#Il ritorno del cavaliere oscuro
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stefanoavvisati69 · 5 months ago
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Recensione: "Frank Miller - Il Cavaliere in chiaroscuro" di Dario Marchetti
Dario Marchetti, noto conduttore di RaiNews24, specializzato nell’analisi dell’intersezione tra cultura pop, digitale e tecnologia, ci introduce nel coinvolgente universo dello scrittore Frank Miller. Marchetti, celebre anche per la rubrica Altri Mondi sul videogioco e autore del libro “Miti Pop – Lavaggio a freddo” (Ultra, 2021), esplora le figure che hanno modellato l’immaginario comune dagli…
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cinquecolonnemagazine · 11 months ago
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Ascolti tv, 'Il Volo' vola e vince la serata con il 20,1%
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(Adnkronos) - 'Il Volo - Tutti per Uno' vola su Canale 5 e si aggiudica gli ascolti della prima serata di ieri, 29 dicembre 2023, grazie a 2.699.000 telespettatori e il 20,1% di share. Una serata televisiva piuttosto fiacca che vede al secondo posto il film 'La seconda chance' di Rai1 con 2.033.000 telespettatori e il 12,4%, mentre al terzo si piazza Retequattro con 'Quarto Grado - Le storie', visto da 1.045.000 telespettatori pari al 7,3% di share.  Appena fuori dal podio Italia 1 con il film 'Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno', che ha ottenuto 875.000 telespettatori e il 6,2%, mentre la serie di Rai2, 'Il giro del mondo in 80 giorni', ha registrato 837.000 telespettatori e il 5% di share, seguita da Rai3 che con il film 'Quello che veramente importa' ha raccolto 777.000 telespettatori e il 4,7%. La7 con 'Baby boom' ha segnato il 3,9% e 671.000 telespettatori e Nove con 'I Migliori Fratelli di Crozza' ha totalizzato 505.000 telespettatori e il 3%. Chiude la classifica del prime time di ieri Tv8 che con 'La risposta è nelle stelle' ha conquistato 317.000 telespettatori e il 2% di share. L'access prime time come sempre è andato ad 'Affari Tuoi' di Rai1 che ha ottenuto 4.487.000 telespettatori e il 23,2%, mentre Canale 5 con 'Striscia la notizia' ha raccolto 3.260.000 telespettatori e il 16,9% di share. Anche il preserale è andato alla rete ammiraglia Rai grazie a 'Reazione a catena - La sfida dei campioni', che ha raccolto 4.487.000 telespettatori e il 27,2% di share contro il 16,7% e 2.670.000 di 'Caduta libera!', il programma competitor di Canale 5. Nel complesso, la comparazione delle reti generaliste Rai più RaiNews24 nei confronti delle generaliste Mediaset più TgCom24 vede, nell'intera giornata, la Rai al 28,4% con 2.470.000 telespettatori e Mediaset al 26,7% con 2.323.000, mentre in prima serata la Rai è al 29,7% con 5.522.000 telespettatori e Mediaset al 28,8% con 5.364.000.  [email protected] (Web Info) Read the full article
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stunmewithyourlasers · 2 years ago
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quando ti sei avvicinato al mondo dei manga / fumetti?
Fumetti penso verso il 2015/16,quando lessi per la prima volta "il ritorno del cavaliere oscuro" "watchmen" e "v for vendetta"
Manga in realtà l'anno scorso,il primo che ho letto è stato chainsaw man e poi mi sono lanciato su berserk senza passare dal via.
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spettriedemoni · 2 years ago
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La cover di Batman: The Dark Knight Returns di Frank Miller (con colori di Lynn Varley) è stata venduta all’asta da Heritage Auctions per 2,4 milioni di dollari (oltre 2 milioni di euro), diventando l'originale di un fumetto di Batman più costoso di sempre.
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lumieretrain · 4 years ago
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I finished to read The Dark Knight Returns by Frank Miller, which is one of the most unique comic books of all times. It is filled with unforgettable moments, with realism and unexpected surprises.
Ho finito di leggere Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, che è uno dei più unici fumetti di tutti i tempi. Essendo pieno di momenti indimenticabili, con realismo e sorprese inaspettate.
