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#Francesco Cane Barca
marcogiovenale · 2 years
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è online utsanga #32
è online utsanga #32
www.utsanga.it online il numero 32, giugno 2022, con opere di: Anna Boschi Cermasi, Francesco Aprile, Gianluca Garrapa, Andrea Astolfi, Antonio Francesco Perozzi, Almandrade Andrade, Silvio De Gracia, Alejandro Thornton, Belén Gache, Claudio Mangifesta, Débora Daich, Fabio Doctorovich, Luis Pazos, Norberto José Martínez, Michael Betancourt , Terri Witek, Jim Leftwich, Ilyas Kassam, Ronald…
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tarditardi · 5 years
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Valentina Dallari & Tatuamy al #Costez - Telgate (BG). E  il weekend easy dell'Hotel Costez - Cazzago (BS)
Al grande #Costez di Telgate (BG), in main room, invece sabato 18 gennaio torna Valentina Dallari. Personaggio davvero amato in tv e sui social, ha un milione e 200.000 fan su Instagram. E' ormai una dj girl affermata, visto che si esibisce in locali importanti come il Costez e durante eventi da migliaia di persone come Holidance ed al Samsara Beach. Ecco come si raccontava  sul suo sito qualche tempo fa (in questo momento è in fare di restyling): "Classe 1993, con radici serbo-croate nasco a Bologna il 19 dicembre. Dopo la carriera di indossatrice presso diversi show-room, partecipo a un programma TV che mi darà lo slancio per fare quello che ho sempre sognato, ovvero la dj. Questo lavoro mi porta a viaggiare in tutta Italia facendo sentire i miei dj set e meritandomi un posto nella scena electro house. Amo follemente la musica, tramandatami da papà chitarrista che mi fa subito apprezzare il grunge, il rock'n'roll, e il punk rock. Amo il mio cane Flash, viaggiare, lo yoga, le persone positive, le candele profumate, il sushi, i piercing e i tatuaggi che mi coprono buona parte del corpo. Amo la fantascienza, i film horror e andare in barca a vela, amo il rap e soprattutto il freestyle, amo i Red Hot Chili Peppers, scrivere, leggere e amo follemente le peonie. Mi definiscono un po' naive e totalmente sopra le righe, ma forse è il mio più grande pregio.
La stessa sera al  #Costez di Telgate (BG) ma in Green Room arriva Tatuamy, un party che nasce dal concept di unire il tatuaggio alla musica e al divertimento in un format scatenato. Tatuaggi temporanei per tutti i partecipanti daranno un tocco inimitabile alla serata.
All'Hotel Costez invece la formula è sempre la stessa, easy, quella che facilità il divertimento, ovvero bella musica da ballare, ingresso libero, consumazione facoltativa, ottimi drink e divertimento garantito. Il programma è questo anche venerdì 17 gennaio 2020, già dalle 22 e 30, così come sabato gennaio 2020.
In entrambe le serata è protagonista in console la coppia Mapez (voce) e Steven Nicola (dj). L'inverno / primavera 2020 dell'Hotel Costez ha come partner tante realtà importanti: DS Salon Brescia, Perosino Abbigliamento Cazzago s/m, Sottovoce Speak Easy BG,Ottica Foppa Grassobbio, Tecnorete Franciacorta, Tecnocasa Capriolo, Apelungo, Ring Cafè BS.
#Costez - Telgate (BG) (c/o Nikita) via dei Morenghi 2 - Telgate  (BG) A4: Grumello Telgate info: 3480978529
Hotel Costez via Pertini 2D / via Bonfandina Cazzago San Martino (BS)   A4: Rovato Info 3335227902
www.hotelcostez.com www.facebook.com/Costezofficial https://www.instagram.com/hotelcostez/
Costez è un brand simbolo di divertimento, ritmo, party e notti passate a ridere con gli amici. Creato da Paolo e Francesco Battaglia nel 2007, nel tempo è cresciuto facendo scatenare club, discobar, festival in diverse regioni italiane. Chi balla con Costez lo fa al massimo con ottimi dj, show di qualità, scenografie, servizio sempre curati e soprattutto con uno staff di ragazzi che mentre lavorano si divertono... o viceversa.
