#Casa degli Artisti Milano
Explore tagged Tumblr posts
Text
"Van Gogh, l’Uomo": un evento culturale imperdibile a MilanoAlla scoperta dell’uomo dietro il genio: la presentazione del libro di Silvana Ramazzotto Moro
Il 19 dicembre 2024, alle ore 18:00, presso la Casa degli Artisti di Milano, si terrà la presentazione del volume Van Gogh, l’Uomo, un’opera affascinante e inedita di Silvana Ramazzotto Moro, pubblicata da Guido Miano Editore.
Il 19 dicembre 2024, alle ore 18:00, presso la Casa degli Artisti di Milano, si terrà la presentazione del volume Van Gogh, l’Uomo, un’opera affascinante e inedita di Silvana Ramazzotto Moro, pubblicata da Guido Miano Editore. Questo evento rappresenta un’occasione unica per immergersi in una prospettiva intima e autentica della vita del celebre pittore Vincent Van Gogh. Un’opera unica nel suo…
#Alessandria today#analisi epistolare#Antonella Billi#approfondimenti culturali#arte e introspezione#arte e letteratura#arte e vita#biografia artistica#biografie artistiche#Carlotta Cilento#Casa degli Artisti Milano#Casa Editrice Guido Miano#cultura e arte#cultura Milano#dialogo culturale#Elena Caruso#eventi culturali Milano#eventi dicembre 2024#eventi Guido Miano#eventi letterari Milano#eventi natalizi#Google News#Guido Miano Editore#italianewsmedia.com#lettere di Van Gogh#letture artistiche#letture d’arte#libri d’arte#libri d’autore#libri imperdibili
1 note
·
View note
Text
11 giungo 2011
I nomi degli artisti che si sono esibiti al gay pride di Milano non me li ricordo. È una grossa differenza con l’ultimo gay pride a cui sono stata nel lontano 2011, anno in cui io stavo per compierne 30 e decisi di andare da sola a percorrermi l’ultimo tratto perché volevo, anche, sentire Lady Gaga al circo massimo. Sì perché nel 2011 vivevo a Roma e adesso, 2023, vivo a Milano, o quasi.
L’11 giugno del 2011 abbiamo festeggiato i 30 anni del mio migliore amico in campagna dai suoi, a Rieti. Bellissimo posto, bellissima cascina, bellissima compagnia. Eravamo già abbastanza grandi da essere ognuno in un posto diverso del mondo, infatti Nando era tornato da Grenoble, Manu dalla Svizzera, Tommaso da Berlino, Riccardo da Cambridge e io stavo per andare via, dopo 13 anni di vita, dalla città che mi aveva cresciuto. Il 2011, io ero già alla terza o quarta vita, avevo già vecchi amici che non avrei più rivisto, avevo cambiato già 15 case, due continenti, diversi paesi e stavo per compiere 30 anni, non ero felice. L’11 giugno del 2011 non avevo una casa in cui tornare a dormire, ero una vagabonda, tre anni di convivenza finiti, lavoro precario, sottopagato e frustrante, una vita sessuale randagia, poligamica e insoddisfacente. Finita la festa me ne sono andata al pride, volevo sentire Lady Gaga, presentava il suo secondo album e mi sa che cantò The edge of Glory? Possibile, ho questo ricordo, il circo massimo era stracolmo e i carri del sound erano quelli dei centri sociali e delle organizzazioni non profit sul territorio, qualche partito esponente dei diritti umani. Io ero da sola e fu un momento catartico. Quella sera, me ne andai dal circo massimo e mi chiamò Nando che era in giro, ci trovammo a Monti a bere birra, ad un certo punto ci raggiunsero anche Riccardo e Tommaso e Daria e ce ne siamo andati in giro a bere birra dei bangla e sederci sui gradini per il rione, una calda sera quasi estiva a Roma ho deciso di mollare tutto a andarmene da quella città soffocante e decadente, lontana e diversa da quella che mi aveva accolto. Quella notte restammo con Nando ad aspettare il bus con cui tornava a casa e poi a Grenoble, non l’ho più rivisto, se non in video call. Adesso vive negli USA. Riccardo era andato via poco prima. L’ho rivisto al concerto di Manuchao, qui a Monza, qualche anno fa. È tornato a Roma adesso. Tommaso, Daria ed io passammo la notte insieme, a casa di Daria, in tre nello stesso letto. La mattina prestissimo (poche ore dopo esser tornati) prima di partire per Berlino, lui ci diede un bacio sulla guancia ad entrambe, con delicatezza per non svegliarci e se ne andò in silenzio. Lo ricordo ancora adesso. Lui non è più a Berlino, fino prima della guerra credo fosse in Russia, adeso non saprei. Non l‘ho più rivisto. Io avrei lasciato Roma da lì a poco.
