Tumgik
#Colatura alici Dop
sinapsimagazine · 2 months
Text
Colatura di alici di Cetara Dop: proposta modifica
Martedì 23 luglio 2024 alle ore 11.30 presso la sala polifunzionale M. Benincasa del Comune di Cetara (SA) si terrà la riunione di pubblico accertamento per la richiesta di modifica del disciplinare di produzione della Dop “Colatura di alici di Cetara”. Scopo della riunione è permettere al Ministero di verificare la rispondenza della disciplina proposta rispetto a quanto previsto dal regolamento…
0 notes
luigidalise · 1 year
Text
Il cibo è sempre più la voce più importante del budget della vacanza estiva in Italia, tanto che è diventato per molti la principale motivazione del viaggio.
Con un boom del turismo enogastronomico, che raggiungerà in questi mesi un valore di circa 15 miliardi di euro.
Cetara, in costiera amalfitana, rappresenta una meta gettonatissima, grazie all'attività di ristorazione legata alla pesca e al prodotto principe: la colatura di alici.
Il servizio del Tg1 andato in onda questa sera su Rai 1, con interventi di Giulio Giordano, produttore di colatura di alici di Cetara, Lucia Di Mauro, presidente associazione Colatura di Alici Dop Cetara e allo chef Luca Malafronte
0 notes
sinapsinews · 3 years
Text
Slow Fish, la Colatura di Alici di Cetara conquista la fiducia dei cuochi italiani
I cuochi italiani applaudono la Colatura di Alici di Cetara Dop. Consenso unanime per il prodotto diventato ormai simbolo della costiera amalfitana nel mondo, protagonista in questi giorni allo Slow Fish 2021 in corso di svolgimento a Genova. Al termine di una giornata aperta dalla presidente dell’associazione della Colatura di Alici di Cetara Dop Lucia Di Mauro che si è intrattenuta sul percorso…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
pastarizzelli · 3 years
Text
Tweeted
"Pesca: a gennaio 2022 prima colatura di alici di Cetara Dop" https://t.co/RmODSH6fyd #gusto #food #cibo
— Pasta Rizzelli (@Rizzellipasta) Jul 2, 2021
0 notes
foxpapa · 6 years
Photo
Tumblr media
Cetara, Costiera amalfitana – ITALY
Le trattorie del piccolo centro hanno trasformato l’antica colatura di alici in un piatto moderno. Rilanciando l’economia del borgo. E ora si punta al Dop
Per quasi mezzo secolo, in quel vicolo incastrato tra le casupole bianche circondate dai terrazzamenti di piante di limoni, hanno “scapezzato” a mano e poi “inzuscato” di sale: un procedimento antico che Gilda Di Martino e la sua amica, perpetua del parroco del paese, avevano appreso dalle madri, che a loro volta avevano imparato dalle loro nonne. Gesti sapienti per trasformare, in pochi mesi, duecento casse di acciughe del golfo di Salerno in colatura di alici. Quasi un rito, che si consumava tra il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, quando le alici raggiungevano la dimensione e la maturazione giusta per finire sotto sale, e il 22 luglio, ricorrenza di Santa Maria Maddalena. Quella salsa di pesce cremosa ottenuta dalla macerazione di strati di alici, erede diretta del sapido Garum degli antichi romani, arrivava sulle tavole di amici, parenti e, soprattutto, del ristorante di famiglia. Oggi, Gilda con l’avanzare dell’età ha passato il testimone, ma la tradizione vive ancora: poche aziende – alcune a conduzione familiare – continuano a macerare e imbottigliare la colatura
foto di Sonia Ricci 
3 notes · View notes
sciscianonotizie · 6 years
Text
0 notes
luigiacciaio · 7 years
Photo
Tumblr media
#Repost @com_era_e with @repostapp ・・・ "Lemon Pizza": #salmone #gamberetti #fiordilatte Ella #rucola #limone #arancia #lemonpizza #comerae #pizzeriagourmet #lemon #orange #fish #pizza #pizzagram #fire #instafood #instagood #recipe #sharefood #pizzaiologourmet "Com'era... È" Pizzeria Gourmet® C.so Savona 17 - Moncalieri (TO) Tel. 011641925 Chiuso il lunedì. Anche servizio da asporto e domicilio. Corsi di Pizzaiolo Gourmet® professionali ed amatoriali. Impasti a mano assistiti con farine integrali e semi integrali del Molino Quaglia, 75/90% di idratazione, almeno 36 ore di lievitazione, prodotti L'Orto di