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#Fronte di liberazione del Tigray
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Oms, Tedros e il furto di carburante
Oms, Tedros e il furto di carburante
Chi legge con una certa regolarità questo blog sa quante volte abbia preso di mira il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom, che oltre a vantare una laurea in medicina  di fatto falsa  ha fatto parte di un governo etiope stragista e per giunta ha combinato terribili  pasticci da cui lo salvò  Bill Gates quando per due anni divenne – sempre rimanendo ministro del governo etiope –  presidente…
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mezzopieno-news · 2 years
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È PACE IN TIGRAY: I CIVILI TORNANO A CASA
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Dopo due anni di guerra la vita riprende nella martoriata regione del Tigray, in Etiopia.
Il trattato di pace firmato pone fine al conflitto tra forze federali e regionali, gruppi etnici e forze armate e tra il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray e il Governo Federale Etiope iniziato nel novembre 2020 che ha causato circa mezzo milione di vittime, due milioni di sfollati e uno dei più gravi disastri umanitari degli ultimi decenni.
A fine dicembre sono ripresi i voli tra la capitale dell’Etiopia, Addis Abeba e Mekelle capoluogo della regione del Tigray e i primi esuli sono tornati a casa dalle loro famiglie. I servizi di base e le consegne di aiuti umanitari stanno gradualmente riprendendo. Le principali città sono state ricollegate alla rete elettrica dopo più di un anno e mezzo di assenza di energia e le attività stanno riaprendo. La compagnia aerea Ethiopian Airlines ha riaperto i voli di linea e sta riprendendo servizio su tutte le linee anche per riportare a casa i molti etiopi fuggiti in questi anni dalla guerra. Le foto condivise dai media statali in Etiopia mostrano centinaia di agenti di polizia che tornano nella regione in convogli per ristabilire l’ordine e la pace.
Una delegazione dell’Unione africana e del governo etiope è arrivata a Mekele per istituire una missione per monitorare i progressi nell’attuazione dell’accordo di pace e gli ambasciatori di 32 Paesi sono tornati nella città a svolgere le funzioni diplomatiche.
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Fonte: North Africa Post; Deutsche Welle; The Washington Post
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dominousworld · 2 years
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La corruzione dell'OMS
di Anna Harrison Il capo dell’OMS Tedros tace sul furto di carburante del Programma Alimentare Mondiale da parte del suo partito. La mattina del 24 agosto, gli scontri nella regione etiope dell’Amhara hanno rotto il cessare il fuoco nella guerra quasi biennale tra il governo etiope e il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (TPLF). Poi, verso sera del 24 agosto, il capo del Programma…
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corallorosso · 3 years
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Tigray, 5 milioni di persone senza cibo: “Siamo sull’orlo di una catastrofe umanitaria” di Ida Artiaco La regione del Tigray, a nord dell'Etiopia, al confine con l'Eritrea a Nord e il Sudan a Ovest, è sull'orlo di un disastro umanitario. Non ha usato giri di parole l'Onu per descrivere la drammatica situazione in cui sono costretti a vivere da mesi ormai gli abitanti dell'area, mentre i combattimenti si intensificano e le scorte di cibo, essenziali soprattutto per i bambini malnutriti, si esauriscono. Secondo il Pam, il Programma alimentare mondiale, noto anche come WFP, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare, verranno distribuite nel corso della prossima settimana le ultime forniture di cereali, legumi e olio, mentre cinque milioni di persone rischiano di morire letteralmente di fame. Gli aspri scontri tra le forze fedeli al governo federale di Addis Abeba e i combattenti del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray hanno fatto sì che nessun convoglio del Pam abbia raggiunto Mekelle, la capitale del Tigray, da metà dicembre. Le scorte di cibo sono ora esaurite, ha affermato l'agenzia in una nota, ed anche il carburante per la distribuzione delle ultime forniture alimentari essenziali è estremamente basso. Ma a preoccupare sono anche le regioni vicine di Amhara e Afar, dove si ritiene che oltre 4 milioni di persone abbiano bisogno di assistenza alimentare. "Ora dobbiamo scegliere chi deve avere fame per evitare che qualcun altro muoia di fame", ha detto Michael Dunford, direttore regionale del Pam per l'Africa orientale. "Abbiamo bisogno di garanzie immediate da tutte le parti in conflitto affinché ci siano corridoi umanitari sicuri e protetti, attraverso tutte le rotte. Le forniture umanitarie semplicemente non stanno fluendo al ritmo e alla scala necessari. La mancanza di cibo e carburante significa che siamo stati in grado di raggiungere solo il 20% di quelli che avremmo dovuto avere in quest'ultima distribuzione in Tigray. Siamo sull'orlo di un disastro umanitario", ha aggiunto. Da quando è iniziato il conflitto tra le forze governative, fedeli al primo ministro Abiy Ahmed, e i combattenti del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray, vale a dire dal novembre del 2020, sono morte migliaia di persone. Diversi milioni sono stati costretti a lasciare le loro case. Gli operatori sanitari e umanitari affermano che gli ultimi giorni sono stati particolarmente sanguinosi a causa di un'ondata di attacchi aerei, incluso uno in un campo per sfollati che si dice abbia ucciso almeno 56 persone. Il governo etiope aveva precedentemente negato di aver preso di mira siti civili e giovedì ha reagito con rabbia alla condanna della situazione nel Tigray da parte del capo dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, originario proprio della Regione, che aveva accusato le autorità locali di bloccare le forniture mediche alla regione. "È terribile e inimmaginabile che nel 21esimo secolo un governo neghi alla propria gente per più di un anno cibo e medicine e quanto altro serve per sopravvivere", ha detto il numero uno di Oms.