Ich habe Batman - Die Rückkehr des Dunkeln Ritters von Frank Miller fertig gelesen, eines der einzigartigsten Comics aller Zeiten. Es ist voller unvergesslicher Momente, mit Realismus und unerwarteten Überraschungen.
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doppisensi · 8 years ago
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Vedo una magnifica città e uno splendido popolo sollevarsi da questo abisso. Vedo le vite per le quali sacrifico la mia, pacifiche, utili, prospere e felici. Vedo che nell'intimo del loro cuore essi hanno per me un santuario e l'hanno i loro discendenti, generazione dopo generazione. Quel che faccio è certo il meglio, di gran lunga, di quanto abbia mai fatto e quel che mi attende è di gran lunga il riposo più dolce che abbia mai conosciuto.
Il cavaliere oscuro: il ritorno
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Il Ritorno del Cavaliere Oscuro - Recensione Fatta Male
Frank Miller non le manda a dire, di questo siamo ragionevolmente sicuri. E se dovessimo dire un altra cosa di cui siamo ragionevolmente sicuri è che nulla che Frank Miller abbia mai scritto vi ha fomentato quanto Rinascita o Il Ritorno del Cavaliere Oscuro. Bruce è finalmente invecchiato e, in seguito alla morte di Robin (Jason Todd) ha appeso il mantello al chiodo. Gotham è sempre il posto di merda cui siamo abituati, ma i nuovi criminali in città sono i cosiddetti “mutanti”, dei simil motociclisti di Kenshiro pieni di borchie; Due Facce ha subito un intervento ed è di nuovo completamente umano, Joker è catatonico e senza speranza da quando la sua nemesi è scomparsa dalle scene e Superman è il fedele cagnolino del Presidente degli Stati Uniti. Una nuova ondata di criminalità spingerà fuori da Villa Wayne Batman e la città si ricorderà del motivo per cui l’uomo pipistrello è un fottuto psicopatico! In soldoni la trama è questa, l’opera è divisa in tre parti principali che seguono tre archi narrativi differenti e che potremmo riassumere così: 1. Batman mena i mutanti 2. Batman mena il Joker 3. Batman mena Superman Se vi sembra di vedere un filo conduttore siete geniali cazzo! Proprio l’atto di menare altri individui spinge Batman a fare tutto quello che fa nel corso della Graphic Novel, e per quanto non ci siano cali di sorta durante tutta l’opera, forse il troncone più significativo è proprio lo scontro finale tra il Cavaliere Oscuro e Joker, tornato a nuova vita proprio grazie al ritorno di Batman. Un sanguinosissimo duello che porterà alla resa dei conti tra i due, con un epilogo che al solito non riveleremo, ma che vi assicuriamo vi lascerà a bocca aperta e segnerà la definitiva vittoria di uno dei contendenti (e non prendete le nostre parole leggermente, il risultato non è affatto scontato). L’olimpo del fumetto apre le porte ad un’opera imprescindibile per i fan del pipistrello, e potremmo riempire pagine e pagine Word solo citando le centinaia di frasi cult che quest’opera ha regalato al mondo. Se proprio dovessimo sceglierne una, diremmo che il monologo finale di Batman durante lo scontro con l’odiosissimo Superman (inviato a fermare l’ex compagno perchè rappresenta un’umiliazione per tutto ciò che gli Stati Uniti non sono stati in grado di contenere) rappresenta forse il punto più alto della carriera del Cavaliere Oscuro. Voto 10 e lode, e forse la sua unica pecca è stata quella di lasciare spazio ad un sequel sbiadito e interessante quanto è un compasso sui coglioni (mentre ci riserviamo di parlare bene o male di Razza Suprema, il terzo capitolo, quando uscirà in maniera completa). Gente che si mena, braccia che si rompono, fomento a palate brutte. Consigliata la lettura da soli, così che chiunque abiti insieme a voi possa sentire a intermittenza frasi fatte di macismo e testosterone. E consigliatissima anche la visione del cartone animato (della durata di 3 ore pazzesche)…. ma vedetelo con un amico vostro così vi potete dare virili cazzottini sulle spalle ad ogni scena, che se lo vedete con la vostra ragazza rischiate di scassarla di botte dopo circa 40 minuti.
