#Direttore Artistico !?
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omarfor-orchestra · 11 months ago
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Amadeus senza José non è un cazzo
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klimt7 · 2 years ago
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Il FESTIVAL DI SANSCEMO
L'idea che sia tutto pensato a tavolino da giorni, se non da settimane.
Ci sono dettagli che è impossibile non notare e permettono di comprendere alla perfezione l'idea di spettacolo che hanno in Rai e che ha, questo eroico personaggetto [ "AMA"] , che viene definito DIRETTORE ARTISTICO di Sanremo.
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Il finto stupore della moglie di Amadeus al momento in cui, suo marito viene baciato sulla bocca dall'attrice Rocio Munez Morales (moglie a sua volta di Roul Bova).
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Il finto panico di Amadeus quando BLANCO sfascia il palco e distrugge la scenografia di rose rosse.
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Rosa Chemical vestita da clown, che scende in mezzo alla platea per andarsi a sedere, sculettando, su Fedez e poi lo invita sul palco per un bacio passionale a favore di telecamere.
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L'espressione da barbie di Chiara Ferragni che vede molestato sessualmente il marito e non si toglie dalla faccia il solito sguardo da ebete.
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Il sorriso compiaciuto di Fedez che torna a sedersi in poltrona.
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"Che si parli male o si parli bene" del suo spettacolo, per Amadeus è perfettamente irrilevante. Purchè se ne parli il più possibile!
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Il suo obiettivo è fare ascolti?
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E allora ben vengano le polemiche di qualsiasi tipo, dagli attacchi polemici di quei finti moralisti di FRATELLI D'ITALIA fino ai fischi dei sanremesi che vedono presi a calci i loro bellissimi fiori.
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E se le polemiche non scoppiano, bisogna attizzarle di proposito, con episodi e fattacci "ad hoc". Finalizzati a scatenarle.
Che si alzi qualsiasi tipo di polverone sulla rassegna canora nazionale, purchè se ne parli su tutti i giornali, in ogni programma Tv e specialmente sui social sui quali, un boomer come Amadeus, si sentiva fino a ieri, debole e poco considerato.
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The show must go on and the auditel must grow
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La grande recita continua.
Evviva la credulità popolare.
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Chi la vuole una Rai che per fare spettacolo e macinare ascolti e sponsorizzazioni, ingaggia uno stuolo di provocatori di professione ? Chiara Ferragni, Rosa Chemical, Fedez, Blanco, Achille Lauro & company?
Cosa c'entra con la musica uno scappato di casa come Rosa Chemical ?
E questi sarebbero i nuovi campioni della tradizione canora italiana?
Questi i talenti?
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buscandoelparaiso · 2 years ago
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Giorgia, nel venerdì sanremese dedicato alle cover e ai duetti, ha deciso di divedere la scena con l’ex “rivale” Elisa, anche lei tornata in gara a Sanremo (lo scorso anno) dopo tanti anni. 
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pier-carlo-universe · 21 days ago
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"Natale al Museo" inaugura la XIII edizione con un omaggio a Napoleone. Musica, storia e cultura al Museo Civico di Casale Monferrato
Domenica 8 dicembre 2024, alle ore 16:00, prenderà il via la XIII edizione di Natale al Museo, una rassegna musicale organizzata dall’Associazione Gli Invaghiti ETS in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e il Museo Civico - Gipsoteca Bistolfi di
Domenica 8 dicembre 2024, alle ore 16:00, prenderà il via la XIII edizione di Natale al Museo, una rassegna musicale organizzata dall’Associazione Gli Invaghiti ETS in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e il Museo Civico – Gipsoteca Bistolfi di Casale Monferrato. La manifestazione, ideata da Fabio Furnari, celebra il patrimonio artistico e culturale della città attraverso tre concerti…
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pizzettauniversale · 5 months ago
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Tumbrl ha deciso di abbandonarmi al secondo giorno di festival ma who cares. Ho dormito in media 4 ore a notte, bevuto troppi bicchieri di vino e fumato abbastanza. Lo rifarei subito. Ho passato le serate a cena con gente dello spettacolo, Alice Rohrwacher che mi ha voluta assolutamente all’aperitivo con lei per poi chiedermi di farci una birretta assieme a fine serata. Terry Gilliam che mi racconta del suo prossimo film. Il gioco di Letterboxd con Lone Scherfig, io e Barbara Ronchi che parliamo della bellezza di Roma ad agosto e delle mie vacanze, portare Olivier Assayas a visitare la pinacoteca, solo noi due, Labadessa che manda vocali a mia madre, un messaggio su whatsapp di Milena Mancini che mi ringrazia. Forse una proposta di lavoro con Milena e Vinicio Marchioni. Essere già confermata per il prossimo anno come direttrice dell’organizzazione e non più produzione (means più soldi). Sapere veramente di aver fatto bene il proprio lavoro e averne la conferma dallo staff, dal direttore artistico, dagli ospiti che mi scrivono, dall’essere invitata come ospite al festival del cinema a Roma. Sono tornata stanca, ma sono tornata sapendo che da questo momento si apre un’altra strada, sono fiera di me e di quello che sto raggiungendo, DA SOLA. Senza alcuna raccomandazione, senza alcuna spintarella, solo ed esclusivamente io.
