra il team di studenti che avevano condotto alcuni importanti esperimenti sull'impollinazione delle piante in assenza di gravità.
Un TEDx tenuto da Thad Roberts nel 2010.
Nella notte del 13 luglio 2002 i tre raggiunsero l'edificio "31" del Johnson Space Center a bordo di un'auto presa a noleggio, superarono senza problemi i controlli di sicurezza ed entrarono nel deposito dove erano conservati i reperti lunari. Mentre Shae Saur aspettava alla guida del veicolo, Roberts e Fowler trasportarono una pesantissima cassaforte dal peso di quasi 280 chili e la caricarono nel bagagliaio. Uscirono dal perimetro del centro della NASA senza destare alcun sospetto e senza lasciare traccia, al punto che i responsabili si resero conto dell'assenza della cassaforte solo due giorni dopo.
I tre ladri spaziali si rifugiarono in un motel vicino a Houston e aprirono lo "scrigno". Al suo interno trovarono ciò che, secondo il loro piano, li avrebbe resi ricchi: 101 grammi di frammenti lunari raccolti durante sei missioni Apollo, un meteorite di origine marziana e pagine su pagine di appunti e ricerche compiute dagli scienziati della NASA nei trent'anni precedenti. Pochi giorni e la strada da percorrere fino a Orlando li separavano dall'incontro con i parenti del collezionista belga e dalla ricchezza. Il 15 luglio Roberts e la sua amante si misero in viaggio. Le cose, purtroppo per loro, non andarono come previsto.
Axel Emmermann, il collezionista belga, aveva contattato le autorità federali degli Stati Uniti poco dopo avere ricevuto le prime mail di Gordon McWhorter/Orb Robinson chiedendo di verificare la provenienza e la veridicità dell'annuncio di vendita. Gli agenti dell'FBI capirono dopo poco tempo di trovarsi davanti al più grave furto di reperti spaziali mai compiuto prima e si organizzarono per sventare il piano di Roberts e dei suoi soci.
Arrivati a Orlando il 20 luglio, ironicamente la data del 33° anniversario della passeggiata lunare di Neil Armstrong, Thad Roberts e Tiffany Fowler si incontrarono con Gordon McWhorter e assieme si diressero all'appuntamento con la cognata di Emmermann, fissato in un ristorante nella periferia della città. Ad aspettarli trovarono 40 agenti federali. Roberts e Fowler confessarono immediatamente e iniziarono ad accusarsi l'uno con l'altro mentre McWhorter ebbe negò ogni coinvolgimento. Shae Saur venne fermata e arrestata a Houston, dove era rimasta.
Alla fine del processo le autorità statunitensi condannarono McWhorter a cinque anni e dieci mesi di prigione presso il Federal Correctional Institution di Florence, in Colorado. Fowler e Saur vennero condannate a sei mesi di arresti domiciliari e a tre anni di libertà vigilata. Per Thad Roberts, indicato come il vero organizzatore del furto, la condanna fu molto più grave: 8 anni e 4 mesi, anche per lui da scontarsi a Florence.
Durante la prigionia Roberts si adoperò come insegnante di fisica e matematica per i carcerati e scrisse un volume di circa 700 pagine contenente una sua personale Teoria del Tutto, intitolato "Einstein's Intuition: Visualizing Nature in Eleven Dimensions". Nel 2011 il giornalista del New York Times Ben Mezrich narrò la sua vicenda nel libro Sex on the Moon: The Amazing Story Behind the Most Audacious Heist in History. Attualmente Thad Roberts lavora come speaker alla APB e prosegue, sostanzialmente ignorato dalla comunità scientifica, il suo lavoro di ricerca per riunire la Teoria della Relatività alla Meccanica Quantistica. Vive a Columbus, in Ohio.