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guadalupe-andira · 6 years
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E’ arrivato Argo
Caro Francesco, e con questa siamo a quota 50. Purtroppo sono passati piú di tre mesi dall’ultima volta! Con questa cerco di riprendere i contatti interrotti da tempo. In questi ultimi mesi sono successe tante cose. Prima fra tutte un caldo boia:non ce la facevo più. Settembre, ottobre e novembre senza pioggia e il sole a piombo, mi sentivo stanco, senza voglia di far niente, andavo in giro per casa come un tonto, pensavo di essere ammalato,  invece, tornata la pioggia si respira già meglio, si dorme meglio, si mangia meglio e le cose si stanno mettendo sul binari giusti. Non ti dico quanto ho sognato le nostre montagne!!! Col sole anche le piante soffrivano ed avevo paura, dopo tanto lavoro, di perdere tutto. Per fortuna hanno resistito. Anche le galline avevano smesso di far uova, fortuna che con la secca del fiume c’erano pesci in abbondanza. Io mi lamento, però facendo un po’ di conti in gennaio compio 75 anni.. Dicono che non si vedono, che li porto bene, tutte cose che ti dicono per consolarti, ma cominciano a pesare.
Una notizia interessante: da due mesi ho un cane tra i piedi. Un mio amico del Mato Grosso del Sud mi ha portato un cane, razza pura,  “Fox Paulistinha”. Bianco e nero, sveglio e veloce, attento e giocherellone. Io non mai avuto cani e a dire il vero non è che ne andassi matto per averne uno. Ma raccontando la storia del cane di Ulisse che ha riconosciuto il padrone dopo tanti anni dicevo che mi piacerebbe essere come Argo, il nome del cane, e riconoscere Dio quando si presenta nei fatti e nei  giorni della mia vita. Così ho chiamato il cane Argo e sono contento di vederlo correre e saltare libero e felice (certamente non fa la vita di cane di appartamento, qua vive veramente da cane). Quel mio amico ha promesso che a marzo porterà anche una cagnetta e così la coppia è completa... Vuol dire che mi metterò a vendere cani!
Altra notizia interessante ma triste. Si è rotto il mio motore della barca e adesso sono a piedi. Non so come fare. Sto cercando con i meccanici di Parintins de metterlo a posto ma sembra la “storia del sior Intento”... Uno dice che è la pompa della benzina, allora compero la pompa ma non era. Un altro dice che sono i filtri, cambio i filtri e il motore continua malato. Uno mi consiglia un meccanico, poi un altro e poi un altro ancora...il giorno 6 andrò a Parintins per vedere cosa posso fare. A volte mi lagno con me stesso e dico che se avessi studiato un po’ di meccanica e meno teologia forse starei meglio, ma si va avanti. Il fatto di avere il motore rotto, ed essere senza trasporti, qua dove vivo, è come essere senza gambe. E pensare che ero così felice con questo motore, un Suzuki da 20 HP a 4 tempi, correva bene e consumava poco, o hai provato anche tu ed hai visto. Peccato! Da queste parti dicono que “alegria de pobre dura pouco!”...la mia è già finita. Ti manderò notizie, da Parintins.