Ora ho bisogno di 3 giorni di sonno, ma va bene così
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brucesterling · 8 months ago
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The Sharing Association is pleased to announce the 16th edition of the Share Prize, the competition dedicated to contemporary art focusing on technology and science.
The artworks nominated for the prize must follow the theme:
'ALL-NATURAL'
curated by Share Festival artistic director Bruce Sterling and curator Jasmina Tešanović
The platform invites artists from all over the world to submit their works.
Call for entries open from 12 April 2024 to 9 June 2024
The six prize nominees will be announced in July 2024. The announcement will be published on our website: www.toshareproject.it
The winner will be announced during the Share Festival Opening,in Turin from 28 October to 3 November 2024 during the Turin Contemporary Art Week.
Link website:
Link Call:
Link form:
Prize Summary: Winner gets 2500 euro prize Event date: April 12, 2024 to June 9, 2024 Location: Torino Deadline: 09/June/2024
"ALL-NATURAL"
Per la XVIII edizione di Share Festival vogliamo avanzare una proposta che sappiamo essere impossibile.
Qui nell'elegante Torino - città famosa per il suo caloroso sostegno verso ogni forma d'arte - non riusciamo a fare un respiro che non sia contaminato. Non è solo l'intera atmosfera del nostro pianeta a essere inquinata dai gas serra: a causa della sua eredità industriale e della sua peculiare situazione geografica, Torino si trova in una situazione particolarmente preoccupante per via dell'onnipresente foschia dovuta alle polveri sottili che includono metalli, prodotti della combustione e persino polveri agricole. Mentre voi leggete, noi stiamo respirando tutto questo.
Eppure, allo stesso tempo, la provincia piemontese è rinomata nel mondo per la sua dedizione all'artigianalità dello Slow Food, il cibo che nasce grazie alle varietà uniche di piante e animali presenti sul fertile suolo italiano.
Nel prossimo Festival vogliamo prendere di petto questa contraddizione e affrontarla attraverso il nostro mezzo d'elezione, l'arte tecnologica. Possiamo farla diventare un momento dialettico, invece che farla restare una mera contraddizione? Riusciremo a vedere della net-art plasmata sugli uccelli, gli insetti, le api e il paesaggio naturale e locale? Potremo interagire con robot fatti di legno, sculture digitali ricavate dal marmo e opere interattive composte da corni, canne, conchiglie, bambù, paglia, ossa, fossili o - ancor meglio - materiali naturali che rischiano di scomparire e interamente appartenenti alla regione da cui proviene l'artista?
"Difendere l'ambiente" non è sufficiente: questi materiali naturali saranno in grado di infiltrarsi nella sostanza innaturale del domani e prendersi la loro infestante, tremenda vendetta?
Fate del vostro meglio, per favore. Abbiamo bisogno di una boccata d'aria fresca!
Bruce Sterling, Direttore Artistico di Share Festival Jasmina Tesanovic, Curatrice di Share Prize
For the XVIII edition of Share Festival, we make this demand because we know it's impossible.
Here in glamorous Torino -- a city known for its cordial support of "every form of art" -- we can't take one natural, untainted breath. Not only is the planet's whole atmosphere polluted with Greenhouse gases -- here in Torino, thanks to our industrial heritage and our specific geographic climate, we're particularly badly off from an all-pervasive haze of PM2.5 micrometer pollution particles, including metals, combustion products and even agricultural dust. As you read this, we breathe that.
And yet, at the very same time, our Italian province of Piedmont is world-famous for its devotion to hand-crafted, artisanal "Slow Foods" grown from the unique plant and animal varieties of the fruitful Italian soil.
