#Emozioni di Sabbia
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Sand Artist
Spettacoli con la sabbia, Sand ArtistPer eventi aziendali e ricevimenti di matrimonio sand artists creeranno partendo da granelli di sabbia storie che potranno essere personalizzate con un messaggio, il logo aziendale o il nome dell’iniziativa. L’arte della sabbia porterà qualcosa di speciale e unico al tuo evento. Un’esperienza unica, suggestiva e commovente, in grado di coinvolgere persone di…
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Tutti gli animali, Uomo compreso, sono di natura empatici, ma mentre i cani, le giraffe o i gorilla, hanno continuato ad esserlo, la Bestia Umana ha sepolto sotto la sabbia dell'indifferenza, l'EMPATIA che provava, temendo d'essere fragile dato che i sentimenti uccidono più di un coltello. Giacomo Rizzolatti, dell'Università di Parma, scopri' che nel cervello umano sono presenti dei "neuroni-specchio" che ci consentono di far nostre le emozioni degli altri.
La presenza o l'assenza di questi neuroni spiega la differenza tra Noi e i Leghisti.
Senza, non c'é condivisione né appartenenza. L' EMPATIA ci consente di metter dietro tutti i ragionamenti pratici, i perché e i percome di una vicenda, mette in risalto l'emozione e la partecipazione alla stessa.
Una barca che parte, carica di Uomini e Donne alla ricerca della Vita, il loro stringersi addosso per mitigare il freddo, per sconfiggere la Paura per trasmettersi l'un l'altro la Speranza, NON puo' lasciarci indifferenti.
Il nostro "non possiamo accoglierli tutti" é la patetica difesa che l'Egoismo mette in pratica per sconfiggere l' Empatia che vorrebbe invece farci aprire le braccia per accoglierli.
E questo vale per tutte quelle storie che ci sfiorano ogni giorno.
Dalle più drammatiche, tipo una Donna che si brucia per disperazione, all'anziano costretto a rovistare nei cassonetti dell'immondizia per racimolare un po' di cibo.
Da un Popolo oppresso come quello Palestinese, ad un Popolo schiavo come quello egiziano. La nostra EMPATIA ci costringe a fare i conti con noi stessi, con le nostre azioni, i nostri pensieri. Ci sbatte in prima linea nella guerra contro l'Indifferenza. Vi auguro di soffrire per chi soffre, di piangere per tutti coloro che piangono, di provare lo stesso freddo, la stessa fame o la stessa sete. Vi auguro di capire. Vi auguro di possedere la Maledetta Benedizione. Solo cosi', forse, un giorno, facendo nostre le altrui difficoltà, riusciremo a fare qualcosa per fermarle. Avremo la capacità di accogliere le barche, proteggere le Donne umiliate e ferite dal "troppo amore" dei loro padroni, proteggere dall'insulto tutti coloro che amano in modo ritenuto stupidamente "diverso" saremo accanto a chi soffre, dividendo con lui la sua sofferenza, stringeremo le mani, abbracceremo i deboli, aiuteremo chi é caduto a rialzarsi. Saremo dentro il cuore degli altri. Non vi dovete vergognare di provare questi sentimenti. Sono l'unica ragione valida per continuare a vivere, per dare uno scopo al quotidiano respirare, per dare un significato vero, alle nostre azioni.
Senza EMPATIA non saremmo che foglie. Io ho la presunzione e il desiderio d'essere un Animale. Nonostante tutto.
(Claudio Khaled Ser)
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Ci sono amicizie che, per un tempo, sembrano l’universo intero. Persone che entrano nella nostra vita con un impatto devastante, come stelle cadenti che illuminano ogni angolo della nostra esistenza. Con loro, condividiamo segreti, pensieri, speranze e dolori, intrecciando le nostre vite come se nulla potesse mai scioglierle. Ci convinciamo che quei legami, così profondi e preziosi, dureranno per sempre. E poi, un giorno, senza un motivo chiaro, senza un segnale evidente, le strade iniziano a divergere. Passano giorni, mesi, anni, e quella presenza fondamentale si allontana, fino a diventare solo un’ombra lontana.
