#Finali Mondiali 2016
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#sebastian vettel#f1#formula 1#flashback fic ref#flashback fic ref 2016#not a race#2016 not a race#post-season#post-season 2016#finali mondiali#finali mondiali 2016#(note to self: tagged daytona int'l speedway and finali mondiali was there that year)
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that 5th gif is from the Ferrari Finali Mondiali in 2016!!!
here’s the link of the video: https://youtu.be/wSo093F7tbQ?si=2S6or5spi79ZtBpl
hope it helped :D
Ahhhh thank you so much for letting me know and for the link!!!! (I have now watched it at least 10 times, they look SO good <3)
This really made my day, thank you again!
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Apple TV+ annuncia una docuserie sul leggendario campione di calcio Lionel Messi e sulla sua carriera nella Coppa del Mondo, culminata con la vittoria dell'Argentina ai mondiali Qatar 2022
Apple TV+ annuncia una docuserie sul leggendario campione di calcio Lionel Messi e sulla sua carriera nella Coppa del Mondo, culminata con la vittoria dell'Argentina ai mondiali Qatar 2022. Apple TV+ ha annunciato una nuova docuserie in quattro parti prodotta dalla SMUGGLER Entertainment, con un esclusivo dietro le quinte della star mondiale Lionel Messi, che è considerato il più grande di tutti i tempi in uno sport seguito da oltre cinque miliardi di fan nel mondo. La serie è stata girata a Parigi, in Qatar e in Argentina, seguendo il sette volte vincitore del Pallone d'Oro attraverso le sue cinque presenze alla Coppa del Mondo e la vittoria dell'Argentina nella Coppa del Mondo Qatar 2022, in una delle finali più emozionanti della storia. Con le sue stesse parole, Messi racconta la storia della sua incredibile carriera con la nazionale di calcio dell'Argentina, fornendo uno sguardo intimo e senza precedenti sulla ricerca di una vittoria nella Coppa del Mondo. Pochi giorni prima dell'inizio del torneo, Messi ha detto ai registi: “Sarebbe un'esperienza fantastica vincere una Coppa del Mondo e poter chiudere la mia carriera così. Sono anni che lo sogno e lotto per questo. Ho immaginato un milione di possibilità su cosa potrebbe succedere... la prima partita, gli ottavi di finale, i quarti di finale, la semifinale e la finale. E lo vivrò come qualcosa di speciale, perché è l'ultimo mondiale. Concludere la carriera vincendo una Coppa del Mondo sarebbe il coronamento di un sogno”. Nel giro di poche settimane, e di fronte a un pubblico da record, Leo Messi ha consolidato il suo posto nel pantheon dello sport alzando la Coppa del Mondo. Il documentario attualmente senza titolo è prodotto dal vincitore dell'Emmy Award Tim Pastore ("Free Solo", "Jane"), dai vincitori dell'Emmy e del Tony Award Patrick Milling Smith e Brian Carmody, e dal vincitore dell'Emmy Award Matt Renner ("Free Solo", "Limitless with Chris Hemsworth”) di SMUGGLER Entertainment, insieme a Jon Henion (“Welcome to Wrexham”) e Juan Camilo Cruz (“In Her Hands”). La serie è prodotta per Apple da SMUGGLER Entertainment e prodotta in associazione con Pegsa. I registi hanno seguito Messi durante l'emozionante Coppa del Mondo Qatar 2022, fornendoci immagini uniche del prima, durante e dopo la monumentale impresa del consolidamento di un campione. Dai campi di allenamento del Qatar al caos delle riunioni con la stampa fino alla tranquilla contemplazione della stanza privata di Messi, la serie mette in luce un'emozionante mescolanza del mondo pubblico e privato del miglior atleta vivente del pianeta, nonché quello dei suoi fedeli sostenitori in tutta l'Argentina e di coloro che hanno compiuto il pellegrinaggio in Qatar. La serie presenta anche le interviste più personali fino ad oggi con Messi, insieme a conversazioni con compagni di squadra, allenatori, avversari, fan devoti e commentatori che testimoniano l'incredibile influenza e impatto che ha su una nazione e sul mondo, insieme alla grazia, forza d'animo e forza di volontà che ha dimostrato nel corso della sua carriera. La docuserie traccia il percorso drammatico della sua prima partita con la nazionale di calcio argentina, dove gli è stato mostrato un cartellino rosso nel suo primo minuto, e poi il peso di un paese sulle spalle attraverso diverse vittorie sfuggite della Coppa del Mondo, che lo hanno portato al suo ritiro anticipato nel 2016, e infine il ritorno per diventare campione mondiale ed essere incoronato miglior giocatore del torneo del 2022.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il dramma di Simone Biles: “Tutti quei demoni” A Tokyo 2020 Simone Biles puntava non alto, ma altissimo. Lei, che ha un palmarés da fare invidia ad atlete con anni e anni di esperienza in più, a Rio 2016 aveva conquistato il tetto del mondo: 4 ori e un bronzo. (...) Simone Biles non ha avuto un’infanzia semplice, ma la vita le ha permesso di prendersi la sua rivincita. Viene da una famiglia povera e ha alle spalle due genitori tossicodipendenti. La loro incapacità di provvedere adeguatamente alle sue necessità ha fatto sì che, all’età di 3 anni, i servizi sociali la affidassero ai nonni. Con loro è cresciuta fino a quando non è stata adottata, due anni più tardi. Ha trovato una famiglia amorevole, quelli che considera i suoi veri genitori: le hanno fatto conoscere il mondo della ginnastica, spronandola a crederci e andare avanti. E lei così ha fatto, accorgendosi di avere grosse potenzialità da sfruttare. Da sempre è abituata a dure e lunghe sessioni di allenamento, ma i risultati si sono fatti vedere molto presto, perché ha cominciato sin da piccola a macinare un successo e un record dopo l’altro. Nel 2018 la ginnasta ha denunciato di aver subito abusi sessuali dall'ex medico della nazionale americana Larry Nassar. Ha condiviso la sua esperienza anche su Twitter, pubblicando una lunga lettera in cui si aggiungeva al coro di atlete che, in quel periodo, stavano trovando il coraggio di raccontare le loro storie. "Ora