#Emilio Battisti
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teenagedirtstache · 11 months ago
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adrianomaini · 11 months ago
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Avevano adibito la loro casa a “carceri” dove venivano imprigionati gli antifascisti
I gesti criminali commessi dagli uomini della RSI, presentano una forma dicotomica, ma paradossalmente le due visioni possono portare a risultati diametralmente opposti, come afferma Toni Rovatti.Si deve quindi fare spazio ad una visione fenomenologica: in questo modo la guerra fratricida e il collaborazionismo potrebbero essere considerati come contesto favorevole alla manifestazione della…
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bagnabraghe · 11 months ago
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Avevano adibito la loro casa a “carceri” dove venivano imprigionati gli antifascisti
I gesti criminali commessi dagli uomini della RSI, presentano una forma dicotomica, ma paradossalmente le due visioni possono portare a risultati diametralmente opposti, come afferma Toni Rovatti.Si deve quindi fare spazio ad una visione fenomenologica: in questo modo la guerra fratricida e il collaborazionismo potrebbero essere considerati come contesto favorevole alla manifestazione della…
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collasgarba · 11 months ago
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Avevano adibito la loro casa a “carceri” dove venivano imprigionati gli antifascisti
I gesti criminali commessi dagli uomini della RSI, presentano una forma dicotomica, ma paradossalmente le due visioni possono portare a risultati diametralmente opposti, come afferma Toni Rovatti.Si deve quindi fare spazio ad una visione fenomenologica: in questo modo la guerra fratricida e il collaborazionismo potrebbero essere considerati come contesto favorevole alla manifestazione della…
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micro961 · 2 years ago
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Deschema - “Disordine”
Torna la band che continua a produrre singoli da classifica sui principali digital stores e nelle radio italiane
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Nuovo singolo per l’eclettica band dei Deschema dal titolo “Disordine” che continua a far parlare di sé facendo il pieno di elogi tra pubblico e critica. Il brano è su tutti i principali stores digitali e nelle radio italiane in promozione nazionale.
 “Disordine è un quadro astratto che racconta di un momento particolare della nostra vita: un burnout che ha prosciugato la mente e le emozioni, togliendo tutte le energie, dove tutto era fuori posto. Avete mai provato quella sensazione di compressione come se qualcosa dentro di voi volesse esplodere ma non ci riesce? Ecco, Disordine rappresenta proprio questo: quell’urlo che è servito per tirare fuori tutto nella maniera più sincera possibile.” Deschema
I Deschema sono Gianluca Polvere, Nicola Facco, Giulio Cappelli, Emilio Goracci e Lorenzo Fabbri. Il progetto nasce nel 2016 nel territorio Senese. Un chiaroscuro di sonorità che non si vuole limitare nel definirsi in un unico genere e che prende forza dalla necessità di evadere dal disagio e dal senso di inadeguatezza tipici delle piccole realtà provinciali. Nel 2016 pubblicano il primo EP omonimo “Deschema” e da allora partono con l'attività live che li porterà a suonare in tutta Italia. Nel 2018 partecipano a Sanremo Giovani con il singolo “Cristallo” classificandosi al terzo posto e vincendo così la partecipazione al “Sanremo Giovani World Tour”, che li porterà a suonare in tutti e cinque i continenti per una durata di dieci date (Roma, Tunisi, Tokyo, Sidney, Buenos Aires, Toronto, Barcellona, Bruxelles, San Pietroburgo). Dal 2019 , in seguito all’uscita del singolo “Tabula rasa” continuano con l'attività live, suonando anche al MEI di Faenza che assegna al gruppo un premio come unica band autoprodotta ad aver partecipato al Sanremo Giovani World Tour. Ad agosto 2020 viene pubblicato il videoclip ufficiale di “Sì, viaggiare” cover di Lucio Battisti riarrangiata dalla band. Il 6 gennaio 2023 viene pubblicato il nuovo singolo “Lasciami Andare”.