All'inizio, fa male. Un dolore acuto, come una ferita aperta che non sembra voler guarire. Ogni luogo sembra risuonare della loro assenza, ogni oggetto un richiamo ai momenti passati insieme. Era come vivere in una casa piena di fotografie di un tempo che non esiste più, ma da cui è impossibile distogliere lo sguardo. Tutto sembrava richiamare quella persona, ogni piccolo dettaglio, anche quelli che un tempo sembravano insignificanti. Ogni sorriso, ogni risata, ogni segreto condiviso diventava un nodo in gola, un peso nel cuore. Era come camminare in una casa dove le pareti sono ricoperte di ricordi che non vuoi dimenticare, ma che fanno male ogni volta che li osservi.
Col tempo, però, il dolore si smussa. Non scompare, ma diventa una presenza silenziosa, una sorta di eco lontano che non lacera più, ma che fa parte di noi. È strano, quasi spaventoso, rendersi conto di come il cuore impari a convivere con il vuoto, di come l’assenza si fonda con la nostra normalità. E ci si sorprende nel ritrovare una parvenza di serenità anche senza quella persona che, un tempo, sembrava indispensabile.
Ma forse la cosa più dolorosa, quella che ci spaventa di più, è proprio la facilità con cui il cuore si abitua. Guardarsi allo specchio e rendersi conto che quel legame, un tempo così intenso, ora è diventato una presenza sfocata, un ricordo che non riesce più a suscitare le stesse emozioni di una volta. È un pensiero che ci fa sentire fragili, vulnerabili. Come se la nostra stessa capacità di amare, di creare legami profondi, fosse in realtà limitata, destinata a consumarsi con il tempo.
È spaventoso pensare a quanto tutto sia effimero, a come le persone che hanno significato tutto possano diventare niente. È come vivere in un mondo fatto di sabbia, dove ogni passo che lasciamo dietro di noi viene lentamente cancellato dal vento. Ci spaventa la consapevolezza che anche i legami più forti possano svanire, che l’affetto e l’amore possano trasformarsi in ricordi sempre più vaghi, fino a dissolversi completamente.
E così, impariamo a convivere con questo vuoto. Impariamo ad abitare una casa spoglia, a riempire le nostre giornate di gesti nuovi, di volti nuovi. Eppure, ogni tanto, quando meno ce lo aspettiamo, il passato torna a bussare alla porta. Basta un profumo, una canzone, un luogo particolare, e tutto quel dolore che sembrava addormentato si risveglia, ricordandoci di quanto abbiamo amato e perso. È un dolore che non ci travolge più, ma che si insinua piano, come un’ombra che non possiamo scacciare del tutto.
A volte mi domando se sia giusto così, se sia giusto accettare che anche le persone più importanti possano svanire come nebbia al sole. Mi domando se sia possibile costruire qualcosa di eterno, o se siamo destinati a perdere, a dimenticare, a trasformare tutto in ricordi. Ma forse, il senso di tutto questo sta proprio qui: nell’accettare che ogni incontro, ogni legame, è una parte del nostro cammino, una tappa preziosa che ci arricchisce e ci cambia, anche se non sarà per sempre.
E così, continuiamo a camminare. Portiamo con noi i frammenti di quelle persone, di quei momenti, anche se ormai sono solo ombre nel nostro passato. Forse, alla fine, ciò che conta non è quanto dura un legame, ma quanto ci ha fatto sentire vivi, quanto ci ha permesso di scoprire parti di noi che non conoscevamo. Forse è questo il dono che ci lasciano le amicizie passate: la consapevolezza di essere stati amati, di aver vissuto qualcosa di unico, anche se solo per un breve istante.
E in questo silenzio, in questo vuoto che a volte sembra pesare troppo, continuiamo a camminare
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Un pugno di sabbia...❤
@femmenoir-red
-emozioni red
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Assorbito nei pensieri della notte come acqua nella sabbia,
mi perdo in un mondo fatto di carta e di parole scritte con inchiostro denso come le emozioni che provo,
inventando amori fatti di sogni insonni.
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Navigo sul mare dei desideri e incontro isole di ricordi e spiagge con il tuo nome inciso nella sabbia... e la voglia di te diventa come un mare di emozioni... incontenibile.
cywo
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Quanta vita trascorsa ad inseguire "la cosa giusta", a cercare di incastrare tutto, a incasellare e mortificare le proprie istanze in nome di un forma, di un ruolo, di quello che gli altri si aspettano.
