Tumgik
#Fortapàsc
Text
Giancarlo Siani, trentotto anni dopo
Giancarlo Siani è stato un giornalista italiano che ha dedicato gran parte della sua breve carriera alla denuncia della criminalità organizzata nella sua città natale, Napoli. Nato il 23 aprile 1959, è stato ucciso il 23 settembre 1985 per mano della Camorra. Chi era Giancarlo Siani? Siani è diventato noto per il suo lavoro come cronista per il quotidiano "Il Mattino". Sin da giovane, ha mostrato una grande passione per il giornalismo investigativo e si è dedicato a raccontare la vita quotidiana dei quartieri di Napoli, svelando i retroscena e le connessioni tra la politica, la criminalità e il mondo degli affari. Grazie al suo lavoro, è diventato un "nemico" della Camorra, che lo considerava una minaccia alla sua supremazia. Nonostante le numerose minacce di morte, Siani non ha mai rinunciato a denunciare i crimini della Camorra. Nel suo articolo più famoso, pubblicato il 30 giugno 1985, Siani scrisse dei possibili scenari criminali campani in seguito all'arresto del boss di Torre Annunziata ovvero Valentino Gionta. Questo pezzo gli è costato la vita, poiché è diventato un bersaglio ancora più grande per i membri della Camorra. Cosa ha lasciato Giancarlo Siani? L'assassinio di Siani ha scosso l'opinione pubblica italiana e ha messo in luce l'inquietante faccia della Camorra napoletana. L'uccisione di un giornalista che si batteva per la verità e la giustizia ha suscitato una forte indignazione nella società e ha spinto le autorità a prendere provvedimenti seri contro la criminalità organizzata. L'eredità di Giancarlo Siani è stata significativa. Il suo coraggio e la sua determinazione nel denunciare la mafia sono un esempio di giornalismo responsabile e impegnato. Grazie al suo lavoro, molti cittadini hanno iniziato a rendersi conto dell'importanza di combattere la camorra e l'omertà che la circonda. Dopo la sua morte, sono stati istituiti premi e riconoscimenti in suo onore per sostenere il giornalismo investigativo e ricordare l'importanza di combattere la criminalità organizzata. Inoltre, la sua storia è raccontata in un film, intitolato "Fortapàsc", che ha contribuito a diffondere la conoscenza della sua figura a livello nazionale e internazionale. Cosa è successo da dopo la sua morte? La morte di Giancarlo Siani è stata una grande tragedia, ma ha anche funzionato come un catalizzatore per il cambiamento. Ha permesso alla società italiana di aprire gli occhi sulla realtà della Camorra e sulla necessità di combatterla. Il suo sacrificio è diventato un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata e una fonte di ispirazione per molti altri giornalisti che hanno seguito le sue orme. Oggi, la figura di Giancarlo Siani è ricordata come un eroe che ha lottato per la verità e che ha sacrificato la propria vita per far emergere la realtà della criminalità organizzata. Il suo coraggio e il suo impegno restano un esempio per tutti coloro che lottano contro la corruzione e la criminalità, dimostrando che è possibile sfidare e sconfiggere organizzazioni potenti se ci si impegna a fondo per far emergere la verità. Read the full article
0 notes
luigicassandra · 3 years
Photo
Tumblr media
Ciao Libero! Grazie!🌷#liberoderienzo #attore #regista #sceneggiatore #santamaradona #fortapàsc #smettoquandovoglio #cinema #daviddidonatello #festivaldelcinemadimardelplata #nastrodargento #ciakdoro🎬 https://www.instagram.com/p/CRZoN7iBWDo/?utm_medium=tumblr
0 notes
paul-emic · 3 years
Text
"Gianca’, ‘e notizie so’ rotture 'e cazzo" (Fortapàsc)
1 note · View note
mariotolvo62 · 4 years
Video
youtube
Fortapàsc è un termine volutamente storpiato che evoca il Fort Apache della tradizione western rendendo il senso dell'assedio alla città da parte della malavita. Nello stesso tempo descrive la drammatica situazione partenopea nei giorni dall'assassinio di Giancarlo Siani, ucciso a soli 26 anni da un commando camorrista nel 1985. Mentre i cronisti vittime della mafia sono stati numerosi, Siani è l'unico giornalista eliminato dalla camorra perché nelle sue coraggiose inchieste per Il Mattino (prima da Torre Annunziata e poi da Napoli) aveva il difetto imperdonabile di informarsi, di verificare le notizie, di indagare sui fatti e di denunciare i misfatti. Ci sono voluti 12 anni e alcuni pentiti per assicurare finalmente alla giustizia i responsabili del delitto attualmente ancora in carcere.