Ah! Sto fumetto è il motivo per cui il Batman di Ben Affleck è così fottutamente epico.
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comeilsoletramonta · 4 years ago
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Ho una passione per i fumetti… Tutti i fumetti!
Il mio amore per i libri e per i fumetti dura da sempre: i miei genitori mi leggevano un sacco di fiabe da bambina, così come i giornalini di Topolino e di Barbie. È così che ho imparato a riconoscere le lettere e a leggere con scioltezza a quattro anni e mezzo.
Posso dire di aver letto di tutto, ma è soprattutto con i fumetti che ho sperimentato di più: sono partita con Topolino, poi l’ho lasciato per i fotoromanzi di Barbie alla scuola materna e buona parte delle elementari. Perso l’interesse per Barbie, ho ripreso con Topolino per altri tre anni (complice l’abbonamento annuale) e le intramontabili W.I.T.C.H. 
Alle medie abbandonai i fumetti, perchè volevo sentirmi grande e trovare nelle pagine dei giornaletti per ragazzine (tipo Top Girl o Cioè) la migliore amica che non avevo e con cui potevo confrontarmi per affrontare l’adolescenza. Di quelle riviste mi stancai però presto, perchè mi sembravano tutte uguali e, in un certo senso, insulse: come potevano aiutarmi i loro consigli sull’amore e sull’amicizia, quando ero terribilmente sola, e come potevano interessarmi i gossip sulle star che io manco seguivo? I valori e gli ideali che quei giornaletti veicolavano non coincidevano con i miei, così smisi di comprarli e sono l’unica cosa cartacea di cui mi sono sbarazzata di cui non sento la mancanza.
Vennero poi finalmente le superiori e lì cambiò tutto. Grazie ad una compagna di classe, riscoprii il piacere dei baloon con i manga giapponesi (se adesso qualcuno si azzarda a mandarmi un messaggio anonimo, dicendo che non c’era bisogno di specificare “giapponesi”, lo picchio: esistono molti fumetti in stile manga anche di artisti di altri Paesi, come la Cina, la Corea del Sud e anche l’Italia). In quei cinque anni ho svaligiato la fornitissima fumetteria della mia cittadina con opere di Ai Yazawa, le CLAMP, Masashi Kishimoto e qualunque altro titolo mi ispirasse.
Alla lunga però, quel tipo di disegno e le trame quasi sempre simili persero di attrattiva. Avevo bisogno di nuovi stimoli e di nuove storie, così provai il fumetto occidentale durante gli anni universitari, soprattutto quello americano: iniziai con qualche numero di Star Wars e di qualche supereroe della Marvel. Presi anche qualche numero di The Walking Dead, ma non scattò la scintilla con nessuno di questi: o non mi piaceva lo stile di disegno oppure non mi appassionava la trama. Menzione speciale va ad una serie di strisce che per tutto quel periodo mi ha accompagnato e mi ha fatto riflettere con la sua ironia sagace e al tempo stesso tagliente: i Peanuts, di cui ho postato moltissime gag in questo blog.
Fu proprio in questo momento di limbo che trovai il comic perfetto per me: Batman. Dopotutto, da bambina era il mio supereroe preferito e amavo il cartone animato. Se il mio amico di penna torinese non mi avesse convinto a prendere in mano The Killing Joke, forse non mi sarei più riavvicinata a Gotham… Complice anche la faida fra i fan delle due più grandi case di supereroi americane che andava tanto di moda anni fa: io ero schierata con la Marvel (e tuttora la preferisco per i concept dei personaggi), quindi non osavo ammettere che ci potesse essere qualcosa di interessante nel pantheon DC. Invece, mi dovetti ricredere: The Killing Joke fu uno schiaffo a tutte le mie convinzioni e mi trasportò in un mondo più cupo e ammaliante di quanto potessi immaginare. Ancora adesso seguo il Cavaliere Oscuro con la pubblicazione quindicinale (sono indietrissimo con la lettura, quindi nessuno mi chieda pareri sulle ultime vicende, perchè non le ho lette) e, quando posso, recupero le grandi storie del passato come Il ritorno del Cavaliere Oscuro e il Lungo Halloween. L’ultimo acquisto è Anno Uno e non vedo l’ora di ritagliarmi un po’ di tempo per immergermi nel suo splendore.
