#Comune di Rieti
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Fedez come Ferragni, beneficenza e guai: «Cifre donate irrisorie o mai comunicate». Il caso dei terremotati e le "palle di Natale" Non solo Chiara Ferragni nel mirino di Selvaggia Lucarelli. «Beneficenza come lavatrice reputazionale», diceva la giornalista sui Ferragnez perché a sua detta, gli ex coniugi d'oro di Milano ricorrevano spesso ad essa per "ripulirsi la reputazione" (e anche la coscienza). Un esempio eclatante la festa di compleanno di Fedez al supermercato, quando, dopo aver visto l'indignazione social per lo spreco di cibo, Chiara e Federico annunciarono di devolvere tutto in beneficenza. Dopo il pandoro gate, però, ci sono altre operazioni benefiche che non sono state chiarite, tra cui anche quella nel 2016 con J Ax. Ma cosa è successo? L'accusa di Selvaggia Lucarelli Una nuova accusa, riportata da "Il vaso di Pandoro": ne parlano Domani e Dagospia. Selvaggia Lucarelli punta lo sguardo (e la penna) sulle azioni di beneficenza di Fedez nel 2016. L'Italia veniva investita da una tragedia che è rimasta nella memoria di tutti: il terremoto del 24 agosto alle 3:36 che distrusse alcuni comuni del centro Italia, tra cui Amatrice (la più colpita), ma anche Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Lo sciame sismico andò avanti per molti mesi, colpendo anche Norcia ad ottobre e città limitrofe. Furono mesi molto delicati per tutti e di apprensione verso i terremotati. Le donazioni con J-Ax Ed è qui che Fedez decide di fare la sua mossa per andare incontro agli sfollati. Il rapper attraverso i suoi canali social fa sapere le sue intenzioni: «Faccio questo video per chiedervi una mano. Da oggi Newtopia [la precedente agenzia musicale di Fedez e J-Ax, Ndr] devolverà gli incassi e gli utili della vendita dei propri singoli, di Vorrei ma non posto e di Andiamo a comandare a un’iniziativa promossa dal «Fatto» e dal Comune di Amatrice per la costruzione di un asilo e una scuola elementare». Con lui si schierano anche Fabio Rovazzi e J Ax, all'epoca amici molto intimi di Fedez: «Noi artisti di Newtopia, insieme alle nostre case discografiche, abbiamo deciso di fare un piccolo gesto immediato: oltre alle nostre personali donazioni abbiamo deciso di devolvere il cento per cento dei ricavati di Vorrei ma non posto e di Andiamo a comandare dei prossimi tre mesi». E poi come è andata a finire? Fedez non avrebbe fatto sapere più nulla sulla donazione fatta che, secondo le fonti di Selvaggia Lucarelli, ammonterebbe a circa «poche migliaia di euro». Il caso di "Le palle di Natale" Un anno dopo, nel 2017 Federico pubblica un singolo natalizio intitolato "Le palle di Natale" e promette: «L’intero ricavato della canzone verrà donato all’associazione Noi per gli Animali Onlus». Selvaggia Lucarelli ha voluto far luce anche su quest'azione benefica e ha contattato direttamente l'associazione che ha rivelato: «La donazione finale è stata di mille euro. Eravamo entusiaste, convinte che questa cosa ci avrebbe permesso di diventare un’oasi felina, siamo rimaste un po’ male… Ma va bene così, siamo una piccola realtà. E comunque abbiamo girato quattrocento euro a un canile». La domanda della Lucarelli riecheggia: «Chi ci ha guadagnato di più? Fedez o i poveri cani?». La frecciata finale Poi l'ultima bordata. Il rapper, dopo aver letto delle inchieste (di Selvaggia) sulle sue azioni benefiche, avrebbe chiamato personalmente Carlo De Benedetti (editore del quotidiano Domani, testata per cui la Lucarelli scriveva, e fondatore della Fondazione TOG, molto cara al rapper) per lamentarsi dell'inchiesta. La giornalista commenta: «Domando al direttore Stefano Feltri a che titolo lo faccia: "È che Fedez tra le altre cose fa delle donazioni alla fondazione di De Benedetti, la Fondazione TOG", mi spiega». Fedez, il caso archiviato Dopo il pandoro gate, le azioni benefiche dell'uovo di Pasqua di Fedez sono state controllate molto minuziosamente e su queste non c'è stato nulla di poco chiaro e il caso è stato archiviato, come riporta Repubblica: «Il presidente dell'autorità ha sottolineato che "è stata molto approfondita. Anche gli influencer possono fare beneficenza - ha osservato - perché il caso è stato archiviato dal momento che Fedez e l'azienda dolciaria Valcor, che avevano detto ai consumatori che acquistando le uova brandizzate Fedez avrebbero fatto beneficenza, la beneficenza l'hanno fatta. Quindi - ha concluso - l'Antitrust ha archiviato il caso».
