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PRIMA PAGINA Il Giornale di Oggi martedì, 06 agosto 2024
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Polonia: arsenale rimpinguato, l'Esercito riceverà un altro lotto di fucili automatici GROT
L'arma, fabbricata da una fabbrica polacca, è stata provata con successo in Ucraina
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Trovo che nulla parli di noi come le nostre lacrime. Di conseguenza, ho deciso di trascrivere qui una lista di eventi e situazioni che mi fanno piangere inconsolabilmente:
le lettere scritte da mia madre e nascoste in un vecchio diario di scuola, quando andavo ancora alle medie. Le ho scoperte soltanto pochi mesi fa, riaprendolo casualmente, e sono scoppiato a piangere,
il finale di Mary Poppins, quando dopo essere stato licenziato, il signor Banks torna a casa con l’aquilone finalmente riparato e comincia a giocare coi figli, correndo fuori con loro per farlo volare nel parco (scena tuttora inguardabile per me senza cominciare a frignare),
gli abbracci alla stazione,
l’episodio di Doraemon in cui Nobita vorrebbe ringraziare la persona che, durante una gita all’asilo, lo aiutò a rialzarsi, scacciando i bruchi pelosi che lo ricoprivano. Tuttavia, Nobita non riesce a ricordare il suo volto, così Doraemon gli offre l’opportunità d’incontrare chiunque voglia nella Stanza del Rivedersi,
la perduta innocenza,
il finale dell’Uomo dei Sogni, quando Ray incontra suo padre, morto da tempo, e prima che questi svanisca gli chiede: “Ehi papà, vuoi giocare un po’ con me?” (tema a quanto pare ricorrente, dovrei forse dedurne qualcosa?),
l’inesorabile decadimento fisico e psichico dei miei genitori, ormai pressoché anziani,
la tenerezza del mio cagnolino e la consapevolezza della sua ineluttabile caducità,
questo mio talento letterario negletto e sprecato, gettato ormai ad appassire come giardino incolto,
il finale della terza stagione di Person of Interest, quando Samaritan sembra aver ormai vinto, ma il monologo di Root ci ricorda che nonostante tutto il male che ci opprime, non dobbiamo mai smettere di sperare,
Exit music for a film dei Radiohead, dal minuto 2:50, ovvero lo smanioso desiderio di rivalsa che da sempre m’avvampa e mi corrode animo e viscere dopo ogni mortificante derisione, al pensiero che sì, un giorno tutti sapranno, e allora, beh, gliela farò vedere io… (me ne rendo conto, di solito è così che nascono i serial killer). Questa parte, ad ogni modo, mi emoziona a tal punto da avermi spinto a scrivere il finale della mia storia: “Un ventoso mattino di settembre, i servi del marchese avrebbero forzato le porte dello studio, ove il misero scrittore soleva rinchiudersi di notte, e lo avrebbero trovato morto, riverso fra le sue carte in una pozza di vomito. Spalancate le finestre a lutto, i poveri disgraziati sarebbero stati travolti allora dall'empia ferocia di quegli astiosi fogli sdegnati dal tempo e, così finalmente libere, pagine e pagine d'inchiostro si sarebbero riversate in strada, pronte a prender d'assalto case e negozi, scuole e caserme, mulinando burrascose sulla città, fra le strida dei borghesi impazziti e le urla dei bambini accalcati contro i vetri, fino a seppellire il mondo, terra e cielo, sotto cumuli di scritti dissotterati dal fuoco e dagli abissi”,
la morte di Due Calzini in Balla coi lupi (e il tema ad esso collegato), quando il lupo segue fedelmente Dunbar ormai prigioniero e i soldati gli sparano addosso per dimostrare la loro tonitruante possenza di coraggiosissimi esseri umani supercazzuti, finché non l’ammazzano senza pietà.
