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#Il Teatro nel corso dei secoli
lospeakerscorner · 8 months
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Il Teatro nel corso dei secoli
Il Teatro è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco (Victor Hugo) Stanislao Scognamiglio CASTELLAMMARE DI STABIA | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nell’Aula magna del Liceo Classico Statale Plinio Seniore, sito al civico n. 87 di via Nocera, alle ore 10.10 di sabato 3 febbraio si tratterà il tema Il Teatro nel corso dei secoli. Un…
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cinquecolonnemagazine · 3 months
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Teatro San Carlo di Napoli: storia e origini
Il Teatro San Carlo di Napoli è uno dei teatri più antichi e prestigiosi d'Italia e del mondo intero. Fondato nel 1737, è il teatro lirico più grande d'Europa e uno dei più importanti per la qualità delle sue produzioni e delle sue rappresentazioni. Dov'è situazione il Teatro San Carlo di Napoli? Il Teatro San Carlo è situato nel cuore del centro storico di Napoli, vicino alla celebre Piazza del Plebiscito. La sua costruzione fu voluta dal re Carlo di Borbone, che desiderava dare alla città un teatro di prim'ordine per ospitare opere liriche e rappresentazioni teatrali di alto livello. Il teatro, progettato dall'architetto Giovanni Antonio Medrano, realizzato un edificio maestoso e sontuoso, con una spettacolare facciata in stile neoclassico. L'interno del teatro è altrettanto splendido, con eleganti decorazioni in stile barocco e una sontuosa sala con palchi e loggione che possono ospitare fino a 1500 spettatori. Il teatro ha visto esibirsi alcuni dei più grandi artisti della storia della musica e del teatro, da Rossini a Verdi, da Pavarotti a Domingo. Il teatro è famoso per le sue magnifiche produzioni di opere liriche, balletti e spettacoli di musica classica, che sono sempre di altissimo livello artistico e interpretativo. Quali spettacoli offre? Oltre alle rappresentazioni teatrali, il teatro ospita anche concerti di musica classica, recital e manifestazioni culturali di vario genere. Il teatro è anche sede di numerosi eventi speciali, come la prestigiosa stagione di balletto, che vede esibirsi alcune delle più importanti compagnie di danza del mondo. Il teatro è stato restaurato più volte nel corso dei secoli, ma ha sempre mantenuto intatta la sua bellezza e il suo fascino. Oggi il teatro è gestito dalla Fondazione Teatro di San Carlo, che si occupa di promuovere e sostenere le attività culturali e artistiche del teatro. Il Teatro San Carlo è anche un importante luogo di formazione per giovani talenti, grazie alla presenza dell'Accademia del Teatro di San Carlo, che offre corsi di musica, canto e recitazione per giovani aspiranti artisti. Simbolo di Napoli Il Teatro San Carlo è un simbolo della cultura e dell'arte napoletana, e rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la vita culturale della città e del Paese. Ogni anno migliaia di persone affollano il teatro per assistere alle sue splendide produzioni e vivere un'esperienza artistica indimenticabile. Il teatro è uno dei tesori culturali più preziosi d'Italia e del mondo intero. Con la sua storia millenaria, la sua bellezza architettonica e la sua programmazione artistica di altissimo livello, il teatro continua a essere un luogo magico e suggestivo dove la magia del teatro si unisce alla grandezza della musica e della danza. Foto di Hannibal Height da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 6 months
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Beni culturali, pienone in Sicilia a Pasqua. Schifani e Scarpinato: «L'Isola si conferma destinazione di prim'ordine»
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Beni culturali, pienone in Sicilia a Pasqua. Schifani e Scarpinato: «L'Isola si conferma destinazione di prim'ordine».   Boom di visitatori nel corso del week-end pasquale per i siti culturali della Sicilia, che continuano ad attrarre visitatori da tutto il mondo. Dai maestosi templi greci agli affascinanti resti romani, dai musei ricchi di tesori ai parchi archeologici, l'Isola ha offerto un viaggio indimenticabile attraverso secoli di storia e di cultura. «L'impareggiabile ricchezza culturale e monumentale – sottolinea il presidente della Regione, Renato Schifani - si conferma per la Sicilia uno dei principali elementi attrattivi dei flussi turistici, al pari del patrimonio naturale. È un giacimento di bellezze, di storia inesauribile sul quale il mio governo continua a investire per far crescere ulteriormente una delle voci più importanti della nostra economia. Il gradimento dei visitatori lo dimostra in modo incontrovertibile. Per questo ci stiamo impegnando per la valorizzazione e la promozione di siti come nel caso del Telamone della Valle dei Templi e per una rafforzata tutela come nel caso della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, dove mi sto spendendo in prima persona per risolvere alcune criticità». «La Sicilia si conferma una destinazione culturale di prim'ordine – afferma l'assessore ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – Con l'avvio della stagione primaverile ci aspettiamo che questo trend positivo continui e che sempre più persone possano scoprire e apprezzare le meraviglie che la nostra regione ha da offrire». Nel week-end di Pasqua (sabato, domenica e lunedì di Pasquetta) alto numero di presenze nei siti regionali. Al Teatro antico di Taormina e al Museo e all'area archeologica di Naxos i visitatori sono stati quasi 8.500; segue la Valle dei Templi con il Museo archeologico Pietro Griffo, che ha sfiorato i 6 mila biglietti. Oltre 2.500 i turisti che hanno ammirato i mosaici della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, nell'Ennese. Bene il Trapanese con il Parco archeologico di Selinunte che ha registrato 1.277 ingressi, superato dal Parco di Segesta, in piena ripresa dopo il devastante incendio dello scorso anno, con quasi 1.371 persone. Nel Palermitano record di presenze al Duomo di Monreale, con il chiostro scelto da 817 visitatori. Il castello della Zisa, sotto restauro, ha accolto 118 turisti, mentre il Museo archeologico Antonino Salinas, dov'è in corso la mostra "Sicilia/Grecia/Magna Grecia", ne ha contati 120 e la Galleria di Palazzo Abatellis ha raggiunto quota 286. I numeri registrati nel week-end pasquale confermano un ottimo trend di presenze nel 2024. Un andamento che già adesso lascia ipotizzare un nuovo record complessivo di presenze per quest'anno, dopo il dato storico del 2023.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 1 year
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Il Teatro Romano di Aosta
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Il Teatro Romano di Aosta si trova nel cuore della città e rappresenta una delle destinazioni turistiche più frequentate della regione. Costruito nel I secolo d.C., il teatro fu utilizzato per spettacoli pubblici e rappresentazioni teatrali fino al terzo secolo d.C. Nel corso dei secoli, il teatro è stato oggetto di numerosi cambiamenti e restauri, che ne hanno preservato la sua bellezza e la sua grandiosità. Il teatro si presenta come un anfiteatro semi circolare con un diametro di circa 83 metri. Originariamente, il teatro poteva ospitare fino a 4000 spettatori e garantiva loro una splendida vista sui monti circostanti. Il teatro fu costruito in pietra calcarea della zona e presentava marmi e decorazioni che ne esaltavano la bellezza. All'interno del teatro si svolgevano spettacoli di ogni genere, come rappresentazioni teatrali, combattimenti tra gladiatori e spettacoli musicali. Le gradinate di pietra garantivano ai spettatori il massimo comfort possibile, grazie alle loro dimensioni e alla loro inclinazione. Oggi, visitando il teatro è ancora possibile ammirarne l'architettura e immaginare le emozioni dei spettatori dell'epoca. Il Teatro Romano di Aosta è stato riportato alla luce solo agli inizi del XIX secolo, grazie alla scoperta del basamento della cavea, durante i lavori per la costruzione di nuovi edifici. L'anno successivo, fu scoperta la cavea stessa e nel 1825 la parte inferiore del proscenio. Nel 1830 furono portati alla luce i corridoi o gallerie di accesso alla cavea e nel 1870 i resti dell'antico teatro furono ricostruiti. Nel corso degli anni, il teatro ha subito numerosi restauri che lo hanno reso uno dei monumenti più significativi della città. Oggi il Teatro Romano di Aosta rappresenta una delle maggiori attrazioni turistiche della regione. Il teatro è visitabile e il prezzo del biglietto d'ingresso è molto ragionevole. All'interno del teatro sono anche presenti mostre e esposizioni che raccontano la storia della città e del teatro stesso. In occasione dei mesi estivi, il teatro ospita anche numerose rappresentazioni teatrali, che permettono ai visitatori di immergersi completamente nell'atmosfera del teatro romano. Grazie alla sua acustica perfetta, il teatro è anche utilizzato per ospitare concerti e spettacoli musicali. Grazie alla sua posizione strategica, il Teatro Romano di Aosta offre ai visitatori anche una vista suggestiva e panoramica sui monti circostanti. Da qui, è possibile ammirare il Monte Bianco e numerose altre montagne, che rendono il panorama ancora più suggestivo e unico. Il Teatro Romano di Aosta rappresenta una delle maggiori attrazioni turistiche della città, grazie alla sua storia millenaria e alla sua architettura unica. Visitare il teatro significa immergersi nella cultura e nella storia della città e rappresenta un'esperienza unica e indimenticabile. Grazie ai numerosi eventi e alle mostre che si svolgono all'interno del teatro, è possibile approfondire la conoscenza della cultura e della storia della regione. Read the full article
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emilianobertelli · 2 years
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lorenzodiamantini · 2 years
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Tagliatelle con cozze e crema di piselli Giorno di Vigilia, giorno anche questo che ha una sua ritualità. Nel corso dei secoli alcune regole, legate alle prescrizioni religiose si sono poi trasformate in vere e proprie tradizioni, ecco perche la Vigilia di Natale è il "giorno di magro" cioè il giorno in cui, secondo la Chiesa cattolica, bisognerebbe mangiare cibo “povero” o, addirittura, astenersi completamente dal cibo in segno di rispetto e devozione. In passato questo avvertimento si tradusse in automatico in un “non mangiare carne” perché quest’alimento era considerato cibo di lusso, quindi consumato saltuariamente e solo in giorni speciali dell’anno, a differenza del pesce, meno costoso e più alla portata di tutti, inoltre secondo arcaiche credenze, la carne del pesce non sarebbe veicolo di spiriti maligni. Oggi quindi ho deciso di preparare un piatto leggero ma gustoso, semplice ed originale come piace a me. Le tagliatelle integrali, fonte di fibre, come la crema di piselli, che sono legumi inoltre ricchi di proteine e poveri di calorie, molto digeribili e infine le cozze, i mitili più apprezzati e cucinati in queste occasioni, con il loro basso contenuto di grassi e calorie, le cozze sono anche esse un alimento ipocalorico. Oltre a fornire un ottimo apporto di antiossidanti, vitamine e proteine nobili, favoriscono la digestione, grazie ai Sali minerali di cui sono ricche. Un abbinamento sorprendente per come si sposano questi due sapori e colori, che danno vita a una sorta di alberello di tagliatelle dal verde rubino dei piselli addobbato dall' arancione vivo delle cozze, femmine per la precisione, se di colore giallo spento si tratta di maschi ma le migliori e più dolci si sà, sono le femmine. Ecco quindi il mio pranzo a base di pesce, che dedico alla mia città, che oggi sarebbe stata quel consueto e luminoso teatro di armoniose passeggiate e scambi di regali. Buon pranzo e buona vigilia a tutti! (presso Gubbio, Italy) https://www.instagram.com/p/CJLy8rrJ5Pu/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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fotopadova · 4 years
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Staged Photography?
di Carlo Maccà
  -- Il festival Fotografia Europea, che si svolge ogni anno fra aprile e giugno a Reggio Emilia, è uno degli eventi imperdibili per l'amatore che voglia tenere aggiornata la propria cultura. La Fondazione Palazzo Magnani, per assicurare quanto meno un minimo di continuità nell'anno in corso dopo l'interruzione forzata, in questi ultimi tre mesi offre due mostre. La più rilevante viene proposta come "la prima mostra in Italia dedicata al fenomeno della staged photography, tendenza che, a partire dagli anni Ottanta, ha rivoluzionato il linguaggio fotografico e la collocazione della fotografia nell’ambito delle arti contemporanee ", con la presenza di autori di grande notorietà, come Jeff Wall, Cindy Sherman, Sandy Skoglund, Joan Fontcuberta e la star mondiale David La Chapelle.
