#Ioanna karistiani
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E la magia? Dov'era finita? Possibile che non ne fosse rimasta neanche un po'? Che senso ha la vita se ogni tanto non ci si lascia travolgere da una trepidante magnificenza, se non si resta sgomenti di fronte a qualcosa di bello e affascinati dallo spettacolo palpitante di una promettente tensione, se il cuore non sfarfalla inebriato pregustando l'approssimarsi di un gaudioso evento?
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Letture per tutti i gusti
Una selezione tra le numerose novità recentemente acquisite dal Sistema Bibliotecario di Milano. Si tratta di libri di vario genere: gialli, narrativa e un piccolo assaggio di classici ripubblicati o inediti.
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Dalla raccolta L’occhio dell’assassino segnaliamo in particolare l’apologo di Flaubert che svela a quali abissi di follia possa portare l’amore per i libri, ma un amore perverso, votato al puro supporto e non al contenuto. Baricco, nell’introduzione a Tre racconti, ha segnalato Flaubert come maestro assoluto del racconto, genere apparentemente semplice, in realtà insidioso banco di prova per veri talenti, proprio come E.A. Poe che qui ci viene proposto in uno dei suoi capolavori, Il cuore rivelatore. Originale l’esperimento di Dickens che amabilmente sorvola sui luoghi del cuore, che non sono quelli reali, ma quelli della fantasia letteraria: l’isola di Robinson Crusoe, lo studio di Don Chisciotte, Lilliput e “varie centinaia di posti; non ci sono mai stato, eppure mantenerli intatti fa parte della mia vita, e ci ritorno sempre”. Pregevole saggio di scrittura per amanti degli scacchi è L’alfier nero del librettista scapigliato, nonché appassionato di scacchi e di enigmistica, Arrigo Boito, in cui pare che i pezzi degli scacchi siano animati da vita propria: “Quel disordine era fatto ad arte per nascondere l’agguato, le pedine fingevano la rotta per ingannare il nemico, i cavalli fingevano lo sgomento, il re fingeva la fuga”. Ma la partita fra bianchi e neri non si gioca solo sulla scacchiera.
In Il rogo della Repubblica, al tempo stesso romanzo storico, giallo, processo politico e cronaca d’archivio, Andrea Molesini ricostruisce un fatto reale accaduto nel 1480: l’esecuzione di tre ebrei in Piazza San Marco per un’accusa di infanticidio. Fra razzismo, opportunismo economico, motivazioni di ordine pubblico, indagini ammantate di magia (“Il dettaglio è il crocevia dove il visibile e l’invisibile s’incontrano”) e inquietudini religiose, il protagonista Boris da Candia, un “miscredente avventuriero”, si trova di fronte al pregiudizio, all’ingiustizia, all’abuso di potere: “I popoli, non sapendo fare forte il giusto, chiamano giusto il forte”. L’autore in questo video definisce l’opera “un’avventura catartica”, che è anche un romanzo di formazione, la storia della redenzione del protagonista.
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Non delude Rex Stout nel giallo non-Nero Wolfe Sinfonia funebre, in cui il detective protagonista, che ha un suggestivo nome indiano e un cognome ‘parlante’, Tecumseh Fox, dovrà indagare su vari crimini che ruotano intorno a un prezioso Stradivari.
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Sono le acque ondeggianti di storia e di poesia del Mar Egeo quelle che avvolgono di mistero il cadavere impigliato tra le reti di un pescatore. Vi proponiamo direttamente uno stralcio del romanzo Mille sospiri di  Ioanna Karistiani, che meglio di qualsiasi recensione potrà invogliarvi alla lettura.
Composto nel 1985 ma pubblicato solo oggi Il serpente maiuscolo è il primo e, a detta dell’autore, anche l’ultimo noir di Pierre Lemaitre. Un killer spietato si cela dietro le insospettabili vesti di una vedova sessantenne in sovrappeso affezionatissima al suo dalmata. Ma da qualche tempo, inspiegabilmente, qualcosa non va e l’ispettore Vassiliev è sulle sue tracce. Un thriller alla Tarantino, raccontato secondo il punto di vista folle e deviato della protagonista, in un crescendo sempre più efferato e travolgente.