1 note · View note
tifatait · 3 years
Text
Siani e il dovere di raccontare quei troppi Fortapàsc del 2021 | www.ilmattino.it
View On WordPress
0 notes
luigidalise · 5 years
Text
Tumblr media
Il ruolo centrale dell'informazione e dei mass media nella nostra società è stato raccontato, celebrato o condannato, in tanti film di successo, da "Quarto Potere" a “Sbatti il mostro in prima pagina”, da “Il caso Spotlight” a “Fortapàsc” a “L’ultima minaccia”. Ne abbiamo discusso stamani, nell’ambito del corso di formazione per giornalisti dal titolo “Cinema, informazione e deontologia", con il direttore artistico degli Incontri Internazionali del Cinema, Remigio Truocchio, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli e la bravissima collega, Marcella Cerciello. Nelle scene delle pellicole presentate, una carrellata di modelli che oscillano tra un sano giornalismo ed una ricerca del sensazionalismo a tutti i costi che caratterizza, purtroppo, una grande fetta dell’offerta mediatica
0 notes
italianaradio · 5 years
Text
Michele Riondino: 10 cose che non sai sull’attore
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/michele-riondino-10-cose-che-non-sai-sullattore/
Michele Riondino: 10 cose che non sai sull’attore
Michele Riondino: 10 cose che non sai sull’attore
Michele Riondino: 10 cose che non sai sull’attore
Michele Riondino è uno di quegli attori italiani che ha contribuito a cambiare la storia del cinema italiano recente, grazie anche alle sue incredibili interpretazioni.
L’attore, che fa questo lavoro praticamente da sempre, è entrato sin da subito nel cuore degli spettatori, dimostrando di essere molto in gamba e di avere un talento per la recitazione fuori dal comune e scegliendo i ruoli più adatti alla sua persona.
Ecco, allora, dieci cose da sapere su Michele Riondino.
Michele Riondino film
1. I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata nel 2003, quando debutta sul grande schermo con il film Uomini & Donne, amori & bugie, per poi continuare a recitare in film come Principessa (2008), Il passato è una terra straniera (2008), Fortapàsc (2009), Dieci inverni (2009), Maripiccolo (2009), Noi credevamo (2010), Henry (2010) e Qualche nuvola (2011). In seguito, recita in Gli sfiorati (2011), Acciaio (2012), Bella addormentata (2012), Il giovane favoloso (2014), Meraviglioso Boccaccio (2015) e Senza lasciare traccia (2016). Tra i suoi ultimi film, vi sono La ragazza del mondo (2016), Falchi (2017), Diva! (2017), Restiamo amici (2018) e Un’avventura (2019).
2. Ha recitato in molte serie tv. Nel corso della sua carriera di attore, Riondino non ha prestato la sua opera solo per prodotti dedicati al grande schermo, ma ha anche recitato in diversi progetti televisivi. Infatti, nel 2001 è apparso in Compagni di scuola, per apparire poi in Incatesimo 5 (2002), Distretto di Polizia (2003-2005), La freccia nera (2006), Giorni da Leone 2 (2006) e Il segreto dell’acqua (2011). In seguito, ha preso parte alle serie Il giovane Montalbano (2012-in corso), Pietro Mennea – La freccia del Sud (2015) e La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata (2018).
3. È stato candidato a diversi premi. Nel corso della sua carriera, l’attore ha ricevuto diverse nomination, come ai David di Donatello nel 2017 per La ragazza del mondo, ai Nastri d’argento nel 2009, 2012, 2013 e 2017 rispettivamente per Il passato è una terra straniera, Gli sfiorati, Bella Addormentata e Acciaio, e La ragazza del mondo. Inoltre, è stato candidato al Globo d’oro nel 2017 per La ragazza migliore del mondo e ai Ciak d’oro nel 2015 per Il giovane favoloso. In totale, l’attore ha vinto due premi: un Nastro d’argento nel 2010 per Dieci inverni e un Ciak d’oro per la Miglior coppia, insieme a Sara Serraiocco, per La ragazza del mondo.
Michele Riondino fidanzata
4. È fidanzato da diverso tempo. L’attore è fidanzato da qualche anno con la make up artist Eva Nestori. Il caso ha voluto che i due si conoscessero sul set de Il giovane Montalbano, finendo per innamorarsi e non lasciarsi più.
