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#Città Notabile
abr · 1 year
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 “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”
Massimo d'Azeglio, autore della frase, era un intelligente ma pigro e distratto notabile piemunteis. La frase non fa torto a tali caratteristiche: é un controsenso savoiardo.
Dar infatti per scontato nel 1861 che l'Italia era "fatta", bastando averla messa assieme sul piano dinastico e dei confini (peraltro senza Roma e Triveneto), altro non era che una slinguazzata da disciplinato ufficialetto buja nen al suo riverito sovrano Conquistador.
Al contrario, l'unico motivo vero per cui l'Italia finalmente era abbozzata sulle carte era per via della innegabile cultura della italianità esistente. Tutto è relativo: lingua cultura miti geopolitica e tradizioni eran meno estranee tra le varie province che a quelle francesi o austriache, un certo livello di "italianità" era presente e avvertito, perlomeno tra coloro che sapevano di Dante e quindi non pensavano la terra piatta. Non per caso l'unione del 1861 avveniva non tanto per conquista (ok, Lombardia) quanto per dedizione spontanea di varie province e ducati.
In sintesi, spiaze caro d'Azeglio ma quel che c'era davvero da da fare (da sempre) era proprio l'Italia.
L'impasse non sta nel non aver forgiato l'homo novus italico (ci provò poi Mussolini per vent'anni: esiti tragicomici); il disastro fu proprio quello di tentare di "fare l'Italia" una volta unificata, percorrendo la strada PESSIMA, usando cioè il modello centralista prefettizio francese. Questo nel paese dei mille campanili, dei comuni e delle signorie. Demenziale.
Errore tragico poi ribadito dal fascismo, rivoluzione demenziale che s'era data come modello l'Impero Romano (nulla di meno italiano) invece del fecondo LOCALISMO CHE SI FA GLOBALE nel Rinascimento, il vero momento ECCELLENTE dell'italianità che è cultura della diversità identitaria.
Devono solo ringraziare se nonostante tutti gli sforzi contrari, un minimo di "italianità" ancora faticosamente persiste, nonostante tutti i politicanti nonostante i tradimenti pelosi e le pugnalate comuniste alle spalle (Istria, città della Dalmazia ma sin dall'inizio: Nizza 1861). Se ci siamo ancora é solo grazie a Caporetto a Bartali a Mike Bongiorno e a un paio di nazionali di calcio.
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GIOVEDI 16 FEBBRAIO 2023 - 🔸 SANTA GIULIANA DI NICOMEDIA🔸 Santa Giuliana (Nicomedia, 285 circa – Nicomedia, 305 circa) fu martire sotto l'imperatore Diocleziano. Molto venerata in Campania e nei Paesi Bassi. La chiesa cattolica la festeggia il 16 febbraio, come indicato nel Martyrologium Hieronymianum. Giuliana nacque intorno al 285 a Nicomedia. Appartenente a una famiglia pagana si convertì al cristianesimo. Fu promessa in sposa al prefetto della città ma ella pose come condizione al matrimonio la conversione al Cristianesimo da parte dello sposo. Di fronte a questa pretesa fu denunciata dallo stesso fidanzato e condotta davanti al tribunale perché cristiana praticante. Nonostante la prigionia non rinnegò la propria fede e venne condannata a morte. Venne quindi decapitata nell'anno 305. Secondo la ricostruzione agiografica la Santa fu martire nel 304-305 a Nicomedia (İzmit: città della odierna Turchia). All'epoca del martirio di Giuliana, Nicomedia era stata eletta, dopo Roma, sede privilegiata dell'impero, dove l'imperatore Diocleziano, dopo aver istituito la tetrarchia, pose la propria residenza ed esercitò la sua opera urbanistica. La persecuzione di Diocleziano partì proprio da Nicomedia, ed Eusebio narra che furono individuati e perseguitati cristiani anche negli uffici e nei palazzi imperiali. I martiri di quella città furono svariati e tra questi Doroteo che era un notabile dell'impero, ed Antimo che era vescovo della città. Giuliana era la diciottenne figlia di un funzionario imperiale, ed ella per amore della fede cristiana rinunciò al matrimonio con il prefetto Eleusio. Nessuna lusinga valse a smuoverla dalla sua decisione e perciò subì il martirio insieme con il vescovo Antimo, con santa Barbara e con altri santi. Le sue spoglie custodite da una matrona romana, furono venerate nella cattedrale di Cuma, oggi distrutta, che le accolse dopo il naufragio della nave che le conduceva verso Roma. Da Il Santo del Giorno Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CouQ0RQoYhP/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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kappavision · 2 years
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The fortified city of #Mdina has its origins in the 8th century B.C. and is one of the main tourist attractions in #Malta. This city, once built to keep outsiders out, today invites its visitors to take a walk and spend some time inside, as well as around, its walls. You will remain astounded by its remarkable beauty - a beauty that has withstood the test of time. A MUST VISIT CITY WHEN IN MALTA You cannot plan a trip to Malta without coming across beautiful imagery of its commanding skyline or its characteristic narrow, twisty lanes. Mdina - the medieval walled city situated on a hill in the centre of the island - was once the old capital city of Malta. The city is still confined within its walls - and if these walls could talk they’d have many a story to tell. In every Malta tourist guide book, in the ‘Top 10 attractions’ and ‘Places to visit’ list you will find it there – Mdina, the Silent City. DID YOU KNOW? MDINA BECAME MALTA’S CAPITAL AFTER A DESTRUCTIVE EARTHQUAKE Mdina was Malta’s capital city until the Knights of St. John took over Malta in 1530. Upon the arrival of the Knights, Mdina’s self-governing power was lost, which caused much resentment among the nobles. Since Mdina’s fortifications were weak and the Knights needed to be close to their