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Fara in Sabina (Rieti), pedone investito, è grave. Procedono i Carabinieri Lo scorso martedì, nel tardo pomeriggio, un pedone è stato investito lungo la via Salaria, al km 40+200, nel Comune di Fara in Sabina. L’uomo, un italiano 62enne di Pomezia, poco conosciuto in paese perché trasferitosi da poco, versa in gravi condizioni.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Le bande partigiane abruzzesi Turanense e Madonna del Monte
Collalto Sabino, provincia di Rieti. Fonte: Wikipedia Al confine tra la Marsica ed il Lazio, furono attive due bande partigiane che si formarono l’una in Poggio Cinolfo <1594 frazione del comune di Carsoli <1595 e l’altra a Pereto <1596, operarono in un territorio in buona parte sovrapponibile ed ebbero un dissimile riconoscimento da parte della Commissione Regionale Abruzzese. Va segnalato che…
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#1943#1944#Abruzzo#americani#aprile#bande#Carsoli (AQ)#Collalto Sabino#dicembre#ex#Fabrizio Nocera#fascisti#guerra#Gustav#inglesi#Lazio#linea#Madonna#Monte#partigiani#Pereto (AQ)#Poggio Cinolfo#prigionieri#Resistenza#Rieti#settembre#tedeschi#Turanense
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Le bande partigiane abruzzesi Turanense e Madonna del Monte
Collalto Sabino, provincia di Rieti. Fonte: Wikipedia Al confine tra la Marsica ed il Lazio, furono attive due bande partigiane che si formarono l’una in Poggio Cinolfo <1594 frazione del comune di Carsoli <1595 e l’altra a Pereto <1596, operarono in un territorio in buona parte sovrapponibile ed ebbero un dissimile riconoscimento da parte della Commissione Regionale Abruzzese. Va segnalato che…
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Le bande partigiane abruzzesi Turanense e Madonna del Monte
Collalto Sabino, provincia di Rieti. Fonte: Wikipedia Al confine tra la Marsica ed il Lazio, furono attive due bande partigiane che si formarono l’una in Poggio Cinolfo <1594 frazione del comune di Carsoli <1595 e l’altra a Pereto <1596, operarono in un territorio in buona parte sovrapponibile ed ebbero un dissimile riconoscimento da parte della Commissione Regionale Abruzzese. Va segnalato che…
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Le bande partigiane abruzzesi Turanense e Madonna del Monte
Collalto Sabino, provincia di Rieti. Fonte: Wikipedia Al confine tra la Marsica ed il Lazio, furono attive due bande partigiane che si formarono l’una in Poggio Cinolfo <1594 frazione del comune di Carsoli <1595 e l’altra a Pereto <1596, operarono in un territorio in buona parte sovrapponibile ed ebbero un dissimile riconoscimento da parte della Commissione Regionale Abruzzese. Va segnalato che…
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Le bande partigiane abruzzesi Turanense e Madonna del Monte
Collalto Sabino, provincia di Rieti. Fonte: Wikipedia Al confine tra la Marsica ed il Lazio, furono attive due bande partigiane che si formarono l’una in Poggio Cinolfo <1594 frazione del comune di Carsoli <1595 e l’altra a Pereto <1596, operarono in un territorio in buona parte sovrapponibile ed ebbero un dissimile riconoscimento da parte della Commissione Regionale Abruzzese. Va segnalato che…