Ma la mia curiosità per il mondo dei fumetti non si è fermata qui! Durante il Servizio Civile ho scoperto Zerocalcare e il catalogo della Bao, con tutte le loro proposte nostrane e internazionali. Anche se conosco molti autori solo di nome, ho già inserito alcune loro opere nella mia infinita lista di roba da leggere, aspettando il momento migliore per recuperarle (cioè quando riuscirò a smaltire qualcosa da questa benedetta lista).
Quindi, perchè ho scritto tutto questo panegirico? Perché da qualche settimana ho ripreso a cercare qualcosa di nuovo da leggere… In realtà, non si tratta di scoperte, ma di un grande ritorno: Topolino! Ho ricominciato a seguirlo dopo un lungo periodo di valutazione: mi era tornata la curiosità di riprendere in mano le avventure dei beniamini della mia infanzia, ma qualcosa mi aveva sempre frenato dal farlo. Forse era la paura di restare delusa, come è successo con tanti miti di quando ero bambina. Poi un mesetto fa mi sono decisa a prenderne una copia e ho ritrovato un mondo che conosco bene e che è ancora così strabiliante, proprio come lo ricordavo! Anzi, forse adesso lo apprezzo anche di più, perchè riesco a vedere dietro la lettura più superficiale e giocosa: tutto il lavoro stilistico e grafico che c’è dietro, dalla scelta del vocabolario alla mimica dei personaggi. È un mondo spiritoso e avventuroso, leggero ma emozionante, spensierato e istruttivo/educativo al tempo stesso. È semplicemente perfetto. E tuffandomi nuovamente fra le pagine di questo settimanale, ho capito perchè sono appassionata di storie a fumetti e perchè non riesco a farne a meno.
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app-teatrodipisa · 5 years ago
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La signora Franca — Roberto Giovanni Busembai
La signora Franca è una anziana donna, di ceto medio, ma molto curata ed elegante nel vestire e nel portamento, ha da poco festeggiato i suoi ambiti 80 anni e, pur con qualche minimo acciacco, che è di prassi per una persona di età avanzata, non li da a dimostrare. E' una donna che nella vita ha avuto sempre da lottare e mai si è tirata indietro o si è adagiata al destino, combattente e attiva si è sempre prodigata per trovare una soluzione o un modo diverso di vedere le cose. Era ancora una quindicenne che decise di andarsene dal suo paese montano, non che stesse male con i suoi cari genitori, assolutamente, loro erano due bravi contadini che si davano daffare per la campagna e con il pascolo delle poche mucche che possedevano, ma Franca voleva conoscere il mondo, sapeva che oltre quelle vette e quelle valli c'era sicuramente qualche cosa di bello e di ancora più importante da conoscere. Partì una mattina, era d'inverno, che nevicava forte, salì sulla corriera che la portava alla città più vicina, mentre dalla finestra la madre non sapeva se trattenere le lacrime perché non procurasse dolore alla figlia, o piangere a dirotto per farle capire quanto le dispiaceva quell'allontanamento, il padre seduto affranto sopra una sedia, si scaldava al caminetto acceso, fumava incessantemente la pipa, e tratteneva il dolore per non dare adito a chiacchiere sul suo comportamento quasi femminile, se avesse pianto, ma.....qualche alito di fumo dal caminetto gli procurava irritazione a gli occhi da "bagnarli".
Da quel giorno Franca non fece più ritorno al paese, i suoi quando raggiunsero l'età del riposo, si ritirarono in città in un appartamento vicino alla figlia, che già da tempo si era sposata, aveva dato loro due bei nipotini e conduceva un lavoro estenuante, faceva l'infermiera presso un centro ospedaliero privato. Poi ci fu l'anno delle disgrazie, prima il padre, a seguire, subito dopo qualche mese, la madre, perirono per complicazioni e certo per anzianità, ma la cosa ancora più grave avvenne alla fine di quel disastroso anno, quando un suo figlio, quello più piccolo, al tempo aveva 10 anni, fu colto da quel male oscuro che in un baleno se lo portò via.