Lucullo, I Sapori di Corbara, Il Mare di Lucullo, olio Pregio, mozzarella di Bufala Campana DOP "Ella", Capperi e Cucunci di Salina presidio Slow Food, Alici di Menaica presidio Slow Food, Pomodoro Miracolo di San Gennaro presidio Slow Food, colatura di Alici Acquapazza Gourmet presidio Slow Food, Cacioricotta del Cilento presidio Slow Food, sale integrale di Trapani presidio Slow Food, Mortadella Bologna presidio Slow Food, Olive Caiazzane presidio Slow Food, salumi Il Grifone, birre Riegele, Titanum, Lupulus, vini Terre di Sylva Mala e I Nobili del Vesuvio, sidri, bibite BIO e centrifugati. Animali ammessi. (presso Com'era, è - Pizzeria Gourmet)
1 note · View note
sinapsinews · 3 years
Text
Colatura di Alici di Cetara Dop protagonista a Slow Fish di Genova
Panel Test La Colatura di Alici di Cetara Dop protagonista della decima edizione di “Slow Fish”. Particolarmente ricco il calendario degli eventi in calendario nella splendida location del centro storico di Genova. La mattina del 2 luglio sarà dedicata al liquido ambrato proveniente dalla regione Campania che di recente ha concluso positivamente l’esito per l’ottenimento del marchio Dop. Sarà…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
infosannio · 5 years
Text
Eccellenze campane al Merano Wine Festival: vini, mozzarella, alici ma anche seta di San Leucio
Eccellenze campane al Merano Wine Festival: vini, mozzarella, alici ma anche seta di San Leucio
CAMPANIA FELIX & GOURMET ARENA AL MERANO WINEFESTIVAL (#mwf2019) DALL’8 AL 11 NOVEMBRE. INSIEME ALLE ECCELLENZE GASTRONOMICHE, LA MOZZARELLA E LE PIZZE DI PEPE IN GRANI ANCHE LE SETE DI SAN LEUCIO
  1° novembre 2019 – Circa 300 etichette di vino, mozzarella di bufala campana Dop, mele annurche, pomodorini del piennolo, salame napoletano, colatura di alici, bottarga, tonno rosso, formaggi…
View On WordPress
0 notes
alfonsodelforno · 6 years
Photo
Tumblr media
Devo ringraziare Secondo Squizzato ed Eugenio Puglia per avermi coinvolto in un'esperienza unica. Lavorare nel panel di assaggio della Colatura di Alici, in previsione della DOP per quella di Cetara, è stata una bellissima esperienza. Umami, sapido e grasso sono i descrittori piu comuni. Il lavoro e tutt'altro che finito, con tanti assaggi ancora da effettuare. Ci sarà da divertirsi come degustatore di colatura! #colaturadialici #alicidicetara #degustatoredicolatura #alicidicetara #cetara #costadamalfi #food #foodporn #foodie #piacevolezza (presso Camera di Commercio di Salerno) https://www.instagram.com/p/BrnnrRkFO_d/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=vn1rb7hrmym
0 notes
lospeakerscorner · 6 years
Text
PORTICI (NA) – Oronero – dalle scritture del fuoco e l’evento Eruzioni del gusto, ospitato al Museo di Pietrarsa nei giorni del 26, 27 e fino alla mattinata di domenica 28 ottobre. Cinema, mostre, convegni, una fantastica cena in collaborazione con Villa Signorini, e al centro l’enogastronomia … vulcanica, in tutti i sensi
Una iniziativa volta a sensibilizzare il rispetto dell’ecosistema e il recupero delle tradizioni agricole, favorendo così lo sviluppo della cultura nei luoghi vulcanici. Sono peraltro stati i temi affrontati nel corso di Archeologia, agricoltura, salute e sicurezza: la sostenibilità all’ombra dei vulcani, uno dei tanti convegni che hanno caratterizzando l’evento enogastronomico  promosso dall’associazione culturale Oronero – dalle scritture del fuoco.
Docenti universitari, ricercatori, imprenditori, rappresentanti di aziende si sono confrontati sulla necessità di preservare la terra e le risorse non infinite limitando quanto più possibile sprechi e impatti ambientali. La plastica, uno degli elementi più utilizzati in ambito domestico e oggi sotto osservazione, presenta dei lati positivi.
«Un contenitore  di vetro a rendere è più impattante della plastica a perdere perché ci sono problemi di massa: per imbottigliare un litro in vetro occorrono circa 350-400 grammi di massa ma neanche 20 grammi per la plastica», ha spiegato il consigliere  delegato della Ferrarelle spa Giuseppe Cerbone.