In our forthcoming Festival, we plan to tackle this contradiction headlong -- through our favorite medium of technology art. Can this become a dialectic instead of a contradiction? Can we witness net.art that is all about birds, bugs, bees and natural local landscapes? Can we interact with robots made of natural woods, sculptures digitally carved from marble, and interactive artworks composed of horn, reeds, seashells, bamboo, straw, bones, fossils, or better yet, severely imperiled natural materials entirely unique to the artist's own region in the world?
It's not enough to "defend the environment" -- how can natural materials infiltrate tomorrow's unnatural substance and take some terrible, weedy revenge? Please do your best for us. We need a breath of fresh air!
Bruce Sterling, Direttore Artistico di Share Festival Jasmina Tesanovic, Curatrice di Share Prize
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fashionbooksmilano · 3 days ago
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Giancarlo Pradelli
Introduzione di Andrea Emiliani
foto G.Pradelli
5 Continents Editions, Milano 2012, 72 pagine,40 illustrazioni in tricromia, Lingua Italiano/Francese/Inglese, Cartonato, 31x24cm, ISBN 978-88-7439-619-1
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Nella piattezza del paesaggio emiliano sopravvivono ancora costruzioni che nessuno si fermerebbe a guardare perché prive di attrattiva spettacolare: sono case abbandonate, ridotte a ruderi, che attendono di essere riscoper te. In un’epoca pervasa dall’abitudine a dimenticare, Giancarlo Pradelli attraverso queste immagini ci fa scoprire il piacere del silenzio, dell’assenza; il suo punto di vista è quello dell’osservatore che nonostante la malinconia di una civiltàrurale ormai scomparsa, sa cogliere la dignitànelle cose create dall’uomo. Immagini in bianco nero essenziali, concise, che non conoscono retorica. Attraverso giochi di luce ed equilibri compositivi non casuali, le forme scheletriche rivelano soluzioni architettoniche trasformate dalla situazione di abbandono e acquistano nelle foto di Pradelli una straordinaria condizione di grazia e di sapiente eleganza.
Giancarlo Pradelli, nato nel 1966, vive e lavora a Modena. Ha lavorato per Life, The Times, Photo, Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Specchio. Le sue fotografie sono presenti nelle collezioni della Bibliothèque Nationale de France a Parigi e al CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione) presso l'Universitàdi Parma. Ha pubblicato Eolie (2005), Pierluigi Ghianda (2006) e Sutor Mantellassi (2011) presso 5 Continents Editions. Andrea Emiliani, critico d'arte, giàSoprintendente per il patrimonio storico e artistico dell’Emilia Romagna e direttore della Pinacoteca nazionale di Bologna, è stato docente di Museografia e Storia dell’arte all’universitàdi Bologna; attualmente è ispettore onorario per la Didattica dei musei del Patrimonio artistico e storico nazionale del ministero per i Beni e le attivitàculturali. Critico d’arte, ha collaborato alla riorganizzazione di diverse pinacoteche.
20/10/24
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screwdriver-and-souffle · 11 months ago
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Geolier GIUSTAMENTE ringrazia il vero direttore artistico Jose Sebastiani
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deathshallbenomore · 11 months ago
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si vede che il direttore artistico di sta roba è proprio amadeus
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dreamers-queen · 11 months ago
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Per fortuna non dovremo farlo, perché lui dice di no ADESSO ma poi capitolerà.
Raga non sono pronta a dire addio ad Amadeus
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ladyinrosso · 11 months ago
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Rimpiango il momento in cui quel mentiroso di un direttore artistico aveva giurato "che no quest'anno non ci saranno ospiti perché i miei superospiti sono i cantanti" e io c'ho creduto
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crazy-so-na-sega · 5 months ago
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Lettera aperta - Olimpiadi
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La cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi è la rappresentazione plastica di come certi eventi di caratura internazionale siano un’operazione di indottrinamento delle masse, volta ad attuare una riformattazione dei costumi, se non antropologica, delle cosiddette società occidentali.
Malgrado il dietro front di chi lancia il sasso per poi nascondere la mano con l’incalzare delle polemiche, alludendo a margine delle scuse ufficiali che la disposizione attorno a un tavolo di transessuali agghindati ad arte per l’occasione, manco le Olimpiadi siano il Carnevale di Rio de Janeiro, non sia una caricatura blasfema dell’Ultima Cena rappresentata dal Da Vinci, ma secondo la direttrice della comunicazione delle Olimpiadi Anne Descamps e Thomas Jolly, il direttore artistico (se così possiamo definirlo) della cerimonia, si voleva invece educare alla tolleranza e alla comunione.