Qualcuno che ha almeno una infarinatura sulla storia e le tradizioni della fotografia, potrebbe rimanere interdetto al sentir definire "rivoluzionaria" una "tendenza" della fotografia che viene denominata staged. Quel termine si addice, ed è stato spesso applicato, a un modo di fotografare in uso fin dai primi decenni della fotografia artistica come di quella commerciale, senza mancare in quella amatoriale.
Per quanto riguarda l'attualità, appare perfettamente legittimata quella fotografa nordamericana di provincia (Leesburg, Virginia) che titola "Staged Photography" la propria attività e il relativo sito Facebook, nel quale così si propone per foto di famiglia e simili: " Staged is a combination of on location natural light and in studio photography. È l'incontro fra un fotografo esperto e un artista rifinito che si specializza nella progettazione di scenografie impareggiabili. Chiamatelo un combinato di menti artistiche. Siamo specializzati in immagini di: Maternità. Neonati, Bimbi, Gruppi, Giovani e Famiglie. Siamo entusiasti della nostra capacità di offrire ai clienti non solo foto mozzafiato dei loro bimbi e delle loro famiglie, ma anche scenografie uniche e magistralmente eseguite".
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        Staged Photograhy, Facebbok. La fotografa, il suo sito e un'immagine campione.
Quanto poi all'aspetto "rivoluzionario" dello staging nell'attuale fotografia d'autore, a quel qualcuno di cui sopra il binomio "staged photography" richiama inevitabilmente i tableaux vivants nati ai primi albori della fotografia: cioè quelle composizioni fotografiche che pretendevano di sfidare ad alto livello artistico la pittura. Memorabili sono il paradigmatico The Two Ways of Life di Oscar Gustave Rejlender, montaggio di ben 32 pose fotografiche, 1857; o Fading away di Henry Peach Robinson, 1858, con "sole" cinque pose.
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         Henry Peach Robinson, Fading away, 1858 circa.
Quei Tableux Vivants fotografici, che spesso si ispiravano a opere pittoriche famose, sono da molti ritenuti come le radici della Pictorial Photography, che imperversò fino alla prima guerra mondiale e un po' oltre. E allora quel signore di cui sopra, usando uno zoom adatto a inquadrare bene ogni tappa della storia della fotografia, non avrà dubbi a vedere in un certo settore della Staged Photography un diretto pronipote di quei tableaux, pronipote tutt'altro che rivoluzionario pur se disconosce l'antenato. E a ritenerlo semplicemente un revival messo in moto dall'avvento della fotografia digitale e della sua elaborazione informatica, che hanno aggiornato tecnicamente e facilitato materialmente quelle operazioni che nell'era analogica nessuno aveva più la pazienza di fare, e che da decenni venivano considerate con sufficienza se non con disgusto.
Almeno due fra gli autori presenti a Reggio Emilia possono essere considerati discendenti dei pionieri dell'800, a cominciare dall'approccio fattuale per finire con i temi assunti. L'esempio più calzante è certamente l'Ophelia (2018) dell'inglese Julia Fullerton Batte, un rifacimento testuale del dipinto (1851) del preraffaellita John Everett Millais, già oggetto di attenzione di molti fotografi "ri-creativi" antichi e moderni. A prescindere dalla presunta rivoluzione, all'opera di Julia Fullerton si deve riconoscere, rispetto a tante altre, un fascino quasi pari a quello della pittura originale.
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        Il rifacimento fotografico di Ophelia (Julia Fullerton) e il dipinto di Millais.
Con uno spirito totalmente diverso, una volontaria apoteosi del kitsch, irriverente e dissacrante,  David LaChapelle ha messo mano alla propria revisione dell'Ultima Cena di Leonardo, degli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina e di molti altre opere pittoriche famose.
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        L'Ultima Cena di Leonardo attualizzata da David LaChapelle.
I capolavori della pittura divenuti le vittime più frequenti degli stagers sono probabilmente le scene di interni dipinte da Vermeer, caricaturate volontariamente ma soprattutto involontariamente da miriadi di velleitari "artisti rivoluzionari" che evidentemente del pittore olandese non hanno capito nulla o non vogliono avere nessun rispetto (e qui sta la "rivoluzione"!).
Già gli esempi sopra citati bastano a suggerire che il termine staged photography, che letteralmente nella nostra lingua dovrebbe diventare "fotografia messa in scena", possa coprire tutto quello che non è una  "istantanea" presa al volo: dai tableaux vivants fino ai gruppi e ai singoli in posa. Tutti noi che abbiamo frequentato la scuola dell'obbligo in tempi meno schizzinosi riguardo alla privacy conserviamo in qualche cassetto l'immagine della classe ben distribuita sulla scalinata d'ingresso, coll'insegnante in centro o a lato; molti di noi anche quella della Prima Comunione nostra, del figlio o del nipotino, ciascuno in posa molto pia. Perché, sì, anche il ritrattino d'una persona "in posa" rispetta le premesse di una staged photography. 
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        Una delle poche fotografie staged di (ma solo in senso passivo) Gianni Berengo Gardin. [1]
Fino alla metà dell'ultimo secolo del millennio scorso, nel linguaggio comune esistevano due modi di ripresa dei soggetti fotografici che includono persone: la "istantanea" catturata al volo, e la "posa". Il secondo, non necessariamente legato a maggiori tempi di esposizione, era quello in cui i soggetti si mettevano o venivano messi “in posa”; gli amatori, se abbastanza abbienti da permettersi un apparecchio con autoscatto e un cavalletto, con una corsetta durante il tempo morto tra la pressione sul pulsante di scatto e l'azione del diaframma o della tendina, riuscivano ad includere se stessi nell'immagine fotografata (in pratica, facevano un selfie - vi immaginate qualche politico attuale fare i selfie con in suoi fans se non esistesse lo smartphone?). 
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        Helmut Newton, They are coming (dressed), 1981.
Messe in scena, cioè staged, sono anche le fotografie di studio, e in particolare quelle di moda, fra cui compaiono immagini prodotte da veri maestri della fotografia (Figura 5). E nascono staged anche le Stage photos, ossia le "foto di scena" del teatro, del balletto e del cinema, dove stage viene dal termine inglese per palcoscenico. E dall'insieme non dovremmo escludere neppure le fotografie di oggetti inanimati meticolosamente "messi in posa", come quelle immagini impropriamente chiamate nella nostra lingua "nature morte". e nei paesi anglosassoni still photography, fotografia "immobile" [2].  Ma questi tre generi fotografici sono ufficialmente esclusi dalla Staged Photography dei "rivoluzionari" [3]. A meno che non siano, per esempio, scene storiche composte con pupazzetti di plastica e altri oggetti (come nella seguente immagine.
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        David Lawrence Levinthal, Dallas 1963.
La vera rivoluzione nella fotografia è l'avvento del digitale, che ha aggiornato tecnicamente e facilitato tutte le operazioni che fino a per un secolo e mezzo avevano richiesto abilità, tempo e pazienza, soprattutto quando allo staging doveva seguire una ricomposizione delle immagini (quella che una volta si chiamava "fotomontaggio"). Tutte le altre presunte rivoluzioni non sono che fasi dell'adattamento dell'arte al mutevole spirito dei tempi, nel bene e nel male. Adattamento attivato nei secoli soprattutto dai progressi tecnici: la pittura ad olio... la stampa.. .la fotografia... la computerizzazione digitale...[4].
E allora converrebbe assegnare al "fenomeno" oggetto di questi commenti, o piuttosto a ciascuna delle sue differenti anime (presenti solo in parte nella mostra di Reggio Emilia) una denominazione diversa, più appropriata, meno generica ed equivoca, facendo riferimento a quanto è stato scritto dai vari autori che si sono impegnati ad anatomizzare l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità e della creazione digitale [5], (alcuni dei quali, come Jeff Wall e Joan Fontcuberta, sono stati tradotti in italiano). Si dovrebbe riparlarne. Per il momento, può bastare un generico "fotografia messa in scena", come da vocabolario, abbastanza discriminante rispetto alla semplice "foto in posa"? [6].
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[1] Da: Gianni Berengo Gardin, In parole povere. Un'autobiografia con immagini. Contrasto, 2020, p. 17.
[2] Still è anche, sostantivato, il "fermo immagine" d'un filmato.
[3] Per i compilatori frettolosi dei comunicati stampa di qualsiasi mostra d'arte, dalle internazionali alle paesane, le opere devono essere  "decostruttive", "dissacranti"; o almeno "inquietanti", e se non altro "intriganti": qualificazioni che, esimendo da ulteriori chiarimenti, facilitano il loro lavoro. Ma l'attributo che assicura il massimo richiamo sembra sia: "rivoluzionarie".
[4] Progresso fondamentale ai fini della nascita della fotografia digitale, del quale Padova può gloriarsi almeno un poco, perché il creatore del primo microprocessore (http://www.fagginfoundation.org/it/biografia/) e autore di molti altri sviluppi in questo campo (fra cui il sensore Foveon usato negli apparecchi fotografici Sigma), il vicentino Federico Faggin, si è laureato in Fisica all'Università di Padova. Si legga l'autobiografia Silicio, Dall'invenzione del microprocessore alla nuova scienza della consapevolezza, Mondadori 2019. (Lo scrivente, vanagloriosamente, si compiace di ricordare la fraterna amicizia del proprio padre col padre dello scienziato).
[5] Necessario, anzi  fatale aggiornamento dell'opera di Walter Benjamin.
[6] I francesi considerano quella che altrove viene chiamata Staged Photography come una categoria della Photographie Plasticienne (Dominique Baqué, Photographie Plasticienne, l'extrême contemporain, Éditions du Regard 2004, pp 88 e seguenti, capitolo Scénographie de la Culture). Questo termine sembra non abbia trovato corrispondenza nello specifico linguaggio italiano.