Il partner, i genitori, gli amici, la società.
Pezzi di vita e di noi, schiacciati ed annichiliti in nome di un' ostinata coerenza. La forma, più che la sostanza.
Quanti sensi di colpa inutili, quante emozioni represse, quanti gesti dimenticati nell'oceano dei "se avessi..?".
Se c'è un inferno è questo: diventare estranei a se stessi. Per poi accorgersi che il "Grande Giudice" non arriva.
Non esiste, se non dentro di noi.
Non c'è alcun podio, alcuna medaglia, alcun riconoscimento o stretta di mano.
Quel che esiste è invece la fine del tuo tempo, i tuoi ultimi respiri.
Se può esistere un "mai più", è proprio questo. Gli ultimi istanti, e quei conti da fare con se stessi: come ho vissuto la mia vita? L'insanabile tormento del "vorrei averlo fatto". E il desiderio di voler dar tutto per poter tornare indietro e seguire nuovi percorsi. Ma è un pensiero che si scioglie nel tempo, nel silenzio dell'ultimo respiro.
Ma oggi tu sei. Esisti e respiri.
E allora, c@zzo.
Falla quella telefonata.
Alimenta quel talento.
Abbraccia quella persona.
Dillo quel "ti amo" soffocato tra i silenzi del cuore.
Perdona.
Accarezza il viso dei tuoi genitori. Ringraziali, hanno fatto quel che hanno potuto. Vivi, in tutte le sfumature del tuo Essere. Non sei sbagliato, sei vivo.
La clessidra è lì accanto.
La sabbia scorre inesorabilmente e non ci è dato sapere per quanto ancora.
Guardala, accarezzala. Il tempo non ti sia nemico, ma motore dei tuoi giorni.
Chiudi gli occhi e respira.
Esisti. Ora riaprili... e vivi il tuo momento.
- Oscar Travino
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Quanta vita trascorsa ad inseguire 'la cosa giusta', a cercare di incastrare tutto, a incasellare e mortificare le proprie istanze in nome di una forma, di un ruolo, di quello che gli altri si aspettano. Il partner, i genitori, gli amici, la società. Pezzi di vita e di noi, schiacciati ed annichiliti in nome di un' ostinata coerenza. La forma, più che la sostanza.
Quanti sensi di colpa inutili, quante emozioni represse, quanti gesti dimenticati nell'oceano dei 'se avessi..?'.
Se c'è un inferno è questo: diventare estranei a se stessi.
Per poi accorgersi che il 'Grande Giudice' non arriva. Non esiste, se non dentro di noi. Non c'è alcun podio, alcuna medaglia, alcun riconoscimento o stretta di mano.
Quel che esiste è invece la fine del tuo tempo, i tuoi ultimi respiri.
Se può esistere un 'mai più', è proprio questo.
Gli ultimi istanti, e quei conti da fare con se stessi: come ho vissuto la mia vita? L'insanabile tormento del 'vorrei averlo fatto'. E il desiderio di voler dar tutto per poter tornare indietro e seguire nuovi percorsi.
Ma è un pensiero che si scioglie nel tempo, nel silenzio dell'ultimo respiro.
Ma oggi tu sei. Esisti e respiri.
E allora, cazzo.
Falla quella telefonata.
Alimenta quel talento.
Abbraccia quella persona.
Dillo quel 'ti amo' soffocato tra i silenzi del cuore.
Fai l'amore, scopa pure, in tutti i modi che desideri.
Perdona.
Accarezza il viso dei tuoi genitori. Ringraziali, hanno fatto quel che hanno potuto.
Vivi, in tutte le sfumature del tuo Essere. Non sei sbagliato, sei vivo.
La clessidra è lì accanto. La sabbia scorre inesorabilmente e non ci è dato sapere per quanto ancora. Guardala, accarezzala.
Il tempo non ti sia nemico, ma motore dei tuoi giorni.
Chiudi gli occhi e respira.
Esisti.
Ora riaprili, e vivi il tuo momento.
