#Co-Genitori
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I am so fucking done with this job
#ma diobuono quanto le schifo le superiori#vi giuro#viste da un contesto da adulto#fanno veramente cagare il cazzo#non puoi fare nulla#i genitori che invece di dire qualcosa si so lamentatii che i docenti non mettono abbastanza note#SIGNORA#SIGNORA SIAMO AD INIZIO ANNO E HANNO GIA' AVUTO TRE NOTE SOLO NEL MESE DI OTTOBRE#una glie l'ho messa io oggi#perché stavano a fa le dirette su tiktok#e nessuno ha detto nulla#cioé era un fatto gravissimo e loro stavano lì seduti come dei coglioni#vabbé io davvero boh#spero che falliscano tutti guarda#io di solito sono una persona aperta e so che i ragazzi alla fine son bravi e tutti#ma son dei coglioni stratosferici e quindi si meritano una bella bocciatura#ma nemmeno bocciare perché tanto che ci fai#ma poi quell'altra della segreteria che mi dice 'eh ma anche se non è la sua classe di conscorso le ore così sono state stabilite e deve co#SIGNORA SE VOLEVO INSEGNARE UNA MATERIA SENZA POSSESSO DI CLASSE DI CONCORSO DI FIDI CHE AVREI FATTO TUTTO TRANNE CHE QUESTA#ALLORA IO MO VADO E MI METTO AD INSEGNARE INGLESE#perché se tanto decidono loro chi è abilitato o meno#ma io davvero#guarda le superiori sono davvero un luogo di merda gestito come la merda e meritano merda
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Ciò che ho amato di lei

La trovai qualche anno fa, senza neppure cercarla. In panetteria. Come capita con tutte le cose veramente importanti delle nostre vite: scelgono loro dove trovarti e quando, perché semplicemente ti devono arrivare. Fu, la nostra, una storia qualsiasi. Tra due anime a caso su sette miliardi. In questo emisfero terrestre, nello stesso quartiere. Si sviluppò da subito una fortissima e magnetica attrazione, tra noi. Ne apprezzavo la discrezione e i sorrisi imbarazzati, sottintesi.

I modi controllati e assolutamente raffinati. Pian piano, l’aiutai a liberare in lei la sua versione più istintuale, soffocata e ingabbiata. Dai pregiudizi e dal bisogno di essere accettata dai suoi genitori, dai suoi modelli di vita. A Lucia ho insegnato che non deve nulla a nessuno, tranne che forse alla sua vera natura e ai suoi desideri. Che tutte le voglie sono lecite, sacrosante e vanno soddisfatte, a meno che non siano dannose per qualcuno.

E quindi giù domande:
-e allora l’amore? Se poi improvvisamente amo qualcun altro e poi tu soffri?
-fallo: lasciami. Capirò.
-ma che dici, scemo… e la lealtà, la coerenza, il rispetto…
-tutte cazzate messe su carta da chi non ha mai amato. L’amore è l’unica variabile caleidoscopica, imprevedibile e spietata nelle nostre vite. Nessuno che se ne sia mai lamentato, però…
-la gratitudine?

-certo: la gratitudine deve essere ovvia, ma non può trasformarsi in una invisibile ma pesante catena che ti condizioni nelle scelte, nei gusti; qualcosa che ti impedisca di vivere da donna libera, che ti faccia sentire vincolata a chi ti ha fatto del bene. Aiutare, fare del bene significano infatti semplicemente rendere libero qualcuno; nel corpo e nella mente. Solo questo. Altrimenti non è fare del bene: è mettere delle ipoteche sul cuore e sulla vita di quella persona. Pretendendo poi di riscuotere di continuo dei dividendi. Potremmo chiamarlo strozzinaggio dell’anima, direi. Ecco, si! Quindi, anche se si tratta di forzare la tua natura gentile, alla fine se proprio devi, per tagliare i legami tossici della mente sentiti pure libera di alzare il dito medio a chi ti ha ingabbiata nella sua rete di follia mentale. Credendo magari di farlo “per il tuo bene” e addirittura in buona fede.

Mi ascoltava e beveva le mie parole. “Un uomo è già mezzo innamorato di una donna che lo ascolti.” Certo: è proprio vero, giuro. E io quindi l’amavo ogni giorno di più. Crebbe anche sessualmente. Moltissimo. Sapeva fare cose che neanche una contorsionista innamorata... Lasciai il mio monolocale e mi trasferii da lei, nel suo appartamento più grande del mio, per vivere insieme. Iniziai a sentirmi sempre meno il maestro e ogni giorno di più l’allievo.

Era divenuta esperta nella stimolazione erotica: visiva e sensoriale in genere. Mi insegnava cose incredibili. Mi faceva godere da matti. Si dice che ogni uomo cerchi solo una donna bella e che voglia fare tanto sesso, fino a quando… non la trova! Comunque, posso dire che ci siamo amati senza barriere, limiti, pregiudizi o gelosie. Non volevo che lei.

Non cercavo che il suo corpo. Non amavo altre cose che non fossero il suo odore, le sue forme. Il suo seno poi era per me una vera fissazione. Lucia lo sapeva e ogni tanto, a tradimento e con la scusa di dover prendere qualcosa, mi sfiorava coi capezzoli turgidi il petto, il viso o la schiena. Questo dava regolarmente inizio a una mia incontenibile eccitazione. Non c’era pomeriggio in cui non finissimo a letto per amarci prima di cena. Anche quando avevamo avuto di che discutere. Anzi: quello dava più sapore all’amore.

Quella donna era un raro compendio di grazia, bellezza, forza e infine fiera, conscia sottomissione. La donna perfetta. Per me che sono pieno di difetti, fisse e debolezze atroci che mi mangiano da dentro. Durò fino a quando due anni fa per l’università non venne a vivere con noi Elena, sua sorella minore. Fui stoico: resistetti fino a che mi fu possibile. Ma quella ragazza era attraente nell'anima, oltre che nel corpo; mi prese il cuore da subito e pian piano me lo accartocciò.

Con un semplice sguardo mi passava da parte a parte. E lo sapeva, la piccola maliziosa. Mi fece a pezzi i ventricoli, dopo avermeli virtualmente leccati a lungo. Ogni tanto, se eravamo soli, si scopriva il seno, poi apriva la bocca e cacciava tutta la lingua fuori, nella posizione di ricevimento del seme per dieci secondi. E mi guardava fisso negli occhi. Oppure mi faceva vedere le sue grazie in trasparenza. Una dolce tortura. Restavo senza fiato e lei si divertiva. 'Ma io scherzavo', diceva. Per me lei invece costituiva un'inversione dei poli dell’asse terrestre.

Elena era fidanzata, al paesello. In città perciò si sentiva più libera. In breve, divenni segretamente cotto di lei. Be’, tra noi in ogni caso ci fu solo un bacio; languido e dolcissimo. Me lo diede lei a tradimento, in un pomeriggio in cui probabilmente sentiva un po’ più di trasporto verso di me. Io non riuscii a fare nulla per impedirlo. Non che l’avrei voluto, devo dire. Poi sorrise e come se avesse semplicemente bevuto un bicchier d’acqua se ne andò al cinema con gli amici. Io rimasi con un incendio nella mente e nell’anima. S’era prodotta una crepa, nel cemento armato che sino a quel momento mi univa a Lucia, la mia donna.

Cercavo di nasconderla. Maldestramente. Lei però se ne accorse immediatamente. Le confessai che amavo quella giovane Venere, che quella cerbiatta incosciente mi teneva in pugno senza forse neanche immaginare che uragano aveva scatenato in me. Un amore improbabile, disperato e impossibile. Destinato a squagliarsi, alla fine: te lo giuro! Ma lei niente.

Mi si negò da subito. Iniziò a darsi piacere da sola, per farmi morire di passione. Lo faceva piangendo, nel nostro letto. La sentivo, gemeva ma non mi consentiva neanche di toccarla. Per me era una vera tortura guardarla spogliarsi, averla vicina ogni sera più bella della precedente, calda e non poterla neppure sfiorare. Sentivo il suo odore trovare le mie narici e arrivare al centro esatto del mio desiderio.

Sentivo l’aroma meraviglioso della sua pelle di seta e dormendo spesso me la sognavo. Soffrimmo entrambi da cani. Il calvario durò solo sei giorni e poi tra me e la sorella infine Lucia non ebbe esitazioni: scelse quest’ultima. Mi buttò fuori senza tanti complimenti. Pur non avendo io fatto nulla di concreto. L’amore esce fuori dai tuoi pori.

Se ne accorgono tutti. Più è impossibile, scorretto e proibito, più ti cresce dentro. I limiti, le imposizioni e i divieti sono proprio ciò che lo fa lievitare maggiormente. Amare è il vero pane quotidiano degli esseri umani. A volte è un pane amaro ed è protetto da una spessa vetrina di convenzioni. O da un chiaro “non ti voglio più.” E allora sono guai.