5. Il matrimonio può attendere. L’attore ha ammesso più volte che sia lui che la compagna sono fermamente decisi di non voler convolare a nozze, per il semplice fatto di avere la libertà di scegliersi ogni giorno senza imposizione alcuna.
Michele Riondino figli
6. È padre di una bambina. L’attore è diventato padre da qualche anno della piccola Frida, nata nel 2014 dall’unione con la compagna. Il nome della bambina non è casuale: infatti, è un omaggio alla celebre Frida Kahlo.
Michele Riondino Montalbano
7. Non aveva seguito la serie originaria. Scritturato dopo essere stato proposto dal produttore Carlo Degli Esposti, l’attore ha avuto diversi colloqui soprattutto con Luca Zingaretti per poter valutare a pieno il progetto.
8. È stato aiutato da Camilleri. Per interpretare il giovane Montalbano, l’attore ha avuto l’onore di poter costruire il personaggio con Andrea Camilleri, creatore del personaggio e del suo mondo.
Michele Riondino Venezia
9. È stato padrino del Festival di Venezia. Nel 2018, l’attore ha avuto l’onore di vestire i panni del padrino della Mostra del Cinema di Venezia, cerimoniere delle serate di apertura e chiusura del Festival.
Michele Riondino: età e altezza
10.Michele Riondino è nato il 14 marzo del 1979 a Taranto, in Puglia, e la sua altezza complessiva misura 180 centimetri.
Fonte: IMDb
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Michele Riondino: 10 cose che non sai sull’attore
Michele Riondino è uno di quegli attori italiani che ha contribuito a cambiare la storia del cinema italiano recente, grazie anche alle sue incredibili interpretazioni. L’attore, che fa questo lavoro praticamente da sempre, è entrato sin da subito nel cuore degli spettatori, dimostrando di essere molto in gamba e di avere un talento per la […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Mara Siviero
0 notes
haidaspicciare · 9 years
Photo
Tumblr media
Libero De Rienzo, “Fortapàsc” (Marco Risi, 2009).
18 notes · View notes
Text
Andrea Purgatori: Ustica e gli altri misteri italiani
Per Andrea Purgatori la ricerca della verità era un lavoro incessante e minuzioso, per questo le inchieste su Ustica e su tanti altri misteri italiani lo hanno tanto impegnato nel corso degli anni. Il suo nome è legato non solo alle inchieste sui più grandi misteri italiani ma anche a reportage dall'estero e al cinema. Andrea Purgatori, Ustica e Cosa Nostra Uno dei misteri italiani ai quali non è mai stato tolto il velo è la strage di Ustica. Delle tante ipotesi formulate, la più accreditata in sede penale, come sappiamo, vede il il velivolo IH870 della compagnia aerea Itavia sia stato colpito per sbaglio. L'aereo, partito da Bologna alla volta di Palermo, sembra si sia trovato sulla linea di fuoco all'interno di un conflitto fra tre aerei: il primo francese, il secondo americano e il terzo libico. Andrea Purgatori lavorò con grande impegno alla ricostruzione dei fatti, con la precisione e la meticolosità che lo caratterizzava. Negli anni dal 1974 al 2000, gli anni in cui fu inviato del Corriere della Sera, Andrea seguì tutti gli avvenimenti di cronaca italiani e internazionali più importanti. Nei suoi reportage raccontò gli anni di piombo, gli omicidi di mafia, il caso Moro, così come la guerra in Libano, la guerra tra Iran e Iraq, la guerra del Golfo, l'Intifada. Il caso Emanuela Orlandi Quando i familiari di Emanuela Orlandi denunciarono la sua scomparsa, le forze dell'ordine pensarono inizialmente a un allontanamento volontario. Fu grazie all'insistenza della famiglia se del suo caso si parlò fin da subito. Uno dei primi giornalisti ad occuparsi del caso di Emanuela Orlandi fu proprio Andrea Purgatori, allora in forze alla redazione romana del Corriere della Sera. Bastò qualche giorno, qualche domanda qua e là per capire che la storia era più complessa di quanto si volesse far credere. Vaticano, servizi segreti, Banda della Magliana le tessere del puzzle. In questi 40 anni il giornalista romano non ha mai smesso di seguire il caso: a testimoniarlo ci sono numerose puntate del suo ultimo programma televisivo "Atlantide" e la sua partecipazione