Le Olimpiadi quali giochi che si svolgevano in Grecia iniziavano con celebrazioni religiose in favore di Zeus e si concludevano con la premiazione degli atleti vincitori, vennero riprese in epoca moderna a fine ‘800, ma sempre hanno conservato un universo estetico e simbolico arcaico proprio di quella civiltà ellenica che ha permeato l’Europa: dalla fiamma olimpica alla traslazione in altre nazioni a testimoniarne l’universalità.
E con la competizione insita nella natura dell’essere umano di confrontarsi con avversari al proprio pari, si veicolava un’immagine di sé salubre, forte ed atletica. E quindi indiscutibilmente bella. Perché nonostante le infezioni culturali contemporanee che propinano un relativismo tout court, esiste un canone oggettivo della bellezza, che la classicità ci suggerisce da tempi immemori che è rappresentato dall’armonia delle forme e da un ordine che è sintesi dell’unità che domina la diversità.
Bellezza, ordine, sostanza e FORMA. Ciò che abbiamo interpretato e riprodotto in tutti gli ambiti e in ogni epoca. Fino ad oggi. Perché noi siamo europei e proveniamo da una Civiltà.
Di contro, ciò che più di ogni altra cosa mina l’esistenza di una civiltà è l’informe. Perché l’assenza di Forma genera una sostanza malata. E là dove la sostanza è malata, la bellezza non può trovare posto e si finisce inesorabilmente per imbruttirsi. Prima nel singolo, poi nella moltitudine e infine nella società. E quindi si avvia il declino di una civiltà in decadenza.
E quando una società è decadente si può arrivare ad assistere all’esibizione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi con un personaggio come Barbara Butch investita dal ruolo di frontman. 
Conferitole recentemente il premio di personalità LGBT dell’anno per via della moltitudine di battaglie coraggiosissime a difesa delle minoranze arcobaleno condotte temerariamente al fianco di pressoché tutte le multinazionali, dei magnati della finanza e del mainstream globale. Allora comprendiamo perfettamente che il concetto di Forma quale riflesso di bellezza e di un ordine superiore suggeritoci dalla classicità dei greci, quegli europei che hanno dato vita alle Olimpiadi nel 776 a.C., difficilmente possa attecchire su chi come Barbara Butch conduce audacemente crociate in difesa de “l’accettazione dei grassi”. 
Perché l’immagine della cerimonia inaugurale in salsa woke è la più fulgida rappresentazione di come sia ripugnante l’esaltazione delle devianze promosse da chi essendo informe per natura, ha in spregio tutto ciò che essendo bello e giusto secondo natura, costituisce saldezza e ancoraggio: la famiglia e la Nazione, la Cultura e l’identità.
L’agenda cosmopolita della società aperta in fase di consolidamento mira alla distruzione di questi cardini e opera attraverso il condizionamento sociale di una propaganda che si fa sempre più spinta e pervasiva.
Nell’industria dell’intrattenimento, quella cinematografica, musicale o sportiva come in questo caso, ormai è prassi ordinaria rendere espliciti aspetti occulti di un certo misticismo sinistro: dall’ostentazione di modelli devianti per giungere all’esposizione di immagini sempre più spesso esplicitamente sataniste.
Ci chiediamo se eventi come Eurovision, Berlin Fashion Show e Super Bowl ad esempio attraverso performance altamente simboliche, non siano rivelatrici di un retroterra “esclusivo” che rappresenta egregiamente Sodoma e Gomorra: costumi BDSM, ballerini vestiti da donna in perizoma, cantanti che si esibiscono nudi, sesso omosessuale di gruppo praticato in un bagno sporco, croci rovesciate, streghe e demoni che si accoppiano al centro di un pentagramma, adulti che posano davanti alle cineprese con genitali esposti in presenza di bambini.
Vorremmo esimerci anche solo dal pronunciare certe oscenità per via della natura scabrosa di certi contenuti, se non fosse che vengono trasmesse in mondovisione sintonizzando centinaia di milioni di ascoltatori, sdoganando e normalizzando un passo alla volta le più infime degenerazioni dell’uomo mascherate da creatività, arte e inclusività.
Una poderosa macchina di propaganda mondiale che aspira a cancellare le identità nazionali e sovvertendo le religioni, i costumi e le tradizioni dei popoli, mira a scalzare ciò a cui siamo profondamente legati con lo squallore di una “cultura” globale indifferenziata che si esibisce in tutta la sua ripugnanza.
Ferocemente
-Kulturaeuropa
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greeneyed-thestral · 1 year ago
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il quaderno del nostro direttore artistico you go baby girl
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blogitalianissimo · 7 months ago
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Ah, pure la Rai? O parliamo di Gomorra: 10 anni dopo?