la lettera di Valerie da V per Vendetta, (credo non occorrano spiegazioni né commenti qui),
la mia sciagurata impotenza dinanzi al dolore degli amici,
la morte del commissario Ginz ne Il dottor Živago: “Soldati armati di fucili lo seguivano. ‘Cosa vorranno?’ pensò Ginz e accelerò il passo. Lo stesso fecero i suoi inseguitori. [...] Dalla stazione gli facevano segno di entrare, lo avrebbero messo in salvo. Ma di nuovo il senso dell’onore, educato attraverso generazioni, [...] gli sbarrò la via della salvezza. Con uno sforzo sovrumano cercò di calmare il tremito del cuore in tumulto. Pensò: ‘Bisognerebbe gridargli: - Fratelli, tornate in voi, come volete che sia una spia! - Qualcosa di sincero, capace di svelenirli, di fermarli.’ [...] Davanti all’ingresso della stazione si trovava un’alta botte chiusa da un coperchio. Ginz vi balzò sopra e rivolse ai soldati alcune parole sconvolgenti, fuori dell’umano. Il folle ardire del suo appello, a due passi dalle porte della stazione, dove avrebbe potuto rifugiarsi, sbigottì gli inseguitori. I soldati abbassarono i fucili. Ma Ginz si spostò sull’orlo del coperchio della botte e lo ribaltò. Una gamba gli scivolò nell’acqua, l’altra rimase penzoloni fuori della botte. [...] I soldati accolsero la sua goffa caduta con uno scroscio di risate: il primo lo colpì al collo, uccidendolo. Gli altri gli si gettarono sopra per trafiggere il morto a baionettate”. Non riesco a dire come questa fine mi commuova, ma credo abbia a che fare con goffaggine, spietatezza e umiliazione, cose che mi colpiscono tutte enormemente,
l’episodio de La casa nella prateria, in cui il signor Ingalls realizza una scarpa speciale per la piccola Olga che zoppica a causa di un’asimmetria nelle gambe. Il padre però non vuole che giochi con le altre bambine perché teme possano deriderla o che, ancor peggio, possa farsi male. Aggredisce così il signor Ingalls per essersi intromesso, ma all’improvviso vedendo la figlia giocare felice in cortile, muta espressione commuovendosi profondamente, ed io con lui. È la gioia d’un padre che comprende che sua figlia è finalmente felice.
la vittoria dell’Italia alle olimpiadi di Torino 2006 nel pattinaggio di velocità, inseguimento a squadre maschile. Avevo 17 anni, avevo finito da poco i compiti e non so perché, restai paralizzato di fronte alla tv ad ammirare l’impresa di Enrico Fabris e compagni, esplodendo poi in un inspiegabile pianto liberatorio che ancora oggi sa per me d’imponderabile (disciplina mai più seguita, che quel giorno però mi regalò un’emozione eguagliata solo dall’oro di Jacobs nel ‘21 - senza lacrime),
la canzone Ave Maria, donna dell’attesa: dal matrimonio di mia sorella ad oggi son passati sette mesi, eppure questa canzone mi fa ancora lo stesso perturbante effetto, scuotendomi ogni santa volta.
Isengard Unleashed dalla colonna sonora del Signore degli Anelli, in particolare, il momento coincidente con la marcia degli Ent (vedi sogni di furiosa rivalsa), dal minuto 2:18,
la comprensione altrui,
ogniqualvolta ho dovuto accompagnare qualcuno all’Eterna Porta e dirgli addio in Spiritfarer,
trovare ricci spiaccicati sulla strada,
gli immarcescibili sensi di colpa per la morte del gattino Figaro, quando avevo cinque anni,
le storie di grandi insegnanti, capaci di lasciare tracce di sé nei loro alunni.
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IL PRIVILEGIO DI ESSERE LIBERI
Come ogni anno, la settimana scorsa sono andato al cimitero di Forlì per ricordare i partigiani della Banda Corbari, uccisi dai fascisti e poi appesi in piazza Saffi. Il vicesindaco ha fatto un discorso su quanto fosse brutta la guerra, ricordando le bombe Alleate su Forlì e senza mai pronunciare le parole Resistenza, fascismo o antifascismo. Ciò non sorprende, fa parte di un partito erede di Alleanza Nazionale, che fu erede del Movimento Sociale Italiano, che fu erede del Partito Nazionale Fascista. Mi sono chiesto cosa avrebbero fatto Corbari, Versari, Casadei e i fratelli Spazzoli, sepolti li fianco, ascoltando i discorsi pacificatori di certa FECCIA (cit). Forse, sentendosi ricordare da un uomo che appartiene a un partito evoluzione di quello a cui appartenevano le persone che li uccisero, avrebbero fatto un po' di "scompiglio" a modo loro, poi sarebbero tornati in montagna, coi fucili fumanti sulle le spalle, seguendo la linea del tramonto e in attesa della prossima alba. E noi? Restiamo immobili mentre i testimoni diretti di quel tempo svaniscono uno dopo l'altro. Chi ha sepolto le armi dando a noi il privilegio di essere liberi, ci ha anche chiesto di ricordarli per fare in modo che tutto non accada mai più. O, in caso contrario, farsi trovare pronti.