Sabato scorso sono stata al gay pride di Milano, dodici anni dopo.
Sono andata con i mio compagno, una coppia di amici e il loro bambino. Non avevo un goccio di alcol in corpo e nemmeno della droga leggera. Pulita. Ero comunque vestita da zoccola.
I carri col sound non erano più quelli dei centri sociali e delle organizzazioni, ma c’erano quelli degli sponsor, senza i quali oggi la parata sarebbe impossibile, c’era quello della CocaCola, che ai miei tempi si boicottava perché ammazza(va) i sindacalisti in Colombia, c’erano le banche e le corporation.
È anche perché, a scopo di marketing, queste realtà si espongono che la comunità LGBTQI+ ha una voce con una cassa di risonanza, come dice un mio amico.
È anche perché il mercato si è accorto di “loro” che le cose sono cambiate e stanno cambiando in meglio per “loro”, anche, non solo.
Mi da fastidio vedere il carro della CocaCola? All’inizio ero perplessa, ma poi ho pensato che ognuno ha le proprie lotte da vincere, avremo sempre delle lotte da vincere, perderemo dei pezzi, non sapremo a volte quando un saluto è stato effettivamente l’ultimo saluto, cambieremo pelle e chissà se la vita dei sindacalisti ammazzati non sia valsa un passo in più nella lotta, io non posso sapere tutto, non voglio sapere tutto.
Ogni processo tende a complicarsi, se il flusso porta miglioramento allora credere nel flusso.
Devo per forza credere nel flusso.
16 notes
·
View notes
Text
Traslochi Emotivi - Giulia Currà X FOG Performing Arts Festival
Casa degli Artisti, Via Tommaso Cazzaniga, 89/A
Ore: 16:00 o 19:30
2 notes
·
View notes
Text
instagram
La@collezioneramopresenta MILÀ DRAWING WEEK 2024 - dal 23 novembre a 1 desembre Exhibició generalitzada de dibuix modern i contemporani
Gratis de càrrec Tota la informació@milanodrawingweek
La Col·lecció Ramo presenta, del 23 de novembre a l'1 de desembre, la quarta edició de la SETMANA DE DIBUIX MILANO, l'esdeveniment anual dedicat al dibuix ia les obres en paper. Per nove giorni MILANO DRAWING WEEK coinvolge la città in un affondo mirat sul disegne modern i contemporani che pren forma in una costellazione di mostre diffuse nella città. Per l'occasione, la Collezione Ramo mette a disposizione vaig donar un circuit di gallerie i istituzioni milanesi una selezione di operi la seva carta di artisti italiani del XX secol. L'invito, rivolto a un artista per spazio, è quello di individuare una òpera della collezione i porla in dialogo amb la pròpia ricerca.