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Il volume - Falcone e Vespaziani - Un'Alleanza per la Verità, al momento reperibile su Amazon - è appena uscito e già se ne parla molto. L’ultima pubblicazione della scrittrice Amalia Mancini - nota nell’ambiente letterario come “Amelie” - sta riscuotendo curiosità e forte interesse da parte del pubblico. L’ autrice si immerge nell’incredibile mondo di due giganti della giustizia e racconta la storia poco conosciuta di una collaborazione, trasformatasi in amicizia, fra il giudice Giovanni Falcone, vittima della mafia nella tragica strage di Capaci del 23 maggio 1992, e l’avvocato Giovanni Vespaziani, (zio materno di Amelie), oggi novantaduenne. Durante gli eventi narrati nel libro, Vespaziani era il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rieti, incaricato da Falcone di difendere il pentito di mafia Antonino Calderone. Le vicende storiche testimoniano questo contributo cruciale, che insieme a quelli di Tommaso Buscetta ed altri collaboratori di giustizia, ha permesso a Falcone di tracciare la strada per il leggendario maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra. In un’Italia avvolta dall'ombra della corruzione e della violenza, il rispetto reciproco, la fiducia e l’impegno per la giustizia hanno tessuto un rapporto di stima fra il coraggioso combattente Falcone e Vespaziani, anch’egli instancabile difensore della visione di un’Italia libera e onesta. Entrambi custodi di un sogno comune per un Paese migliore. Il contenuto giornalistico di questo nuovo libro di Amelie è straordinario, non solo perché rivela innumerevoli dettagli di una collaborazione epocale fra un magistrato coraggioso e un avvocato determinato, ma anche perché presenta un tesoro di contenuti inediti che portano nel cuore pulsante di una verità nascosta. Con 172 pagine cariche di rivelazioni, Falcone e Vespaziani - Un'Alleanza per la Verità si disvela molto più di una semplice lettura, trasformandosi in un'esperienza che cambierà la prospettiva del lettore/lettrice riguardo ai temi della giustizia, della verità e del coraggio. Amalia Mancini, nata a Rieti, ha trascorso gran parte della sua vita a Roma, dove ha conseguito la laurea in Lettere con 110 e lode e si è affermata come biografa, scrittrice, giornalista. Apprezzata dalla critica anche come sceneggiatrice e poetessa, ha studiato a lungo il mondo del giornalismo, dedicandosi perfino ad una tesi sperimentale su questa professione. Numerosi sono i premi di settore che ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera, fra cui il Premio letterario “Corrado Alvaro” (conferito dalla Presidenza del Ministero per i Beni e Attività Culturali e dalla Fondazione “Corrado Alvaro”), il Premio Borromini (dedicato alla celebrazione del quarto centenario dalla nascita dello stesso, conferito dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici), il Premio Capit Terzo Millennio consegnatole da Piero Angela, il Premio internazionale “Altiero Spinelli”, il Premio Viareggio Carnevale. Fra i prossimi impegni di Amalia Mancini, venerdì 1° dicembre sarà a Salerno, presso la sede dello Yachting Club; sabato 2 in Costiera amalfitana, presso l’Aula consiliare Comune di Minori (SA); lunedì 11 a Palermo, all’interno del Palazzo Reale - Assemblea regionale della Sicilia, Sala “Piersanti Mattarella”. Per poi proseguire a Narni (TR), e approdare il prossimo anno a Roma (Sala della Protomoteca in Campidoglio, mercoledì 24 gennaio 2024), e finalmente nella sua Rieti (data richiesta a gran voce dai molti lettori abituali, e al momento ancora da definire), Tivoli (RM), Viterbo, Firenze, Siena, Arezzo… in un calendario in itinere e che si prospetta decisamente impegnativo per l’Autrice, attualmente anche presidente di giuria del Campionato Nazionale Cittadinanza e Costituzione. Fra i numerosi altri incarichi, ricordiamo che A. Mancini è componente del Comitato di redazione del periodico di Informazione culturale «Cultura e dintorni», e che vanta collaborazioni con varie testate giornalistiche.
