#Giacomo Belvedere
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Carcente, frazione del Comune di San Siro (CO), 1 luglio 2023
"L’Infinito" di Giacomo Leopardi Idillio introdotto, letto e commentato da Lapo Lani
Ringrazio ciascuna persona del pubblico per la calorosa partecipazione e l'affetto dimostrato; l'intero gruppo del Museo Casa Rurale di Carcente per l'eccellente organizzazione e la generosa ospitalità; Daniela Bruni per la sensibile introduzione; Ciro Paolo Belvedere per l’elegante locandina; Ernesto Blotto per le intense fotografie.
Lapo Lani
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Proprietà della fotografia di copertina: Ernesto Blotto.
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Vicenza, un pellegrinaggio civile nei luoghi del Capitano Giuriolo a 80 anni dalla sua scomparsa
Vicenza, un pellegrinaggio civile nei luoghi del Capitano Giuriolo a 80 anni dalla sua scomparsa Un cammino fisico e spirituale sui passi del Capitano Toni, da Malga Fossetta, sull'Atopiano dei Sette Comuni, fino a Campogrosso, dove è prevista una celebrazione davanti alla sua lapide. In occasione dell'80° anniversario della morte di Antonio Giuriolo, il partigiano "Toni", caduto a Lizzano di Belvedere il 12 dicembre 1944, l'Istrevi (Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Vicenza "Ettore Gallo") e il Cai (Club alpino italiano )di Vicenza, di cui era socio, hanno progettato un'edizione straordinaria del Pellegrinaggio civile nei luoghi del Piccoli Maestri, domenica 16 giugno a Campogrosso. L'evento sarà preceduto dal cammino di quattro giorni (dal 13 al 16 giugno) che 19 soci del Cai percorreranno lungo i sentieri che si suppone Giuriolo abbia seguito, fuggendo dal tragico rastrellamento di Malga Fossetta del 5 giugno 1944. L'iniziativa è stata presentata ieri mattina a Palazzo Trissino, sede del Comune di Vicenza, da Stefano Fracasso, presidente Istrevi, Maurizio Dalla Libera, presidente CAI sezione di Vicenza e da Renato Camurri, storico dell'Università di Verona, alla presenza del sindaco Giacomo Possamai. «Ieri abbiamo affisso una lapide in ricordo di Giacomo Matteotti – ha detto il sindaco Giacomo Possamai - per farne memoria in modo concreto, a 100 anni dal suo barbaro assassinio. Oggi aderiamo con convinzione a questa iniziativa, con l'auspicio che quello di Giuriolo diventi un percorso conosciuto e amato nel panorama dei cammini italiani. Un cammino che, insieme all'andare in montagna, propone una riflessione sui valori della Resistenza e della Libertà». Nella primavera del 1944 i Piccoli Maestri, con a capo Toni Giuriolo, sono sull'Altopiano di Asiago, dove scelgono come campo base delle loro operazioni Malga Fossetta. Il 5 giugno 1944 inizia un rastrellamento nazifascista di eccezionale vastità che disperderà il gruppo. Alla fine Malga Fossetta è incendiata, alcuni di loro verranno uccisi, manca all'appello anche il Capitano Toni. Egli, sfuggito al rastrellamento, solo e senza notizie dei compagni, dopo una lunga marcia senza punti di appoggio, con la mano ferita e senza cibo, giunge a Campogrosso. Qui incontra l'amica Anna Correale, che gestisce il rifugio, poi Maria Setti, staffetta del gruppo, e il fratello Libero. Per ricordare quei tragici eventi, a 80 anni dalla morte di Toni Giuriolo, l'Istrevi ha spostato il tradizionale Pellegrinaggio civile da Malga Fossetta alla zona di Campogrosso. Contestualmente il Cai, in collaborazione con Istrevi, ha ideato il "Cammino Giuriolo": un percorso di 80 chilometri e oltre 4 mila metri di dislivello in cui, nei quattro giorni precedenti il Pellegrinaggio civile, un gruppo di soci percorrerà la fuga del Capitano "Toni" da Malga Fossetta verso Campogrosso. Non ci sono documenti che attestino con precisione il percorso di Giuriolo, ma numerose ricognizioni effettuate dal gruppo vicentino del Cai hanno permesso di individuare il tragitto più probabile da lui compiuto. Il cammino sarà descritto anche in un sito e in una guida, a disposizione di tutti gli escursionisti che vorranno ripercorrerlo. Il 16 giugno alle 10 è in programma l'incontro con i partecipanti al Pellegrinaggio civile 2024, per effettuare insieme l'ultimo tratto di cammino, dall'Ossario del Pasubio fino al Rifugio Città di Schio, a Campogrosso, dove si terrà la cerimonia conclusiva. All'arrivo, dopo i saluti delle autorità, sono previsti gli interventi di Renato Camurri, Università di Verona, e dello scrittore Giuseppe Mendicino. Ad essi si alterneranno letture de La Piccionaia e intermezzi musicali del Complesso Musicale Marzotto di Valdagno. L'evento avrà termine con un omaggio ad Antonio Giuriolo davanti al cippo a lui dedicato. Hanno dato il patrocinio all'iniziativa la Provincia di Vicenza, il Comune di Vicenza, il Comune di Arzignano, il Comune di Recoaro Terme. Hanno collaborato con Istrevi per l'evento il Cai, l'Accademia Olimpica, la Biblioteca Bertoliana, l'ANPI, l'AVL, la FIAP, l'Aned, l'Anei. Per informazioni: Istrevi tel.0444323228 - Email: [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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I LUOGHI DELL'ANIMA
I viaggi dell'anima ci portano in uno dei luoghi davvero animici, dove si incontrano l'amore, la fede per la vita, la pace, la speranza e dove il messaggio che arriva al cuore delle persone è quanto di più suggestivo che ci possa essere.
Si tratta di Santiago de Compostela, luogo che si trova a nord-ovest della Spagna, nei pressi dell'Oceano Atlantico e che è celebre per il noto santuario, meta di numerosi pellegrinaggi.
È da secoli che ogni anno migliaia di pellegrini percorrono il Cammino di Santiago con un sogno da realizzare: raggiungere il capoluogo della Galizia ed entrare nella sua famosa cattedrale. Secondo la tradizione, questo monumento custodisce i resti dell'apostolo Giacomo, rinvenuti nel IX secolo.
Tuttavia, Santiago de Compostela è una città molto viva, con tanti altri motivi che affascinano il turista, che sia un pellegrino o meno: innumerevoli ristoranti e bar in cui assaggiare gli squisiti frutti di mare della Galizia, un centro storico dichiarato patrimonio mondiale dall'UNESCO, proposte d'arte contemporanea... Sono molte le attività da svolgere in questa città, che combina la sua storia con un lato più giovane e moderno.
