#Fuori orario (cose mai viste)
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marcogiovenale · 1 year ago
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Venerdì 30 giugno, Sabato 1 luglio e Domenica 2 luglio Fuori Orario cose (mai) viste / Rai 3 presenta in PRIMA VISIONE TV RUSHES DI OTELLO In tre notti consecutive, circa 15 ore di girato dell’Otello di Carmelo Bene, filmate negli studi Rai di Torino nel 1979. Le nottate NON saranno disponibili su Raiplay nei giorni successivi alla messa in onda. da https://t.ly/Aalv (L’orecchio mancante) La…
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diceriadelluntore · 25 days ago
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Greatest Hits
L'altro giorno ho scritto un post dove chiedevo chi conoscesse il film di Chantal Akerman Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles. L'ho chiesto perchè ho scoperto che il periodicamente decennale numero speciale di Sight And Sound, prestigiosissima rivista cinematografica inglese, sui film più belli di sempre nel 2022 lo ha definito il più miglior film di tutti i tempi. Qui c'è la classifica e qui la scheda del primo posto che ne spiega i motivi.
Ho scoperto anche che, introvabile, verrà messo in onda per i festeggiamenti del 35.mo anniversario di Fuori Orario. Cose (Mai) Viste, leggendaria trasmissione di RaiTre, che per decenni (dal 1988) ha regalato ai suoi notturni spettatori perle clamorose di cinema, documentari, musica e altro (date un occhio a RaiPlay per recuperare qualcosa).
Ringrazio @jacobyouarelost che nel suo intervento al primo mio post ha spiegato che, pur nella grandezza artistica del lavoro, il film di Akerman è lì per lo stesso motivo, questo lo aggiungo io, che nella classifica dei 500 Migliori brani del Secolo di Rolling Stone (aggiornata più volte negli ultimi anni, e questo già è un segnale) ha posizionato Respect di Aretha Franklin al Primo Posto, scalzando Like A Rolling Stone di Bob Dylan che ha capeggiato la classifica di tutte le passate liste.
@nanavitsaviee invece, dopo che le avevo chiesto del film in quanto brillante studentessa del settore cinematografico, mi ha fatto un'osservazione interessante, che è centrale: quanto conta, nel fare o non fare queste classifiche, il fatto che il cinema, forse più di musica e editoria, è un'industria potente? Mi ha fatto un esempio illuminante: al Festival ormai ci vanno i TikToker e non i critici, perchè serve altro che la critica, serve parlare e fare tendenza.
A tal proposito, cito un articolo che Mattia Carzaniga scrisse proprio dopo la notizia in questione sul film di Akerman: "la questione sollevata dalla classifica di Sight and Sound mi pare un’altra: il cinema, oggi, ha smesso di essere un’arte popolare. O meglio: si tende a premiare sempre e solo il merito artistico di un mezzo che certamente come arte non era nato" e cita un documentario, Sr. , che racconta la storia di Robert Downey Senior, padre del Junior attore tra i più famosi del mondo. È il ritratto di un autore, il padre, che non si è mai piegato al volere degli Studios e l’attore\figlio ex ribelle diventato il divo più pagato al mondo grazie ai colossi Marvel. Scrive Carzaniga: È un film umanamente magnifico, ma anche la definitiva ammissione di sconfitta del cinema come arte (scusate ancora) davvero popolare. Forse non lo è stata mai. Forse il cinema è sempre stato una vasta prateria con dentro tutto, troppo, fatta per feticisti che non saranno mai d’accordo gli uni con gli altri.
L'esigenza di classificare è il tentativo di dare ordine alla vastità delle cose. E soprattutto per trovare un modo di nominarle. L'uomo ha tentato, per i più vari motivi, di classificare e definire ogni cosa, per gestirla ed organizzarla. Esiste probabilmente una classificazione per ogni cosa materiale dell'umanità, e spesso anche per cose immateriali. Penso alla qualità della vita, alla povertà, alla soddisfazione. Ma come per la qualità del cinema o delle canzoni, o dei libri (ultimo caso, tutte le discussioni sulla scelta del New York Times di nominare L'amica geniale di Elena Ferrante il più bel romanzo degli ultimi 20 anni), più l'argomento è immateriale, e soggetto al gusto, più diviene discutibile.