galleys in the harbour, they defused the situation by making Vittoriosa their base, leaving the nobles to their splendid isolation in Mdina. It was only after the highly destructive earthquake of 1693 that the Knights moved to Mdina and left their imprint through the remodelling of city. MDINA’S MANY NAMES Mdina is a noble city that goes by the nickname of Silent City. Mdina (Maltese: L-Imdina) is also known by its titles Città Vecchia or Città Notabile. The origins of its present name could possibly derive from the Arabic word 'medina'. A FORTIFIED WALLED CITY The city is still confined within its walls and has a population of just under 300, but it is contiguous with the town of Rabat. The city was founded as Maleth in around the 8th century B.C. by Phoenician settlers, and was later renamed Melite by the Romans. Full article on Kappa Vision on Facebook (at Mdina, Malta) https://www.instagram.com/p/Cod0PdUIF2F/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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sciatu · 5 years
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CASSATE SICILIANE - La bellezza di una torta
Ora accadde che quando compii il mio quarto compleanno, le mie zie prepararono una grande torta. Era una torta di circa mezzo metro di diametro e alta almeno venti. La zia Paola aveva preparato quel mostruoso pan di spagna e lo aveva fatto cuocere nel forno dello zio Pasquale dove preparava il pane per tutto il paese. La zia vecchia aveva fatto la crema alla vaniglia con le uova di giornata  e poi un grande pentolone di crema al cioccolato mentre la zia piccola aveva schiacciato le nocciole per ricavarne una minuta granella. Il motivo della grande torta era duplice. Il primo che io ero nato lo stesso giorno in cui era nato il nonno di cui portavo il nome. L’altro motivo era che mia madre e mio padre erano in un altra città lontana dove mia madre era malata. La mia festa era l’occasione di fare delle belle foto come quelle che si facevano ai matrimoni e di mandarle a mia madre per farle vedere che stavo bene. In effetti ero anche elegante con un vestitino blu, i capelli lisciati con la brillantina del nonno come gli attori dei cinema e il laccio d’oro della zia Paola a farmi sembrare il figlio di qualche notabile. Tutti i miei cugini e mio fratello erano intorno a me mentre il fotografo dei matrimoni scattava le foto.La prima fetta di torta fu la mia, ma io la diedi al nonno e mi presi la seconda che mi sembrava un pò più grande. Ricordo ancora il gusto di quella torta che era diverso da tutto il resto. Un cannolo ad esempio è il suono di un solista virtuoso come Argerich quando suona la sonata K 141 di Alessandro Scarlatti. Quella torta no, quella la torta era una sinfonia ,un concerto Brandeburghese, l’inno alla gioia di Beethoven, o Take Five di Brubeck. Al primo morso la crema di cioccolata ti inondava di gioia ti travolgeva il gusto facendoti urlare l’anima di felicità,  poi, udite udite, ecco il pan di spagna imbevuto di Vermuth ,era un lampo nella notte o come quando butti la paglia sul fuoco e questa divampa improvvisa e luminosissima, ed ecco poi la crema alla vaniglia, densa e intensamente vanigliosa, profumata, setosa e ti lasciava in bocca la granella di nocciola appena tostata. Fui molto contento del mio quarto compleanno, devo ammetterlo e nello stesso tempo fu anche molto, molto istruttivo. Incominciai ad esempio a capire che cosa era l’eccellenza del cibo, capii poi come le donne, nel caso particolare le zie, sanno naturalmente donare amore con poco. Ma sopratutto imparai che una torta può apparire casalinga e non elaborata come le belle torte che vedi nelle grandi pasticcerie, ma quello che conta è quello che ha dentro, quello che sa darti con la sua genuinità, con  il suo puro gusto. Questo per me fu importante perchè  estesi il concetto alle persone e incominciai a considerare che una persona anche non bella, non istruita, non ricca od elegante, non va giudicata da quello che mostra, ma da quanto ha dentro di se, dalla sincerità del suo cuore, dal gusto della sua amicizia, dal profumo della sua presenza e dalla setosa nostalgia del suo ricordo. E’ questo il regalo più bello del mio quarto compleanno. 
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mscastanea · 3 years
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Mdina 
Mdina volt hosszú ideig Málta fővárosa, ma a legkisebb helyi tanácsa, csak az erődített várost foglalja magában. A Máltai főegyházmegye érseki székvárosa. Lakossága 258 fő (2005). Föníciai neve Malet (feltételezések szerint menedék), ebből származott a latin Melita. Az arabok Medinaként (erődített város) ismerték, ebből rövidült a mai név. Olasz neve Città Notabile, amelyet Szicília királyától kapott hűségéért. Ma Csendes Városnak is nevezik.
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paoloxl · 6 years
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22 settembre 1974 i funerali di Adelchi Argada
Studenti, operai, militanti ed anche rappresentanze istituzionali. Ci fu il Presidente della Giunta regionale Aldo Ferrara e Francesco Caruso per la Federazione CGIL. Una folla immensa, più di trentamila persone, di tutte le estrazioni sociali, si era riversata, dopo due giorni di lungo lutto, su Corso Numistrano. La gente già dalla prima mattina a fare la fila, in processione di fronte alla bara, di fronte alla mamma piangente, ai fratelli disperati, ai familiari e agli affetti lasciati, distrutti dal dolore, a manifestare solidarietà e cordoglio. Stretta attorno al Palazzo Municipale la casa lametina e la città oggi piange il suo figlio, figlio del suo popolo: Adelchi Sergio Argada, figlio del Sud, costretto ad emigrare negli anni della sua ‘meglio gioventù’.
Un ragazzo di vent’anni. Un proletario ucciso dai fascisti. Da ragazzo la mattina va a scuola, il pomeriggio in segheria per aiutare la famiglia.