RDA
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Miles Morales è un personaggio dei fumetti statunitensi pubblicati da Marvel Comics. Ideato da Brian Bendis e disegnato da Sara Pichelli,il personaggio è stato introdotto nell’universo Ultimate in sostituzione di Peter Parker che era rimasto ucciso nella saga La morte di Spider-Man ed è il quinto personaggio - dopo Peter Parker, Miguel O’Hara, Ben Reilly e Gerald Drew - ad assumere l’identità di Spider-Man. Morales è stato il primo afro-americano a indossare il costume del supereroe e il secondo dalle origini ispaniche dopo Miguel O’Hara, protagonista della serie Uomo Ragno 2099.
Biografia
Miles è un adolescente afroamericano di origini portoricane, che abita insieme alla sua famiglia nella New York ricostruita dopo l’onda Ultimatum; è un ragazzo timido ma molto intelligente che si ritrova catapultato in un mondo completamente fuori dalla norma, ovvero quello della comunità metaumana, a causa del morso di un ragno. Dopo la morte di Peter Parker decide di agire diventando poco alla volta una persona più coscienziosa e sicura di sé intraprendendo la carriera di supereroe erede di Spider-Man.[ I suoi genitori, Rio Morales e Jefferson Davis, nella speranza che possa ricevere una istruzione avanzata, lo iscrivono a una scuola prestigiosa ma durante la visita a casa di suo zio Aaron Davis, viene punto da un ragno che gli conferisce alcune capacità, come la mimetizzazione, una spiccata agilità e la capacità di paralizzare gli avversari con le mani. Poi scopre che queste capacità sono simili a quelli in possesso di alcuni tipi di ragni.
Spaventato da questa situazione, sostiene di voler solo una vita normale e non vuole fare l’eroe come Spider-Man. Ma, a seguito della morte di questi, Miles, che era uscito di nascosto dal suo studentato e si era diretto proprio nei pressi della battaglia per cercare di capire cosa stesse accadendo, assiste agli ultimi istanti di vita dell’eroe. Miles è oppresso dal senso di colpa perché avrebbe potuto aiutarlo se avesse deciso di usare i suoi poteri piuttosto che farsi soggiogare dalla paura. In seguito Miles decide di intraprendere in qualche modo la carriera di vigilante e nella sua prima uscita affronta e sconfigge il criminale Kangaroo ma in maniera goffa e la stampa inizia a bersagliarlo per il pessimo gusto non tanto delle sue azioni quanto della scelta del costume così simile a quello dell’originale, essendo passato molto poco dalla sua sepoltura. Una sera, mentre compie il suo giro di ronda incontra Spider-Woman
La donna è piuttosto alterata per il comportamento del ragazzo e dopo un breve scambio di colpi, in cui lo smaschera e lo cattura tramite la ragnatela che secerne dalle dita, lo porta al Triskelion dove viene interrogato da Fury e dagli Ultimates, tutti alquanto scioccati dalla situazione. Parlando con Nick Fury, Miles spiega le sue ragioni e in contemporanea scopre che la fedina penale di suo zio è più sporca di quello che credeva, dato che è sulla lista dei ricercati della F.B.I. Nel frattempo Electro, detenuto nella stessa struttura dopo la notte in cui Goblin uccise Spider-Man, si risveglia dal coma indotto chimicamente e cerca di fuggire aggredendo il personale. A causa del suo tentativo di fuga, tutte le luci si spengono e Miles e Fury si uniscono al resto degli agenti S.H.I.E.L.D. per fermare il supercriminale. Lo scontro termina proprio grazie al giovane che approfittando di un momento favorevole, paralizza Electro con il suo tocco velenoso, permettendo così la sua incarcerazione. Il giorno dopo Jessica Drew, in borghese e non proprio a suo agio, raggiunge la scuola di Miles e gli consegna una valigetta con la benedizione di Fury e l’avvertimento che non ci saranno altre occasioni per lui e la scelta di vita che ha deciso di seguire. Miles l’apre e dentro vi trova un nuovo costume, una variante nera con ricami rossi di quello che un tempo veniva indossato da Peter: ora può ritenersi il vero erede di Spider-Man.
Poteri e abilità
Morso da un ragno geneticamente modificato noto come esemplare 42, che è leggermente diverso da quello che ha conferito a Peter Parker poteri sovrumani, Miles Morales possiede abilità simili a quelle dell’originale Spider-Man, tra cui forza, agilità e riflessi notevolmente potenziati, la capacità di aderire alle pareti e ai soffitti con le mani e i piedi,e un "senso di ragno" che lo avverte del pericolo con una sensazione di ronzio nella testa. Sebbene la sua forza e agilità siano simili a quelle dell’originale Spider-Man più giovane, il suo senso di ragno pare funzionare in maniera diversa a quello del suo predecessore, in quanto lo avverte solo del pericolo immediato.
Ha due abilità che l’originale Spider-Man non ha: la capacità di mimetizzarsi, estendendola anche agli indumenti che indossa, per adattarsi a ciò che lo circonda, rendendolo effettivamente invisibile, e un "Venom Strike" che può paralizzare temporaneamente quasi chiunque con un solo tocco.
Il Venom Strike non utilizza un vero veleno, ma è un tipo di bioenergia elettrica che può essere caricata nel corpo di Morales, e può essere usata contro un avversario a distanza conducendola attraverso un materiale in cui entrambi Miles e il suo avversario sono in contatto, come la ragnatela dell’Uomo Ragno della Terra-616.
Ovviamente l’efficacia varia da nemico a nemico, in quanto alcuni col tempo hanno imparato a resistere a questa scossa, mentre altri ne sono sempre stati refrattari. Miles può effettuare una versione più potente dell’attacco, il "Mega Venom Blast",che ha effetti devastanti su chiunque, Miles compreso, dato che il suo utilizzo tende a scaricare completamente la bioenergia corporea con conseguente sfinimento o addirittura svenimento del ragazzo.
Il corpo di Miles possiede anche una significativa resistenza alle lesioni. Durante un alterco con il mercenario Roxxon Taskmaster, Miles viene sbalzato attraverso un muro di mattoni senza alcuna apparente ferita grave, anche se l’esperienza fu dolorosa per lui.
Miles indossa un costume che gli è stato regalato dallo S.H.I.E.L.D.,e inizialmente usò i lancia-ragnatele di Peter Parker, che gli sono stati dati da May Parker. Alla fine riceve anche una nuova serie di lancia-ragnatele dallo S.H.I.E.L.D.
Luogo di residenza
Brooklyn,New York
Data di nascita
25 novembre 1991
Relazione
Sposato con Amal Haniyeh
Figli
Marcus Morales e Stuart Morales
Amici:
Will Spencer,Ismail Haniyeh,Moath Haniyeh,Yasser Arafat,Archos Midas,Alex Gonzalez Jr e Will Spencer
Prestavolto
-Nadji Jeter
-Zac Siewert
-Marques Houston
-Lamon Archey
-Rome Flynn (pv attuale)
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UN VIAGGIO NELL'ORRORE
Tranquilli, non è il vostro viaggio ma il mio.
Io sono nato all'inizio degli anni '70, quindi mi sono fatto prima tutta la cinematografia horror di Dario Argento&co e poi tutti gli slasher americani con le icone classiche quali Jason, Freddy, Leatherface etc.
Ma c'è un problema...
Io non ho mai visto nessuno di quei film fino al 1990.
Vedete, io vivevo in una famiglia molto particolare™ dove la televisione era vista come il male assoluto, ragion per cui fino ai 14 anni io sono stato costretto ad andare a letto alle nove di sera e durante il giorno potevo guardare solo un'ora di televisione (stranamente non era conteggiato il tempo davanti al Commodore 64 e indovinate un po' chi era il mio migliore amico).
In quell'ora a disposizione io cercavo, ovviamente, di farci stare i miei cartoni animati preferiti ma non mi era possibile guardare film, tantomeno di sera.
Me li facevo raccontare.
Sì perché, evidentemente, il concetto di film non adatto ai bambini si applicava solo a me mentre tutti i miei amici, invece, rimanevano alzati fino a tardi a guardare film pazzeschi insieme ai loro genitori e il giorno dopo me li raccontavano.
A difesa dei miei genitori posso dire che in effetti ero un bambino particolarmente impressionabile ed è forse a causa dei sogni che facevo alle elementari che scelsero di non espormi a quello che in linguaggio tecnico viene definito nightmare fuel.
Non che ne avessi bisogno, intendiamoci.
Per esempio, in terza o in quarta elementare fui perseguitato da quello che io avevo soprannominato Il Burattinaio Cadavere, che si manifestava nel seguente modo: prima io mi trovavo in un qualsiasi luogo a me conosciuto (casa, scuola, parco giochi etc) poi improvvisamente tutto diventava scuro e dei fili tipo ragnatele scendevano dal cielo per toccare le decine di cadaveri che improvvisamente erano apparsi accasciati a terra, i quali si rianimavano come burattini e mi venivano barcollando incontro. Ovviamente mi svegliavo urlando come un ossesso.
E che dire della Lamante, una donna che ogni notte mi faceva vedere un buco sul braccio e mi sussurrava 'Se mi aspetti poi ti faccio vedere cosa mi hanno fatto'. E dopo tornava con le braccia amputate e due lame lunghissime innestate cercando di trafiggermi.
E poi il Buio, la Porta, il Verme Oculare, lo Sghignazzatore Maledetto...
(Beh, forse ero un qualcosa di diverso da 'impressionabile' ma vabbe'...)
Comunque, il primo film horror che vidi a casa di un amico fu Halloween di John Carpenter e al di là dell'angoscia di vedere REALMENTE un qualcosa horror, mi piacque parecchio e lì cominciò la mia collezione di problemi.
Come qualsiasi manuale di pedagogia insegna fin dai primi capitoli, la lunga privazione di un qualcosa di proibito che ero l'unico a non possedere mi spinse a fare binge watching di ogni film horror, di ogni libro di Stephen King, Clive Barker, Lovecraft e persino a scegliere come gioco di ruolo preferito Call of Cthulhu invece del più innocuo Dungeons&Dragons.
Andai fuori di testa.
Ogni notte un Geteit Chemosit che indossava la faccia strappata di mia madre cercava di entrare in camera mia e di giorno giravo sempre armato perché non si sa mai.
Mandai quasi in ospedale la mia povera mamma che ebbe la pessima idea di entrare in camera mia perché mi lamentavo nel sonno (non avevo capito che la faccia era attaccata alla persona giusta) e a distanza di anni ancora ridiamo con i miei amici di quando in campeggio tenni sollevato per il collo lo sventurato che fece un verso sospetto quando, uscendo per pisciare ancora mezzo addormentato, calpestai per sbaglio il suo sacco a pelo.
Per me valeva il motto 'L'uomo che dorme con un machete sotto al cuscino è un pazzo tutte le notti tranne una' e infatti la routine serale dei miei amici era aspettare che mi addormentassi e poi nascondere tutte le mie armi (grazie Francesca perché quella notte particolare avrei senza dubbio ucciso tutti con la mia Katana).
La notte, insomma, non mi è stata mai amica perché forte in me era la convinzione, per non dire la certezza, che il sonno rendesse possibile la venuta di orrori innominabili che si arrampicavano lungo la parte sbagliata della luce.
Verso i diciannove anni facemmo una festa per la fine della Maturità in un'enorme casa di campagna di non mi ricordo chi e dopo aver bevuto l'impossibile ognuno si appropriò di una stanza a casa, chi per trombare (non io) chi per collassare (io).
Solo che non collassai.
Come in un racconto breve di Stephen King mi misi a sedere su un vecchio letto col materasso di lana e tenendo i piedi nudi su un pavimento di cotto dalle piastrelle tutte storte (assurdo come certi particolari rimangano impressi) cominciai a fissare la porta chiusa.
Faceva caldo ma l'avevo chiusa.
Improvvisamente sento una sensazione strana sulla schiena, come di brividi, e i capelli mi si rizzano sulla nuca.
Un pensiero mi si insinua nelle tempie come un ago nel polistirolo...
'Sta arrivando'.
E poi abbasso lo sguardo e vedo che sto tenendo in mano un lungo coltello da macellaio, che evidentemente non ricordavo di aver preso giù in cucina.
Non ricordavo di averlo preso o forse in quel momento avevo capito qualcosa?
Sta arrivando
Punto i piedi a terra...
STA ARRIVANDO
Mi alzo e stringo più forte il coltello
STA ARRIV...
Ma io mi muovo per primo e scatto verso la porta con un fendente dal basso verso l'alto che avrebbe aperto in due la pancia dell'essere non appena avesse spalancato la porta.
TUNC!
Guardo la lama affondata a metà nel pannello della porta chiusa, assolutamente chiusa ma così chiusa che pareva l'emblema della possibilità che io quella sera trombassi.
Allora scendo in cucina, rimetto il coltello nel cassetto e tra i gorgoglii dei conati di vomito di chi aveva ecceduto e l'assoluto silenzio di chi non stava minimamente trombando, mi sdraio sul letto e mi addormento di un sonno senza sogni.
La parte più nobile e metafisica di me vuole pensare che con quell'ultimo fendente dato al vuoto in realtà uccisi definitivamente l'oscurità in me ma in realtà credo di aver semplicemente realizzato che chiunque fosse entrato in quel particolare momento si sarebbe visto rovesciare gli intestini sul pavimento e questo non rientrava tra le cose che avrei voluto fare da grande.
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LE EMISSIONI DI CO2 AI MINIMI DA 60 ANNI NELL’UE

