#Elena Sgarbossa
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sguardimora · 2 years ago
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[ph. Mirco Lorenzi]
Il tocco in quanto mozione ed emozione dell’altro consiste, insieme nel culmine di un contatto e nella sua ricezione... Il tocco sfiora e punge, penetra o afferra… è subito già la sua traccia, si cancella subito in quanto segno, impronta puntuale, pur continuando a propagare i suoi effetti di mozione ed emozione.
Parto da questa citazione del saggio di Jean-Luc Nancy, Rühren, Berühren, Aufruhr (2011), per raccontare il nuovo lavoro di Chiara Bersani Sottobosco, del quale abbiamo visto all’Arboreto lo scorso martedì 28 marzo alcuni materiali di ricerca. Una coreografia del toccare la definirei, rifacendomi appunto alla riflessione di Nancy, che evidenzia la valenza motrice, mobile e dinamica del toccare. Il testo è un po’ più complesso di come lo sintetizzo ma parte dal dire che l’azione del toccare è quella che segna la possibilità della distinzione di un corpo dall’altro: toccare inizia quando due corpi si allontanano distinguendosi l’uno dall’altro e prende forma come azione possibile per un corpo nel momento della nascita quindi quando quel corpo si libera distinguendosi dal corpo che lo ingloba. 
Nel lavoro di Chiara c’è questo e molto altro, c’è una tensione fra i due corpi in scena, il suo e quello di Elena Sgarbossa, fin dall’inizio, quando la scena si apre sui due corpi lontani l’uno dall’altro, immersi in un sottobosco soffice e dolce di marshmallow. Con loro in scena Lemmo a costruire dal vivo la partitura sonora: sta su un lato del palco e crea un’ulteriore tensione in questa relazione, avvolgendola in una atmosfera densa e vibrante.
I corpi sono inizialmente immobili poi quasi impercettibilmente iniziano a muoversi strisciando circolarmente; i volti sono nascosti e la tensione tra loro è mossa dal movimento delle dita dei piedi e delle mani che toccano il pavimento bianco e a tratti si sollevano come proiettandosi vicendevolmente verso il corpo presente dell’altra. 
Come due lumachine senza casa, che provano a mimetizzarsi nel sottobosco consapevoli degli sguardi che sono sopraggiunti, si muovono alla ricerca l’una dell’altra. Alzano e abbassano le loro molteplici antennine sensoriali che risiedono sulle punte della dita; si percepiscono da lontano, mentre una pioggia elettrica di suoni le percuote: è una tempesta che lentamente sembra trasformasi in pioggia battente e misteriosa. 
Poi la pioggia si placa e i rumori della sera appaiono: tra un metallico frinire di grilli ed echi che rimbombano in lontananza le creature si avvicinano fino a toccarsi e a confondersi l’una nel corpo protettivo dell’altra. Poi di nuovo si separano, distinguendosi non solo fisicamente ma anche nel movimento che cessa per Chiara e si fa esplosivo per Elena: è una danza ritmica, circolare quasi rituale, che le avvicina e le allontana. Poi si arresta, i loro volti iniziano ad emergere tra le ciocche dei capelli; si guardano mentre intorno a loro restano le tracce di quella tensione al toccarsi, tra confondersi mimetizzandosi e distinguersi.
Non restano ora che la voce calda di Lemmo e i piccoli gesti che ognuna delle due figure, immobili sul fondo del palco una di fronte all’altra, costruiscono come in un linguaggio segreto, un lieve battito dei pugni a terra una carezza sul volto  un tocco di capelli  la danza di una mano uno sguardo complice e un sorriso.
Sottobosco è un ambiente che deraglia dall’antropocentrinco, e come reciterà la voce in sottofondo di Chiara, è lo stato temporale in cui tutto ebbe inizio, dove i corpi non avevano contorni, dove tutto fluttuava e niente si poteva spezzare: una metamorfosi costante e continua, una trasformazione interna lenta ma inesorabile, una danza alla scoperta di nuove forme e percezioni. 
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The touch, as a motion and emotion of the other, consists both in the culmination of contact and its reception... The touch grazes and pricks, penetrates or grasps... its trace is immediately present, yet it disappears as a sign, a pinpoint imprint, while continuing to propagate its effects of motion and emotion.
