#Centro Pastorale migranti
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La libertà di migrare al centro del Festival dell'Accoglienza
È la libertà, il poter essere liberi di scegliere se migrare o restare, il tema guida della terza edizione del Festival dell’Accoglienza, promosso a Torino dal 14 settembre al 31 ottobre da Ufficio Pastorale Migranti e Associazione Generazioni Migranti, con il patrocinio della Città e il sostegno delle Fondazioni Crt e Compagnia di San Paolo. Oltre 200 relatori per 70 eventi in 48 giornate…
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#Labuonasetta Stregoni africani a scuola per insegnare ai bambini a mettersi in contatto con i defunti
#Labuonasetta Stregoni africani a scuola per insegnare ai bambini a mettersi in contatto con i defunti
L’orrore della buona scuola e il relativismo di don Mirandola creano le condizioni per inneggiare allo spiritismo che altro non è che una forma di satanismo. A scuola si insegna l’occulto e il satanismo con il beneplacito della Chiesa.
La notizia arriva da Dossobuono in provincia di Verona.
Africani, con la complicità del Dirigente Scolastico, insegnano ai bambini a scuola i riti tribali per…
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#Centro Pastorale migranti#don Giuseppe Mirandola#Dossobuono#La Buona Scuola#ministro istruzione#occultismo#plagio#satanismo#scristianizzazione#Scuola#sette#sette religiose#spiritismo#Strega Romilda#Stregoni#Valeria Fedeli#verona
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Il partito di estrema destra hanno scelto il 23 marzo per la manifestazione "Salvare l'Italia" contro la cosiddetta "invasione" dei migranti. Ma dal primo cittadino Biffoni all'Anpi fino alla diocesi si è levato un appello perché si annulli tutto. Ma al momento le autorità hanno deciso di non decidere 19 Marzo 2019 L’hanno chiamata “Salvare l’Italia” contro “l’invasione” dei migranti. E per la manifestazione non hanno scelto una data casuale: il 23 marzo, centenario della costituzione dei Fasci di combattimento. Forza Nuova ha organizzato per sabato alle 15.30 un corteo nazionale a Prato a cui parteciperà anche il suo leader e fondatore, Roberto Fiore, ma la città negli ultimi giorni si è ribellata: il sindaco Matteo Biffoni ha chiesto alla Questura di bloccarla e ieri la Chiesa pratese ha lanciato un appello contro il corteo perché “a Prato non ci può essere spazio per culture sovraniste e xenofobe”. Nel frattempo, su change.org è stata lanciata una raccolta firme dal titolo “Fermiamo la manifestazione fascista a Prato” che in pochi giorni ha già raccolto quasi 15mila firme. Lunedì il Comitato provinciale per la sicurezza pubblica avrebbe dovuto prendere una decisione sulla fattibilità della manifestazione ma tutto è saltato a data da destinarsi. “Auspico e spero che la manifestazione alla fine non si svolga – dice a ilfattoquotidiano.it il sindaco Biffoni –. Un conto è lasciare libertà di espressione ad una forza politica che legittimamente si candida alle elezioni ma in questo caso la questione è più seria: la nostra Costituzione vieta espressamente di celebrare l’ideologia fascista e quello di sabato sarà un corteo per onorare la nascita dei fasci di combattimento. E non si può fare, punto”. “Poi – conclude il sindaco – c’è anche un motivo di sicurezza: Prato non è Roma o Milano, ha un centro storico anche piccolo e rischiamo infiltrazioni di ogni tipo”. Il corteo nazionale di Forza Nuova a cui sarà presente anche il leader Roberto Fiore prevede il ritrovo alle 15.30 in Piazza della Stazione a Prato per manifestare contro “l’invasione afroislamica e cinese” che tende ad “annientare ogni nostra tradizione culturale, etnica e religiosa e la “sostituzione etnica di un’intera popolazione di una città”. Ma c’è anche un motivo di stringente attualità: la visita dei prossimi giorni del presidente cinese Jinping “assieme a 70 super imprenditori cinesi pronti (con il consenso dell’attuale governo gialloverde) a saccheggiare a suon di miliardi le ultime ricchezze rimaste alla nostra nazione”. Forza Nuova insomma vuole “rivendicare il principio di sovranità nazionale”. Il volantino distribuito in città e sui social network mette in contrapposizione una manifestazione della comunità cinese con quella dei militanti di