La vita attorno alla cattedrale
Se c'è un luogo speciale a Santiago, è proprio la plaza del Obradoiro. La vita della città sembra ruotare attorno a questo luogo nel quale sorgono la cattedrale, il palazzo di Raxoi e il lussuoso Hostal de los Reyes Católicos, del quale si dice che sia l'hotel più antico del mondo. Nella stessa piazza, è frequente vedere seduti i pellegrini, accompagnati dagli inseparabili bastoni e conchiglie. Dopodiché, arriva il momento di esplorare la cattedrale: contemplare il portico della gloria, dare un abbraccio alla figura di Giacomo sull'altare maggiore, scendere nella cripta, salire sui tetti (che vista!) e, con un po' di fortuna, vedere il botafumeiro (un enorme incensiere)
in funzione, visto che oscilla soltanto in alcuni giorni festivi o su richiesta.Nei pressi della cattedrale, ogni passo è una scoperta. Ci sono, infatti, altre piazze incantevoli, come plaza de Praterías (con la vista più bella sulla Berenguela, il campanile) o plaza de Quintana con la fantastica scalinata, e altri monumenti come l'imponente monastero di San Martiño Pinario.È curioso, perché anche i luoghi più lontani dalla città sembrano pensati per poter ammirare la cattedrale. È il caso del tranquillo parco dell'Alameda e del belvedere di Monte do Gozo, con le sculture di pellegrini protagoniste di tante fotografie.
Gastronomia e modernità
Per lasciarsi conquistare dai profumi e dai sapori migliori e capire davvero perché la Galizia sia famosa per la sua buona cucina, nulla è meglio di una visita al mercato di Abastos,
il secondo luogo più visto della città. Qui è possibile acquistare e degustare frutti di mare freschi, formaggi o peperoni di Padrón, oppure provare la famosa cucina in miniatura. La vera atmosfera di Santiago si respira anche nelle calles Franco e Raiña, nel cuore del centro storico, dove galiziani e visitatori consumano tapas da sempre e nei cui ristoranti è possibile assaggiare il pulpo “a feira” (tipico polpo bollito condito con paprica e olio), le capesante, la tarta de Santiago (dolce con farina di mandorle e cannella)
o vini come l'Albariño, considerato uno dei vini bianchi migliori al mondo.Al di là dei vicoletti, delle case e dei palazzi in pietra, è possibile apprezzare il lato più moderno di Santiago grazie al suo ambiente universitario, alle gallerie d'arte, ma soprattutto a due luoghi: il Centro galiziano di arte contemporanea e la Cidade da Cultura, opera del newyorchese Peter Eisenman e uno degli esempi più sorprendenti di architettura contemporanea galiziana.Molti sostengono che intraprendere il Cammino e raggiungere alla fine Santiago sia un’avventura che cambia la vita. Del resto, questa città possiede qualcosa che conquista.
E per scoprire altri dettagli su Santiago de Compostela, consultate i seguenti link:
e
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Termini Book Festival 2023
Dopo il successo delle prime tre edizioni, dal 15 al 17 settembre a Termini Imerese presso la Terrazza al Belvedere, Cortile Maltese, torna il Termini Book Festival, ideato dallo scrittore termitano Giorgio Lupo e organizzato dall’associazione culturale Termini Book Festival di cui è presidente il medico Fabrizio Melfa. Il Festival quest’anno avrà come tema Parole scritte, semi di meraviglia, i romanzi saranno sia di genere giallo che mainstream, e si alterneranno sia autori affermati che autori emergenti. Tra gli autori ci saranno Diego Lama, giornalista, scrittore e vincitore del Premio Tedeschi, che presenterà La collera di Napoli (Mondadori); la scrittrice Sarah I. Belmonte, vincitrice nel 2017 del premio Fai viaggiare la tua storia, ha collaborato con registi indipendenti quali De Luca e Aiello, presenterà il romanzo La musa scarlatta (Rizzoli). Enrico Luceri, vincitore del Premio Tedeschi, e autore di oltre trenta romanzi La stanza del silenzio (Frilli editore), Claudia Cocuzza, caporedattrice per Writers Magazine Italia, redattrice per ThrillerNord e vincitrice del Garfagnana in giallo 2022, sezione romanzi inediti , farà conoscere il suo libro La partita di Monopoli (Bacchilega Editore) e Valerio Marra, laureato in criminologia, agente letterario ed editor, presenterà invece il suo libro Una notte buia di settembre (Newton Compton). Si susseguiranno Mario Mattia, geofisico presso l’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e autore de L’ultima ombra d’estate (Piemme); Mattia Corrente, scrittore e vincitore del Premio letterario Città di Erice 2023 e del Premio Parco Majella Narrativa 2023 con il romanzo La fuga di Anna (Sellerio); Roberto Mistretta, vincitore del Premio Tedeschi e collaboratore del quotidiano La Sicilia e di riviste culturali, che presenterà il libro Rosario Livatino. L’uomo, il giudice, il credente (Edizioni Paoline), dialogando con la professoressa Maria Falcone e l’antologia Accura (Mursia) di cui è il curatore, dialogando con alcuni coautori della raccolta e Franco Forte, direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori, tra cui Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo, editor degli Oscar Mondadori e sceneggiatore, sarà presente con il suo ultimo libro Karolus. Il romanzo di Carlo Magno (Mondadori) e premierà inoltre il vincitore del Premio Termini Book Festival. Gli incontri della kermesse letteraria verranno moderati da Salvatore Calamera, Daniele Scrofani, Valerio Marra, Rosalba Costanza, Alosha, Alberto Masi, Pietro Esposto, Roberto Tedesco, Roberto Chifari, Giacomo Sperandeo, Davide Parlato e Antonina Nocera che si avvarranno delle letture degli attori di teatro Ignazio Marchese e Patrizia Graziano. Durante la serata conclusiva del Festival, condotta dalla conduttrice Tv e Radio Eliana Chiavetta, sarà assegnato il Premio Termini Book Festival, organizzato in collaborazione con Il Giallo Mondadori. Il Termini Book Festival si connota anche per la contaminazione di diverse forme artistiche, ad esempio palco Raffaele Spidalieri porterà il suo recente “Il segno dell’acqua”, l’album uscito a fine deel 2022 in digitale e più di recente in vinile, con alcuni componenti de La Minima Orchestra Filosofale, ovvero Mauro Grossi al pianoforte e tastiere e Luca Ravagni fiato e synth. Da sempre, uno degli obiettivi del Festival è quello di diffondere la cultura del libro, infatti due degli incontri di questa quarta edizione verranno moderati dagli studenti del Liceo Classico Gregorio Ugdulena e del Liceo Scientifico Nicolò Palmeri. Il Termini Book Festival sarà anche un occasione di incontro per le Biblioteche della provincia di Palermo, all’interno del laboratorio ideato dal sociologo Pietro Piro: fondatore della Biblioteca Veni Creator Spiritus e ospitato presso la storica Biblioteca Liciniana di Termini Imerese. Read the full article
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La Quarcia del tasso al Gianicolo
In cima al Gianicolo, a pochi passi da una delle entrate dell’ospedale Bambin Gesù, si trova una curiosa iscrizione su una targa di marmo alle pendici di un vecchio tronco d’albero ormai morto, riportanti queste parole:
“ALL’OMBRA DI QUESTA QUERCIA
TORQUATO TASSO
VICINO AI SOSPIRATI ALLORI E ALLA MORTE
RIPENSAVA SILEZIOSO
LE MISERIE SUE TUTTE
E FILIPPO NERI
TRA LIETE GRIDA SI FACEVA
CO’ FANCIULLI FANCIULLO
SAPIENTEMENTE”
La quercia qui decantata altro non è che il tronco d’albero annerito e deforme che troviamo in cima a tale iscrizione. Chissà quanti pensieri musicali di questi grandi poeti si nascondono e si mischiano al vento e alle foglie, cullati da centinaia di anni di storia!