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UOVA CONTAMINATE DAL FIPRONIL. PRIMI ESITI DEI CONTROLLI DEI NAS
https://www.sapereesapori.com/?p=2525 Le attività di controllo svolte dai Carabinieri dei NAS, attualmente in piena fase esecutiva sul territorio nazionale, hanno fatto emergere due positività di uova contaminate per presenza della sostanza insetticida denominata fipronil che si aggiungono alle altre due comunicate dal Ministero della Salute. Le prime verifiche sono iniziate nella prima metà di agosto, a seguito dell’attivazione del sistema di allerta europeo (RASFF) per la presenza, nel circuito commerciale di alcuni Paesi del Nord Europa, di uova e prodotti derivati, risultati contaminati dal citato insetticida, il cui uso è vietato negli allevamenti di animali impiegati per produzioni alimentari destinate al consumo umano. Il Ministero della Salute, Autorità nazionale e punto di contatto italiano per la sicurezza alimentare, ha da subito predisposto un piano di verifiche articolato su più fasi. Una prima azione ha riguardato il rintraccio di prodotti pericolosi o sospetti provenienti dall’estero al fine di intercettare e bloccare le merci sospette prima della loro distribuzione. Una seconda fase sta interessando un monitoraggio sull’intera filiera del comparto degli ovoprodotti, dagli allevamenti di galline ovaiole e centri di imballaggio delle uova, fino ai prodotti finiti presenti in vendita nei supermercati, passando per gli ovoprodotti e i semilavorati utilizzati nel settore alimentare, includendo anche la carne di pollo. I Carabinieri dei NAS hanno partecipato attivamente a tutto il sistema integrato di controllo nazionale, sia nel rintraccio dei flussi commerciali di prodotti esteri a base di uova, indicati come contaminati (sequestrando ovoprodotti liquidi o in polvere nonchè preparati per omelette e dolci destinati principalmente alla ristorazione etnica), sia nelle fasi di campionamento di prodotti nazionali disposto dal Ministero della Salute. In tale ambito, i NAS hanno eseguito, congiuntamente alle ASL ed anche in autonomia, 253 accessi ispettivi presso allevamenti, centri di distribuzione e lavorazione delle uova, industrie e laboratori di produzione di prodotti dolciari, salse e paste all’uovo, sequestrando cautelativamente oltre 91.000 kg di uova e ovoprodotti di cui si è in attesa degli esiti. Con riferimento ai campioni effettuati dai NAS, i laboratori degli Istituti Zooprofilattici di Teramo e Roma, al momento, hanno rilevato due positività al fipronil riconducibili, una in uova prodotte in Provincia di Viterbo, e una in pasta all’uovo prodotta in Provincia di Macerata. Sono già stati operati immediati accessi presso le strutture interessate e i relativi capannoni adibiti ad area di conduzione delle galline ovaiole al fine di bloccare i lotti contaminati, ricostruirne la filiera di distribuzione e disporre immediate misure restrittive nella gestione aziendale. Inoltre, sono in atto, su disposizione della Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute, ulteriori ispezioni mirate, eseguite insieme alle autorità sanitarie regionali, atte a verificare presso allevamenti la possibile detenzione illecita di farmaci o sostanze non autorizzate indebitamente utilizzate e procedere al campionamento di matrici ambientali (uova in guscio, pelle e grasso, mangimi e acque di abbeveraggio). Nelle verifiche svolte nelle ultime ore conseguenti alla positività accertata dai NAS di Viterbo e Ancona, gli interventi hanno consentito di sequestrare complessivamente 60.000 uova per consumo umano, 32.200 uova destinate all’alimentazione zootecnica, tre capannoni per allevamento con 26.000 galline ovaiole ed un centro di imballaggio uova. Roma, 23 agosto 2017
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Quando il cibo ci fa morire: sicurezza alimentare, un’emergenza silenziosa
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Quando il cibo ci fa morire: sicurezza alimentare, un’emergenza silenziosa
Oggi, nel mondo, quasi una persona su dieci (600 milioni di persone) si ammala a causa del cibo mangiato e 420.000 persone muoiono ogni anno
Il cibo non sano crea un circolo vizioso di malattia e malnutrizione, che colpisce in particolare i neonati, i bambini piccoli, gli anziani e i malati. E come sempre, i più colpiti sono i bambini sotto i 5 anni di età che sono vittime del 40% dei casi di malattie di origine alimentare, con 125.000 decessi ogni anno
Si sono appena chiusi i lavori della prima International Food Safety Conference. Gli incontri organizzati da Fao, Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Unione Africana (Au) e Organizzazione mondiale del commercio (Wto), si sono svolti ad Addis Abeba. Il tema scelto per questo primo incontro è stato: “The future of food safety – Transforming knowledge into action for people, economies and the environment”.