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Non è che mancano i soldi, è che lo Stato si assicura che restino nelle mani dei ricchi
"Quanto costano le armi?
Tantissimo.
Vi faccio qualche esempio.
Aerei da caccia come gli F35 costano, ognuno, tra i 78 e gli 89 milioni di dollari (all'incirca un dollaro equivale a un euro); carri armati come gli M1 Abrams costano tra i 6 e gli 8 milioni di dollari; elicotteri come i Blackhawk costano tra i 6 e i 25 milioni di dollari; razzi anticarro come i Javellin costano tra i 200.000 e i 250.000 dollari (un quarto di milione di dollari); fucili d'assalto come gli M4 costano intorno ai 750 dollari.
Il prezzo cambia a seconda che se ne comprino pochi o tanti tutti insieme, in pratica c'è lo sconto se ne ordini un bel po'.
Come vedete sono tanti soldi, molti di più delle somme che normalmente maneggiamo ogni giorno per fare la spesa, pagare l'affitto o comprare un giocattolo.
Non riusciamo nemmeno a immaginarceli tutti quei soldi... perciò adesso proviamo a fare dei confronti.
Un'ambulanza costa tra i 60.000 e i 90.000 euro. Pensiamo di prendere quella che costa di meno, 60.000 euro. Con un cacciabombardiere F35 si possono comprare quasi 1300 ambulanze.
La retta di un asilo nido per una famiglia in media è di circa 300 euro al mese. Con un carro armato Abrams si può pagare un anno di asilo nido a quasi 1700 bambini.
Il costo per un mese di mensa a scuola è di circa 80 euro. Con un elicottero Blackhawk si potrebbe pagare un anno di pasti a scuola per 6250 bambini.
Lo stipendio annuale di un medico ospedaliero è di circa 75.000 euro lordi (questo è quanto costa un medico all'ospedale per cui lavora, ma poi bisogna togliere le tasse e quindi nelle sue tasche finisce la metà).
Con un razzo a spalla Javellin si possono pagare per un anno tre medici.
Nico Piro
Se vuoi la pace conosci la guerra
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I braccianti costretti a fare il saluto romano davanti all’effigie di Mussolini perché avessero chiaro che “in Italia comandano gli italiani” e che “il fascismo è la fede dei padroni”, fucili e pistole per minacciare i lavoratori e ribadire “chi comanda”.
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Mentre la Meloni si compiace sul social, citando assurdi sondaggi di "Libero" (il solo nome del giornale fa ridere, lettori 5, la Meloni, la sorella, il cognato, Salvini e lo stesso direttore), sta passando quasi sotto silenzio un fatto di una gravità inaudita accaduto a Crotone, dove un vice ispettore fuori servizio, è stato costretto prima a sparare (e uccidere) per auto-difesa, per poi essere linciato in strada dagli altri suoi aggressori e persino dai parenti del morto, scesi in piazza all'istante, manco fossero stati Zulu in agguato, nascosti dietro l'erba alta sulle colline sudafricane contro l'Esercito di Sua Maestà La Regina.
La Calabria va MILITARIZZATA.
Così come larghe parti della Sicilia , Napoli e la sua provincia e altre zone del sud, specificamente delle province di Bari e Foggia.
Non c'è altra soluzione e non è mai esistita altra soluzione se non la militarizzazione, i blindati per le strade, i fucili d'assalto spianati, le calibro cinquanta pronte all'uso, sui mezzi.
Queste larghissime sacche di popolazione delinquenziale ed animalesca , che popolano il nostro meridione, e IO SONO UN MERIDIONALE, vanno ESTIRPATE come la gramigna.
Una volta e per sempre.