Il mio lavoro di apostolato nei villaggi diciamo che va avanti a fatica, ma va. Qualche villaggio va bene, altri male e altri più o meno. Sto conoscendo bene i responsabili dei villaggi, ci troviamo spesso e sto cercando di formare un gruppo di dirigenti che siano amici e collaborino tra loro. Penso che una trentina ci sono già e spero che aumentino. In casa con Fernando e Nilda viviamo bene e d’accordo. Loro sono per me un dono che Dio ha messo sulla mia strada,  senza nessun merito da parte mia. Senza di loro dovrei ammainare le vele e cambiare strada. Che il Signore li benedica. Ecco Francesco questa lettera serve per riprendere i contatti interrotti. Ciao e tanti saluti. Vincenzo
Guadalupe 4 gennaio 2019
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pangeanews · 5 years
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“Sono pazzo di purezza. Sono pazzo di questa purezza che non ha nulla a che vedere con una morale, che è la vita nella sua particella elementare”. La lettura del giorno: Christian Bobin
Il punto d’equilibrio tra la frase frugale, scontata e la rivelazione, il maglio poetico, è un ago. Su quell’ago, bisogna snidare l’aquila, un verbo con le ali. Christian Bobin me lo ha dato in dono un amico il cui pudore francescano lo rende inafferrabile. Si chiama Luca Gaviani, e durante sporadici viaggi in Francia – lo immagino sempre a piedi nudi, per monasteri ed effusioni estatiche – prendeva i libri di Bobin, li traduceva, fotocopiava, me li recapitava. Bobin è maestro nell’arte, sontuosamente francese, del diario, della confessione, una specie di paesaggismo sentimentale, cuore scuoiato, messo a nudo, in pasto. La pratica letteraria comincia con Montaigne, prosegue con Pascal, per intenderci, va giù, fino a Camus. In più, Bobin mette la gioia, lo stupore concretizzato in epigrafi e agnizioni, avendo per compagni di via Francesco d’Assisi, Emily Dickinson, Antonin Artaud… “Bobin non fa certo parte di quegli autori che si lasciano sopraffare dal disgusto del mondo o dal nichilismo”, piuttosto, è il cantore della “vita nella sua fragilità estrema”, scrive Maddalena Cavalleri in un saggio esauriente, “Lei che non speravo di incontrare”, che chiude “L’insperata”, libro pubblicato in origine da Gallimard nel 1994 e ora proposto da AnimaMundi Edizioni, che di Bobin ha pubblicato diverse opere. Scava nella luce, fino al trionfo del silenzio, con labbra argentine, si getta nell’agone del giorno senza riferirne l’agonia ma il canto sommesso, Bobin. Di quell’ultimo libro riproduciamo un brandello. In effetti, vanno usati così, i libri di Bobin: sguardi a falcate. (d.b.)
***
Torno dalla Bretagna, amore mio. La Bretagna è una terra bella come l’infanzia: le fate e diavoli vanno perfettamente d’accordo. Ci sono pietre, acqua, cielo e volti – e dappertutto il tuo nome che canta sotto il nome delle pietre, dell’acqua, del cielo e dei volti.
È davvero da tanto che non esco più senza di te. Ti porto con me nel nascondiglio più semplice che esista: ti nascondo nella mia gioia come una lettera alla luce piena del sole.
In Bretagna ci sono molte chiese, numerose quasi quanto le fonti o i diavoli. In una cappella, ho visto una barca larga come due braccia aperte. Non aveva né vele né albero, ma solo candele. Sembrava il gioco di un bambino. Sullo scafo, questo nome dipinto in blu: “In abbandono di Dio”. Ho subito pensato a te: questa piccola barca è la tua vita e sei tu, amore mio. È la purezza del tuo cuore mille e mille volte naufragato, che mille e mille volte riprende il largo, che porta con sé questa luce che lo brucia e lo lava.
Sono pazzo di purezza. Sono pazzo di questa purezza che non ha nulla a che vedere con una morale, che è la vita nella sua particella elementare, il fatto semplice e povero di trovarsi ciascuno sulla riva della propria morte buia e di attendere solo, infinitamente solo, eternamente solo. La purezza è la materia più diffusa sulla terra. È come un cane. Ogni volta che confidiamo soltanto nel nostro cuore vuoto, torna a sedersi ai nostri piedi, a tenerci compagnia.