-Oscar Travino-
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Rompere il silenzio fermare la notte ascoltare se stessi. Emozioni partorite dalla solitudine delle donne che scrivono. Parole che nascono e disegnano deserti piante fiori… mari dalla schiuma frastagliata disordinata che gioca con la sabbia. Si scoprono foreste dove rime sussurrate forse gridate si perdono in silenzi carichi di memorie. Prima che la notte spenga l’ultimo ricordo Erebus donami il miele dei sogni e più dolce sarà il risveglio. Mirella Narducci ************************* Break the silence stop the night listen to yourself. Emotions born from loneliness of women who write. Words that are born and they draw deserts plants flowers… seas of foam jagged messy playing with sand. Forests are discovered where whispered rhymes perhaps shout they get lost in silences full of memories. Before the night extinguish the last memory Erebus give me the honey of dreams and the sweeter the awakening will be. Mirella Narducci
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
...e quando con il pensiero
ti accarezzo...
lo senti tutto l'amore
che passa
tra le mie dita?...
M.C.©
Sei tutto ciò che ho,
il tempo scappa
come sabbia tra le dita...
in un attimo
ci si ritrova
fra le mani il nulla...
lasciamoci andare
a questo amore
che ci riempie il cuore...
sei come ossigeno
per il mio respiro
di ogni momento che passa
facciamolo diventare unico,
se il vento raccogliesse
le nostre emozioni,
diventeremo mare...
questo amore
così profondo
che ci unisce...
merita di essere vissuto...
M.C.©
Non mi piacciono le cose finte, ritoccate... i visi senza rughe, la pelle tirata all'inverosimile, le bocche gonfiate, gli occhi che sembrano non abbiano mai pianto... statici, senza emozioni, non mi piacciono i seni rifatti, gonfiati, alzati in sù... sono per le cose semplici e genuine, sono per il tempo che passa lasciandoti addosso quei segni che testimoniano di aver vissuto, sorriso e pianto, emozionato, che hai allattato i tuoi figli con tanto amore... che ogni momento passato ti ha arricchito il cuore e lasciato i segni sul corpo, sul viso... sono per la gente spontanea, che non nasconde la propria anima, il cuore, dietro ad un viso o un corpo perfetto...
M.C.©
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"Sarò una vecchia del paese"
Sarò diventata vecchia in un paese dove non sono nata. Non avrò storia in queste strade che ne hanno per quelli che hanno emesso il primo vagito in questo luogo. Ho messo piede su questo suolo con il mio corpo , vent’anni e poco più nei capelli i riflessi di un sole amico, le spalle brucianti nelle sere d’agosto. Il gusto di cibi che avevano il calore dell’infanzia, preparate da mani che mi accarezzavano, da cuori che mi avevano amato. Avevo dentro tutto quello che avevo imparato, assorbito e portato con me, sentimenti ed emozioni che non conoscevano tempo e nemmeno spazio. Non ho avuto il tempo di adattarmi a questo paese. Non sento mio nessun luogo. Mi è sembrato di avere per me solo la mia casa e i mobili, la mia biancheria,i vestiti e tutto quello che è personale. Quando arrivai con le mie valigie e i miei sacchetti della spesa mi sentii padrona di tutto e di niente. Tra le cose in valigia avevo mille foto di me, dei miei posti, quei sorrisi negli scatti. Avevo portato via quel piccolo mondo che un po’ mi assomigliava. Mi vedevo come appesa ad un filo lungo dov’erano attaccate le mie braccia e tutte quelle cose che mi appartenevano, legate l’un l’altra mentre volavano via con me. Adesso che guardo indietro mi trovo a contare quegli anni, trascorsi uno dietro l’altro, un po’ veloci e un po’ no. Non sono cambiata, ho ancora quegli occhi chiari, ma scuri e persi dietro a malinconie ,ho il passo veloce di chi correva nel mondo perché aveva fretta di fare, ma poi ho rallentato perché è meglio fermarsi a riflettere, sedersi davanti al mare ed aspettare le sue risposte. Perché arrivano, arrivano sempre puntuali e soffia sempre il vento e tu seduta sulla sabbia le senti nelle onde, mentre ti mettono in pace.