Potrete raggiungere la quercia dopo aver apprezzato la passeggiata del Gianicolo, partendo da Porta San Pancrazio, luogo di una leggendaria battaglia per l’Unità d’Italia dove morì anche Mameli, il compositore dell’inno italiano. Dopo il Belvedere e lo storico cannone, ecco innalzarsi la quercia del Tasso.
Una volta fiera e dalle fronde rigogliose, questo sacro albero è noto per aver ospitato i pensieri del grande poeta Torquato Tasso, che negli ultimi giorni di vita amava adagiarsi e “cominciare la sua conversazione in cielo” all’ombra della sua chioma. Pare che il luogo fosse molto caro anche a Filippo Neri, forse per via della splendida vista che già da allora si godeva di Roma. Intorno al XVII secolo i religiosi appartenenti all’Ordine di San Filippo Neri, gli Oratoriani o i Filippini, approfittando di una cavea naturale edificarono un piccolo anfiteatro, nel quale ancora oggi vengono rappresentate opere teatrali.
La quercia era anche meta di pellegrinaggio del famoso poeta Giacomo Leopardi, che durante il suo soggiorno a Roma si era recato anche sulla tomba del Tasso, che si trova in una delle cappelle del Convento di Sant’Onofrio, proprio accanto alla quercia, che difatti, faceva parte dell’orto del convento.
Nonostante le ingiurie del tempo, i danni provocati da un fulmine nel 1843 e un incendio doloso nel 2014, la quercia (o ciò che ne rimane) conserva ancora la sua aurea di sacralità ed è ancora oggi una meta visitata dai turisti di tutto il mondo.
“Quando si sentì vicino al morire il Tasso si fece trasportare qui. E non senza ragione che questo è uno dei luoghi più belli del mondo.” Stendhal
Non perderti questo incredibile pezzo di storia, e vieni a visitare la quercia del Tasso al Gianicolo dove potrai godere di uno splendido panorama su Roma! Soggiorna nei nostri B&B e affittacamere Roma centro e visita i nostri siti per approfittare dei prezzi più vantaggiosi! Siamo un gruppo di B&B Roma centro e sapremo regalarti una vacanza speciale nel cuore di Roma! Ti aspettiamo nei nostri B&B Roma!
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Detail - Obere Belvedere - Vienna by Giacomo del Pò
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I VESCOVI SICILIANI: «BASTA IPOCRISIA. IL FENOMENO MIGRATORIO NON È UN’EMERGENZA DI BREVE DURATA» | ilsettemezzo.com
Pubblicato: gio 17 Ott 2013 – Di Giacomo Belvedere «BASTA IPOCRISIA. IL FENOMENO MIGRATORIO NON È UN’EMERGENZA DI BREVE DURATA» – «È ora di abbandonare l’ipocrisia di chi continua a pensare che il fenomeno migratorio sia un’emergenza che si auspica ancora di breve durata». Non usano le mezze misure del linguaggio diplomatico o di Curia i vescovi di Sicilia nel Messaggio che hanno voluto lanciare…
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#2013/10#Giacomo Belvedere#ilsettemezzo.com#Lampedusa#Messaggio#Migranti#Naufragio#Vescovi di Sicilia
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James Augustine Aloysius Joyce was born on February 2, 1882. He was an Irish novelist, short story writer, poet, teacher, and literary critic. He contributed to the modernist avant-garde movement and is regarded as one of the most influential and important writers of the 20th century. Joyce is best known for Ulysses (1922), a landmark work in which the episodes of Homer's Odyssey are paralleled in a variety of literary styles, most famously stream of consciousness. Other well-known works are the short-story collection Dubliners (1914), and the novels A Portrait of the Artist as a Young Man (1916) and Finnegans Wake (1939). His other writings include three books of poetry, a play, his published letters and occasional journalism.
Joyce was born in Dublin into a middle-class family. A brilliant student, he briefly attended the Christian Brothers-run O'Connell School before excelling at the Jesuit schools Clongowes and Belvedere, despite the chaotic family life imposed by his father's unpredictable finances. He went on to attend University College Dublin.
In 1904, in his early 20s, Joyce emigrated to continental Europe with his partner (and later wife) Nora Barnacle. They lived in Trieste, Paris, and Zürich. Although most of his adult life was spent abroad, Joyce's fictional universe centres on Dublin and is populated largely by characters who closely resemble family members, enemies, and friends from his time there. Ulysses in particular is set with precision in the streets and alleyways of the city. Shortly after the publication of Ulysses, he elucidated this preoccupation somewhat, saying, "For myself, I always write about Dublin, because if I can get to the heart of Dublin I can get to the heart of all the cities of the world. In the particular is contained the universal."
Joyce's work has been an important influence on writers and scholars such as Samuel Beckett, Seán Ó Ríordáin, Jorge Luis Borges, Flann O'Brien, Salman Rushdie, Robert Anton Wilson, John Updike, David Lodge, Cormac McCarthy, and Joseph Campbell. Ulysses has been called "a demonstration and summation of the entire [Modernist] movement". The Bulgarian-French literary theorist Julia Kristeva characterised Joyce's novel writing as "polyphonic" and a hallmark of postmodernity alongside the poets Mallarmé and Rimbaud.
Some scholars, notably Vladimir Nabokov, have reservations, often championing some of his fiction while condemning other works. In Nabokov's opinion, Ulysses was brilliant, while Finnegans Wake was horrible.
Joyce's influence is also evident in fields other than literature. The sentence "Three quarks for Muster Mark!" in Joyce's Finnegans Wake is the source of the word "quark", the name of one of the elementary particles proposed by physicist Murray Gell-Mann in 1963.
The work and life of Joyce is celebrated annually on 16 June, known as Bloomsday, in Dublin and in an increasing number of cities worldwide, and critical studies in scholarly publications, such as the James Joyce Quarterly, continue. Both popular and academic uses of Joyce's work were hampered by restrictions imposed by Stephen J. Joyce, Joyce's grandson, and executor of his literary estate until his 2020 death. On 1 January 2012, those restrictions were lessened by the expiry of copyright protection of much of the published work of James Joyce.
In April 2013, the Central Bank of Ireland issued a silver €10 commemorative coin in honour of Joyce that misquoted a famous line from Ulysses.