Proprio il giorno del suo funerale, martedì 22 ottobre, il giovane compagno, operaio edile lametino, sarebbe dovuto partire per Modena e lavorare in un cantiere di quella città come altre migliaia di calabresi emigrati. (M) 
Argada è il frutto di un Sud sottosviluppato, clientelare, familista e notabil-politico, incarna l’archetipo dell’operaio di massa e il luogo comune, diffuso nella letteratura marxista, della connessione tra emigrazione e proletarizzazione. Ma nel meridione l’utopia si scontrerà con una realtà di sradicamento, stravolgimento sociale e pervasività mafiosa. 
Nella Cattedrale dei S.S. Pietro e Paolo, di Papa Marcello II e Innocenzo IX, il rito funebre celebrato dal Vescovo della città Mons. Ferdinando Palatucci. A lato, davanti al Palazzo di Città, c’è ancora il palco messo su per il Festival dell’Avanti, sarà luogo da dove si terranno le orazioni funebri. A chiudere gli interventi è lo
…studente di sinistra Jovine il quale ha detto: “Conoscevamo Adelchi Argada come uno dei nostri migliori militanti, sempre schierato dalla parte degli oppressi. Bisogna capire perché è morto; era un operaio, uno dei tanti giovani costretto ad una certa età a lavorare perché per i proletari, per i figli dei lavoratori non esistono privilegi che sono di altri. Argada ha fatto una scelta, si è messo dalla parte di chi vuole una società diversa, non a parole, in cui lo sfruttamento sia abolito e il fascismo non possa trovare spazio…” (M) 
Infine il corteo ha accompagnato la bara lungo le vie della città, fino al cimitero. Di fronte al luogo del delitto il feretro, portato a spalle dei giovani compagni del morto, si e fermato.---------Migliaia di braccia alzate a pugno chiuso hanno reso omaggio in silenzio. (S)
Nel punto in cui il giovane è caduto colpito a morte, c’è una scritta: «Qui è stato assassinato il compagno Argada». Sul muro una gigantografia ne mostra il volto aperto, leale, di lavoratore … (S)
Il cronista locale sostiene la tesi della legittima difesa e non è tenero con la figura dell’ucciso. (L)
Un giornale, di “certa stampa siciliana” molto vicina ad ambienti neofascisti (S) bruciato a in migliaia di copie sulla piazza del delitto il giorno dei funerali (M) dai giovani compagni di Adelchi Argada. (S)
“Tutti devono morire, ma non tutte le morti hanno eguale valore. La morte di chi si sacrifica per gli interessi del popolo ha più peso del Monte Taj”; era scritto su un manifesto scritto a mano ed affisso sul muro di un edificio accanto al Municipio di Lametia. (M)
Memoria / non è peccato fin che giova.
Dopo / è letargo di talpe, abiezione / che funghisce su sé …
Eugenio MONTALE
Adelchi è uno dei morti della non memoria, della memoria mancata…Tra gli smemorati non vi sono solo i semplici voltagabbana del personale politico, di cui Lamezia abbonda… Coltivare la memoria è compito di una classe politica, disposta ad assumersi le proprie responsabilità. Comprendere le cause che hanno portato all’assassinio di Adelchi … significa abbandonare l’omertà sullepesanti condizioni di vita in cui sono costretti tanti nostri concittadini e i tanti migranti che la abitano… quella di Adelchi, non è una storia del passato…ma del presente.
A Milano, nel ’78, dopo quattro anni di iniziative e lotte gli dedicano una scuola. Istituto Tecnico per Geometri “Adelchi Argada.”
Il 18 ottobre 1994, a Lamezia, nel corso delle celebrazioni del ventennale, con una lettera ex studenti ed ex professori comunicano che, nel frattempo, una nuova docenza aveva cambiato idea intitolando l’istituto ad un ex sindaco di Milano (che già dava il nome ad altre quattro scuole milanesi) ma testimoniano anche ai lametini che il ricordo di Adelchi era ancora vivo, non conosceva né distanze, né tempo.
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Come si sta preparando il mondo ad accogliere il progresso?
Il nuovo standard di reti wireless 5G ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo, seppure attraverso una fase turbolenta di test. L’Italia non è stata a guardare la transizione senza cercare di parteciparvi: infatti, da diversi mesi sono disponibili zone di copertura rete 5G in città come Torino, Milano, Firenze e altre.
Prima di arrivare alla fase attuale si sono susseguiti diversi step: uno dei primi tra tutti è stata l’asta durante la quale gli attuali operatori telefonici si sono spartiti le bande disponibili, fattore di un certo peso nella scelta di un provider rispetto ad un altro se si è interessati a sfruttare le potenzialità del nuovo standard.  
Non tutti gli operatori che si sono aggiudicati una banda hanno però già iniziato la fase di collaudo.
Attualmente, in Italia, la copertura non è neanche lontanamente capillare come le tecnologie di generazioni precedenti, ma risulta comunque tra i primi paesi europei per quanto riguarda gli investimenti nel settore.
Secondo alcune previsioni “Nel 2025 il tasso di adozione della rete 5G sarà diversa tra le differenti geografie: il 49% negli Usa, il 45% in Giappone, il 31% in Europa e il 25% in Cina”, quindi saranno necessari diversi anni affinché la nuova generazione possa completamente sostituire quella precedente.
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Logo T-Mobile: l’operatore telefonico che negli USA ha annunciato una rete 5G a bassa potenza di copertura nazionale -  T-Mobile US su Wikimedia Commons
Non sorprende che secondo questa proiezione statistica gli Stati Uniti saranno i territori più all'avanguardia, mentre è notabile che nello stato cinese sia prevista una bassa distribuzione del servizio (cosa singolare dati gli enormi investimenti impiegati nel settore e considerando la presenza di importanti marchi di TLC come Huawei e ZTE).