Le emissioni di CO2 prodotte da combustibili fossili nell’UE nel 2023 hanno toccato il livello più basso degli ultimi 60 anni.
L’Unione Europea ha emesso l’8% in meno di anidride carbonica rispetto al 2022, spingendo i progressi nella riduzione delle emissioni climalteranti e registrando un’accelerazione. Più della metà del calo (56%) deriva da un mix di elettricità più pulito, con il continuo aumento della capacità eolica e solare, nonché un rimbalzo della disponibilità di energia idroelettrica e nucleare. Le emissioni di CO2 dell’UE derivanti dal carbone si sono dimezzate dal 2015 e hanno registrato una diminuzione del 25% rispetto all’anno precedente. Le emissioni legate al gas sono diminuite dell’11% e quelle di petrolio del 2%.
Secondo l’analisi del Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea) “Le emissioni di CO 2 dell’UE sono finalmente tornate ai livelli riscontrabili nella generazione dei miei genitori negli anni ’60”, ha dichiarato Isaac Levi, analista di Crea. “Tuttavia, in questo periodo di tempo, l’economia è triplicata, dimostrando che il cambiamento climatico può essere combattuto senza rinunciare alla crescita economica”.
I dati del 2023 mostrano che L’UE ha costruito livelli record di pannelli solari e turbine eoliche ed è stata in grado di produrre più elettricità da dighe e centrali nucleari. I tagli in settori come l’industria – dove gli alti prezzi del gas hanno portato alcune aziende a diventare più efficienti e altre a produrre meno beni – e i trasporti hanno rappresentato un terzo delle riduzioni.
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Fonte: Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea); foto di Jon
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⚜️ 𝟭𝟯 𝗗𝗜𝗖𝗘𝗠𝗕𝗥𝗘 𝟭𝟮𝟱𝟬:
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝗔𝗗𝗗𝗜𝗢 𝗔 𝗙𝗘𝗗𝗘𝗥𝗜𝗖𝗢 𝗜𝗜
⠀⠀⠀⠀⠀⠀ 𝗦𝗧𝗨𝗣𝗢𝗥𝗘 𝗗𝗘𝗟 𝗠𝗢𝗡𝗗𝗢 ⚜️
Pochi avanzi di mura sul dorso di una collina invasa dalle sterpaglie. È quel che oggi resta di 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹 𝗙𝗶𝗼𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼, una rocca che nella prima metà del XIII secolo sorgeva nelle campagne della Capitanata, 9km a sud di Torremaggiore, a ovest di San Severo e Lucera.
Qui, nel giorno dell’anno con meno luce, il 𝟭𝟯 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝟭𝟮𝟱𝟬, festa di Santa Lucia, a soli 56 anni, morì 𝙁𝙚𝙙𝙚𝙧𝙞𝙘𝙤 𝙄𝙄 𝙙𝙞 𝙎𝙫𝙚𝙫𝙞𝙖.
La mattina del 13 Dicembre (secondo una cronaca agiografica) l’Imperatore volle indossare l’umile tonaca grigia dei cistercensi del terzo ordine di cui faceva parte. Chiese di essere sepolto nella cattedrale di Palermo, accanto al padre e alla madre.
Ma l’annuncio della morte, forse per ordine dello stesso Federico, venne tenuto nascosto per un certo tempo. Fino al Gennaio del 1251 la cancelleria emanò dispacci e documenti come se l’imperatore fosse ancora vivo.
Il giovane Manfredi comunicò la scomparsa al fratellastro Corrado per lettera, con parole accorate:
“𝙏𝙧𝙖𝙢𝙤𝙣𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙚' 𝙞𝙡 𝙨𝙤𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙞𝙡𝙪𝙘𝙚𝙫𝙖 𝙞𝙣 𝙢𝙚𝙯𝙯𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙜𝙚𝙣𝙩𝙞”
Il cadavere, con ogni probabilità, fu imbalsamato. Il 28 dicembre il corteo con il feretro dell’imperatore attraversò per l’ultima volta le città di Foggia, Canosa, Barletta e Trani e gli altri centri della costa. A Bitonto, Matteo di Giovinazzo notò “sei compagnie de cavalli armati” e “alcuni baroni vestiti nigri insembra (insieme) co’ li Sindaci de le Terre de lo Riame”. A Taranto la salma fu imbarcata per la Sicilia.
⠀⠀𝘾𝙚𝙣𝙩𝙞𝙣𝙖𝙞�� 𝙙𝙞 𝙫𝙖𝙨𝙘𝙚𝙡𝙡𝙞, 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙞 𝙚 𝙜𝙧𝙖𝙣𝙙𝙞, 𝙨𝙖𝙡𝙪𝙩𝙖𝙧𝙤𝙣𝙤 𝙞𝙡 𝙛𝙚𝙧𝙚𝙩𝙧𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙙𝙧𝙖𝙥𝙥𝙞 𝙣𝙚𝙧𝙞.
Così Federico tornò a Palermo, la città dell’infanzia e della giovinezza, che 38 anni prima aveva lasciato per affrontare la straordinaria avventura che lo portò a diventare prima re di Germania e poi imperatore.
La salma dell’imperatore fu tumulata nel Duomo, accanto ai genitori e alla prima moglie Costanza, in un maestoso sarcofago di porfido color amaranto.
Carismatico e scomodo. Colto e spietato. Feroce eppure tollerante. Federico parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo). Diventò adulto in una società multirazziale. Comprese e studiò il pensiero islamico. Si appassionò alla scienza e alla poesia. A Napoli fondò una grande università che porta ancora il suo nome. Fu curioso del mondo e degli uomini: alla sua corte trovarono alloggio intellettuali di ogni lingua e religione.
Con le “𝗖𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗠𝗲𝗹𝗳𝗶𝘁𝗮𝗻𝗲” (1231), raccolta di norme fondata sul diritto romano e normanno, Federico sognò di dare ordine, a scapito della Chiesa e dei nobili, a tutti gli aspetti dello Stato, dalla giustizia alla sanità, fino al diritto e all’economia.
Federico mise in discussione, dalle fondamenta, il potere temporale dei pontefici. Tornò vincitore da una crociata alla quale era stato obbligato, senza combattere nemmeno una battaglia.
L’Impero finì con la sua morte. In appena venti anni la dinastia degli Hohenstaufen si estinse
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𝙇'𝙚𝙙𝙪𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙡𝙚
Alcuni giorni fa stavo comprando delle scarpe in una grande rivendita cittadina. Molto grande e scarpe per tutti i gusti ed età.
Seduto su un divanetto circolare stavo provandomi delle "skechers" quando, circa mezzo metro accanto a me, sento un piccolo urlo prima ed un crescente pianto accorato poi di un bambino.
Mi volto alla mia destra e vedo, vicino a me intento anche lui in una prova di scarpe, un padre sui 40 anni con la faccia scocciata. Accanto un figlio di poco meno di 4 anni che piange, disperato, ferito più moralmente che fisicamente.
Arriva la madre e chiede "ma perché l'hai colpito?"...il padre "non mi dava pace!".
Mi sono chiesto: ma cosa sarà mai successo qui, a pochi centimetri da me, tra un figlio di 4 anni ed un padre di 40, di così grave, di così intenso, al punto da "togliere pace" a qualcuno?
Poco, probabilmente pochissimo. Eppure la procedura per insegnare al figlio a co-regolarsi in quel contesto è apparso colpirlo. Dal pianto, che si è protratto a lungo (ancora mentre stavo pagando alla cassa) e chissà per quanto ancora, è evidente che è la delusione, l'offesa, la mortificazione di un gesto di rabbia del padre contro di lui che l'ha così tanto insultato. Al punto che anche la madre non è apparsa capace di contenerlo.
Osservando seppur con tatto la vignetta familiare, mi sono reso conto di quanto quel padre non fosse consapevole di cosa ha prodotto. Ed è molto probabile che, il padre del padre (o madre) abbia usato con lui lo stesso metodo, alla stessa età, per ottenere una sorta di regolazione comportamentale ed emotiva.
Del tutto ignaro ipotizzo sia il nonno di questo bambino che l'attuale padre che, colpire fisicamente un figlio, scarica solo la propria frustrazione, ma non produce nessuna educazione. Nessuna capacità di ricomporsi emotivamente, di sentirsi regolati.
Ma soprattutto tramandando questa incapacità di generazione in generazione. Favorendo giovani adulti discontrollati, irritabili, irrispettosi dell'altro perché - nessuno - ha favorito un meccanismo di contenimento dei propri (piccoli o grandi) disordini interiori. Che anche a 4 anni si possono avere, si ha persino il diritto di avere.
L'educazione sentimentale, ben prima di farla a scuola ai ragazzi, dovremmo trovare il modo di farla a questi più o meno giovani genitori. Dove vivono, dove lavorano, dove si trovano con i loro figli. Dovremmo inventarci degli spazi (forse anche a scuola perché no, recentemente ne ho avuto occasione) nei luoghi di vita di questi giovani adulti, dove aprire uno spazio robusto di riflessione su questi temi. Sul pericolo del passaggio inter generazionale di una scarsa educazione sentimentale.
Nicola Artico
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So’ Giorgia, no?