Al termine dei lavori, ai quali hanno partecipato i ministri dell’agricoltura, della salute e del commercio di circa 130 Paesi oltre a esperti e rappresentanti di organizzazioni di consumatori e dei produttori alimentari, i dati presentati hanno lasciato a bocca aperta: “Gli alimenti contaminati da batteri, virus, parassiti, tossine o sostanze chimiche fanno sì che oltre 600 milioni di persone si ammalino e 420.000 muoiano in tutto il mondo ogni anno”. Gli sforzi per rafforzare i sistemi di sicurezza alimentare a livello globale sono troppo “frammentati”.
Premesso che “l’accesso a quantità sufficienti di alimenti sicuri e nutrienti è fondamentale per sostenere la vita e promuovere la buona salute”, obiettivo dei lavori, infatti, era “identificare azioni chiave per garantire la disponibilità e l’accesso a cibo sicuro adesso e in futuro”.
Il direttore Generale della Fao, José Graziano da Silva, ha sottolineato che: “Non c’è sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti senza sicurezza alimentare. Questa conferenza è una grande opportunità per la comunità internazionale di rafforzare gli impegni politici e concordare azioni chiave. Salvaguardare il nostro cibo è una responsabilità condivisa. Dobbiamo tutti fare la nostra parte. Dobbiamo lavorare insieme per aumentare la sicurezza degli alimenti nelle agende politiche nazionali e internazionali”.
I numeri diffusi alla fine dei lavori non lasciano dubbi sulla gravità della situazione: alimenti non sicuri contenenti batteri nocivi, virus, parassiti o sostanze chimiche, causano più di 200 malattie (che vanno dalla diarrea ai tumori). Le malattie più diffuse sono le malattie diarroiche derivanti dal consumo di cibo contaminato, che causano 550 milioni persone ammalate e 230 000 decessi ogni anno.
Le conseguenze di questo stato di cose è rilevante in molti paesi del mondo: a risentirne sono i sistemi sanitari, le economie, il commercio e il turismo con costi per le economie e basso reddito corrispondenti a circa 95 miliardi di dollari.
Per questo, secondo i ricercatori, “la sicurezza degli alimenti dovrebbe essere un obiettivo fondamentale in ogni fase della catena alimentare, dalla produzione, alla raccolta, alla lavorazione, allo stoccaggio, alla distribuzione, alla preparazione e al consumo”.
“È necessaria una maggiore cooperazione internazionale per evitare che alimenti non sicuri causino problemi di salute e ostacolino i progressi verso uno sviluppo sostenibile ha dichiarato il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, “La partnership tra l’Unione africana e le Nazioni Unite è strategica e di vecchia data. Questa conferenza è una dimostrazione di questa partnership. Senza alimenti sicuri dal punto di vista igienico-sanitario , non è possibile raggiungere la sicurezza alimentare”.
“I progressi tecnologici, la digitalizzazione, nuovi alimenti e metodi di lavorazione offrono numerose opportunità per migliorare contemporaneamente la sicurezza degli alimenti e migliorare l’alimentazione, i mezzi di sussistenza e il commercio. Allo stesso tempo, i cambiamenti climatici e la globalizzazione della produzione alimentare, insieme a una popolazione globale in crescita e all’aumento dell’urbanizzazione, pongono nuove sfide alla sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti. I sistemi alimentari stanno diventando sempre più complessi e interconnessi, attenuando le linee di responsabilità normativa. Le soluzioni a questi potenziali problemi richiedono un’azione internazionale intersettoriale e concertata”.