Esse non rappresentano sparute minoranze, ma veri e propri ESERCITI DI CRIMINALI E BESTIE FEROCI in percentuale più che significativa, rispetto alla popolazione totale.
Interi quartieri, alle volte interi paesi, vivono al di fuori della legalità, completamente al di fuori, costituendo zone franche criminali.
E gli eserciti si combattono attraverso altri eserciti, meglio armati ed equipaggiati.
Casa per casa.
Casa per casa, strada per strada, vicolo per vicolo, con tanto di COPRIFUOCO e legge MARZIALE.
Solo così, questa piaga potrà essere debellata dal nostro meridione d'Italia, solo così potrà esserci il nostro riscatto, il nostro ingresso nella PIENA CIVILTA' , che ci viene negata dai tempi del brigantaggio ottocentesco.
Invece di postare CAZZATE, la Meloni ci facesse sapere, stesso mezzo, come intende risolvere questa questione, sulla quale non si è nemmeno espressa, idem con patate Piantedosi.
O pensiamo solo all'Ucraina e al Medio Oriente, invece che a far pulizia in casa nostra ?
Giuseppe Sabatino.
#mafia#camorra#'ndrangheta#sacra corona unita#Sud Italia perduto#questione meridionale#mezzogiorno d'Italia
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Bei Fior
Questo 25 Aprile è ancora più importante: perchè siamo al culmine di una strisciante strategia di revisionismo, dai tratti sbracati e ingenui (per questo spesso di presa) che continua ad ammiccare, a nascondersi, a non affrontare il problema. Lo fa nonostante sia classe dirigente, lo fa con atteggiamenti antistorici, propagandistici. Lo fa manipolando.
E pensò che forse un partigiano sarebbe stato come lui ritto sull’ultima collina, guardando la città e pensando lo stesso di lui e della sua notizia, la sera del giorno della sua morte. Ecco l’importante: che ne restasse sempre uno. Scattò il capo e acuì lo sguardo come a vedere più lontano e più profondo, la brama della città e la repugnanza delle colline l’afferrarono insieme e insieme lo squassarono, ma era come radicato per i piedi alle colline. – I’ll go on to the end. I’ll never give up.
Beppe Fenoglio, Il partigiano Johnny
Questo 25 Aprile è anche importante per un altro anniversario.
50 anni fa una rivoluzione pacifica mise fine ad un regime che credeva fosse meglio vivere non nel presente, ma cento anni nel passato. Un regime che vigeva dal 1926: con il colpo di Stato del generale Carmona, Antonio de Oliveira Salazar è nominato Ministro delle Finanze con pieni poteri nel 1928 e nel 1932 Salazar si trasforma nel dittatore che, attraverso il suo Estado Novo, controllerà per 35 anni ogni aspetto della società portoghese. Nel 1968 una trombosi cerebrale, causata da un incidente domestico, lo allontana per sempre dal potere. Viene quasi subito sostituito da Marcelo Caetano, ma fino al giorno della sua morte nel 1970 rimane convinto di essere ancora il Primo Ministro. Pare che nessuno ebbe mai il coraggio di dirgli la verità. Dopo decenni di oscurantismo, censura, mancate libertà personali, l'ossessivo controllo della PIDE (poi DGS) la polizia politica, istruita dalla Gestapo e dalla CIA, che controlla l'intera popolazione in patria e nelle colonie, dove sin dagli anni '60 ribollono istanze di indipendenza (Angola, Mozambico, Guinea-Bissau). E In Portogallo furono i militari, tramite il Movimento das Forças Armadas, che organizzarono prima un movimento clandestino, poi un effettivo golpe incruento volto a far cadere il Governo Caetano.
La sera del 24 Aprile poco prima di Mezzanotte, il segnale fu lanciato: per la radio di Stato passò una canzone, Grândola vila morena del cantautore e attivista politico José Afonso, da sempre bandita. In poche ore un corteo pacifico di mezzi corazzati entra nel centro di Lisbona. Caetano prima si rifugia nel Palazzo della Guardia Civil, poi si arrende. Il 25 Aprile, sparsa la notizia, la gente si riversa in piazza, e una fioraia, felicissima, inizia a distribuire garofani rossi ai soldati, che li infilano nei loro fucili. È il simbolo della Rinascita: il 1° Maggio 1974 il Portogallo festeggia la Festa dei Lavoratori dopo 46 anni. La Transizione sarà lunga e difficile, ma i Militari mantengono le promesse: indipendenza alle colonie, libere elezioni, un progressivo ammodernamento del Paese.