Bibliography
Prose
Dubliners (short-story collection, 1914)
A Portrait of the Artist as a Young Man (novel, 1916)
Ulysses (novel, 1922)
Finnegans Wake (1939, restored 2012)
Poetry collections
Chamber Music (poems, Elkin Mathews, 1907)
Giacomo Joyce (written 1907, published by Faber and Faber, 1968)
Pomes Penyeach (poems, Shakespeare and Company, 1927)
Collected Poems (poems, Black Sun Press, 1936, which includes Chamber Music, Pomes Penyeach and other previously published works)
Play
Exiles (play, 1918)
Posthumous publications and drafts
Fiction
Stephen Hero (precursor to A Portrait; written 1904–06, published 1944)
The Cat and the Devil (London: Faber and Faber, 1965)
The Cats of Copenhagen (Ithys Press, 2012)
Finn's Hotel (Ithys Press, 2013)
Non-Fiction
The Critical Writings of James Joyce (Eds. Ellsworth Mason and Richard Ellmann, 1959)
Letters of James Joyce Vol. 1 (Ed. Stuart Gilbert, 1957)
Letters of James Joyce Vol. 2 (Ed. Richard Ellmann, 1966)
Letters of James Joyce Vol. 3 (Ed. Richard Ellmann, 1966)
Selected Letters of James Joyce (Ed. Richard Ellmann, 1975)
On 11 January 1941, Joyce underwent surgery in Zürich for a perforated duodenal ulcer. He fell into a coma the following day. He awoke at 2 am on 13 January 1941, and asked a nurse to call his wife and son, before losing consciousness again. They were en route when he died 15 minutes later. Joyce was less than a month short of his 59th birthday.
His body was buried in the Fluntern Cemetery, Zürich. Swiss tenor Max Meili sang "Addio terra, addio cielo" from Monteverdi's L'Orfeo at the burial service. Although two senior Irish diplomats were in Switzerland at the time, neither attended Joyce's funeral, and the Irish government later declined Nora's offer to permit the repatriation of Joyce's remains. When Joseph Walshe, secretary at the Department of External Affairs in Dublin, was informed of Joyce's death by Frank Cremins, chargé d'affaires at Bern, Walshe responded "Please wire details of Joyce's death. If possible find out did he die a Catholic? Express sympathy with Mrs Joyce and explain inability to attend funeral". Buried originally in an ordinary grave, Joyce was moved in 1966 to a more prominent "honour grave", with a seated portrait statue by American artist Milton Hebald nearby. Nora, whom he had married in 1931, survived him by 10 years. She is buried by his side, as is their son Giorgio, who died in 1976.
In October 2019, a motion was put to Dublin City Council to plan and budget for the costs of the exhumations and reburials of Joyce and his family somewhere in Dublin, subject to his family's wishes. The proposal immediately became controversial, with the Irish Times commenting: "...it is hard not to suspect that there is a calculating, even mercantile, aspect to contemporary Ireland's relationship to its great writers, whom we are often more keen to 'celebrate', and if possible monetise, than read".
Daily inspiration. Discover more photos at http://justforbooks.tumblr.com
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A Description of the Papal Palace at the Vatican and of the Celebrated Pleasure-Garden of the Belvedere, Giacomo Lauro, 1641, Harvard Art Museums: Prints
Harvard Art Museums/Fogg Museum, Gift of Max Falk Size: plate: 17.7 x 23.4 cm (6 15/16 x 9 3/16 in.)
https://www.harvardartmuseums.org/collections/object/176052
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Veramente non so qual migliore occupazione si possa trovare al mondo, che quella di fare all'amore, sia di primavera o d'autunno; e certo che il parlare a una bella ragazza vale dieci volte più che girare, come io fo, attorno all'Apollo di Belvedere o alla Venere Capitolina.
Giacomo Leopardi, da una lettera al fratello Carlo, 5 aprile 1823
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L' isola che rubò Marco Polo a Venezia
Arroccato dietro alle sue mura, il piccolo borgo di Korcula, sull'Adriatico croato, che secondo la mitologia fu fondato da Antenore, eroe di Troia, si vanta d' esser la terra natale di messer Marco Polo, e per la modesta somma di 5 kunas, il forestiero si può arrampicare per una scaletta di pietra e visitare la torre della malridotta casa dove, si suppone, vide la luce il grande viaggiatore e mercante veneziano in un remoto giorno dell' anno 1254. Dal belvedere, di bianca pietra calcarea, si possono sorvolare le case della città medievale e godere d' una vista superba, ampia e circolare, sui boschi di pini e di cipressi del continente e delle isole vicine, dominando la baia che circonda la penisola dove si trova imprigionata Korcula. Prima qui ci fu una colonia greca e poi una città romana, ma l' impronta imperitura a Korcula la lasciarono i veneziani. Il leone alato di San Marco mangia pecore, protegge i Vangeli o sfida l' orizzonte dal quale potrebbero arrivare gli invasori saraceni con l' ingenua arroganza d' un personaggio del doganiere Rousseau in ogni chiesa del borgo, a cominciare dalla bella cattedrale. I nativi non solo giurano che messer Marco Polo è nato qui, sono certi inoltre che in queste acque verde azzurrine del mar Adriatico egli fu catturato dai genovesi nel 1298 e portato alla prigione di Genova, dove dettò a Rustichello di Pisa, il suo compagno di cella, in un francese alquanto elementare, il Livre des merceilles du monde, conosciuto anche come Il Milione o La descrizione del mondo, nel quale racconta i suoi viaggi e le sue avventure in Asia, alla corte del Gran Khan. Nessun altro libro ecciterà tanto l' immaginazione europea medievale e rinascimentale, né risveglierà tanta sete di esotismo e di avventure come questa cronaca dei quasi vent' anni trascorsi a percorrere l' Europa profonda e l' Asia leggendaria, tra raffinati e squisiti cortigiani o feroci cannibali, corsari scatenati, audaci commercianti, trafficanti di schiavi e di elisir e cacciatori di bestie feroci e di sogni, da questo veneziano dalla vita tanto elusiva e misteriosa, quanto quella di uno dei suoi lettori che più ne trasse profitto, don Cristoforo Colombo, cui, si dice, Il Milione, da lui letto e studiato con devozione da catecumeno, risvegliò il fascino per i tesori e i prodigi di Cipango e di Catay. Perché Marco Polo, che tante cose racconta nel suo libro, poco o niente dice su se stesso. Non c' è alcuna prova che Marco Polo sia nato o vissuto qui, ovviamente. Ma, come mi dice una snella ragazza che, girato l' angolo della torre che ho appena visitato, vende disegni e quadri del marito, l' artista croato Hrovje Kapelina: «Questo che importanza ha ora?». In effetti, gli eroi non possono appartenere soltanto a coloro cui il caso geografico ha dato la cittadinanza; meritano essere anche di chi se ne appropria, di chi fa di più per appropriarsi della sua biografia e leggenda. E, senza dubbio, Korcula si è sforzata di più e ha fatto di più per meritare Marco Polo della stessa Venezia, dove non sono riuscito a trovare nemmeno una targa che ricordi il suo illustrissimo cittadino. Non avevo mai letto il Libro delle Meraviglie del Mondo e ho appena finito di leggerlo ora (nella eccellente versione di Mauro Armino), incuriosito dalla visita a Korcula. E’ una piacevole sorpresa scoprire che, pur riferendo di cose straordinarie, questo documento ha, soprattutto per quanto riguarda la Mongolia e