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postaerea · 4 years
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La Guerra del Tigray
La Guerra del Tigray
10 novembre 2020
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Amhara ©️Gianroberto Costa
Abiy il Primo Ministro Etiope ha cambiato quasi tutti i vertici del paese l per portare avanti una campagna militare contro il fronte di liberazione del popolo del Tigray e questa è una fazione che ha guidato la coalizione di governo per decenni fino a quando Abiy è diventato presidente del consiglio.
Debretsion Gebremichael  presidente regionale…
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corallorosso · 4 years
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(...) Il 9 novembre, cinque giorni dopo l’avvio dell’operazione militare da parte del governo dell’Etiopia, alcune centinaia di abitanti di un villaggio presente nella porzione occidentale della regione, nei pressi della frontiera sudanese, sono state uccise. Un’operazione di una violenza drammatica, tale da ricordare la tragedia vissuta dal Ruanda negli anni Novanta. Gli abitanti di Mai-Kadra sono stati infatti ammazzati a colpi di bastoni, di machete e di accetta. E perfino strangolati con delle corde. Della strage, però, nulla è trapelato per alcuni giorni. Finché un giornalista dell’agenzia Afp, riuscito a recarsi sul posto, ha riscontrato la presenza di ‘decine di cadaveri in putrefazione, senza sepoltura, ammassati in un fossato sul ciglio di una strada’”. Testimonianze raccolte da Amnesty International e dai reporter presenti sul posto evocano tuttavia una pulizia etnica premeditata: “Volevano sterminarci”, ha affermato un agricoltore di 23 anni, ferito ma sopravvissuto al massacro. Dopo aver analizzato fotografie, video e immagini dal satellite e aver parlato con testimoni oculari, Amnesty International è in grado di confermare che la notte tra il 9 e il 10 novembre c’è stato uno spaventoso massacro di civili nella città di Mai-Kadra, nello stato del Tigrè, si legge in un report di AI. Numerose decine, ma probabilmente centinaia di civili, soprattutto lavoratori giornalieri, sono stati pugnalati o accoltellati a morte nel contesto dell’offensiva militare avviata il 4 novembre dal governo di Addis Abeba contro il Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Tplf). L’esatta dimensione del massacro è ancora incerta a causa del totale blocco delle comunicazioni. L’agenzia di stampa del governo dello stato di Amhara ha parlato di circa 500 morti. Una fonte locale che sta collaborando con Amnesty International per accertare l’identità delle vittime ha dichiarato che la maggior parte aveva documenti d’identità ahmara. (...) L’Etiopia non ha più intenzione di accogliere nei campi profughi donne, bambini e uomini in fuga dal regime di Asmara ... "Questa situazione e la chiusura di uno dei quattro campi profughi che ospita oltre 15.000 persone - spiega abba Mussie - ha prodotto molti profughi urbani senza nessuna forma di tutela senza diritti. Nel Tigrai (la regione settentrionale confinante con l’Eritrea) vagano migliaia di eritrei spesso ridotti alla fame, esposti a ogni forma di sfruttamento e abusi. Le persone più vulnerabili sono donne e minori, soprattutto minori non accompagnati molti abbandonati a sé stessi, con il rischio di finire vittime di predatori sessuali, riduzione a schiavitù lavorativo". "Questa situazione sta aumentando la disperazione creando le condizioni per coloro che trafficano gli esseri umani, l'esodo verso Sudan e Libia va aumentando tutto a causa delle pessime condizioni di non accoglienza che trovano oggi in Etiopia" ... "Chiediamo all’Unione europea di investire risorse per rendere un’accoglienza dignitosa di questi profughi eritrei in Etiopia. Altrimenti l’esodo verso l’Europa aumenterà, con il triste conteggio di morti nel deserto e nel Mare Mediterraneo". Umberto De Giovanangeli
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Intrighi di pace, di guerra e di virus
Intrighi di pace, di guerra e di virus
Due giorni fa il primo ministro dell’Etiopia  Abiy Ahmed, vincitore del premio Nobel per la pace ha rilasciato una dichiarazione in cui invitava tutti gli etiopi capaci di impugnare un’arma ad arruolarsi nell’esercito e schiacciare il Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF) in quella che è di fatto la seconda guerra civile etiope. Ha detto che “ora” è il momento giusto per tutti gli…
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