#CesanoMaderno MonzaeBrianza Lombardia Italia
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Cambiamento interiore e collettivo
"Anche se una persona, concentrata sulla propria vita, può sembrare egoista; a volte momenti di 'egoismo', sono utili per fare il punto della situazione e cambiare in meglio. La conseguenza del cambiamento positivo di un individuo, è il cambiamento positivo della collettività. Fa parte della Natura stessa: quello che nasce all'interno, si manifesta all'esterno. Il cambiamento deve essere continuo, un cambiamento positivo ed evolutivo. I periodi di introspezione vanno poi, alternati con periodi di apertura verso l'esterno, per 'curare' gli effetti del proprio cambiamento sulle persone; per poi creare altri cambiamenti che si manifestano sugli altri. La vita è questo, seguire questo "stile di vita", crea armonia tra noi e gli altri esseri viventi."
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Danza del ventre.
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Le premesse del Novecento. L'art nouveau
L'arte è una
L'Art nouveau fu una risposta a una delle questioni ricorrenti nell'arte del Novecento: le diverse arti (architettura, pittura, ornamentazione) vanno considerate come rami di un medesimo albero o come discipline radicalmente diverse? L'Art nouveau si schierò a favore della prima ipotesi: l'arte è una, diverse sono soltanto le sue molteplici tecniche espressive. Sorta nell'ultimo decennio del'Ottocento, l'Art Nouveau dilagò a partire dalla Gran Bretagna verso tutte le capitali europee e negli Stati Uniti. Anche l'Italia venne toccata benché con qualche ritardo. Questa vasta diffusione ebbe tutte le caratteristiche della moda, la quale riguardò la ricca borghesia che si era affermata insieme allo sviluppo dell'industrializzazione. L'Art Nouveau nacque, in stretta relazione con l'avanzare della società industriale: essa si configurò come un modo per rendere più accettabile il frequente uso del ferro nelle architetture temporanee delle Esposizioni universali; per dare uno stile nuovo alla grafica delle riviste, la cui circolazione iniziava ad essere internazionale; per rispondere alle esigenze della grafica pubblicitaria e addirittura della segnaletica stradale, caratteristiche di una civiltà in fase di rapida urbanizzazione. Il nuovo linguaggio pervase, tutti i settori della figurazione, superando la distinzione classica tra le arti maggiori (pittura, scultura e architettura) e le arti minori (dal mobile alla suppellettile, dal gioiello al cartellone pubblicitario). L'Art Nouveau rappresentò il primo modo in cui la società industriale cercò di darsi un'estetica e quindi può essere posta alla radice del Razionalismo stesso. Essa è stata comunque importante per diversi motivi: - ha spazzato via l'eclettismo e l'accademismo ottocentesco, soprattutto in ambito architettonico; - ha unificato il gusto europeo superando i regionalismi; - ha dato un'interpretazione pregante e calata nel quotidiano del concetto romantico secondo cui l'arte non deve essere separata dalla vita; - ha rappresentato un terreno fertile su cui ha posto le proprie radici l'astrattismo; - ha consolidato la neonata alleanza tra arte e industria. L'Art Nouveau ebbe varianti nazionali: Jugendstijl nell'area germanica; Modern Style in Gran Bretagna; Liberty (in riferimento alla ditta Liberty di Londra) o Floreale in Italia, Modernismo in Catalogna.
Gli elementi stilistici costanti
Gli elementi costanti furono il ricorso all'asimmetria e l'ispirazione alla natura; linea avvolgente, che mimetizzava gli angoli retti a imitare le spirali di fumo, le onde del mare o ancora il colpo di frusta; animali sinuosi come cigni, serpenti, farfalle o vegetali come glicini e tulipani. La linea era assunta come espressione di forza e dinamismo, cioè come simbolo di vitalità: alla base di questo gusto stava una forte fiducia nel progresso, nel futuro, nel "nuovo". Alcuni studiosi fanno iniziare il cosiddetto Modernismo proprio con l'Art Nouveau. Il revival neogotico, con le sue forme organiche e decorate, dall'altra l'influsso dell'arte giapponese con le sue particolari strutture asimmetriche e i colori piatti delle sue grafiche. Il clima in cui l'Art Nouveau si sviluppò fu quello dell'arte simbolista dell'estetismo letterario.