Dal rispetto dell’ambiente alla valorizzazione dei territori campani. È il caso della Masseria delle Sorgenti Ferrarelle nel Parco Fonti di Riardo. Nel cuore dell’alto casertano dove nasce la più famosa acqua effervescente naturale del nostro Paese, è attiva una collaborazione con il FAI, cui è stato affidato un progetto di riqualificazione paesaggistica e di gestione turistica rivolto al pubblico.
La valorizzazione dei luoghi però non può prescindere dal rilancio delle culture, soprattutto di quelle dei popoli che vivono nelle terre vulcaniche. Sul punto Giuseppe Orefice del comitato esecutivo Slow Food Italia, ha sottolineato: «Ho notato, nella mia esperienza, che i popoli delle terre vulcaniche hanno un qualcosa in più che ha a che fare con l’identità. Pensate alle popolazioni vesuviane: loro si descrivono come vesuviani e a tal proposito mi viene in mente un progetto che anche nel nome esprime questa identità come ad esempio nei Campi Flegrei io Campo Flegreo, un gioco di parole ma anche uno stile di vita».
I lavori, moderati da Raffaele Sacchi, ordinario di Industrie Agrarie del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sono stati introdotti dai saluti del presidente di Oronero – dalle scritture del fuoco, Carmine Maione: «Abbiamo iniziato insieme un percorso in un luogo simbolo del viaggio. Siamo nel punto in cui c’è il primo esempio di rivoluzione industriale:  le ferrovie che favorivano scambi culturali, viaggi, trasporto di derrate alimenti.  Pietrarsa sembra una nave pronta all’abbrivio e in qualche modo ci sentiamo in movimento».
Non solo convegni, ma tante degustazioni di prodotti tipici (dop,igt,igp) e dei vini campani a cura dei consorzi di tutela. Inoltre, la Regione Campania ha presentato la Guida delle aziende vinicole e vitivinicole campane, redatta  in collaborazione con l’AIS, che poi ha guidato i visitatori in un viaggio attraverso i vini vulcanici.
Gli espositori hanno invece accompagnato l’interessatissimo pubblico in un itinerario di assaggi e conoscenza, dai pistacchi di Bronte alla Colatura di Alici di Cetara, passando per il Limoncello di Sorrento, per il Pane ricco di amore e di antiche tecniche e farine ri-valorizzate, fino al Provolone del Monaco, alla Mozzarela DOP, al Pomodoro del Piennolo, all’unicità dei prodotti della terra vesuviana esaltate dal presidio Slow Food, senza dimenticare Sua maestà la Pizza.
Da sottolineare una interessante novità: l’acqua di mare microbiologicamente pura a uso alimentare. Molto versatile in cucina, l’acqua Riservadimare®, ottenuta con un procedimento che non fa uso di sostanze chimiche, è un prodotto sostitutivo del sale, ma ricco: 92 Sali minerali, magnesio, ferro, potassio e calcio. «Il beneficio – ha sottolineato Giancarlo Gherardelli – è che il prodotto alimentare preparato con Riservadimare® a parità di peso ha quaranta volte meno sodio rispetto al sale comune».
Su tutto e tutti, ha “vigilato” l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno diretto dal dottor Antonio Limone: il funzionario addetto alle relazioni con il pubblico Luciano Ranaldi ha sottolineato l’importanza della sicurezza alimentare sollecitando ad un utilizzo più attento del cibo.
Sono stati tali e tanti gli eventi, tanti e tali gli esperti che hanno partecipato a Eruzioni del Gusto: con nostro rammarico non è stato possibile citarli tutti, ma ci rifaremo prossimamente…
Arrivederci al prossimo anno , con Oronero – dalle scritture del fuoco!