UNA PARTICIPA: Castell Sforzesco Cittadella degli Archivi Casa dels Artistes Galeria Apalazzo Ciaccia Levi Ex Elettrofònica Kaufmann repetto Galeria de teler Monica De Cárdenas Galeria Nashira Setanta Vint-i-dos Spazio Lima Vistamare
#MilanoDrawingWeek #MilanoDrawingWeek #MilanoDrawingWeek
dd
0 notes
Text
Fede Cheti
“Lavoro esclusivamente con donne, sono ottime collaboratrici, validissime, puntuali. Sì, sono femminista: al cento per cento; anche se possiedo una buona dose di femminilità e desidero non indurire il mio temperamento per una vita commerciale. Perché la donna, indubbiamente, può dedicarsi a qualsiasi attività ritenuta “maschile” senza perdere la propria femminilità. Ed oggi, in generale, è simpaticissima, emancipata, sa quello che vuole: abbiamo donne che possiamo portare ad esempio agli uomini”.
Fede Cheti, la signora dei tessuti, è stata un’artista e imprenditrice italiana.
Figura di rilievo nel panorama culturale e intellettuale del dopoguerra, ha creato tendenza e intrecciato la sua attività con il mondo dell’architettura e del design collaborando con artisti come Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Filippo de Pisis, Raymond Peynet, Mario Sironi, Giò Ponti e molti altri ancora.
Ha partecipato alla Triennale di Milano dal 1930 al 1957.
I suoi disegni e sperimentazioni hanno contribuito a creare il gusto dell’arredamento di interni dell’Italia degli anni Cinquanta.
Il tessuto a cui più è legato il suo nome è il cinz, cotone lucido con cui ha decorato importanti dimore e allestimenti museali.
Alla Triennale di Milano del 1954 aveva presentato una fibra sintetica nuova, trasparente come vetro filato, abbinata a fibre classiche. Tra i suoi stampati ne spiccava uno che ricordava la pittura di Chagall, vero esempio di perfezione della stampa su stoffa, per profondità di toni, delicatezza nei passaggi di colore e perfetta vividezza.
Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero esportando stile e eleganza italiani quando ancora non si parlava di made in Italy.
Nata a Savona il 10 novembre 1905 da Emanuele e Gemma Sanvenero, si era interessata all’arte tessile seguendo l’esempio della madre.
Dopo la morte del padre le due si erano trasferite a Milano, dove avviarono una attività artigianale che sperimentava tecniche di tessitura, di materiali e di disegni, creando stoffe per arredamenti.
Oltre ai disegni originali, col tempo, era passata ad acquistare i bozzetti da diversi artisti su cui imprimeva il suo marchio.
Nel 1936 ha fondato la sua ditta, iscritta alla Camera di commercio come scuola di tappeti e di tessitura.
Ha lavorato anche durante la seconda guerra mondiale utilizzando materiali autarchici. Dopo il conflitto la sua azienda è cresciuta notevolmente, riportando colore e morbidezza di tessuti nelle abitazioni. Si stima che, in quegli anni, si avvalesse di centocinquanta artigiane.
Le sue creazioni riconosciute per originalità, eleganza e funzionalità, erano molto apprezzate anche all’estero, ha avuto punti vendita in diverse città, tra cui New York e Parigi.
Ha ricevuto molti riconoscimenti, nel 1948 a New York ha partecipato all’importante mostra Italy at Work: Her Renaissance in Design Today.
Nel 1950 alla Biennale di Venezia i suoi tessuti artistici furono premiati con la medaglia d’oro e nel febbraio 1960, a Londra, è stata l’unica donna a partecipare ai festeggiamenti per il centenario dei grandi magazzini Sanderson, la più importante casa inglese per stoffe d’arredamento. Ha decorato anche interni d’automobili e famosi yacht.
Nel 1963 ha vinto la medaglia d’oro Indathren per la migliore composizione cromatica realizzata su sciantung di cotone, alla Permanente per la III Biennale del tessuto per l’arredamento e il mobile imbottito. Nello stesso anno ha partecipato alla mostra Il colore nell’arredamento, promossa dalle città di Venezia, Vicenza e Verona.
Nel 1965 le è stato assegnato il premio Città di Milano quale migliore artefice distintasi nel campo delle arti figurative.
È stata la prima donna eletta socia d’onore della UISTA, Unione italiana stampa tessile ed abbigliamento, nel 1970.