Inghilterra e Scozia
Il precedente più diretto viene trovato in Gran Bretagna è legato al nome del pittore, architetto e teorico inglese William Morris (Walthamstowh 1834-Londra 1896). Nel 1861 fondò una società che produceva tappezzerie e vetrate oltre che mobili. La sua invenzione più caratteristica fu l'arabesco floreale, di chiara ispirazione orientale con il quale creava i suoi pattern decorativi: il classico segno a colpo di frusta (la curva di una linea subisce un improvviso cambiamento di direzione, come accade in un colpo di frusta) uscì per la prima volta dal suo studio. Tipico rappresentante dell'Art Nouveau in Gran Bretagna fu Aubrey Beardsley (Brighton 1872-Mentone 1898), che si espresse quasi esclusivamente nella grafica. La sua opera più nota è costituita dalle illustrazioni per il poema Salomé di Wilde, dove l'ambiguo erotismo espresso dallo scrittore venne raffigurato attraverso una bidimensionalità dell'immagine, appiattita sui toni contrastanti del bianco e nero e caratterizzata dalla linea serpentinata, dalle code di pavone stilizzate, dalla testa viperina di una donna ossuta e longilinea. In Scozia emerse una delle personalità più innovatrici e geniali del momento: Charles Rennie Mackintosh (Glasgow 1868-Londra 1928). L'architetto di Glasgow diede un'interpretazione dell'Art Nouveau del tutto personale fondata sulla sintesi delle forme: gli infissi diventano anche armadi o cimaises, gli arredi sono spesso concepiti anticipando l'idea del componibile, il singolo pezzo deve sempre potersi integrare e mimetizzare nell'insieme. Nella Biblioteca della scuola d'arte di Glasgow è impossibile distinguere gli elementi strutturali architettonici da quelli che hanno funzione di arredo: l'esterno sembra scaturire dall'interno, essendo entrambi compenetrati in un unicum organico.
Charles Rennie Mackintosh, Sedia dallo schienale alto, 1903, Frassino dipinto, 141x41x35 cm, Glasgow, Hill House
William Morris, Narcisi, 1891. Tessuto di chintz.
Aubrey Beardsley, Climax, 1894. Disegno per il dramma Salomé di Oscar Wilde.
L'asse Glasgow-Vienna
Mackintosh fu estremamente influente in Austria dove comparve nelle esposizioni della Secessione: è stato perciò identificato un asse Glasgow-Vienna caratterizzato dalla supremazia del volume sulla linea della logicità delle strutture come valore che prevale sulla loro piacevolezza, dalla tendenza a pensare un design riproducibile nonostante la massima parte dei mobili creati in quest'ambito siano poi stati pezzi unici. Risposero all'influenza di Mackintosh soprattutto Josef Hoffmann (Pirnitz 1870-Vienna 1956), che espresse il suo geometrismo rigoroso soprattutto in ville private come Villa Moser a Vienna (1903), e Joseph Maria Olbrich (Troppau 1867 - Düsseldorf 1908), che progettò l'edificio della Secessione viennese. In questo caso dell'Art Nouveau austriaca, Jugendstijl, le tendenze funzionali e geometriche si incrociano con suggestioni floreali e rifermenti all'architettura mediterranea, soprattutto islamica, che Olbrich aveva assorbito nel corso di un suo viaggio in Tunisia.