Starting from this quote from Jean-Luc Nancy's essay, Rühren, Berühren, Aufruhr (2011), I will describe the new work by Chiara Bersani, Sottobosco, of which we saw some research materials at Arboreto on Tuesday, March 28th. I would define it as a choreography of touch, referring to Nancy's reflection, which highlights the motor, mobile, and dynamic value of touch. The text is a bit more complex than how I am summarizing it, but it starts by saying that the action of touching marks the possibility of distinguishing one body from another: touching begins when two bodies move away, distinguishing themselves from each other, and takes shape as a possible action for a body at the moment of birth when that body frees itself, distinguishing itself from the body that encompasses it.
In Chiara's work, there is this and much more; there is tension between the two bodies on stage, hers and Elena Sgarbossa's, from the beginning, when the scene opens on the two bodies far from each other, immersed in a soft and sweet marshmallow undergrowth. With them on stage is Lemmo, constructing the live sound score: he stands on one side of the stage and creates further tension in this relationship, enveloping it in a dense and vibrant atmosphere.
The bodies are initially still, then almost imperceptibly begin to move, circling and crawling; their faces are hidden, and the tension between them is moved by the movement of their toes and fingers that touch the white floor and occasionally rise as if projecting themselves towards the other's present body.
Like two snails without a home, trying to blend in with the undergrowth, aware of the approaching gaze, they move in search of each other. They raise and lower their multiple sensory antennae residing on the tips of their fingers; they are perceived from a distance as a rain of electric sounds beats down on them: it is a storm that slowly seems to transform into a mysterious, beating rain.
Then the rain subsides, and the evening noises appear: between the metallic chirping of crickets and echoes reverberating in the distance, the creatures approach each other until they touch and merge into each other's protective bodies. Then they separate again, not only physically but also in movement: Chiara's movement stops, while Elena's becomes explosive; it is a rhythmic, circular, almost ritual dance that brings them together and then apart. Then it stops, and their faces begin to emerge from the strands of hair; they look at each other as the traces of the tension of touching, blending in and distinguishing themselves, remain around them.
Now, all that remains is Lemmo's warm voice and the small gestures that each of the two figures, motionless at the bottom of the stage, constructs like a secret language, a light fist beat on the ground, a caress on the face, a touch of hair, the dance of a hand, a knowing look, and a smile.
Sottobosco is an environment that derails from anthropocentricism, and as Chiara's voice in the background recites, it is the temporal state in which everything began, where bodies had no contours, where everything floated and nothing could be broken: a constant and continuous metamorphosis, a slow but relentless internal transformation, a dance to discover new forms and perceptions.
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redazionecultura · 4 years ago
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AH E COMUNQUE
Flying Carpet è un progetto nato all’interno del progetto Boarding Pass Plus Dance dall’incontro delle cinque dance makers Lucia Di Pietro, Marina Donatone, Laura Gazzani, Teresa Noronha Feio ed Elena Sgarbossa. Flying Carpet è un tappeto magico che volerà sull’Italia facendo tappa nei Festival e nei luoghi partner di Boarding Pass Plus Dance - Terni Festival, Vignale Monferrato Festival, Santarcangelo Festival, OperaEstate Festival, Short Theatre - con l’obiettivo di riflettere sulla sostenibilità e sull’accessibilità del lavoro del dance maker in Italia, raccogliendo questioni, problematiche, spunti e know how,  e restituendole attraverso la realizzazione di un toolkit. #BOARDINGPASSPLUSDANCE #FLYINGCARPET 
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sguardimora · 2 years ago
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Ieri si è svolto per Chiara Bersani e il suo gruppo di lavoro il primo incontro con la comunità di Mondaino prima dell’apertura pubblica di martedì 28 marzo alle 19. Chiara e Elena Sgarbossa, con Giulia Traversi e Simone Chiacchiararelli, hanno accolto in teatro i bambini e le bambine della scuola primaria di Montelabbate che per il primo anno partecipa al nostro progetto La scuola elementare del teatro e della danza.
La classe, accompagnata dal maestro e dalla maestra, è arrivata in teatro di prima mattina e dopo una passeggiata e una merenda all’interno del parco è entrata in teatro. Qui è stata subito coinvolta dalle artiste a sperimentare lo spazio del teatro con il proprio corpo per poi lentamente entrare nel Sottobosco insieme a Elena e Chiara. Dopo averlo immaginato fatto di terra e radici, foglie e muschi, semi e animali minuscoli, hanno improvvisato insieme alle artiste una passeggiata in questo ambiente, una passeggiata fatta di corpi striscianti in cerchio che provano un pò a nascondersi e a incontrarsi. 
