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Utilitarianism
Utilitarianism is a philosophy founded by Jeremy Bentham (1748-1832) and then extended by other thinkers, notably John Stuart Mill (1806-1873). Utilitarianism involves the greatest happiness principle, which holds that a law or action is good if it promotes the greatest happiness of the greatest number, happiness being defined as the presence of pleasure and the absence of pain.
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Jeremy Bentham
Jeremy Bentham (1748-1832) était un philosophe anglais et un réformateur social libéral, surtout connu comme le fondateur de l'utilitarisme basé sur le principe du plus grand bonheur pour le plus grand nombre, qui consiste à juger rationnellement le succès d'une loi en considérant le nombre de personnes qu'elle rend heureuses. Bentham définit le bonheur comme la présence de plaisir et l'absence de douleur, critères également appliqués pour définir le comportement moral.
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"The rarest of all human qualities is consistency." — Jeremy Bentham
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Scommesse, paradossi e probabilità dell'esistenza di Dio
L’utilitarismo, le tasse e la scommessa sull’esistenza di Dio. L'utilitarismo mostra i suoi limiti, eppure ancora oggi, spesso in modi mascherati, continua ad esercitare la sua profonda influenza. Gli eroi intellettuali dell'utilitarismo classico, da Cesare Beccaria a John Stuart Mill, da Francis Hutcheson, Claude-Adrien Helvétius a Ferdinando Galiani, Pietro Verri e soprattutto Jeremy Bentham, colui che viene ritenuto il sistematizzatore, se non proprio il fondatore, di questo approccio filosofico, erano convinti che il giudizio su una società giusta debba basarsi su due pilastri fondamentali dai nomi bizzarri: consequenzialismo e welfarismo. Il consequenzialismo suggerisce che la misura della bontà di una certa azione rispetto ad un'altra sia data esclusivamente dalla valutazione delle conseguenze delle due azioni. Se ciò che produce la prima azione è meglio rispetto a ciò che produce la seconda, allora la prima azione sarà da ritenersi moralmente migliore della seconda. Il welfarismo ci da invece il metro per misurare la bontà di tali conseguenze. Queste andrebbero valutate sulla base del benessere che producono per i singoli, del piacere, della felicità variamente intesa o, simmetricamente, della riduzione della sofferenza o dell'infelicità causata a ciascun cittadino. La scommessa di Pascal Facciamo un passo indietro di un secolo rispetto a Bentham e proviamo a considerare la famosa “scommessa di Pascal”: è meglio credere o non credere all'esistenza di Dio. Pascal sostiene che se Dio dovesse esistere e con esso l'inferno e il paradiso, una vita virtuosa porterebbe un beneficio infinito – le gioie del paradiso, appunto - mentre una vita viziosa condurrebbe alla dannazione eterna. Ma se Dio non esistesse e noi avessimo vissuto una vita virtuosa di stenti e privazioni? Naturalmente, infatti, i premi e le punizioni hanno un valore differente in base alla probabilità che Dio effettivamente esista. Immaginiamo, ottimisticamente, che le probabilità siano 50 e 50.