Instagram: https://www.instagram.com/deschema_band/?hl=da
Spotify: https://open.spotify.com/artist/1WL25Og5mWvIEev4BlqWFy
YouTube: https://www.youtube.com/@DESCHEMA
Facebook: https://m.facebook.com/profile.php?id=100063699601062
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italianiinguerra · 2 years ago
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17 luglio 1942, gli alpini della "Cuneense" verso il fronte russo
17 luglio 1942, gli alpini della “Cuneense” verso il fronte russo
Era un venerdì quel 17 luglio 1942, quando pervenivano al comando della Divisione Alpina “Cuneense” i primi ordini per la partenza della grande unità per il fronte russo. Il movimento avrà inizio il 26 luglio con la partenza dei primi due convogli, dalla stazione di Mondovì (CN) e avrà termine il 9 agosto. In totale saranno 52 le tradotte che trasporteranno i 17.460 uomini della Divisione al…
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tmnotizie · 6 years ago
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MACERATA – Si apre questa sera alle ore 18 la 29° Edizione  di Musicultura. La Controra, un festival nel festival, multiforme come il suo pubblico, eterogeneo, sia per interessi culturali, che per profilo anagrafico, che per provenienze geografiche. Un mix di concerti, recital, incontri, dibattiti, reading – tutti ad ingresso libero –  che al ritmo di tre, quattro e anche cinque iniziative al giorno cadenzano le giornate della settimana del Festival Musicultura. Tra le location della Controra, disseminate nel centro storico di Macerata: Piazza Cesare Battisti, Piazza della Libertà, i cortili di Palazzo Ciccolini, del Palazzo Municipale, di Palazzo Conventati.
Questa seraalle ore 18 nel cortile del Palazzo Municipale con Mark Harris, che con Artisti si rinasce ripercorrerà parte della storia della musica d’autore italiana «Curiosando tra i titoli dei dischi “miei” pubblicati con i grandi della canzone -afferma Harris– ho notato che una decina sono omonimi, cioè portano semplicemente il nome (o cognome o pseudonimo) dell’artista che li ha incisi. E tra questi sette non sono dischi d’esordio, ma allora, perché la scelta dell’omonimo “senza titolo”, come se fosse il primo disco? “Alan Sorrenti” (1974). “Patty Pravo” (1976), “Enzo Jannacci” (1980), “Finardi” (1981), “Fabrizio De André” (1981), “Gaber” (1984), “Zero” (1987).– tra aneddoti, esempi musicali e riflessioni – credo di poter gettare un po’ di luce sul mistero…» Mark Harris, polistrumentista, arrangiatore, direttore musicale, produttore, compositore, cantante e paroliere, ha collaborato con tantissimi ‘big’ della musica nazionale ed internazionale. Musicista eclettico, passa dalla “new music” contemporanea al rock e al jazz, si trasferisce in Italia nel 1967, dove dal 1974 al 1975 è parte dei Napoli Centra
Alle 18,30 nel Cortile di  Palazzo Conventati sarà  protagonista l’attrice Adriana Asti con Un futuro infinito. Piccola autobiografia  un libro dove racconta se stessa e il suo mondo, popolato da scrittori, poeti, maghi, intellettuali, registi, attori, primedonne, personaggi eccentrici e bizzarri. Le cene con Alberto Moravia, Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise, Elsa Morante e Natalia Ginzburg e i lavori con i più famosi registi del Novecento, da Harold Pinter a Bob Wilson.
Una vita tra le estati a Ischia con Luchino Visconti e il legame struggente con Pier Paolo Pasolini. Il sodalizio umano e artistico con Franca Valeri. La spaventevole malattia che non riuscì a tenerla lontana dal palcoscenico. E ancora, le prime nozze con Fabio Mauri e l’incontro e il matrimonio con Giorgio Ferrara: lei quarantenne, lui poco più che ventenne. “Un futuro infinito. Piccola autobiografia” è la storia di una straordinaria attrice, riservata eppure spregiudicata, libera e anticonvenzionale.