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Jonathan Franzen, lo scrittore di Le correzioni, ci propone con Crossroads una nuova saga familiare ambientata nella Chicago degli anni Settanta: capelli lunghi, pantaloni a zampa di elefante, afflati mistici e gruppi musicali. Il tutto condito da una sapiente verve ironica, che non riesce tuttavia a celare il sapore amaro della ferita sempre aperta nel cuore dell’America progressista e pacifista: la guerra del Vietnam. Al di là del quadro storico, l’analisi acuta e penetrante delle relazioni familiari, i vizi, i difetti e le debolezze degli esseri umani, osservati in quello che hanno di universale e ripetitivo, rendono l’opera particolarmente attuale.
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In Lèon  Lucarelli fa fuggire dall’ospedale psichiatrico in cui era in cura l’Iguana, il folle assassino catturato anni prima dall’Ispettore Grazia Negro e dal suo compagno Simone. Tutto fa temere che sia a caccia di vendetta.
Anche  il lockdown ha avuto un risvolto positivo: ha ispirato il libro di Marco Presta Il prigioniero dell’interno 7. Il microcosmo di un condominio diventa l’ombelico del mondo e il protagonista, alla perenne ricerca di solitudine, si troverà suo malgrado al centro di un universo che pretende la sua collaborazione e, forse, la sua maturazione.
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Come Tre uomini in barca, nato al di là delle intenzioni dell’autore, J.K. Jerome, il cui obiettivo era la stesura di una guida turistica, così il protagonista di L’ora senz’ombra di Osvaldo Soriano, incaricato di redigere una Guida alle passioni argentine, si ritrova in questo road trip a fare i conti con il passato e i legami familiari, a mescolare i ricordi con gli incontri occasionali, a scavare nella propria interiorità. “L’ora senz’ombra del titolo (una citazione dall’Aleph di Borges) è l’ora del sole a perpendicolo, dove la luce annulla tutte le ombre e vengono a galla le verità profonde”.
Ancora un po’ di ossigeno per i patiti di Simenon:  Il capanno di Flipke contiene dieci racconti di cui sette totalmente inediti in Italia.
In Génie la matta Inès Cagnati, figlia di contadini veneti emigrati in Francia, ci propone una storia (pubblicata in Francia nel 1976, e ora per la prima volta in Italia) intensa e toccante: l’amore assoluto, viscerale di una figlia per una madre decisamente problematica, forse anaffettiva, sola in una società che la emargina per colpa di un vile pregiudizio e che, pur disprezzandola, non esita a sfruttarla. Dice l’autrice in un’intervista: “Il matto è colui che ci rassicura su noi stessi, l’altro è matto perché noi siamo normali, e affinché noi possiamo esserlo. Ne è il garante”. Una storia di profonde ingiustizie e, perciò, dolorosamente attuale.
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Una raccolta di racconti illustrati per Storie liete, fiabe nere e tempi andati  di Francesco Guccini: “un viaggio che va dai familiari scenari dell’Appennino tosco-emiliano, a quelli, più inattesi, di un antico regno di fiaba”.
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Un nuovo attesissimo noir per Raul Montanari, Il vizio della solitudine. Il vice ispettore Ennio Guarneri, a riposo forzato per dissapori di servizio, si è costruito un’esistenza a sua misura: segue le lezioni della vecchia maestra, coltiva un amore inatteso, si bea di una solitudine che è una conquista più che una condanna. Ma, come è vero che “quando sei nato non puoi più nasconderti”, i guai lo cercano e, naturalmente, lo trovano e la tensione esplode violenta e implacabile. “Un dubbio rimarrà alla fine: se per lui, come per tutti noi, la solitudine sia un male a cui sottrarsi o un vizio da coltivare con cura”. Una scrittura accattivante, dialoghi impeccabili e un finale mozzafiato per un libro che regala emozioni.
Dopo molti anni Mondadori ripubblica un romanzo di Alba de Céspedes,  la scrittrice di La bambolona (da cui è stato tratto un film con Ugo Tognazzi) e Nessuno torna indietro, il libro che la fece conoscere a livello internazionale. «La storia di un grande amore e di un delitto»: così l’autrice definì Dalla parte di lei. Il quadro storico si amplia rispetto al romanzo del 1938: oltre ai temi legati al fascismo e alla resistenza, si arriva fino alla ricostruzione. Anche in questo caso si tratta di un romanzo di formazione, che descrive la presa di coscienza della protagonista dalla sottomissione alla ribellione di fronte a un mondo dove domina incontrastato il punto di vista maschile.