Creativa, insofferente, ansiosa di sapere, giramondo, ha conquistato fama internazionale con la sua società che le è sopravvissuta e continua a essere leader nel settore.
Ha lavorato fino all’ultimo istante. Si è spenta a Genova il 18 novembre 1978.
Presso la sede storica della ditta, in Via Manzoni 23 a Milano, è conservato l’archivio dei suoi disegni e stoffe. Alcuni suoi disegni come Luna e stelle e Bocca d’asse sono esposti al Philadelphia Museum of Art.
0 notes
Text
aprile/maggio 2024 / LC Polittico dell'orto / solo show / a cura di Lorenzo Vatalaro / Casa degli Artisti, Milano
https://www.casadegliartisti.org/
0 notes
Text
Milano: la casa d'aste parigina Artcurial ospita IN BRODO DI GIUGGIOLE
La casa d’aste parigina Artcurial ospita nella sua sede milanese una collettiva dedicata a quattro giovani artisti: Najsa Dishnica, Jingge Dong, Eric Pasino e Arvin Golrokh. Ad accomunare la poetica degli autori è la giuggiola, frutto dal sapore “sacro” in Medio Oriente e in questo caso simbolo della nostalgia per i rispettivi mondi, reali o personali, che affiorano fino alla…
0 notes
Text
Enrico Castellati ha fatto centro
foto dell'Archivio Castellani
Quando più di mezzo secolo fa vidi per la prima volta tre delle sue tele (in casa di un grande gallerista, Carlo Grossetti, in via dei Piatti a Milano), insieme con qualche lavoro giovanile di Spagnulo, altri del dimenticato Hoinka e soprattutto quelli di Kolibal, mi sono immediatamente reso conto della capacità selettiva del Gallerista, del suo coraggio e della qualità del suo lavoro. Ero troppo timido per approfittarne, anche se a quell’indirizzo mi ci aveva spedito Pierre Restany (allora mi affacciavo cautamente al mondo dell’arte). La “vibrazione” di cui parla Vittorio Raschetti mi colpì già allora e non mi ha più abbandonato da quando in giro per il mondo incontro un lavoro di C (l’ultimo, p. e. da Lia Rumma a Milano (attualmente ancora in mostra): la grande tela che si mangia tranquillamente tutto quanto degli altri è stato esposto per documentare l’intramontabilità della Optical art.
Ma per quanto esauriente e molto vicino alla sensibilitù dell’artista V.R. ha detto tutto? Mi viene in mente che l’atteggiamento di attenzione che pone C in una qualsiasi delle sue tele potrebbe essere paragonato a quello di Flaubert sulla pagina da stampare (mai più di una al giorno, anzi spesso una a settimana) e per opposizione i lavori di un Bonalumi o di un Simeti, che per un certo tempo hanno diviso la scena con lui. E’ difficile aggiungere qualcosa al testo di Raschetti e allora perché intevenire? Tra l’altro, cosa deve fare un artista oltre a delimitare uno spazio e occuparlo come se fosse il mondo, il suo mondo, ma anche il nostro? Una lezione di rigore e di purezza, una lezione di Minimalità che è raro oggi incontrare: Il mondo in qualche centimetro quadrato, il mondo della tensione creativa, niente facili simbologie, niente interpretazioni astruse, niente elucubrazioni attraverso incubi personali, un mondo di linee e piccoli rilievi, di colori elementari bianco e grigio, un mondo aggredibile con gli strumenti a disposizione da sempre nel linguaggio elettivo, un mondo finalmente modesto, senza grandi voli pindarici (siamo artisti, dopo tutto, non pretendiamo di spostarlo più di tanto!): “il mondo in un cassetto”.
Ma è detto tutto? Quando, più o meno sempre mezzo secolo fa, incontrai la Natività di Piero della Francesca a Londra (N.G.) rimasi di stucco, in tutti i sensi: ne era rimasto solo poco più della metà, ma era bellissimo. Il tempo era intervenuto pesantemente e P.d F sarebbe svenuto a vedere come aveva ridotto la sua tela, ma per me conservava ancora tutta la sua forza.