E vogliamo parlare del rapporto emozionale privato che abbiamo con queste cose, che siano film, dischi o libri? Di tutte i sentimenti, i luoghi, le esperienze private che un titolo, famoso o meno, ci regala perchè visto con, o in un posto speciale, o in un giorno indimenticabile?
Questo discorso porta in posti davvero profondi, e fondamentali in un certo senso. Chiunque ha voglia di esprimersi a riguardo è il benvenuto!
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gcorvetti · 8 months ago
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Varie.
Stavo dando un'occhiata ai voli, non è tanto il prezzo ma gli orari, potrei ritornare da dove sono venuto, Catania-Roma-Riga-Tallinn, ma onestamente è una faticaccia, mia figlia ha preso Catania-Milano-Tallinn che è già meno faticosa ma senza bagaglio (solo quello piccolo da cappelliera), ci sarebbe l'opzione da Aprile un volo diretto Catania-Riga, ma parte di pomeriggio e arriverei a Tallinn all'una e non c'è un bus o un treno per Tartu e dovrei aspettare il giorno dopo, con eventuale spesa in più per l'Hotel, che però se non ricordo male non è minore di 100€, sti cazzi. Va bè per oggi lascio perdere.
Ieri sono andato a prendere un caffè con una vecchia amica, abbiamo parlato del più e del meno e ho notato che anche se molto intelligente e acculturata ha comunque quel limite dato dalla visione delle cose ristretta che c'è qua, anche se lei vive in Calabria, che sentendo lei è ancora peggio di qua. Mi ha detto che avremmo dovuto trovare il nostro posto già alla fine degli anni 90, come ha fatto suo marito che ha un posto statale, per via dei contributi e menate varie; le ho risposto che non ha capito una minchia di me, che a me il posto fisso a leccare i piedi del superiore per tutta la vita e fare una vita di merda con le radici su un posto e la testa piena di merda non mi interessa, non ho usato proprio queste parole ma il risultato è questo. La sua risposta con occhi sgranati è quella di chi vorrebbe essere fuori dal sistema ma che per paura non ci sta, di quel modo di porsi alla vita rinchiudendosi in un recinto per paura di vivere, scegliendo così di acquistare un pacchetto chiuso con un cucchiaio sopra e la scritta buon appetito. No cara mia, io non ci sto. Preferisco essere libero di andare dove voglio se qua non mi piace, libero di scegliere se un dato lavoro (sempre se ne trovo uno) sia fatto per me, libero di dire oggi mi va di fare così e non obbligato da nessun orario, nessuna divisa, nessun padrone. Vivo una merda agli occhi di chi, come mio cugino e le sue amiche, ma siete sicuri che non siete voi nella merda e la vostra è solo invidia?
Ieri ho guardato un video di Massini che parlava in pochi minuti del lavoro, questo https://www.youtube.com/watch?v=EO1g3iI7q3I&t=4s&ab_channel=884C25 e mi è piaciuto molto, come spesso accade ai suoi interventi. Ho scritto 4 parole precise nei commenti "Grande Massini, come sempre", poi mi sono messo ad ascoltare un pò di musica e poi a suonare. Oggi trovo 3 commenti al mio, insulti più che altro ma in maniera un pò colorita tipo "Quando i tuoi finiranno di mantenerti e inizierai a lavorare....", "Posa il fiasco e prendi la vanga" e l'altro non ricordo, perché c'ho messo 3 secondi netti a cancellare il mio commento in modo da eliminare anche i loro. Per esperienza so che non si deve rispondere, mai, a questi decerebrati perché è quello che vogliono lo 'scontro', poi va bè su twitter ne ho viste di tutti i colori e sono ben che vaccinato a riguardo. Sono convinto che sui social, quelli dove trovi questi neanderthal, le persone con un pò di sale in zucca andranno via, magari passeranno a scrivere su un blog :D, e resteranno solo quelli arrabbiati e rissosi che si scanneranno a suon di commenti cattivi e si offenderanno a tal punto che la loro bile la possono vendere, che poi non sanno neanche loro perché sono arrabbiati, oppure lo sono con se stessi perché hanno scelto una vita mediocre e un posto in prima fila nella caverna di Platone, poracci, ora capisco perché i magnaschei padroni del mondo vogliono dimezzare la popolazione, ma dovrebbero partire da questi invece di sparare a caso, certo è che sono quelle tipologie che alla fine gli leccano il culo per un tozzo di pane, io spero sempre in un cataclisma, il meteorite, la guerra nucleare non mi piace, vorrei più che altro un evento che ci estinguesse ma che non sia provocato da noi, giusto per dire che non è stata colpa nostra, anche se lo è.