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Da febbraio 2022, in Ucraina sono andate perdute o sono state rubate più di 270.000 armi.
Dall’inizio della guerra su vasta scala in Ucraina, quasi 271.000 armi sono state perse e rubate, che è il 40% del numero totale di casi segnalati di perdita e furto. Solo dall'inizio di quest'anno, più di 78.000 armi sono state perse e rubate, informa Opendatabot.
Le maggiori perdite sono state registrate a Kiev (10%), nella regione di Zaporizhzhia (11,8%) e nella regione di Donetsk (19,4%).
Quest’anno, il numero di armi perse e rubate è aumentato in modo significativo. A partire dal 2024, 78.217 armi sono già state perse o rubate, più che in tutto l’anno precedente e quattro volte di più rispetto al periodo prebellico.
Fucili da caccia (27,9%), fucili d'assalto (27,8%) e carabine (10,8%) sono più spesso persi. Tra i modelli specifici, il leader è il fucile d’assalto AK-74 – 51.008 unità (18,8%), la pistola PM (7,4%) e la carabina SKS (4,4%) sono state perse.
Fonte
Ecco perchè quelli della gang di spacciatori nel parchetto sotto casa mia sono così di buon umore.
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STORIA LUNGA, MI SPIACE.
Stasera mi è tornata in mente una persona appartenente al mio passato, forse perché ieri ho finito la nuova serie di Zerocalcare o forse per il soggetto del video.
Nella nostra compagnia c'era un tizio un po' particolare, che si aggregava a noi quando facevamo una partita di giochi di ruolo o quando, semplicemente, si usciva a bighellonare senza far nulla di socialmente produttivo.
Si chiamava Paolo ed era un ragazzo solo, con un padre che faceva massacranti turni in fabbrica e una madre sempre in comunità psichiatrica.
Non era affatto una cima ma si presentò quando stavamo cercando comparse per un cortometraggio molto trash con alieni e motociclisti che si menavano... ma quello merita un racconto a parte.
Paolo era molto ingenuo, ai limiti del caso sociale, e mi spiace dire che purtroppo era considerato da molti una specie di mascotte, da perculare quando faceva una delle sue solite uscite o da consolare quando andava in crisi perché non trombava (nessuno trombava ma credo che lui intuisse qualcosa del suo futuro).
Io poi cominciai l'università e quando tornavo vedevo solo una piccola manciata di amici, gli unici che mi sono resistiti accanto fino a oggi, e Paolo diventòquindi una figura di contorno, una di quelle comparse della vita frenetica di un giovane sulla soglia dell'età adulta, meritevoli solo di un cenno con la testa o di un 'oi...' sussurrato mentre ci si incrocia di corsa.
Un giorno successe una cosa che a distanza di 30 anni, dentro di me, non riesco ancora a perdonarmi... o meglio, che avrei voluto (o dovuto) fare e che invece non feci, una leggerezza con cui forse mi colpevolizzo in modo martireo ma che sento magari lo avrebbe reso diverso da quello che poi diventò.
Lo incontrai nel negozio di giochi di ruolo e di videogames che aveva appena aperto un nostro amico e con fare bambinesco mi tirò fuori un'agendina a fisarmonica, una di quelle con le due estremità magnetiche che si chiudevano a guscio di conchiglia
Guarda! - disse - Questa è l'agendina su cui voglio scrivere il numero di telefono di tutti i miei amici! Dai, dammi il tuo numero così lo scrivo!
Io tergiversai perché sapevo che mi avrebbe chiamato in continuazione per chiedermi di uscire, un accollo che ok in compagnia ma che da solo proprio non mi sentivo di prendere.
E feci una cosa orribile: gli diedi un numero sbagliato.
La parte nobile di me pensava che era la cosa giusta da fare, visto che da lì a poco sarei partito per il militare e che non potevo permettere che lui chiamasse i miei genitori agli orari più disparati (i cellulari erano una roba che allora usavano solo gli stronzi incravattati e pasturati a coca)... la realtà era che lo volevo scaricare perché dovevo andare avanti per la mia vita, finire il militare, cominciare a lavorare, magari a Parma, e farmi una famiglia con la mia nuova morosa (che infatti rimase incinta un anno dopo ma io per famiglia intendevo solo noi due... vabbe').