Blaise Pascal (Adobe stock) “Pesiamo il guadagno e la perdita puntando su croce – scrive Pascal nei Pensieri - cioè che Dio esiste. Valutiamo i due casi: se vincete, vincete tutto, ma se perdete, non perdete niente. Scommettete dunque che Dio esiste senza esitare (…) Vediamo, poiché vi è un rischio reciproco di guadagno e di perdita, se non aveste che due vite da guadagnare contro una, potreste ancora scommettere, ma se ce ne fossero tre da guadagnare, bisognerebbe giocare e, se foste costretto a giocare, sarebbe imprudente non scommettere la vostra vita per guadagnarne tre a un gioco dove c'è uguale possibilità di perdita e di guadagno. Ma c'è un'eternità di vita e di felicità. Stando così le cose, anche se ci fosse un'infinità di casi di cui uno solo a vostro favore, avreste ancora ragione a scommettere uno per avere due, e sarebbe illogico, essendo obbligati a giocare, rifiutare di giocare una vita contro tre a un gioco dove, su un'infinità di casi, ce n'è uno per voi, qualora ci fosse da vincere una vita infinita e infinitamente felice”. Ci dice Pascal che per quanto infinitesima possa essere la probabilità dell'esistenza di Dio, se moltiplicata per il valore della vita eterna - un valore infinito - la scommessa di scegliere una vita virtuosa sarà sempre e comunque una scommessa vincente. Ecco l'argomento dalla “scommessa di Pascal” è un ragionamento consequenzialista. Credere in Dio o non crederci non è buono o malvagio in sé, diventa buono o malvagio in relazione alla bontà delle sue conseguenze: la vita o la dannazione eterna, rispettivamente. L'esperimento In linea di massima questo sembra un criterio di valutazione più che ragionevole. Proviamo a considerare questo esempio: siete stati abbinati ad una persona che non conoscete e la cui identità non conoscerete neanche alla fine della prova. Questa persona ha ricevuto dieci euro che deve decidere se e come dividere con voi. Voi potrete accettare o rifiutare la sua offerta. Se accettate porterete a casa quello che vi avranno offerto altrimenti, se rifiutate, nessuno porterà a casa niente. Immaginate che l'altra persona abbia due possibilità: darvi 2 euro e tenersene 8, oppure darvi 5 euro e tenersene 5. Se vi dovesse effettivamente offrire 2 euro accettereste o rifiutereste? Ora considerate un secondo scenario: le offerte potrebbero essere sempre di 2 euro (8 andrebbero all'altro) oppure di 0 e l'altro terrebbe tutti e 10 gli euro. Se, in questo secondo caso, vi offrisse 2 euro come reagireste? Accettereste o rifiutereste? Le conseguenze della vostra eventuale scelta saranno le stesse in entrambi i casi: 2 se accettate e 0 se rifiutate. Un esperimento condotto qualche tempo fa dagli economisti Armin Falk, Ernst Fehr e Urs Fischbacher, con incentivi reali e in condizioni di anonimato, ha mostrato che i partecipanti rifiutano la prima offerta il 44.4% delle volte e la seconda, invece, solo nell'8.9% dei casi. Tale risultato mostra che le nostre valutazioni sulla bontà delle scelte non si basa, di fatto, esclusivamente sulla qualità delle loro conseguenze, ma anche sulle intenzioni che possiamo ascrivere a tali scelte. Se mi offri 2 euro quando avresti potuto offrirmene 5, non è lo stesso di quando me ne offri 2 con l'alternativa di 0. Nel primo caso intendi essere egoista, nel secondo caso altruista. E l'ascrizione di queste differenti intenzioni modifica la mia risposta anche a parità di conseguenze. Utilitarismo e Covid L'utilitarismo mostra, in casi come questi, i suoi limiti, eppure ancora oggi, spesso in modi mascherati, continua ad esercitare la sua profonda influenza. Tracce di questa impostazione sono riemerse nel dibattito pubblico durante i momenti più drammatici della pandemia di COVID-19. Quando i posti in terapia intensiva e i macchinari per la ventilazione forzata scarseggiavano, vennero resi pubblici diversi protocolli di gestione delle emergenze che assegnavano priorità nell'accesso alle cure a certe categorie di persone e che ne condannavano altre. Si doveva decidere a chi assegnare prioritariamente respiratori, posti in terapia intensiva, vaccini, disponibili solo in quantità limitate. Nello stato del Tennessee, per esempio, chi soffriva di atrofia muscolare spinale non avrebbe avuto accesso alla terapia intensiva. In Minnesota, invece, coloro che erano affetti da malattie polmonari e cardiache sarebbero