Cambiarono le cose in quella famiglia, ma anche Franca cambiò molto, se prima era dedita interamente a tutti e a tutto, adesso aveva anche capito che era giunto il momento di dedicarsi anche a se stessa, e oltre il lavoro iniziò a frequentare una palestra per fare movimento e soprattutto amicizie, poi fu presa dalla voglia di ballare e in questo convinse anche il marito, Simone, e in poco tempo, divennero la coppia più famosa delle balere e dei ritrovi, il liscio era il loro amore e volteggiavano sulla pista da tenere gli astanti ad ammirare a bocca aperta.
Gli anni passavano, il figlio maggiore si accompagnò con una ragazza e uscì di casa che aveva solo 21 anni, poi quando sembrava che lo stare insieme fosse una grande meraviglia, il marito per una complicazione di una “stupida” operazione chirurgica, morì tra le sue braccia e fu allora che la vita sembrò chiudersi al suo futuro.
Ma come un baco presto diventò farfalla, si iscrisse a un corso di teatro, il giorno andava ad aiutare un centro per anziani, volontariato e opere di bene, spesso girava per le librerie, aveva capito che leggere gli faceva scorrere la vita, e ritornò a ballare, senza il suo bel cavaliere, ma un uomo per fare quattro salti lo si trovava sempre......
Ed ecco che ora si trova a dover badare di non uscire perché c'è un nemico forte, dicono, che ci vuole male, e lei che aveva sempre combattuto non riusciva proprio a cedere a questo maledetto essere ignobile e ingordo. Franca di stare in casa, sola, con una cagnetta appresso, era come averle tolto il respiro e pure la mente.
Un giorno, presa da un impeto di rabbia e di solitudine, fece un bel bagno, si profumò di fresca lavanda, mise l'abito più appariscente e più colorato che avesse, e di quel genere ne aveva tanti, un paio di scarpe col tacco, rosse e di pelle lucida, indossò pure un paio di occhiali a riflesso a specchio, prese il guinzaglio e chiamò la sua piccola e fedele cagnetta:
“ Peggy adesso noi andiamo a fare una bella passeggiata”
Scese le scale che pareva una regina, il profumo lasciava la sua scia che anche per alcuni minuti si sarebbe capito che era passata, senza neppure averla veduta, arrivarono al portone, fuori era completamente silenzio e non si vedevano persone e nemmeno auto, il mondo era sparito, scomparso, svuotato.
Fece i primi passi con disinvoltura finché arrivata al primo lampione, all'angolo del condominio incontrò un vigile con una maschera bianca sulla bocca che gli fece cenno di fermarsi e gli disse:
“ Signora dove crede di andare? Ritorni immediatamente in casa!”
Lei stizzita, ma cortesemente gli rispose:
“ Ho ottanta anni e nessuno mi ferma, ne lei, ne il virus, ne il governo!”
“Signora se fa un passo la devo multare, se ne ritorni in casa che è meglio”
Allora Franca ebbe un pensiero, ritornò sui suoi passi, entrò di nuovo nel condominio, ma non salì le scale, entrò nell'atrio e aprì una porta che dava al giardino, un giardino che aveva in fondo al vialetto un cancellino chiuso, che dava su un'altra strada. Lo scavalcò come una gazzella, la cagnetta dietro, tirata dal guinzaglio, intraprese la strada che arrivava al fiume, nessuno in vista, era libera di andare.
Arrivata che fu al ponte che portava dall'altra parte della riva, si chinò, carezzò Peggy e le disse:
“ Ora ti lego a questo palo, te devi stare buona, la tua padrona deve allontanarsi, però mi raccomando a chi ti trova non devi abbaiare, vedrai che ti troverai sicuramente bene.”
