#Giornata di sole
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notebook91286 · 2 years ago
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ragazzoarcano · 1 year ago
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“Una bella giornata non dipende da quanto sole c'è fuori ma da quanta luce abbiamo dentro.”
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valentina-lauricella · 9 months ago
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Una giornata di sole
È una giornata piena di sole, una di quelle in cui egli trascorre un'ora al balcone a capo scoperto, come gli ha consigliato il medico. La sua carnagione, di solito, è pallida, ma il sottotono olivastro della sua pelle gli impedisce di arrossarsi e scottarsi, cosicché egli si abbronza, assumendo un'aria più sana. Ed è solo per esibire al medico questa illusione di salute che si sottopone al bagno di sole. Gli chiedo, mentre guardo la strada sottostante, popolata di venditori ambulanti e ragazzetti che si rincorrono, se avverta un miglioramento nelle proprie condizioni. "Sì, come ogni anno quando finisce l'inverno," ma conclude la frase con un colpo di tosse. Volgo le spalle alla ringhiera del balcone e immergo gli occhi nella penombra della stanza dove in fondo, proprio sopra il letto, sulla parete azzurra, è appeso un grande rosario dai grani di legno scuro. "E così reciti le preghiere prima di andare a dormire," dico per scherzo. "Oh sì," risponde lui con gravità, "tridui e novene".
"Quella ragazzetta ha lo sguardo vispo," sussurro accennando a colei che sembra affaccendarsi riassettando le carte sopra uno scrittoio. "Ti assiste con amore?" "Amore di carità," soggiunge lui. "Le invidio che sappia leggere il greco, il latino e il francese; sapessi farlo anch'io, le farei recuperare tutto il sonno che ha perduto in queste notti." La ragazza esce dalla stanza senza salutare, con passo zoppicante, ma leggero. Ha lasciato sullo scrittoio una Bibbia, accanto a un'Iliade.
"Nella Bibbia è scritto che i morti dormono," dico trasognata. "E nell'Ade gli eroi non sono altro che ombre," prosegue lui. "Ma allora, se questa vita è sogno, e poi continueremo a dormire, non ci sveglieremo mai? Conosceremo soltanto il sonno?"
Lui tiene gli occhi chiusi al sole. "Io credo che stiamo facendo esattamente ciò a cui la necessità ci spinge. Tutto in noi è materia," prosegue. "Da bambino trascorrevo molte ore in ginocchio, pregando di essere risparmiato dall'inferno; poi da ragazzo sognai di poter entrare in paradiso con una corona di lauro. In realtà non ci spettano premii né castighi, dal momento che siamo esseri governati dalla fortuna. L'unico bene sarebbe non ricordare mai più di essere stati, e che qualcosa vi sia".
"E se la tua coscienza sopravvivesse?"
"Immagino che la natura dei morti non li faccia riguardare più la vita. In nessun modo. L'istinto di conservazione, la speranza...sono nelle fibre di questa carne."
"Torneresti?..." gli chiedo.
"Se fosse utile."
"A te o ad altri?"
"A chiunque, anche a un topolino. Purché ne avessi certezza."
"Se gli dei vogliono continuare a giocare con noi, dovranno farlo a carte scoperte," azzardo.
"Vorrei non capirli mai, gli dei."
"Ma se hai detto che vuoi certezza..."
"Ho risposto alla tua domanda: mi chiedevi se sarei tornato, non cosa volessi. Io voglio esattamente questo silenzio, questo mistero, in cui si è identici a prima di nascere e si può ignorare sia la vita che la morte, e che esistono differenze. Se un dio si chiarisse, ci darebbe la vita, e con essa la morte."
"Infatti Dio si è espresso," spiego accennando alla Bibbia.
"No," dici: "Quello lo abbiamo sognato..."
"Sai qual è l'espressione più evidente di Dio?" Lancio la sfida, e proseguo: "Quella ragazza. Si sacrifica per te, e potrebbe non farlo. Questo si chiama libero arbitrio, non necessità".