la Cina - meno per quel che riguarda l' India -, una sostenuta vena realistica, e inoltre, che Marco Polo fu e volle essere, prima di tutto e soprattutto, un mercante, un uomo dedito al commercio, attività che - sembra stupido doverlo ricordare - è stata sempre sinonimo di progresso e di civiltà, di convivenza e di dialogo, di rifiuto della violenza e della guerra, di scommessa nella coesistenza e nella pace. Messer Marco Polo registra nelle sue memorie, con il dovuto stupore, l' esistenza, in Sumatra, di alberi i cui frutti curano la malinconia e, nei boschi dell' India, di uomini con code e musi di cane, e nella regione del Gujarat di leoni che, come gli esseri umani della zona, sono neri e scuri come il carbone. E fa sforzi meritevoli per descrivere con linguaggio scientifico gli animali esotici che trova lungo il suo percorso e che nessuno conosce ancora in Europa, come la tarantola, il pipistrello e il rinoceronte, brutta bestia cornuta che egli confonde con il delicato unicorno degli arazzi medievali. In Madagascar s' informa dell' esistenza del Roc, l' improbabile grifone che solleva tra le sue grinfie un elefante, che lo alza in aria e lo lascia cadere perché si spezzi per poi ingollarlo intero, e, a Zanzibar, documenta lo straordinario modo in cui si accoppiano i monumentali pachidermi. Ma quel che esalta ed emoziona davvero il veneziano non sono le curiosità pittoresche, né i fatti di armi degli implacabili mongoli di fronte ai quali i cavalieri, le città e gli imperi cadono come castelli di carte, né le battute di caccia con gli elefanti, i falchi, le scimmie e i leoni dei principi barbari, ma lo spettacolo delle eroiche carovane di mercanti che, dopo aver percorso per mesi e anni delle fitte foreste, delle regioni dai venti glaciali, e dopo essere sopravvissuti alle imboscate dei banditi e alle guerre dei conquistatori, ritornano nelle loro città e distribuiscono nei mercati le loro sete stampate e i loro tessuti ricamati, i loro legni preziosi - l' aloe, caoba, il sandalo rosso, il noce -, i loro gioielli scintillanti e le balle di cannella, di sale e di pepe, di rabarbaro e di ginepro, e vendono e comprano e non hanno finito di raggiungere una destinazione che già sono pronti a ripartire, verso l' altro capo del mondo, in un nuovo pellegrinaggio commerciale, con un altro carico monumentale di merci. Lui, così comprensivo e misurato nei suoi giudizi sui paesi che visita, così tollerante e civile con gli usi e le credenze dei barbari - la stessa antropofagia è oggetto da parte sua di commenti misurati - perde la ponderatezza e quasi diventa blasfemo quando incontra gli infami corsari del Gujarat, parassiti che vivono degli assalti alle carovane degli onesti commercianti e che, non contenti di rubare tutto quello che trovano in coperta e nelle stive delle navi che assaltano, fanno ingollare alle loro vittime, i poveri mercanti, un bibitone di tamarindo, che provoca incontenibili diarree, per far loro espellere i diamanti che hanno ingoiato credendo, poveri ingenui, che nei loro stomaci sarebbero stati al sicuro da quelle avide sanguisughe. Fu un grande viaggiatore, un notevole esploratore, e dovette essere un uomo temerario, un poliglotta e un diplomatico abilissimo per riuscire a farsi accettare e a sopravvivere agli intrighi nella corte del Gran Khan, del quale, a quanto si sa, fu consulente, messaggero speciale e, persino, governatore per tre anni della città di Yangzhou. Ma fu prima di tutto un mercante, nell'accezione nobile e civile di questa parola avvilita ingiustamente dalle ideologie demagogiche, che l' hanno identificata con una visione materialista, elementare, egoista e avida della vita, scordando che commerciare significò, innanzi tutto, comunicazione e interscambio di beni e di idee tra i popoli, tra le culture e tra le religioni diverse, un impegno a gettare dei ponti e a trovare punti in comune che prevalessero sulle differenze che inimicavano i popoli, e a creare norme e leggi che mettessero fine alle guerre e rendessero possibile la legalità e la pace. Niente come il commercio ha creato nel tempo spazi e opportunità per permettere nel corso della storia la nascita dell' individuo sovrano e della libertà. Questa vocazione commerciale Marco Polo la portava nel sangue, l' aveva ereditata da messer Nicolò e da messer Matteo, il padre e lo zio che lo precedettero nei lunghi percorsi nelle terre del Qubilai Khan, e dal quale furono incaricati di una missione presso il Papa, che i due veneziani non poterono portare a termine perché, proprio in quel momento, la cristianità si trovava acefala. Ma la famiglia dei Polo - la snella ragazza che vende i quadri di Hrovje Kapelina m' informa che ci sono ancora i loro discendenti, e che hanno aggiunto al nome la parola "de" e che ora si chiamano DePolo - aveva nutrito la propria vocazione mercantile nella sua cultura natale, perché Venezia, che è stata molte cose geniali nella sua storia, è stata, prima di tutto, la città del commercio per eccellenza. Conquistò il mondo, ma prima che con gli eserciti che armò, con i suoi architetti e suoi artisti che abbellirono l' Europa, e con quegli astuti maestri della trattativa e dell' intrigo che furono i suoi politici, banchieri, finanzieri e mercanti; essi tessero quel sottile arcipelago di fabbriche, depositi, strade, dipendenze, fiere, mercati, che si estese gradualmente a tutto il mondo conosciuto, filtrando ciò che era ancora sconosciuto, le idee e i miti e le istituzioni e i prodotti artigianali e industriali dell' Europa, importando ciò che le altre regioni del mondo creavano e producevano. Lo vedo qui, a ogni passo, in questo intrico di isole e di porti dell' Adriatico croato, dove la presenza veneziana è ancora viva e vegeta ovunque, negli bei campanili delle chiese e nelle belle facciate dei palazzi rovinati e macchiati dal tempo, e nei balconcini che si affacciano sulle sue sponde quasi permettendo ai vicini di bagnarsi i piedi. L' ammirevole mercante Marco Polo fu un figlio tanto rappresentativo della sua terra quando l' esimio amatore don Giacomo Casanova o come lo furono i raffinati compositori di musica barocca Vivaldi e Albinoni, presenti in tutti i concerti di questo lato dell' Adriatico. Non ho altri motivi per restare qui, a guardare i dipinti dell' artista di Korcula, Hrovje Kapelina, venduti dalla moglie, una ragazza dalle gambe lunghe e dagli occhi del colore delle alghe marine, la cui filosofia commerciale, originalissima, non la renderà mai ricca. Mi ha appena comunicato che quell'olio del porto di Korcula avvolto dalla nebbia che guardo per la decima volta non lo venderà né a me, né a alcuno. Lo mostra per fare un piacere al marito, al quale l' amore per l' arte non fa scordare la necessità di sopravvivere, ma siccome a lei piace molto, scoraggia i potenziali acquirenti chiedendo per il quadro dei prezzi impossibili: «Prenda piuttosto quel disegno della torre che è la nostra gloria locale», mi suggerisce, «è molto bello e costa 15 dollari». Se fosse stato un commerciante così poco pratico come la moglie di Hrovje Kapelina, messer Marco Polo non sarebbe mai riuscito a farsi accettare alla corte del Gran Khan, né sarebbe sfuggito all'appetito di quei mangiatori di carne umana dell' Asia Centrale con i quali andò tanto d' accordo.