Alle 21.15 nel Cortile di Palazzo Ciccolini Roberto Giambò Professore ordinario di Analisi Matematica all’Università di Camerino con With a little help from Maths : nel 1964 i Beatles aprono “A Hard Day’s Night” con un accordo misterioso, la matematica entra in gioco per risolvere un enigma del rock,  un vigoroso accordo, così complesso che, da allora, autorevoli studiosi hanno dissentito, e tuttora dissentono, sulla sua composizione. Gli strumenti della matematica ci aiuteranno a risolvere il mistero una volta per tutte..
Alle 21,30 in Piazza della Libertà grande spettacolo musicale di apertura con “ La Compagnia” di Musicultura: Gabriella Ferri, una voce fuori dal coro. La figura di Gabriella Ferri tratteggiata da Piero Cesanelli in un viaggio artistico di cui la protagonista è una donna passionale, generosa, affascinante un’ artista che può essere considerata una delle più grandi interpreti della canzone popolare del nostro paese, soprattutto per il ruolo di “Mamma Roma” ereditato dalla Magnani.
Sul palcoscenico di apertura del Festival i 13 grandi artisti de “La Compagnia”: Valentina Guardabassi, Alessandra Rogante, Francesco Caprari, Elisa Ridolfi (interpreti). Adriano Taborro (chit., mandolino, violino), Casta (chit.), Paolo Galassi (basso), Roberto Picchio (fisa), Alessandra Tamburrini (tastiere), Luca Mengoni (violino), Riccardo Andrenacci (batteria), Piero Piccioni e Fulvia Zampa (voci narranti), Andrea Pompei (contributi video), Silvana Bozzi (acqueforti).
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emiliopappagallo · 7 years ago
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Mio nonno Emilio Pappagallo (in arte Aldo Novelli) - negli studi televisivi Rai - intervista Lucio Battisti e i Dik Dik nella sua trasmissione Teleset. Era il 1966. Grazie a @fabiana_pagliaroli ❤️ #nonno #nonnoEmilio #aldonovelli #rai #teleset #battisti #luciobattisti #dikdik #1966 #presentatore #cassette #radio #tv #radiorock #grattagratta #love (presso Centro Rai)
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gospepio · 7 years ago
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#PP61 – Conhecimento além do normal
A faculdade de ler o pensamento e de conhecer o íntimo de quem dele se aproximava era uma das características mais notórias do Padre Pio. Parecia que, para ele, o espírito humano não tinha barreiras. O Padre falava das suas experiências pessoais e dos segredos de quem tinha à sua frente, como se estivesse a ler num livro. As suas afirmações eram precisas, exactas, mesmo que o tempo tivesse ofuscado a recordação de tais experiências na mente do interlocutor. Nada escapava à sua intuição misteriosa. Muitos grandes santos eram dotados desta prerrogativa, sobretudo aqueles que desempenharam o papel de «guias espirituais». No Padre Pio, essa faculdade traduzia-se por vezes na percepção precisa, quase material, do pensamento de quem estava a seu lado. Certo dia, Cario Campanini, o actor e grande filho espiritual do Padre Pio, tinha acompanhado a San Giovanni Rotondo um seu colega, que sentia curiosidade mas também cepticismo. Quis que ele assistisse à Missa. A igreja estava apinhada. Enquanto se aproximavam do altar, o colega de Campanini, olhando à sua volta, comentou: «Quantos imbecis vêm aqui prestar honras a este bufão, que se arma em santo.» Nesse instante, o Padre Pio, voltou-se do altar para o povo e, fitando aquele senhor, disse com voz forte: «Orai, irmãos, não por mim, mas por aquele pobre filhinho que, neste momento, está a dizer que eu sou um bufão.» Um médico de San Marco in Lamis tinha proibido as duas filhas de beijar a mão ao Padre Pio. Julgava ele que aquelas chagas eram consequência de uma grave doença e receava o contágio. Certo dia, as duas raparigas foram visitar o convento, acompanhadas por outras amigas. Vendo que todas as suas companheiras beijavam a mão ao Padre, para não lhes ficar atrás, aproximaram-se para fazer o mesmo. O Padre, porém, pondo as mãos atrás das costas, ordenou: «Não, obedecei ao vosso pai.» Contou-me o cardeal Giuseppe Siri, arcebispo de Génova: «Durante