Partii quindi per il servizio di leva, prima a Fano per il corso addestramento reclute e poi a Bologna nel reparto comando supporti tattici nucleo NBCR (quelli con le tute gialle che se li vedi arrivare nei film soncazzi). E di Paolo persi completamente memoria.
Durante una licenza medica a Viareggio (un mese prima mi ero beccato una forma encefalica di morbillo insieme a tipo 200 commilitoni) stavo facendo uno dei primi LAN party a Doom, la principale fonte di guadagno del mio amico che nel suo negozio aveva messo quattro computer in rete e faceva le centinaia di mila lire al giorno.
Mentre stavo cercando di decapitare con la motosega un dodicenne che era solito farsi le seghe sui manga hentai mi sentii battere sulla spalla ma il boato dei fucili a canne mozze nelle cuffie che indossavo probabilmente coprì la voce che mi chiamava.
Un altro battere sulla spalla, più forte, al quale risposi con un pacato 'NON È IL MOMENTO DI ROMPERE I COGLIONI!', forse detto con voce un po' troppo alta ma tra le cuffie e l'adrenalina davvero il bon ton era stato sciacquonato via e correva veloce giù per le fogne verso il mare.
A quel punto, improvvisamente, cominciai a uccidere tutti gli avversari, uno dietro l'altro... bam! BAM! BAM! BAAAAM! MORITE STRONZI!... un attimo - pensai - troppo facile... gli avversari erano tutti immobili in mezzo all'arena del deathmatch, senza sparare un solo colpo.
Distolsi lo sguardo dallo schermo e fissai i tre tizi con cui stavo giocando: erano a bocca aperta con occhi sgranati e stavano fissando terrorizzati qualcosa che, evidentemente, stava succedendo dietro di me.
Feci ruoteare lentamente la sedia girevole da gamer, con la musica di Doom che ancora mi incalzava i timpani e notai tre cose in rapida successione: gli spostamenti d'aria che fino a poco prima mi raffreddavano la schiena sudata non erano prodotti dal ventaglio di una tizia col cosplay di Lamù (come mi sarebbe tanto piaciuto con la fantasia) ma da un paio di anfibi chiodati che come per magia erano sospesi in aria e scalciavano in direzione della mia faccia; la seconda era che dentro gli anfibi c'era un tizio vestito con jeans attillati, maglietta con croce celtica, bomber pieno di spillette rubate in qualche museo della Waffen-SS e capelli rigorosamente rasati... e la terza, per mia fortuna, che il tizio era trattenuto per le braccia dal proprietario del negozio e da qualche adolescente diventato muscoloso a forza di portare in giro mazzi di Magic da 20 chili l'uno.
Io guardavo come ipnotizzato le strisce nere di lucido da scarpe che il tizio lasciava sulla moquette del negozio mentre scalciava e si agitava per raggiungermi con le pedate e l'unica cosa che pensavo era 'Ma chi cazzo si mette così tanto lucido sulle scarpe da lasciare i segni a terra?'
Poi mi ricordai delle cuffie e quando me le tolsi, fu anche peggio.
Una voce che stentavo a riconoscere mi stava urlando 'FROCIO PEZZO DI MERDA COMUNISTA! LO SAI CHI STAI IGNORANDO? EH?! LO SAI?! IO SONO IL PORTABANDIERA DELLA...' e qua disse una parola che nelle sue intenzioni doveva suonare molto arianamente germanica ma che venne fuori come fanno parlare i turisti tirolesi nei film dei Vanzina.
La cosa divertente è che io in quel periodo una rissa non me la sarei mai fatta scappare e chiunque altro lo avrei percosso ripetutamente con una gamba la tavolo che avrei svitato silenziosamente mentre facevo di sì con la testa con sguardo compìto e invece quella volta restai completamente immobile.
Vidi portare Paolo fuori dal negozio a forza, senza nemmeno riuscire a chiudere un po' di più la mascella.
E poi non sentii mai più parlare di lui.