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espadamiura · 2 years ago
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aritravel · 11 months ago
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Caotica e colorata: gli aggettivi che, di primo acchito, mi vengono per descrivere Termini, stazione storica e centrale di Roma. Un luogo mistico in cui si incontrano coincidenze di metro e moltitudini di persone, in cui perdersi e ritrovarsi. 
Era un normale giorno di dicembre, poco precedente al Natale, quando mi sono recata a Termini con la metro. Mi sono infilata nella schiera di gente ammassata, camminando affiancata da donne e uomini frettolosi, impazienti di arrivare chissà dove. La loro meta è un’altra, ma devono passare da qui, centro nevralgico degli spostamenti romani.
Esco a riveder le stelle, anche se in realtà è pieno giorno e il sole splende alto nel cielo azzurro. Insomma, risorgo dalle tenebre della metro giungendo al primo piano della stazione. Cerco il mio binario affannosamente; sono in orario ma preferisco sempre arrivare in anticipo. Oggi ho fatto tardi, per cui sono giusta in tempo per prendere il mio treno. Destinazione: Venezia Santa Lucia. 
Prendo posto sul vagone e il convoglio parte appena un minuto dopo. Odio non assaporare il gusto dell’attesa della partenza, ma è andata così. Guardo fuori dal finestrino e osservo il paesaggio che cambia, il tempo che muta. Mi affascina sempre questo spettacolo unico al mondo, composto da mari, monti, colline viste da un finestrino. Mi specchio in galleria, quando il finestrino può solo restituire la mia immagine nel buio profondo. 
Il viaggio passa in un soffio, accompagnato dalla mia musica del cuore sparata nelle cuffiette. Scendo dal treno e mi ritrovo in un clima molto diverso da quello di Termini: qualche grado e tanta gente in meno. Decisamente meno caos. 
Cammino fino a trovarmi davanti la distesa del Canal Grande, uno spettacolo che non stanca mai. Venezia è una città incredibile, unica al mondo con le sue mille particolarità. Le stradine in cui perdersi, i canali che lambiscono i portoni e le strade, le gondole. Il silenzio, anche in piena stagione turistica, dovuto all’assenza di macchine… un fascino irripetibile. Credo che chi nasca e cresca in laguna, abbia un temperamento profondamente diverso da chi nasce e cresce in qualunque altro posto. Un po’ come gli isolani e le isolane.
Cammino con le cuffie nelle orecchie senza una meta precisa: sono venuta qui per rilassarmi e passeggiare. Volevo allontanarmi dalla pressione di Roma, dalle mille cose da fare. Quale giorno migliore di una domenica prima di Natale, quale città migliore di Venezia? 
Dopo un po’ spengo la musica e ascolto il rumore dei passi, il vociare delle persone che mi circondano osservo chi fa aperitivo, chi fa foto (e ne faccio a mia volta) e, camminando, arrivo a piazza San Marco. Oggi non c’è acqua alta, per fortuna, così posso passeggiarci in mezzo… e perdermi nella mia immaginazione: tempi passati, uomini e donne avvolti da vestiti improbabili per i nostri giorni e quasi sicuramente scomodi. Provo a focalizzarmi sui discorsi della gente dell’epoca, a sentire gli odori (aiuto!). È sempre emozionante camminare dove hanno camminato un numero incalcolabile di persone nei secoli passati. 