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freedomtripitaly · 4 years
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Quest’anno Trieste è capitale Europea della Scienza. Non che occorressero ulteriori motivi per andare alla scoperta di questa stupenda città italiana dalla storia grandiosa. Elegante, rigorosa, quasi algida. Del resto una delle sue tante anime è austriaca. Città di frontiera, enigmatica. Trieste affascina per la sovrapposizione armoniosa delle sue storie: l’antica Roma, Venezia e poi l’Austria; l’annessione dopo la grande Guerra, i crimini perpetrati da fascisti e nazisti; le ferite profonde poi la rinascita, l’aura letterata e colta. Trieste scelta e amata da grandi scrittori come Joyce e Stendhal; Trieste madre e padre di Saba e di Svevo; l’est Europa alle porte, la cultura mitteleuropea che ancora si respira, che entra decisa anche nei sapori della sua cucina. Sbatte le porte come il vento che qui talvolta soffia davvero forte, facendo rotolare la salsedine per le stradine dei suoi storici rioni. Cosa non perdere di Trieste Trieste è un mondo da scoprire. In completa autonomia oppure organizzando interessanti visite guidate. Vediamo quali sono le cose assolutamente da vedere per conoscere la città. La città Vecchia A sud della monumentale piazza Unità d’Italia affacciata sul mare, si sviluppano i rioni compresi nella città Vecchia di Trieste (San Vito, Cavana e ghetto Ebraico), stretta tra il colle di San Giusto e il mare. Qui si trovano alcuni dei monumenti più antichi della città come la cattedrale di San Giusto, la chiesa barocca di Santa Maria Maggiore, l’arco di Riccardo di epoca romana (I secolo d.C.) con le sue colonne in stile corinzio sito in piazza Barbacan e il teatro romano, ogni anno splendida cornice ai più importanti eventi cittadini. Nel rione di San Vito, in piazza Attilio Hortis si trova la statua di Italo Svevo, nei pressi della quale si trovano il museo Revoltella e il Civico museo Sartorio. Piazza Unità d’Italia e il molo Audace Maestosa e spazzata dalla salsedine e dalle brezze dell’Adriatico. La cornice monumentale e iconica della città. Da sinistra a destra qui si trovano il palazzo della Luogotenenza tedesca, palazzo Stratti con lo storico caffè degli Specchi, palazzo Modello oggi sede del Municipio, l’antico palazzo Pitteri, l’albergo di palazzo Vanoli e il palazzo della Regione. Al centro si erge la fontana dei quattro continenti (1751-1754). Il molo Audace che si allunga davanti alla piazza prende il nome dalla prima nave che entrò in porto dopo la fine della grande Guerra e la conseguente annessione all’Italia. Da notare la rosa dei Venti in bronzo affissa all’inizio del molo e ottenuta dalla fusione di una nave austriaca affondata dalla marina Italiana. La cattedrale di San Giusto Nasce all’inizio del Trecento dall’unione di due chiese preesistenti, Santa Maria e San Giusto. Sobria facciata in mattoni con rosone gotico. il portale riutilizza gli elementi di una stele funeraria romana. Sul muro del campanile, eretto inglobando i resti di un tempio romano e di un’edicola intitolata a San Giusto, vi sono incastrate ancora alcune canne di cannone. L’interno è decorato con splendidi affreschi di scuola veneziana e con un grande mosaico trecentesco. Dalla cattedrale si accede all’adiacente battistero e al museo del Tesoro, nelle cui sale spicca l’alabarda di San Sergio recuperata in terra Santa durante la prima Crociata 1096-1099. Il castello di San Giusto La fortezza posta sulla sommità del colle omonimo rappresenta il nucleo più antico della città nonché uno dei suoi simboli più amati e famosi. Il cuore del castrum risale ai Romani e nel corso dei secoli ha subito le modifiche apportate da Veneziani e Austro-Ungarici. Il castello è sede del museo Civico di Trieste, le cui sale custodiscono una ricca collezioni di armi e il suggestivo lapidario Tergestino con oltre 130 reperti di epoca romana di pregevole fattura. La sinagoga di Trieste Per capire appieno quanto la comunità ebraica è stata centrale nello sviluppo della città, della sua anima multietnica e di frontiera, basta fermarsi ad ammirare la bellezza architettonica e la vita che scorre dentro e fuori la sinagoga cittadina. Da notare gli stupendi rosoni, i pavimenti, le decorazioni e i lampadari di questo, ancora oggi, importante edificio religioso cittadino eretto nel 1912. Il castello di Miramare Il “nido d’amore costruito invano” ricordato da Giosué Carducci in una poesia dedicata proprio al castello, fu eretto a metà Ottocento da Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria e oggi è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. Da segnalare all’interno la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca. L’esterno invece si caratterizza per il parco e per il superbo giardino all’inglese, che permettono di effettuare piacevoli passeggiate davanti al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. Il borgo Teresiano A nord di piazza Unità d’Italia, superato lo scenografico canal Grande si sviluppa come una piccola scacchiera il suggestivo borgo Teresiano, tra i quartieri storici più noti di Trieste realizzato per volere dell’imperatore d’Austria Carlo VI. Lungo il canal Grande sfilano alcuni tra gli edifici più belli, come palazzo Aedes, palazzo Gopcevich, la chiesa neoclassica di Sant’Antonio Nuovo, lo storico caffè Stella Polare, palazzo Genel, palazzo Carciotti e il bellissimo tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione. Sul suggestivo ponte Rosso che attraversa romanticamente il canale, il secondo insieme al ponte Verde, si trova la statua di James Joyce. La risiera di San Sabba Questo stabilimento per la pilatura del riso – che comprende pulitura, sbramatura, sbiancata e lucidatura – si trova a circa 5 km da piazza Unità d’Italia stretta tra il mare e i quartieri di Servola, Valmaura e borgo San Sergio. Rimase in funzione tra il 1913 e il 1943, l’anno dell’armistizio, quando i nazisti lo trasformarono in campo di prigionia, nel quale persero la vita oltre 3500 persone e altre 8000 da qui furono deportate nei campi di sterminio del nord ed est Europa. Oggi la Risiera di San Sabba è un museo da visitare assolutamente, archeologia industriale e memoria storica. Il faro della Vittoria Costruito nel 1923 in pieno fascismo, il faro ricorda i marinai italiani caduti durante la Grande Guerra. Sulla sommità, la statua della Vittoria Alata è alta 7 m ed è dotata di un complesso meccanismo interno che le fa impercettibilmente sbattere le ali per assorbire le folate di vento, che qui a Trieste con la bora è risaputo possono essere anche molto violente. Il faro sotto alla statua è ancora oggi il più potente dell’Adriatico. Il tram panoramico di Opicina Presto si spera che torni definitivamente in servizio il suggestivo tram che collega il centro città con le alture del Carso che si innalzano spigolose alle sue spalle. Un modo davvero curioso e singolare di scoprire la città e ammirarla dall’alto man mano che il tram lentamente si inerpica sulle alture. La grotta Gigante Questa enorme cavità risalente al Neolitico è una delle attrazioni principali di Trieste e si trova a circa 10 km dal centro nei pressi del borgo omonimo. Le concrezioni rocciose createsi nel corso di migliaia di anni hanno dato un fondamentale impulso alla speleologia modena. A circa 80 m di profondità si raggiunge la galleria Grande alta, un unico e sterminato ambiente alto quasi 100 m dove stalagmiti, stalattiti e colta di carbonato di calcio assumono infinite sfumature di colore, tra le quali la colonna Ruggero, alta 12 m. Scoprire Trieste: i caffè storici Pare che seduto ai tavoli della storica pasticceria Pirona Joyce abbia scritto non poche pagine sia dell’Ulisse che di Gente di Dublino e, insieme a lui, alcune tra le più illustri personalità della letteratura e della poesia come i triestini Umberto Saba e Italo Svevo (al quale è dedicato l’interessante museo Sveviano) o lo scrittore francese Stendhal hanno lungamente frequentato i caffè storici di Trieste. Si segnalano tra questi il caffè Tommaseo del 1830, è il più antico della città, il caffè degli Specchi in piazza dell’Unità e il caffè San Marco. Scoprire Trieste: i sapori e i piatti tipici La cucina triestina è una delle più famose d’Italia ed è innanzitutto caratterizzata da una secolare influenza austro-ungarica mitigata da alternative proposte di pesce e dai sapori dell’Adriatico. Una forma tipica di ristorazione a Trieste, in alternativa alle trattorie e ai ristoranti, sono i tradizionali buffet, a metà tra un bar e una trattoria, dove le carni sono cotte ancora oggi nella tradizionale caldaia, un pentolone incastonato nel bancone. Tra i piatti tipici ci sono dunque il prosciutto cotto caldo triestino tagliato rigorosamente a mano, il liptauer (spuma di formaggi insaporita con paprika e cumino), i formaggi Jamar (stagionato nelle grotte del Carso) e Tabor, la granzievola alla triestina (polpa di granchio con olio, sale, pepe, limone e prezzemolo servita nel suo guscio), la Jota (minestra di fagioli, crauti, patate e salsiccia o cotenna), i fusi istriani (tipo garganelli) con sugo di pesce o di carne, la zuppa de bobici (mais e fagioli), gli gnocchi di patate, di pane, di fegato o di susine (prugne), oppure come accompagnamento al tradizionale goulash. Tra i secondi piatti, di pesce o di carne, oltre al goulash ci sono anche il bollito in tecia con senape, crauti e patate, i cevapcici (salsicce speziate di origine balcanica), la porzina con capuzi (coppa di maiale lessa servita con crauti, senape e rafano), la calandraca (spezzatino di lesso con patate e poco pomodoro) l’agnello al kren (salsa al rafano), le immortali canocchie alla busara (pomodoro, pepe e vino), le alici in savore, i pedoci alla scotadeo (cozze alla scottadito), il baccalà mantecato e infine il merluzzo all’istriana con capperi, acciughe e patate. Lo street food non è di certo da meno in quanto a prelibatezze, come dimostra ampiamente il gustoso panino con porzina (maiale), crauti, senape e rafano. Tra i dolci infine ricordiamo il classico strucolo de pomi (strudel di mele), la pinza (pasta lievitata con rum, bucce d’arancia grattugiate, limone e vaniglia) la torta Rigojanci di origine ungherese e a base di cioccolato, il presniz (pasta sfoglia con susine e frutta secca), il koch (soufflé a base di burro e zucchero montati, pangrattato e uova con frutta, semolino o riso) e infine il cuguluf, anche questo di ispirazione austriaca che assomiglia a un plum cake con uvetta e buccia di limone. Scoprire Trieste: il Prosecco e i vini del Carso Sarebbe impensabile non visitare Trieste senza scoprire e assaggiare i vini del suo territorio, alcuni dei quali considerati tra i vini italiani più famosi al mondo. Trieste e tutto il Friuli-Venezia Giulia sono insieme al Veneto territorio per eccellenza votato alla produzione del prosecco. Molti sono i produttori e molte le cantine presenti sul territorio, da scoprire magari organizzando e prenotando degustazioni guidate. In città ci sono inoltre innovativi winebar pronti a farvi assaggiare i vini del territorio, quelli coltivati sugli aspri altipiani del Carso che si aprono come una corona intorno a Trieste. Terreni fatti di roccia. Aridi, sassosi e ricchi di ferro, che danno vita a vini DOC come la Vitovska, il Terrano (Refosco friulano) e la dolce e aromatica Malvasia istriana, tutti vitigni autoctoni che aspettano solo di essere scoperti. https://ift.tt/31ZRMQa Cosa mangiare a Trieste: i sapori da non perdere Quest’anno Trieste è capitale Europea della Scienza. Non che occorressero ulteriori motivi per andare alla scoperta di questa stupenda città italiana dalla storia grandiosa. Elegante, rigorosa, quasi algida. Del resto una delle sue tante anime è austriaca. Città di frontiera, enigmatica. Trieste affascina per la sovrapposizione armoniosa delle sue storie: l’antica Roma, Venezia e poi l’Austria; l’annessione dopo la grande Guerra, i crimini perpetrati da fascisti e nazisti; le ferite profonde poi la rinascita, l’aura letterata e colta. Trieste scelta e amata da grandi scrittori come Joyce e Stendhal; Trieste madre e padre di Saba e di Svevo; l’est Europa alle porte, la cultura mitteleuropea che ancora si respira, che entra decisa anche nei sapori della sua cucina. Sbatte le porte come il vento che qui talvolta soffia davvero forte, facendo rotolare la salsedine per le stradine dei suoi storici rioni. Cosa non perdere di Trieste Trieste è un mondo da scoprire. In completa autonomia oppure organizzando interessanti visite guidate. Vediamo quali sono le cose assolutamente da vedere per conoscere la città. La città Vecchia A sud della monumentale piazza Unità d’Italia affacciata sul mare, si sviluppano i rioni compresi nella città Vecchia di Trieste (San Vito, Cavana e ghetto Ebraico), stretta tra il colle di San Giusto e il mare. Qui si trovano alcuni dei monumenti più antichi della città come la cattedrale di San Giusto, la chiesa barocca di Santa Maria Maggiore, l’arco di Riccardo di epoca romana (I secolo d.C.) con le sue colonne in stile corinzio sito in piazza Barbacan e il teatro romano, ogni anno splendida