Poi dopo aver attraversato con il proprio corpo quel movimento suggerito dalle artiste i bambini e le bambine sono scese dal palco per osservare alcuni materiali di ricerca proposti. E nel dibattito che si è aperto in seguito tante sono le immagini che hanno attraversato i loro occhi mentre guardavano il lavoro di Chiara e Elena.
E’ così che in quel sottobosco sono apparse due amiche che prima si volevano bene poi hanno litigato e si sono allontanate ma poi si sono ritrovare e ancora: due creature che si avvicinano due amiche che si abbracciano una creatura che protegge l’altra  un’invasione aliena  due creature che parlano un linguaggio segreto le dita che come antenne toccano iil muschio due lumache senza guscio corpi che si parlano toccandosi.
E infine Simone, il collaboratore di Chiara, un’attore che si occupa delle audio-descrizioni poetiche degli spettacoli di danza, ha regalato ai bambini e alle bambine una sua visione del lavoro.
Occhi Chiusi. Si entra nel Sottobosco.
Le luci si abbassano.
Davanti a noi un palco bianco.
Le luci disegnano un quadrato.
Quasi al centro due corpi...
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Yesterday, Chiara Bersani and her team held their first meeting with the community of Mondaino before the public opening on Tuesday 28 March at 7 p.m. Chiara and Elena Sgarbossa, with Giulia Traversi and Simone Chiacchiararelli, welcomed the boys and girls of the Montelabbate primary school, which for the first year is taking part in our project The primary school of theatre and dance, to the theatre. The class, accompanied by their teacher, arrived at the theatre early in the morning and, after a walk and a snack in the park, entered the theatre. Here they were immediately involved by the artists in experiencing the space of the theatre with their own bodies, and then slowly entered the Sottobosco together with Elena and Chiara. After imagining it made of earth and roots, leaves and mosses, seeds and tiny animals, they improvised together with the artists a walk through this environment, a walk made of crawling bodies in circles trying to hide and meet each other.
Then, after going through that movement suggested by the artists with their own bodies, the boys and girls came down from the stage to observe some of the proposed research materials. And in the debate that opened afterwards, many images crossed their eyes as they looked at Chiara and Elena's work.
And so it was that in that undergrowth two friends appeared who first loved each other then quarrelled and drifted apart but then found each other again: two creatures approaching each other two friends hugging each other one creature protecting the other an alien invasion two creatures speaking a secret language fingers that like antennae touch the moss two snails without shells bodies that speak to each other by touching.
And finally, Simone, Chiara's collaborator, an actor who is responsible for the poetic audio-descriptions of the dance performances, gave the children his vision of the work.
Eyes Closed. One enters the Undergrowth.
The lights dim.
In front of us a white stage.
The lights draw a square.
Almost in the centre two bodies...
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sguardimora · 2 years ago
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Chiara Bersani in residenza per “Sottobosco”
19 Marzo 2023 - 29 Marzo 2023 
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Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di  Chiara Bersani. Bersani è l’artista selezionata per l’ottavo Tandem di produzione che vede coinvolti come coproduttori Teatro di Sardegna, Cagliari (Italia); Bunker, Ljubljana (Slovenia). La selezione è avvenuta attreverso una call aperta il 29 aprile e chiusa il 27 maggio 2022; la seconda delle due call promosse dal progetto per artisti residenti in Italia.