E così fece e cercando di non sentire i latrati della povera bestiola, arrivò a metà del ponte, si tolse gli occhiali e li posò sul muretto di sicurezza, si guardò bene in giro e vide che non c'era proprio nessuno, un ultimo saluto a Peggy e poi con una canzone nella testa, quel tango che ballava con il suo Simone, si lasciò cadere nelle fredde acque di un fiume in piena per la tanta pioggia che era caduta il giorno prima. In quel momento un vigile da lontano fischiava a più non posso, ma vide una moltitudine di colori librarsi nell'aria e poi scivolare in acqua senza che ormai potesse fare niente.
Roberto da Lucca
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stefanoavvisati69 · 11 months ago
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Natale a Gotham City: i film che trasformano la neve in magia
Natale è un periodo magico, in cui le città si vestono di luci scintillanti, alberi di Natale adornati e decorazioni festose. Anche Gotham City, l’oscuro rifugio del Cavaliere Oscuro, non sfugge a questa atmosfera natalizia. Mentre Batman combatte il crimine durante tutto l’anno, è durante le festività natalizie che la città assume un’aura particolarmente incantata, spesso accompagnata da…
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hopelius · 5 years ago
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L'alcool ci rende più sentimentali
Alfred - Il ritorno del cavaliere oscuro
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cinquecolonnemagazine · 11 months ago
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Ascolti tv, Ficarra & Picone battono il ritorno di 'Mary Poppins'
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(Adnkronos) - Ficarra & Picone più forti di Mary Poppins: il film 'Il primo Natale' del duo comico siciliano andato in onda ieri in prima serata su Canale 5 ha ottenuto 2.761.000 telespettatori pari al 16,3% di share, superando la proposta di Rai1, 'Il ritorno di Mary Poppins', che si è fermata a 2.204.000 telespettatori e al 13,8% di share. Il terzo gradino del podio va a Rai2 con la prima tv di 'Delitti in Paradiso - Feste in famiglia' vista da 1.399.000 telespettatori con il 7,7% di share.  Seguono, nell'ordine: Rai3 con 'Respect' a 1.079.000 e 6,3%; Italia1 con 'Il Cavaliere Oscuro' a 1.028.000 telespettatori e 6,6% di share; Rete4 con 'Zona Bianca' a 902.000 e 5,8%; La7 con 'The Eagle' a 422.000 e 2,4%; il Nove con 'Il mio nome è Nessuno' a 331.000 e 2,0%; Tv8 con 'Star Trek - Into Darkness' a 302.000 telespettatori e 1,8% di share.  Nella fascia dell'access prime time, 'Affari Tuoi' su Rai1 vince con 5.055.000 telespettatori pari al 24,4% di share distanziando 'Striscia la Notizia' che su Canale5 somma 3.527.000 telespettatori e il 17,0% di share. Nel preserale, 'Reazione a Catena' su Rai1 conquista 3.970.000 telespettatori pari al 24,6% di share mentre 'Caduta Libera' su Canale5 si ferma a 2.838.000 telespettatori e il 17,1% di share. Infine, in totale le reti generaliste Rai più Rai News24 ottengono, nell'intera giornata, una media di 2.679.000 telespettatori e il 30,3% di share contro la media delle reti generaliste Mediaset più TgCom24 di 2.243.000 telespettatori pari al 25,4% di share medio, mentre nella prima serata la Rai ha segnato il 31,6% con 6.306.000 telespettatori contro il 27% e i 5.376.000 di Mediaset.  [email protected] (Web Info) Read the full article
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newsintheshell · 5 years ago
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Sword Art Online: Alicization, la serie tornerà con l’ultima parte ad aprile
L’anime è disponibile in streaming su VVVVID e su Amazon Prime Video.
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A seguito della conclusione del 12° episodio di “Sword Art Online: Alicization - War of Underworld” è stato annunciato che la serie tornerà in onda con la last season, ovvero il quarto cour nel complesso, da aprile 2020.
La terza stagione dell’anime, tratto dal romanzo di Reiki Kawahara edito nel nostro paese da J-POP, prende il nome dalla saga di Alicization che viene raccontata dal 9° al 18° volume dell’opera. Le prime due parti sono dell’adattamento sono raccolte nei 24 episodi di “Sword Art Online: Alicization”, mentre la terza parte che introduce l’arco narrativo War of Underworld è, per l’appunto, adattata nei 12 episodi appena andati in onda di Sword Art Online: Alicization - War of Underworld”. 