Dello stesso avviso Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, che ha ribadicto come “Il cibo dovrebbe essere una fonte di nutrimento e divertimento, non causa di malattie e di morte”. Oggi, invece, “il cibo non sicuro è responsabile di centinaia di migliaia di morti ogni anno”, “garantire alle persone l’accesso a cibo sicuro richiede maggiori investimenti in regole più rigorose, in laboratori, nella sorveglianza e nel monitoraggio”. Ma secondo Ghebreyesus non si tratta di un problema che riguarda solo i paesi meno sviluppati: “Nel nostro mondo globalizzato, la sicurezza degli alimenti è un problema che ci riguarda tutti”.
Oggi, nel mondo, quasi una persona su dieci (600 milioni di persone) si ammala a causa del cibo mangiato e 420.000 persone muoiono ogni anno, con conseguente perdita di 33 milioni anni di vita sana (DALYs). Ma non basta: il cibo non sano crea un circolo vizioso di malattia e malnutrizione, che colpisce in particolare i neonati, i bambini piccoli, gli anziani e i malati. E come sempre, i più colpiti sono i bambini sotto i 5 anni di età che sono vittime del 40% dei casi di malattie di origine alimentare, con 125.000 decessi ogni anno.
#alimenti contaminati#batteri#CAlessandro Mauceri#FAO#International Food Safety Conference#La Voce di New York#malattie#Organizzazione Mondiale della Sanità#parassiti#sicurezza alimentare#tossine#virus
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Uova contaminate: continuano i sequestri da parte dei NAS
Nuovo post pubblicato su http://www.wdonna.it/uova-contaminate-continuano-sequestri-parte-dei-nas/85798?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=85798
Uova contaminate: continuano i sequestri da parte dei NAS
Continuano senza sosta le verifiche dei carabinieri dei Nas sulle uova alla ricerca di eventuali prodotti contaminati. Nelle ultime ore i nuclei operativi di Ancona e Viterbo hanno sequestrato un totale di 60 mila uova destinate al consumo umano, 32 mila uova destinate all’alimentazione zootecnica, 3 capannoni di allevamento con oltre 25 mila galline ovaiole e un centro di imballaggio delle uova.
Sequestri di oltre 50 mila uova
Nello specifico il sequestro avvenuto nella città laziale ha avuto ad oggetto 53 mila uova per l’alimentazione umana, 32 mila per l’alimentazione zootecnica e ben 15 mila galline. Attualmente le forze dell’ordine stanno anche valutando l’ipotesi di procedere con una denuncia penale nei confronti dei proprietari degli allevamenti che potrebbero essere soggetti anche a una denuncia amministrativa con conseguente perdita di autorizzazione al commercio. Nei confronti delle persone coinvolte si ipotizzano i reati di attentato alla salute e immissione in commercio di alimento adulterato.
Fipronil e altre sostanze illegali
L’indagine portata avanti dai carabinieri è volta anche all’accertamento dell’uso del fipronil nelle uova presenti nel nostro Paese. Il primo filone di indagine riguarda la disinfestazione del terreno in assenza di animali, mentre il secondo riguarda proprio la presenza del fipronil all’interno dei mangimi. I carabinieri hanno analizzato tutto il sistema di controllo nazionale, sia per rintracciare i flussi commerciali di prodotti a base di uova provenienti dall’estero e indicati come contaminati sia per verificare le fasi di campionamento dei prodotti aziendali. A tale scopo i Nas, in collaborazione con le Asl, hanno ispezionato 253 allevamenti, centri di distribuzione e lavorazione delle uova, laboratori e industrie di produzione di dolci, salse e paste all’uovo. Al termine delle quali sono stati sequestrati oltre 90 mila chili di uova e prodotti a base di questo ingrediente. La direzione generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute hanno predisposto ulteriori ispezioni per verificare presso gli allevamenti l’eventuale presenza di farmaci illeciti o sostanze non autorizzate.
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