Sottobosco
[2° inverno di pandemia – inizio campagna vaccinale italiana. A causa di una mancanza di linee guida nazionali sulle categorie prioritarie da vaccinare, le regioni iniziarono a muoversi autonomamente ponendo professionisti/e della giustizia, giornalisti/e, politici/e (…) come prioritari rispetto alle persone fragili e vulnerabili]
No, non c’è alleanza tra i corpi ora. È calato il silenzio nelle ossa, le pieghe delle articolazioni creano grotte cave. Toccarti è sovversivo, fare l’amore è carbonaro e a chiunque mi chieda una parola di conforto io riservo lo sguardo più feroce. No, non c’è alleanza e non c’è conforto. Non posso essere culla accogliente perché mi avete resa selvatica. In biologia è classificata come “vulnerabile” quella specie, animale o vegetale, a rischio di estinzione. Questo tempo mi ha incoronata tale. Sono crollate quelle strutture le cui lunghe dita accarezzavano la mia testa sussurrandomi all’orecchio che ero ben accolta, ben accettata. No, non c’è alleanza, non c’è conforto, ma se ti arrendi mi posso prendere cura di te. Perché le ferite sono un fatto, le fratture sono un evento concreto e noi che non abbiamo nemmeno una priorità vaccinale non ti confortiamo, no, ma ti curiamo se serve. Tu però ti devi adagiare. (Chiara Bersani)
Un gruppo di bambini con disabilità si perde nel bosco. O forse sono stati abbandonati. Forse inseguivano un amore. Forse il bosco, un giorno, gli è semplicemente cresciuto attorno. Cosa potrebbe accadere? Cosa ne sarà dei loro corpi? Cosa dei loro cuori? Delle carrozzine e delle stampelle? Cosa guarderanno i loro occhi? Che lingua parleranno? E chi li trova per caso o desiderio, come deve avvicinarli? Può farlo? Saprà chiedere permesso?
Sottobosco costruisce un ambiente in cui gruppi estemporanei di persone con disabilità si potranno incontrare e diventare comunità. Di questo ambiente, ad oggi, conosciamo solamente la stratificazione. Ci sarà un cielo sopra le nostre teste, inaccessibile e orizzontale, nel quale si muoveranno suoni e luci con la stessa inesorabile andatura dell’universo che si espande. Ci sarà un sottobosco che vivrà sotto quel cielo e sarà abitato dai performer, dal pubblico, da altri suoni e altre luci che vivranno tremanti come i corpi e le piante. Cosa ci sia tra il cielo e il sottobosco ancora non lo sappiamo. La dimensione sonora della performance rimanda al tracciato multiforme e multidimensionale che può percorrere un meridiano, dal polo nord al polo sud. L’evoluzione del suono durante l’opera ospita un movimento iperbolico che attraversa stati, spazi di luce e di oscurità, texture di materie differenti, pulite e nebbiose, vuote, largei o strette. Micro suoni, mondi piccolissimi che abitano queste macroforme, dettagli che costruiscono un ambiente spaziale vivo e in ascolto, in continua trasformazione.
SOTTOBOSCO di Chiara Bersani con Elena Sgarbossa suono e supporto alla drammaturgia Lemmo spazio, luce e direzione tecnica Valeria Foti costumi Ettore Lombardi drammaturgia Giulia Traversi / Chiara Bersani promozione e cura Giulia Traversi childcare Chiara Boitani logistica e organizzazione Eleonora Cavallo comunicazione e ufficio stampa Dalila D’Amico amministrazione Chiara Fava
produzione corpoceleste c.c.00# co-produzione Theaterfestival Boulevard (s-Hertogembosh, Olanda), Centrale Fies (Dro, Italia), Tanzt Im August HAU Hebbel am Ufer (Berlin, BE), Rosendal Teatre (Trondehim, NO) , Le Gymnase CDCN Roubaix – Hauts–de-France (FR), Kunstencentrum VIERNULVIER vzw / Arts Centre VIERNULVIER, Gent (BE), Snaporazverein, Samaden (CH), Stronger Peripheries: a southern coalition, Santarcangelo Festival (Santarcangelo Di Romagna, ITA), Tanzhaus nrw (Düsseldorf, DE). con il sostegno di Skånes Dansteater (Malmo, Svezia), IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (Milano, Ita), Homonovus Festival (Riga, Lettonia), IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia. spettacolo vincitore di Toscana Terra Accogliente, un progetto di R.A.T. Residenze Artistiche Toscane, in collaborazione con Teatro Metastasio, Fondazione Toscana Spettacolo, Virgilio Sieni Danza, Fabbrica Europa. dal 2020-2024, Chiara Bersani è un’artista supportata da apap – FEMINIST FUTURES, un progetto co-fondato con Creative Europe Programme of the European Union.
Tandem 8 #Connecting Dots
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sguardimora · 5 years ago
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Prima residenza creativa di Elena Sgarbossa a Mondaino (tornerà a settembre) al lavoro per KEO project.