"Lo fa per ambizione," sorride amaramente, "vuole diventare santa, per compiacere suo fratello, l'unico uomo che non l'abbandonerà. Se morissi prima di stanotte, per lei sarebbe un sollievo."
"Che dici!" Protesto. Ma dentro di me so ch'è vero.
"Io e lei siamo due infelici che non s'incontreranno mai. E ora sono stanco, vorrei riposare un po'."
Lo accompagno a letto. Gli sistemo i due grossi cuscini che tiene sotto la testa e, mentre lo faccio, avverto qualcosa di duro tra l'uno e l'altro. "E questi?" Dico, vedendo un cartoccio di confetti.
"Me li ha regalati lei. La mia dolce morte. Stanotte, lei potrà finalmente riposare."
"Piantala," gli dico brusca. "Stanotte penserò io a intrattenerti. Ti leggerò le mie poesie e i miei racconti."
"Tu scrivi?" Chiede con una sfumatura sarcastica, inarcando leggermente le sopracciglia.
"Ma certo. Ti ho dedicato tante poesie..." Gliene recito subito una.
"Sono frasi, non è poesia. Non c'è metrica. E il linguaggio è colloquiale, direi trasandato."
"Questa è poesia contemporanea," spiego. "Si chiamano versi liberi."
"I versi sciolti sono tutt'altra cosa..."
"Infatti questi non sono sciolti, ma proprio liberi. Come i pensieri, come il vento..." sorrido. "Vuoi provare anche tu?"
"Certo. Sembra facile come parlare nel sonno."
Io assaggio un confetto, mentre lui sussurra con aria canzonatoria: "Dalla vita  volevo fuggir via,
perché la morte sola beltà mi apparia;
ma la mia vile anima immortale
mi parla e dice che ancora avrò a dare
e la beltà di ciò che darò
è così grande che più non morirò!"
"Ecco, bravo," lo incoraggio ridendo. Forse attratta dalle risate, entra la graziosa ragazzetta zoppa. "Vuoi?" Dico offrendole il cartoccio di confetti. "Questo screanzato li aveva rubati per suicidarsi prima di stanotte," dico scrollando il capo.
Lei arrossisce e si torce le mani. "Il suicidio è peccato mortale..." finge di rimproverare il malato con lo sguardo fisso alla punta delle proprie scarpe. Esce portandosi via i confetti.
"E ora?" Mi chiede lui.
"Faremo versi tutto il pomeriggio e la notte. I più liberi e sciocchi che riusciremo a fare. Ma prima voglio leggerti un mio racconto."
"Come s'intitola?" Chiede rassegnato.
"Una giornata di sole"...
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ventiquattro3 · 2 months ago
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Mangiare, fumare
Sorridere di meno
Cambiare programma ogni 12 secondi
Leggere soltanto nel cesso, nel treno
Una bella giornata di sole
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solitariointana-blog · 2 months ago
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Godersi un raggio di sole in una mattina d'autunno, quando non c'è nebbia, quando non piove. Quando ti prendi una pausa dalle faccende domestiche e il pavimento piano piano si asciuga.
Il bacio caldo del sole, lui c'è sempre anche quando è coperto, anche quando è altrove e qui è notte.
Che sia una bella giornata per tutti.
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akille15 · 7 months ago
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anchesetuttinoino · 5 months ago
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Il vizio della parola
Il vizio della parola
Il divieto per le donne di usare la voce in pubblico nell’Afghanistan dei talebani. E noi ammutoliti da un diluvio di neologismi assurdi (vedi alla voce “maranza” o “sunshine guilt”)
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Se togli loro la parola, scompariranno. I talebani hanno recentemente emanato una serie di leggi inerenti la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio. Già questo proietta lo sguardo su un mondo che appartiene a una galassia lontanissima. E quando mai dalle nostre parti si parla più di vizi e virtù? In ambito legislativo, oltretutto.