cornice ai più importanti eventi cittadini. Nel rione di San Vito, in piazza Attilio Hortis si trova la statua di Italo Svevo, nei pressi della quale si trovano il museo Revoltella e il Civico museo Sartorio. Piazza Unità d’Italia e il molo Audace Maestosa e spazzata dalla salsedine e dalle brezze dell’Adriatico. La cornice monumentale e iconica della città. Da sinistra a destra qui si trovano il palazzo della Luogotenenza tedesca, palazzo Stratti con lo storico caffè degli Specchi, palazzo Modello oggi sede del Municipio, l’antico palazzo Pitteri, l’albergo di palazzo Vanoli e il palazzo della Regione. Al centro si erge la fontana dei quattro continenti (1751-1754). Il molo Audace che si allunga davanti alla piazza prende il nome dalla prima nave che entrò in porto dopo la fine della grande Guerra e la conseguente annessione all’Italia. Da notare la rosa dei Venti in bronzo affissa all’inizio del molo e ottenuta dalla fusione di una nave austriaca affondata dalla marina Italiana. La cattedrale di San Giusto Nasce all’inizio del Trecento dall’unione di due chiese preesistenti, Santa Maria e San Giusto. Sobria facciata in mattoni con rosone gotico. il portale riutilizza gli elementi di una stele funeraria romana. Sul muro del campanile, eretto inglobando i resti di un tempio romano e di un’edicola intitolata a San Giusto, vi sono incastrate ancora alcune canne di cannone. L’interno è decorato con splendidi affreschi di scuola veneziana e con un grande mosaico trecentesco. Dalla cattedrale si accede all’adiacente battistero e al museo del Tesoro, nelle cui sale spicca l’alabarda di San Sergio recuperata in terra Santa durante la prima Crociata 1096-1099. Il castello di San Giusto La fortezza posta sulla sommità del colle omonimo rappresenta il nucleo più antico della città nonché uno dei suoi simboli più amati e famosi. Il cuore del castrum risale ai Romani e nel corso dei secoli ha subito le modifiche apportate da Veneziani e Austro-Ungarici. Il castello è sede del museo Civico di Trieste, le cui sale custodiscono una ricca collezioni di armi e il suggestivo lapidario Tergestino con oltre 130 reperti di epoca romana di pregevole fattura. La sinagoga di Trieste Per capire appieno quanto la comunità ebraica è stata centrale nello sviluppo della città, della sua anima multietnica e di frontiera, basta fermarsi ad ammirare la bellezza architettonica e la vita che scorre dentro e fuori la sinagoga cittadina. Da notare gli stupendi rosoni, i pavimenti, le decorazioni e i lampadari di questo, ancora oggi, importante edificio religioso cittadino eretto nel 1912. Il castello di Miramare Il “nido d’amore costruito invano” ricordato da Giosué Carducci in una poesia dedicata proprio al castello, fu eretto a metà Ottocento da Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria e oggi è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. Da segnalare all’interno la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca. L’esterno invece si caratterizza per il parco e per il superbo giardino all’inglese, che permettono di effettuare piacevoli passeggiate davanti al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. Il borgo Teresiano A nord di piazza Unità d’Italia, superato lo scenografico canal Grande si sviluppa come una piccola scacchiera il suggestivo borgo Teresiano, tra i quartieri storici più noti di Trieste realizzato per volere dell’imperatore d’Austria Carlo VI. Lungo il canal Grande sfilano alcuni tra gli edifici più belli, come palazzo Aedes, palazzo Gopcevich, la chiesa neoclassica di Sant’Antonio Nuovo, lo storico caffè Stella Polare, palazzo Genel, palazzo Carciotti e il bellissimo tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione. Sul suggestivo ponte Rosso che attraversa romanticamente il canale, il secondo insieme al ponte Verde, si trova la statua di James Joyce. La risiera di San Sabba Questo stabilimento per la pilatura del riso – che comprende pulitura, sbramatura, sbiancata e lucidatura – si trova a circa 5 km da piazza Unità d’Italia stretta tra il mare e i quartieri di Servola, Valmaura e borgo San Sergio. Rimase in funzione tra il 1913 e il 1943, l’anno dell’armistizio, quando i nazisti lo trasformarono in campo di prigionia, nel quale persero la vita oltre 3500 persone e altre 8000 da qui furono deportate nei campi di sterminio del nord ed est Europa. Oggi la Risiera di San Sabba è un museo da visitare assolutamente, archeologia industriale e memoria storica. Il faro della Vittoria Costruito nel 1923 in pieno fascismo, il faro ricorda i marinai italiani caduti durante la Grande Guerra. Sulla sommità, la statua della Vittoria Alata è alta 7 m ed è dotata di un complesso meccanismo interno che le fa impercettibilmente sbattere le ali per assorbire le folate di vento, che qui a Trieste con la bora è risaputo possono essere anche molto violente. Il faro sotto alla statua è ancora oggi il più potente dell’Adriatico. Il tram panoramico di Opicina Presto si spera che torni definitivamente in servizio il suggestivo tram che collega il centro città con le alture del Carso che si innalzano spigolose alle sue spalle. Un modo davvero curioso e singolare di scoprire la città e ammirarla dall’alto man mano che il tram lentamente si inerpica sulle alture. La grotta Gigante Questa enorme cavità risalente al Neolitico è una delle attrazioni principali di Trieste e si trova a circa 10 km dal centro nei pressi del borgo omonimo. Le concrezioni rocciose createsi nel corso di migliaia di anni hanno dato un fondamentale impulso alla speleologia modena. A circa 80 m di profondità si raggiunge la galleria Grande alta, un unico e sterminato ambiente alto quasi 100 m dove stalagmiti, stalattiti e colta di carbonato di calcio assumono infinite sfumature di colore, tra le quali la colonna Ruggero, alta 12 m. Scoprire Trieste: i caffè storici Pare che seduto ai tavoli della storica pasticceria Pirona Joyce abbia scritto non poche pagine sia dell’Ulisse che di Gente di Dublino e, insieme a lui, alcune tra le più illustri personalità della letteratura e della poesia come i triestini Umberto Saba e Italo Svevo (al quale è dedicato l’interessante museo Sveviano) o lo scrittore francese Stendhal hanno lungamente frequentato i caffè storici di Trieste. Si segnalano tra questi il caffè Tommaseo del 1830, è il più antico della città, il caffè degli Specchi in piazza dell’Unità e il caffè San Marco. Scoprire Trieste: i sapori e i piatti tipici La cucina triestina è una delle più famose d’Italia ed è innanzitutto caratterizzata da una secolare influenza austro-ungarica mitigata da alternative proposte di pesce e dai sapori dell’Adriatico. Una forma tipica di ristorazione a Trieste, in alternativa alle trattorie e ai ristoranti, sono i tradizionali buffet, a metà tra un bar e una trattoria, dove le carni sono cotte ancora oggi nella tradizionale caldaia, un pentolone incastonato nel bancone. Tra i piatti tipici ci sono dunque il prosciutto cotto caldo triestino tagliato rigorosamente a mano, il liptauer (spuma di formaggi insaporita con paprika e cumino), i formaggi Jamar (stagionato nelle grotte del Carso) e Tabor, la granzievola alla triestina (polpa di granchio con olio, sale, pepe, limone e prezzemolo servita nel suo guscio), la Jota (minestra di fagioli, crauti, patate e salsiccia o cotenna), i fusi istriani (tipo garganelli) con sugo di pesce o di carne, la zuppa de bobici (mais e fagioli), gli gnocchi di patate, di pane, di fegato o di susine (prugne), oppure come accompagnamento al tradizionale goulash. Tra i secondi piatti, di pesce o di carne, oltre al goulash ci sono anche il bollito in tecia con senape, crauti e patate, i cevapcici (salsicce speziate di origine balcanica), la porzina con capuzi (coppa di maiale lessa servita con crauti, senape e rafano), la calandraca (spezzatino di lesso con patate e poco pomodoro) l’agnello al kren (salsa al rafano), le immortali canocchie alla busara (pomodoro, pepe e vino), le alici in savore, i pedoci alla scotadeo (cozze alla scottadito), il baccalà mantecato e infine il merluzzo all’istriana con capperi, acciughe e patate. Lo street food non è di certo da meno in quanto a prelibatezze, come dimostra ampiamente il gustoso panino con porzina (maiale), crauti, senape e rafano. Tra i dolci infine ricordiamo il classico strucolo de pomi (strudel di mele), la pinza (pasta lievitata con rum, bucce d’arancia grattugiate, limone e vaniglia) la torta Rigojanci di origine ungherese e a base di cioccolato, il presniz (pasta sfoglia con susine e frutta secca), il koch (soufflé a base di burro e zucchero montati, pangrattato e uova con frutta, semolino o riso) e infine il cuguluf, anche questo di ispirazione austriaca che assomiglia a un plum cake con uvetta e buccia di limone. Scoprire Trieste: il Prosecco e i vini del Carso Sarebbe impensabile non visitare Trieste senza scoprire e assaggiare i vini del suo territorio, alcuni dei quali considerati tra i vini italiani più famosi al mondo. Trieste e tutto il Friuli-Venezia Giulia sono insieme al Veneto territorio per eccellenza votato alla produzione del prosecco. Molti sono i produttori e molte le cantine presenti sul territorio, da scoprire magari organizzando e prenotando degustazioni guidate. In città ci sono inoltre innovativi winebar pronti a farvi assaggiare i vini del territorio, quelli coltivati sugli aspri altipiani del Carso che si aprono come una corona intorno a Trieste. Terreni fatti di roccia. Aridi, sassosi e ricchi di ferro, che danno vita a vini DOC come la Vitovska, il Terrano (Refosco friulano) e la dolce e aromatica Malvasia istriana, tutti vitigni autoctoni che aspettano solo di essere scoperti. Trieste è una città affascinante e ricca di attrazioni culturali ed enogastronomiche, perfette per un tuffo nella storia e nell’arte del nostro Paese.
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monicadeola · 4 years
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Se ricostruiamo il contesto ambientale dei primi uomini sapiens la loro sopravvivenza e la loro affermazione evoluzionistica era legata alla speciale ipersocialità che li caratterizzava, come ci ha spiegato lo psicobiologo Michael Tomasello. Infatti quando gli uomini si avventuravano nella savana erano in grado di coordinare i loro sforzi e addirittura di cacciare prede molto più grandi e pericolose con una strategia di gruppo, comunicando soprattutto con le espressioni del viso e coi gesti, molto più rapidi ed efficaci del linguaggio.
Questo contesto comunicativo si è venuto modificando negli ultimi anni con le tecnologie digitali e ancora di più con le restrizioni legate al Covid 19, che hanno amplificato gli scambi on line attraverso le chat, Skype o Zoom. Si tratta di comunicazioni che potremmo definire disincarnate, in cui la fisicità espressiva del corpo viene sostituita da forme digitali di relazione. Non a caso gli emoticon usati nei messaggi e nelle chat semplificano le emozioni, venendo meno i coinvolgimenti e le risonanze personali, espresse nel viso, nelle posture e nelle sensazioni corporee. E queste forme digitali di comunicazione stanno prendendo il sopravvento, dal momento che le relazioni quotidiane si stanno trasformando, distanze di sicurezza e mancanza di vicinanza fisica, come sta succedendo nella vita sociale, ma anche a scuola e nei posti di lavoro. Quando si incontra una persona non ci si dà più la mano, non si abbraccia più l’amico quasi il corpo sia diventato un compagno imbarazzante, che deve essere tenuto a freno e addirittura relegato a un ruolo marginale.
Anche la stessa grammatica degli scambi visivi si sta trasformando,nonostante il contatto occhio ad occhio sia fondamentale nella crescita umana, i lattanti infatti si rivolgono al volto della madre per stabilire la vicinanza affettiva con lei. Ma anche negli anni successivi ogni volta che si incontra una persona si guarda negli occhi per capire le sue intenzioni. E questo scambio visivo rispetta alcune regole, ci si può avvicinare al volto dell’altro ma senza entrare nel suo spazio personale.
E che succede nello scambio digitale? Gli scambi attraverso lo schermo inevitabilmente provocano distorsioni e ritardi nella percezione proprio perché la stessa codifica digitale comporta alterazioni, adattamenti e sintetizzazioni complesse che creano artificiosità relazionali. Congelamenti delle immagini, nebulosità, blocchi e scatti, ridotta sincronia fra video e audio sono fenomeni più che frequenti che generano confusioni nella percezione e negli stessi codici sociali.
Per non parlare dell’inquadramento del viso e degli occhi nello schermo, a volte a una distanza troppo ravvicinata o troppo lontana, oppure una visione parziale o di profilo, che creano difficoltà di concentrazione e scarti percettivi che lasciano un senso perlopiù inconsapevole di insoddisfazione e di disagio.
Anche il cervello deve cercare di elaborare questi stimoli contrastanti che non corrispondono ai circuiti sociali che si sono selezionati nel corso dei secoli che ci hanno aiutato e ci aiutano ad entrare in relazione con gli altri, a provare empatia e a comprendere gli stati mentali degli altri.