Charles Rennie Mackintosh, Facciata della Scuola d'Arte di Glasgow, 1907-1909, Glasgow, Gran Bretagna
Josef Hoffmann, Villa Moser, 1903, Vienna, Austria
L'asse Londra-Belgio-Parigi
Dal punto di vista culturale il Belgio era molto vicino alla Gran Bretagna oltre che alla Francia. Fu proprio a Bruxelles che l'Art Nouveau trovò le sue espressioni più forti, sia nel campo dell'architettura sia in quello delle arti applicate. Il primo interprete significativo fu Victor Horta (Gand 1861-Bruxelles 1947), il cui Hotel Tassel di Bruxelles (1892-1893) venne considerato uno dei manifesti più espliciti dell'Art Nouveau. Vi si ritrova una ridefinizione della pianta, con la sostituzione di un atrio poligonale al più tradizionale corridoio; l'utilizzo in funzione sia strutturale sia decorativa del ferro; il ricorrere di motivi quali il colpo di frusta e il richiamo al mondo vegetale stilizzato; l'impiego dell'artigianato di più alto livello e una definizione unitaria degli spazi, idealmente collegati alla sinuosa scala interna. La Maison du Peuple (1897, oggi distrutta), concepita su una precoce associazione di ferro e grandi vetrate e sul principio generale secondo cui "la linea è una forza": ogni traccia architettonica o decorativa descrive un andamento che on è solo funzionale né solamente simbolico, ma contiene in sé un andamento dialettico che rispecchia le forze della vita: a ogni azione corrisponde una reazione, a ogni orizzontale un contrapposto verticale, a ogni spinta in avanti un regresso all'indietro. Tutti questi elementi di pensiero trovano una puntuale conferma in tutti i diversi elementi dell'ambiente. Henri Van de Velde (Anversa 1863-Zurigo 1957), diede un'impronta così forte al nuovo stile che esso passò anche sotto il nome di Style Van de Velde. Il concetto era che la progettazione di una sedia, di un tavolo o di una casa avesse la medesima dignità artistica. Per questo le abitazioni che firmò erano costruzioni unitarie, che seguivano le esigenze dei committenti, ma rispettavano anzitutto un principio di coerenza interna. Per di più ogni elemento dell'ambiente doveva porsi in una relazione di affinità con gli altri e di simpatia psicologica con chi avrebbe dovuto abitarlo.
Victor Horta, Hotel Tassel, 1892-1893, Bruxelles, Belgio
Henri van de Velde, Scrivania per la redazione della Revue Blanche, 1898, Legno di quercia, 76x261x100 cm, Vienna, Österreicher Museum.
Henry van de Velde, Hotel Otlet, 1894, Bruxelles, Belgio
Francia
In Francia l'Art Nouveau trovò notevoli esempi soprattutto nell'arte applicata, grazie ad esponenti della scuola di Nancy come Emile Gallé (Nancy 1846-1904), autore di vetri opalescenti e policromi che hanno iniziato una diffusissima produzione. Nel settore dell'oreficeria ricordiamo René-Jules Lalique (Ay 1860-1945), grande innovatore delle tecniche di produzione degli oggetti. Il risultato più noto furono le insegne per gli ingressi della metropolitana disegnati da Hector Guimard (Parigi 1867-New York 1942), realizzati in ghisa per favorirne la resistenza e talvolta coperti da tettoie di vetro per proteggere i viaggiatori dalla pioggia.
R.J. Lalique, Pendente, 1900 circa. Argento, vetro, smalto, perla barocca
Hector Guimard, Ingresso di una stazione della metropolitana, 1899-1904. Ghisa, vetro e ceramica. Parigi, Francia
Germania
In Germania l'influsso dell'Art Nouveau fu relativamente modesto, da Peter Behrens (Amburgo 1868-Berlino 1940), di cui si tratterà più avanti in quanto rappresentò un personaggio-ponte verso le esperienze espressioniste e razionaliste.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti, lo stile Art Nouveau si espresse soprattutto nell'arte applicata e nella gioielleria, portata al massimo livello dai disegni di Louis Comfort Tiffany (New York 1848-1933).
L.C. Tiffany, Vaso a forma di fiore, 1900 circa, Vetro fravile
Glittica.
Tecniche di intaglio e incisione delle pietre dure e delle gemme per ottenere oggetti d'uso o d'arte.
Vetro favrile.
Tecnica brevettata di lavorazione artigianale del vetro, che dona al materiale opalescenze ed effetti metallici. Dall'inglese favrile glass.
Italia
L'Art Nouveau in Italia arrivò con ritardo, perché il giovane stato unitario spingeva l'architettura verso un eclettismo revivalistico. Nell'ambito che si definì comunemente Liberty si mossero comunque alcune personalità di rilievo in differenti regioni. Tra queste ricordiamo Raimondo d'Aronco (1857-1938), che progettò il Palazzo delle Esposizioni a Torino, Ernesto Basile (1857-1932), autore di Villa Igea a Palermo (1899-1932) e Giuseppe Sommaruga (1867-1917), che realizzò Palazzo Castiglioni a Milano (1903).
Giuseppe Sommaruga, Palazzo Castiglioni, 1903, Milano.
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