Dopo un po’, provata dal lungo camminare, entro in un bàcaro - la tipica osteria veneziana - e chiedo uno spritz, rigorosamente col select. Il bicchiere colmo di liquido rosso mi viene servito al banco e lo sorseggio guardando dalla grande vetrata al lato del mio posto a sedere. Mi godo la sensazione dell’alcol che mi sale in testa, regalandomi una piacevole sensazione di leggerezza. Pago ed esco, cammino un altro po’ e vedo già il cielo imbrunirsi: l’azzurro splendente di appena un’ora prima sta lentamente mischiandosi con colori ben più forti e decisi. Rimetto su le cuffiette e ascolto musica che mi fa andare in una dimensione diversa, in cui tutti i problemi sono ben lontani da me. La gente sembra felice e leggera, e credo di sembrarlo anche io.
Mi avvio di nuovo verso la stazione e l’aria fresca e frizzante mi fa passare il rossore che sento alle guance. Ho ancora un’ora prima che parta il treno, e ormai sono a pochi minuti dalla stazione, quindi mi fermo in un negozio e, senza pensarci troppo, compro un braccialetto con scritto Venezia come ricordo di questa giornata all by myself.
Senza fretta raggiungo il mio binario, aspetto seduta sulla panchina l’arrivo puntuale del treno su cui salgo cercando il mio posto. Il viaggio di ritorno è silenzioso e rilassante. Ho passato un’intera giornata senza aprir bocca, senza pensare alle cose da fare. 
Non so spiegare quanto mi sia servita.
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Kira Muratova
https://www.unadonnalgiorno.it/kira-muratova/
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Kira Muratova, regista e sceneggiatrice, è stata un’importante protagonista del cinema sovietico e ucraino.
Sempre sotto il mirino delle autorità, le sue opere sono state censurate per oltre trent’anni.
Filmava le persone della classe povera con realismo e senso critico, con uno stile lontano dall’estetica dell’epoca.
Nacque col nome di Kira Korotkova a Soroca, in Moldavia, il 5 novembre 1934, da padre russo e madre rumena.
Dopo aver studiato filologia all’Università di Mosca si era diplomata al VGIK, l’università sovietica di cinematografia.
Dopo aver sposato il regista Aleksandr Muratov, di cui ha preso il cognome, si era trasferita con lui a Odessa, in Ucraina e insieme firmarono varie opere, tra cui il lungometraggio, Il nostro onesto pane.
Nel 1967, ha realizzato il suo primo grande lavoro cinematografico dal titolo Brevi incontri che è stato censurato e che ha segnato la sua indipendenza dal marito. Rappresenta l’inizio di un lungo discorso politico e rivoluzionario durato altri trent’anni che ha profetizzato il declino e la caduta dell’impero sovietico.
Anche il film successivo, Lunghi addii, del 1971, messo al bando dalla censura è uscito solo nel 1987 ricevendo il premio Fipresci al Festival di Locarno.
Il cinema di Muratova esplora le passioni e le ossessioni individuali. Trabocca di caratteri portati al limite della follia, con uno sguardo generoso sull’umanità, sul racconto personale, nella sua forma ed essenza più intima.
Tutti i suoi film mostrano una capacità sottile e arguta di osservazione dell’animo umano. Non c’è alcuna retorica o un abbellimento della realtà che appare incupita, degradata, spesso senza speranza.
È stato un cinema di personaggi, di sguardi, di primi piani, di silenzi dilatati, di nudità sgraziate, di sentimenti melodrammatici, di mutilazioni, di cani e di gatti, di urla di dolore, di umorismo mordace. Risulta evidente il pesante ostracismo subito dal regime sovietico che ha sempre cercato di boicottare la produzione e la distribuzione dei suoi film, intravedendo proprio nel suo sguardo sarcastico e poco indulgente il potenziale sovversivo.
Le sue opere sono rimaste, infatti, sconosciute al pubblico fino alla perestroïka, quando ebbero modo di riemergere, insieme a quelle di altri registi e letterati e iniziarono a circolare in diversi festival internazionali.
Nel 1990 ha fatto parte della giuria al Festival di Venezia e, nello stesso anno, vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino con il film Sindrome astenica.
Ha sempre voluto mantenere le distanze sia dal cinema hollywoodiano che da quello europeo d’autore proclamando quella indipendenza e unicità che l’hanno resa una figura determinante nel traghettare la Russia nella modernità.