non ho più paura. Anche io sono una delle tante sopravvissute che è stata abusata da Larry Nassan" ha scritto, parlando di abusi a cui non era riuscita a sottrarsi. Da un lato le era stato detto di fidarsi di quella persona, dall'altro si sentiva in colpa verso se stessa per essere stata forse troppo ingenua. Ma poi ha capito che le colpe erano di altri, di Nassar in primis, ma anche della federazione: "Sono stata ingenua io? È stata colpa mia? Ora conosco la risposta alle domande che per troppo tempo mi sono fatta. No, non è colpa mia, non è colpa di nessuna vittima di violenza". Così si è fatta avanti e ha denunciato l'uomo, che è stato processato e poi condannato per aver abusi sessuali perpetrati durante le sue sedute ai danni di centinaia di atlete. L'atleta della sua diversità ha fatto un punto di forza: la ginnastica artistica è una disciplina praticata soprattutto dai bianchi. Le ragazze raggiungono l'apice della loro forma fisica molto giovani, perché mentre per i maschi dai 16 anni in poi si rafforza il fisico, per le donne i cambiamenti fisiologici nelle forme diventano quasi d'impedimento. (...) Purtroppo durata poco, pochissimo, la finale del concorso a squadre di ginnastica per Simone Biles alle Olimpiadi di Tokyo. La 24enne campionessa americana dal palmarès sconfinato – con 4 ori vinti ai precedenti Giochi di Rio de Janeiro e decine di medaglie mondiali – è infatti incappata in un grave errore nel suo esercizio al volteggio, atterrando in maniera pessima e ottenendo il peggior punteggio della sua carriera. Una prova che ha condizionato fin da subito la gara delle americane, che si sono trovate ad inseguire per colpa del loro punto di forza, che invece avrebbe dovuto fare la differenza. Ma il dramma sportivo della Biles era solo all'inizio: la ginnasta dell'Ohio poco dopo si è infatti ritirata dalla competizione, costringendo gli Stati Uniti a rimpiazzarla (...) "Ogni volta che sei in una situazione di stress, vai fuori di testa. La terapia mi ha aiutato molto. Ho combattuto tutti quei demoni, ora devo concentrarmi sulla mia salute mentale e non mettere a repentaglio la mia salute e il mio benessere. Dobbiamo proteggere il nostro corpo e la nostra mente. Nella mia testa ci sono solo io". Una porta spalancata all'improvviso su un mondo oscuro popolato di emozioni che possono arrivare a stritolare anche una campionissima che ha affrontato già mille finali ad altissimo livello come la Biles. La ragazza americana evidentemente si è liberata di un peso insostenibile che le schiacciava i pensieri, trasformando un'intervista post gara in un fiume in piena dal fortissimo impatto emotivo. "Non è stata una giornata facile o la mia migliore, ma l'ho superata. A volte mi sento davvero come se avessi il peso del mondo sulle spalle. So che lo spazzo via e faccio sembrare come se la pressione non mi influenzasse, ma dannazione a volte è difficile! Le Olimpiadi non sono uno scherzo!". Parole che rilette ora sembrano quasi profetiche. Giusy Dente e Paolo Fiorenza per FANPAGE
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Wembley, Italia e Spagna alla conquista della finalissima degli europei itineranti
Wembley alle ore 21 sarà palcoscenico della finalissima di questi europei itineranti tra Italia ed Inghilterra. La bolgia inglese è pronta a sostenere la nazionale dei tre leoni in uno stadio che avrà sugli spalti oltre 60mila spettatori. Wembley, campo di battaglia per la finalissima degli europei itineranti Un mese di incontri, emozioni e suggestioni per arrivare qui all'atto finale di Euro 2020. Wembley è pronto ad ospitare la sfida tra Inghilterra ed Italia. La nazionale dei tre leoni ha tutto dalla sua parte: i tifosi (oltre 60mila), la squadra (che si è dimostrata solida, compatta e cinica) e una difesa di ferra che fino ad ora ha subito solo un gol (su calcio di punizione). Southgate ha tra le mani l'occasione di riportare un trofeo in madre patria che manca da oltre 50 anni ovvero da quel mondiale vinto proprio in Inghilterra nel 1966. Insomma, un'opportunità che gli inglesi non possono lasciarsi sfuggire proprio ora che sono ad un passo dalla vittoria finale. Dall'altra parte, però, c'è l'Italia. Gli anni '60 sono stati il periodo storico dell'unico successo europeo italiano e dopo i fallimenti con la Francia ad Euro 2000 e con la Spagna ad Euro 2012 ci riprovano. Il cammino è stato durissimo: una ostica Austria agli ottavi, la corazzata Belgio ai quarti e la sempre difficile Spagna in semifinale. Tante partite difficili che hanno alzato il morale agli azzurri che ora hanno di fronte a sé l'avversario più difficile che sarà supportato dal proprio pubblico. Un po' di numeri Se agli europei, l'Italia è alla sua quarta finale se ampliamo il discorso anche ai mondiali allora siamo alla decima finale in un grande torneo internazionale. Solo la Germania con 14 finali ha fatto meglio degli azzurri. L'Inghilterra, invece, è alla sua seconda finale in un grande torneo internazionale dopo la vittoria 55 anni fa ai mondiali inglesi del 1966. Possiamo quindi dire che Italia - Inghilterra è una finale inedita per gli Europei. Il fattore campo è sempre determinante. L'Inghilterra sarà la undicesima nazionale a giocare la finale di un europeo o un mondiale nel proprio campo e solo in tre hanno poi perso ovvero Svezia nel 1958, Portogallo nel 2004 e Francia nel 2016. Insomma, è tutto pronto per la finale. Mancano ormai poco all'atto finale di questi europei itineranti che hanno fatto emozionare tutti ma anche soprendere con partite ricche di grandi emozioni. Ora tocca, per l'ultima volta, al campo decidere quale nazionale uscirà vincitrice dal match. Read the full article
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First Look: The Ferrari FXX-K EVO
The Finali Mondiali provided the backdrop to the world premiere of the new FXX-K Evo which will be available both as an extremely limited-run model and as an upgrade package for the existing XX cars.