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Logo ZTE -  ZTE Com, Ltd su Wikimedia Commons
Nonostante si tratti ancora di una tecnologia di nicchia, le vendite di smartphones compatibili con 5G sono in grande salita, tanto che questo articolo cita:  
“Nel corso dei primi 3 mesi del 2020, stando alla più recente analisi formulata da Strategy Analytics, le vendite di smartphone con connettività 5G hanno totalizzato un volume superiore a quello di vendita di tutto l'anno 2019.”
grazie anche alla uscita di processori 5G-ready di fascia media e bassa, rendendo questa caratteristica accessibile a molti più utenti.
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Redmi K30: uno dei primi smartphones di fascia media con supporto alla connettività 5G -  Monaroboy5431 su Creative Commons
Non si può quindi ancora approfittare di bassissime latenze e alte velocità di download e upload in ogni zona del paese, ma col tempo l’uomo si avvicina sempre più alla società futuristica che si immaginava poche decadi fa.
Silvano Nanetti
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claudiodangelo59 · 4 years
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1892 - 19 maggio - 2020
Nasce a Bari da cospicua famiglia, Araldo di Crollalanza che, entrato nel movimento fascista nel 1919, sarà Console generale della MVSN, tra il 1925 ed il 1930 podestà di Bari che ridisegnarà urbanisticamente conferendole il volto che ha tuttora, fino all’elezione come deputato del PNF, sottosegretario poi ministro dei lavori pubblici dal 1930 al 1935, segnalandosi per l'opera profusa nella ricostruzione dopo il disastroso terremoto del Vulture del 23 luglio 1930.
A capo dell’Opera Nazionale Combattenti dirigerà l'imponente bonifica dell’Agro Pontino dove, per merito suo le città di Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pomezia e Pontinia verranno alla luce.
Dopo la Guerra sarà ininterrottamente parlamentare del MSI fino alla morte che lo coglierà a Roma, alle soglie dei 94 anni, il 18 gennaio 1986.
Il giorno dopo Indro Montanelli, fiero antifascista, pubblicherà questo ricordo su "Il Giornale".
Un notabile allergico alle «Nomenclature»
Scomparso, quasi centenario, De Marsico, credo che Araldo di Crollalanza fosse, coi suoi novantaquattro anni, il decano dei superstiti del ventennio. Ma del ventennio fu un protagonista piuttosto atipico, assai diverse dall’altro big delle Puglie, Caradonna.
Caradonna era ras dalla testa ai piedi, incarnazione dello squadrismo agrario più feudale, spavaldo e sparafucile: alla grande adunata del ‘22 a Napoli, che fece da prologo alla marcia su Roma, si presento con un suo reparto a cavallo, una sua divisa alla Pancho Villa e una sua canzone guerriera: «Se non ci conoscete - oilà per la madonna - noi siamo gli squadristi - di Don Peppe Caradonna».
Crollalanza non fece mai mostra di sè, mai partecipo a spedizioni punitive, mai si fece un partito o una clientela personale, mai brigò per carriere politiche. Di origine valtellinese anche se nato a Bari, aveva nel sangue le «cose», e fu fascista solo perchè il fascismo gli consentiva di farle. Bari e in gran parte figlia sua (e tale ha continuato a sentirsi anche dopo il fascismo). Fu lui a istituirvi la Fiera del Levante e l’Università. Fu lui a trasformare il Tavoliere delle Puglie in una delle zone più fertili del Sud (una volta Di Vittorio mi disse: «Senza Crollalanza io non esisterei perchè i miei genitori non avrebbero nemmeno avuto la forza di procrearmi»).
Ciò che in sei anni aveva fatto, come podestà di Bari, sul piano regionale, lo ripetè, come ministro dei Lavori Pubblici, su quello nazionale. La costruzione della direttissima Firenze-Bologna è opera sua, come lo fu tutto il riassetto dell’Agro Pontino, lo sviluppo di Littoria, la nascita di Aprilia e Pomezia.
Eppure, di lui si parlava pochissimo. Non apparteneva alla Nomenclatura del regime, e lui non fece mai nulla per entrarci. Credo che abbia visto Mussolini poche volte in vita sua: forse solo alla inaugurazione delle grandi opere, di cui era lui il vero artefice, e di cui Mussolini si appropriava.
Non fece mai parte del Gran Consiglio. Ma quando gli chiesi come vi si sarebbe comportato la notte del 25 luglio, mi rispose senza esitare: «Sarei stato dalla parte del Duce, e poi avrei fatto il possibile per impedire la condanna a morte di chi era stato contro». Lo aveva dimostrato, del resto, con la sua condotta. Dopo l’8 settembre, raggiunse Mussolini a Salò, ma rifiuto qualsiasi incarico politico. Cercò solo di creare un tessuto amministrativo «per salvare il salvabile», e a qualcosa riuscì.
Dopo il 25 aprile, non si nascose, e si lasciò arrestare e processare per «atti rilevanti». Ma sebbene questo accadesse nel momento dei più accesi bollori epurativi, dovettero assolverlo in istruttoria: non una voce si levò ad accusarlo di qualcosa, e ogni indagine sul suo patrimonio risultò vana: I’uomo che aveva costruito città e redento province non aveva una casa, nè un palmo di terra, nè un conto in banca.
Entrò, per coerenza nel Msi, e i pugliesi lo elessero senatore per sette legislature di seguito. Nessun suo collega degli altri partiti trovò qualcosa da obbiettare quando il presidente Fanfani propose di conferire a Crollalanza, in occasione del suo novantesimo compleanno, una medaglia d’oro. Fu l’ultima volta che lo vidi. Era commosso. Gli chiesi se del suo passato covava qualche rimpianto o rimorso. Mi rispose, a voce bassissima: «Uno solo, ma immenso: quei vent’anni potevamo fare l’Italia, e non la facemmo». Ma se c’era un uomo a cui questo rimprovero non poteva essere mosso, era proprio lui.