Fino a Marzo di quest'anno, quando - non chiedetemi perché... forse per lo stesso motivo che mi spinge a girovagare con street view nei luoghi che un tempo mi resero quello che sono - cercai Paolo B. su facebook e trovai il suo profilo, aperto al pubblico.
Ho impiegato parecchi giorni a liberarmi del senso di vuoto e di tristezza che mi venne non nel leggere quello che scriveva (poche frasi sgrammaticate e sconclusionate) ma nel vedere le foto che postava.
Paolo aveva migliaia di foto tutte pressoché uguali... un selfie ogni mattina con faccia seria e la testa ancora appoggiata sul cuscino, labbra leggermente dischiuse e un espressione che nel suo povero immaginario doveva essere da duro.
Migliaia di foto a ritroso nel tempo e tutte con un solo like.
Il suo.
Ci credete se vi dico che mi sono messo a piangere?
Per me non era un bel periodo e in una parte molto spinosa e dolorosa del mio cuore mi sono detto che, forse, se gli avessi dato il mio numero di telefono oggi sarebbe stato una persona felice, circondato dall'amore dei suoi amici e magari con una donna accanto.
E invece sentivo di averlo lasciato scivolare via dalla vita di tutti noi che stavamo andando avanti, senza nemmeno fare il gesto di tendere la mano.
Vabbe'... ve lo volevo raccontare perché, razionalmente, ero riuscito a farmene una ragione ma poi Zerocalcare ha rigirato il coltello in quella succitata parte spinosa e dolorosa del mio cuore.
Zerocalcare e forse quel video che ho fatto alla lucciola che stasera è rimasta incastrata dentro la zanzariera della camera, a brillare inutilmente per richiamare altre lucciole che mai avrebbe potuto raggiungere.
Quella lucciola poi l'ho liberata... ma avrei voluto liberare anche Paolo.
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Intanto abbiamo vinto l'oro in una cosa in cui bisognava sparare con i fucili e contro una coppia di statunitensi. Impossibile godere più di così.
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Se paghi 30.000€ subito li riavrai sottoforma di bollette meno care per i prossimi 40 anni. Se le bollette scendono ce ne vorranno 60.
Tecnicamente è la truffa di wanna marchi poi naturalmente loro hanno i fucili e quindi impongono ciò che vogliono ma sappiano che noi sappiamo.
Se non dipingi casa tua di verde vale il 20% in meno.
Se non possiedi la documentazione che ti rilascio io tu non puoi entrare.
Se non usi la moneta che stampo io non puoi possedere nulla.
Stiamo sempre parlando della solita naseria da cinque secoli a questa parte...
@boni_castellane
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youtube
Ninna nanna...
Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno fra le spade e li fucili de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna; che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro
. Chè quer covo d'assassini che c'insanguina la terra sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini che prepara le risorse pe li ladri de le Borse.
Ninna Nanna...
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Ad inizio della guerra Russia-Ucraina furono "fionde". Insomma, tutta la politica e tutta l'informazione occidente provava a quietare le opinioni pubbliche derubricando tutto ad aiuti che non andavano oltre una possibile "sassaiola". Sarebbe bastato questo per mettere al tappeto la Russia. Poi furono fucili, mitra, poi cannoni, carri armati di ultima tecnologia, missili a corta, media e lunga gittata, aerei da combattimento. Adesso e' il turno delle bombe a grappolo. Sicuramente tra qualche mese si passera' ad armi nucleari tattiche. Mi ricorda molto la storia della rana morta bollita. L'acqua scalda piano piano fino ad arrivare a ribollire, la rana non se ne accorge e schiatta. Sembra questo il futuro dei paesi europei. Anzi, il futuro dei Paesi europei sara' una lenta agonia prima dello sfarinamento totale. L'unione europea sara' sostituita e dominata dai paesi pro-nato all'ennesima potenza appoggiati dagli USA: Polonia, Ucraina, Romania, cechi e slovacchi, moldavi, georgiani e paesi scandinavi, tutta quella parte che di cultura europea ha una beata cippa. @ilpianistasultetto