È qualcosa che mi hai insegnato tu, anima mia. Mi hai insegnato così tanto. Prima mi hai rinchiuso nella tua risata come uno scolaro in una classe nel mese di agosto, poi mi hai restituito al mondo con il compito di descriverlo così com’è: terribilmente nero di sopra, miracolosamente puro di sotto.
Sul treno che mi portava in Bretagna, leggevo un libro di Caterina da Siena. È una santa del quattordicesimo  secolo. So poche cose di lei, se non che era abituata a dire la verità ai papi e ai potenti, con la violenza che sanno avere le donne nel difendere il loro bambino. Il bambino delle sante è l’amore folle, reso folle dal conoscere unicamente se stesse in un mondo che non è nulla.
Il movimento del treno mi allontanava da te, e il movimento della lettura mi riavvicinava: le sante ti assomigliano per il loro modo di essere allegramente perdute di gettare il loro cuore dal primo finestrino aperto. Le sante sono le donne più belle. Sono belle delle forze che le abbandonano. Nella loro voce ritrovo lo stesso silenzio delle testimonianze di coloro che sono tornati dai campi di concentramento – come se la sofferenza e l’amore portati all’estremo avessero colpito lo stesso punto dolente e silenzioso. Coloro a cui è stata rasata la testa e coloro a cui è stato bruciato il cuore hanno in comune di non avere più lingua. Noi vi raccontiamo, dicono i deportati, ma più noi vi racconteremo e meno voi capirete, e non potrete capire quello che noi non saremo mai capaci di dire. Noi chiamiamo, dicono le sante, noi chiamiamo colui che resta sull’altra riva del nostro cuore e non sapremo mai se lui ci ascolta, e meno ancora se qualcuno c’è davvero. Queste due condizioni riguardano lo sfinimento della lingua perché toccano ciò che nella vita è più debole, quando la vita non è più che puro dolore o pura gioia, deperimento senza nome della fame, languore indefinito dell’assenza: la prova della vita debole è la prova più estrema che esista.
È una delle cose che ho imparato guardando te. Potrei passare la vita a guardarti vivere: lo spettacolo dell’intelligenza non annoia mai. I tuoi gesti per pulire la bocca di un bambino o per girare le pagine di un libro che non avrai il tempo di leggere, il tuo modo di portare a termine un lavoro in cui devi barattare la tua solitudine con quattro soldi – tutto di te mi insegna nel profondo. Se voglio sapere cosa siano il coraggio e la nobiltà del vivere, mi basta vederti e scrivere secondo quello che vedo. […]
Tutto il male in questa vita deriva da un difetto di attenzione a ciò che essa ha di debole e di effimero. Il male non ha altra causa se non la nostra noncuranza e il bene può nascere soltanto da una resistenza a questo assonnarsi, da un’insonnia dello spirito che porta la nostra attenzione al suo punto d’incandescenza – anche se un’attenzione pura di questo genere ci è, in fondo, impossibile: solo un Dio potrebbe essere presente alla vita nuda in modo perfetto, senza che la sua presenza sprofondi mai in un sonno, un pensiero o un desiderio. Solo un Dio potrebbe essere così incurante di se stesso da prendersi cura, senza sosta, della vita meravigliosamente perduta a ogni secondo che se ne va. Dio è il nome di questo luogo mai offuscato da una noncuranza, il nome di un faro sulle rive. E forse questo luogo è vuoto, o forse questo faro è abbandonato da sempre, ma questo non ha alcun genere d’importanza: dobbiamo comportarci come se in questo luogo ci fosse qualcuno, come se questo faro fosse abitato. Dobbiamo aiutare Dio sulla scogliera in cui si trova e chiamare uno per uno ogni volto, ogni onda e ogni cielo – senza dimenticarne nemmeno uno.
Christian Bobin
*Il brano si riproduce per gentile concessione ed è tratto da: Christian Bobin, “L’insperata”, AnimaMundi Edizioni 2018
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toscanoirriverente · 7 years
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Woodcock, nemico di politici e vip che colleziona solo flop. E sognava di fare lo stilista...