This latest arrival marks a significant evolution of the XX programme launched in 2005 with cars developed specifically to play an active role in the eponymous research and development program which itself has become a byword for innovation and uncompromising performance.
As was the case with the Evo versions of the FXX and the 599 XX, the Ferrari FXX-K Evo benefits from an extensive package that applies innovative concepts derived from all of the various track categories in which Ferrari competes with its cars: the Formula 1, GT3, GTE and Challenge, the latter being the single-make championship bearing its name.
Derived from the racing world and adopting track-specific content, the FXX-K Evo, like all the previous XX cars, is not homologated for road use and will not be used in competition outside its dedicated program.
Mirroring the vocation of its predecessor, it, however, is aimed at a small, highly-select group of Ferrari Clients: supercar enthusiasts eager to share the development of technologically-innovative content with the Prancing Horse technicians, through driving a closed-wheel laboratory car.
At the development stage, the designers worked on a broad range of different aspects of the FXX-K Evo, starting with reducing its overall weight. By drawing on Ferrari’s Formula 1 experience and adopting innovative carbon-fiber component crafting processes, they succeeded in producing a lighter car than the previous FXX-K despite introducing new elements such as the fixed rear wing.
The FXX-K Evo features an evolved aero package developed by Ferrari’s engineers in synergy with the Ferrari Style Centre’s designers, to push to the very limit the performance of a model that already represents the state-of-the-art in terms of Ferrari track-only supercars.
The product of over a year of CFD simulations and wind tunnel testing, the FXX-K Evo’s aerodynamics deliver downforce figures very close to those of the cars competing in the GT3 and GTE championships, all to the advantage of lateral acceleration in cornering, stability and, ultimately, exhilarating driving pleasure.
The FXX-K Evo’s downforce coefficient has been improved by 23% on the previous version, which is the equivalent of a 75% increase on the road car from which it is derived. Downforce of 640 kg is generated at 200 km/h, and exceeds 830 kg at the car’s red-line speed.
The FXX-K Evo’s downforce level is boosted by a twin-profile fixed wing on the tail. This new addition was developed to work in seamless synergy with the active rear spoiler. In fact, the pressure fields developed by the two downforce-generating systems support and amplify each other. To guarantee both excellent downforce and drag results, the mobile spoiler’s control logics and range of movement were also meticulously reviewed and reprogrammed.
The twin-profile rear wing is supported by two side fins as well as by a central fin. The latter plays a dual role: firstly it acts as a vertical fin, boosting stability at low yaw angles, and secondly, it supports the action of the three delta (triangular) vortex generators.
The vortex generators, on the one hand, clean the flow field striking the wing of the effects of the wake of the hot air flow from the radiators which vents onto the bonnet. On the other, they create a downwash component in the flow which boosts the twin-profile’s downforce capacity. The result is a 10% increase in the downforce developed by the rear system.
The design of the rear bumpers was also modified in the light of the new flow structures. The by-pass vent from the rear wheel arch has been enlarged, hollowing out the volume behind the wheels to ensure the wake from the wheels is efficiently channeled. The result is that the flow to the rear diffuser is protected and losses are reduced so that downforce has been boosted by 5%.
The significant increase in rear downforce demanded in-depth review of the design of the front bumpers and underbody to guarantee a balanced development of the downforce.
The geometry of the sides of the front bumper was altered by hollowing out the surfaces beneath the headlights. This made space for a couple of flicks divided by a vertical turning vane and an additional intake ahead of the front wheels. This system guarantees efficient downforce generation (10% of the increase in downforce gained on the FXX-K). It also makes good use of know-how acquired in the GT programmes in which rules introduced in 2016 permitted extensive study of the interaction between horizontal (flicks) and vertical (dive plane) flow management systems, optimizing their efficiency.
Ground effect was also boosted by the introduction of vortex generators on the undertray. This capitalized on the accelerations created by the rear system and the front underbody, generating 30% of the extra downforce the car delivers compared to the FXX-K.
The FXX-K Evo’s boosted performance also demanded new front brake air intakes which, although no wider to avoid increasing drag, are more efficient thanks to a complete redesign of the intake itself.
Furthermore, the suspension was specifically calibrated to adapt it to the car’s new aerodynamic efficiency figures.
The clearly racing-inspired cabin is characterized by a conceptually-different steering wheel brilliantly suited to hugely powerful performance levels achievable in the FXX-K Evo. Formula 1 derived with integrated gear-shifting paddles, the new steering wheel now also sports the KERS Manettino to improve both control of that system and overall ergonomics.