Carla 2024
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Quanta vita trascorsa ad inseguire 'la cosa giusta', a cercare di incastrare tutto, a incasellare e mortificare le proprie istanze in nome di un forma, di un ruolo, di quello che gli altri si aspettano. Il partner, i genitori, gli amici, la società. Pezzi di vita e di noi, schiacciati ed annichiliti in nome di un' ostinata coerenza. La forma, più che la sostanza. Quanti sensi di colpa inutili, quante emozioni represse, quanti gesti dimenticati nell'oceano dei 'se avessi..?'.
Se c'è un inferno è questo: diventare estranei a se stessi.
Per poi accorgersi che il 'Grande Giudice' non arriva. Non esiste, se non dentro di noi. Non c'è alcun podio, alcuna medaglia, alcun riconoscimento o stretta di mano. Quel che esiste è invece la fine del tuo tempo, i tuoi ultimi respiri.
Se può esistere un 'mai più', è proprio questo. Gli ultimi istanti, e quei conti da fare con se stessi: come ho vissuto la mia vita? L'insanabile tormento del 'vorrei averlo fatto'. E il desiderio di voler dar tutto per poter tornare indietro e seguire nuovi percorsi. Ma è un pensiero che si scioglie nel tempo, nel silenzio dell'ultimo respiro.
Ma oggi tu sei. Esisti e respiri.
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Perdona. Accarezza il viso dei tuoi genitori. Ringraziali, hanno fatto quel che hanno potuto. Vivi, in tutte le sfumature del tuo Essere. Non sei sbagliato, sei vivo. La clessidra è lì accanto. La sabbia scorre inesorabilmente e non ci è dato sapere per quanto ancora. Guardala, accarezzala. Il tempo non ti sia nemico, ma motore dei tuoi giorni. Chiudi gli occhi e respira. Esisti.
Oscar Travino
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Tutto ha inizio di fronte al mare.
Sia il tuo sguardo cosciente che il tuo subconsio inquieto e sognante.
Il mare è la domanda ed il mare, molte volte è anche la risposta.
Una risposta sfuggente, sottile da afferrare ma fatta della stessa materia dei sogni, delle tue fantasie, di quella irrequietezza antica che ti porti fin da bambino.
Davanti al mare ti incantavi per ore con gli occhi sgranati davanti a tanto miracolo. Per ore, immaginando l'arrivo da quel lontano orizzonte, dei pirati, o di un popolo conquistatore.
Ci contavi e quando faceva sera, ti dicevi "Sarà per domani. Lo sbarco avverrà forse stanotte, forse all'alba favorito dalla luna piena"
Quel mare, già allora sentito come amico di giochi, tu non l'hai mai tradito, ma l'hai riposto fra le cose più sacre.
Era l'amico che ti porgeva nuove curiosità e interrogativi. Così simile, già allora, alla tua mente inquieta e multiforme.
Oggi, lo ritrovi d'inverno nelle tue escursioni per chilometri sulla sabbia bagnata, di corsa o passeggiando, quando cerchi la pace che la città e le persone ti hanno sottratto.
Oppure lo ritrovi ad aprile nel vento degli aquiloni e nelle mareggiate furiose di certe notti di primavera.
E poi a maggio quanto ti distendi sul caldo tepore della sabbia, per ritrovare la solidità del pianeta, sotto la schiena. O quando voli assieme ai gabbiani nel vento delle bandiere tese a tremolare.
Quando l'aria stessa, prende ad ondeggiare nel vapore della lontananza e dell'orizzonte.
Allora ti lasci invadere dalle emozioni e dal calore della stagione abbagliante che viene.
E' allora che ti arrendi e lasci che la luce arrivi a saziarti gli occhi e la fame d'altrove.
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GLI ADDII
Ci sono addii che non conoscono le parole.
Sono sguardi di tristezza immane
tra le carezze sfiorate solo
con una lacrima
a svanire.
Ci sono addii che non fanno rumore.
Sono silenzi che si estendono
tra la polvere e il chiasso della folla
che trapassa il cuore con un dolore immenso.
Ci sono addii di orme lasciate e decise dal tempo
senza ragioni, senza pensieri da stringere tra le mani,
placando così la rabbia cieca
a dirti un solo rivolo di quel senso
sperduto.