Per maggiori infromazioni: ORONERO | http://www.oronero.net| [email protected]
Oronero, il grande successo di Eruzioni del gusto PORTICI (NA) - Oronero – dalle scritture del fuoco e l’evento Eruzioni del gusto, ospitato al…
0 notes
nicapu · 6 years
Photo
Tumblr media
Bella giornata a #Cetara con Il commissario europeo #KarmenuVella, il sottosegretario #FrancoManzato, il grande Sindaco #FortunatoDellaMonica e l’intera comunità di pescatori, nota per essere tra le più dinamiche della penisola. Abbiamo inaugurato il ciclo di incontri #AMareNostrum discutendo con gli operatori del settore di #Mediterraneo, #BlueEconomy e della necessità di mettere in campo una strategia europea per la piccola pesca ed i giovani pescatori. E abbiamo anche assunto l’impegno di tornare presto a Cetara per festeggiare la lla concessione della DOP per la colatura di alici il cui dossier è da qualche settimana giunto sul tavolo della Commissione Europea. #piùCetara #PiùSud #PiùEuropa https://www.instagram.com/p/BoRmWibCpLa/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=mmdkujfbv88o
0 notes
luigidalise · 4 years
Link
Comincia il conto alla rovescia, in attesa della Dop per la Colatura di Alici di Cetara. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Europea della richiesta, per ottenere l’ambita certificazione, si guarda già al futuro. La Campania sarà la prima Regione in Italia, a potersi fregiare di una Dop prodotto trasformato di mare, per la Colatura di Alici di Cetara è una soddisfazione in più. Il servizio della Tgr Campania andato in onda alle 14 su Rai 3 
0 notes
sciscianonotizie · 6 years
Text
0 notes
foxpapa · 6 years
Photo
Tumblr media
Cetara, Costiera amalfitana – ITALY
Le trattorie del piccolo centro hanno trasformato l’antica colatura di alici in un piatto moderno. Rilanciando l’economia del borgo. E ora si punta al Dop
Per quasi mezzo secolo, in quel vicolo incastrato tra le casupole bianche circondate dai terrazzamenti di piante di limoni, hanno “scapezzato” a mano e poi “inzuscato” di sale: un procedimento antico che Gilda Di Martino e la sua amica, perpetua del parroco del paese, avevano appreso dalle madri, che a loro volta avevano imparato dalle loro nonne. Gesti sapienti per trasformare, in pochi mesi, duecento casse di acciughe del golfo di Salerno in colatura di alici. Quasi un rito, che si consumava tra il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, quando le alici raggiungevano la dimensione e la maturazione giusta per finire sotto sale, e il 22 luglio, ricorrenza di Santa Maria Maddalena. Quella salsa di pesce cremosa ottenuta dalla macerazione di strati di alici, erede diretta del sapido Garum degli antichi romani, arrivava sulle tavole di amici, parenti e, soprattutto, del ristorante di famiglia. Oggi, Gilda con l’avanzare dell’età ha passato il testimone, ma la tradizione vive ancora: poche aziende – alcune a conduzione familiare – continuano a macerare e imbottigliare la colatura
foto di Sonia Ricci 
0 notes
jucks72 · 7 years
Text
Picco Rosso, la pizza n°1 in Giappone grazie alla ricerca di eccellenze italiane
New Post has been published on http://www.it-gourmet.it/2017/11/04/picco-rosso-la-pizza-n1-giappone-grazie-alla-ricerca-di-eccellenze-italiane/
Picco Rosso, la pizza n°1 in Giappone grazie alla ricerca di eccellenze italiane
Il patron di Picco Rosso, catena giapponese di pizza italiana, viaggia in Italia per reperire prodotti agroalimentari di eccellenza. Di pizza abbiamo di recente scritto a fronte di survey su pizzerie italiane nel mondo.
Si parla di piccolo pianeta, il villaggio globale in rete, i traduttori automatici che smontano il flagello della Babele linguistica, la sana curiosità, ed ecco un episodio occorsoci che raccontiamo volentieri.
Prologo: un pizzaiolo giapponese, dopo aver letto il summenzionato articolo, ci comunica che ha una grande esigenza, vuole approvvigionarsi di cibo italiano di alta qualità.
E questa è in breve la storia. E se è una storia, la affabuliamo e la facciamo cominciare così: “C’era una volta…”. Difatti, ahinoi, ci fu una volta un evento tragico e disastroso chiamato Seconda Guerra Mondiale. E c’era in Giappone un italiano di nome Giuseppe Donnaloia. Costui, alla fine del conflitto sul fronte nipponico, fu preso dagli americani e per sopravvivere disse, mentendo, che era pizzaiolo. Hic Rhodus, hic salta! Eh sì, a fronte di questa abilità sbandierata, si trattava di farle per davvero le pizze. E Donnaloia ci riuscì: estro, inventiva, la forza che interviene nelle situazioni disperate. I suoi meriti gli valsero anche l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana.
Aprì la sua prima pizzeria a Kobe, e siamo negli anni ’50 in un Giappone distrutto che trova con la tenacia del suo popolo la forza di risollevarsi. Attività a gonfie vele e passaggio generazionale su sponda locale. Imprenditori giapponesi innamorati della pizza e del sotteso emergente business, subentrano e siamo oggi alla terza generazione con Takeshi Yumeji, patron della pizzeria Picco Rosso a Kobe.