Come per la precedenti stagioni, l’anime è licenziato nel nostro paese da Dynit e disponibile in streaming, sia sottotitolato che doppiato in italiano, su VVVVID e su Amazon Prime Video, oltre che distribuito in home video. 
Sono passati sei mesi da quando due spadaccini e un Cavaliere Integratore hanno sconfitto l’Administrator. Alice fa ritorno al suo villaggio natale insieme a Kirito, nel frattempo, nelle zone più remote del Dark Territory, il Dio Oscuro Vecta è risorto e alla guida di un esercito inizia la sua invasione del mondo umano.
La serie è diretta da Manabu Ono (Kyoukaisenjou no Horizon, Mahouka Koukou no Rettousei), con l’aiuto di Takashi Sakuma, presso lo studio A-1 Pictures  (Fate/Apocrypha, Wotakoi: L'amore è complicato per gli otaku).  
Autore: SilenziO))) (@s1lenzi0)
[FONTE]
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spettriedemoni · 4 years ago
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Il paradosso di Allan Moore: Allan Moore ha sempre ragione. Allan Moore ha scritto una delle più belle storie di Batman mai pubblicate: "The Killing Joke". Allan Moore dice che quella storia è pessima e che la rinnega.
A parte la provocazione che sottende la formulazione del paradosso, credo vadano fatte alcune considerazioni.
Non sono d'accordo col definire il fumetto come "roba per bambini" come sa chi mi segue. Potrei trovarmi d'accordo sul fatto che lo siano i fumetti di genere supereroistico ma anche qui va considerato un aspetto: i fruitori di quel genere sono cresciuto nel frattempo e non hanno più 12 anni. Ha senso dunque scrivere storie ingenue per bambini aventi personaggi nati oltre 60 anni fa?
Il paradosso poi è che Allan Moore, oltre ad essere stato ispirazione per il film di Joker con protagonista Joaquin Phoenix, ha destrutturato i supereroi con il suo Watchmen. Non potremmo definire quest'opera come un fumetto adulto? E siamo sicuri poi che fumetti come Mafalda siano destinati a bambini? Io penso che un fumetto possa essere per adulti.
Allora perché Moore è così critico? Può essere sensato criticare i cinecomics, il marketing delle varie versioni dei singoli fumetti, denunciare un certo impoverimento culturale però credo che in realtà Moore sia semplicemente amareggiato.
Amareggiato da un'industria che lo ha sfruttato, da un mondo che pensava e vorrebbe diverso. Leggo ancora la sua introduzione al "Il Ritorno del Cavaliere Oscuro" di Miller e so non scorrere buon sangue tra i due oggi.
So di un Moore che non avrebbe voluto un sequel di Watchmen, che ha criticato la serie tv senza averla mai vista, che si sente defraudato dei suoi personaggi a suo dire "rubati" da sceneggiatori e produttori che hanno creato la serie, ma non ha forse fatto altrettanto Moore? Non ha scritto "La lega degli Uomini Straordinari" usando personaggi non suoi, inventati un secolo prima?
Come ha detto sua figlia Leah, Allan Moore è stato fregato e sfruttato dagli editori per i quali ha scritto, in special modo per la sua opera Watchmen e questo è infondo il rammarico più grande per lui e per noi perché forse oggi scriverebbe ancora grandi fumetti se, deluso, non avesse deciso di tirare e fuori.
Che peccato, vero?
Sono curioso di vedere il suo lungometraggio, ora. Magari come sceneggiatore di film troverà quella soddisfazione che il mondo del fumetto gli ha negato.
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jaysreviews · 8 years ago
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Back from the 80s (o giù di lì)
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Salve gente!
Vi sono mancato? Ho trovato un momento per tornare e mostrarvi un paio di cosette appena fatte. Primo perché mi piacciono, secondo perché arrivano dalla mia epoca, i fantastici anni ’80, terzo perché hanno come protagonisti due dei miei personaggi preferiti e quarto per mostrarvi che sono ancora vivo. 
Quindi ecco a voi il Ritorno del Cavaliere Oscuro e l’Ultima Caccia di Kraven!