The rear video camera screen to the right of the driver has been replaced with a larger 6.5” version.
It also now displays data from a new telemetry system with clearer, more direct performance parameter and car status readouts. The driver can check the KERS status and the times being clocked by selecting from the various screen options available.
After undergoing around 5,000 km of development runs and 15,000 km of reliability test-drives, the FXX-K EVO will be a very active protagonist in the XX Programme in the 2018/2019 season which spans nine track outings in all between the start of March and the end of October. As is now traditional, the XX cars will also be taking part in the prestigious Finali Mondiali weekend which marks the end of each racing season.
#Ferrari FXX-K EVO#cars#FXX-K EVO#ferrari#track cars#news#hypercars#laferrari#laFerrari FXX-K EVO#first look#XX programme#200
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26 GIU 2019 17:50
TRAVAGLIO FA IL BUCO AI CERCHI OLIMPICI: “LE AVETE VISTE LE FACCE DEI COSIDDETTI VINCITORI DELLE OLIMPIADI NELLA FOTO DI GRUPPO? E LE FAUCI GIÀ SPALANCATE DEI MALAGÒ, MONTEZEMOLO, CARRARO, PESCANTE E SALA? FAUCI GIÀ SPERIMENTATE SUGLI STADI DI ITALIA 90 (SPESE LIEVITATE DELL'85%), OLIMPIADI INVERNALI DI TORINO 2006 (3,1 MILIARDI DI DEBITO), I MONDIALI DI NUOTO 2009 (700 MILIONI DI EURO PER IL PALAZZO DI CALATRAVA CON LE VELE A PINNA A TOR VERGATA, MAI FINITO…) - SOLO UN PAZZO SMEMORATO PUÒ UNIRSI ALL'ESULTANZA PER UN EVENTO CHE NEGLI ULTIMI 50 ANNI HA…”
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Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”
Ma le avete viste le facce dei cosiddetti vincitori delle Olimpiadi nella foto di gruppo? E le fauci già spalancate dei Malagò, Montezemolo, Carraro, Pescante e Sala? Fauci già sperimentate sugli stadi di Italia 90 (spese lievitate dell' 85%, ultima rata dicembre 2015), le Olimpiadi invernali di Torino 2006 (3,1 miliardi di debito, il 225% delle entrate, cattedrali nel deserto e trampolini nella neve), i Mondiali di nuoto 2009 (700 milioni di euro per il palazzo di Calatrava con le vele a pinna a Tor Vergata, mai finito;
piscine sequestrate e/o di dimensioni sballate; scheletri in cemento armato abbandonati ai tossici e alle sterpaglie), l'Expo di Milano 2015 (retate di tangentisti e 'ndranghetisti, 1,5 miliardi di buco, mega-aree abbandonate). Magari ci sbagliamo e gli stessi personaggi, che hanno sempre fallito, al seguito di Giorgetti e Zaia si trasformeranno in tanti Quintino Sella e faranno tutto per bene, per tempo e al risparmio.
Ma, nell' attesa, solo un pazzo smemorato può unirsi all' esultanza di lorsignori per avere "vinto" un evento che negli ultimi 50 anni - dati dell' Università di Oxford - ha regolarmente sforato i preventivi per una media del 257% (796% Montréal, 417 per Barcellona, 321 Lake Placid, 287 Londra, 277 Lillehammer, 201 Grenoble, 173 Sarajevo, 147 Atlanta, 135 Albertville, 90 Sydney, 82 Torino, 51 Rio).
Lasciando ai Paesi e alle città ospitanti un conto salatissimo da pagare, che ha portato al default Atene e Rio, al debito-record Torino e le altre all' aumento vertiginoso delle imposte locali. Anche al netto delle eventuali tangenti. Infatti le città più avvedute - Sion, Calgary, Innsbruck e Graz - si sono ritirate, terrorizzate da quella che Oxford chiama la "maledizione del vincitore" (le Olimpiadi le vince chi le perde e le perde chi le vince: l' unico che ci guadagna è il Cio).
Il Giornale Unico degli Affari suona le grancasse e le trombette a reti ed edicole unificate, come se l'Italia avesse vinto la guerra mondiale e non un "evento" che dura 15 giorni. Ma è tutta propaganda per pompare Lega&Pd che si sono spartiti queste strane Olimpiadi invernali in una città senza montagne, Milano, e in un' altra che rischia di tracollare sotto il peso dei visitatori, Cortina, distante 409 km.
L'alternativa era Torino che, oltre al dettaglio delle Alpi, aveva il pregio di costare poco grazie alle strutture del 2006. Ma tutti raccontano la fake news della sindaca M5S Chiara Appendino che avrebbe detto "no". Balle: si era candidata, ma era stata respinta dal duo Giorgetti-Malagò che voleva relegare Torino al rango di ruota di scorta di Milano-Cortina, con un paio di gare secondarie tutte da ridere.
Non contenti, i trombettieri tirano in ballo pure Virginia Raggi per il no alle Olimpiadi 2024, che non c' entrano nulla con quelle invernali (costano il quintuplo). Senza contare che Milano, Cortina, Lombardia e Veneto sono ricchi, mentre Roma ha un buco di 13 miliardi dal 2008. Infatti nessuno lo ricorda, ma Roma ha rinunciato pure ai Giochi del 2020.
E per mano di Mario Monti, non proprio un grillino nemico del Pil. Il 13 febbraio 2012 Monti revocò la candidatura lanciata dal duo B.-Alemanno perché "non sarebbe responsabile prendere un impegno finanziario che potrebbe gravare in misura imprevedibile sull' Italia per i prossimi anni".