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Non possiamo esimerci dal consigliare le ultime avventure del britannico ispettore Morse creato dalla penna di Colin Dexter, professore di greco ed esperto enigmista recentemente scomparso: Il giorno del rimorso  e Il più grande mistero di Morse e altre storie (con una nota di Marco Malvaldi). I seguaci dello scorbutico ispettore capo, protagonista anche di una fortunata serie televisiva, ritroveranno la sua sagacia, l’acuta intelligenza, la sconfinata cultura, la puntigliosità, la mordente ironia e molto altro ancora. Chi non lo conosce ha un’ottima occasione per imparare ad apprezzarlo.
Una ristampa per Vita del signor de Molière di Michail Bulgakov: pubblicato postumo a causa della censura sovietica, è ora stampato in versione integrale. Diversi sono i punti in comune fra i due scrittori: la passione per il teatro, il gusto per il sarcasmo, la capacità di cogliere il lato grottesco delle cose, l’ostilità nei confronti di ogni ipocrisia, le difficoltà determinate dal rapporto con il potere che cerca sempre di soffocare la libertà dell’artista. Realizzando un equilibrio apparentemente impossibile fra biografia e autobiografismo, documentazione storica e fantasia, Bulgakov compone quello che egli stesso definì un romanzo a tutti gli effetti, in cui la vita del protagonista è interessante e avventurosa come quella dei personaggi creati dalla sua fantasia.
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Per la prima volta tradotto in italiano I bambini del mercato di Edgar Lee Masters,  l’autore dell’Antologia di Spoon River, è stato scritto esattamente cent’anni fa e tratta di un argomento scottante, il razzismo. “Ne è protagonista un ragazzo inglese che approda a Chicago nel 1833 per entrare in possesso di una tenuta ricevuta in eredità. Basta poco però perché la terra delle opportunità e della libertà tanto idealizzata si riveli un Paese contraddittorio, una democrazia in cui vige la schiavitù, un luogo fondato da uomini bianchi per gli uomini bianchi”.
Con sarcasmo evidente Honoré de Balzac presenta Il vicario delle Ardenne: «Dal momento che quest’opera potrà forse subire delle critiche, anzi, sarà certamente criticata, io dichiaro di essere giovane, senza esperienza e senza alcuna conoscenza della lingua francese, nonostante il titolo di baccelliere in lettere…». Infatti, come scrive Mirella Serri nell’introduzione a questa recente traduzione (la prima risale al 1837 e la seconda al 1841), «il racconto fu come una meteora: uscì a novembre e nel dicembre era già stato fatto sparire dalle librerie parigine. Ma in quei pochissimi giorni ... conquistò il pubblico». Come tutta l’opera di Balzac, anche questo romanzo fu inserito nell’Indice dei libri proibiti.
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Io non ce la faccio ad accettare il mondo così com'è, non ce la faccio a vivere senza costruire castelli in aria.
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Le persone vanitose non erano, non sono per forza frivole e superficiali, pensava. Solo una minoranza di queste non vede, non si accorge o non gliene frega niente di tutto quello che fa arrovellare la mente e attorcigliare le budella. A volte Pighì invidiava le acque basse in cui persone del genere sguazzano, ignare dell'esistenza degli abissi. Il punto sono tutti gli altri. E la minoranza di questi altri. Le creature che brancolano nelle pieghe tenebrose dell'anima, leggono le cose non scritte e dicono le cose non dette.
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Non era stato facile per nessuno dei due trovare un argomento di conversazione decente, così alla fine si erano messi a parlare di nuvole.
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Il mare non ce la faccio più a vederlo come prima, il mare non è più per me quello dei poeti e dei pittori, costellato com'è di naufraghi vecchi e nuovi.
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Perché il passato a volte si comporta come un veicolo che continua a sbandare lungo la linea del tempo causando ferite insanabili?
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Il resto, i sentimenti veri, era racchiuso negli occhi e nelle ciglia umide.
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Quando si sveglia al mattino, Ioanna Karistiani apre la finestra, spalanca le persiane, e viene investita dall’inesorabile e dall’assoluto, da un vento nero che si chiama destino. Poi, dopo il caffè, si siede alla scrivania, chiude gli occhi e vede il mare di Grecia, le isole scagliate nell’acqua dalla mano di un dio arrabbiato, il paesaggio aspro e vertiginosamente bello, il santo della solitudine, le catene del mare, il lutto nei vestiti, incrocia occhi fieri e fiammeggianti, respira il melteni e gli odori inebrianti delle erbe, da un nome a tutti i silenzi, si riposa sotto gli alberi in grotte di ombra, ascolta la voce antica del sangue, combatte l’impeto devastante dell’amore, cerca le parole nascoste sotto le pietre. E inizia a scrivere. I suoi libri sono fatti così.
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