stati i primi ad essere esclusi. Nello Stato di Washington, così come in Alabama, Utah, Colorado e Oregon, la decisione sarebbe spettata ai medici sulla base del livello di abilità fisica e intellettiva dei pazienti. Perché? Perché in termini utilitaristici il beneficio sociale della loro inclusione tra i curabili era inferiore al beneficio che si sarebbe ottenuto curando chiunque altro, magari più giovane e produttivo. Uno dei pilastri, il consequenzialismo, dunque, sembra non essere così solido come appariva a prima vista. Lo stesso si potrebbe dire del secondo pilastro, il welfarismo. Bentham e Pascal Nella visione welfarista la bontà di certe azioni viene misurata con il benessere associato alle conseguenze di tali azioni. Nel caso dell'utilitarismo classico di Bentham, tale benessere coincide con il piacere o la riduzione della sofferenza sperimentata dai singoli individui. A questo proposito torna di nuovo utile l'esempio di Pascal. Qual è l'unità di misura della felicità, il metro con il quale la compariamo? Secondo gli utilitaristi, l'abbiamo detto, è l'“utilità”, appunto. Scrive Bentham nell'Introduzione ai principi della morale e della legislazione, “Per utilità si intende quella proprietà di ogni oggetto per mezzo della quale esso tende a produrre benefìcio, vantaggio, piacere, bene o felicità (in questo contesto tutte queste cose si equivalgono) oppure ad evitare che si verifichi quel danno, dolore, male o infelicità”. Per Pascal, come abbiamo visto, il metro di decisione coincide con la “speranza matematica” associata ad una certa conseguenza, il suo “valore atteso”, diremmo oggi. Quel valore, cioè, associato ad una certa conseguenza – “la conquista del paradiso” – che viene moltiplicato per la probabilità che tale conseguenza effettivamente si verifichi – “la probabilità che Dio esista”. Bentham è uno dei primi ad intuire che le cose sono un po' più complicate. Il paradosso di San Pietroburgo Facciamo un passo indietro. Nel 1713 il matematico Nikolaus Bernoulli, rampollo di una famiglia di geniali mercanti, matematici, astronomi e fisici di origine fiamminga, propose alla comunità dei matematici dell'epoca un rompicapo che prenderà il nome di “Paradosso di San Pietroburgo”. Immaginate un gioco che procede in questa maniera: si lancia una moneta e si vince 1 euro se esce “croce”. Si rilancia e se esce nuovamente “croce” si vincono 2 euro. Se esce “croce” anche al terzo lancio si vincono 4 euro e così via via raddoppiando, fino a quando non smette di uscire “croce” e il gioco si interrompe. Quanto sareste disposti a pagare per poter giocare a questo gioco? Se utilizzassimo il criterio della “speranza matematica” di Pascal dovremmo calcolare la somma di tutte le vincite possibili e moltiplicarlo per la probabilità che queste di verifichino effettivamente. È possibile dimostrare che tale valore è uguale a “infinito”. L'ammontare della vincita, infatti, aumenta più velocemente, di quanto non si riduca la probabilità che questa si verifichi. Dovremmo essere disposti quindi a cedere qualunque ricchezza pur di guadagnare il diritto di giocare ad un simile gioco. Ma se lo si chiede alle persone in carne e ossa, queste saranno disposte a pagare in genere 1 o 2 euro al massimo. La speranza morale La cosa creava non pochi problemi a Bernoulli e a molti altri matematici dell'epoca. La soluzione venne trovata da un altro Bernoulli, Daniel, il cugino di Nikolaus, che nel 1738 pubblica una memoria nella quale suggerisce un'idea semplice e geniale. Secondo Daniel, ciò che per noi conta e che, quindi, determina le nostre scelte, non è tanto il valore monetario della vincita, la “speranza matematica di Pascal” ma la sua “speranza morale”; l'equivalente della “speranza matematica” dell'utilità derivante dai guadagni monetari del gioco. La novità sta nel fatto che questa “utilità” segue una legge bene precisa, quella che oggi gli economisti indicano con il nome di legge dell'utilità marginale decrescente. Vuol dire che quando sono affamato e mangio un trancio di pizza, ne traggo un grande beneficio. Il beneficio associato al secondo trancio di pizza, visto che mi sono già parzialmente sfamato con il primo, sarà inferiore, e così con il terzo e poi il quarto. Il beneficio che si ottiene dal consumo di una unità aggiuntiva di un normale bene economico è via via decrescente. Per risolvere