(c) El Pais-la Repubblica traduzione di Guiomar Parada (26/08/2002)
MARIO VARGAS LLOSA
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Parco della Rimembranza o Virgiliano, Napoli - ITALY
Foto Germana Squillace
FAI, Fondo Ambiente Italiano
Fu chiamato inizialmente parco delle Rimembranze, in seguito gli fu dato il nome di parco Virgiliano, ma per molti è semplicemente il parco di Posillipo. Lì dove un tempo i romani costruirono in età augustea ville lussuose, tra cui quella particolarmente sfarzosa del patrizio Pollione, sorge un’oasi di relax in città. Dal belvedere sito nella parte più bassa del parco denominata “Valle dei re”, si può godere di uno dei panorama più suggestivi e completi di tutta Napoli. In un solo colpo d’occhio, in una bella giornata di sole, potrete vedere Capri, Ischia, Procida, la penisola sorrentina e ancora il Vesuvio, Nisida, Pozzuoli e Bagnoli, uno spettacolo impossibile da ritrovare in altre parti del mondo. Per raggiungerlo bisogna arrivare sull’estrema punta pianeggiante del promontorio di Coroglio.Costruito durante il ventennio fascista per commemorare i caduti della Grande Guerra, prese il nome di parco delle Rimembranze. In seguito fu detto Virgiliano in onore del poeta romano. Bisogna però ricordare che a Napoli esiste anche un altro parco dedicato all’autore dell’Eneide che si chiama parco Vergiliano, situato a Piedigrotta, che contiene il sepolcro dello stesso poeta e le spoglie del celebre Giacomo Leopardi. All’inizio degli anni 2000 ha subito una grande opera di riqualificazione che lo ha dotato di nuove pavimentazioni, di impianti di illuminazione e di un patrimonio floristico formato da duecentocinquanta alberi e 55mila arbusti. Diviso in terrazze, occupa una superficie di circa novantadue metri quadrati e comprende anche un campo sportivo, un anfiteatro e un’area giochi per bambini, oltre a diversi chioschetti e panchine che permettono ai visitatori di godere in pieno del clima fresco che il posto offre. Il parco è dotato di due ingressi, quello secondario da cui si può accedere da via Tito Lucrezio Caro e quello principale segnato da quattro pilastri sormontanti da anfore. Entrando da questo monumentale ingresso vi troverete dinanzi una fontana che raccoglie l’acqua che arriva da un canale che attraversa la montagna. Da lì si può decidere se iniziare la passeggiata percorrendo il percorso di destra o di sinistra. Tutti i terrazzi e i muri sono fatti da blocchi di tufo. Recentemente, nell’ambito di un programma di tematizzazione dei parchi urbani del Comune di Napoli dal titolo “Il parco letterario”, il Virgiliano è stato scelto quale luogo simbolo del Grand Tour che ha caratterizzato Napoli nel Settecento. Per questo le vedute di cui gode il parco saranno accompagnate da gouache e descrizioni di antichi e importanti viaggiatori passati attraverso quei luoghi. Data la ricchezza dei suoi paesaggi, si è pensato di fornire ai visitatori una nuova chiave di lettura degli stessi, al fine di percepirli attraverso le sensazioni ed emozioni dei viaggiatori del passato.
A tal proposito, nel 1787, nel suo “Viaggio in Italia”, Johann Wolfgang Goethe scriveva:“Queste rive, questo golfo, queste insenature, il Vesuvio, la città e i suoi dintorni, i castelli e le ville! Al tramonto ci siamo recati a visitare la grotta di Posillipo, nel momento in cui dal lato opposto i raggi del sole vi si insinuavano. Siano perdonati tutti coloro che a Napoli perdono il senno!”
https://www.vesuviolive.it/vesuvio-e-dintorni/notizie-di-napoli/97442-parco-virgiliano-uno-dei-panorami-piu-belli-napoli/
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A Parco Querini riapre l'area tra le ex serre e il tempietto in occasione della domenica ecologica "Vicenza si rigenera!".
A Parco Querini riapre l'area tra le ex serre e il tempietto in occasione della domenica ecologica "Vicenza si rigenera!". A Parco Querini, in occasione della domenica ecologica "Vicenza si rigenera!", riaprono ieri, 17 dicembre, in via straordinaria, le ex serre. Per l'occasione sono state programmate visite guidate libere e gratuite con i progettisti alle 10.30, 11.30, 15 e 16. Al termine di ogni visita l'associazione Amici dei Parchi accompagnerà i visitatori in un percorso di approfondimento storico e botanico nel parco monumentale. Alla presenza del sindaco Giacomo Possamai, della vicesindaca Isabella Sala, degli assessori all'ambiente e al patrimonio Sara Baldinato, allo sviluppo economico e al territorio Cristina Balbi, alla cultura, al turismo e all'attrattività Ilaria Fantin, del consigliere comunale Dal Pra Caputo Stefano, ieri sono stati aperti stabilmente l'ingresso al parco da via Rodolfi e il percorso intorno alla peschiera, chiuso ormai da alcuni anni. Erano presenti anche i progettisti Francesco Magnani, Bruno Sbalchiero e Pelzel Traudy di Map studio. «Il parco più amato della città torna ad essere completamente fruibile con la riapertura del camminamento attorno alla peschiera e dell'ingresso da viale Rodolfi a seguito delle conclusione dei lavori alle ex serre - ha annunciato il sindaco Giacomo Possamai -. Oggi siamo in tanti a festeggiare questo momento importante, perché i lavori alle ex serre hanno coinvolto ben tre amministrazioni e la porzione di parco che oggi riapriamo è stata chiusa per diversi anni. Arrivare velocemente alla conclusione di questi lavori per noi è stato un obiettivo da raggiungere, come abbiamo ricordato anche con Giorgio Sala, sindaco al quale dobbiamo l'acquisizione del parco che grazie a lui da privato diventò pubblico. Ora stiamo valutando come utilizzare queste splendide serre nelle quali stiamo ipotizzando di aprire una caffetteria su modello della Serra dei Giardini di Castello a Venezia». «La riapertura entro il 2023 dell'area di Parco Querini dove ci troviamo oggi e la conclusione del restauro delle ex serre sono due significativi passi che abbiamo voluto facessero parte degli eventi della giornata ecologica "Vicenza si rigenera!", perché la restituzione di questa ampia porzione di paco è un elemento fondamentale della rigenerazione di Vicenza - ha sottolineato l'assessore all'ambiente Sara Baldinato -. Un ringraziamento va ai progettisti che hanno dato la disponibilità per illustrare ai cittadini il lavoro fatto nelle serre, calda e fredda, agli allestitori che hanno inserito varie specie arboree per ricreare l'atmosfera che c'era in passato qui e che desideriamo per il futuro. Infatti, tra le ipotesi di utilizzo, accanto alla caffetteria si vorrebbe dare la possibilità di poter acquistare le piante esposte. Un ringraziamento va infine agli Amici dei parchi che hanno allestito la mostra fotografica e che accompagnano alla visita del parco e a Lions club Riviera Berica per il servizio di accoglienza». «Da oggi i cittadini potranno percorrere il parco nella sua interezza usufruendo anche dell'ampia porzione preclusa da diverso tempo. C'è ancora qualche attività da concludere per poter riaprire le