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notizieoggi24-blog · 5 years
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Renzi:
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Matteo Renzi è tornato a parlare questa mattina a Bologna alla Repubblica delle Idee, sul tema del governo e degli scandali sulla magistratura che sono usciti nelle ultime settimane. Ha escluso la formazione di un nuovo partito, come alcuni avevano ipotizzato. "Lega e M5S hanno vinto le elezioni promettendo la Luna, ma il tempo è galantuomo, le bugie raccontate verranno a galla - ha dichiarato l'ex premier - mentre allearsi con il Movimento 5 Stelle nel 2018 era accontentare l'ansia da posizionamento di qualche vecchio notabile del PD, che per una poltrona da Presidente della Camera avrebbe fatto di tutto". Renzi ha anche escluso di voler formare un suo partito: "Lo spazio per creare un nuovo partito c'è stato in passato, ma ho voluto giocare di squadra, anche se non sono stati leali con me", ha spiegato parlando del "fuoco amico" ricevuto quando era al governo. L'ex segretario del PD ha esplicitamente chiarito di non voler rifare la Margherita, nella conformazione pre-PD, perché "i veri leader di partito sono gli amministratori delle piccole città". Sul caso del Csm ha fatto notare come per le nomine ci sia in ballo la politica ed il sistema non è stato creato da Lotti: "Se avessero messo il trojan su un cellulare di un altro magistrato, ci sarebbero stati altri legami", dichiarandosi favorevole ad un cambio delle regole per nominare i vertici del Csm. Read the full article
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brunnaslittlethings · 5 years
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Me walking into this weekend pretending like I don’t know that MCU and Game of Thrones are going to break my heart.... 😅 .. .. Mdina is on the tentative list for UNESCO World Heritage and it was the filming location for King’s Landing in the first season of Game of Thrones 🏰 .. .. It has earned the nickname, the Silent City. It is also known as Città Vecchia and Città Notabile (Italian for Old City and Notable City, respectively). In 8th century BC, it was Maleth and then became Melite before becoming Mdina 🌆 . . . 📸 @lexislittlesecret (at Mdina, the Silent City) https://www.instagram.com/p/Bws76Ctj2sw/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=c55g3nksm6nc
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MERCOLEDÌ 16 FEBBRAIO 2022 - ♦️ SANTA GIULIANA DI NICOMEDIA ♦️ Santa Giuliana (Nicomedia, 285 circa – Nicomedia, 305 circa) fu martire sotto l'imperatore Massimiano. Molto venerata in Campania e nei Paesi Bassi. La chiesa cattolica la festeggia il 16 febbraio, come indicato nel Martyrologium Hieronymianum. Giuliana nacque intorno al 285 a Nicomedia. Appartenente a una famiglia pagana si convertì al cristianesimo. Fu promessa in sposa al prefetto della città ma ella pose come condizione al matrimonio la conversione al Cristianesimo da parte dello sposo. Di fronte a questa pretesa fu denunciata dallo stesso fidanzato e condotta davanti al tribunale perché cristiana praticante. Nonostante la prigionia non rinnegò la propria fede e venne condannata a morte. Venne quindi decapitata nell'anno 305. Secondo la ricostruzione agiografica la Santa fu martire nel 304-305 a Nicomedia (İzmit: città della odierna Turchia). All'epoca del martirio di Giuliana, Nicomedia era stata eletta, dopo Roma, sede privilegiata dell'impero, dove l'imperatore Diocleziano, dopo aver istituito la tetrarchia, pose la propria residenza ed esercitò la sua opera urbanistica. La persecuzione di Diocleziano partì proprio da Nicomedia, ed Eusebio narra che furono individuati e perseguitati cristiani anche negli uffici e nei palazzi imperiali. I martiri di quella città furono svariati e tra questi Doroteo che era un notabile dell'impero, ed Antimo che era vescovo della città. Giuliana era la diciottenne figlia di un funzionario imperiale, ed ella per amore della fede cristiana rinunciò al matrimonio con il prefetto Eleusio. Nessuna lusinga valse a smuoverla dalla sua decisione e perciò subì il martirio insieme con il vescovo Antimo, con santa Barbara e con altri santi. Le sue spoglie custodite da una matrona romana, furono venerate nella cattedrale di Cuma, oggi distrutta, che le accolse dopo il naufragio della nave che le conduceva verso Roma. Da Il Santo del Giorno Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CaCqifXsFoK/?utm_medium=tumblr
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kappavision · 3 years
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Mdina was the old capital city of Malta before the arrival of the Knights of the Order of St. John in 1530. FROM FORTIFIED CITY TO GUNPOWDER FORTRESS Mdina’s fortifications, as they stand today, are the product of the many interventions and additions made by the Knights as they sought to transform the old fortified city into a gunpowder fortress. The first of these works were started in the 1540s and the decades leading up to the Great Siege on Malta of 1565. From the reign of Grand Master Martin de Redin onwards, these were then followed by the addition of various ramparts and outer works, culminating in the efforts undertaken during the reign of Grand Master Manoel de Vilhena in the first decades of the eighteenth century. THE WORK OF DE MONDION With the sole exception of Despuig Bastion, erected to the rear of the Mdina cathedral in 1739, the fortifications of Mdina, or Città Notabile/Vecchia as it was later known, owe their final character and form, including its Baroque gateways, to the works undertaken by the Order's military engineer Charles François de Mondion. By 1798, the fortifications of Mdina had come to consist of a bastioned enceinte, a ditch and various outer works. The main bastioned defences were built along the land front which was