muito tempo hesitei sobre uma grave decisão que devia tomar a respeito de uma importante questão, na minha diocese de Génova. As soluções possíveis eram duas, mas eu não sabia qual delas era a melhor. A dado momento, vendo-me obrigado a agir, decidi por uma delas. Ora, no dia seguinte, recebi um telegrama do Padre Pio em que ele me dizia que a decisão tomada fora acertada, exortando-me a prosseguir no mesmo caminho. Eu tinha passado por aquele período de incertezas sem nunca dizer nada a ninguém.» Além disso, o Padre Pio também via o futuro. «Lembra-te que eu vejo tudo em Deus», disse ele certo dia a Angelo Battisti, seu colaborador na administração da Casa Alívio do Sofrimento. Tinha um conhecimento da realidade que ultrapassava os limites do espaço e do tempo, ou seja, podia «Ver» acontecimentos que nesse momento estavam a acontecer fora do alcance do seu olhar, e também acontecimentos que ainda não tinham ocorrido, e que, portanto, só viriam a realizar-se no futuro. A esta faculdade chamam os estudiosos «precognição». É uma faculdade extraordinária, mais incompreensível, do ponto de vista racional, do que todas as outras faculdades misteriosas que já vimos no Padre Pio. Com efeito, envolve o futuro, uma realidade ainda inexistente e cuja realização depende do concurso de inúmeros factores, que escapam ao controlo humano, como o livre-arbítrio, por exemplo. A precognição poderia ser admissível, até certo ponto, para aqueles que professam filosofias deterministas, doutrinas segundo as quais todos os acontecimentos da vida humana, e até o destino eterno do homem, seriam antecipadamente determinados pela vontade divina ou por qualquer outro princípio universal. Estas teorias fatalistas encontram-se nas crenças dos antigos gregos e romanos, nas filosofias indianas, na antiga filosofia chinesa; eram professadas pelos estóicos e são admitidas pelos maometanos e por algumas ramificações protestantes do cristianismo, como o luteranismo e o calvinismo. Contudo, não fazem parte da Doutrina católica. Para o cristão católico, existe o «livre-arbítrio», a «liberdade absoluta» da pessoa, que determina o próprio comportamento. Segundo esta perspectiva, a precognição torna-se racionalmente inconcebível. Só pode ser «justificada» como carisma místico excepcional: o Dom, que Deus concede gratuitamente, em certos casos particulares, a grandes almas, de poder «ver», «nele», o resultado, a conclusão de «livres escolhas» das pessoas. Talvez por isso o Padre Pio dissesse: «Vejo tudo em Deus.» Já tivemos a oportunidade de citar vários episódios. As suas previsões sobre a conclusão da guerra e sobre o futuro da Casa Alívio do Sofrimento. Em Abril de 1961, o Padre Agostino de Campolieto teve de ir à Argélia, para fazer uma pregação, e foi despedir-se do Padre Pio; este disse-lhe: «Não partas, vais ao encontro de um perigo.» Embora conhecesse a faculdade precognitiva do Padre Pio, o Padre Agostino não pôde adiar a viagem, que já tinha sido organizada com todos os pormenores. Contudo, viria a aperceber-se que o Padre Pio tinha tido uma antevisão certa. Na Argélia havia uma grande agitação contra os franceses, e o Padre Agostino, que falava bem francês, foi considerado suspeito, pela polícia. A 24 de Julho, às 23h30m, foi preso e levado para a esquadra. Aí permaneceu até às 17 horas do dia seguinte, depois de ter sido submetido a um interrogatório duro e ininterrupto. Por fim, o equívoco foi esclarecido, mas o Padre Agostino ficou com muito medo, lembrando-se de quanto lhe fora predito pelo Padre Pio. De regresso a Itália, foi a San Giovanni Rotondo, a fim de agradecer ao Padre. «Cá vem o mártir», exclamou o Padre Pio, sorrindo. O Padre Agostino viria mais tarde a saber que, desde o dia 23, até às 17 horas do dia 24 de Julho, ou seja, durante todo o período em que ele estava a ser submetido àquele terrível interrogatório, na Argélia, o Padre Pio, em San Giovanni Rotondo, tivera uma crise, sofrendo com dores fortíssimas. Contou-me Giovanni Gigliozzi, o famoso jornalista da Rai: «Certo dia, estava eu em San Giovanni Rotondo, com o