Dateme un pretesto e ve faccio ’a smorfia che ce vo’. D’artronde, che v’aspettavate? What did you expect?, direbbe Nicole, l’amica mia. Io so’ così, so’ romana e When in Rome, I do as the Romans do, lo canta pure ’a Barbara Streisand, no? Nun ve piace? Me dovete da sopportà p’antri tre anni, armeno, io de qua nun me movo. M’avete eletta voi, che c… volete? Io le smorfie le ho sempre fatte, volevate questo da me. Chi mi dice che so’ patologiche me fa’ ride. Io so’ così, nun ve n’accorgete che ve prendo pe’ i fondelli? Ancora me state al rigore istituzionale? Ma per favore! Avete sopportato tutte le barzellette del sor Silvio, e c’avete pure riso, avete sopportato Romolo e Remolo, e venite a famme tutta ’sta manfrina su ’e faccette e ’e smorfie e ’a giacca? M’avete da piglià come sono, ancora nun l’avete capito, eh? E pure sta pronuncia strascicata che fa tanto Roma de periferia, è la mia interpretazione de ’ndo stamo, no? Un’immensa periferia piena de bburini, pure a piazza Navona, pure ar Testaccio, pure a Trastevere e ai Parioli. È questo che je piace all’americani, quelli stanno ancora a Vacanze romane. Pe’ questo Biden me bacia, so’ l’Italia che loro credono che ce sia.
Aho’, famo a capisse, so’ Giorgia, so’ donna, so’ mamma e so’ pure cristiana. E faccio tutte le smorfie che me pare. Ora me fate pure er body shaming?
Ma voi come reaggireste a tutte ’e fregnacce che me tocca sentì ar transatlantico? I diritti de chi? Dei genitori A e B? Dei migranti? Degli studenti? Ma quanno mai, qui io c’ho la maggioranza e faccio come me pare, ve rode, eh? E ve faccio pure le faccette, i gesti e quello che voglio. So’ Giorgia, so’ donna, eccetera.
’A Santanchè… Daniela è brava, ce sa fa co’ i turisti. Du spaghi a mezzanotte e quelli so’ contenti, c’ha delle idee. E poi i turisti vonno er Colosseo, i centurioni, e i selfie, che state a di’, ’a cultura… E che dd’è ’sta cultura? Er turismo è n’antra cosa, a me che so’ romana me volete insegnà che è er turismo? Seh, vabbè. E poi se ve faccio la smorfia v’inquietate. Ha fatto dei pasticci, Daniela, vabbè, e chi nun ne fa? Poi vedemo come se mette co ’a giustizia, per ora resta là.
Er presidente? Er presidente so’ io, mo’ vedrete co’ ’a legge nova. Seh, ’a Costituzione, ma che volete costituire, è ormai superata. Ancora coll’antifascismo, e basta! E poi ve meravigliate d’ ’e faccette?
Sarvini? Ah, vabbè, quello ormai è spacciato, s’è messo in testa de fa’ er fascista più de me, ma è solo un dilettante, alle prossime elezioni sta fuori. Nun sta mai zitto, è un milanese, deve dì sempre la sua, che volete che capisca de Roma. E poi lassamoje er ponte de Messina che così se diverte e se distrae. E i suoi me li prendo io e la Lega torna a fare il partitino de provincia, che questo è. Io pe’ qquesto ’o lascio fa’, quanta fatica de meno, e che so’ scema? Ar fascismo ce pensiamo poi, nun ve preoccupate, è sempre lì, lo tengo ar callo, piano piano. Che m’o faccio scippa’ da Sarvini? E che so’ scema? Prima cominciamo co’ ’a stampa, tutti ’sti giornalisti, so’ troppi, che vonno? E poi j’arisponno come me pare a me, e se me pare. E poi ve faccio vede’ de cosa è capace Giorgia, dateme tempo e votate pe’ me all’europee, pure se poi nun ce vado, perché lì le mie faccette nun le capirebbero. So’ donna, so’ mamma, eccetera. So’ Giorgia, no? Intelliggente nun lo so, ma voi mica m’avete votata p’ ’a intelliggenza mia, no? So’ furbetta, questo sì, e pe’ governà ’sto paese basta esse furbi, basta solo guardà chi m’ha preceduto. E so’ sgarbatella, che ce volete fa’? Accontentateve e piantatela de rompe co’ ’e faccette.
MASSIMO CRISPI – glistatigenerali.com
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Storia Di Musica #276 - AA.VV., Pretty In Pink (o.s.t.), 1986
John Hughes non suona famosissimo oggi, ma per 15 anni, dal 1980 al 1995 è stato una sorta di gallina dalle uova d’oro per un genere cinematografico, i film per i ragazzi, collezionando successi che ancora oggi ricordiamo: basta dire che è lo sceneggiatore di Mamma Ho Perso L’Aereo e Beethoven. Ma prima ancora fu anche regista, a metà degli anni ‘80, di una serie di film sugli adolescenti che hanno segnato un certo tipo di immaginario, come Una Pazza Giornata Di Vacanza del 1986 (che la Biblioteca del Congresso USA ha deciso di inserire nella lista dei film da preservare per i valore artistico, culturale o estetico del lavoro) e una serie di film con protagonista una giovane attrice, Molly Ringwald, che con i suoi capelli rossi e il broncio naturale fece innamorare una generazione intera di ragazzi. Tra i film, Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare del 1984, The Breakfast Club del 1985 (un culto, anch’esso nel Registro di conservazione della Biblioteca del Congresso) e il film di oggi, Pretty In Pink (in italiano Bella in Rosa) del 1986. La trama è semplice:, Andie Walsh (la Ringwald) è una studentessa che lavora part-time in un negozio di dischi, gira su una macchina rosa e vive con il padre disoccupato non ancora ripresosi dall'abbandono della moglie. Grazie a una borsa di studio, ha l'occasione di frequentare una facoltosa scuola frequentata da ricchi e snob figli di papà: sentendosi inadeguata all’ambiente e per l’astio degli altri studenti viene presa in giro dai suoi compagni ed è costretta a cucirsi gli abiti per apparire sempre diversa. L'amico d'infanzia Duckie (Jon Cryer, con lei anche in The Breakfast Club) è da sempre innamorato di lei e la corteggia, ma Andie si innamora di Blane (Andrew McCarthy) , ragazzo di buona famiglia che la ricambia, invitandola al ballo scolastico, tirandosi però indietro dopo le pressioni di amici e genitori, che per lui sognano un futuro promettente al fianco di una ragazza di ben altro ceto sociale. Nonostante il rifiuto di Blane, Andie non si scoraggia e, confezionato un bellissimo abito rosa, chiede all'amico Duckie di accompagnarla al ballo, dove Blane, senza tenere in conto dei pareri contrari di coloro che lo circondano, dichiara il suo amore ad Andie. Duckie rendendosi conto di fare la cosa giusta si mette da parte, permettendo l'amore tra Andie e Blane. Il film fu un successo al botteghino, decuplicando i costi di produzione, e tra i meriti c’era anche una favolosa colonna sonora, che racchiude il meglio della new wave del tempo, con canzoni quasi tutte scritte appositamente per il film. Tra l’altro, Pretty In Pink prende spunto da una canzone degli Psychedelic Furs del 1981, Pretty In Pink appunto, dall’album Talk Talk Talk. Hughes, che aveva una certa passione per la musica, riuscì a farsi scrivere dei pezzi clamorosi: Orchestral Manoeuvres In The Dark per la prima versione della scena finale, dove Duckie bacia Andie che non va più da Blane, offrirono Goddess Of Love, ma una visione privata del film fece decidere il cambio del finale, e la band scrisse per questo momento If You Leave che divenne una hit internazionale. Suzanne Vega è accompagnata al piano da Joe Jackson nell’altrettanto famosa Left Of The Center. Hughes pesca Jesse Johnson, che fu uno dei co-protagonisti di Purple Rain di Prince, e gli fa cantare in pieno stile folletto di Minneapolis Get To Know Ya. Michael Hutchens scrisse il testo di Do Wot You Do (che per un errore di stampa non era il corretto What) su un foglietto di carta di un bar, e gli INXS non la pubblicarono che su una raccolta di rarità solo molti anni dopo. I New Order scrissero Shellshock, che addirittura comparirà prima nella colonna sonora che come singolo ufficiale (nel film verrà usata anche la b-side del singolo, Thievies Like Us che però non compare nella compilation), altro brano che arriverà nelle posizioni di classifica alte in mezzo mondo. Gli Echo And Bunnymen ri-registrarono per il film una nuova versione di una loro canzone, Bring On the Dancing Horses, che appariva in una loro compilation del 1985, Songs To Learn & Sing. Nel film appaiono anche tre canzoni simbolo del decennio: Round, Round di Belouis Some, anch’essa scritta apposta, e poi due miti degli anni ‘80, Wouldn't It Be Good di Nik Kershaw, dall’album Human Racing del 1984 (che aveva copertina e videoclip curati da Storm Thorgerson) e soprattutto quel capolavoro in meno di due minuti che è Please, Please, Please, Let Me Get What I Want dei The Smiths, dove Morrisey e Johnny Marr racchiudono la grazia e la potenza della liberazione da un dolore in meno di due minuti, con finale affidato al mandolino suonato dal produttore John Porter. Per il successo del film e dei brani, per la riuscita amalgama dei brani con le scene del film e per il fatto che molte canzoni divennero famosissime, la colonna sonora è considerata una delle migliori di tutti i tempi. Nel film un cameo lo ebbe pure Dweezil Zappa, che all’epoca era un volto famoso di MTV America, che ebbe anche una storia d’amore con Molly Ringwald, divenendo invidiatissimo da un’intera generazione di ragazzi innamorati di quella rossa dal broncio irresistibile.
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Seconda parte
A scuola i genitori discutono della situazione e della morte di Kenny e guidati da Sheila, fondano l’associazione M.A.C. (Mothers Against Canada) e fanno propaganda anti-canadese (Blame Canada).
La sera, i tre ragazzi, a casa di Stan, ancora in punizione, dopo essersi liberati di Shelley che li teneva d’occhio, accendono la TV e guardano il Conan O'Brian Show negli USA, dove sono ospiti Trombino e Pompadour. Tra il pubblico vi sono anche dei membri della M.A.C. Il duo canadese fa alcune delle loro scenette ma poco dopo fanno irruzione le madri di South Park che arrestano il duo: l’invitò al talk show era infatti solo un pretesto per arrestarli. Il conduttore si pente e si suicida (in stile Giuda proprio). I ragazzi da casa guardano sconvolti. Alle Nazioni Unite, il Canada cerca di riavere la libertà dei due comici ma gli States rifiutano. Il Canada bombarda così i Baldwin. Ciò serve da pretesto per far dichiarare guerra al Canada da parte degli USA. I ragazzi assistono in TV, nella palestra della scuola, alla dichiarazione di guerra da parte di Bill Clinton. Con Clinton c’è Sheila, che ora è segretaria alla guerra. Viene anche annunciato che Trombino e Pompadour verranno giustiziati durante lo show per le truppe.
Ora torniamo a Kenny, all’Inferno. Il ragazzo finisce nelle grinfie di Satana, che è pronto a torturarlo eternamente. Ad interrompere la tortura è l’arrivo di Saddam Hussein, che dopo la morte è divenuto l’amante di Satana. Gli annuncia l’inizio della guerra e poi lo mette in imbarazzo davanti a Kenny. Tornano però presto alle smancerie di coppia tossica. Direi che la tortura di Kenny è starli a guardare. A South Park i ragazzi sono tesi a causa della situazione. Gregory fa un discorso sull’ingiustizia che sta compiendo l'America contro degli innocenti ma nessuno sembra davvero interessato alla questione. Wendy afferma che dovrebbero prestare più attenzione perché si parla di libertà di parola e di censura e Stan si convince che per riconquistarla forse potrebbe essere più politico (Wendy’s Song, Part 3). Appena lei gli si avvicina per chiedergli un parere, lui le vomita addosso. ECCHECCAZZO STAN! Cartman afferma che la colpa di questa guerra è della madre di Kyle (e ha ragione!) e canta di quanto sia troia (Kyle's Mom's a Bitch). Ed ecco che Cartman si ritrova dietro Sheila.
I genitori decidono di far installare sotto la pelle dei figli il V-Chip, un chip che appena capta delle parolacce dette dalla persona in cui è impiantato, emette una scarica elettrica, facendo quindi perdere voglia ai ragazzi di usare un linguaggio scurrile. La cavia è proprio Cartman, infuriato per non poter più imprecare (che poi, lui imprecava a volontà già prima di vedere il film). In città si tiene una specie di rogo di Berlino, in cui vengono bruciate tutte le cose provenienti dal Canada. I tre ragazzi cercano di far ragionare le loro madri ma loro non li ascoltano. Decidono quindi di creare un'associazione segreta, La Resistance, per far cessare la guerra e liberare i due canadesi (What Would Brian Boitano Do?).
All’Inferno Kenny, che ormai gironzola tutto tranquillo, nel sentire parlare Satana, scopre che la morte dei due canadesi è l’ultimo tassello dell’avvento di Satana sulla Terra. Nel mentre Saddam continua a non curarsi dei sentimenti del suo compagno e vuole solo fare sesso. La sera, Stan, Kyle e Cartman cercano di mandare un'e-mail ai loro compagni per radunare i membri della Resistance ma Stan prima chiede di fare una ricerca sulla parola clitoride e finiscono per guardare un porno feticista tedesco con protagonista la madre di Cartman (e lui che dava della troia alla madre di Kyle). Alla fine, comunque mandano l’e-mail. Quella stessa notte il fantasma di Kenny appare a Cartman e cerca di avvertilo dell’arrivo di Satana e Saddam ma il ragazzo si spaventa e Kenny scompare. All'Inferno Satana chiede a Saddam come sia la vita sulla terra ma il dittatore iracheno non è interessato al discorso e offende di nuovo il compagno. Satana si allontana e fantastica su come sia la vita sulla Terra (Up There).
Cartman si reca alla riunione della Resistance e racconta a Stan e Kyle di aver visto Kenny e che gli ha detto che Satana e Saddam Hussein verranno presto sulla Terra. I due non lo prendono sul serio. Vengono interrotti dall’arrivo di Wendy e Gregory e degli altri. Stan cerca di fare il leader e organizzare un piano per farsi bello agli occhi di Wendy ma non sa manco da dove cominciare e spara cazzate. Gregory allora prende il controllo della situazione e organizza un piano dettagliato, che prevede di salvare i due canadesi durante lo show per le truppe, prima che i due vengano giustiziati, che avrà luogo il giorno dopo. Stan vuole però fare il vero uomo e dice che saranno lui, Kyle e Cartman ad entrate nel campo di detenzione per salvare Trombino e Pompadour. Nel frattempo, le truppe dell’esercito stanno organizzando un piano d’attacco e di difesa contro l’esercito canadese sotto la guida del Generale: il battaglione 5, formato completamente da neri, dovrà attuare “l’operazione scudo umano”, ovvero dovranno fare da scudo a tutte le altre truppe composte da soli bianchi, anche a costo di perdere la vita. Chef è contrariato (e direi!). La satira di South Park non ce l’ha nessun altro! Nel mentre i ragazzi stanno continuando a mettere a punto il piano e Gregory da loro la missione di reclutare “La Talpa”, un esperto di missioni segrete che li aiuterà ad intrufolarsi nel campo. Ed ecco che parte una delle canzoni più belle del film e della storia dei musical (La Resistance Medley), bellissimo tributo a “Les Misérables” e alla canzone “Quintet” di West Side Story. Da notare che Cartman non canta e mangia patatine. Della serie: non può dire parolacce e quindi non c’è nemmeno gusto a cantare senza.
Dettaglio molto carino: il padre di Kenny non ha la stella sull’elmetto; al suo posto c’è una foto di Kenny. Questo sta ad indicare che sta combattendo per “vendicare” suo figlio.