Nota preliminare: non è che possono dirmi «occhio alle querele» e poi chiedermi il ritratto di uno come Henry John Woodcock: significa che non hanno capito. Le querele basta farle, e lui le fa. Se un magistrato arresta mille persone per genocidio ma poi ne condannano una sola per divieto di sosta - è solo uno stupido esempio - ufficialmente la sua inchiesta non è stata un flop. Non puoi scriverlo, o meglio: puoi, ma rischi.
Comunque: Woodcock ha fatto un sacco di flop (lo scrivo, amen) e per il resto è la vanità fatta persona. Tralasciamo i cenni biografici soliti (nato a, figlio di) e diciamo solo che è un napoletano di crescita. La prima volta che lo vidi era al ristorante del lido di Macchiatonda, a Capalbio, alle 13.30 di una domenica del 2007: giubbotto rosso, cappellino da baseball, lo sguardo autoriflesso di chi si sentiva al centro dell’inquadratura. La stampa italiana, che tende a far schifo, aveva appena dedicato ampi servizi alla sua moto, al suo cane e alla bistecca di vitella tagliata grossa, che gli piaceva tanto e che comprava da un certo macellaio di Potenza. A un cronista di Vanity Fair, testata dal nome azzeccatissimo, era bastato chiedere per ottenere, dal riservato Woodcock, immagini posatissime. Sulla copertina di Dipiù comparivano Woodcock e signora (discreto magistrato anche lei) e all’interno eccoti Woodcock in barca, in jeans, in cravatta, in toga, con la mamma, ancora con il cane, col padre, senza padre, sulla slitta. Tutte foto private e il titolo «Woodcock, la carriera e l’inchiesta dell’uomo che sta affascinando l’Italia». Su Panorama lo si vedeva poppante e poi quattordicenne in Croazia, poi ancora col cane.
«STA AFFASCINANDO L’ITALIA» La stampa italiana è qualcosa che nel 2007 ti faceva sapere che Woodcock mangiava formaggini, arance, banane e soprattutto antipasto con ricotta, salame, mozzarella e caciocavallo. Però secondo Panorama - viva il pluralismo - preferiva fagioli e cozze, mentre Vanity Fair insisteva sugli strascinati e aggiungeva pasta e ceci. A Studio Aperto, su Italia Uno, nell’aprile 2007, Woodcock confessò che da giovane voleva fare lo stilista. Beh, a suo modo ce l’aveva fatta: era indubbiamente uno stilista del diritto come già gli avevano riconosciuto molti tribunali giudicanti. Le sue inchieste più note erano già state state una collezione di incompetenze territoriali, nomi altisonanti assolti, ministri prosciolti, richieste d’arresto ingiustificate, e poi archiviazioni, bocciature per il 70 per cento dei suoi ricorsi, più 6 milioni e 400mila euro spesi per tre anni di intercettazioni a Potenza. E dire che da scriverne seriamente non mancava: il primo flop risaliva al 2000, quando Woodcock imbastì un’inchiesta sulla Banca Mediterranea che diede un nulla di fatto. Poi il più noto “Vipgate” (2003) che coinvolgeva 78 persone e tra queste Franco Marini, Nicola Latorre, Maurizio Gasparri, Francesco Storace, il diplomatico Umberto Vattani, il cantante Tony Renis e la conduttrice tv Anna La Rosa. Accuse di ogni tipo (associazione per delinquere, corruzione, estorsione) ma poi l’inchiesta approderà a Roma e finirà archiviata. Poi l’inchiesta “Iene 2” (2004) su presunte connessioni tra politici lucani e mafia (51 arresti respinti) con tanto di ispezione mandata dal guardasigilli Roberto Castelli: fecero flop entrambe, l’inchiesta e l’ispezione.