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La primavera del 1789 in Francia fu meteorologicamente disastrosa: freddo fino a maggio, grandinate e piogge fortissime ridussero i campi in miseria. Il prezzo del pane raddoppiò e in tutta la Francia serpeggiava il sinistro sentore di carestia. Luigi XVI deve ricorrere al sostegno di Jacques Necker, politico ed economista svizzero, come ministro dell’economia. In primis, per cercare di arginare il malcontento popolare che mal digeriva lo sfarzo di corte a Versailles. Il suo principale tentativo è quello di ottenere la ripartizione egualitaria delle tasse. Le classi borghesi e popolari, riunite nel "Terzo Stato”, sono i ceti che soffrono maggiormente il peso tributario. Il 5 maggio 1789 viene indetta l’Assemblea degli Stati Generali. Sono passati ben 175 anni dall’ultima volta. Il “Terzo Stato” ha la maggioranza numerica di deputati, ma il suffragio si svolgerà non per voto pro capite, bensì per ordine sociale, soluzione quest’ultima che avvantaggerebbe l’alleanza fra clero e nobiltà. Ma il 20 giugno del 1789, il “Terzo Stato”, insieme ad una piccola percentuale di esponenti degli altri due ceti, decide di radunarsi a parte per costituire “L’Assemblea dei deputati della Nazione”. La loro autoproclamazione è di fatto un affronto al Re in persona. La soluzione politica che Luigi XVI aveva affidato al ministro Necker, è ormai irrealizzabile. La nuova Assemblea si ritira nella sala dedicata al gioco della palla corda, per proclamare un giuramento solenne. La destituzione del ministro delle Finanze Jaques Necker, da parte del sovrano Luigi XVI, è per Parigi la prova inconfutabile della congiura aristocratica, il segno della bancarotta e della controrivoluzione. Così la mattina del 14 luglio 1789 la popolazione parigina insorge, riversandosi nelle strade con una bandiera tricolore: nasce la drapeau française. Il rosso e il blu simboleggiano Parigi, il bianco è il colore della dinastia borbonica. Quella mattina settemila insorti attaccano l’armeria de l’Hotel Des Invalides. Il bottino è di quasi trentamila fucili e diversi cannoni, ma della polvere da sparo nessuna traccia. Il popolo però sa dove trovarla: a Saint Antoine, nel centro della città, dove sorge la fortezza della Bastiglia. Prende avvio l’assedio di questo tetro carcere, simbolo dell’Ancien Régime, costruito sotto il regno di Carlo V, che detiene al momento dell’insurrezione solo sette prigionieri: quattro falsari, il Conte di Solages e due folli. Annientata l’ultima resistenza delle guardie del comandante De Launay, la Bastiglia è presto conquistata da migliaia di rivoltosi. Luigi XVI, sconvolto, decide di riassumere il ministro Jacques Necker e spera in una tregua, ma la protesta è ormai dilagata nelle maggiori città del paese e non solo. Le notizie che giungono da Parigi, unite all’insostenibile condizione determinata da più di un decennio di recessione, spingono alla ribellione. A dare adito all’insurrezione è la rabbia accumulata, la carestia e la disperazione della popolazione francese. Con la presa della Bastiglia e il martirio dei parigini uccisi per la libertà, si accende la prima scintilla della Rivoluzione, un colpo violento che sarà il primo di una lunga serie. Da quel 14 luglio 1789, la rivolta, divenuta rivoluzione, ha trionfato sul potere assoluto, delineando le sorti di una Nazione. E, per la Francia così come per tutti i popoli dell’Europa, niente sarà più come prima.
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Fratelli d’Italia cambia la legge sulla caccia: fucili in mano a 16 anni, apertura della stagione in settembre e chiusura in febbraio. Le opposizioni: “Irresponsabili e senza morale”
In Senato il nuovo testo: attività venatorie possibili nelle aree protette e demaniali, alcune aziende potranno cacciare tutto l’anno. A gennaio partirà la discussione parlamentare. Fdi: “Le restrizioni italiane oggi sono le più forti in Europa”
ROMA – Dall’alba al tramonto si potrà cacciare. Di più, un’ora dopo la discesa del sole, che certe specie si mostrano a ora tarda. Fratelli d’Italia, il partito della caccia, con il ministro Francesco Lollobrigida orgoglioso cacciatore, figlio e nipote di cacciatori, è pronto a cambiare la “157/92”, legge che da trentun anni norma la questione lasciando alle Regioni un buon margine di scelta.
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