Anziché vomitargli addosso anatemi e improperi, come accadde quattro anni dopo alla Raggi, e inneggiare alle Olimpiadi che portano sviluppo, lavoro e letizia, come fanno oggi, tutti beatificarono Monti come il nuovo Cavour. Applausi scroscianti dal Pd (Rosato, Bonaccini, Melandri, Bersani, Gentiloni, Sassoli e Letta) e dai giornaloni al seguito.
Oggi Repubblica titola "Miracolo a Milano (e a Cortina)".
Ma il 14.2.2012 plaudiva al ritiro della candidatura olimpica addirittura in tre articoli. Francesco Bei flautava: "Le 'cricche' d' affari romane, lo spettro del default greco, la vaghezza del piano, il rischio di una guerra diplomatica al termine dalla quale, alla fine, l' Italia sarebbe finita distrutta come un vaso di coccio. Sono molte le ragioni che hanno spinto Monti a pronunciare il suo no".
Gli faceva eco Tito Boeri: "La tragedia greca era iniziata proprio lì, con la candidatura ad ospitare le Olimpiadi. I sovracosti incorsi nella preparazione di Atene 2004 hanno contribuito a quella spirale di deficit pubblici crescenti, mascherati in vario modo per non pregiudicare l' ingresso nell' unione monetaria, che hanno portato alla crisi del debito".
Seguiva un' impietosa analisi finanziaria di Walter Galbiati: "Non esiste una formula matematica certa che possa valutare il ritorno economico che giustifichi lo spendere 5, 10 o 15 miliardi per realizzare i Giochi.
Il ritorno di immagine e gli introiti aggiuntivi, che si trasformano in Pil, sono frutto di stime difficilmente ponderabili. I costi invece sono certi".
Oggi il Corriere esalta "La vittoria di Milano e Cortina", "immagine di un Paese giovane che sa sorridere" (le fauci della Banda dei Quattro). Sette anni fa tripudiava per lo scampato pericolo: "Tra il 2014 e il 2018 lo Stato avrebbe dovuto trovare una copertura di 800 milioni l' anno.
Con buona pace di chi aveva parlato di Olimpiadi a costo zero". E Sergio Rizzo irrideva ai "musi lunghi delle nostre alte gerarchie sportive" (i soliti Malagò, Montezemolo, Carraro e Pescante): "Si è arrivati a sostenere che sarebbe stata un' operazione 'a costo zero' con le spese coperte da introiti fiscali e incassi dei biglietti. Spese astronomiche già in partenza. Otto miliardi? Dieci?
Quanti davvero? Il partito dei Giochi avrebbe dovuto ricordare che da troppi anni sbagliamo, e per difetto, ogni preventivo. Di soldi e di tempi".
E giù botte alle solite cricche: "Un impasto mostruoso di burocrazia, interessi politici e lobbistici che spesso alimenta la corruzione e ci fa pagare un chilometro di strada il triplo che nel resto d' Europa. E in due decenni non è cambiato proprio nulla. Anzi. Per rifare gli stadi di Italia 90 abbiamo speso l' equivalente di un miliardo e 160 milioni di euro, l' 84% più di quanto era previsto? Nel 2009 ci siamo superati, arrivando ai Mondiali di nuoto senza le piscine, ma con una bella dose di inchieste".
Quattro anni dopo, Rizzo passò a Repubblica e massacrò la Raggi per aver ribadito il no montiano per il 2024. E ora magnifica "l' occasione per Milano per fare un altro salto nella graduatoria delle metropoli europee. E scavare ancora più in profondità l' abisso che già la separa dalla capitale". Tutto fa brodo.
La Stampa è tutto un peana all' "Italia che vince", a "Mr Wolf Giorgetti missione compiuta", mentre lacrima per "Torino beffata" e l' Appendino che "non si pente". Quando invece era Monti a ritirarsi dai Giochi, elogiava "la coerenza di un no responsabile", in sintonia con "le attese dei cittadini".
E persino il Sole 24 Ore, organo di Confindustria, oggi entusiasta perché "vince lo sprint dell' Italia", nel 2012 definiva "l' avventura delle Olimpiadi un rischio il cui costo avrebbe creato un effetto sui conti pubblici difficilmente calcolabile".
Un po' come Salvini, che quando Renzi candidò Roma per il 2026 twittava furibondo: "Gente che in tutta Italia aspetta una casa e un lavoro da anni. E Renzi pensa di fare le Olimpiadi. Ricoverateloooo". E nel 2016 ribadiva: "Renzi propone le Olimpiadi a Roma nel 2024. Per me è una follia, sarebbe l' Olimpiade dello Spreco. Il fenomeno di Firenze pensi alle migliaia di società sportive dilettantistiche italiane, che fanno fare sport a tantissimi bambini e che rischiano di chiudere per colpa dello Stato, invece di fantasticare su improbabili Olimpiadi. Senza contare tutti i debiti e gli sprechi del passato e del presente. Tirino fuori i soldi per sistemare strade, scuole e ospedali".
Oggi lapida la Raggi per aver salvato Roma dal default, seguendo saggiamente i suoi consigli. E racconta la balla dell'Appendino contraria alle Olimpiadi, all'unisono con politici e giornaloni. I quali dimenticano un dettaglio: esclusa dai Giochi, la Appendino s'è rimboccata le maniche e ha battuto 40 città concorrenti (pure Londra e Tokyo) aggiudicando a Torino un evento sportivo molto meno costoso per lo Stato (78 milioni contro il mezzo miliardo, se basta, dei Giochi invernali) e più vantaggioso: le finali Atp di tennis, che portano alla città ospitante centinaia di migliaia di turisti e centinaia di milioni di introiti. E non durano 15 giorni, ma 5 anni. Però nessuno lo dice. C' è poco da rubare.