In ogni caso, queste leggi sono state approvate dal leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, e tra i provvedimenti ne spicca uno: «La voce di una donna è considerata intima e quindi non dovrebbe essere ascoltata mentre canta, recita o legge ad alta voce in pubblico». Per promuovere la virtù e scacciare il vizio, le donne non potranno esprimersi a voce alta nei contesti pubblici. Le imbavagliano, anzi le ammutoliscono, ma per il loro bene s’intende.
La scena è agghiacciante, ci costringe a una doccia terribilmente fredda. I talebani hanno chiaro chi sia una donna, a differenza della nostra situazione un po’ più aperta, cioè confusa. Abbiamo trascorso l’estate – ma è stata la ciliegina su una torta sfornata da tempo – a interrogarci su livelli di testosterone, Dna, intenzioni d’anima. Magari, al prossimo caso mediatico, potrebbe essere utile cambiare sfondo e ambientare tutti i nostri dubbi per le vie di Kabul e «vedere l’effetto che fa».
Se dai loro in pasto tantissime parole, scompariranno. Aggiungere vocaboli non è per forza segno di progresso, si può diventare muti per eccesso terminologico. L’aggiornamento dello Zingarelli per il 2025 prevede che il dizionario si arricchisca di nuovi termini, “maranza” e – udite udite – “gieffino” si conquistano un posto nell’Olimpo delle parole validate da definizione. Ma questo è solo un ritocco brutalmente onesto al nostro ritratto umano.
Il crimine terminologico è altrove, là dove spuntano espressioni che ci ritroviamo sotto gli occhi scrollando le notizie. “Coolcation” è la tendenza in crescita per trovare mete di viaggio al fresco. “Workation” è la scelta di lavorare da remoto scegliendo luoghi che offrano svago e servizi per il tempo libero. Una medaglia d’oro per l’assurdo spetta all’espressione “sunshine guilt”, il senso di colpa per aver sprecato una giornata di sole.
C’è, nel nostro intimo, un ribollimento senza nome. Sono scampoli di paura mescolati a slanci di affetto, pulsioni cattive e lacrime struggenti. È questa fucina scabrosa, feconda e indicibile che alimenta la libertà nel tumulto di gesti, scelte, responsabilità. Sono poche, devono essere poche e vertiginose, le parole a cui ricondurre il senso del nostro travaglio. Sillabe scottanti come “amore” o “invidia”. Frantumare il quadro in un mucchio di nuovi pezzettini lo riduce a un puzzle che resta scombinato.
Finiamo per scomparire ed essere muti se l’impegno di affrontare la novità di ogni nuova alba – l’ignavia che fa a pugni con la rabbia, i desideri che bevono sorsi di fiducia – viene sgonfiato dalla bugia che tutto affondi in un senso di colpa per il timore di perdere un giorno di sole.
via tempi.it
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 3 months ago
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Chiudi gli occhi... Li riapri e un raggio di sole ti bacia... Capisci che è già ora di alzarti... Hai ancora in testa i pensieri della sera che ti fanno sorridere... Ecco come è bello cominciare bene la giornata. ❤️
Buongiorno 😘
~ Virginia ~
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falcemartello · 7 months ago
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Anche oggi il cielo da azzurro di prima mattina si è ingrigito, coperto da una cappa uniforme nella quale non si riesce a distinguere una sola nuvola.
Dove vivo io, l'irraggiamento solare medio nel mese di giugno per ogni metro quadrato di terreno, è di circa 7,5 KWh/mq
E' un valore medio quindi comprensivo delle giornate nuvolose che storicamente, nel mese di giugno sempre riferendomi a dove vivo, si contano sulle dita di una mano.