Il suo ultimo lavoro Eterno ritorno (2012) parte da Nietzsche per svolgere una meditazione sull’arte e sulla vita, sulla uniformità e sulla molteplicità.
È scomparsa il 6 giugno del 2018 a Odessa.
I suoi film, in Italia, sono stati tutti trasmessi dal programma televisivo Fuori orario. Cose (mai) viste.
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portamiunasediaevattene · 6 years ago
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Enrico Ghezzi - Paura e desiderio - Cose (mai) viste, 1974-2001.
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scrollfuoriorario · 7 years ago
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Enrico Ghezzi Lovere, 26 giugno 1952
Fuori orario il programma, nato il 20 febbraio 1988 è condotto dal critico cinematografico Enrico Ghezzi. La sigla d’apertura musicata da “Because the Night” di Patti Smith con immagini tratte dalla pellicola di Jean Vigo L'Atalante non è più trasmessa per problemi di diritto d’autore. Il programma esiste ma con sigle e copertine diverse per ogni puntata. E. Ghezzi ha curato la prefazione ad un libro di Patti Smith, Mar dei Coralli edito Bompiani, 1996 (Milano). 
SIGLA: [Pubblicato 17 marzo 2011 [Canale youtube BADBOX parole da consumare ©it]
Nel 2012 E.Ghezzi ha curato un nuovo contenitore “ZAUM” presentato al PAN di Napoli e nel 2015 “Egh” contenitore di dialoghi intrattenuti con cineasti registi ed attori per la mostra del cinema di Venezia insieme ad Andare a parare: un film per tutti e per nessuno
Rosaria Di Girolamo ©it
Bibliografia: Martina Ponziani Che fine ha fatto la sigla di Fuori Orario? 28 gennaio 2017 http://www.sentieriselvaggi.it/che-fine-ha-fatto-la-sigla-di-fuori-orario/
ALESSANDRA VITALI Egh, il progetto misterioso: l'"uovo" di Enrico Ghezzi sbarca alla Mostra di Venezia 
Enrico Ghezzi prices Bernardo Bertolucci  with the Marco Melani’s Award. A tribute to the special friend, cinephile and critic prematurely disappeared – filmed by Alberto Tempi at Bertolucci’s home in Rome. [Canale: www.egh.guru ©it]  
https://www.rapportoconfidenziale.org/?p=14204
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2016/08/01/news/egh_enrico_ghezzi_emiliano_montanari_mostra_venezia_2016-145206334/?refresh_ce
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empedoclecielo · 3 years ago
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Fuori Orario
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Fuori Orario, cose (mai) viste ... @signorinaelleblog
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megmacgillivray · 4 years ago
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first party
YARA: I primini si sono dati un gran da fare per organizzare la festa a sorpresa di FAITH. Chi ha distribuito bigliettini con scritto data e ora, chi, come Yara, ha saccheggiato la sala grande durante l`orario dei pasti in cerca di cibo per la festa, chi ha dato una mano con le decorazioni. All`interno dell`aula i presenti corrono da una parte all`altra indaffarati cercando di sistemare, pulire e decorare la vecchia e polverosa aula in disuso. Un`aula abbastanza grande, quadrata, sulla destra sono poste delle grandi finestre da cui entra la luce. I banchi e le sedie sono state poste ai lati lasciando un grosso spazio al centro nel caso qualcuno volesse ballare o altro. Vicino alla porta sono poste delle sedie con alcuni leggii in legno scuro per chi volesse suonare qualcosa "presi in prestito"- ovviamente senza chiedere - al carissimo professore di Astronomia Desmond OGallagher come una sorta di vendetta personale per non essere riuscita ad entrare nel coro. Sulla parete è poggiata l`enorme custodia nera del basso di Yara tappezzata di adesivi, perlopiù dei BallyCastle Bats, ed affianco ad essa c`è una scopa che è stata utilizzata per spazzare il pavimento dell`aula. Su di un banco sono posti vari panni, spray ed oggetti per pulire insieme ad alcuni nastri colorati e altri vari oggetti per decorare l`aula anch`essi sgraffignati da in giro. La piccola Corvonero spinge una vecchia cattedra con tutta la forza che ha verso il muro facendo parecchio rumore e ci passa sopra il panno con vigore alzando un sacco di polvere. Sistema poi alcuni vassoi rubati in Sala Grande durante il pranzo sulla grande cattedra. Prende poi la borsa a tracolla marrone e ne estrae salsicce, toast alla marmellata, vari budini alla zucca e dei pasticcini al cioccolato ed alla menta sformati e difficilmente irriconoscibili, alcuni di essi mischiati tar loro. Sulla tavola inoltre è presente un vassoio di vetro dove è possibile riversare caramelle sfuse. Alla fine estrae un`intera torta con prosciutto e pollo e la posiziona al centro della tavolata, affiancandola ad alcune brocche d`acqua e di succhi vari tra cui quello alla zucca, alla mela e all`uva [...] Si gira verso la parete sinistra, ed estraendo la bacchetta di cedro dalla tasca del grosso mantello nero che indossa, la punta verso la parete, ed immaginando di ricoprire la parete con un nastro rosso molto spesso posto come a comporre in corsivo la scritta "Buon Compleanno Faith" si concentra e pronuncia la formula «Cartellone Decòro».