Probabilmente queste forme di comunicazione digitale creano un distacco emotivo perché vengono meno le trame relazionali della vita quotidiana, ma anche le narrazioni del cinema e del teatro che risuonano col nostro cervello. Ne soffre soprattutto la nostra capacità di identificarci cogli altri, di sentirli emotivamente vicini e di provare empatia.
Ci si può chiedere perché siano aumentati a dismisura gli episodi di cyberbullismo e le fake news che inondano i social network. Non dipende forse dal fatto che con i social network le altre persone perdono la fisionomia e la stessa carnalità umana divenendo immagini spersonalizzate, che si possono insultare e attaccare perché non si prova nessuna commiserazione e nessun coinvolgimento emotivo nei loro confronti. In altri termini quando l’empatia viene meno l’aggressività e la violenza possono prendere il sopravvento!
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morelin · 5 years
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Acqui Terme
Acqui Terme (Alessandria) è situata nell’Alto Monferrato ed è una località nota per le sue acque termali conosciute già dai romani. L’acqua è così importante che anche i due simboli della città sono collegati a questo elemento: i resti dell’antico acquedotto romano che in origine era lungo 13 km e la Bollente, la sorgente dal quale sgorga un’acqua salso-bromoiodica che raggiunge i 74,5° e la portata di 560 litri di acqua al minuto. 
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Nella piazza centrale, oltre alla Bollente è possibile vedere la Torre dell’Orologio detta anche “senza fondamenta” perchè si appoggia sulle case adiacenti. A poca distanza si possono ammirare i resti dell’antico teatro romano ed il Castello dei Paleologi dove ha sede il museo archeologico ed il giardino botanico.
Imponente è la Cattedrale intitolata all’Assunta che è stata consacrata nel 1067 da San Guido, vescovo e patrono della città. 
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Nonostante abbia subito numerosi interventi nel corso dei secoli, diversi sono gli elementi dell’originario stile romanico, ad esempio la cripta. 
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Inoltre, essa custodisce una pregevole opera di Bartolomé Bermejo conosciuta come il Trittico della Madonna di Monserrat. 
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Il turismo e i b&b di Roma
Altre cose da vedere sono: I Musei Capitolini - ospitati nel palazzo dei Conservatori e nel Palazzo Nuovo, i Musei Capitolini costituiscono ce più antico museo pubblico del mondo, grazie alla donazione del 1471 da parte di Sisto IVdi alcune opere d’arte bellissime precedentemente conservate in Laterano. Nel ‘500 Leone X e Pio V implementarono la collezione, ma fu soprattutto nel 1734 con l’acquisizione della =-collezione di marmi antichi della collezione Albani, che ce museo si ingrandì decisamente. Con Roma capitale si arrivò a occupare anche il palazzo dei Conservatori e a creare ce Museo Nuovo (1925) e il Braccio Nuovo (1952). I musei sono costituiti da una collezione di marmi e bronzi classici, dalla pinacoteca e dal medagliere; Piazza del Popolo-Ultima grande sistemazione urbanistica dell’età papale, realizzata da Giuseppe Valadier all’inizio dell’800. L’obelisco centrale è quello di Ramses II, che Augusto pose nel Circo Più grande e che fu sistemato qui all’epoca di Sisto V da Domenico Fontana (1589), mentre le vasche e i leoni in stile egizio sono aggiunte di Valadier (1823). Prima della salita al Pincio è la splendida chiesa di Santa Maria del Popolo; Carcere mamertino uno dei monumenti più importanti della storia di Roma, dove l’agiografia cristiana vuole reclusi in epoca neroniana gli apostoli Pietro e Paolo. La sua apertura vuole restituire ce naturale rapporto di questo monumento con la Piazza del Foro Romano (Comizio) e l’area del Campidoglio. Intorno al VII secolo d. C. diviene paese di culto legato alle figure degli apostoli Pietro e Paolo. I dipinti di IX-XIV secolo rimessi in luce durante i restauri nel Carcere sono il primo documento storico-artistico da riferire alla Chiesa di San Pietro in Carcere. clicca qui
Bed and breakfast nel centro storico di Roma
La digestione di un tale primo richiede parecchie ore, per questo è preferibile mangiarlo a pranzo, mail gusto è verace e caratteristico; bucatini alla Gricia: unici ingredienti per il condimento: guanciale di origine abruzzese e pecorino romano. Quando ad Amatrice decisero di aggiungere ce pomodoro, nacque la più conosciuta pasta all’amatriciana; Trippa alla romana: un piatto non di facilissima assimilazione. La trippa è composta da diverse parti di stomaco bovino e nella ricetta romana viene cucinata al sugo con l’aggiunta di qualche foglia di menta; spaghetti cacia e pepe: potrebbe sembrare la pasta più facile del mondo da preparare, ma non è così: conquistare una buona mantecatura usando solo pecorino e pepe è davvero un’arte; maritozzo: Si tratta di un tipico dolcetto laziale di pasta cotta in forno, guarnito con panna montata fresca. I fidanzati usavano regalarlo alle loro promesse durante la quaresima; Saltimbocca alla romana: fettine di vitello ben battute, farcite con prosciutto cotto e salvia e tenute chiuse con uno stuzzicadenti. Da friggere rigorosamente nel burro; Coda alla vaccinara: Coda di vitello cotta nel sugo lentamente, in modo da renderla talmente morbida che la carne deve staccarsi dall’osso senza bisogno di utilizzare il coltello. Sicuramente il piatto meno turistico e più verace della cucina romana! Sicuramente vicino al tuo bed and breakfast troverai tanti ristoranti ottimi per provare tutti questi piatti romani deliziosi! Mi stavo dimenticando di dire che La Cattedrale di Roma’ è tra le più importanti (nome completo: Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano) perché è la prima delle quattro basiliche papali maggiori e la più antica e importante basilica d’Occidente e anche la cattedrale della diocesi di Roma. Messa sul colle del Celio, la basilica e ce vasto complesso circostante (comprendente il Palazzo Pontifico del Laterano, il Palazzo dei Canonici, il Pontifico Seminario Romano Maggiore e la Pontifica Università Lateranense). Quando sarai in vacanza a Roma, non avrai mai tempo da perdere perché questa città eterna nasconde tanti segreti, e sarai sempre curioso per scoprirla meglio. Sono sicura che dopo una visita, tornerai sempre a rivederla, come fanno a maggior parte delle persone, anzi alcuni se hanno possibilità si spostano lì per abitare!
booking.best
Muoversi a Roma di solito si fa con la metropolitana che è composta da tre linee, identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee; oppure con gli autobus: in totale 348 linee autobus. Alcuni scelgono il Taxi di più per l’aeroporto perché solo in questo modo non si rischia di perdersi sulle meravigliose strade antiche di questa città. Oppure potrai noleggiare un’auto, se chiedi presso il tuo hotel o bed and breakfast di Roma, sicuramente sapranno metterti in contatto con qualche azienda che noleggia le macchine. Ma c’è la possibilità di prendere anche le biciclette che a maggior parte dei b&b li offrono. Ora che sai come arrivarci sei pronto per visitare: ce Colosseo: il più famoso e grande amfiteatro romano situato nel centro di Roma; la Basilica di San Pietro: il centro religioso della Città del Vaticano e anche la più grande delle 4 basiliche papali di Roma, il centro del cattolicesimo; Fontana di Trevi: è una tra le più grandi e note fontane di Roma; Il museo Capitolini: il principale museo civico di Roma; Piazza Barberini: al centro della piazza sorge la Fontana del Tritone celebre opera del Bernini; Piazza del Campidoglio: La trapezoidale Piazza del Campidoglio sul colle omonimo, delimitata sul fondo dal Palazzo Senatorio sede ufficiale del comune; Piazza della Rotonda: è ce suggestivo spazio davanti al Pantheon; Piazza San Pietro: è una delle piazze più famose del mondo; Piazza Campo de Fiori: è una della piazze più note della città, anche per la presenzadal 1869 del celebre mercato, ma nel corso della storia è stata utilizzata per corse ed esecuzioni capitali. Lo spazio che occupa fu anticamente quello della platea del tempio di Venere Vincitrice, a ridosso del teatro di Pompeo e ce nome de’ Fiori, deriverebbe proprio da una donna amata dal triumviro romano Flora appunto, o più semplicemente dal prato che nel XV secolo vi era cresciuto per lo stato di abbandono; Campanili e Cupola del Borromini: Nel 1653 il pontefice sollevò i Rainaldi dall’incarico dei lavori, già in avanzata fase di esecuzione, affidandoli a Francesco Borromini, il quale progettò l’eliminazione del vestibolo e la costruzione ai lati della facciata di due bassi campanili tali da non ostacolare la vista della cupola, sostenuta da un alto tamburo, culminante con una lanterna contornata da sedici colonne; Facciata di Santa Maria Della Pace: Vicino al lato occidentale di piazza Navona si trova una piazza in miniatura che è direttamente l’opposto di essa per quanto riguarda le sue dimensioni.
Tutte le strade hanno un
hotel Roma
Queste sono le poche cose che potrai visitare a Roma, però bisogna sapere anche che se il tuo bed and breakfast Roma , non si trova simile al centro storico, ci sono i mezzi pubblici che funzionano benissimo e vengono usati con regolarità ogni giorno sia dai cittadini che abitano lì che dai turisti. Conseguentemente muoversi a Roma, sarà sicuramente facile. La metropolitana di Roma è costituita da tre linee che sono identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 59, 4 km e 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee. Il anteriore tronco metropolitano è stato inaugurato il 9 febbraio 1955 ed oggi fa parte della linea B-B1, identificata dal colore blu. Il 16 febbraio 80 è stata inaugurata la linea A, dal colore arancione. La terza =-linea, ovvero la linea C è stata aperta il 9 novembre 2014 ed è caratterizzata dal colore verde. Esistono inoltre il progetto di realizzazione di una Linea D e progetti di prolungamento delle linee A e B-B1, nonché progetti di trasformazione delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo rispettivamente in Linea E e Linea F. La rete autobus di Roma è il servizio di trasporto pubblico locale composto da 348 linee autobus. Ciò che non sapevi è che nel passato, un primo servizio di trasporto pubblico nacque tra gli anni ’40 e gli anni ’50 dell’800 con l’istituzione di alcune linee indipendenti dall’autorità papale, servite principalmente da carrozze e omnibus, gestite da piccole imprese familiari (che comummente non possedevano più di due o tre veicoli). Queste linee servivano il centro storico e le principali piazze romane, tuttavia non avevano orari fissi e si attivavano solo quando veniva raggiunto un congruo numero di passeggeri.
La città eterna e I suoi b&b
Roma Caput Mundi, città eterna, culla della civiltà occidentale e capitale del Cristianesimo. Sono solo alcuni degli appellativi per descrivere questa magica città che evidentemente rivela agli occhi dei turisti, un concentrato di arte, storia, architettura e che da tre secoli continua a non ottenere rivali tra le mete preferite del turismo internazionale. Roma chiamata anche la città eterna è un vero e proprio galeria all’aperto dove, ovunque si guardi, è possibile ammirare le tracce di una storia e di una cultura millenaria. Per vederla bisogna prendere un bed and breakfast a Roma, di solito è consigliabile di sceglierne simple al centro storico per essere più vicino ai posti importanti, perché solo così avrà la possibilità di visitare tutto. Sicuramente hai sentito della celebre Fontana di Trevi. Quello che non sapevi è che essa ha anche un percorso sotterraneo che si estende sotto ce rione Trevi. Da qui fa parte anche l’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius la Città dell’Acqua: le strutture di una domus d’epoca imperiale, il castellum aquae dell’Acquedotto Vergine ed i suggestivi reperti (tra cui ce celebre volto di Alessandro helios) venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi. In un viaggio nel tempo passato sarà possibile toccare con mano la millenaria stratificazione di Roma ed osservare le testimonianze archeologiche, che hanno caratterizzato la storia della città, dalla realizzazione dell’Aqua Virgo all’incendio di Nerone, dal sacco di Alarico all’assedio dei Goti. Inoltre vicino a questa famosa fontana potrai trovare tanti bed and breakfast o hotel Roma, molto belli perché lì ci sono tanti palazzi antichi.