strengthened with three bastions: - D'Homedes/St. Paul Bastion; - De Redin Bastion; - St. Peter Bastion) In addition to these bastions, the other fortifications werte a wide ditch, and a covertway with glacis. The land front contained the two main gateways and a signalling tower, called Torre dello Standardo. The western flank of the city, facing Mtarfa Hill, was defended by the casemated curtain called the Magazine Curtain, as well as the small St.Mary/Ta' Bachar Bastion. The eastern flank, overlooking Saqqajja, was defended by a series of curtain walls and the low Despuig Bastion. The northern section of the enceinte, built as it was along the crest of the cliff-face of the plateau, retained most of its medieval ramparts as this section was deemed less vulnerable to attack and bombardment. Read the full article here: https://www.facebook.com/photo?fbid=449959496485865&set=a.210550220426795 (at Mdina, Malta) https://www.instagram.com/kappavision_gram/p/CXGpR7io_aA/?utm_medium=tumblr
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adamnet · 6 years
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The old city Mdina also known by its titles Città Vecchia or Città Notabile or Silent City, is a fortified city in the Northern Region of Malta, which served as the island's capital from antiquity to the medieval period | Старе місто Мдіна ••• #world #malta #mdina #amazing #color #sky #architecture #landscape #horse #unescoworldheritage #fortress #travel #winter #nice #nofilter #краса #гарно #небо #краєвид #колір #ахітектура #фортеця #світоваспадщинаюнеско #подорожі #зима #місто #мдіна #мальта #світ #безфільтрів (Mdina, the Silent City) https://www.instagram.com/p/BuJ699BHj7o/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=bklcmivygkg1
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#18 Cercare ospitalità nell’antico sistema dei Rolli genovesi
2 Aprile 2017
Vantate, nella vostra stirpe, la presenza di cardinali, principi o ambasciatori? Il vostro lignaggio è tale da potervi rapportare fraternamente a governatori e viceré? O addirittura rientrate nella ristretta cerchia comprendente papa, imperatore re o suo legato? Allora non avreste difficoltà a farvi ospitare nella cinquecentesca, in una delle 81 più belle e nobili abitazioni addirittura gratuitamente, visto che all’ospite spettavano “oneri e onori” del mantenimento del notabile in vista. I cosiddetti “Bed & Breakfast” del cinquecento. E così abbiamo colto la palla al balzo: dovete sapere che i sontuosi palazzi della nostra meravigliosa città aprono le porte, due volte all’anno, a chiunque voglia riscoprire il fascino e mistero del Rinascimento genovese. Dunque, armate della nostra guida, ci siamo addentrate nell’antico sistema dei Rolli genovesi, prendendo parte all’iniziativa dei Rolli Days. E così, dopo aver esplorato le magnificenze di Palazzo Bianco e Palazzo Tursi, abbiamo concluso che era sufficiente: guardandoci negli allora ci siamo dette: “Cibek a Caste?” come ogni buon genovese doc.
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ildiariodibeppe · 5 years
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Lectio Divina: 31ª Domenica del tempo ordinario (C)
Lectio
Domenica, 3 Novembre, 2019
La conversione di Zaccheo
Luca 19,1-10
1. LECTIO
a) Orazione iniziale:
O Dio, creatore e Padre di tutti i figli di Abramo, donaci la luce del tuo Spirito per poterti servire in modo lodevole e degno, fa che camminiamo sui passi della tua Parola dimostrando con le opere che siamo discepoli dell’unico Maestro che si è fatto uomo per amore nostro e per la nostra salvezza.
Luca 19,1-10
b) Lettura del Vangelo:
1 Entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È andato ad alloggiare da un peccatore!". 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". 9 Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; 10 il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".
c) Momenti di silenzio:
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
2. MEDITATIO
a) Chiave di lettura:
Nel racconto del Vangelo, Luca ama dimostrare la misericordia del Maestro verso i peccatori. Lc 19, 1-10 è un esempio. Il racconto della conversione di Zaccheo ci dimostra che nessuna condizione umana è incompatibile con la salvezza: Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo, (Lc 19, 9) dichiara Gesù. Il testo che apre il capitolo 19, viene dopo gli insegnamenti e gli atteggiamenti di Gesù presentati a noi nel capitolo 18. In questo capitolo troviamo la parabola del fariseo che giudica e il pubblicano che si umilia davanti a Dio e chiede perdono (Lc 18, 9-14). Susseguentemente abbiamo la scena di Gesù che accoglie i bambini, ammonendo i discepoli che a chi è piccolo come loro appartiene il regno di Dio…chi non accoglie il regno di Dio come un bambino non vi entrerà (Lc 18, 16-17). Subito dopo Gesù dimostra al notabile ricco che vuole acquistare la vita eterna (Lc 18, 18), la necessità di vendere tutto e di distribuire gli averi ai poveri per poter seguire Gesù e ottenere un tesoro nei cieli (Lc 18, 22). Segue poi l’insegnamento di Gesù sulle ricchezze che ostacolano la salvezza e la promessa di essere ricompensati a coloro che rinunciano a tutto a causa del Regno di Dio (Lc 18, 24-30). Queste parti del capitolo 18 sembrano condurci al racconto della conversione di Zaccheo. Prima del racconto di Zaccheo seguono altri due testi con dettagli importanti:
1. Il terzo annuncio della passione dove ancora una volta Gesù ci ricorda che andiamo a Gerusalemme (Lc 18, 31). Sembra che Luca vuole mettere tutto nel contesto del sequela Christi; e
2. La guarigione del cieco di Gerico, che chiamava Gesù, anche se la folla gli impediva di raggiungere il Maestro (Lc 18, 35-39). Gesù donando di nuovo la luce agli occhi ottenebrati, dichiara che la fede ha salvato questo cieco (Lc 18, 42). Riavuto la vista il cieco poteva seguire Gesù lodando Dio (Lc 18, 43).