il paradosso Bernoulli assume che la percezione del benessere che noi abbiamo dalla vincita del premio segue la stessa logica. Ne calcola, dunque, non più il valore monetario atteso, come avrebbe fatto Pascal, ma la sua “utilità attesa” e ne ricava un valore finito. Quello che tutti noi, più o meno saremmo disposti ad attribuire al gioco. Jeremy Bentham intuisce, in ambito morale, che il piacere e il dolore, calcolati in termini di utilità, si comportano allo stesso modo, secondo la legge dell'utilità marginale decrescente. Questa idea porterà alcuni decenni dopo alla cosiddetta rivoluzione marginalista nelle scienze economiche e alla derivazione di implicazioni sociali, politiche ed economiche molto rilevanti per l'approccio utilitarista, tra cui, per esempio, la giustificazione del prelievo fiscale e delle politiche redistributive. Perché, sotto alcune condizioni, è più giusto ridurre il benessere di qualcuno per far crescere quello di molti altri. O almeno così la pensava Bentham. Read the full article
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“Panopticon as an analytical tool in order to question how social control operates on certain bodies and in certain spaces, as well as a way to conceptualize disciplinary power and the ways that it comes to be internalized by some” (Browne 2015, p.38)
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«Create all the happiness you are able to create: remove all the misery you are able to remove. Every day will allow you to add something to the pleasure of others, or to diminish something of their pains. And for every grain of enjoyment you sow in the bosom of another, you shall find a harvest in your own bosom; while every sorrow which you pluck out from the thoughts and feelings of a fellow creature shall be replaced by beautiful peace and joy in the sanctuary of your soul». #JeremyBentham #London #England #Philosopher #Perseverance #Freedom #Inspirational #Success #Life #Wisdom #Leadership #Courageous #Selfrealization #SelfDevelopment #Resilience #Greatness #SelfDiscovery #Challenge #Assertiveness #IgersUK #MoveForward #AjToussaint #GreatBritish🧙♂️ https://www.instagram.com/p/B-iND3LHRNNV-flqyNjRDD0E84Vbz_P4kPzT4E0/?igshid=10civ3qnpe2g
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"Other animals, which, on account of their interests having been neglected by the insensibility of the ancient jurists, stand degraded into the class of things. ⚖️
The day may come, when the rest of the animal creation may acquire those rights which never could have been withholden from them but by the hand of tyranny. 🕊
It may come one day to be recognized, that the number of legs 🐥, the villosity of the skin 🐺, or the termination of the os sacrum 🐮, are reasons insufficient for abandoning a sensitive being…
What else is it that should trace the insuperable line? Is it the faculty of reason 🐶, or perhaps, the faculty for discourse? 🐋 ...the question is not, Can they reason? nor, Can they talk? but, Can they suffer?
Why should the law refuse its protection to any sensitive being? The time will come when humanity will extend its mantle over everything which breathes... " 🐷🐥🐴
- Jeremy Bentham (1789) - An Introduction to the Principles of Morals and Legislation 📖
Bentham was an english utilitarian philosopher and social reformer. 🗣 His campaign for social and political reforms in all areas, most notably the criminal law, had its theoretical basis in his utilitarianism, expounded in his Introduction to the Principles of Morals and Legislation, published in 1789. In it he formulated the principle of utility, which approves of an action in so far as an action has an overall tendency to promote the greatest amount of happiness. Happiness is identified with pleasure and the absence of pain. (utilitarianism.com)
https://www.instagram.com/p/BybHQwRhmWb/?igshid=kz2w3189r8m9
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座りにくいベンチ、ユーザビリティを損なうオブジェ。 こういう、人間の悪意が具現化したものは何か写真を撮りたくなる。 #伊勢崎駅 にて撮影。 その他の様子はブログに。https://gyakutorajiro.com/entry/2022/06/14/232155 #意地悪なデザイン #アンチユニバーサルデザイン #逆ユニバーサルデザイン #排除アート #排除オブジェ #hostilearchitecture #不寛容社会 #ポピュリズム #ホームレス避け #悪趣味 #排除ベンチ #不寛容な世の中 #悪意に満ちた意図 #誰にもやさしくない都市 #タカハトゲーム #ベンサム #フーコー #パノプティコン #JeremyBentham #MichelFoucault #panopticon #antisit #antisitarchitecture https://www.instagram.com/p/Cffl2hEpdmI/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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#jeremybentham #rare #consistency #qualities #writing #tvwriting #amwriting #film #television #nycgratitude (at Manhattan, New York) https://www.instagram.com/p/CXn7j2qrLHu/?utm_medium=tumblr