Il Tempo; già, questo terribile signore delle nostre vite e soprattutto della nostra fine e purtroppo di quella delle persone e delle cose che amiamo. C’è il tempo nei lavori di C? Non il tempo esecutivo, non il tempo interno all’opera, intendo il tempo esterno, quello della vita, quello di Beuys, come quello di Opalka. Il tempo della sporcatura, quella del fattorino che sposta il tuo lavoro con le mani zozze, il tempo dell’usura, il giallo che insidia la superficie purissima del tuo bianco (di zinco, di titanio o addirittura d’argento?), il tempo giallo che ha ridotto le opere di Manzoni a pura teoria!
La questione è ardua, me ne rendo conto, ma mi piacerebbe una risposta da parte di Vittorio Raschetti.
Grazie
0 notes
Text
Spettacoli teatrali a Napoli: Dignità Autonome di Prostituzione
Gli spettacoli teatrali a Napoli costituiscono una buona porzione dell'offerta culturale estiva. Anche quest'anno torna puntuale Dignità Autonome di Prostituzione. Il format ultradecennale unisce teatro, musica, prosa, poesia e danza in un mix che riscuote ogni anno grandissimo successo. In questi giorni è a Napoli in una cornice davvero suggestiva. Dignità Autonome di Prostituzione “Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto”. Potremmo riassumere in questa frase lo spirito di Dignità Autonome di Prostituzione, il grande spettacolo di musica, danza, teatro di prosa e poesia che va in scena nella prima “Casa chiusa dell’Arte”. Avete letto bene: la location dello spettacolo è un "Bordello dell’Arte" in cui gli spettatori, dopo la cerimonia di apertura, adescano o sono adescati dalle prostitute e prostituti/artisti. Parte quindi la contrattazione per stabilire il prezzo della prestazione e una volta raggiunto l'accordo l'artista porta il cliente/spettatore (solo o in gruppo) in un luogo appartato. Una stanza, un camerino, un bagno o un'auto o un ascensore dove dispenserà la sua pillola di piacere. Una performance che spazia dal teatro, alla musica o alla danza. Al termine della serata, il gestore della Casa Chiusa dell'Arte, "Papi" Melchionna, riunisce tutti, clienti e prostitute per un momento corale finale. Spettacoli teatrali a Napoli e non solo Il format è stato ideato 13 anni fa da Betta Cianchini e Luciano Melchionna. Partito da Napoli, ha percorso lo stivale in lungo e in largo, da Milano a Bari, da Torino a Lecce, da Firenze a Latina. E' approdato anche nella Repubblica di San Marino e in Spagna dove, nel 2011 e nel 2017, è stato presentato al "FITT Festival Internazionale di Tarragona". Le sue 48 edizioni e 400 repliche sono andate in scena in teatri convenzionali ma anche in location inconsuete. Una location suggestiva per uno spettacolo magico L'edizione "estiva" napoletana di Dignità Autonome di Prostituzione si svolgerà fino a domenica 14 luglio a Castel Sant'Elmo sulla collina di san martino al Vomero. La splendida Piazza d'armi sarà il punto di inizio e fine degli spettacoli. I prostituti/artisti accoglieranno i clienti/spettatori in giacca da camera o in vestaglia per dare inizio al gioco dell'adescamento. Sempre qui, la terrazza dalla vista mozzafiato, sarà il luogo del gran finale e del congedo. In copertina foto di Marta da Pixabay Read the full article
0 notes
Text
13/6 Francesco Cavestri dal vivo a Roma
Dopo il sold out registrato al Blue Note di Milano, il concerto al Teatro Comunale di Gonzaga (MN) con Fabrizio Bosso e il premio IJVAS per la divulgazione del jazz ricevuto in occasione dell'International Jazz Day all'Auditorium Parco della Musica di Roma insieme ai grandi del Jazz italiano, Francesco Cavestri il 13 giugno ritorna a Roma per presentare la sua ultima uscita discografica "IKI - BELLEZZA ISPIRATRICE con un concerto in un luogo magico nel cuore dell'Urbe, il parco della Casa del Jazz in occasione del festival estivo Summertime.