Ha consolidato la sua carriera nel campo culturale, collaborando con il Ministero della Cultura per la stesura di biografie di artisti quali Totò, Corrado Alvaro, Borromini, Antonio Canova ed altri. Il risultato di questo impegno straordinario è stata la creazione di cataloghi che raccontano in modo avvincente e approfondito la vita e l'opera di questi grandi personaggi. Fra i suoi libri, Lucio Battisti l’enigma dell’esilio, L’amore piace a tutti, La Tata dei Divi. È coautrice del volume Giovani e Droga, Perché? e curatrice del libro Le mie Prime vere Scarpe. Con la prima edizione di Emozioni Private, che vari siti specialistici hanno posto in testa alla classifica dei dieci migliori libri su Lucio Battisti, l’autrice ha vinto il Premio Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato Provinciale di Salerno 2019) e il Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura 2021. Ad Emozioni private, nella edizione ampliata pubblicata nel 2023, in occasione degli ottant’anni dalla nascita di Lucio Battisti, sono stati assegnati il Premio Scriptura artistico letterario internazionale di Nola (NA), fondato, promosso e organizzato da Anna Bruno; il Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” per la sezione “Saggio o Tesi di laurea”; il Premio Cartesar Carlo de Iuliis; il Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura, il Premio Switzerland Literary Prize. Autrice finanche di venti sillogi poetiche inedite, le sue opere abbracciano una vasta gamma di generi, dalle commoventi storie d’amore alle profonde analisi psicologiche, dalle affascinanti biografie ai volumi dedicati all’arte. Questo e molto altro, per un’eccezionale interprete di vicende e sentimenti dei nostri giorni. Il libro è disponibile su amzn.eu/d/2mDakRb
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Natale 2023 in Vaticano
Ottocento anni fa, san Francesco d'Assisi realizzò il primo presepe e Onorio III approvò per i Frati Minori la Regola Bollata e, per questo duplice anniversario, la rappresentazione della Natività in Piazza San Pietro e nell'Aula Paolo VI del Natale 2023 arriveranno dalla Valle Reatina nella Diocesi di Rieti, mentre il monumentale albero di Natale viene dall'alta Valle Maira, nel comune di Macra, in provincia di Cuneo. La tradizionale inaugurazione del Presepe e l'illuminazione dell'albero di Natale si terranno in Piazza San Pietro, sabato 9 dicembre, alle 17 presieduta dal Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza di suor Raffaella Petrini, Segretario Generale dello stesso Governatorato. Al mattino, le Delegazioni di Rieti e di Macra saranno in udienza da Papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni. Ha lo scopo di raccontare l'atmosfera del Natale 1223 il Presepe in piazza San Pietro, quando san Francesco, di ritorno da un viaggio in Terra Santa, decise di rievocare la nascita di Gesù, in un paese che gli ricordava Betlemme come lo era Greccio, un borgo nel reatino tra le rocce a 700 metri di altezza. Piazza San Pietro si trasformerà per un po’ nella medioevale Greccio, dove intorno alla greppia e al bue e all'asinello saranno collocati coloro che realizzarono il desiderio del Poverello, come il nobile Giovanni Velita e sua moglie Alticama, tre frati compagni del Santo e alcuni pastori, come scrisse Tommaso da Celano, che descrisse il primo presepe vivente della storia. La scena avrà al centro l'affresco della grotta di Greccio dove un frate minore celebra la messa, in presenza di san Francesco che ha in braccio il Bambinello e la Madonna, con accanto San Giuseppe in adorazione e il bue e l'asinello. La struttura ricorderà la roccia del Santuario di Greccio con un abbraccio al colonnato di Piazza San Pietro ed è collocata su una base ottagonale in ricordo degli ottocento anni dell'evento, con introno una vasca dove scorre il fiume Velino con le sue acque che dalla Valle Santa giungono fino a Roma, rimanda al Cantico delle Creature e alla storia della valle così ricca di acque, a cui sono legate le vicende delle popolazioni che l'abitano. Nella rappresentazione ci sarà anche un riferimento anche ai