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Michael Foucault and his PANOPTICISM theory from his “Discipline and Punish: The Birth of the Prison” for ugcnetenglish literature and for literary theory and cultural studies #ugcnetenglish #literature #literarytheory #michelfoucault #panopticon #disciplineandpunishment #culturalstudies #britishliterature #jeremybentham #foucault https://www.instagram.com/p/CWj-8GlpDqF/?utm_medium=tumblr
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“The question is not, can they reason? nor can they talk? But can they suffer?” – Jeremy Bentham, Introduction to the Principles of Morals and Legislation, 1789 • Designed and Created by me from a stock photo from Pixabay via Typorama. • #DesignedByMe #CreatedByMe #DesignedByJeriRae #CreatedByJeriRae #Quote #JeremyBentham #Animal #SufferingAnimals #EndSuffering #IAmAnEnvironmentalist #IAmAnAnimalLover #Humanist https://www.instagram.com/p/CJb6ZIOFlgo/?igshid=55py7rp0aet
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Jeremy Bentham
Jeremy Bentham (1748-1832) was an English philosopher and liberal social reformer best known as the founder of utilitarianism based on the greatest happiness principle, that is, rationally judging the success of a law by considering how many people it makes happy. Bentham defined happiness as the presence of pleasure and absence of pain – criteria also applied to define moral behaviour.
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Utilitarisme
L'utilitarisme est une philosophie fondée par Jeremy Bentham (1748-1832) et développée par d'autres penseurs, notamment John Stuart Mill (1806-1873). L'utilitarisme repose sur le principe du plus grand bonheur, selon lequel une loi ou une action est bonne si elle favorise le plus grand bonheur possible pour le plus grand nombre de personnes, le bonheur étant défini comme la présence de plaisir et l'absence de douleur.
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È BENE E GIUSTO CIÒ CHE RENDE FELICI Questa massima dell’ #utilitarismo è di grande attualità in un’epoca in cui si sta tornando alle deleterie idee dell’ #idealismo di #hegel. #sociologia : ciò che aumenta la felicità E ANCHE il benessere di tutti è bene, ciò che tutela prima alcuni e rende infelici tanti e molti di più è ingiusto. #psicologia : ciò che migliora il nostro fisico, la nostra #estetica E ANCHE la nostra #salute è buono. «La #natura ha posto il genere umano sotto il dominio di due supremi padroni: il #dolore e il #piacere (la #felicità per #Mill). Spetta a essi soltanto indicare quel che dovremmo fare, come anche determinare ciò che è giusto o ingiusto.» Jeremy #Bentham (1748–1832), filosofo e giurista inglese. #filosofia #filosofía #philosophy #philosophie #johnstuartmill #jeremybentham #positivismo #pensieri #pensieripositivi #sinistra #destra #progressismo #progressista #conservatorismo #conservatore https://www.instagram.com/p/CD3NcBuKyiC/?igshid=lzue26dp6de1
#utilitarismo#idealismo#hegel#sociologia#psicologia#estetica#salute#natura#dolore#piacere#felicità#mill#bentham#filosofia#filosofía#philosophy#philosophie#johnstuartmill#jeremybentham#positivismo#pensieri#pensieripositivi#sinistra#destra#progressismo#progressista#conservatorismo#conservatore
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#hedonistic #calculus #JeremyBentham, philosopher & #ulitarianism https://www.instagram.com/p/B_73dafHsTm/?igshid=w0m4qqydy5xj
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Love the story of Jeremy Bentham - founder of the amazing UCL - he is still overseeing his University although he has been dead for over 150 years!! UCL Visit London https://www.thesun.co.uk/tech/11133893/jeremy-bentham-philosopher-auto-icon-ucl/
Creepy mummy of English philosopher Jeremy Bentham is Britain's 'weirdest tourist attraction'
DEEP in the bowels of one of Britain’s oldest universities lies a tourist attraction that’s like no other. The preserved corpse of kooky 19th century philosopher Jeremy Bentham, dressed…
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