Takeshi Yumeji e Toshio Demizu
Ed è Takeshi Yumeji che volentieri si racconta. Lo incontriamo a Napoli durante uno dei suoi viaggi resi necessari dall’esigenza che ha cagionato il contatto tra noi. La sua, chiariamo subito lo scenario, non è una pizzeria intesa come locale aperto al pubblico. Vorremmo dire, ci sia consentita la facezia terminologica, che la sua è una “fabbrica della pizza”, la più grande del Giappone.
È la pizza italiana più venduta nella Gdo giapponese. E gli ingredienti, ci piace ribadirlo, sono tutti italiani. Le dimensioni del disco di pizza sono inferiori a quelle nostre. Perché? Perché in Giappone è tutto più piccolo: le case, le stanze delle case, gli elettrodomestici nella piccola cucina. La pizza che produce Picco Rosso la si acquista nella Gdo e poi, una volta a casa è necessario il passaggio nel forno a microonde; ecco, ed anche il forno a microonde è piccolo! Tutto chiaro.
Affiancato dal suo direttore di produzione Toshio Demizu, Takeshi palesa le sue difficoltà in anello a monte della filiera di produzione, ovvero l���acquisto e gli approvvigionamenti di food davvero made in Italy e non Italian sounding.
Nel suo viaggio in Italia si pone alla ricerca di eccellenze. Nella tappa campana si è posto alla ricerca delle acciughe di Cetara e della colatura di alici. Si è poi recato nell’agro sarnese nocerino per individuare fornitore di Pomodoro San Marzano Dop. Meticoloso il suo scouting anche per la Mozzarella di Bufala Campana Dop. Chicca tra le chicche, addirittura ha voluto assaggiare il Conciato Romano, formaggio sconosciuto ai più che viene prodotto in piccole quantità. L’anelito di Takeshi, ed è questo l’aspetto che auspichiamo solleciti attenzione da parte dei produttori del nostro agroalimentare di qualità, è quello di essere messo in condizioni facilitate per conoscere i produttori e che siano non insormontabili le problematiche connesse allo shipping ed alla logistica, con annesse le operazioni di saldo delle fatture di acquisto.
Ipotesi di scenario: website di e-business, insomma sorta di e-commerce b2b, dove siano presenti, prima ed innanzitutto per raccontarsi e poi eventualmente per lasciarsi comprare, le produzioni di eccellenza dell’agroalimentare. Non può essere vincente il website del singolo produttore, deve esserci un offering articolato dove l’assenza di overlapping è scaturimento naturale di agreement tra i soggetti fornitori. Acquisto in ottica “one shop” da parte dell’acquirente con un autentico “easy to buy”. Soluzioni di e-logistics e di shipping groupage e garanzia di avvenuti pagamenti.
Grazie alla tecnologia abilitante, lo scenario appena tratteggiato non è di difficoltosa attuazione. Si tratta di mettere insieme le giuste competenze. Ma si tratta anche di fare un’altra cosa, essa sì davvero difficile nel nostro contesto: attuare la trust economy, l’economia della fiducia.
Il caso Picco Rosso, ovvero il colosso giapponese messo in piedi da Takeshi Yumeji, è vivo, attuale, concreto, insomma esiste e grazie alla sensibilità di Takeshi Yumeji se ne viene a conoscenza. Ma riusciamo ad immaginare worldwide quante altre situazioni simili esistono nel mondo? Quanti potenziali clienti non si riescono a raggiungere perché a costoro non ci si rende sufficientemente visibili. Per quanti potenziali clienti ai quali ci si rende sufficientemente visibili, non si è sufficientemente attrattivi? E dove risiedono le cause dello scarso appealing atteso che è molto improbabile che esso sia nell’insufficiente qualità del prodotto? Un fattore è costituito dall’inadeguata capacità di sapersi raccontare, altro fattore può essere costituito da un costo complessivo cagionato non dal costo del prodotto in sé ma da sacche di inefficienza (le definiamo tali in epoca di tecnologia abilitante). Quali le inefficienze? Piuttosto che enumerarle, proviamo a ricondurle alla “madre di tutte le inefficienze” che è debolezza: ci piace essere solisti e non sappiamo cantare in coro. Insomma, il caso Picco Rosso, con il patron Takeshi Yumeji che viene a fare scouting in Italia, ci fa molto meditare.
0 notes