Nel mese di giugno 2024 (e siamo al 29...) le giornate di cielo coperto sono state 28 su 29
Non ho i dati di maggio e di aprile ma sono del tutto simili a quelli di giugno
L'irraggiamento solare lo si può definire come la quantità di energia proveniente dal sole che investe una data superficie. La differenza di energia che giunge al suolo in una giornata di cielo coperto è meno della metà di quella che arriverebe se il cielo fosse limpido.
Se moltiplicate quei valori di irraggiamento per ogni giorno di un giugno qualsiasi e per tutti i metri quadrati dell'intera Pianura Padana (che misura circa 46.000kmq cioè 46 miliardi di metri quadrati) si ottiene una quantità di energia solare pari a circa 345 miliardi di kwh
Me essendoci stati 28 giorni di cielo coperto su 29, si può affermare che quest'anno, al solo mese di giugno, mancano all'appello 172 miliardi e 500 milioni di chilowattora.
Gli animali, le piante e gli umani che vivono in Pianura Padana sono stati privati di tutta quell'energia che la natura "usa" in tutto ciò che fa e che non sarà rimpiazzata.
Cosa questo comporti nei cicli biologici della natura ed ai ritmi circadiani degli umani non lo so ma temo che invece qualcuno questi calcoli se li deve essere fatti.
(Luoerco)
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notebook91286 · 2 years ago
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neversoulless · 28 days ago
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Di uguale ogni giorno c'è il sole che sorge... la vita che nasce...e poi c'è anche il buon caffè che apre la nostra giornata, regalandoci la prima emozione!
Buongiorno ☕♥️
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succhinoallapesca · 10 days ago
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Non ho voglia di fare nulla ma il sole splende ed è una bellissima giornata e so che quando sarà grigio (plausibilmente fra pochi giorni al massimo) sarò ancora più demotivata, quindi devo approfittarne, bando alle ciance 🫠
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fiorescente · 17 days ago
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Questa giornata: colazione bellissima, promesse per il benessere futuro, programmare i ricordi insieme, piccole sorprese, compleanno di G!, museo della musica che bello che è!, il sole che esce per fare una sorpresa anche lui, dolcissima burocrazia, cercare di rispettare gli ideali e il veganuary; stasera pizza!
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ci0k · 8 months ago
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Quando la giornata è grigia e non c'è modo di vedere un po' di sole...mi rifugio in palestra e riesco a trovare un po' di luce in questo buio.
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angelap3 · 1 month ago
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Un po di Poesia...
«No, non voglio baciarti
in una giornata di sole.
Non voglio che sia estate.
Non voglio che sia in mezzo alla folla.
Vorrei baciarti in una di queste sere d’inverno,
quando il sole scolora nel grigio e nel freddo;
quando sarà più facile
trovare, insieme,
l’alba dentro l’imbrunire.»
(Pablo Neruda)
Notte mondo di Tumblr 💫💫💫
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raccontidialiantis · 1 month ago
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Mare, mare, mare: ma che voglia di arrivare fino a te
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Ho quarantotto anni e sono già... una nonna! Mia figlia è separata e sgobba dalla mattina alla sera, con scarse ferie o permessi. Pur di far fare un paio di settimane di mare a Livio, il mio nipotino di tre anni, io e mio marito Luca ci siamo recati a Grottammare il sabato stabilito, nell'albergo prenotato tempo addietro. Scesi in spiaggia, abbiamo stretto amicizia con i nostri vicini d'ombrellone. Kiluake è un senegalese pallavolista professionista: alto, tutto muscoli e bellissimo. Nora è sua moglie, romagnola e avevano con loro il figlio Adam, di tre anni anche lui come Livio, la luce dei miei occhi.
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All'una del primo giorno abbiamo mangiato nella sala pranzo dell'albergo. Recatici in stanza, ho notato che Kiluake e Nora erano alloggiati proprio nella stanza di fianco alla nostra. Domenica sera infine mio marito Luca è ripartito; sarebbe tornato solo il sabato mattina successivo per stare con noi due giorni. Il lunedì appresso Nora s'era offerta di badare per un paio d'ore ai due piccoli sulla riva, così io avrei potuto prendere un po’ di sole sdraiata. Indossavo un costume veramente ridotto e avevo di fianco quel bellissimo pezzo di manzo senegalese.