All’inferno Satana ha un’altra divergenza con Saddam, che è ancora più infoiato. Satana si allontana per piangere e Kenny se ne accorge. Satana racconta a Kenny della sua situazione con Saddam e Kenny gli consiglia di mollarlo. Satana così si convince a non portarlo con sé sulla Terra e a governarla da solo. Kenny miglior consulente di coppia di sempre!
A South Park, Kyle nasconde Ike in soffitta, per evitare che venga internato in uno dei campi di concentramento per canadesi residenti negli USA, essendo lui canadese. Gli promette di tornare presto, che riporterà a casa la mamma che tutto ritornerà come prima.
Stan, Kyle e Cartman si recano a casa della Talpa, con l’indirizzo fornitogli da Gregory e scoprono che si tratta di un bambino francese di nome Christophe. Il ragazzo inizialmente dice di non potersi unire alla missione perché è in punizione per aver insultato Dio (cosa che farà abbondantemente per tutto il resto del film) ma alla fine accetta.
All’Inferno Satana dice a Saddam che non lo porterà con sé sulla Terra a causa del suo comportamento ma Saddam, con una canzoncina e non con i fatti (I Can Change) lo convince a farsi perdonare.
Kenny, che aveva assistito a tutta la scena, si dà sconsolato una manata in fronte.
La sera, al campo, lo show è già iniziato e Stan, Kyle, Cartman e La Talpa entrano senza farsi vedere nel campo. Trombino e Pompadour vengono portati sul palco e legati alla sedia elettrica. La Talpa da ordine a Stan e Kyle di far continuare lo show il più possibile per avere il tempo di scavare fino al palco e a Cartman di staccare la corrente, così potrà salire sul palco, liberare i due canadesi e farli fuggire attraverso la galleria scavata.
Stan e Kyle si recano tra il pubblico e incitano i soldati a fra continuare lo show, che era praticamente finito. Gran Gay Al si esibisce in un numero in puro stile musical (I’m Super) e una volta finito anche quello, Stan e Kyle continuano ad incitarlo a continuare.
Nel frattempo, Cartman è in procinto di staccare la corrente ma all'improvviso gli riappare il fantasma di Kenny che lo informa che Satana e Saddam stanno per arrivare. Cartman si fa nuovamente prendere dal panico e scappa via urlando e senza aver staccato la corrente. Oh! Cartman è sì un coglione ma anche Kenny ha avuto un tempismo perfetto!
Christophe è nel frattempo arrivato al palco tramite il tunnel e si avvicina ai due canadesi spiegandogli velocemente il piano. Cartman raggiunge Stan e Kyle e li informa di aver rivisto Kenny. I due gli chiedono se abbia staccato l’allarme e lui si rende conto di averlo dimenticato. Cercano di avvertire La Talpa tramite il segnale da lui stesso designato (il verso di una giraffa che muore. Si...) ma ormai è troppo tardi e Christophe viene scoperto. Gli vengono sguinzagliati contro i cani da guardia che lo seguono fin dentro la galleria. Riesce a ritornare all’inizio di essa dove Stan, Kyle e Cartman lo stanno spettando. Nonostante sia risalito, finisce per morire a causa delle ferite riportate (The Mole’s Reprise).
È ormai giunta l’ora dell’esecuzione e ai ragazzi non resta che farsi avanti e raccontare di Satana e Saddam alle mamme. Nessuno crede a ciò che dicono e si fanno quattro risate. Le sedie elettriche vengono azionate ma all’improvviso, un attacco improvviso dei canadesi fa piombare tutti nel caos. Cartman approfitta della confusione per staccare la corrente ma finisce per prendere la scossa anche lui. Riesce comunque a staccare la corrente e Trombino e Pompadour, una volta liberi, fuggono via. Stan, cercando di raggiungerli per portarli al punto d’incontro, viene colpito da un'esplosione che lo scaraventa in una pozza d’acqua e che gli fa perdere conoscenza. Poco dopo Stan si sveglia e ha l’apparizione di un clitoride gigante, che lo incoraggia a salvare Trombino e Pompadour. Stan gli chiede cosa debba fare per piacere di nuovo a Wendy il clitoride gli risponde che deve solo credere in sé stesso ed essere sicuro di sé, qualità che fanno andare pazze le ragazze. Il clitoride scompare e Stan viene raggiunto da Wendy, Gregory e altri membri della Resistance e Gregory lo accusa di aver fallito e di non essere stato capace di fare un lavoro da uomo. Wendy tira un'occhiataccia a Gregory. Per tutto risposta Stan si rialza e guida con grinta il gruppo. Nel frattempo, Cartman e Kyle si rifugiano in trincea e il V-Chip di Cartman comincia a dare problemi. Il Generale, in trincea con i soldati bianchi, ordina di attuare l’operazione scudo umano (tra l’altro, i neri vengono attaccati anche ai carri armati) ma all’ultimo momento, prima che i canadesi attacchino, i neri, capitanati da Chef, si spostano e sopravvivono, lasciando morire gli stronzi dietro. Onore a Chef, uno dei pochi adulti sani di mente di South Park! Quanto manca!
Le madri di South Park assistono ai violenti scontri e si rendono conto di non aver creato un mondo migliore per i loro figli ma peggiore. Tutte le madri, tranne Sheila, vanno a cercare i loro figli, preoccupate che vengano ammazzati. Attenzione, pare che Sheila abbia dei rimorsi! Stan e gli altri raggiungono Kyle e Cartman e Stan dice loro di aver trovato il clitoride e che ora piacerà di nuovo a Wendy. I due pensano che l’importante in quel momento sia altro e una delle scariche del V-Chip colpisce Kyle invece che Cartman, non appena dice una parolaccia. Il gruppo va alla ricerca dei due canadesi per salvarli.
I due vengono però prima raggiunti dall’esercito che è pronto ad ucciderli. La Resistance arriva per opporsi ed è Kyle a fare il primo passo, mettendosi davanti Trombino e Pompadour e seguito dagli altri.
Stan difende la libertà di parola contro la censura e Kyle chiede a sua madre se si sia dimenticata di Ike, suo figlio adottivo canadese. I soldati sono ovviamente scioccati dalla cosa. Sheila ribatte affermando di star facendo una cosa molto importante ma Kyle le dice non aver mai tempo per lui e di dare la colpa delle sue azioni ad altri, nonostante la colpa sia di suo figlio. Kyle le chiede di tornare ad essere semplicemente la sua mamma e non una combattente che si batte per tante cause ma non per la sua famiglia. I soldati si inteneriscono per la scena e sembrano lasciar perderete l’uccisione dei due canadesi. Sheila però è stronza ed è lei a sparargli e ad ucciderli.
Continua nella prossima ed ultima parte
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Mi sono chiesta: che cos è l'amore per me?.
Per me l'amore sono i gesti, le piccole cose, le cose più innocue che ti fanno capire che sei importante.
L'amore per me è mia madre che nasconde l'ultimo pezzo di lasagna perché mio padre non l'ha mangiata, l'amore per me è mara che mi chiama appena capisce che mi è successo qualcosa perché non sono più la persona di prima, l'amore è marco che mi capisce in ogni situazione e anche scherzando mi risolleva il morale l'amore è gigi che vede il mio sguardo un po giù e cerca di farmi sorridere per non farmici pensare , l'amore sono io che a tutti i costi ho amato lui incondizionatamente senza aspettarmi e senza ricevere nulla in cambio, l'amore è lauraa che si preoccupa per me quando faccio qualche respiro più prolungato, l'amore è claudio che porta il secondo telefono al fratello per aiutarlo a fare il compito, l'amore è clarissa che vede che ho il telefono in mano e si mette davanti per non farmi sgamare dai professori, l'amore per me è questo, ci sono molti aspetti dell amore oltre a questo ci sono aspetti buoni e aspetti negativi ma io penso che per capire se sei amato dei guardare i piccoli gesti che pur se minuscoli ti fanno stare bene.
Lui non mi ha fatto stare bene , non ha fatto nessun tipo di gesto nei miei confronti, ma l'amore sapete è anche questo, dare senza pretendere di ricevere qualcosa in cambio, è anche comprendere una persona che ti ha fatto del male, specificando, comprendere non vuol dire perdonare perché perdonare il male che mi ha fatto sarebbe troppi insostenibile e sarebbe una mossa da stupida per ritornare a starci male, l'amore per me era lui che nonostante gli piacessi mi chiedeva di lollo e di come andassero le cose, mi è stato vicino quando mi tagliai per colpa sua, mi è stato vicino in molti momenti fondamentali della mia vita ma ciò non toglie che quello che mi ha fatto mi ha distrutto sotto molti punti di vista, il suo ritorno nella mia vita aveva creato una stabilità emotiva e sociale che non avevo mai avuti prima di lui, e quando se n'è andato la mia stabilità se ne andata con lui e li sono cominciate le ansie i dolori, il petto in fiamme, il non riuscire a respirare perché il mio corpo non me ne dava canso e non dico che é tutto per colpa sua però per la maggior parte si.
Per me l'amore ero io che chiesi a lui di mettersi vicino a me nell ora di informatica solo per stare un po da soli