Forza Nuova. E in fondo alla pagina il numero fatidico: “100”, in onore della nascita dei Fasci di Combattimento. Da quando è stata annunciata la manifestazione, le istituzioni e la società civile di Prato si sono opposte pubblicamente. Dopo l’indignazione dei giorni scorsi del sindaco del Pd Biffoni che aveva chiesto alla Questura di ripensarci e impedire il corteo, lunedì si è aggiunta la Chiesa cittadina: i quattro uffici della Diocesi (Caritas, Ufficio per l’Educazione e la Scuola, Migrantes e Ufficio di Pastorale e Sociale del Lavoro) hanno lanciato un appello per dire no alla parata. “Perché avete scelto Prato per ricordare il vostro anniversario di violenza politica di 100 anni fa? – si legge nell’introduzione del documento – Non si festeggia un anniversario portando divisioni in una comunità pacifica. Non si festeggia un anniversario senza il gradimento della comunità che ti deve accogliere”. La nota della Diocesi va oltre: “A Prato non può esserci spazio per culture sovraniste, xenofobe, egoistiche, intransigenti che non mettono l’amore per l’altro al primo posto la solidarietà, il lavoro, il bene di tutti. Al cuore di principi della convivenza a Prato non ci sono la violenza, il respingimento, il razzismo e il ‘prima i pratesi’”. L’appello sarebbe condiviso anche dal vescovo di Prato, Franco Agostinelli. Oltre all’Anpi di Prato (sulla cui sede martedì mattina è comparsa una svastica con la scritta “Dux”) che ha organizzato una contromanifestazione, mercoledì scorso “Prato Antifascista” ha lanciato la petizione su change.org per bloccare il corteo e in sei giorni le adesioni si sono moltiplicate. “Riteniamo che l’appuntamento nazionale di Forza Nuova nella nostra città sia un chiaro e inammissibile sfregio ai valori dell’antifascismo degnamente rappresentati da Prato, Medaglia d’argento della Resistenza – si legge nella petizione sottoscritta anche da Anpi, Cgil, Arci e Libera –. Non possiamo consentire che a Prato sfilino con i simboli del ventennio i neofascisti in esplicita opposizione al pluralismo e ai valori democratici tutelati dalla Costituzione”. Per questo le associazioni chiedono che vengano revocati i permessi concessi a Forza Nuova ma durante l’incontro congiunto di lunedì tra Questore e il Prefetto non è stata presa alcuna decisione ufficiale. Per adesso, quindi, tutto rimane com’è: la manifestazione neo-fascista di sabato si farà. https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/19/prato-forza-nuova-in-corteo-per-i-cento-anni-dei-fasci-citta-in-rivolta-dal-sindaco-al-vescovo-ma-la-questura-non-lo-vieta/5048105/
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LA PERSONA AL CENTRO DELLA POLITICA Dopo il successo della riunione in videocall di giovedì scorso con il dott. Andrea TORRE - direttore del Centro Studi Medi Migrazioni nel Mediterraneo e condirettore di “Mondi Migranti. Rivista di Studi e ricerche sulle migrazioni internazionali” edita da Franco Angeli - abbiamo deciso di approfondire il tema Immigrazione a Genova con altri due interlocutori qualificati e dalla particolare angolazione dei servizi sociali comunali. Alla videocall di oggi sono intervenuti Mons. Giacomo MARTINO, Parroco della Chiesa di San Tommaso Apostolo e San Leone, Direttore Ufficio per la pastorale dei Migrantes presso l'Arcidiocesi di Genova e Francesca FASSIO, già Assessore alle Politiche educative e dell'istruzione, alle Politiche socio-sanitarie e alla Casa del Comune di Genova. Quasi due ore di confronto a tutto campo sul tema, senza tanti fronzoli, avendo a cuore innanzitutto il rispetto della dignità delle persone ed il bene comune. #forzagenova🏴#forzaliguria💙#forzaitalia 🇮🇹 (presso Sede Forza Italia Genova) https://www.instagram.com/p/CJ6x4OPhm5p/?igshid=x4yjntzwv4ca
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21.08.2017 • 13:48 – di Redazione
Un pomeriggio insieme a Pozzallo in spiaggia: giovani immigrati delle comunità di accoglienza, giovani Caritas di Cuneo, giovani scout di Jesi, giovani del territorio
Un pomeriggio insieme a Pozzallo in spiaggia: giovani immigrati delle comunità di accoglienza, giovani Caritas di Cuneo, giovani scout di Jesi, giovani del territorio. Un momento d’incontro vissuto nel segno della gioia e del gioco, nella spiaggia di Pietre Nere, a Pozzallo.