serre e per poter considerare completamente finito il lavoro di riqualificazione - ha precisato l'assessore ai lavori pubblici Cristiano Spiller -. Realizzeremo un nuovo percorso di accesso da viale Rodolfi alla Torretta e sistemeremo a verde la zona adiacente il Belvedere e la Torretta; in quest'ultima verranno ospitati i custodi e i nuovi servizi igienici entreranno in funzione». Si sono conclusi i lavori di restauro alle serre e in particolare al Belvedere e alla Torretta dove verrà ospitata la guardiania per garantire maggiore sicurezza all'area. Si procederà, ora, con la ricomposizione paesaggistica che sarà conclusa entro la fine del 2024. Il progetto ha preso avvio nel 2017 con fondi del Bando periferie e un cantiere che ha interessato tre amministrazioni. Il percorso dall'ingresso da viale Rodolfi fino alle ex serre è stato realizzato nell'ambito del progetto "Turismo sociale e inclusivo", in partnership con l'Ulss 8 Berica (36 mila euro). All'interno delle ex serre è allestita la mostra fotografica dedicata all'evento "Vicenza fiorita", mentre l'allestimento, sia interno che esterno, è curato dai flower e plant designer "Thomas Pellizzaro allestimenti floreali e scenografie per eventi", "100orti di Chiara Centofanti" e "Oddkin Flower Farm & Studio. Torretta e Belvedere Nel 2021 è stata ultimata la progettazione esecutiva (a febbraio 2022 avviati i lavori per una spesa complessiva di 300 mila euro), inserita poi, in corso d'opera, tra gli interventi finanziati dal Pnrr (Missione 5 "Inclusione e Coesione", Componente 2 "Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore", Investimento 2.1). La Torretta ha subito un intervento di "rifunzionalizzazione", attraverso il consolidamento e il restauro dei muri perimetrali e l'inserimento di una struttura in acciaio che ospiterà l'ingresso e il locale dei custodi, con funzioni di presidio e controllo degli spazi. Nel Belvedere, che conserva ancora la sua struttura principale, è stato effettuato un intervento di consolidamento, pulizia e restauro, per preservarne l'integrità e la "lettura", nella prospettiva di renderlo occasionalmente accessibile a visite guidate. Aree pertinenti le ex serre Si tratta dell'ultimo intervento previsto nel complesso e avrà una spesa di 200 mila euro. Si andranno a realizzare un nuovo percorso di accesso da viale Rodolfi alla Torretta e la sistemazione a verde della zona adiacente la Torretta e il Belvedere. Complesso ex serre Il recupero del complesso delle ex serre di Parco Querini è stato strutturato in cinque interventi diversi per un investimento complessivo di 1 milione e 850 mila euro, finanziato in misura diversa con il bando periferie, il bilancio partecipativo del 2016 e fondi comunali. I primi tre interventi, già completati, hanno riguardato le ex serre, i lavori per i sottoservizi e alcune opere per l'accesso al parco da viale Rodolfi. Il piano, condiviso con la Soprintendenza, ha previsto il recupero delle ex serre, compresi i manufatti adiacenti del Trapiantatoio, della Torretta e del Belvedere, una parte dei quali dedicata alla guardiania del parco, e la realizzazione di servizi pubblici. È stato ridisegnato, inoltre, l'accesso al parco da viale Rodolfi e le strutture sono state dotate dei sottoservizi. Il tutto in parziale sostituzione di alcuni manufatti temporanei e fatiscenti, collocati vicino all'accesso al parco da viale Rodolfi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il cartellone 2023 – 24 di Opera Lombardia
Tutto è pronto per la Stagione 2023/2024 di Opera Lombardia, un cartellone che premia l’ottimizzazione dei costi e la condivisione di idee, risorse, progetti, palinsesti, un fiore all’occhiello da non perdere, grazie al prezioso sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo e la collaborazione del Teatro Donizetti di Bergamo, il Teatro Grande di Brescia, il Teatro Sociale di Como / AsLiCo, il Teatro Ponchielli di Cremona e il Teatro Fraschini di Pavia. I nuovi allestimenti, pensati per la stagione 2023/2024, sono partiti a giugno con L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, coprodotta con Teatro Verdi di Pisa e Teatro Alighieri di Ravenna. Il 28 settembre ci sarà al Teatro Sociale di Como un classico del repertorio mozartiano Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, con vincitori e finalisti delle ultime edizioni del Concorso AsLiCo che saranno diretti dal Maestro James Meena, che guiderà la compagnia anche in alcune recite in programma al Teatro di Opera Carolina di Charlotte nell’aprile 2024, con cui è coprodotta l’opera, insieme alla Fondazione Teatro Verdi di Trieste. Titolo assente per anni dai palcoscenici lombardi, Luisa Miller di Giuseppe Verdi farà il suo debutto il 27 ottobre a Como in un nuovo allestimento, coprodotto dai Teatri di OperaLombardia insieme a Opéra Grand Avignon, Opéra de Tours, Teatr Wielki Poznan e Opera Slaska Bytom. Infine ancora Verdi sarà a Pavia con Don Carlo col nuovo allestimento dal Teatro Fraschini previsto per il 17 novembre. Si conferma anche in questa stagione la collaborazione con I Pomeriggi Musicali, diventata negli anni partner del Circuito e un eccellente accompagnamento musicale delle diverse produzioni. Ma Opera Lombardia si conferma un progetto attento anche alle tematiche dell’inclusione e dell’accessibilità, grazie al progetto OPEN dedicato a persone con disabilità sensoriali, ideato dalla Fondazione del Teatro Grande nel 2017, dallo scorso anno coinvolge anche il Teatro Sociale di Como e il Teatro Ponchielli di Cremona. Per la Stagione 2023/2024 il progetto OPEN renderà accessibili Don Carlo e Madama Butterfly, attraverso sovratitoli, audiodescrizioni e percorsi multisensoriali che verranno organizzati nelle città aderenti, inoltre al Teatro Grande di Brescia saranno accessibili anche gli altri titoli della Stagione rappresentati. Oltre ai numerosi cantanti che sono diventati famosi, Opera Lombardia ha dato l’opportunità a direttori d’orchestra, registi, scenografi e costumisti di farsi apprezzare nelle produzioni del circuito. Sono state diverse le possibilità che negli anni l’evento ha dato a giovani team creativi di rivelare professionalità e creatività, ed ora ci sarà l bando per la selezione di un progetto di regia per la coproduzione de La bohème di Giacomo Puccini per OperaLombardia nell’ambito della Stagione d’Opera 2024-2025, in coproduzione con la Fondazione Teatro Regio di Parma e in collaborazione con Opera Europa. Tra le novità di questa stagione, gli eventi organizzati per il World Opera Day, dove i Teatri del circuito venerdì 20 ottobre, alle 20.30, al Belvedere del 39° piano di Palazzo Lombardia, proporranno una selezione di arie tratte dai titoli coprodotti dal circuito. Lo stesso giorno, alle 17.30, vi sarà un laboratorio, a ingresso gratuito, per bambini dai 6 ai 12 anni, che sarà un’anteprima dei progetti di Opera Education che per l’anno 2023/24 presenterà l’opera Turandot di Giacomo Puccini in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte del compositore. Il laboratorio proporrà racconto, ascolto, gioco musicale e canto, permettendo la scoperta di una delle favole in musica più conosciute e affascinanti. Tutte le iniziative avranno il sostegno di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Ministero della Cultura. Read the full article