Ci…
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levysoft · 5 years ago
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Joker, un'insolita storia all'origine del male
Dal punto di vista narrativo è una origin story che racconta la nascita di un personaggio molto noto dei fumetti DC. In realtà è una origin story piuttosto particolare, che si allontana da territori già battuti e colpisce per la potenza di impatto nonostante una volontà di prospettiva neutrale e distaccata.
Si racconta la storia di Arthur Fleck e della sua trasformazione in Joker, l'arcinemico di Batman. Il Joker di Jared Leto in Suicide Squad riprendeva la tradizione del fumetto, con tanto di caduta nell’acido (lì replicata con l’amata Harley Quinn). Il Joker interpretato da Heath Ledger confondeva continuamente le carte, poiché raccontava diverse versioni delle sue cicatrici e del suo passato traumatico. Todd Philipps, invece, per il suo Joker, esce dagli effetti speciali (dell'acido) del fumetto e va a scavare da vicino nella storia di un uomo così ai margini della società da essere invisibile, un uomo povero, malato e sfortunato messo sotto pressione dal caso, dalla congiuntura storica e da dolorose reticenze con una parabola che richiama (alla lontana) quella di Un giorno di ordinaria follia, portandola all’estremo nella violenza che la determina e ne consegue e immergendola in scenari potenti(ssimi) che spaziano dalla saga cinematografica di The Purge a immagini reali(stiche) di vandalismo collettivo lasciando in più di qualcuno, oltre al pugno nello stomaco, la domanda «Ma la società (non Batman, ndr) non avrebbe potuto evitare tutto questo?».
Una sequenza di traumi che crea un'inquieta empatia
L'Arthur Fleck - Joker del 2019 è un uomo affetto da una malattia che lo fa esplodere in incontenibili risate senza che ci sia niente di logico a provocarle. Di umili origini, vive con la madre bisognosa di cure, e si mantiene facendo il clown, ma sognando la stand up comedy. Un uomo ai margini, tragicamente consapevole di non poter trovare un posto nella società che lo fa sentire invisibile, quando va bene, e lo massacra, quando va male:
«LA PARTE PEGGIORE DI AVERE UNA MALATTIA MENTALE È CHE LE PERSONE SI ASPETTANO CHE TI COMPORTI COME SE NON L’AVESSI».
Le cose, ad Arthur, vanno di male in peggio, in una spirale di soprusi, delusioni, traumi e abusi, che schiaffeggiano personaggio e spettatore mostrando una realtà ogni volta peggiore di quella che sembrava, privata di note di speranza.
Chi è Joker? «It’s everybody», spiega lui quando ormai ha superato il punto di non ritorno.
[...]
Uno, nessuno, centomila Joker
A differenza del Joker del Cavaliere Oscuro, quello interpretato da Phoenix per Todd Philips non ha un'intenzione programmatica di creare il caos, è fiammifero e accendino al contempo, il suo unico intento, strettamente personale, è uscire dall'invisibilità: «Non ho mai saputo se esistevo veramente, ma esisto, e le persone iniziano a notarlo». Nel momento in cui la sua trasformazione si fa definitiva, accende gli animi, vuole decidere non solo cosa sia giusto o sbagliato, ma anche cosa faccia ridere o no. Follia.
Il film di Todd Philps smuove tante emozioni, in un mix davvero disturbante (e divisivo, appunto): una scomoda empatia per il personaggio che non ti aspetti, un senso di dolore che sembra quasi tangibile attraverso la risata singhiozzante che il protagonista non riesce a reprimere e che, diventato Joker, diventa la sua espressione più efficace, il senso di sorpresa di chi non ha riconosciuto il seme del male anche se era sotto gli occhi fin dall'inizio, il senso di colpa e la nausea per una società in cui i “diversi” vengono disprezzati, guardati con sospetto e tenuti a distanza, infine la paura, tanta, che fa la violenza collettiva che, da qualunque parte cominci, è tanto più pericolosa e distruttiva, quanto più dal singolo individuo si trasforma in un movimento di massa (senza un po' di senno o, nei fumetti, un Batman che possa fermarla).
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