Questi due testi insieme ai precedenti illuminano il racconto della conversione di Zaccheo. In questo racconto troviamo dei dettagli sorprendenti che sono già presenti nei testi sopraelencati:
1. Zaccheo un uomo ricco, capo dei pubblicani – Lc 19, 2
2. Cercava di vedere Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla – Lc 19, 3
3. Era piccolo di statura – Lc 19, 3
4. Il giudizio della folla che timbra Zaccheo: peccatore - Lc 19, 7
5. La distribuzione dei beni ai poveri – Lc 19, 8
6. La dichiarazione di Gesù che la salvezza è entrata nella casa di Zaccheo – Lc 19, 9.
Zaccheo, piccolo di statura, uomo ricco capo dei pubblicani accoglie il regno di Dio come un bambino. Umiliandosi e pentendosi del suo passato trova la salvezza che viene da Dio in Gesù Cristo buon samaritano (Lc 10, 29-37) che ci è venuto incontro a cercare e a salvare ciò che era perduto (Lc 19, 10). Un tema caro a Luca che si vede in altre parti del suo racconto evangelico (es: Lc 15, 11-31).
b) Tempo per la riflessione personale:
Mettiti in silenzio davanti alla parola di Dio, rifletti sopra i testi presentati in questa chiave di lettura. Chiediti:
1. Che connessione c’è tra questi testi?
2. Che cosa significa la salvezza per te?
3. Zaccheo, piccolo di statura fa vedere la sua disponibilità ad accogliere il Signore, arrampicandosi su un sicomoro. La sua curiosità fu premiata dalla visita di Gesù. Che fai tu per dimostrare la tua disponibilità a ricevere la salvezza di Dio?
4. Il gesto di Zaccheo ci ricorda la curiosità di Mosè che lo spinge verso il roveto ardente. Anche li Mosè ha trovato la salvezza. Ti accosti tu al Signore? Ti senti attirato a Lui?
5. Gesù va incontro a Zaccheo nel suo peccato e in quella casa gli dona la salvezza. Qual è il tuo attaccamento al peccato? Lasci che il Maestro ti incontri li, in quella casa oscura?
3. ORATIO
a) La preghiera della comunità:
O Dio, che nel tuo Figlio sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto, rendici degni della tua chiamata: porta a compimento ogni nostra volontà di bene, perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa per condividere i beni della terra e del cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen
b) Momento di silenzio:
per la preghiera personale.
4. CONTEMPLATIO
Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore,
gioia piena nella tua presenza.
(Salmo 15/16, 11)
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pangeanews · 5 years
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James Angleton, il poeta amico di Pound, spia e agente della CIA, che salvò Junio Valerio Borghese. Ovvero: Giaconi ci spiega come funzionano i servizi segreti
Abbiamo dovuto tagliare a metà la conversazione con Marco Giaconi su intelligence e romanzieri (QUI LINK). Riprendiamo a tambur battente.
Professore, torniamo agli yankee e alla loro mania persecutoria a opera della CIA. Le chiedo: oggi si può usare internet in modo intelligente per sfuggire alle trovate dei nordamericani sulla CIA? Ci racconta, per risollevare le sorti, di uno dei padri nobili della CIA, Angleton? Cosa sappiamo di lui? Era davvero un anglista ossessionato dall’interpretazione ricorrente delle fonti che aveva traslato questa sua fissazione al rapporto investigativo?
Internet si usa in modo intelligente solo se la si usa naturalmente, confondendo magari il sito de La Stampa sui cani e quello della NSA, con relativa criptatura. Niente timore se si viene “visti” da qualcuno, saremo una tra le migliaia di segnalazioni giornaliere, che valgono solo se portano nomi già noti. Angleton era mezzo messicano, da parte di madre, e fu un vero, così mi dicono, poeta. Anzi, “il Poeta”, come lo chiamavano i colleghi. Della razza di Eliot e, strano a dirsi, ma non troppo, di Pound, ed era in continuo contatto con entrambi. Da studente, Angleton se ne andò a Rapallo, del resto Angleton sapeva benissimo l’italiano, per ragioni familiari e di lunghissima residenza a Genova, in cui ritornò nel 1938. Ci andò in quell’anno per parlare con Pound, naturalmente, e solo di poesia. Ma anche di economia e politica. Fu seguito dal solito poliziotto assonnato. Poi, Angleton, che Pound considerava un “buon poeta, una speranza” trattò con i capi delle SS la resa europea del Terzo Reich a Berna, al tavolo tondo del ristorante del Kreuz und Post. E anche la cessazione delle attività della X MAS, con Junio Valerio Borghese che fu riportato a Roma in una jeep in divisa da colonnello della Forze di Terra, l’esatto equivalente del suo grado in Marina. Nella jeep c’era anche Federico Umberto d’Amato, il futuro responsabile dell’Ufficio Affari Riservati, uomo degli americani come sarà poi anche Junio Valerio.
Cosa c’è di vero nelle notizie raccolte da Kinzer nel recente Poisoner in chief riguardo all’aneddoto di Angleton tra i primi ‘sperimentatori’ di LSD? Davvero la fobia della CIA di essere infiltrata è nata qui? 
Certo è che la CIA creò il progetto MK-ULTRA per scoprire una droga che facesse, come diranno negli anni ’60 i beatnik, apparire le profondità della mente. Qualora uno ce l’abbia. Era un programma, inizialmente, che fu destinato ad essere usato sulle spie proprie o sugli ipotetici agenti avversari. Immagino che Angleton l’abbia anche sperimentato, visto che, giustamente, diffidava anche di Eisenhower, che non era una spia sovietica, ma solo un generale un po’ fatuo e molto incolto. Certo, Angleton era talmente sospettoso da sospettare, magari, anche di sé stesso. Era un eccesso di attenzione che permetteva, inevitabilmente, l’arrivo di agenti sovietici in quantità. Ma il “K” era esperto soprattutto in operazioni di influenza, quindi dovremmo cercare tra gli “intellettuali” progressisti, nei grandi movimenti culturali, tra le scuole e le università. Poco, invece, tra gli “operativi” americani, pochissimo tra l’élite del potere americano, che però era già manipolabile attraverso il clima culturale. Non devi cambiare la visione del nemico, la devi solo restringere. Le infiltrazioni solide nella CIA vennero soprattutto da vecchi analisti e operativi, talvolta molto in alto, che pensavano di continuare l’alleanza con l’URSS anche dopo la fine della guerra.  Pour s’enculer l’Europe.