Ed eccoci al mitico “Savoiagate”, quello che prese di mira Vittorio Emanuele di Savoia il quale tutto meritava, fuorché uno come Woodcock: finirà in nulla anche questa, e il reale verrà assolto con molti altri imputati. All’ex sindaco di Campione Roberto Salmoiraghi, arrestato e costretto alle dimissioni, fu riconosciuto un risarcimento di 11mila euro, mentre a Vittorio Emanuele, 40mila. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano giunse a chiedere al Csm notizie di questo Woodcock. Uh, abbiamo dimenticato l’inchiesta sull’Inail: furono prosciolti tutti i parlamentari che aveva inquisito e rispediti al mittente una sessantina di arresti, compresi due deputati e il presidente della Camera penale della Basilicata, poi scagionato e uscito di galera in tempo per diventare difensore di Vittorio Emanuele. Là è tutto un po’ aggrovigliato.
FAN DI PASOLINI E SALINGER Forse è per questo che, più di queste cose, nel 2007, la stampa italiana spiegava che quando c’era Montalbano in tv, la sera, Woodcock usciva anzitempo dall’ufficio. Spiegava che gli piaceva anche Distretto di Polizia. Che sul suo comodino c’erano libri di Salinger, Pasolini ed Erri de Luca. Che il rapporto tra Woodcock e la giornalista Federica Sciarelli (con la quale fu immortalato in varie situazioni) era solamente di tipo professionale. Notizie importanti. E le ispezioni ministeriali, spedite a Potenza dall’allora guardasigilli Clemente Mastella, in fondo, di notizie non ne trovarono molte di più. I giornali invece sì, anche perché la nuova inchiesta glamour “Vallettopoli” era fantastica: la soubrette Elisabetta Gregoraci, il portavoce di Gianfranco Fini Salvatore Sottile, e Lele Mora, Fabrizio Corona, l’allora ministro Alfredo Pecoraro Scanio, poi vabbeh, l’inchiesta approdò a Roma per legittima competenza e videro che non c’era nulla: però c’eravamo divertiti, no? Morto un processo nel silenzio, tanto, i giornali già si lanciavano su sempre nuove inchieste: allora come oggi. Woodcock fece anche un’inchiesta sulla massoneria (mancava) ma per una volta fu lui stesso a fare marcia indietro per inconsistenza dell’accusa. Miracolo. Sta di fatto che Woodcock aveva raggiunto la quota di 210 innocenti accusati senza fondamento - fu calcolato - con una media di 15 all’anno a partire dal 1996.
Poi si trasferì a Napoli (2009) e con lui il suo metodo. Nel 2011, quando uscì il primo numero del Fatto Quotidiano, il primo titolo di prima pagina fu: «Indagato Gianni Letta»: e naturalmente era innocente. Indovinate di chi era l’inchiesta. Fecero rumore, dunque, le intercettazioni dell’indagine cosiddetta P4, un «sistema informativo parallelo» allestito dal mediatore Luigi Bisignani. Alfonso Papa (Pdl) fu clamorosamente svenduto dal Parlamento e divenne il primo parlamentare italiano a finire in carcere per dei reati non violenti: anche se, dopo 157 giorni di galera, fu scarcerato dal Tribunale del Riesame e poi anche dalla Cassazione, che di passaggio sancì che l’associazione P4 non esisteva.
Poi? Poi è finito lo spazio - qui - ma non i flop - ovunque. Ci sarebbe da dire anche sull’inchiesta sulla Guardia di Finanza avviata da Woodcock nel 2014: limitiamoci al destino del generale Vito Bardi, già indagato da Woodcock nell’inchiesta “P4” (innocente) e nuovamente archiviato il 4 aprile scorso per «insussistenza di ogni ipotesi di illecito». Bardi non era neppure stato mai ascoltato né aveva avuto la possibilità di conoscere i suoi accusatori. Carriera distrutta lo stesso: diversamente da quella del magistrato che l’aveva accusato due volte. In tribunale, comunque, Woodcock ha ottenuto anche delle vittorie: per le querele che ha sporto. Eccoci candidati a suoi nuovi mirabolanti successi.
di Filippo Facci
Definitivo.