Il caput mundi dei b&b
La piazza di Santa Maria della Pace (poco conosciuta sia dai romani che dai turisti) è solamente uno intervallo nella vastità di Roma, ma essa è anche uno dei più rari esempi di uno intervallo urbano progettato ed eseguito da un architetto: si tratta di uno dei più grandi successi dell’architettura barocca in Roma; Facciata della Basilica di San Pietro: l’architetto Carlo Maderno si trovò vincolato a quanto già esisteva nelle fiancate michelangiolesche, la cui altezza doveva trovare corrispondenza anche nella facciata. Egli non poté nemmeno far sormontare l’ordine inferiore con una secondo ordine di altezza proporzionata, poiché avrebbe dissimulato eccessivamente la cupola. Si limitò quindi ad abbozzare sopra l’ordine inferiore lo stesso attico cinquecentesco che gira tutt’intorno al tempio, come del resto intendeva fare nel suo disegno lo stesso Michelangelo. Più che appoggiata al corpo della basilica, la Facciata si eleva autonomamente su fondamenta proprie iniziate ce 5 novembre 1607. Ce 10 febbraio 1608 fu posta la prima pietra e il 21 luglio 1612 parte dell’immensa mole era compiuta. Larga m 118. 6 e alta m 48 escluse the statue, marcata da colonne e paraste giganti con capitelli corinzi, si divide in due ordini. Queste sono le poche cose che potrai visitare nella città eterna, perché tutti sanno che Roma è un museo all’aperto. Le persone che abitano lì dicono che non basta una vita per conoscere tutta la città. Però per essere sicuro che avrai tempo di fare più visite, dovrai rubare un bed and breakfast o Hotel room a Roma vicino al centro storico. Però quando si pensa a Roma vengono subito in mente solo monumenti e palazzi storici, vie dello shopping e botteghe di artisti. La Capitale offre anche una cultura culinaria, con piatti tradizionali che vi faranno leccare i baffi! Tra i piatti conosciuto che potrai gustare dopo una giornata piena sono: rigatoni con la pajata: la pajata è l’intestino tenue del vitello da latte cotto in umido e con pomodoro per un tempo piuttosto lungo.
Inoltre per muoversi a Roma potrai usare anche il Taxi, perché avvolte è molto più facile come ad esempio andare dall’aeroporto fino al tuo b&b. Il centro storico di Roma, racchiuso all’interno delle e delle mura gianicolensi, è stato riconosciuto, nel 1980, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Esso è, cioè la somma della superficie dei 22 rioni che lo compongono, e conta ad oggi 186. 802 abitanti. Nell’intera città storica si riconosce il valore di oltre 25.000 punti di interesse ambientale e archeologico censiti dalla Carta della Qualità: in virtù di ciò Roma risulta la città con più monumenti al mondo. Quello che non sapevi è che la scrittrice Elsa Morante ha ambientato nella città eterna il suo romanzo La storia. Fra le macerie del quartiere di San Lorenzo, devastato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, lungo le borgate periferiche affollate di nuovi poveri, fra miserie antiche e recenti si muove un piccolo universo di persone che delineano in maniera poetica con i loro affanni ce preciso momento storico attraversato dalla città. Quindi ce centro storico di Roma è molto importante, grazie alle sue bellezze e la storia piena di ricordi. Per compiere la prima delle passeggiate al centro storico, ti suggerisco che dal tuo b&b prendere la linea A della metropolitana e di scendere alla fermata Flaminio. Uscendo dalla metro vedrà la Piazza del Popolo, una delle più grandi e suggestive di Roma, dove potrai entrare nella chiesa subito a sinistra S. Maria del Popolo contenente dipinti del Caravaggio e del Pinturicchioo in una delle due chiese gemelle che troverai nella piazza, S. Maria in Montesanto e S. Maria dei Miracoli. Da queste due chiese importanti si possono vedere tre grandi strade che formano ce cosiddetto tridente: prendete quella a sinistra, Via del Babuino, in modo da giungere in Piazza di Spagna. Da qui potrai scattare foto alla famosa scalinata e alla fontana della Barcaccia del Bernini e, poi, prendere Via dei Condotti e concederti una passeggiata tra le vetrine dei negozi più lussuosi della città.
Arrivato all’incrocio con Via del Corso gira a sinistra e prosegui dritto fino a Piazza del Parlamento dove vedrai, alla tua destra, il palazzo in stile barocco di Montecitorio, sede del Parlamento Italiano. Tornando su Via del Corso girate a destra e arrivi alla Galleria Colonna, dove puoi fermarti per una sosta tra negozi, bar e ristoranti. Visitare la città eterna sicuramente sarà un’esperienza eccezionale, però non solo essa con le sue bellezze, ma anche la qualità dei bed and breakfast che sono considerati tra i migliori da tutte le città famose. Una giornata nella città eterna inizierà sempre presso il tuo bed and breakfast con la famosa colazione italiana. La tipica colazione all’Italiana è una delle poche nel mondo ad essere composta da alimenti dolci, in contrasto con la classica colazione continentale, caratterizzata invece da alimenti prevalentemente salati. Infatti, se in Italia la colazione tradizionale è composta da caffè e cappuccino, nel resto d’Europa si usa invece mangiare prosciutto, uova, pane, latte e una spremuta d’arancia. La colazione italiana è solitamente composta da vari alimenti: il latte, il caffè, la spremuta d’arancia e lo yogurt per quanto riguarda le bevande, mentre tra gli alimenti solidi ci sono i cereali, le fette biscottate, le merendine, il pane, i biscotti e la frutta fresca. Il latte viene solitamente abbinato al caffè dagli adulti, creando una sorta di caffelatte, mentre i bambini invece lo bevono aromatizzato al cacao o con del miele. Ora che abbiamo detto tutto questo, e il tempo che parti nell’avventura della tua vita nella la capitale dell’Italia. Però dovresti sapere che per visitare avrai bisogno di spostarti. Il programa usato dai turisti ma anche dai cittadini della città sono i mezzi pubblici.
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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San Lorenzo Maggiore: viaggio nella storia di Napoli
Situato nel cuore del centro storico di Napoli, il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore sorge come un'oasi di pace e bellezza tra le vivaci strade della città. Fondato nel VI secolo d.C., questo complesso religioso vanta una storia ricca e affascinante che abbraccia secoli di trasformazioni artistiche e culturali. Complesso monumentale San Lorenzo Maggiore: la Basilica Al suo interno, il Complesso ospita una molteplicità di tesori che lo rendono una tappa imperdibile per ogni visitatore. La Basilica di San Lorenzo Maggiore, con la sua imponente facciata gotica e il suo luminoso interno, rappresenta un capolavoro di architettura sacra. La chiesa custodisce opere d'arte di inestimabile valore, tra cui affreschi del XIV secolo e sculture di artisti rinomati. Gli scavi archeologici Un'esperienza unica attende i visitatori che si avventurano negli scavi archeologici de "La Neapolis Sotterrata". Qui, immersi nel silenzio di cunicoli e cavità sotterranee, si scoprono i resti dell'antica Neapolis, la città greca che diede origine a Napoli. Case, botteghe, terme e persino un teatro greco riemergono dal passato, offrendo una testimonianza tangibile della vita quotidiana nell'antichità. Il Museo Il Museo dell'Opera di San Lorenzo Maggiore completa la visita con una ricca collezione di reperti archeologici, sculture, dipinti e paramenti sacri. Tra i pezzi più pregiati, si annovera il Tesoro di San Gennaro, una raccolta di gioielli e oggetti preziosi donati al patrono di Napoli nel corso dei secoli. Non solo arte e storia Ma il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore non è solo un luogo ricco di storia e arte. È anche un centro di vera cultura viva, che ospita eventi, concerti e mostre durante tutto l'anno. Il chiostro, con il suo pozzo barocco opera di Cosimo Fanzago, offre un'oasi di tranquillità dove rilassarsi e godersi l'atmosfera suggestiva di questo stupendo complesso. Foto di Paola Andrea su Unsplash Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months
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Trieste: presentata la nuova edizione del ciclo "Lezioni di storia" dal titolo "La forza delle idee"
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Trieste: presentata la nuova edizione del ciclo "Lezioni di storia" dal titolo "La forza delle idee". La nuova edizione delle “Lezioni di Storia” dal titolo “La forza delle idee” è stata presenta giovedì 16 novembre presso la Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich nel corso di una conferenza stampa introdotta dall’Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo, Giorgio Rossi alla presenza di Lodovico Steidl degli Editori Laterza, del Prof. Francesco Peroni, componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione CRTrieste e di Maurizio Marzi Wildauer, Presidente di Trieste Trasporti. “La forza delle idee” è il titolo della nuova edizione delle Lezioni di Storia che si terrà al Teatro Verdi di Trieste dal 10 dicembre 2023 al 25 febbraio 2024 sempre di domenica alle ore 11.00. In un celebre passo delle Lezioni sulla filosofia della storia Hegel fa riferimento a quelli che chiama gli “individui cosmico-storici”. Ovvero, i protagonisti che segnano con il loro agire lo spirito del loro tempo. Uomini e donne, insomma, che “fanno la storia”. Il filosofo tedesco cita ad esempio Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone. Ma siamo sicuri che a “fare la storia” siano stati e siano solo i grandi condottieri, o i re e le regine, gli imperatori e i papi? Certo, a costoro dobbiamo cambiamenti radicali nei destini dei popoli. Ma dobbiamo cambiamenti radicali – i cui effetti possono durare nei secoli e nei millenni – anche a uomini e donne che non hanno comandato eserciti, emanato leggi e governato imperi. Sono coloro che hanno imposto una nuova visione della società, dei valori, dell’umanità. Sono gli uomini e le donne che hanno interpretato la realtà in modo nuovo e che, con la forza delle loro idee (e a volte con il prezzo del sacrificio di sé), hanno cambiato – nel bene e nel male – mentalità, leggi, vite. A questi protagonisti del loro tempo e alle visioni del mondo che sono stati in grado di generare è dedicato il nuovo ciclo delle Lezioni di Storia. “Con le Lezioni di Storia, arrivate al traguardo del decimo anno - ha spiegato l’Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo, Giorgio Rossi ringraziando per il supporto la Fondazione CRTrieste e Trieste Trasporti e per la media partnership il quotidiano IL PICCOLO - sposiamo da un lato la possibilità di sviluppare temi di altissimo livello trattati da relatori che vediamo spesso solo per televisione e dall’altro proporre argomenti accattivanti per una fascia di popolazione interessata piuttosto ampia e variegata, come conferma un Teatro Verdi sempre pieno. L’obiettivo principale di queste lezioni è di puntare sulla cultura come elemento essenziale di cambiamento in tempi difficili, attraendo soprattutto le nuove generazioni. Promuovere iniziative di questo tipo credo sia un dovere per un’Amministrazione comunale e in prospettiva intendiamo implementare l'offerta integrando le Lezioni di Storia con altri cicli, offrendo nel corso dell’anno un programma di lezioni varie e per tutti. Credo che quella che presentiamo oggi sia una bella iniziativa e soprattutto un atto doveroso verso chi crede nel cambiamento”. “Come Fondazione CRTrieste - ha dichiarato il prof. Francesco Peroni, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Ente - abbiamo voluto sostenere fin dall'inizio questo percorso, costituito da 9 edizioni delle Lezioni di storia in 10 anni, con un cospicuo supporto in quanto perfettamente coerente con la missione istituzionale della Fondazione, chiamata a sostenere il territorio dal punto di vista economico, sociale e culturale. E lo abbiamo fatto con grade piacere perché si tratta di un'iniziativa mirabile, che coniuga alta cultura e divulgazione scientifica nel senso più alto del termine, richiamando un pubblico interessato non di nicchia e non composto soltanto da specialisti. Il successo crescente che questa manifestazione ha riscosso nel corso degli anni è la riprova della qualità dell’offerta, grazie a una regia di alto profilo e Istituzioni che si muovono con sapienza”. “Essere accanto a Laterza, e naturalmente all’Amministrazione comunale, nella realizzazione di questa nuova edizione delle Lezioni di Storia è per Trieste Trasporti un orgoglio, un modo per consolidare il rapporto fra l’azienda e il territorio, fra la città e il trasporto pubblico, che è un rapporto antico, profondo e pieno di belle idee. Il successo popolare che le Lezioni hanno avuto fin dalla primissima edizione – ha dichiarato il Presidente di Trieste Trasporti, Maurizio Marzi Wildauer - mostra la straordinaria energia che questa città sa sempre esprimere per la cultura: sostenere questa iniziativa ci è sembrato il modo migliore per alimentare questa energia, con la qualità indiscussa a cui Laterza, con i suoi libri, ci ha da sempre abituati”. Trieste Trasporti riserverà, in tutti gli incontri, alcuni posti in prima fila per i propri abbonati, che saranno sorteggiati tra coloro che aderiscono al programma MyTt. Lodovico Steidl degli Editori Laterza ha rimarcato la gratuità dell’iniziativa. “All’inizio - ha spiegato - in tutte le città in cui le portavamo le Lezioni di Storia erano gratuite, ora ne sono rimaste solo due e una di queste è Trieste, a testimonianza della particolare sensibilità dimostrata dalle Istituzioni cittadine, Comune di Trieste, Fondazione CRTrieste e Trieste Trasporti, nei confronti del ciclo. Quest’anno, che corrisponde al decimo delle Lezioni di Storia, mi sento di dire che sia un anniversario importante. Il ciclo di quest’anno è dedicato alla forza delle idee e ci accompagnerà per buona parte dell’inverno. L’estensione temporale e tematica di questa edizione poi è incredibile: si va infatti da Antigone fino a Bruce Springsteen”. Steidl è entrato quindi nel dettaglio del programma. Le lezioni si apriranno il 10 dicembre con Laura Pepe che affronterà il tema della giustizia attraverso la figura mitica di Antigone la cui parabola tragica induce ancora oggi a riflettere sul reale significato di questa parola. Proseguiranno il 17 dicembre con Amedeo Feniello che parlerà del millenarismo e di Gioacchino da Fiore, l’abate definito come colui che ha dato una svolta alla visione teologico filosofica medievale della storia aprendo alla modernità. Alessandro Vanoli il 21 gennaio 2024 si interrogherà sull’idea di Occidente e sul senso che ha ancora oggi per noi la figura di Cristoforo Colombo fra statue da abbattere e leggende da riscoprire. Il 28 gennaio sarà la volta di Guido Barbujani, il genetista condurrà il pubblico alla scoperta di Cesare Lombroso e del concetto di ‘razza umana’. Emma Goldman − filosofa, anarchica e paladina delle donne − sarà al centro della lezione di Valeria Palumbo, il 18 febbraio, con una riflessione sulla potenza dell’amore. In chiusura, Alessandro Portelli, il 25 febbraio, ricostruirà l’idea di speranza secondo Bruce Springsteen, dal fallimento del sogno americano all’ottimismo del rock and roll. Il ciclo delle Lezioni di Storia, ideato e progettato dagli Editori Laterza, promosso dal Comune di Trieste, è organizzato con il contributo della Fondazione CRTrieste e il sostegno di Trieste Trasporti. Media partner: “Il Piccolo”. Le Lezioni saranno introdotte da giornalisti del quotidiano “Il Piccolo”. Ingresso libero fino a esaurimento posti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Domanda totalmente a caso: conosci Oscar Wilde? Se sì hai qualche sua citazione/libro preferito?