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I Knights al PalaLottomatica di Roma chiudono l'andata
Finisce il girone d'andata dei Knights contro i primi in classifica della Virtus Roma, al mitico PalaLottomatica, palcoscenico di tantissime partite importanti del club giallorosso e della nazionale italiana.
La squadra affidata a coach Piero Bucchi ha ambizioni di risalire in A1 dopo i fasti degli anni '80 e delle fine dei '90 e, nella prima parte di campionato, ha mantenuto le attese guidando la testa della classifica dall'inizio della stagione.
La coppia di USA romani è una delle meglio assortite del campionato: Henry Sims e Nic Moore.
Henry Sims, classe 1990, è un'ala forte/centro di Baltimora che ha giocato i classici 4 anni di college alla Georgetown University.
Da professionista, per i primi anni, ha giocato tra G-League e NBA con le maglie di Erie BayHawks, New Orleans Hornets, Petron Blaze Boosters, Cleveland Cavaliers, Philadelphia 76ers, Grand Rapids Drive, Brooklyn Nets, Salt Lake City Stars.
Nel 2016/2017 la prima esperienza in Cina ai Shanxi Brave Dragons, prima dell'arrivo alla Vanoli Cremona nel 2017/2018
Oggi con la maglia della Virtus è il miglior americano di Roma e del campionato con 19.7 punti di media, 10.7 rimbalzi con il 56% da 2.
Nic Moore, nato a Winona Lake (Indiana) nel 1992, spende la carriera universitaria tra Illinois State (2011-12) e SMU (dal 2013 al 2016) dove viene allenato da Larry Brown. Diventa per due volte “All ACC Player of the Year” chiudendo i tre anni di college a 14.6 punti e 5.1 assist, guadagnandosi così la chiamata dalla nazionale Usa per le Universiadi in Corea del Sud nel 2015 dove vince la medaglia d’oro. Nel 2016-17 sbarca in Italia alla Enel Brindisi dove raggiunge le Final Eight di Coppa Italia chiudendo la stagione a 12.7 punti e 4.2 assist in 27.7 minuti. Nell’estate del 2017 firma in Francia a Nanterre vincendo a settembre la Supercoppa di Francia, dopo sei partite di campionato (10.8 punti e 3.3 assist) torna a Brindisi viaggiando a 13 punti e 3.8 assist a partita.
Arrivato a Roma segna 15.8 punti di media con 3.1 rimbalzi e 3.7 assist a gara.
Nel parco italiani, Roma ha rinnovato Aristide Landi, Tommaso Baldasso e Massimo Chessa.
Cresciuto nel settore giovanile della Virtus Bologna, con le “V Nere” Landi ha conquistato due Scudetti Under 19 nel 2012 e nel 2013, arricchiti dal titolo di MVP di entrambe le Finali. Con la maglia bianconera ha anche esordito tra i professionisti nel 2012, facendo parte dell’organico della prima squadra fino al febbraio del 2014, quando si è trasferito in prestito alla Fortitudo Bologna in DNB.
Nel campionato successivo si è spostato a Mantova, poi Trieste e infine Roma.
Già convocato in Nazionale Sperimentale, con cui nel 2015 ha partecipato al Torneo di Losanna, alla Summer League di Roma e alla Tourneé in Cina, Landi ha fatto parte insieme a coach Fabio Corbani della spedizione azzurra che nel 2013 ha vinto i Campionati Europei Under 20 in Estonia.
Oggi è il terzo giocatore in doppia cifra per punti di Roma con 11.3 punti e 4.9 rimbalzi.
Cresciuto nelle giovanili di Torino, nel 2009 Baldasso si trasferisce a Moncalieri dove prosegue il suo percorso nel settore giovanile. Nel 2014 esordisce in prima squadra. Nel 2015/16 in Serie B, ancora a Moncalieri, mette a referto una media di 26.3 minuti in 22 gare, realizzando 11 punti (35% da 2, 29% da 3), 1.8 assist e 2.9 rimbalzi che gli valgono la chiamata dalla Virtus Roma. Con la Nazionale Under 18 ha vinto la medaglia di bronzo agli Europei di categoria in Turchia nel dicembre del 2017. Questa è la sua terza stagione in maglia Virtus in cui, da giovane promessa, si è trasformato in un punto di riferimento della squadra.
Chessa, guardia dalle spiccate doti balistiche, è cresciuto nel settore giovanile del Basket 90, squadra della sua città; a soli 17 anni Chessa viene ingaggiato dalla Dinamo Sassari, dove disputa cinque stagioni. Nel 2009 si trasferisce a Biella, in Serie A, formazione con cui rimane tre anni ritagliandosi minuti importanti, debuttando anche in EuroCup. Dopo Verona e Torino, nel 2014, Chessa torna a Sassari, dove contribuisce ai successi della squadra sarda conquistando uno Scudetto, due Coppa Italia e una Supercoppa Italiana.
Chessa ha inoltre vestito la maglia della Nazionale Sperimentale nel 2012 e successivamente della Nazionale Maggiore durante il raduno di preparazione degli Europei 2013.