quattro Santuari francescani e alla città di Rieti e l’opera è stata realizzata dagli esperti artigiani che hanno interpretato un progetto del presepista Francesco Artese mentre i personaggi, di grandezza naturale, sono in terracotta dipinta e montati su una struttura in ferro impagliata con vestiti dell'epoca. Anche nell'Aula Paolo VI, migliaia di tessere di vetro veneziano, ideate dall'artista del mosaico Alessandro Serena di Spilimbergo, narreranno la rappresentazione della nascita di Gesù con presenti, come ottocento anni fa, San Francesco e Santa Chiara che, nonostante non fosse a Greccio, simboleggia la presenza dell'universo femminile del francescanesimo. Al termine dell'esposizione in Vaticano tutte le opere monumentali saranno esposte permanentemente a Rieti. Invece l'abete bianco, alto quasi 25 metri, proviene dall'alta valle alpina che prende il nome dal torrente che la percorre nella sua lunghezza, cioè il Maira, nel comune di Macra, dove centinaia di migliaia di piante autoctone crescono una accanto all’altra. Il comune di Macra oggi è il punto di congiunzione tra la bassa e l’alta valle Maira, un luogo di soste e di scambio, ed è costituito da 17 borgate e frazioni, nate nel 1928 dalla fusione di Alma ed Albaretto e creati come comuni autonomi nel 1602. Ed è grazie ai parrocchiani di Albaretto di Macra, fieri delle tradizioni, che è nata l'iniziativa di donare l’albero di Natale a Papa Francesco, resa possibile con il contributo del comune di Cuneo. Una particolarità riguarda l’addobbo dell’albero, che sarà caratterizzato dalla presenza sull’albero di migliaia di stelle alpine della ditta Piumatto della Edelweiss di Villar San Costanzo, simboleggiano la neve e portano in Piazza San Pietro il fiore che caratterizza la valle Maira. L'allestimento dell'illuminazione e la cerimonia sono curate dalla Direzione delle Infrastrutture e Servizi del Governatorato e dal Coordinamento Eventi del Governatorato, mentre ’albero e i Presepi rimarranno esposti fino alla conclusione del Natale, che coincide con la festa del Battesimo del Signore, prevista per domenica 7 gennaio 2024. Read the full article
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Sorpreso ad appiccare un incendio nel Reatino, arrestato
E’ stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri Forestale di Rieti un cinquantacinquenne intento ad appiccare dolosamente fiamme sul ciglio della strada in prossimità di vegetazione secca, causando un vero e proprio incendio boschivo, domato dai Vigili del Fuoco solo in tarda notte. La Stazione Carabinieri Forestale di Rivodutri (Ri), competente nel territorio del comune di…
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Forano: incendia l'auto del vicino di casa, denunciato dai Carabinieri
Forano (Rieti): incendia l'auto del vicino di casa, denunciato dai Carabinieri. È sembrato subito anomalo l’improvviso incendio di un’autovettura verificatosi a Forano. L’auto in uso a un uomo residente nella periferia del piccolo comune, ma di proprietà della figlia, era regolarmente parcheggiata nei pressi della sua abitazione. Il veicolo è stato ridotto in cenere da un incendio risultato chiaramente di origini dolose.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Cascia, 48enne disabile morta in casa: aveva dei lividi sul corpo, ferita la coinquilina invalida
DIRETTA TV 17 Febbraio 2023 Avevano lividi in diverse parti del corpo le due donne soccorse ieri a Onelli di Cascia, nel Perugino: entrambe sono originarie della provincia di Rieti. Una di loro è morta. A dare l’allarme è stata la badante. Indagata una persona. 15 CONDIVISIONI Una donna di 48 anni è morta ad Onelli, piccola frazione del comune di Cascia (Perugia), nella giornata di giovedì 16…
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Dal Circolo de li Rapari “La famiglia di una volta - 'ella de 'na 'orde”
Dal Circolo de li Rapari “La famiglia di una volta - 'ella de 'na 'orde” --------------------- Il Circolo de li rapari presenta "La famiglia di una volta - 'ella de 'na 'orde" giovedì 26 e sabato 28 ottobre alle ore 17 presso la Biblioteca Paroniana.