Comunque Rai conferma Conti, direttore artistico di S4nr3m0 per i prossimi 2 anni.
Che immondizia (tra le altre)
La Rai ha avuto l'audacia di sponsorizzare questo
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Ah sì, ho sentito di Carlo Conti, ma io non ho manco troppi problemi con lui, è il fatto che 99% si porterà dietro Pieraccioni e Panariello che mi crea disagio e dolore fisico. Una disgrazia dopo l'altra la RAI da quando è in mano ai f4sci.
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pizzettauniversale · 6 months ago
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Io e il direttore artistico disperati per i bambini al festival che dovranno essere alle cene degli adulti
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curiositasmundi · 7 months ago
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[...]
Tutto accade nella settimana del 23 maggio quando il paese ricorda il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, degli agenti di scorta, uccisi dal tritolo mafioso a Capaci.
Ribadiamo un fatto non trascurabile, l’ex direttore del Sisde è stato processato nell’indagine trattativa stato-mafia, per la mancata cattura di Bernardo Provenzano e la perquisizione mai avvenuta del covo di Totò Riina, ma è sempre stato assolto. Alcuni elementi contenuti nell’invito a comparire erano già emersi negli altri procedimenti, ma nell’indagine fiorentina ce n’è sono di nuovi che saranno oggetto dell’interrogatorio di Mori, per ora rinviato. Secondo i pm Mori era al corrente del rischio stragista avendo avuto plurime anticipazioni, ma non ha fatto niente per evitarlo.
Lo avrebbe saputo «dal maresciallo Roberto Tempesta, del proposito di cosa nostra, veicolatogli dalla fonte Paolo Bellini, di attentare al patrimonio storico, artistico e monumentale della Nazione e, in particolare, alla torre di Pisa e, successivamente, da Angelo Siino, che lo aveva appreso da Antonino Gioè, da Gaetano Sangiorgi e da Massimo Berruti (ex manager berlusconiano e poi parlamentare di Forza Italia, morto nel 2018, ndr), durante il colloquio investigativo intercorso a Carinola il 25 giugno 1993, il quale gli aveva espressamente comunicato che vi sarebbero stati attentati al Nord», si legge nell’invito a comparire.
Quello che è chiaro in maniera esplicita e sarà oggetto dell’interrogatorio, Mori è già sentito un anno fa come persona informata sui fatti, è che i pm si sono rimessi a cercare riscontri intorno alla cosiddetta pista nera che vede convergere nella strategia stragista la mafia, l’eversione neofascista, i servizi deviati e la massoneria di Licio Gelli. Una pista già battuta, ma che non ha portato giudiziariamente a nulla di accertato.
Cosa c’è nel passato che unisce i mondi e incrocia Mori? Lo dettaglia il magistrato Roberto Tartaglia (dal 2022 distaccato a palazzo Chigi), nel 2018, durante il processo sulla trattativa stato-mafia (poi naufragato con l’assoluzione) descrivendo la carriera di Mori come costantemente contro le regole.
«I risultati “inimmaginabili” ai quali siamo arrivati su vicende, risalenti, ma importanti del passato di Mori servono a definire in maniera chiara e forte la geometria di un personaggio che poteva e può compiere di tutto». Il magistrato ricordava poi la carriera di Mori al Sid allora guidato da Vito Miceli, descritto come un servizio deviato e parallelo. Con il suo brusco allontanamento da Roma che, per il pm, era da ricondurre alla vicinanza di Mori, poi scoperta, con le azioni dell’organizzazione eversiva di destra Rosa dei Venti. Una ricostruzione che resta curriculum parallelo dell’ex generale, il quale, al contrario, ha sempre rivendicato la correttezza delle sue condotte.
C’è un ultimo incrocio, un’altra coincidenza che ci porta sempre a Firenze. I magistrati vogliono capire chi c’era dietro la fuga di notizie sulle rivelazioni del pentito Salvatore Cancemi che «parlava di quelli di sopra», chiaro riferimento a Silvio Berlusconi. Lo scoop fu pubblicato da Attilio Bolzoni e Giuseppe D’Avanzo su Repubblica nel 1994.
L’allora magistrata Ilda Boccassini, ora indagata per false informazioni ai pm, perché non ha rivelato quella fonte, aveva delegato l’indagine ai Ros, al comandante, Mario Nunzella, e al suo numero due, Mario Mori. Certi nomi, come i misteri, non passano mai.
Via - Infosannio
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