La Caritas diocesana di Noto, insieme alla Comunità missionaria intercongregazionale e al Centro d’incontro per giovani ‘ITE’, insieme ai giovani della Caritas di Cuneo e ai giovani dei centri di accoglienza per stranieri di Pozzallo, ha organizzato un momento di festa interculturale con musica e giochi. Un messaggio di pace, di amicizia e di solidarietà alle genti che affidano le proprie speranze e la propria vita al Mediterraneo, nel momento in cui questo mare rischia di diventare sempre più luogo di dolore.
“La Caritas diocesana di Noto e la Comunità missionaria intercongregazionale – spiega Maurilio Assenza – continuano a suggerire la relazione come cifra dell’accoglienza e dell’integrazione. Quando stai insieme capita di comprendere meglio. Intanto questi giovani che vengono dal Sud del mondo: appena offri qualche possibilità di imparare lo fanno con entusiasmo. Se ascolti le loro storie scopri quanta sofferenza e quanto desiderio di vita c’è in loro (ed è bello cogliere anche come possono loro stessi diventare animatori e mediatori, seppur il cuore è nella terra lasciata, dove possibilmente hanno figli). Ed è ragionevole pensare che un’accoglienza ordinata e attenta previene ogni forma di devianza, anzi di più arricchisce“.
Assenza aggiunge: “In spiaggia è bastato poco perchè tutto si animasse con musica e danza. Scoprendoci noi impacciati e loro con il ritmo nel cuore. Chissà – viene da pensare – se non ci aiuteranno a riscopre ritmi della vita meno meccanici e meno efficientisti e più attenti a quel ritmo profondo che fa sentire le vibrazioni del corpo e dell’amicizia“.
Il direttore della Caritas diocesana di Noto rileva anche un altro aspetto importante: “Dialogando con i responsabili della pastorale giovanile e della Caritas che accompagnano in estate giovani della diocesi di Cuneo a fare esperienze con altre realtà, veniva spontaneo rilevare come i giovani sono disponibili a impegnarsi nelle relazioni e nel servizio, e questo spinge la Chiesa ad essere più vera: Chiesa che anima, accompagna i sogni più belli che ci sono nel cuore dei giovani. E certo veniva anche spontaneo rilevare come nel Sud a un certa età si va via: prima per l’università, poi per il lavoro… E allora occorre più coraggio e creatività perchè si fermi quest’emorragia. Gioia e preoccupazione insieme, nelle conversazioni attorno all’incontrarsi spontaneo di giovani di tutto il mondo e di tutta Italia. Nascono pensieri seri, ma positivi. E pensando anche alla scuola che fra poco inizia (c’erano nostri giovani studenti che in estate pensano alla solidarietà) la speranza è che si aiutino le nuove generazioni a crescere con il cuore sensibile e pulito“.