Il Circolo de li rapari di Orizzonti Sabini presenta “La famiglia di una volta – ‘ella de ‘na ‘orde” atto unico scritto e diretto da Francesco Rinaldi. Dalla fervida immaginazione di un Commediografo e di una Bibliotecaria, alla ricerca delle antiche radici della famiglia di una volta, scaturiscono scene, immagini e situazioni della tradizione. Canti, riti e usanze, legati al ciclo di vita del…
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Questa notte ho alloggiato a Leofreni Natura!!
Non un semplice b&b ma un ambizioso progetto di accoglienza a 360 gradi!
La struttura si trova nel centro storico del piccolo borgo di Leofreni, in provincia di Rieti nel comune di Pescorocchiano, immersa nel verde incontaminato tra le montagne del Cicolano a pochissimi km dal vicino lago del Salto.
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Osteria Nuova. La mega-fiera che si tiene ogni prima domenica del mese
E’ una fiera che richiama gente da tutte le parti, la sua caratteristica è che ci si trova di tutto! La fiera è detta delle Merci e del Bestiame e si tiene a Osteria Nuova nel comune di Frasso Sabino (Rieti), la prima domenica di ogni mese dalle 8 alle 14. Chiunque sia residente nelle località prossime a Osteria Nuova si è trovato a visitarla almeno una volta. Occupa l’area del “Piano dei…
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#fiera delle Merci e del Bestiame#fiera osteria nuova#Frasso Sabino#Giorgio Consolandi#Rieti#Roma#Sabina#Salaria
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Il piccolo comune di Orvinio è situato in provincia di Rieti, sulle pendici di un colle a 840 metri s.l.m.. Orvinio è inserito nel Parco dei Monti Lucretili ed è menzionato tra i Borghi Più Belli D’Italia, un riconoscimento che si è guadagnato grazie al suo fascino, alle sue casette arroccate ed ai suoi romantici vicoli. Conta oggi poco circa 400 abitanti e le sue origini sono databili nel periodo in cui i siculi conquistarono la Sabina. Il borgo rietino fu centro di grande fama e prestigio ed era conosciuto nel Medioevo come Canemorto, un toponimo che la leggenda attribuisce al nome che i soldati di Carlo Magno avrebbero dato ai saraceni qui uccisi in battaglia nell’817: “cani morti”, appunto. Dopo essere stata per secoli sotto il dominio dei monaci Benedettini di Santa Maria del Piano, diviene nel XVI secolo feudo di nobili famiglie come gli Orsini, i Muti ed i Borghese, per entrare poi a far parte dello Stato Pontificio nell’800. Un luogo dalle vicende storiche movimentate, che conserva oggi l’eleganza di un centro medievale ed i ritmi assolutamente lenti di un tempo. È l’ideale per un weekend di charme, tra strette viuzze e antichi castelli. Cosa fare e cosa vedere nel borgo di Orvinio Orvinio è una gemma del Lazio tutta da scoprire che conserva nel perimetro dei suoi limitati confini incantevoli chiese e solenni palazzi fortificati. Tra le cose da vedere a Orvinio, c’è la Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, costruita nella seconda metà del XVI nella zona più sopraelevata del borgo, e famosa per custodire al suo interno preziose opere del pittore secentesco Vincenzo Manenti, a cui Orvinio ha dato i natali, e del padre Ascanio anch’esso nato tra le mura dell’antica Canemorto. Nel centro storico della città si trova anche la Chiesa di San Giacomo, eretta invece nel 1612 per volere di Giacomo Muti, barone dell’epoca, ed anch’essa scrigno di prestigiosi dipinti del Manenti. Il centro di Orvinio conserva alcuni tratti visibili della cinta muraria che un tempo la cingeva, e passeggiando tra le strade del nucleo residenziale si possono ammirare splendidi esempi di abitazioni di epoca