Alla sua terza esperienza in maglia romana è Daniele Sandri, classe 1990, cresciuto nelle giovanili della Benetton Treviso. Trascorre quattro stagioni tra le fila biancoverdi, conquistando lo Scudetto Under 19 nel 2007, quando partecipa anche alle vittoriose Final Eight di Coppa Italia con la prima squadra, e nel 2009. Nel 2010 si trasferisce in prestito a Castelletto Ticino, dove un infortunio al ginocchio ne limita l’utilizzo.
Dopo un altro anno a Treviso, nel 2012 passa a Torino, dove rimane per due stagioni. In gialloblù raggiunge subito la promozione in LegaDue Gold e sfiora la finale playoff anche nel 2014, fermandosi all’intensa sfida in semifinale contro Trento. Nella stagione 2014-15 firma con la Virtus Roma, disputando 29 incontri in campionato e 14 in Eurocup. Dopo un anno a Casalpusterlengo, torna alla Virtus Roma e, nella scorsa stagione a Siena.
Tra i nuovi arrivi romani di ottimo livello: Amar Alibegovic, Marco Santiangeli e Andrea Saccaggi.
Figlio d'arte di Teoman (che in Italia ha giocato nella Fortitudo Bologna, a Trieste e Udine) e fratello di Mirza, in forza alla Bertram Tortona, Alibegovic è un lungo bosniaco di passaporto italiano di 206 cm per 109 kg proveniente dalla St. John’s University di New York.
Alibegovic nasce a Corvallis (Oregon) negli Stati Uniti nel 1995, si forma cestisticamente a Roma nel vivaio della Stella Azzurra, che saluta nell’estate del 2014 per imbarcarsi verso New York e giocare in uno dei college più prestigiosi dell’NCAA. A St. John’s viene allenato nelle ultime tre stagioni da Chris Mullin, uno dei migliori giocatori di tutti i tempi, membro del Dream Team originale di Barcelona ’92. Lo scorso 29 giugno ha esordito con la maglia della nazionale maggiore della Bosnia-Herzegovina impegnata nelle qualificazioni mondiali, prima della firma con Roma.
Marco Santiangeli, ala di 192 cm per 95 kg ha vestito come avversario dei Knights, nelle ultime due stagioni la maglia della Givova Scafati. Nato a San Severino Marche nel 1991, Santiangeli segue tutta la trafila delle giovanili con la maglia della Vigor Matelica, squadra del suo paese di origine. Nel 2009 passa all'Aurora Jesi e per 7 stagioni gioca con la squadra jesina nel secondo campionato italiano, crescendo anno dopo anno fino a raggiungere, nel 2015/16, i 14.9 punti a partita suo massimo in carriera. Messosi in mostra anche con le squadre nazionali (argento all'Eurobasket under 20 del 2011 in Spagna), Santiangeli nel 2016 approda alla Givova Scafati dove rimane per due stagioni, l'ultima chiusa a 9.2 punti e 2.4 rimbalzi in 26 minuti di utilizzo.
Andrea Saccaggi, invece, è stato avversario dei Knights con la maglia di Latina.
Saccaggi, nato nel 1989 a Massa, è cresciuto nel settore giovanile della Don Bosco Livorno e ha fatto il suo esordio nella massima serie nazionale con la Pallacanestro Treviso nella stagione 2007-08. L’anno seguente è di nuovo in terra labronica per vestire la maglia del Basket Livorno per poi, dal 2009, tornare nuovamente a Treviso per otto partite prima di entrare a far parte della Fulgor Omegna con la quale rimane per cinque stagioni nelle quali va sempre in doppia cifra di media per punti segnati. Nel 2014 si trasferisce alla Fortitudo Agrigento dove disputerà la finale playoff per la promozione in Serie A persa con Torino. Nella stagione 2016-17 è con la TVB Treviso, mentre lo scorso anno veste la canotta della Benacquista Latina con la quale chiude a 9.1 punti e 2.8 assist in 27.6 minuti di impiego.
In panchina, ma con pochi minuti in campo Edoardo Lucarelli e Bojan Matic.
Nel link tutte le statistiche di Virtus Roma:
CLICCA QUI PER LE STATISTICHE DI VIRTUS ROMA
SITUAZIONE KNIGHTS
Benetti out per la stagione, si opererà a fine gennaio.
ARBITRI
1° Arbitro: URSI STEFANO di LIVORNO (LI)
2° Arbitro: D'AMATO ALEX di ROMA (RM)
3° Arbitro: GAGNO GABRIELE di SPRESIANO (TV)
SITO E SOCIAL
Live twitting alla fine dei quarti.
Aggiornamenti Facebook e Instagram
Lunedì il commento, le foto e i video della gara sul nostro sito
TV E MEDIA
Diretta streaming su LNP TV PASS dalle 18.00
Differita della gara lunedì 07/01 su Tele7Laghi (LCN 74) dalle ore 20.30, martedì 08/01 Tele7Laghi2 (LCN 215) alle 18.00 e alle 24.00
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Đánh giá dòng siêu xe Ferrari LaFerrari
Như đã biết, Ferrari LaFerrari là dòng siêu xe hybrid triệu đô chỉ được cung cấp có đúng 499 dòng . ngoài ra, sau những vụ địa chấn gây thiệt hại nặng năn nỉ về cơ sở vật chất và con người tại Ý vào năm ngoái, hãng Ferrari đã quyết định chế tạo thêm 1 chiếc LaFerrari nữa. mẫu Ferrari LaFerrari thứ 500 đặc trưng này được dùng để bán đấu giá, lấy tiền ủng hộ cho việc tái xây dựng miền Trung của ý sau thảm họa đột nhiên .