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tarditardi · 5 years
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#Costez  Summer Club - Telgate (BG), un gran weekend: 7/6 Una Mas, 8/6 Valentina Dallari
Weekend di grandi party al #Costez  Summer Club di Telgate (BG), l'oasi perfetta in cui vivere l'estate 2019.
Venerdì 7 giugno 2019 al grande show club bergamasco la festa è Una Mas, un party perfetto per muoversi a tempo con sonorità urban e dintorni. In console White BB e TNT, mentre alla voce c'è Tony D.
Sabato 8 giugno 2019 invece al  #Costez di Telgate (BG) per il party Tropica Wild in console torna Valentina Dallari. Conosciuta anche per la sua partecipazione come Tronista al celebre show tv Uomini e Donne, in onda sulle reti Mediaset, Valentina Dallari è un personaggio davvero amato ed ha ben  un milione su Instagram. E' ormai una dj girl affermata, visto che si esibisce in locali importanti come il Costez e durante eventi da migliaia di persone come Holidance.
Ecco come si racconta sul suo sito: Classe 1993, con radici serbo-croate nasco a Bologna il 19 dicembre. Dopo la carriera di indossatrice presso diversi show-room, partecipo a un programma TV che mi darà lo slancio per fare quello che ho sempre sognato, ovvero la dj. Questo lavoro mi porta a viaggiare in tutta Italia facendo sentire i miei dj set e meritandomi un posto nella scena electro house. Amo follemente la musica, tramandatami da papà chitarrista che mi fa subito apprezzare il grunge, il rock'n'roll, e il punk rock. Amo il mio cane Flash, viaggiare, lo yoga, le persone positive, le candele profumate, il sushi, i piercing e i tatuaggi che mi coprono buona parte del corpo. Amo la fantascienza, i film horror e andare in barca a vela, amo il rap e soprattutto il freestyle, amo i Red Hot Chili Peppers, scrivere, leggere e amo follemente le peonie. Mi definiscono un po' naive e totalmente sopra le righe, ma forse è il mio più grande pregio.
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Tutti i dettagli sugli eventi (orari, prezzi, etc) Costez sono disponibili su Facebook: www.facebook.com/CostezOfficial/events/
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#Costez  Summer Club di Telgate (BG) è l'oasi perfetta in cui vivere l'estate 2019. Aperto ogni weekend, ha grandi spazi al coperto... per cui se il tempo fa i capricci fa ballare & divertire comunque. Costez è un brand simbolo di divertimento, ritmo, party e notti passate a ridere con gli amici. Creato da Paolo e Francesco Battaglia nel 2007, nel tempo è cresciuto facendo scatenare club, discobar, festival in diverse regioni italiane. Chi balla con Costez lo fa al massimo con ottimi dj, show di qualità, scenografie, servizio sempre curati e soprattutto con uno staff di ragazzi che mentre lavorano si divertono... o viceversa.
I partner del weekend sono Touchdown Abbigliamento Grassobbio Bg, Perosino Abbigliamento Cazzago s/m Bs, Hotel Costez Cazzago s/m Bs, Burger king Palazzolo Bs, KTM Farioli Bg, 30&Lode Bergamo, Ottica Foppa Grassobbio / Palazzolo, Tecnocasa Capriolo Bs, Tecnorete Palazzolo s/o Bs, PadoinFashionDeluxe Seriate Bg, CoverStore Bergamo, Ring Cafe' Bs,  Apelungo.
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#Costez Summer Club
info e prenotazioni: 3480978529 www.hotelcostez.com [email protected] App: Hotel Costez www.facebook.com/Costezofficial https://www.instagram.com/hotelcostez/
via dei Morenghi 2 - Telgate  (BG) A4: Grumello Telgate (il locale è ben visibile dell'autostrada, di fronte al centro commerciale Conad)
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