la docuserie "Vatican girl" prodotta dalla piattaforma Netflix. I mesi scorsi, infatti, hanno visto una svolta nel caso di Emanuela Orlandi che ha riacceso la speranza di arrivare finalmente a scoprire la verità. Non solo giornalista Non tutti sanno che Andrea Purgatori fu non solo un giornalista ma anche uno sceneggiatore. Anche nel cinema tanta della sua scrittura è legata al giornalismo e alla cronaca. Collaborò, infatti, alle sceneggiature, tra gli altri, di film come "Il muro di gomma" e "Fortapàsc" di Marco Risi, "Il giudice ragazzino" di Alessandro Di Robilant. Grande amico di Vittorio Guzzanti ha scritto e interpretato il film "Fascisti su Marte" diretto dal comico romano insieme a Igor Skofic. Vincitore di numerosi premi per il giornalismo e il cinema, la sua bravura ci mancherà. Ci mancherà quello sguardo attento e aperto, quella meticolosità nel trovare il posto giusto a ogni tessera del mosaico. Ci mancheranno il suo garbo e la sua semplicità. In copertina foto di Andrea Spallanzani da Pixabay Read the full article
0 notes
alegaeta · 13 years
Video
youtube
Della trasmissione Speciale Fortapàsc ho pubblicato tutto il possibile. Vale la pena però isolare due scene del film di Marco Risi particolarmente istruttive su come vanno le cose, ancora oggi, nelle redazioni di giornali e telegiornali. In entrambe le scene il protagonista è Sasà, il responsabile della redazione locale dove lavorava Giancarlo Siani. Sasà è un giornalista che non vuole seccature, un impiegato della notizia che rifugge dagli scoop e dalle inchieste e che, seppur nella ricostruzione cinematogfrafica, assomiglia a tanti suoi colleghi che riempiono le scrivanie delle redazioni italiane. "L'Italia non è un paese per giornalisti-giornalisti ma per giornalisti-impiegati" dice Sasà a Siani e a guardare dal di dentro il giornalismo italiano sembra proprio che non abbia tutti i torti.
0 notes
haidaspicciare · 9 years
Photo
Tumblr media Tumblr media
Ennio Fantastichini e Libero De Rienzo, “Fortapàsc” (Marco Risi, 2009).
55 notes · View notes
haidaspicciare · 10 years
Photo
Tumblr media
Libero De Rienzo, “Fortapàsc” (Marco Risi, 2009).
112 notes · View notes
haidaspicciare · 10 years
Photo
Tumblr media
Renato Carpentieri e Libero De Rienzo, “Fortapàsc” (Marco Risi, 2009).
30 notes · View notes
haidaspicciare · 11 years
Photo
Tumblr media
Libero De Rienzo, “Fortapàsc” (Marco Risi, 2009).
90 notes · View notes
alegaeta · 13 years
Video
youtube
Quando la Rai torna a inseguire la sua missione, che è quella di fare servizio pubblico radiotelevisivo, a farne parte c'è solo che da esserne soddisfatti. L'ultimo di questi miracoli, sempre più rari a manifestarsi, è avvenuto lunedì 5 settembre quando siamo riusciti (dietro lo schermo c'ero anch'io) a mandare in onda un'intera serata su Raiuno dedicata a Giancarlo Siani. Prima Fortapàsc di Marco Risi che racconta gli ultimi mesi di vita del giovanissimo giornalista precario ucciso a Napoli nel 1985, poi uno "Speciale Fortapàsc" per approfondire sia il film che gli interrogativi che solleva. Un'ora e dieci di buona televisione per parlare di camorra, rifiuti tossici e giornalisti minacciati. Grande assente la politica (ma credo che nessuno ne abbia sentito la mancanza). Il caso ha voluto che nel caricare questo video You Tube abbia automaticamente scelto come identificativo il fotogramma di Fortapàsc nel quale si vede il vero nipote del giornalista ucciso che nel film fa la comparsa. Nella trasmissione Marco Risi spiega perché gli ha fatto recitare un piccolo ruolo nel suo film.
Per vedere la seconda parte cliccate questo link:
http://www.youtube.com/watch?v=GknVWSjpjPw .
Il copyright di Speciale Fortapàsc è della Rai 
3 notes · View notes
alegaeta · 13 years
Video
youtube
Il rapper Lucariello canta live "I Nuovi Mille", canzone dedicata a Giancarlo Siani, durante Speciale Fortapasc  (RaiUno, 5 settembre 2011). Il set è sulla terrazza di Villa Zaza, una fortezza che dalla collina di Posillipo guarda il Golfo di Napoli, confiscata a quello che fu fino agli anni ottanta il re del contrabbando di sigarette. 
14 notes · View notes