Il Centro ‘ITE’, che favorisce l’incontro tra giovani migranti e giovani pozzallesi, continuerà durante l’anno, come pure grazie alla presenza dei missionari continueranno le iniziative per far conoscere culture e valori del mondo. Continueranno pure le iniziative per percorsi di accoglienza concreta attraverso reti di famiglie disponibili (“Rifugiato a casa mia”) e di vigilanza sui diritti, di immigrati e italiani (“Presidio”).
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Pozzallo 20 agosto 2017
Pozzallo 20 agosto 2017
Pozzallo 20 agosto 2017
Pozzallo 20 agosto 2017
Pozzallo 20 agosto 2017
Sorgente: Giovani dal Piemonte a Pozzallo per ‘accogliere’ i migranti
Diocesi: Caritas Noto, giovani per una domenica solidale a Pozzallo insieme a migranti | AgenSIR
22 agosto 2017 @ 12:07
Giovani della Caritas di Cuneo, scout di Jesi e ragazzi siciliani insieme nella spiaggia di Pozzallo, in provincia di Ragusa, per donare una domenica pomeriggio all’insegna di musica, giochi e spensieratezza ai giovani immigrati ospiti delle comunità di accoglienza. L’iniziativa è stata organizzata, il 20 agosto, dalla Caritas diocesana di Noto, insieme alla Comunità missionaria intercongregazionale e al Centro d’incontro “Ite”. “Continuiamo a suggerire la relazione come cifra dell’accoglienza e dell’integrazione – spiega il direttore della Caritas di Noto, Maurilio Assenza -. Appena offri qualche possibilità di imparare a questi giovani che vengono dal Sud del mondo lo fanno con entusiasmo. Se ascolti le loro storie scopri quanta sofferenza e quanto desiderio di vita ci sono in loro. Ed è ragionevole pensare che un’accoglienza ordinata e attenta previene ogni forma di devianza, anzi arricchisce”. La collaborazione fra realtà giovanili e del volontariato del nord e del sud Italia ha messo in luce un altro aspetto delle migrazioni interne al Paese. “Dialogando con i responsabili della pastorale giovanile e della Caritas che accompagnano in estate giovani della diocesi di Cuneo a fare esperienze con altre realtà, veniva spontaneo rilevare come nel sud a una certa età si va via: prima per l’università, poi per il lavoro… E allora occorre più coraggio e creatività perché si fermi quest’emorragia”.
Tags Argomenti GIOVANI IMMIGRATI Persone ed Enti CARITAS Luoghi NOTO POZZALLO
Sorgente: Diocesi: Caritas Noto, giovani per una domenica solidale a Pozzallo insieme a migranti | AgenSIR
Giovani dal Piemonte a Pozzallo per ‘accogliere’ i migranti | ragusah24.it 21.08.2017 • 13:48 - di Redazione Un pomeriggio insieme a Pozzallo in spiaggia: giovani immigrati delle comunità di accoglienza, giovani Caritas di Cuneo, giovani scout di Jesi, giovani del territorio…
#2017/08#AgenSIR#Caritas di Cuneo#Caritas diocesana#Immigrati#In evidenza#Maurilio Assenza#Noto#Pozzallo#ragusah24.it#Scout di Jesi#Spiaggia
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Corteo in centro storico per la 51esima Giornata della Pace
Si è svolta domenica la tradizionale marcia della Pace. Come gli altri anni, è stato il messaggio del Santo Padre per la 51esima Giornata della Pace (“Migranti e rifugiati, uomini e donne in cerca di pace”) a ispirare il tema della manifestazione che, come gli anni scorsi, l’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace e Custodia del Creato organizza insieme a tutte…
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Papa Francesco con mons. Francesco Montenegro a Lampedusa (ansa)
Bergoglio annuncia i nomi dei 15 presuli che in febbraio diverranno porporati: ignorate le sedi più prestigiose come Venezia e Torino. Significativa la nomina di Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, figura chiave della chiesa dell’accoglienza che si trova nel centro delle rotte dell’immigrazione
di ANDREA GUALTIERI – 04 gennaio 2015
CITTÀ DEL VATICANO – Il Papa delle periferie ignora ancora le sedi più prestigiose e disegna un collegio cardinalizio che guarda alla Chiesa di frontiera. Bergoglio ha annunciato i nomi dei presuli che riceveranno la berretta porporata nel concistoro fissato per il 14 febbraio. Sono quindici e provengono, come ha sottolineato il pontefice “da quattordici nazioni del mondo”: dalle Isole di Tonga all’Etiopia, da Capo Verde alla Nuova Zelanda. Due sono gli italiani. E si tratta di nomine a sorpresa perché ignorano ancora sedi tradizionalmente cardinalizie come Venezia e Torino, rivolgendo invece lo sguardo su Ancona-Osimo e Agrigento, con la creazione a cardinale degli arcivescovi Edoardo Menichelli, 75 anni, e Francesco Montenegro, 69 anni.