doutor Mario Cinelli, cronista-chefe do "L'Osservatore Romano". Estávamos no corredor do convento. O Padre saiu do coro e tomou o caminho da sua cela. A meio do corredor, sobre uma mesa de verga, havia alguns jornais. O "Avvenire d'Italia", diário católico de então, trazia na primeira página uma grande fotografia de Aldo Moro, que era Presidente do Conselho. Ao passar, o Padre parou, fitou aquela imagem durante alguns instantes e depois, cobrindo o rosto com as mãos, exclamou: "Meu Deus, quanto sangue, quanto sangue!" Nem eu nem Cinelli entendemos nessa altura o significado daquela frase. Mas agora, à luz de tudo o que viria a acontecer, passados muitos anos, podemos considerar que se tratou de uma dramática precognição.» Na época das grandes multidões que acorriam à presença do Padre Pio, eram enviados para o convento dois agentes de polícia, que se mantinham sempre a seu lado, para o proteger. Certo dia, na sacristia, enquanto despia os paramentos sagrados, depois da celebração da Missa, o Padre voltou-se, sorridente, para um dos polícias: «Quando eu estiver despachado, depois da ação de graças, vem à minha cela, pois preciso de falar contigo.» O polícia, muito contente, esperou que o Padre Pio terminasse e depois dirigiu-se à cela do religioso. «Ouve - disse-lhe o Padre; - dentro de oito dias, no máximo, vais morrer. E preferível que vás para casa, ter com os teus.» «Mas, Padre, eu estou muito bem de saúde», retorquiu o polícia. «Não te preocupes - acrescentou o Padre -, estarás melhor daqui a oito dias. Que é esta vida? Uma peregrinação: viajamos de comboio, meu filho. Pede licença e vai pôr tudo em ordem, em tua casa.» O polícia, perturbado com tais palavras, perguntou: «Padre, posso contar a alguém aquilo que me disse?» «Por ora, não - respondeu o frade; - contá-lo-ás apenas quando estiveres em casa.» O jovem regressou ao quartel e pediu uma autorização para ir a casa. Não queriam conceder-lha, pois não havia motivo que justificasse tal licença. O Padre Pio, que conhecia o marechal, interveio: «Deixa-o ir alguns dias a casa, para estar com a mãe, pobre filhinho, deixa-o ir.» O marechal assinou-lhe a licença. Chegado a casa, o polícia disse aos pais. «O Padre Pio disse-me que eu vou morrer; vim para me despedir.» Passados oito dias, o jovem polícia morreu.
Para compreender melhor
Perfumes, bilocações, leitura do pensamento, precognições ... Ao que parece, para o Padre Pio não havia fronteiras nem barreiras de espaço e de tempo. Ele estava fora e acima da realidade, era uma testemunha sem tempo. Mas como é possível que tudo isto tenha acontecido? Já referi que semelhantes fenômenos não fazem parte da santidade de uma pessoa. Por isso a Igreja, nos seus processos de beatificação, só os toma em conta de forma relativa. De qualquer modo, chegaram até nós alguns factos concretos, claramente documentados por testemunhos dos quais não há razões para duvidar. Em certa ocasião pedi uma explicação para estes factos a um grande estudioso de fenômenos situados «nos limites da racionalidade», o professor Emilio Servadio. Era um estudioso de grande envergadura e de mentalidade aberta, que passara vários anos na Índia, onde também ensinara numa universidade. Ele disse-me que também encontrara a maior parte destes fenômenos nos grandes gurus indianos. Além disso explicou-me que, na sua opinião, eram a consequência espontânea de uma intensa vida ascética. «A ascese - explicou-me ele -, é como uma pirâmide. Quanto mais o indivíduo sobe para o alto, mais se manifestam nele, de forma espontânea, fenômenos paranormais, como, precisamente, a possibilidade de ler o pensamento, viagens fora do corpo, precognições, etc...» A santidade encontra-se no vértice da pirâmide de que me falava o professor Servadio. Por isso, nos santos, estão quase sempre presentes os vários fenômenos extraordinários que são observados nos médiuns, nos carismáticos, nos gurus e nos homens iluminados, com a diferença de que, nos santos, estes fenômenos são mais frequentes, mais intensos; o «maravilhoso», neles, é bastante mais benéfico e reconfortante.