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Dalla lettura distratta e francamente impossibile dei giornali, tanta era la voglia reciproca di parlare finalmente da soli, siamo subito passati alle chiacchiere. Lo desideravamo entrambi molto. Era il palese inizio di una vera, inevitabile intimità tra due poli che percepiscono una latente, vicendevole attrazione. Non potei fare a meno di notare che lui guardava con insistenza il mio basso ventre, i miei seni sodi, le mie gambe e il mio culo, quando ero a pancia sotto. Per parte mia, io mi interrogavo su come potesse essere bello da drizzato quell'ammasso di ben di Dio che gli riempiva il costume davanti.
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La cosa mi stuzzicava non poco, confesso. Lo volevo dentro. Moltissimo. Ora, va detto che io la mia età me la porto benissimo e ho un fisico decisamente tonico. Faccio pole dance tre volte a settimana. Poi yoga, plank e corro ogni domenica mattina. Nora invece dopo il parto, così lui mi confidò, s'era un po' lasciata andare. Era notevolmente ingrassata e non curava più il suo aspetto; adesso era fuori forma e aveva quindi perso molto del sex appeal che aveva su di lui originariamente. Il giorno prima le avevo chiesto, in confidenza tra donne, come fosse partita la storia con Kiluake.
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Lei mi aveva detto che, da sostenitrice, dapprima seguiva la squadra. In seguito, trovandosi spesso insieme nel dopo partita, da cosa nacque cosa. E a mia domanda esplicita, mi fece capire che il capitolo “dimensioni” non era stato secondario nella sua decisione di accaparrarselo. La sera alle dieci il piccolo Livio già dormiva della grossa nel suo lettino, anche in quel primo lunedì da soli senza mio marito. Quindi uscii sul balcone per respirare un po’ e guardare il mare di notte. Vi trovai Kiluake appoggiato alla sua ringhiera. Mi disse che la moglie era di sicuro un tipo mattiniero, ma che la sera, stanca morta dopo una giornata appresso alla piccola canaglia, crollava letteralmente.
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Scherzando dissi: “allora potremmo farci un po’ di compagnia, noi due!” Egli rispose: “certo, scendiamo giù e andiamo a farci un drink.” Io ormai senza più pudore: “intendevo qui in camera mia.” L'uomo divenne serio, mi guardò fisso e rientrò dentro. Ero convinta di aver combinato un guaio ed in realtà ero rossa di vergogna. Ma subito dopo sentii bussare leggero alla porta: era lui. Mi disse con un tono comprensivo che nella sua cultura loro rispettano molto una donna sposata. Ero di brace. E che la vagina di una sposa è solo ed esclusivamente del marito. Io chiesi: “tutto il corpo della sposa?” e lui: “Beh, il culo e la bocca no!”
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Ci facemmo una risata che sbloccò qualsiasi imbarazzo. Quindi lo abbracciai. Lui si scongelò, mi baciò infilandomi mezzo metro di lingua in bocca e poi scoprì i miei seni. Li soppesò, li accarezzò dolcemente e io iniziai a gemere. Li succhiò a lungo; poi si decise e mi distese sul letto, mi girò sul ventre e iniziò a massaggiare le mie natiche; me le divaricò, per disporre liberamente dell'interno del solco e vi sputò abbondantemente dentro, proprio sull'ano. Poi leccò e lubrificò con molta esperienza. Non ci potevo credere: tra un po’ avrei preso nel culo un guerriero africano! Appoggiò la sua cappella e cercò di entrare. Mi trattava come la sua troia.