Ci sono addii che profumano di giorni d’estate,
di grano
che inebria di emozioni,
di passi nel cielo che hai sfiorato con un volo,
mentre tutto rimaneva nel buio.
Ci sono addii seduti ancora sulla poltrona di casa,
che ti osservano come un’ombra,
mentre il volto provato dal ricordo diventa la Luna
per dare luce a quella presenza quando si fa sera.
Ci sono addii scritti sul palmo della tua mano.
Quelli che ti svegliano all’improvviso
da un sogno infinito.
Quegli addii che solo l’anima riconosce
tra mille granelli di sabbia ardente.
Quelli che ti lasciano senza respiro,
mentre gli occhi erano già oltre quell’orizzonte,
mentre la barca
cullava il tuo sorriso
verso le speranze amate.
Quegli addii che il mare
ricopre
con le acque profonde in un istante,
cancellando così ogni sentiero percorso,
ogni strada che riporta i rami
verso l’albero
della vita.
Nadezhda G.Slavova
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Non dovrei aspettarti, non dovrei starci così male. Non dovrei tante cose, ma come si fa a dire basta a così tanto, a quel tanto che mi ha fatto rinascere quando non sapevo neanche di non essere realmente viva, come si pone la parola fine quando i sentimenti sono troppi e le parole troppo poche per descriverle?
Fossi brava a tenere tutto questo, tutte queste emozioni che mi scappano dalle mani come sabbia con in vento, riuscirei a stare meglio.
Cercavo solo qualcuno che mi volesse tenere e che fosse felice di avermi li, in quel posticino che mi ha riservato, invece è come andare a vedere uno spettacolo, con la fine non definita e stare con il fiato sospeso, aspettando di tutto e avendo paura della parola fine.
Sento tante parole belle che mi vengono rivolte ma non so per quale casualità del destino le azioni sono come pugni al cuore che mi impediscono di respirare e faccio fatica.
Non mi pento di nulla, solo di non averti tenuta a me pento ancora.
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20/27
🐚.Appuntamento ideale? Descrivilo.
Penso che prima di tutto l'appuntamento ideale si crei per ogni persona in maniera diversa a seconda di tante e diverse condizioni, emozioni, tempi e così via.
Ad ora un appuntamento ideale per me sarebbe un pic-nic con cibo preparato con le mie mani da portare in spiaggia verso il tramonto, per osservarlo, fare il bagno, poi cenare con calma sulla sabbia ancora calda o intorno ad un falò, cuocere i marshmallow su dei bastoni e osservare farsi notte, le stelle, canzoni e suonare la chitarra, poi tornare a casa in macchina profumando di mare.
Il mio appartamento ideale è un museo d'arte, osservare i dipinti e/o le foto oppure sculture, ogni particolare da osservare in silenzio, tenendosi per mano, appoggiando il capo sulla spalla dell'altra persona, notare ciascuno un particolare diverso, capirsi senza bisogno di parlare.
Il mio appuntamento ideale è una libreria, di quelle dove si mescola l'odore del legno con quello delle pagine dei libri, magari la possibilità di prendere un caffè sfogliando le pagine di qualche classico letterario mentre fuori piove, discorrere delle trame e degli autori, magari acquistare uno o due volumi ed affrontare la pioggia proteggendo i libri sotto i cappotti, ma senza ombrello correre e ballarvi al di sotto.
Il mio appuntamento ideale è un negozio di vinili, piccolo e vintage, con la musica in sottofondo mentre giri per scaffali e banchi pieni di storia della musica, sorridendo e canticchiando di tanto in tanto qualche canzone, confrontarsi sui propri gusti.
Potrei continuare, ma la verità è che sarebbe diverso a seconda di tante condizioni e comunque sarebbe speciale.
🐚. Una canzone che ami?
Una canzone che amo particolarmente? Ce ne sono tante e diverse per anno, genere e motivo: amo "La fine" di Tiziano Ferro perché è la canzone che mi ha salvata dal periodo più buio della mia vita; amo "Bohemian Rhapsody" perché è l'apoteosi delle canzoni dei Queen; amo "Love of my life" sempre dei Queen perché è una canzone d'amore pura e totalizzante; amo "Piccola stella senza cielo" di Ligabue perché mi rivedo in quella canzone in maniera particolare.
Grazie delle domande.
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