Giovedì 13 giugno alle ore 22,00 il pianista compositore Francesco Cavestri (premiato come il più giovane tra i migliori Nuovi Talenti 2023 dalla Rivista Musica Jazz) presenta, nell'ambito del Festival estivo della Casa del Jazz "Summertime" i suoi ultimi lavori: "Early 17", uscito a marzo 2022 con la collaborazione di Fabrizio Bosso, e "IKI – Bellezza Ispiratrice", uscito a gennaio 2024, con la collaborazione di Paolo Fresu (ispirato alla filosofia giapponese, l'album mantiene come fulcro creativo il pianoforte, mescolandolo a patine di sonorità contemporanee, in un costante incontro di stili e generi a confronto, e vede la collaborazione di artisti del calibro di Paolo Fresu e Cleon Edwards, batterista americano già al fianco di Erykah Badu, Lauryn Hill e Cory Henry).
Nel parco della Casa del Jazz, Francesco Cavestri si presenterà con un trio d'eccezione under 30, formato da Riccardo Oliva al basso e Mattia Bassetti alla batteria, ovvero due tra i migliori strumentisti della nuova generazione italiana.
La serata spazierà dalla presentazione di brani originali scritti da Francesco Cavestri, presenti all'interno degli album pubblicati, fino ad arrivare a reinterpretazioni di giganti come John Coltrane, Ryuichi Sakamoto, Robert Glasper e Radiohead.
Per acquisto biglietti
https://www.ticketone.it/event/summertime-casa-del-jazz-2024-casa-del-jazz-18713925/
L'acquisto del biglietto comprende anche il concerto di apertura tenuto dal sestetto di Giacomo Serino alle ore 21.
"Francesco ha una capacità musicale veramente impressionante. Un ragazzo giovane con una grande maturità che riversa nella musica, creando concerti bellissimi e dimostrando un grande interplay con gli altri musicisti […] progetti come quello di Francesco, mediati e respirati da un giovane come lui e che legano il jazz a generi come l'hip hop o la musica elettronica, sono il miglior modo per raccontare che il jazz è una musica per tutti." Paolo Fresu
Show-reel del concerto di Francesco Cavestri con Fabrizio Bosso al Teatro Comunale di Gonzaga (MN):
youtube
Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston.
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro.
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album "Una Morte da Mediano" il terzo album di Cavestri dopo "IKI - Bellezza Ispiratrice" è uscito in digitale il 16 aprile.
Ad aprile 2024 è partito il Tour "IKI - Bellezza Ispiratrice" toccando diverse città, tra le quali ricordiamo: Milano, Roma, Bologna, Trapani.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
0 notes
Text
13/6 Francesco Cavestri dal vivo a Roma
Dopo il sold out registrato al Blue Note di Milano, il concerto al Teatro Comunale di Gonzaga (MN) con Fabrizio Bosso e il premio IJVAS per la divulgazione del jazz ricevuto in occasione dell'International Jazz Day all'Auditorium Parco della Musica di Roma insieme ai grandi del Jazz italiano, Francesco Cavestri il 13 giugno ritorna a Roma per presentare la sua ultima uscita discografica "IKI - BELLEZZA ISPIRATRICE con un concerto in un luogo magico nel cuore dell'Urbe, il parco della Casa del Jazz in occasione del festival estivo Summertime.