La sorpresa di Menichelli al telefono. Proprio Menichelli ha raccontato di aver appreso la notizia al telefono da un amico che aveva appena seguito in televisione l’Angelus del Papa: ”Mi prendi in giro?” gli ha replicato il presule, ma poi, sentendo che l’altro aveva la voce rotta dalla commozione, ha aggiunto: “Se piangi, allora è vero, Dio mio!”. Originario di San Severino Marche, Menichelli è stato per anni in Vaticano fin quando, nel 1994, Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo prima a Chieti e poi, dal 2004, ad Ancona, dove raccontano che ancora gioca a pallone con preti e seminaristi. Papa Francesco ha avuto modo di conoscerlo da vicino durante il Sinodo sulla famiglia al quale il presule ha partecipato su invito specifico del pontefice e durante il quale ha portato testimonianza di esperienze pastorali di accoglienza di risposati.
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Nella foto, l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, che a Lampedusa tutti, a cominciare dal sindaco, chiamano “don Franco”. Messinese, nato nel ’46, monsignor Montenegro è uno degli animatori dell’accoglienza agli immigrati che sbarcano sull’isola. Era a fianco di papa Francesco nel primo viaggio del pontificato, a Lampedusa nel luglio 2013 ed è presidente della Fondazione “Migrantes” promossa dalla Cei
L’arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, a Lampedusa nel luglio del 2003
Un momento della cerimonia interreligiosa in memoria dei 366 migranti che persero la vita nel naufragio del 3 ottobre 2013, con l’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro il 2 ottobre 2014 a Lampedusa
La porpora per l’arcivescovo dei migranti. Inattesa ma significativa anche la scelta di Montenegro. L’arcivescovo siciliano è infatti una delle figure chiave della Chiesa dell’accoglienza. Nella sua diocesi c’è l’isola di Lampedusa, snodo cruciale nelle rotte dell’immigrazione e scenario delle tragedie che hanno indotto papa Francesco a compiere proprio nel cuore del Mediterraneo il suo primo viaggio dopo il conclave che lo ha eletto. Montenegro, tra l’altro, è stato presidente della Caritas italiana fino al 2008 e ora è il presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana e della fondazione Migrantes, ruolo con il quale ha fatto sentire più volte la propria voce anche nei confronti delle istituzioni: “Si continua a fare politica sulla pelle della gente”, aveva dichiarato all’indomani di uno dei tanti naufragi al largo delle coste siciliane.
Da tempo il nome di Montenegro – che è nato a Messina, è stato nominato da Giovanni Paolo II vescovo ausiliare della sua città nel 2000 e poi da Benedetto XVI arcivescovo di Agrigento nel 2008 – è indicato tra quelli che potrebbero essere scelti per la sede vescovile di Palermo, nella quale si attende di conoscere il successore del cardinale Paolo Romeo che a febbraio compirà 77 anni, due in più della soglia oltre la quale si resta in carica solo in virtù di una proroga pontificia. Non è da escludere, però, che Bergoglio intenda lasciare il neo porporato ad Agrigento, proprio per marcare la centralità della missione nei confronti degli immigrati. Gli esclusi eccellenti. Nell’ottica del Pontefice argentino perdono centralità invece le cattedre episcopali del patriarca Francesco Moraglia, arrivato a Venezia tre anni fa, e dell’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, che per la sesta volta resta fuori dal concistoro nonostante il 2015 sia l’anno dell’ostensione della Sindone, per la quale il 21 giugno arriverà in città il Papa. Anche nel 2014, Moraglia e Nosiglia erano stati esclusi a vantaggio di un’altra figura inattesa, quella dell’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti.