MEG: «OKAY, TUTTI ZITTI CHE FRA POCO DOVREBBE ESSERE QUI» e poi aggiunge con un tono di voce decisamente più basso «sempre che quella testa di bolide faccia quello che deve!» sks Nico.
PRIM: ecco che parte il grido di MAEGAN e lei sobbalza andando a urtare uno dei banchi con un fragoroso rumore di legno sedie e quant’altro che cozzano. Le mani che vanno alla bocca quindi mentre gli occhi sono allargati in pieno terrore, si mette in un angolino e sta ferma, zitta e ferma il più possibile adesso.
CECI: «...ma dobbiamo anche nasconderci? O solo stare zitti. Perché. Mai fatte ste cose.»
JOJO: «Allora, poi ci nascondiamo tutti da qualche parte e aspettiamo che entri, no?»
MIKE: « e dove ci nascondiamo?» alza un sopracciglio, indicando la stanza semi spoglia « sul soffitto? » sarcasmo sempre presente, come dimenticarlo.
NICO: È un ottimo attore, come al solito, quindi non è stato difficile fingere di doversi recare al secondo piano chiedendo il suo aiuto; è bastato citare il problema scacchiera e la ricompensa di un luogo nascosto. Un bel regalo di consolazione… visto che ce ne vorrà di tempo ancora, prima di poterle consegnare quello vero (maledette gite ad Hogsmaede). E certo MAEGAN che la testa di bolide fa quello che deve. È del compleanno di MURPHY che stiamo parlando. Tutto perfetto deve essere. Ha anche portato le Caramelle di Mielandia – ben riposte nella tasca centrale della felpa, dove non possono essere viste. Insomma; lui ha portato la festeggiata, mica può fare molto altro. «Era qui mi pare…» le dice, puntando l’indice in modo tranquillo verso la porta… LA porta. «Sì sì. Ora se apriamo sicuramente riappare la scacchiera, dico la frase, e ci dice come arrivare in questo luogo misterioso» [...] «VIVA LA GRIFOLAGNA!» urlerebbe infine, con il sorriso sul volto e gli occhi fissi sulla GRIFONDORO, per godersi al meglio la faccia che farà. Insomma, pronti o no, Nico spalanca la porta. Puntuale come un orologio svizzero. Visto MEG?
FAITH: Un’iniziale faccia confusa, contornata da una frotte aggrottata, muta immediatamente alla vista di tutti i primini riuniti - e al sentire di quei sorpresa ben urlati -: non spiccica parole, nonostante ci provi e dalle sue labbra fuoriescano unicamente suoni strozzati: insomma, una festa tutta per lei! per cui delle persone hanno speso del tempo! di loro spontanea volontà! gli occhi sono anche un pochino lucidi - ma se glielo chiederanno non lo ammetterà, nemmeno sotto minaccia - forse non di pianto, ma sicuramente le brillano - coff e pure parecchio coff -. Prova a spiccicare un grazie spezzato, non fatela parlare o questa si mette a frignare, guardando attorno tutte le decorazioni puntanto il dito verso ognuna, con tanto di « OH!! » e facendo lo stesso anche verso ognuno dei presenti, nonostante abbia avuto la decenza di non indicarli
PRIM: «TA-TANTI AUGURI-RIII!» cerca di stare a suo modo dietro agli altri con la voce un po’ affannato, in tutto questo, probabilmente sbatacchierebbe un po’ anche la povera CECILIA trascinandola in quel canto fuori ritmo «AAAAAA TEEEEEEH!» continua quindi «Vivi cento anni e cento altri ancora! Bevi ridi e scherza come mai prima d’ora! Balla balla balla sotto il cielo e la luna… canta canta canta è il tuo giorno che fortuna EH!» continua quindi a ballare saltellando e rotando attorno all’altra tassorosso.