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Grottammare Alta, un viaggio tra terra e mare
Grottammare Alta, un viaggio tra terra e mare
Tra le località più fotografate delle Marche c'è il borgo di Grottammare Alta che regala uno splendido panorama sul mare dagli intensi contrasti cromatici tra il blu dell'Adriatico e il bruno del cotto che ne compone il borgo.La posizione cruciale per il controllo dei confini la rese protagonista di una lunga serie di attacchi, ingerenze e alcune frane che ne cambiarono lentamente l'aspetto. Lo sperone roccioso su cui si aggrappa era, in passato, molto più vicino al mare e gli abati di Farfa, che nelle vicinanze avevano eretto la corte di San Martino al Tesino, lo scelsero per farne una fortificazione di guardia. Gli abati, protetti da papi e da bolle imperiali per tutto il XII secolo, furono costretti a cedere la loro Grottammare a Fermo nei primi anni del Duecento anche se i fermani riuscirono ad arginare con fatica i tanti nemici che aspiravano alla sua conquista.Un annus orribilis fu il 1451 quando una grossa frana ne distrusse le mura e buona parte delle abitazioni lasciando la popolazione esposta alle numerose scorrerie di pirati che si muovevano nell'Adriatico fino alla conquista degli ottomani nel 1525. Quando Fermo riuscì a recuperare Grottammare iniziò la ricostruzione delle mura, ma la crescita della città fu sostenuta soprattutto dall'intenso impegno di papa Sisto V che qui nacque nel 1521 con il nome di Felice Peretti e promosse opere assistenziali e culturali, nuovi scambi commerciali, la costruzione di palazzi e chiese di grande valore artistico.Alla fine del Settecento una nuova frana cambiò l'aspetto di Grottammare, questa volta non toccò alle mura che rimasero intatte, ma al porto che venne completamente interrato modellando una nuova zona pianeggiante dove si sviluppò un elegante borgo sulla costa frequentato fin dall'Ottocento da raffinati visitatori, alcuni anche prestigiosi come Franz Liszt, che hanno fatto nascere preziose ville liberty attorniate da ameni giardini con le palme, fino a divenire una della località balneari più frequentate dai turisti di oggi.Il nostro tour vi propone un giro partendo da Piazza Peretti con la famosa loggia panoramica che è ormai un must di tutti i social. Sono chiamate anche "Logge dell'Arancio" perché la tradizione racconta di un albero di arancio piantato al centro della piazza proprio da Sisto V. In realtà la coltivazione degli agrumi in questo fazzoletto di terra non rappresentava un'eccezione, ma una vera regola di lunga tradizione. Per visualizzare a tutto schermo fare doppio click all'interno del Virtual Tour. Dalle logge si accede al Museo il Tarpato che raccoglie le opere di Giacomo Pomili detto il Tarpato (Grottammare 1925 - 1997), un pittore autodidatta che potrebbe essere ascritto tra gli artisti naif e folk, pazzi e instabili, ma che ha realizzato una sua visione del mondo svincolato da qualsiasi logica creando oniriche visioni e pezzi di sogni dai colori potenti. Subito relegato tra le fila degli artisti locali che ritraggono il solo paese di provincia, Pomili è oggi sempre più apprezzato dai critici e dal pubblico per l'immediatezza con cui ha saputo leggere e tradurre in immagini l'anima della sua terra.
Precedente Successivo Questo bel loggiato che guarda il mare sorregge anche il neoclassico Teatro dell'Arancio, ascritto tra i "Teatri Storici delle Marche" e progettato da Pietro Maggi (Bruzella, Canton Ticino, 1756 – Colonnella, Teramo, 1816). Fu costruito completamente in legno con tre ordini di palchi rifiniti con dorature. Abbandoni e rifacimenti ne cambiarono l'aspetto fino alla versione attuale frutto del restauro del 2003 quando l'ingresso dalle logge, ancora visibile perché murato, fu chiuso a favore di una scalinata a fianco della torre civica. Al centro della facciata è posta la statua di bronzo di Sisto V realizzata da Stefano Interlenghi nel 1794. Nella piazza campeggia anche al chiesa di San Giovanni Battista che custodisce il Museo Sistino con i preziosi oggetti che papa Sisto V regalò alla sua città esposti insieme ai dipinti di Vittore Crivelli e Vincenzo Pagani.Spostandosi verso nord, al centro di una balconata sul mare, si trova la semplice, ma austera chiesa di Santa Lucia voluta da Sisto V nel luogo dove era la sua casa. Fu progettata da Domenico Fontana (Melide, Svizzera 1543 – Napoli, 1607), ma il papa non riuscì a vederne il completamento per il sopraggiungere della morte il 27 agosto del 1590. A decidere la continuazione dei lavori fu sua sorella Camilla Peretti come narra la scritta sull'architrave del portone di ingresso "Dive Lucie Camilla Pirieeta Dicavii". Fu terminata nel 1595 e papa Clemente VIII le conferì il titolo di Collegiata l'anno seguente.Ritornando alla piazza e scendendo di pochi metri in direzione sud, si arriva al Largo Porta Maggiore con uno sguardo sull'infinito del mare. Qui si trovano in mostra le rovine della vecchia porta probabilmente costruita nel 1529, quando tutte le mura furono rinforzate, e poi abbattuta nel corso dell'Ottocento per aprire una strada più comoda per raggiungere la piazza.Dal Largo si arriva al simbolo di Grottammare: il Torrione della Battaglia. Tutto a mattoni con pianta circolare ha la sommità percorsa da beccatelli piombanti abbelliti da sinuosi merli ricurvi cha lasciano aperto il belvedere sul mare. Questa torre è frutto di quell'opera di rafforzamento difensivo avvenuto nel Cinquecento dopo il saccheggio dei pirati provenienti da Dulcigno, città del Montenegro, conosciuta all'epoca come un covo di pirati turchi.Se Sisto V è stato figlio illustre di Grottammare, nel Novecento la città ha dato i natali anche al grande artista Pericle Fazzini (Grottammare 1913 – Roma 1987) autore della Resurrezione esposta nella Sala Nervi in Vaticano e di opere che sono custodite in tutti i più rinomati musei. A Grottammare ha lasciato molte delle sue creazioni oggi disposte lungo un percorso cittadino che parte dal mare per giungere al borgo alto.BibliografiaDragosei, Il Papa & l’Architetto, Gangemi Editore, 2015.Addazi, Grottammare: popolo, territorio, arte, storia, 1998.Appella, Pericle Fazzini, Libreria dello Stato, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1994.Marini, Storia della terra di Montottone nelle Marche pel Dottore Achille Marini, 1863.Linkhttps://www.comune.grottammare.ap.it/ https://www.comune.grottammare.ap.it/servizi/musei-comunali/ https://www.papasistov.it/it/ http://museisistini.it/ Il Tarpato | Facebook Read the full article
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