Se con conoscere si intende personalmente, direi proprio di no. Non so se qualcun altro dei bauchi ha avuto il piacere quando è sceso in Italia, ma io purtroppo non ho avuto il piacere.
Se si intende di fama invece mi pare il minimo conoscerlo: ora io potrò sembrare un demente e Brontolo in persona, ma non sono completamente ignorante, sapete? Ho un minimo di quella che si chiama cultura, nel corso del tempo ho avuto giusto quella decina e passa di secoli per imparare a leggere, scrivere, far di conto. Non è che uno stato si manda avanti senza nessuna di queste tre cose e io ho dovuto mandarne avanti più di uno e per lungo tempo.
Come tutti gli altri pampani ho le mie preferenze e i miei passatempi, mica siamo fatti con lo stampino, ma come tutti loro ho, appunto, alle spalle una buona educazione e personalmente mi piaceva e piace leggere quando posso. Wilde mi piace, tra gli autori stranieri può rientrare tra quelli che mi interessano e che apprezzo di più, quindi certo che lo conosco.
Ora lo so che direte tutti che sono un bauco dai gusti sempliciotti e banale quanto la Teresina che fa tutti i giorni la stessa strada per tenersi in forma, sempre casa-chiesa-cimitero, ma il suo lavoro che preferisco è "Il ritratto di Dorian Gray". Trovo molto interessante il tema, la filosofia che c'è dietro, forse perché a tratti rivedo qualcosa di me in quel bauco, anche se ora i tempi sono estremamente cambiati.
Ovviamente poi mi piacciono le sue opere teatrali, ma che mi piaccia il teatro non è esattamente un segreto di stato, quindi anche questo scontato come pochi. Le apprezzo più o meno tutte, ma cito "La Duchessa di Padova" visto che è ambientata dal sottoscritto.
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Il caput mundi dei b&b
Roma Caput Mundi, città eterna, culla della civiltà occidentale e capitale del Cristianesimo. Sono solo alcuni degli appellativi per descrivere questa magica città che evidentemente rivela agli occhi dei turisti, un concentrato di arte, storia, architettura e che da tre secoli continua a non avere rivali tra le mete preferite del turismo internazionale. Roma chiamata anche la città eterna è un vero e proprio galeria all’aperto dove, ovunque si guardi, è possibile ammirare le tracce di una storia e di una cultura millenaria. Per vederla bisogna prendere un b&b a Roma, di solito è consigliabile di sceglierne uno al centro storico per essere più vicino ai posti importanti, perché solo così avrà la possibilità di visitare tutto. Sicuramente hai sentito della celebre Fontana di Trevi. Ciò che non sapevi è che essa ha anche un percorso sotterraneo che si estende sotto il rione Trevi. Da qui fa parte anche l’area archeologica sotterranea del Vicus Caprarius la Città dell’Acqua: le strutture di una domus d’epoca imperiale, il castellum aquae dell’Acquedotto Vergine ed i suggestivi reperti (tra cui il celebre volto di Alessandro helios) venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi. In un viaggio nel tempo passato sarà possibile toccare con mano la millenaria stratificazione di Roma ed osservare le testimonianze archeologiche, che hanno contraddistinto la storia della città, dalla realizzazione dell’Aqua Virgo all’incendio di Nerone, dal sacco di Alarico all’assedio dei Goti. Inoltre simile a questa famosa fontana potrai trovare tanti b&b o hotel Roma, molto belli perché lì ci sono tanti palazzi antichi.
Bed and breakfast nel centro storico di Roma
Muoversi a Roma di solito si fa con la metropolitana che è composta da tre linee, identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee; oppure con gli autobus: in totale 348 linee autobus. Alcuni scelgono il Taxi di più per l’aeroporto perché solo in questo modo non si rischia di perdersi sulle meravigliose strade antiche di questa città. Oppure potrai noleggiare un’auto, se chiedi presso il tuo hotel o bed and breakfast di Roma, sicuramente sapranno metterti in contatto con qualche azienda che noleggia le macchine. Ma c’è la possibilità di prendere anche le biciclette che a maggior parte dei bed&breakfast li offrono. Ora che sai come arrivarci sei pronto per visitare: il Colosseo: il più famoso e grande amfiteatro romano situato nel centro di Roma; la Basilica di San Pietro: il centro religioso della Città del Vaticano e anche la più grande delle quattro basiliche papali di Roma, il centro del cattolicesimo; Fontana di Trevi: è una tra le più grandi e note fontane di Roma; Il museo Capitolini: il principale museo civico di Roma; Piazza Barberini: al centro della piazza sorge la Fontana del Tritone celebre opera del Bernini; Piazza del Campidoglio: La trapezoidale Piazza del Campidoglio sul colle omonimo, delimitata sul fondo dal Palazzo Senatorio sede ufficiale del comune; Piazza della Rotonda: è il suggestivo spazio davanti al Pantheon; Piazza San Pietro: è una delle piazze più famose del mondo; Piazza Campo de Fiori: è una della piazze più note della città, anche per la presenzadal 1869 del celebre mercato, ma nel corso della storia è stata utilizzata per corse ed esecuzioni capitali. Lo spazio che occupa fu anticamente quello della platea del tempio di Venere Vincitrice, a ridosso del teatro di Pompeo e il nome de’ Fiori, deriverebbe proprio da una donna amata dal triumviro romano Flora appunto, o più semplicemente dal prato che nel XV secolo vi era cresciuto per lo stato di abbandono; Campanili e Cupola del Borromini: Nel 1653 il pontefice sollevò i Rainaldi dall’incarico dei lavori, già in avanzata fase di esecuzione, affidandoli a Francesco Borromini, il quale progettò l’eliminazione del vestibolo e la costruzione ai lati della facciata di due bassi campanili tali da non ostacolare la vista della cupola, sostenuta da un alto tamburo, culminante con una lanterna contornata da sedici colonne; Facciata di Santa Maria Della Pace: Vicino al lato occidentale di piazza Navona si trova una piazza in miniatura che è direttamente l’opposto di essa per quanto riguarda le sue dimensioni.
La piazza di Santa Maria della Pace (poco conosciuta sia dai romani che dai turisti) è solamente uno spazio nella vastità di Roma, ma essa è anche uno dei più rari esempi di uno spazio urbano progettato ed eseguito da un architetto: si tratta di uno dei più grandi successi dell’architettura barocca in Roma; Facciata della Basilica di San Pietro: l’architetto Carlo Maderno si trovò vincolato a quanto già esisteva nelle fiancate michelangiolesche, la cui altezza doveva trovare corrispondenza anche nella facciata. Egli non poté nemmeno far sormontare l’ordine inferiore con un secondo ordine di altezza proporzionata, poiché avrebbe nascosto eccessivamente la cupola. Si limitò quindi ad cominciare sopra l’ordine inferiore lo stesso attico cinquecentesco che gira tutt’intorno al tempio, come del resto intendeva fare nel suo piano lo stesso Michelangelo. Più che appoggiata al corpo della basilica, la Facciata si eleva autonomamente su fondamenta proprie iniziate il 5 novembre 1607. Il 10 febbraio 1608 fu posta la prima pietra e il 21 luglio 1612 parte dell’immensa mole era compiuta. Larga m 118. 6 e alta m 48 escluse votre statue, marcata da colonne e paraste giganti con capitelli corinzi, si divide in due ordini. Queste sono le poche cose che potrai visitare nella città eterna, perché tutti sanno che Roma è un museo all’aperto. Le persone che abitano lì dicono che non basta una vita per frequentare tutta la città. Però per essere sicuro che avrai tempo di fare più visite, dovrai rubare un bed and breakfast o Hotel a Roma vicino al centro storico. Però quando si pensa a Roma vengono subito in mente solo monumenti e palazzi storici, vie dello shopping e botteghe di artisti. La Capitale offre anche una cultura culinaria, con piatti tradizionali che vi faranno leccare i baffi! Tra i piatti conosciuto che potrai gustare dopo una giornata piena sono: rigatoni con la pajata: la pajata è l’intestino tenue del vitello da latte cotto in umido e con pomodoro per un tempo piuttosto lungo.