YARA: Raccoglie la bacchetta di cedro conficcata nella torta con la mano destra appena BLYTHE la porta vicino a FAITH e sussurra alla festeggiata «Ok, tu soffia sulla bacchetta e nel frattempo io pronuncio il controincantesimo» e fissando la punta illuminata della bacchetta conta «1...2...» si concentra con la volontà di spegnere la bacchetta «e...3...NOX»
MEG: appena si riprende dalle risate urla anche lei (ma quanto urlano sti primini?) «LA FOTOO!!!!» facendo anche grandi gesti verso tutti per far capire che si devono mettere tutti vicini vicini per la foto di gruppo. Corre verso il tavolo e cerca di posizionare al meglio la macchina fotografica affinchè ci stiano tutti dando ogni tanto delle indicazioni «un po’ più a destra» … «LIU’ avvicinati» … «PRIM riesci ad abbassarti un po’?» e poi quando tutto sembra quadrare «OKAY, ora metto l’autoscatto eh, cinque secondi e fate qualcosa di buffo!» perché le foto dei maghi si muovono, e le pose statiche sono noiose.
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Da sinistra verso destra:
Neera che si gonfia le guance in un espressione buffissima, dietro di lei Primrose che sorride, Liu che si esibisce in una mossa di karate, Jojo che fa un smorfia, Faith abbraccia Mike e Nico al centro della foto, Blythe che sorride ma quando viene spintonata da Meg la guarda male, Emile tiene stretto a braccetto Ceci che sorride a trentadue denti e Yara al suo fianco ha una faccia inferocita.
{Foto scattata il 15 novembre 2076, Primo Party ad Hogwarts} 
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gloriabourne · 5 years ago
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Ciao! Hai visto le date di Bizio? Hai già prenotato il biglietto? Ps. Ti voglio bene
Ciao!
Le ho viste ma non credo che andrò a nessuna delle nuove date, tanto meno a quella di Torino anche se non è distante da casa mia.
Il fatto è che quando Fabrizio ha annunciato il tour nei palazzetti, io ero convinta che non avrebbe messo date a Torino perché non avrebbe mai riempito il Pala Alpitour. Quindi ho letteralmente supplicato la mia amica di prendere i biglietti per Assago.
E così ho preso la decisione che in quel momento mi sembrava la più sensata: spendere 35€ per un biglietto nel secondo anello centrale al forum, dove anche se non si vedrà quasi nulla io sarò felice e contenta di essere al concerto.
Poi dopo sei mesi tira fuori ste date.
Mette una data al teatro Colosseo, dove con pochi euro in più avrei potuto prendere un biglietto che mi avrebbe permesso di godermi il concerto molto più da vicino.
Bastava annunciare tutte le date subito o almeno un po' prima, invece di annunciare 4 palazzetti e poi altre 15 date dopo sei mesi.
Oltretutto io ho saputo della data a Torino dalle mie amiche che hanno trovato la notizia online, ma non sul profilo di Fabrizio. Sembra assurdo, ma le date sono uscite prima su TicketOne che sul suo profilo, e a me questa cosa a tratti fa ridere e a tratti fa incazzare perché questo è solo l'ennesimo segnale di quanto questo tour sia gestito male.
Fare mille storie al giorno per spammare una canzone va bene, ma pubblicare in orario le date del tour no?! Ma che priorità hanno?
Ti dico la sincera verità: quando ho preso il biglietto per Assago ero entusiasta di andare a questo concerto, ora lo sono sempre meno. E la colpa non è nemmeno di Fabrizio, ma di chi dovrebbe gestire queste cose e a quanto pare non è in grado di farlo.