L'amore ero io che pur essendo arrabbiata gli mandavo gli appunti che gli servivano senza esitare.
L'amore ero io che dopo il nostro primo bacio sono stata una giornata senza riuscire a capire cosa stesse attraversando il mio cuore.
L'amore vero, sincero, o anche un amore di passaggio non l'ho trovato, lui è stata la cosa più vicina all amore che io avessi avuto fino ad allora e senza di lui un po mi sento vuota, sento che una parte di me vorrebbe correre ad abbracciarlo a dirgli che va tutto bene, ad addossarsi i suoi problemi per non farglieli pesare, vorrebbe correre a dargli consigli su come comportarsi e su come si chiede scusa e vorrebbe anche ricevere il contrario, ma la parte più ragionevole di me frena questa cosa perché il dolore provato è stato molto più forte di tutto il bene che mi ha fatto.
Gli auguro una vita fantastica, gli auguro di trovare la propria persona e la propria strada, gli auguro di smettere di fumare e di togliersi da torno persone che non gli vogliono bene gli auguro di essere felice e di trovare stabilità nel rapporto con i suoi genitori, gli auguro tutto il bene del mondo che se magari lui non vuole lo stesso per me e pensa che io non me lo meriti, vabene, io conosco il mio valore e conosco me stessa e so che de dio vorrà tutto sarà possibile.
Io penso di non riuscire a trovare l'amore perché sono l'impersonificazione di esso e nessun essere umano riuscirebbe a comprendere quanto cuore ci metto nelle decisioni che prendo.
Questo è quello che io penso sia l'amore.
Buona vita a tutti.
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Miles Morales è un personaggio dei fumetti statunitensi pubblicati da Marvel Comics. Ideato da Brian Bendis e disegnato da Sara Pichelli,il personaggio è stato introdotto nell’universo Ultimate in sostituzione di Peter Parker che era rimasto ucciso nella saga La morte di Spider-Man ed è il quinto personaggio - dopo Peter Parker, Miguel O’Hara, Ben Reilly e Gerald Drew - ad assumere l’identità di Spider-Man. Morales è stato il primo afro-americano a indossare il costume del supereroe e il secondo dalle origini ispaniche dopo Miguel O’Hara, protagonista della serie Uomo Ragno 2099.
Biografia
Miles è un adolescente afroamericano di origini portoricane, che abita insieme alla sua famiglia nella New York ricostruita dopo l’onda Ultimatum; è un ragazzo timido ma molto intelligente che si ritrova catapultato in un mondo completamente fuori dalla norma, ovvero quello della comunità metaumana, a causa del morso di un ragno. Dopo la morte di Peter Parker decide di agire diventando poco alla volta una persona più coscienziosa e sicura di sé intraprendendo la carriera di supereroe erede di Spider-Man.[ I suoi genitori, Rio Morales e Jefferson Davis, nella speranza che possa ricevere una istruzione avanzata, lo iscrivono a una scuola prestigiosa ma durante la visita a casa di suo zio Aaron Davis, viene punto da un ragno che gli conferisce alcune capacità, come la mimetizzazione, una spiccata agilità e la capacità di paralizzare gli avversari con le mani. Poi scopre che queste capacità sono simili a quelli in possesso di alcuni tipi di ragni.
Spaventato da questa situazione, sostiene di voler solo una vita normale e non vuole fare l’eroe come Spider-Man. Ma, a seguito della morte di questi, Miles, che era uscito di nascosto dal suo studentato e si era diretto proprio nei pressi della battaglia per cercare di capire cosa stesse accadendo, assiste agli ultimi istanti di vita dell’eroe. Miles è oppresso dal senso di colpa perché avrebbe potuto aiutarlo se avesse deciso di usare i suoi poteri piuttosto che farsi soggiogare dalla paura. In seguito Miles decide di intraprendere in qualche modo la carriera di vigilante e nella sua prima uscita affronta e sconfigge il criminale Kangaroo ma in maniera goffa e la stampa inizia a bersagliarlo per il pessimo gusto non tanto delle sue azioni quanto della scelta del costume così simile a quello dell’originale, essendo passato molto poco dalla sua sepoltura. Una sera, mentre compie il suo giro di ronda incontra Spider-Woman
La donna è piuttosto alterata per il comportamento del ragazzo e dopo un breve scambio di colpi, in cui lo smaschera e lo cattura tramite la ragnatela che secerne dalle dita, lo porta al Triskelion dove viene interrogato da Fury e dagli Ultimates, tutti alquanto scioccati dalla situazione. Parlando con Nick Fury, Miles spiega le sue ragioni e in contemporanea scopre che la fedina penale di suo zio è più sporca di quello che credeva, dato che è sulla lista dei ricercati della F.B.I. Nel frattempo Electro, detenuto nella stessa struttura dopo la notte in cui Goblin uccise Spider-Man, si risveglia dal coma indotto chimicamente e cerca di fuggire aggredendo il personale. A causa del suo tentativo di fuga, tutte le luci si spengono e Miles e Fury si uniscono al resto degli agenti S.H.I.E.L.D. per fermare il supercriminale. Lo scontro termina proprio grazie al giovane che approfittando di un momento favorevole, paralizza Electro con il suo tocco velenoso, permettendo così la sua incarcerazione. Il giorno dopo Jessica Drew, in borghese e non proprio a suo agio, raggiunge la scuola di Miles e gli consegna una valigetta con la benedizione di Fury e l’avvertimento che non ci saranno altre occasioni per lui e la scelta di vita che ha deciso di seguire. Miles l’apre e dentro vi trova un nuovo costume, una variante nera con ricami rossi di quello che un tempo veniva indossato da Peter: ora può ritenersi il vero erede di Spider-Man.
Poteri e abilità
Morso da un ragno geneticamente modificato noto come esemplare 42, che è leggermente diverso da quello che ha conferito a Peter Parker poteri sovrumani, Miles Morales possiede abilità simili a quelle dell’originale Spider-Man, tra cui forza, agilità e riflessi notevolmente potenziati, la capacità di aderire alle pareti e ai soffitti con le mani e i piedi,e un "senso di ragno" che lo avverte del pericolo con una sensazione di ronzio nella testa. Sebbene la sua forza e agilità siano simili a quelle dell’originale Spider-Man più giovane, il suo senso di ragno pare funzionare in maniera diversa a quello del suo predecessore, in quanto lo avverte solo del pericolo immediato.
Ha due abilità che l’originale Spider-Man non ha: la capacità di mimetizzarsi, estendendola anche agli indumenti che indossa, per adattarsi a ciò che lo circonda, rendendolo effettivamente invisibile, e un "Venom Strike" che può paralizzare temporaneamente quasi chiunque con un solo tocco.
Il Venom Strike non utilizza un vero veleno, ma è un tipo di bioenergia elettrica che può essere caricata nel corpo di Morales, e può essere usata contro un avversario a distanza conducendola attraverso un materiale in cui entrambi Miles e il suo avversario sono in contatto, come la ragnatela dell’Uomo Ragno della Terra-616.
Ovviamente l’efficacia varia da nemico a nemico, in quanto alcuni col tempo hanno imparato a resistere a questa scossa, mentre altri ne sono sempre stati refrattari. Miles può effettuare una versione più potente dell’attacco, il "Mega Venom Blast",che ha effetti devastanti su chiunque, Miles compreso, dato che il suo utilizzo tende a scaricare completamente la bioenergia corporea con conseguente sfinimento o addirittura svenimento del ragazzo.
Il corpo di Miles possiede anche una significativa resistenza alle lesioni. Durante un alterco con il mercenario Roxxon Taskmaster, Miles viene sbalzato attraverso un muro di mattoni senza alcuna apparente ferita grave, anche se l’esperienza fu dolorosa per lui.
Miles indossa un costume che gli è stato regalato dallo S.H.I.E.L.D.,e inizialmente usò i lancia-ragnatele di Peter Parker, che gli sono stati dati da May Parker. Alla fine riceve anche una nuova serie di lancia-ragnatele dallo S.H.I.E.L.D.
Luogo di residenza
Brooklyn,New York
Data di nascita
25 novembre 1991
Relazione
Sposato con Amal Haniyeh
Figli
Marcus Morales
Amici:
Will Spencer,Ismail Haniyeh,Moath Haniyeh,Koda Judas,Archos Midas e Oliver Martinez
Prestavolto
-Nadji Jeter
-Zac Siewert
-Marques Houston
-Lamon Archey
-Rome Flynn (pv attuale)
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Nana Darkoa Sekyiamah, La vita sessuale delle donne africane, Garzanti, 2025
Nana Darkoa Sekyiamah è un’autrice ghanese, attivista femminista e esperta di comunicazione, nata a Londra da genitori ghanesi[1]. Cresciuta in Ghana, ha studiato alla London School of Economics, specializzandosi in genere e sviluppo, e ha co-fondato il premiato blog Adventures from the Bedrooms of African Women, spazio dedicato alle narrazioni libere sulle esperienze sessuali delle donne…
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Jennifer Doudna