rinascimentale. Attrazione principale di Orvinio è però il suo Castello, che difende la città fin dall’anno Mille e che ancora oggi mantiene fascino e arcaico carisma. La struttura oggi visibile è frutto di numerosi rimaneggiamenti ordinati dai diversi proprietari che hanno posseduto il castello, tra cui gli Orsini, che nel corso del Cinquecento lo ampliarono notevolmente. Le sue mura di cinta occupano gran parte del centro storico, e le sue stanze sono oggi spesso utilizzate per cerimonie e principeschi soggiorni, per gentile concessione dei marchesi Malvezzi-Campeggi, attuali proprietari. Durante la bella stagione Orvinio diventa base perfetta per emozionanti escursioni a piedi, in sella ad una mountain bike oppure a cavallo tra i sentieri del Parco dei Monti Lucretili. La riserva naturale è un paradiso incontaminato disseminato di boschi di castagni e faggi, grotte ed altri siti di interesse geologico. Uno dei trekking più interessanti porta da Orvinio lungo i sentieri boschivi circostanti alla ricerca della Chiesa di S. Maria in Piano, per finire ad ammirare poi la suggestiva cascata sul vicino Rio Petescia, caratterizzata da acque incredibilmente cristalline. Oltre che per aver dato i natali a celebri pittori come Vincenzo Manenti, Orvinio è anche stata culla di altri grandi ingegni, come l’incisore settecentesco Girolamo Frezza ed il romanziere Virgilio Brocchi. Le mura del borgo trasudano insomma arte e cultura da ogni singolo mattone. Cosa mangiare a Orvinio Un tour di Orvinio che si rispetti non può non includere un assaggio dei suoi sapori più genuini. Come spesso accade nei territori più autentici, al buon cibo sono dedicate a Orvinio numerose sagre gastronomiche che riempiono ogni anno il paese di gusti e profumi imperdibili. Il polentone ad esempio è la polenta locale a cui è dedicato un festival con ben due appuntamenti annuali, a gennaio e ad agosto, mentre il cecamariti è un tipo di pasta tradizionale fatta in casa, la cui sagra va in scena nel mese di giugno. Ad ottobre invece si tiene Enorvinio, una grande manifestazione dedicata ai migliori vini ed alle più particolari birre, con focus sia sui prodotti del territorio sia alle eccellenze delle altre regioni italiane. Alle degustazioni alcoliche si uniscono proposte dalla migliore gastronomia locale, comprendente tra le altre prelibatezze sagne all’aglione o ai porcini e specialità alla brace, ed un ricco palinsesto di concerti ed esposizioni di manufatti artigianali. @123rf https://ift.tt/31gC7ts Cosa vedere nel borgo di Orvinio Il piccolo comune di Orvinio è situato in provincia di Rieti, sulle pendici di un colle a 840 metri s.l.m.. Orvinio è inserito nel Parco dei Monti Lucretili ed è menzionato tra i Borghi Più Belli D’Italia, un riconoscimento che si è guadagnato grazie al suo fascino, alle sue casette arroccate ed ai suoi romantici vicoli. Conta oggi poco circa 400 abitanti e le sue origini sono databili nel periodo in cui i siculi conquistarono la Sabina. Il borgo rietino fu centro di grande fama e prestigio ed era conosciuto nel Medioevo come Canemorto, un toponimo che la leggenda attribuisce al nome che i soldati di Carlo Magno avrebbero dato ai saraceni qui uccisi in battaglia nell’817: “cani morti”, appunto. Dopo essere stata per secoli sotto il dominio dei monaci Benedettini di Santa Maria del Piano, diviene nel XVI secolo feudo di nobili famiglie come gli Orsini, i Muti ed i Borghese, per entrare poi a far parte dello Stato Pontificio nell’800. Un luogo dalle vicende storiche movimentate, che conserva oggi l’eleganza di un centro medievale ed i ritmi assolutamente lenti di un tempo. È l’ideale per un weekend di charme, tra strette viuzze e antichi