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E mi piaceva moltissimo: con sua moglie a due metri di distanza. A me francamente piaceva ancora di più, con mio marito a un'ora di viaggio. Gli dissi di aspettare, che il culo non l'avevo mai concesso a nessuno, neppure a mio marito e temevo mi rompesse, con quell'affare enorme. Rise di cuore e mi disse di non preoccuparmi. Mi fece rilassare e riprese il suo lavoro. Pian piano riuscii a prenderlo nel culo per metà. Dapprima stavo per svenire dal dolore. Ma lo volevo sentir sborrare dentro di me con tutta l'anima. Lui si accontentò del parziale ingresso nel mio culo e prese a tenere un'andatura molto lenta.
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Man mano che procedeva, sputava sempre dall'alto della nuova saliva direttamente nel mio culo, così che il suo cazzo entrasse sempre un po’ di più. Era un'emozione nuova e bellissima: avevo scopato al di fuori del matrimonio già diverse volte, ma mai con un pezzo d'atleta del genere. E non l'avevo mai preso in culo: porca puttana, iniziavo direttamente dal top! Alla fine, con mia grande sorpresa, il suo cazzo entrò tutto! E prese a essere più veloce. Inarrestabile. Una vera bestia. Io non sapevo più se godere di lui e con lui o se invece soffrire per il mio culo dolorante palesemente rotto, sanguinante e dilatato al massimo.
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Sentivo i suoi coglioni sbattermi sul perineo. Era il più dolce e gradito massaggio. Mi sembrò di vivere impalata ma… in paradiso! Sborrò dentro di me forse una mezza litrata di roba. E sotto di lui divenni una morbida bambola di pezza, mentre venivo gemendo più volte, se solo pensavo a lui dentro di me. Ero completamente sua. I seni erano nelle sue mani a coppa. Mi baciava il collo, me lo leccava, mi torceva la testa per baciarmi lingua in bocca. La sera dopo, martedì, mi feci trovare supina e nuda. Depilata, profumata e bellissima. A sorpresa, mentre tentò di girarmi, rimasi ferma, col culo incollato al letto e gli presi il cazzo enorme con le mie due mani e lo puntai decisa contro le mie piccole labbra.
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Lui disse: “no, amore mio; questo non posso farlo” ma intanto non accennava ad andarsene. Per di più, io tenevo le sue palle strette nel mio pugno. Come faceva per allontanarsi, io glieli strizzavo. La sua indecisione e gli scrupoli durarono forse dieci secondi. Poi alla mia fregna già ben lubrificata e totalmente aperta per lui non seppe resistere; si decise. Entrò e mi sventrò letteralmente. Fu una cosa incredibile. Non la finiva di sborrarmi dentro. Ero incosciente dal piacere. Quel martedì sera mi fece venire tre volte. Scopammo regolarmente tutte le sere, fino al venerdì incluso e poi di nuovo da domenica sera fino alla fine della vacanza.
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Ebbi modo anche di prenderglielo in bocca, ma solo fino a quasi metà. Era un suo grande desiderio, quello di riuscire a trovare una donna che glielo prendesse tutto in gola. Avrei dovuto avere più tempo a disposizione. Sospetto che la moglie Nora sapesse, ma non ci fu mai problema tra noi. Anzi: forse era sua complice. Aveva probabilmente capito che per tenerselo avrebbe dovuto sempre condividerlo con donne magari anche più mature ma più attraenti di lei.
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Ci scambiammo i numeri e ci ripromettemmo di non perderci di vista. Conoscendomi bene, io da parte mia già sapevo che avrei comunque fatto in modo di godere ancora di quel bellissimo uomo durante i prossimi mesi. Ero sicura: infatti ero innamorata persa di quel vero guerriero africano, ma soprattutto del suo enorme arnese. E poi mi sarei esercitata ogni giorno con dei falli in gomma, per riuscire a prenderglielo in bocca tutto. E farlo finalmente felice.
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RDA
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