Jennifer Doudna è la chimica statunitense che nel 2020 ha vinto il Premio Nobel, insieme a Emmanuelle Charpentier, per una delle più importanti scoperte nel campo dell’ingegneria genetica, la Crispr-Cas9, efficace metodo di editing del genoma in grado di tagliare con estrema precisione sequenze di DNA di animali, piante e microrganismi, che ha contribuito ad aprire nuove strade per la cura di molte malattie e potrebbe presto rivelarsi un’arma in più per combattere il cancro.
In pratica si tratta di un set di “forbici molecolari”, che si possono programmare e utilizzare per tagliare e modificare il DNA, il codice della vita. Una scoperta rivoluzionaria e utilissima per la genetica e la medicina, che sta aprendo un mondo di possibilità: dalla cura di malattie genetiche, come l’anemia falciforme e la fibrosi cistica, al miglioramento delle colture agricole per renderle più resistenti e nutritive.
Jennifer Doudna è docente presso l’Università di Berkeley e ricercatrice presso l’istituto medico Howard Hughes dal 1997. Fondatrice e presidente del consiglio di amministrazione dell’Innovative Genomics Institute, che ha co-fondato nel 2014, è ricercatrice senior presso il Gladstone Institutes e professoressa associata di farmacologia cellulare e molecolare presso l’Università della California, San Francisco. Fa parte dei comitati scientifici consultivi di diverse aziende che ha contribuito a fondare.
Ha anche scoperto che il virus dell’epatite C utilizza una strategia insolita per sintetizzare le proteine virali, lavoro che potrebbe portare a nuovi farmaci per fermare le infezioni senza danneggiare i tessuti del corpo.
Nata a Washington, il 19 febbraio 1964, è cresciuta a Hilo, Hawaii, in un ambiente incantevole per flora e fauna che le ha instillato la curiosità e il desiderio di comprendere i meccanismi biologici che sono dietro alla vita. Incoraggiata dai genitori, entrambi ricercatori, aveva iniziato a leggere libri di divulgazione scientifica sin da bambina.
Si è laureata al Pomona College nel 1985 e ha conseguito il dottorato in biochimica e farmacologia molecolare a Harvard con una tesi su un sistema che aumentava l’efficienza di un RNA catalitico autoreplicante.
È entrata a far parte del Dipartimento di biofisica molecolare e biochimica di Yale come assistente nel 1994.
Professoressa di Biofisica Molecolare e Biochimica a Yale, nel 2000, l’anno successivo è stata Visiting Professor all’Università di Harvard prima di arrivare a ricoprire l’incarico di docente di biochimica e biologia molecolare a Berkeley nel 2002.
Il 28 giugno 2012, sulle pagine dell’importante rivista Science è comparso, con la firma di Jennifer Doudna e della microbiologa francese Emmanuelle Charpentier, l’articolo “Un’endonucleasi del DNA guidata da doppio RNA programmabile nell’immunità batterica adattiva”, uno dei contributi più significativi alla scienza del XXI secolo.
Questo strumento è nato dall’osservazione di un processo naturale che i batteri utilizzano per difendersi dai virus catturando da loro piccoli pezzi di DNA in modo da poterli riconoscere e distruggere più facilmente. Se il batterio viene attaccato nuovamente dallo stesso virus, produce un RNA che guida la proteina Cas9 a tagliare il DNA dell’invasore, neutralizzandone la minaccia. Sfruttando questo sofisticato meccanismo, le due scienziate hanno sviluppato una tecnica biologica, che possiamo immaginare come qualcosa di molto simile al comando copia-incolla dei computer, che permette di modificare il DNA delle cellule biologiche in modo estremamente preciso ed economico, come spiegato dalle stesse ricercatrici nella loro comunicazione alla comunità scientifica: “Grazie a questa tecnica abbiamo democratizzato il gene editing, ossia la possibilità di alterare il genoma di una cellula o di inserire ed eliminare geni a volontà. È talmente accessibile ed economica che ogni laboratorio anche modestamente attrezzato può adottarla.”
Dal giorno della pubblicazione e della comunicazione, il metodo inventato dalle due scienziate si è rapidamente diffuso non solo nella ricerca sulle cellule animali, incluse quelle umane, ma anche in cellule vegetali, fornendo un contributo fondamentale allo sviluppo di nuove terapie e sistemi diagnostici, oltre che di nuove varietà di semi.
Può essere utilizzato per studiare il cancro in modo più dettagliato, permettendo di ricreare in laboratorio modelli di malattie specifiche e di testare l’efficacia di nuovi farmaci con una precisione senza precedenti. Questo può accelerare lo sviluppo di trattamenti personalizzati e più mirati, aumentando le probabilità di successo nella cura di diversi tipi di tumore.
Le possibilità sono enormi, anche se si è soltanto all’inizio, ma questo è uno dei traguardi più rilevanti raggiunti dalla scienza nel nostro secolo, tanto che ha portato alle due scienziate il premio Nobel per la Chimica 2020 per il loro straordinario lavoro.
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Nicholas James Vujicic: Una Vita Straordinaria
Nicholas James Vujicic, nato il 4 dicembre 1982 a Melbourne, in Australia, è una figura straordinaria che ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo. Evangelista cristiano e oratore motivazionale di origini serbe, Vujicic è famoso per il suo impegno a promuovere una visione positiva della vita nonostante le sfide. La sua storia è una testimonianza di resilienza, fede e dedizione alla causa del miglioramento uman