Le nuove porpore da tutto il mondo. Fuori dall’Italia le scelte di Bergoglio hanno trascurato i titolari delle sedi episcopali di Los Angeles, Philadelphia, Chicago e Madrid, ma in questi casi si tratta di una decisione prevedibile perché i loro predecessori, pur essendo arcivescovi emeriti, fanno ancora parte del nucleo dei cardinali elettori, non avendo ancora compiuto gli 80 anni.
A ricevere la porpora il 14 febbraio saranno invece il patriarca di Lisbona (Portogallo) Manuel José Macário do Nascimento Clemente; l’arcieparca di Addis Abeba (Etiopia) Berhaneyesus Demerew Souraphiel e poi John Atcherley Dew, arcivescovo di Wellington (Nuova Zelanda), Pierre Nguyên V? n Nhon, arcivescovo di Hanoi (Vietnam), Alberto Suárez Inda, arcivescovo di Morelia (Messico), Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon (Myanmar), Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok (Thailandia), Daniel Fernando Sturla Berhouet, arcivescovo di Montevideo (Uruguay), Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid (Spagna), José Luis Lacunza Maestrojuán, vescovo di David (Panamá), Arlindo Gomes Furtado, vescovo di Santiago de Cabo Verde (Arcipelago di Capo Verde), Soane Patita Paini Mafi, vescovo di Tonga (Isole di Tonga). Quest’ultimo ha 53 anni e diventa il più giovane del collegio cardinalizio.
Un solo curiale, cinque gli ultraottantenni. Uno solo, invece, il neo cardinale che opera nella curia vaticana. Si tratta del corso Dominique Mamberti, una carriera in diplomazia culminata con l’incarico di Segretario per i rapporti con gli Stati – l’equivalente del “ministro degli esteri” vaticano – conferitogli da Benedetto XVI e confermato da Francesco, che nell’anno appena concluso gli ha poi affidato quello di prefetto del Supremo tribunale della segnatura apostolica, al posto di Raymond Leo Burke.
Tra i nuovi porporati ci sono poi cinque ultraottantenni che non entreranno in un futuro conclave ma che Bergoglio ha voluto premiare perché, ha detto, “si sono distinti per la loro carità pastorale nel servizio alla Santa Sede e alla Chiesa”. Si tratta José de Jesús Pimiento Rodríguez; Luigi De Magistris; Karl-Joseph Rauber; Luis Héctor Villalba; Júlio Duarte Langa.
La geografia dei “principi della Chiesa”. Con le nuove nomine, il numero di elettori in caso di conclave torna a quota 125 su un totale di 228 cardinali, superando la soglia massima di 120 fissata da Paolo VI ma derogabile a discrezione del Pontefice. Già nei prossimi quattro mesi, comunque, compiranno 80 anni e usciranno dall’elenco l’egiziano Antonios Naguib e lo statunitense Justin Rigali. Al momento, tra i “principi della Chiesa” che hanno diritto di ingresso nella Sistina, gli europei sono 57, 26 dei quali italiani, mentre si affacciano altre sei nazioni che prima non erano rappresentate. E ora sono 19 i latinoamericani, 17 i nordamericani, 15 gli africani, 14 gli asiatici, tre dall’Oceania.
Sorgente: Francesco è il Papa delle periferie, anche quando sceglie i cardinali – Repubblica.it
Francesco è il Papa delle periferie, anche quando sceglie i cardinali | Repubblica.it Bergoglio annuncia i nomi dei 15 presuli che in febbraio diverranno porporati: ignorate le sedi più prestigiose come Venezia e Torino.
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