Mang sự giúp đỡ của Quỹ cứu trợ địa chấn thuộc tổ chức quốc giá Ý-Mỹ và hãng RM Sotheby nức tiếng , hãng Ferrari đã đấu giá bán công mẫu LaFerrari rút cuộc xuất xưởng. một đại gia chưa rõ danh tính đã đồng ý bỏ ra số tiền lên đến 7 triệu đô la Mỹ , tương đương 159 tỷ Đồng, trong phiên đấu giá để tìm loại Ferrari LaFerrari thứ 500.
Như vậy , so có giá buộc phải một ,4 triệu đô la Mỹ, tương đương 31,78 tỷ Đồng, của Ferrari LaFerrari, loại thứ 500 đặc biệt này đắt hơn 5 lần. Đây chính là loại siêu xe Ferrari LaFerrari đắt nhất từ trước cho tới hiện tại. song song , Ferrari LaFerrari thứ 500 cũng phát triển thành cái siêu xe thành lập trong thế kỷ 21 đắt nhất thế giới.
Sự kiện đấu giá LaFerrari rút cuộc xuất xưởng được diễn ra vào tối hôm 3/12 vừa qua trong sự kiện tiễn năm 2016 sở hữu tên Ferrari Finali Mondiali ở bang Florida, Mỹ. Đây cũng là sự kiện ra mắt của cặp đôi Ferrari 488 Challenge dành cho các con phố đua và "hàng thửa" SP275 SW Competizione không tiền khoáng hậu . Được biết, phiên đấu giá cái Ferrari LaFerrari thứ 500 chỉ diễn ra chỉ cần khoảng 10 phút.
Theo Tinxenews cập nhật ,so có 499 dòng còn lại, Ferrari LaFerrari thứ 500 với một số điểm khác biệt như biểu trưng quốc kỳ Ý màu xanh lá, trắng và đỏ trên nắp capô. Bên trong nội thất còn sở hữu tấm biển ghi rõ sự đặc thù của dòng siêu xe này.
Hệ dẫn động của cái Ferrari LaFerrari thứ 500 với vẻ không đổi thay. Xe sử dụng động cơ V12, dung tích 6,3 lít và mô-tơ điện nên sở hữu công suất tối đa 950 mã lực . Hệ dẫn động hybrid mạnh m�� cho phép Ferrari LaFerrari tăng tốc từ 0-96 km/h chỉ cần khoảng dưới 3 giây và đạt vận tốc tối đa 350 km/h.
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CIVITANOVA MARCHE – Con la tappa di Palinuro del Campionato Italiano Assoluto di beach volley, in corso nel week end, avremo il quadro completo degli invitati all’Offertevillaggi.com King&Queen beach volley tour del 9-10-11 agosto presso la IPLEX beach arena nella Spiaggia delle Corone.
La tappa campana servirà soprattutto a capire chi saranno i 4 atleti che si sfideranno il venerdì nelle qualifiche per centrare un posto nel tabellone principale. Ricordiamo che i campioni in carica la regina Eleonora Annibalini ed il re Michele Crusca sono iscritti di diritto.
Tra gli atleti sicura la presenza dei fratelli Paolo e Matteo Ingrosso, di casa a Civitanova Marche, poi il 4 volte vincitore del King of the beach Paolo Ficosecco che dalla vicina Falconara Marittima tenterà di agguantare la quinta corona, altro marchigiano presente sarà Matteo Cecchini. La novità sarà nella beach arena IPLEX ci saranno nel main draw due giovani atleti, che fanno parte del club Italia, il futuro del beach volley nazionale.
Il diciannovenne Tobia Marchetto, nato a Este in provincia di Padova, nel club Italia di beach volley da due anni. E’stato Campione d’Italia under 18 trofeo delle regioni 2017, Campione d’Italia under 21 2018, IX posto Campionati Mondiali under 19 nel 2018, V posto ai Campionati Europei under 20 a Goteborg in Svezia lo scorso luglio e V posto quest’anno nella tappa World Tour 1Star a Pinarella.
L’altro golden boy del beach volley italiano è Alberto Di Silvestre, 19 anni di Chieti, medaglia d’argento al mondiale under 21 in Thailandia ad Udon Thain lo scorso giugno, in coppia con Jakob Windisch. Campione d’Italia under 21 e vice campione under 18, “Albertone”.
In coppia con Tobia Marchetto hanno vinto ieri la tappa del campionato italiano under 21 a Palinuro e nella tappa del world tour 1 star di Pinarella ha chiuso quinto in coppia con Marchetto. Attenti a quei due potrebbero essere i i più giovani Re della Spiaggia.
Nel femminile sicuro l’invito a Giulia Toti e Jessica Allegretti, Sara Breidenbach ed Elena Colombi, Silvia Leonardi. Sarà presente anche Eleonora Gili testa coronata nel 2016. Lo scorso anno la Gili è stata ferma per un grave infortunio, ma il regolamento prevede che in casi del genere vengano presi in considerazione i punti conquistati nell’anno precedente. Occorrerà aspettare l’esito della tappa del campionato a Palinuro per capire la posizione delle nazionali Alice Gradini e Michela Lantignotti.
Le finali dell’europeo a Mosca escludono la presenza a Civitanova Marche di Orsi Toth – Menegatti, e Traballi – Zuccarelli che sono la prima coppia di riserva nella finale continentale. Domenica sera avremmo la visione completa degli atleti invitati al KungQueen 2019 edizione del ventennale il 9-10-11 agosto presso la IPLEX beach arena nella Spiaggia delle Corone a Civitanova Marche.
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Been getting in some more practice cleaning up pictures while I wait for the next phone call or interview. Gonna have to dig up Lauren's old tablet though, my hand is all cramped up from mousing around the fiddly bits.
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