Che dire invece dei resoconti fattuali come il volume analitico Circle of treason di due ex addette CIA, Sandra Grimes e Jeanne Vertefeuille? Realmente alla fine degli anni Ottanta CIA e KGB continuavano a lottare indipendentemente dagli Stati dei quali facevano parte? addirittura CIA non avrebbe avvertito in tempo la caduta di URSS, mentre KGB avrebbe colto tutto dalle macerie di URSS piazzando Putin (che mi sembra duri tutt’ora)…
Il libro delle due “addette” riguarda “Rick”, ovvero Aldrich Ames. Fu (ma è ancora vivo) un mediocre e burocratico uomo della CIA, figlio di un professoretto di college che, pure lui, fu assunto dall’Organizzazione per lavorare in Asia, nel Vietnam in particolare.  Questo già dice tutto.  Hai avuto culo, almeno ringrazia. Anche la madre venne reclutata, ma poi si dimise, perché il papà di Ames era nella stessa postazione turca. Non so cosa possa tirar fuori un professorello di college da una realtà come quella turca, ma tant’è. La CIA, come altri Servizi, ha sempre avuto il difetto di essere anche una law enforcing agency, una roba da giudici e avvocati. Figurarsi.  Il figlio Ames fu assegnato prima a New York, città di grande penetrazione sovietica, ma Ames perdeva sempre, Diomio, le sue borse nella subway. È capitato anche ai Servizi italiani di avere gente che porta le puttane negli appartamenti del Servizio, ma sono andati via immediatamente e a pedate. Poi, i contatti con i “colleghi” sovietici, che, se facessero un decimo di quello che ha fatto Ames, sarebbero fucilati venti volte di seguito. O si è professionisti, o niente. Le due signore sono state nel gruppo che ha indagato proprio su Ames, il mole hunt, la caccia alle talpe. Nel 1993 iniziò infine il controllo vero su Ames, che provò che aveva a lungo tradito il Suo Paese, ma solo per soldi. Certo che la CIA si accorgeva poco dell’URSS, ma erano soprattutto errori “scientifici”, non solo risultati delle moles della dezinformaçia. Le defezioni Usa verso l’URSS, soprattutto durante e dopo la fine del secondo conflitto mondiale, furono numerose: almeno 18.
Professore, Spectator aveva già detto che la storia di Andrews è incompleta, è una cronaca obesa, non una storia critica. Guardian da sinistra è stato più arrendevole: si tratta pur sempre di un libro che manda olezzi di grants e foundations: le chiedo brutalmente se verrà mai un santo giorno in cui i santoni del New Yorker si metteranno da bravi a leggere le storie di Maugham per capire come uno scrittore di relativo successo poteva tranquillamente venir spedito in Svizzera per spiare i rivoluzionari russi prima che facessero il botto in patria? Voglio dire, si impara di più sul Servizio da Ashenden che dai tomi per infanti puritani…
Probabilissimo. Non c’è una scienza dell’intelligence, c’è solo un raffinatissimo artigianato. Che oggi, nell’era dei supermercati e delle scarpe di plastica, si va perdendo. Andrew è stato bravissimo, ma è proprio la sua colpa. Avesse fatto un libro sulle sex offences nella CIA o nei Servizi britannici, lo avrebbero incoronato d’alloro. Vogliono, gli incompetenti, che il mondo appaia come loro lo vedono: ovale, oppure cubico. Certo, un corso nelle scuole interne su Ashenden e la lotta contro i bolscevichi che stavano abbandonando la guerra… aspettiamo.
Grazie Professore, di nuovo.
A Lei e a tutti i lettori
Andrea Bianchi
***
Postilla conclusiva. Della prontezza di riflessi in campo giornalistico: ecco come il Guardian avvertiva il 2 maggio 1919 l’uscita di un capolavoro quale La luna e sei soldi.
La storia di Mr Maugham è quella di un rispettabile agente di cambio il quale lascia al palo la moglie dopo 17 anni di matrimonio e se ne va da solo a Parigi per seguire un nuovo ideale – ideale di arte in grande. Una rottura, questa, seguita da privazioni e impegno, da lunghi periodi di lavoro e scoppi selvaggi di conquiste sessuali; e l’artista morirà dopo molto tempo, cieco e lebbroso, a Tahiti.
Ma non tutti i dettagli della storia sono pungenti e reali, e il nostro senso di credulità viene messo alla prova da tutti questi effetti calcolati al millimetro; come pure viene scossa la fede che avevamo riposto nella passione di Mr Maugham per quanto vi sia di originale e “forte”. Una simile passione sconfigge sempre il suo oggetto. Che poi Mr Maugham usi i ritrovati della tecnica moderna non crea quel senso di realtà che persegue: enfatizza semplicemente il suo ritratto, chiaramente non convincente – giacché non tutto il vigore personale può esser sacrificato per soffrire la fame davanti all’ideale dell’arte.
Gli schizzi d’artista raccolti nel libro sono estremamente efficaci e la semplicità del racconto notabile. Tecnicamente tutta la cosa ha grande interesse, ma in quanto lumeggia la natura del genio bizzarro e senza compromessi, pronto a sacrificare ogni persona e ogni gruppo che lo intralci sulla via del suo programma, La luna e sei soldi fallisce a metà per la sua resa letteraria e per la mancanza di vera ispirazione creativa.
Anonimo recensore
*In copertina: James Jesus Angleton (1917-1987)
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