Poi magari più avanti cambierò idea e deciderò di prendere il biglietto per Torino, ma per ora no.
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fallimentiquotidiani · 8 years ago
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goldenb4bygirl · 3 years ago
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È quasi l'una
È quasi l'una, il tuo orario preferito
Quello in cui mi scrivevi ciò che ti veniva fuori, cose belle e cose brutte
Pensieri candidi e altri meno casti.
Eri cosí, semplice e sincera
Mi sembra ancora di sentirti, la mattina presto sento come un soffio accanto a me.
Sento quasi nel vento le tue famose parole "l atac mi ha di nuovo paccata"
E sembra ieri quando mi parlavi del rossetto e di quanto ti stesse male, e quanto mi facevi pesare che quel dannato rossetto ero stata io a costringerti a metterlo.
Non so esattamente cosa ci sia dopo, dove tu sia in questo momento.
Ma in qualsiasi luogo tu ti trovi, ogni giorno in un momento qualsiasi della giornata io guardo sú, se anche tu ricambi io non posso saperlo, ma m'immagino i tuoi occhi, e mi basta sapere che ovunque siano, mi guardano come mi avrebbero guardata da vicino, da vicino, come non ci siamo mai viste, mai toccate
Non so che profumo tu portassi, non conosco il tuo passo, non ho potuto farti le famose trecce ai capelli
Sono cose che non mi perdonerò mai, avrei potuto fare di piú.
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coglilarosa-evitalespine · 3 years ago
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mercoledì è stato il compleanno di una mia amica di corso, non ha festeggiato se non in famiglia perché il giorno dopo ha avuto un esame. mi aveva detto che avrebbe fatto così la settimana scorsa, allora dall’inizio di questa settimana io mi sono messa in moto per organizzarle una specie di festicciola a sorpresa, convocando altre sue amiche di corso. la scusa per incontrarla era che ci saremmo viste io e lei in tarda mattinata. quindi, io e queste colleghe ci eravamo accordate per vederci venerdì (ieri) e comprarle un regalo insieme. poi una si è tirata indietro all’ultimo dicendo che aveva degli impegni e quindi ho chiesto conferma alle altre e mi hanno detto “le facciamo un pensierino tra di noi”, tagliando me fuori. poi ho chiesto ulteriore conferma (posto, orario, se ci fossero state al 100%) e non ho ottenuto alcuna risposta. alla fine io oggi non sono uscita con lei, rimandando perché devo studiare e perché non mi andava di uscire da sola con lei per l’ennesima volta… perdonatemi, forse sembrerò cattiva, ma ad una certa annoia uscire sempre e solo con la stessa persona. la mia idea sarebbe stata un’occasione per conoscere meglio anche le altre, essendo soltanto la festeggiata ad avere un legame con loro. le ho inviato un messaggio per sapere se alla fine fosse uscita perché me lo auguravo, mi ha telefonata dicendomi che era in giro e che c’era una delle colleghe coinvolte con cui aveva fatto aperitivo. per curiosità ho chiesto se ci fosse anche un’altra e mi ha detto di no. perché questo? perché avevo paura che mi avessero esclusa e che mi avessero rubato l’idea. beh, l’idea dell’aperitivo in un locale in particolare me l’ha fregata quella tirchia genovese.
vabbè, sinceramente vaffanculo. uno cerca di combinare più occasioni per risolvere più cose e finisce sempre male.
ora capire perché voglio smettere di organizzare cose? mai più, né una festa, né un’uscita, né un viaggio.
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m-a-86 · 4 years ago
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#consigli
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pionchan-blog-blog · 6 years ago
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Alberto in una città morta
Alberto in una città morta
Durante una Introduzione del programma di Fuori Orario Cose (mai) viste dedicata ad Antonio Pietrangeli (anche se il film non penso sia di Pietrangeli, dato che le immagine sono a colori ma sbiadito, tipico degli anni 80/90) andata in onda lo scorso 20 Gennaio nella sequenza iniziale si vede una scena in cui un ragazzo di nome Alberto assieme a una ragazza in una decapotabile gialla si ritrovano…
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