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sguardimora · 5 years ago
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16/09/2019 - 20/09/2019 #KEOproject
Inizia oggi la seconda residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Elena Sgarbossa
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Venerdì 20 prova aperta al termine della residenza creativa
Keo Project di e con Elena Sgarbossa grazie a Anna Grigiante, Ilaria Marcolin, Pablo Tapia Leyton Prodotto con il sostegno di Fondazione Romaeuropa, Centro per la Scena Contemporanea/Operaestate Festival del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna, Centro Nazionale di produzione Firenze – Compagnia Virgilio, Gender Bender di Bologna, Triennale Teatro dell’Arte di Milano, Zebra Cultural Zoo Progetto vincitore di DNA appunti coreografici 2018
Keo è un satellite artificiale contenente una capsula del tempo, il cui lancio in orbita è previsto per il 2019. Quest’ultima porterà con sé messaggi da parte dei cittadini della Terra che saranno destinati all’umanità tra 50 000 anni, quando dovrebbe rientrare nell’atmosfera terrestre. Tutte le persone sono invitate a mandare un messaggio che supererà tempo e spazio per raggiungere i nostri discendenti e per condividere con loro chi siamo. Con la stessa modalità l’autrice instaura un dialogo con il pubblico lasciando che sia proprio questo confronto a nutrire la sua danza. E cosa succederebbe se noi esseri umani non capissimo noi stessi? Cosa succede quando noi non capiamo noi stessi? Sopravvive la volontà di comunicare? Sopravvive lo sforzo del tentare di capire?
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sguardimora · 5 years ago
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alcune immagini dal prezioso incontro tra Elena Sgarbossa e gli spettatori di Pane Quotidiano che hanno avuto la possibilità di assistere a una piccola parte della prima residenza per KEO
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sguardimora · 5 years ago
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03/08/2019 - 12/08/2019 #KEO
E’ iniziata ieri la residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Elena Sgarbossa, progetto selezionato da DNAppunti coreografici 2018
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Costruire un momento di riflessione sulla relazione, sul dialogo e sulla volontà di incontrare l’Altro nonostante le difficoltà e le possibili differenze di linguaggio. Facendo un parallelo con il Keo Project, capsula del tempo che sosterà nell’atmosfera terrestre per 50,000 anni, la ricerca si concentra su un utopica relazione con l’Altro-lontano-nel-tempo per capire il rapporto con l’Altro-vicino-nel-tempo.
KEO
Concept
Keo è un satellite artificiale contenente una capsula del tempo, il cui lancio in orbita è previsto per il 2019. Quest’ultima porterà con sé messaggi da parte dei cittadini della Terra che saranno destinati all’umanità tra 50 000 anni, quando dovrebbe rientrare nell’atmosfera terrestre. Tutte le persone sono invitate a mandare un messaggio che supererà tempo e spazio per raggiungere i nostri discendenti e per condividere con loro chi siamo. Con la stessa modalità l’autrice instaura un dialogo con il pubblico lasciando che sia proprio questo confronto a nutrire la sua danza. E cosa succederebbe se noi esseri umani non capissimo noi stessi? Cosa succede quando noi non capiamo noi stessi? Sopravvive la volontà di comunicare? Sopravvive lo sforzo del tentare di capire?
Fase di creazione a L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
L’attenzione sarà dedicata a come l’alfabeto di segni, precedentemente codificato, può diventare permeabile all’archivio di informazioni fisiche raccolte durante le prime residenze. Altro focus della sessione di lavoro verrà posto sul rapporto con l’ambiente sonoro e di illuminazione, inserendo il lavoro in un contesto scenico più definito.
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Elena Sgarbossa è una giovane danzatrice italiana. Si forma presso il Corso Triennale di Danza Contemporanea del Balletto di Roma diretto da Roberto Casarotto dove ha la possibilità di studiare con artisti attivi in contesti nazionali e internazionali. Altra parte fondamentale della sua formazione si delinea attraverso progetti sostenuti dal Network Anticorpi XL e da OperaEstate Festival/Bassano del Grappa dove si forma come insegnante Dance Well – Ricerca e Movimento per il Parkinson. Ha danzato in lavori di Marco D’Agostin, Chiara Frigo, Davide Valrosso, Andrea Rampazzo e Pietro Marullo e nel 2018 si avvicina all’esperienza coreografia con il solo Keo, vincitore di DNAppunti Coreografici 2018 Partecipa al progetto europeo Empowering Dance sostenuto dal programma Erasmus+ della UE in collaborazione con CSC-Bassano del Grappa, K3 Amburgo, HIPP Zagabria, Dansatelier Rotterdam e La Briqueterie Parigi.
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