O que ele disse
Durante um temporal, um frade está com o Padre Pio no corredor do convento. Assustado com os relâmpagos, fixando o olhar na cabina eléctrica próxima, o frade diz ao Padre: «Pai espiritual, afastemo-nos da cabina. Ontem morreram dez pessoas com um raio.» Ao que o Padre retorquiu: «Nós não corremos esse perigo; somos só dois.» Repetia com frequência: «Quando eu morrer, farei mais alarido do que enquanto estou vivo.» «Deixa que uma sombra de cipreste caia sobre a minha sepultura, e verás quantas maravilhas de Deus serão reveladas.» A quem lhe perguntava: «Padre, quando morrerdes, como viveremos sem a vossa presença?», ele respondia: «Colocai-vos diante do sacrário: em Jesus, encontrar-me-eis também a mim.»
O que disseram acerca dele
Enrico Medi, cientista: «Quando nos confessamos ao Padre Pio, fica claramente comprovado que ele nos conhece. Parecemos estar a falar com alguém que vê diretamente o nosso interior, melhor do que nós próprios somos capazes de o ver. Também não é exato dizer "parece", porque a realidade é essa. Faz-se silêncio e ele fala. Cada palavra tem peso, penetra no coração, como se o esculpisse, traça as linhas da nova vida, pode cortar como a ponta afiada do cirurgião, pode acariciar, como a mão de uma mãe. E inútil pedir. Resta-nos apenas esperar com afetuosa humildade. Jesus está ali próximo, com os braços abertos: o crucifixo. Como é difícil não chorar! Tínhamo-nos preparado para dizer isto ou aquilo, para falar de modo a encobrirmo-nos ou a pôrmo-nos um pouco a salvo. No entanto, sentimo-nos cair de um avião sem pára-quedas: mas caímos nos braços de Deus.» João Paulo II: «A Missa era para ele "a fonte e o cume", o eixo e o centro de toda a sua vida e da sua obra. Esta íntima e amorosa participação no sacrifício de Cristo foi, para o Padre Pio, a origem da dedicação e da disponibilidade frente às almas, sobretudo frente àquelas que estão presas nos laços do pecado e nas angústias da miséria humana.» from Grupo de Oração São PADRE PIO http://ift.tt/2jLw65L via IFTTT
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adrianomaini · 1 year ago
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Ufficiali di marina, poliziotti, giovani del Fronte della Gioventù tra i partigiani di La Spezia
Scheda Ricompart (www.partigianiditalia.beniculturali.it) di Renato Mazzolani. Fonte: Partigiani d’Italia (www.partigianiditalia.beniculturali.it) Date le caratteristiche della regione e il conseguente elevato numero di marinai che da essa provenivano, particolarmente significativo è stato il contributo dato dal personale della Marina alla Resistenza in Liguria. Il capitano del C.R.E.M. dei…
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bagnabraghe · 1 year ago
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Ufficiali di marina, poliziotti, giovani del Fronte della Gioventù tra i partigiani di La Spezia
Scheda Ricompart (www.partigianiditalia.beniculturali.it) di Renato Mazzolani. Fonte: Partigiani d’Italia (www.partigianiditalia.beniculturali.it) Date le caratteristiche della regione e il conseguente elevato numero di marinai che da essa provenivano, particolarmente significativo è stato il contributo dato dal personale della Marina alla Resistenza in Liguria. Il capitano del C.R.E.M. dei…
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