Primi Anni di Vita
Nicholas Vujicic è nato da genitori serbi, Dušanka e Borislav Vujičić, immigrati in Australia dalla Jugoslavia. Fin dalla nascita, ha dovuto affrontare una sfida unica: la sindrome di tetra-amelia, una rara condizione che comporta l’assenza di braccia e gambe. Nonostante questa disabilità, i genitori di Nicholas hanno lavorato duramente per insegnargli a vedere il lato positivo della vita. Tuttavia, non è stato sempre facile; durante l’infanzia, Nicholas è stato vittima di bullismo a scuola, un’esperienza che lo ha portato persino a tentare il suicidio.
Grazie al supporto della sua famiglia e alla sua fede, Nicholas ha trovato una nuova ragione per vivere. A 17 anni, ha iniziato a tenere discorsi motivazionali, raccontando la sua esperienza di vita e incoraggiando gli altri a superare le proprie difficoltà. Questa passione per la motivazione e l’aiuto agli altri è diventata il fulcro della sua vita.
Percorso Educativo e Professionale
Nonostante le sfide fisiche, Vujicic ha completato con successo i suoi studi, laureandosi alla Griffith University con una specializzazione in Commercio. Ha dimostrato che una vita senza barriere è possibile quando si abbracciano le opportunità e si sviluppano abilità alternative. Con le dita del piede, che lui chiama affettuosamente il suo “coscio di pollo”, è in grado di scrivere fino a 43 parole al minuto, un esempio pratico del suo spirito indomabile.
Il Ministero e l’Impegno Sociale
Nicholas Vujicic è un cristiano devoto e un evangelista che viaggia in tutto il mondo per condividere la sua testimonianza di fede. Ha fondato l’organizzazione Life Without Limbs, dedicata a ispirare le persone a superare le loro sfide personali e a vivere una vita piena di significato.
Nel 2022, ha lanciato una nuova iniziativa ministeriale chiamata “Campioni per i cuori spezzati”, un progetto mirato a sostenere gruppi vulnerabili e disamorati. Questo impegno riflette la sua convinzione che la vita è un dono prezioso e che ogni persona ha il potenziale per fare la differenza nel mondo.
Carriera Letteraria e Cinematografica
Il primo libro di Vujicic, Life Without Limits: Inspiration for a Ridiculously Good Life, è stato tradotto in oltre 30 lingue ed è diventato un bestseller internazionale. Attraverso le sue opere scritte, Nicholas continua a diffondere il messaggio che la vita è un’opportunità straordinaria, indipendentemente dalle circostanze.
Nicholas ha anche recitato nel cortometraggio The Butterfly Circus, un film che ha ricevuto numerosi riconoscimenti. La sua interpretazione gli è valsa il premio come miglior attore in un cortometraggio al Method Fest Independent Film Festival del 2010.
La Famiglia e la Vita Privata
Nicholas è sposato con Kanae Miyahara dal 2012, e insieme hanno costruito una famiglia amorevole con quattro figli. La loro vita familiare nella California meridionale è un esempio di armonia e supporto reciproco, dimostrando che l’amore e la fede possono superare qualsiasi ostacolo.
Un Messaggio Universale
Attraverso il suo ministero, le sue conferenze e le sue iniziative, Nicholas Vujicic ha toccato la vita di milioni di persone. Il suo messaggio è chiaro: la vita è piena di opportunità per chi è disposto a vedere oltre le difficoltà. La sua opposizione all’aborto, la co-fondazione della ProLife Bank e le sue campagne a favore della dignità umana dimostrano il suo impegno a proteggere e valorizzare ogni vita.
Conclusione
La storia di Nicholas Vujicic è un potente richiamo al potenziale umano. Nonostante le sue limitazioni fisiche, ha vissuto una vita ricca di significato e impatto, dimostrando che non esistono barriere insormontabili quando si abbracciano la fede, la resilienza e la determinazione. Nicholas continua a ispirare persone di ogni età e provenienza, ricordando che la vita, anche con le sue sfide, è un dono inestimabile che merita di essere vissuto appieno.
Il Circo della Farfalla
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