La Roma dei bed and breakfast
Queste sono le poche cose che potrai visitare a Roma, però bisogna sapere anche che se il tuo bed and breakfast Roma , non si trova simile al centro storico, ci sono i mezzi pubblici che funzionano benissimo e vengono usati con regolarità ogni giorno sia dai cittadini che abitano lì che dai turisti. Conseguentemente muoversi a Roma, sarà sicuramente facile. La metropolitana di Roma è costituita da tre linee che sono identificate con lettere e colori diversi, per una lunghezza totale di 59, 4 km e 73 stazioni, 60 delle quali sotterranee. Il primo tronco metropolitano è stato inaugurato il 9 febbraio 1955 ed oggi fa parte della linea B-B1, identificata dal colore blu. Il 16 febbraio 80 è stata inaugurata lista, ovvero la linea C è stata aperta ce 9 novembre 2014 ed è caratterizzata dal colore verde. Esistono inoltre ce progetto di realizzazione di una Linea D e progetti di prolungamento delle linee A e B-B1, nonché progetti di trasformazione delle ferrovie concesse Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo rispettivamente in Linea E e Linea F. La rete autobus di Roma è il servizio di trasporto pubblico locale composto da 348 linee autobus. Ciò che non sapevi è che nel passato, un primo servizio di trasporto pubblico nacque tra gli anni ’40 e gli anni ’50 dell’800 con l’istituzione di alcune linee indipendenti dall’autorità papale, servite principalmente da carrozze e omnibus, gestite da piccole imprese familiari (che geralmente non possedevano più di due o tre veicoli). Queste linee servivano ce centro storico e le principali piazze romane, tuttavia non avevano orari fissi e si attivavano solo quando veniva raggiunto un congruo numero di passeggeri.
I miglior
bed and breakfast Roma
Arrivato all’incrocio con Via del Corso gira a sinistra e prosegui dritto fino a Piazza del Parlamento dove vedrai, alla tua destra, il palazzo in stile barocco di Montecitorio, sede del Parlamento Italiano. Tornando su Via del Corso girate a destra e arrivi alla Galleria Colonna, dove puoi fermarti per una sosta compresa tra negozi, bar e ristoranti. Visitare la città eterna sicuramente sarà un’esperienza splendido, però non solo essa con le sue bellezze, ma anche la qualità dei bed and breakfast che sono considerati compresa tra i migliori da tutte le città famose. Una giornata nella città eterna inizierà sempre presso ce tuo bed and breakfast con la famosa colazione italiana. La tipica colazione all’Italiana è una delle poche nel mondo ad essere composta da alimenti dolci, in contrasto con la classica colazione continentale, caratterizzata invece da alimenti prevalentemente salati. Infatti, se in Italia la colazione tradizionale è composta da caffè e cappuccino, nel resto d’Europa si usa invece mangiare prosciutto, uova, pane, latte e una spremuta d’arancia. La colazione italiana è solitamente composta da vari alimenti: il latte, ce caffè, la spremuta d’arancia e lo yogurt per quanto riguarda le bevande, mentre tra gli alimenti solidi ci sono i cereali, le fette biscottate, le merendine, il pane, i biscotti e la frutta fresca. Il latte viene solitamente abbinato al caffè dagli adulti, creando una sorta di caffelatte, mentre i bambini invece lo bevono aromatizzato al cacao o con del miele. Ora che abbiamo detto tutto questo, e il tempo che parti nell’avventura della tua vita nella la capitale dell’Italia. Però dovresti sapere che per visitare avrai bisogno di spostarti. Il programa usato dai turisti ma anche dai cittadini della città sono i mezzi pubblici.
La città eterna e I suoi b&b
Inoltre per muoversi a Roma potrai usare anche il Taxi, perché avvolte è molto più facile come ad esempio andare dall’aeroporto fino al tuo b&b. Il centro storico di Roma, racchiuso all’interno delle e delle mura gianicolensi, è stato riconosciuto, nel 1980, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Esso è, cioè la somma della superficie dei 22 rioni che lo compongono, e conta ad oggi 186. 802 abitanti. Nell’intera città storica si riconosce il valore di oltre 25.000 punti di interesse ambientale e archeologico censiti dalla Carta della Qualità: in virtù di ciò Roma risulta la città con più monumenti al mondo. Quello che non sapevi è che la scrittrice Elsa Morante ha ambientato nella città eterna il suo romanzo La storia. Fra le macerie del quartiere di San Lorenzo, devastato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, lungo le borgate periferiche affollate di nuovi poveri, fra miserie antiche e recenti si muove un piccolo universo di persone che delineano in maniera poetica con i loro affanni ce preciso momento storico attraversato dalla città. Quindi ce centro storico di Roma è molto importante, grazie alle sue bellezze e la storia piena di ricordi. Per compiere la prima delle passeggiate al centro storico, ti suggerisco che dal tuo bed and breakfast prendere la linea A della metropolitana e di scendere alla fermata Flaminio. Uscendo dalla metro vedrà la Piazza del Popolo, una delle più grandi e suggestive di Roma, dove potrai entrare nella chiesa subito a sinistra S. Maria del Popolo contenente dipinti del Caravaggio e del Pinturicchioo in una delle due chiese gemelle che troverai nella piazza, S. Maria in Montesanto e S. Maria dei Miracoli. Da queste due chiese importanti si possono vedere tre grandi strade che formano ce cosiddetto tridente: prendete il fatto a sinistra, Via del Babuino, in modo da giungere in Piazza di Spagna. Da qui potrai scattare foto alla famosa scalinata e alla fontana della Barcaccia del Bernini e, poi, prendere Via dei Condotti e concederti una passeggiata tra le vetrine dei negozi più lussuosi della città.
Altre cose da vedere sono: I Musei Capitolini - ospitati nel palazzo dei Conservatori e nel Palazzo Nuovo, i Musei Capitolini costituiscono ce più antico museo pubblico del mondo, grazie alla donazione del 1471 da parte di Sisto IVdi alcune opere d’arte bellissime precedentemente conservate in Laterano. Nel ‘500 Leone X e Pio V implementarono la collezione, ma fu soprattutto nel 1734 con l’acquisizione della =-collezione di marmi antichi della collezione Albani, che ce museo si ingrandì assai. Con Roma capitale evidentemente arrivò a occupare anche il palazzo dei Conservatori e a creare ce Museo Nuovo (1925) e il Braccio Nuovo (1952). I musei sono costituiti da una collezione di marmi e bronzi classici, dalla pinacoteca e dal medagliere; Piazza del Popolo-Ultima grande sistemazione urbanistica dell’età papale, realizzata da Giuseppe Valadier all’inizio dell’800. L’obelisco centrale è quello di Ramses II, che Augusto pose nel Circo Optimum e che fu sistemato qui all’epoca di Sisto V da Domenico Fontana (1589), mentre le vasche e i leoni in stile egizio sono aggiunte di Valadier (1823). Prima della salita al Pincio è la splendida chiesa di Santa Maria del Popolo; Carcere mamertino uno dei monumenti più importanti della storia di Roma, dove l’agiografia cristiana vuole reclusi in tiempo neroniana gli apostoli Pietro e Paolo. La propria apertura vuole restituire ce naturale rapporto di attuale monumento con la Piazza del Foro Romano (Comizio) e l’area del Campidoglio. Intorno al VII periodo d. C. diviene luogo di culto legato alle figure degli apostoli Pietro e Paolo. I dipinti di IX-XIV secolo rimessi in luce durante i restauri nel Carcere sono il primo documento storico-artistico da riferire alla Chiesa di San Pietro in Carcere. clicca qui
La digestione di un tale primo richiede parecchie ore, per questo è preferibile mangiarlo a pranzo, mail gusto è reale e caratteristico; bucatini alla Gricia: unici ingredienti per il condimento: guanciale di origine abruzzese e pecorino romano. Quando ad Amatrice decisero di aggiungere ce pomodoro, nacque la più conosciuta pasta all’amatriciana; Trippa alla romana: un piatto non di facilissima digestione. La trippa è composta da diverse parti di stomaco bovino e nella ricetta romana viene cucinata al sugo con l’aggiunta di qualche foglia di menta; spaghetti cacia e pepe: potrebbe sembrare la pasta più facile del mondo da preparare, ma non è così: conquistare una buona mantecatura usando solo pecorino e pepe è davvero un’arte; maritozzo: Si tratta di un tipico dolcetto laziale di pasta cotta in forno, guarnito con panna montata fresca. I fidanzati usavano regalarlo alle loro promesse durante la quaresima; Saltimbocca alla romana: fettine di vitello ben battute, farcite con prosciutto cotto e salvia e tenute chiuse con uno stuzzicadenti. Da friggere rigorosamente nel burro; Coda alla vaccinara: Coda di vitello cotta nel sugo lentamente, in modo da renderla talmente morbida che la carne deve staccarsi dall’osso senza bisogno di utilizzare il coltello. Sicuramente il piatto meno turistico e più verace della cucina romana! Sicuramente vicino al tuo b&b troverai tanti ristoranti ottimi per provare tutti questi piatti romani deliziosi! Mi stavo dimenticando di dire che La Cattedrale di Roma’ è tra le più importanti (nome completo: Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano) perché è la prima delle 4 basiliche papali maggiori e la più antica e importante basilica d’Occidente e anche la cattedrale della diocesi di Roma. Messa sul colle del Celio, la basilica e ce vasto complesso circostante (comprendente il Palazzo Pontifico del Laterano, il Palazzo dei Canonici, il Pontifico Seminario Romano Maggiore e la Pontifica Università Lateranense). Quando sarai in vacanza a Roma, non avrai mai tempo da perdere perché questa città eterna nasconde tanti segreti, e sarai sempre curioso per scoprirla meglio. Sono sicura che dopo una visita, tornerai sempre a rivederla, come fanno a maggior parte delle persone, anzi alcuni se hanno possibilità si spostano lì per abitare! booking.best
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retegenova · 5 years
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CUNEO
dal 18 al 21 luglio
  Quest’anno saremo nel cartellone 2019 di Cuneo illuminata, la manifestazione nata nel 2015 che con 2 milioni di lampadine accese illumina il centro storico della città piemontese. L’edizione 2019  è dedicata alla Luna, e la Tosse porterà per le piazze e le vie del centro cuneese la parata/spettacolo de Le Nove lune.
  LE 9 LUNE 
di Emanuele Conte e Amedeo Romeo
regia Emanuele Conte 
collaborazione ai testi Alessandro Bergallo
canzoni Giua
  costumi Daniela De Blasio
luci Matteo Selis e Andrea Torazza 
con Alessandro Bergallo, Pietro Fabbri, Lisa Galantini,  Giua,  Enrico Campanati, Marco Lubrano 
Sarah Pesca, Lara Quaglia, Roberto Serpi, Graziano Sirressi
  produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
   Le nove lune di Emanuele Conte e Amedeo Romeo con  la regia di Emanuele Conte  e la collaborazione ai testi di Alessandro Bergallo, le canzoni sono realizzate da  Giua. Nel corso dei secoli noi esseri umani ci siamo sbizzarriti nell’attribuire alla Luna poteri ora malefici ora taumaturgici, vi abbiamo riposto speranze e seppellito paure; abbiamo sognato di raggiungerla con i mezzi più improbabili, l’abbiamo mitizzata e l’abbiamo posta al centro dei nostri sogni. 
Poi un giorno qualcuno ha provato ad osservarla più da vicino, e qualcuno addirittura pare ci abbia passeggiato e vi abbia conficcato la propria bandiera. Potrebbe sembrare che da allora le fantasie si siano ritratte, e che la Luna sia divenuta arida e prosaica. 
E se non fosse così? Se nonostante la scienza le creature protagoniste della fantasia e della mitologia fossero rimaste lassù, testimoni immortali, nient’affatto disposte a lasciare che il loro astro si trasformi in un’inutile sfera imperfetta, deserta e butterata da crateri?
Sono milioni le nostre lune, e nove di loro ci aspettano quest’estate dove, accompagnati da Astolfo partito in sella a un ippogrifo per ritrovare il senno di Orlando, compiremo un viaggio fantastico alla ricerca di tutto ciò che abbiamo perduto, anche quello che non sappiamo di aver perso.
Le canzoni sono di GIUA, protagonisti dello spettacolo sono Alessandro Bergallo, Pietro Fabbri, Lisa Galantini,  Giua,  Susanna Gozzetti,  Sarah Pesca, Lara Quaglia, Roberto Serpi, Graziano Sirressi, Mariella Speranza. I costumi di Daniela De Blasio sono realizzati dalla sartoria del Teatro della Tosse e luci sono firmate da Matteo Selis e Andrea Torazza 
    Davide Bressanin
Ufficio stampa
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse ONLUS
www.teatrodellatosse.it
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