castelli. Cosa fare e cosa vedere nel borgo di Orvinio Orvinio è una gemma del Lazio tutta da scoprire che conserva nel perimetro dei suoi limitati confini incantevoli chiese e solenni palazzi fortificati. Tra le cose da vedere a Orvinio, c’è la Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, costruita nella seconda metà del XVI nella zona più sopraelevata del borgo, e famosa per custodire al suo interno preziose opere del pittore secentesco Vincenzo Manenti, a cui Orvinio ha dato i natali, e del padre Ascanio anch’esso nato tra le mura dell’antica Canemorto. Nel centro storico della città si trova anche la Chiesa di San Giacomo, eretta invece nel 1612 per volere di Giacomo Muti, barone dell’epoca, ed anch’essa scrigno di prestigiosi dipinti del Manenti. Il centro di Orvinio conserva alcuni tratti visibili della cinta muraria che un tempo la cingeva, e passeggiando tra le strade del nucleo residenziale si possono ammirare splendidi esempi di abitazioni di epoca rinascimentale. Attrazione principale di Orvinio è però il suo Castello, che difende la città fin dall’anno Mille e che ancora oggi mantiene fascino e arcaico carisma. La struttura oggi visibile è frutto di numerosi rimaneggiamenti ordinati dai diversi proprietari che hanno posseduto il castello, tra cui gli Orsini, che nel corso del Cinquecento lo ampliarono notevolmente. Le sue mura di cinta occupano gran parte del centro storico, e le sue stanze sono oggi spesso utilizzate per cerimonie e principeschi soggiorni, per gentile concessione dei marchesi Malvezzi-Campeggi, attuali proprietari. Durante la bella stagione Orvinio diventa base perfetta per emozionanti escursioni a piedi, in sella ad una mountain bike oppure a cavallo tra i sentieri del Parco dei Monti Lucretili. La riserva naturale è un paradiso incontaminato disseminato di boschi di castagni e faggi, grotte ed altri siti di interesse geologico. Uno dei trekking più interessanti porta da Orvinio lungo i sentieri boschivi circostanti alla ricerca della Chiesa di S. Maria in Piano, per finire ad ammirare poi la suggestiva cascata sul vicino Rio Petescia, caratterizzata da acque incredibilmente cristalline. Oltre che per aver dato i natali a celebri pittori come Vincenzo Manenti, Orvinio è anche stata culla di altri grandi ingegni, come l’incisore settecentesco Girolamo Frezza ed il romanziere Virgilio Brocchi. Le mura del borgo trasudano insomma arte e cultura da ogni singolo mattone. Cosa mangiare a Orvinio Un tour di Orvinio che si rispetti non può non includere un assaggio dei suoi sapori più genuini. Come spesso accade nei territori più autentici, al buon cibo sono dedicate a Orvinio numerose sagre gastronomiche che riempiono ogni anno il paese di gusti e profumi imperdibili. Il polentone ad esempio è la polenta locale a cui è dedicato un festival con ben due appuntamenti annuali, a gennaio e ad agosto, mentre il cecamariti è un tipo di pasta tradizionale fatta in casa, la cui sagra va in scena nel mese di giugno. Ad ottobre invece si tiene Enorvinio, una grande manifestazione dedicata ai migliori vini ed alle più particolari birre, con focus sia sui prodotti del territorio sia alle eccellenze delle altre regioni italiane. Alle degustazioni alcoliche si uniscono proposte dalla migliore gastronomia locale, comprendente tra le altre prelibatezze sagne all’aglione o ai porcini e specialità alla brace, ed un ricco palinsesto di concerti ed esposizioni di manufatti artigianali. @123rf Il borgo medievale di Orvinio, nel Lazio, è tutto da visitare, scoprendo il centro storico, l’affascinante castello e assaggiando i prodotti enogastronomici.
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