Giovedì 13 giugno alle ore 22,00 il pianista compositore Francesco Cavestri (premiato come il più giovane tra i migliori Nuovi Talenti 2023 dalla Rivista Musica Jazz) presenta, nell'ambito del Festival estivo della Casa del Jazz "Summertime" i suoi ultimi lavori: "Early 17", uscito a marzo 2022 con la collaborazione di Fabrizio Bosso, e "IKI – Bellezza Ispiratrice", uscito a gennaio 2024, con la collaborazione di Paolo Fresu (ispirato alla filosofia giapponese, l'album mantiene come fulcro creativo il pianoforte, mescolandolo a patine di sonorità contemporanee, in un costante incontro di stili e generi a confronto, e vede la collaborazione di artisti del calibro di Paolo Fresu e Cleon Edwards, batterista americano già al fianco di Erykah Badu, Lauryn Hill e Cory Henry).
Nel parco della Casa del Jazz, Francesco Cavestri si presenterà con un trio d'eccezione under 30, formato da Riccardo Oliva al basso e Mattia Bassetti alla batteria, ovvero due tra i migliori strumentisti della nuova generazione italiana.
La serata spazierà dalla presentazione di brani originali scritti da Francesco Cavestri, presenti all'interno degli album pubblicati, fino ad arrivare a reinterpretazioni di giganti come John Coltrane, Ryuichi Sakamoto, Robert Glasper e Radiohead.
Per acquisto biglietti
L'acquisto del biglietto comprende anche il concerto di apertura tenuto dal sestetto di Giacomo Serino alle ore 21.
"Francesco ha una capacità musicale veramente impressionante. Un ragazzo giovane con una grande maturità che riversa nella musica, creando concerti bellissimi e dimostrando un grande interplay con gli altri musicisti […] progetti come quello di Francesco, mediati e respirati da un giovane come lui e che legano il jazz a generi come l'hip hop o la musica elettronica, sono il miglior modo per raccontare che il jazz è una musica per tutti." Paolo Fresu
Show-reel del concerto di Francesco Cavestri con Fabrizio Bosso al Teatro Comunale di Gonzaga (MN):
youtube
Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston.
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro.
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album "Una Morte da Mediano" il terzo album di Cavestri dopo "IKI - Bellezza Ispiratrice" è uscito in digitale il 16 aprile.
Ad aprile 2024 è partito il Tour "IKI - Bellezza Ispiratrice" toccando diverse città, tra le quali ricordiamo: Milano, Roma, Bologna, Trapani.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
0 notes
Text
13/6 Francesco Cavestri dal vivo a Roma
Dopo il sold out registrato al Blue Note di Milano, il concerto al Teatro Comunale di Gonzaga (MN) con Fabrizio Bosso e il premio IJVAS per la divulgazione del jazz ricevuto in occasione dell'International Jazz Day all'Auditorium Parco della Musica di Roma insieme ai grandi del Jazz italiano, Francesco Cavestri il 13 giugno ritorna a Roma per presentare la sua ultima uscita discografica "IKI - BELLEZZA ISPIRATRICE con un concerto in un luogo magico nel cuore dell'Urbe, il parco della Casa del Jazz in occasione del festival estivo Summertime.
Giovedì 13 giugno alle ore 22,00 il pianista compositore Francesco Cavestri (premiato come il più giovane tra i migliori Nuovi Talenti 2023 dalla Rivista Musica Jazz) presenta, nell'ambito del Festival estivo della Casa del Jazz "Summertime" i suoi ultimi lavori: "Early 17", uscito a marzo 2022 con la collaborazione di Fabrizio Bosso, e "IKI – Bellezza Ispiratrice", uscito a gennaio 2024, con la collaborazione di Paolo Fresu (ispirato alla filosofia giapponese, l'album mantiene come fulcro creativo il pianoforte, mescolandolo a patine di sonorità contemporanee, in un costante incontro di stili e generi a confronto, e vede la collaborazione di artisti del calibro di Paolo Fresu e Cleon Edwards, batterista americano già al fianco di Erykah Badu, Lauryn Hill e Cory Henry).
Nel parco della Casa del Jazz, Francesco Cavestri si presenterà con un trio d'eccezione under 30, formato da Riccardo Oliva al basso e Mattia Bassetti alla batteria, ovvero due tra i migliori strumentisti della nuova generazione italiana.
La serata spazierà dalla presentazione di brani originali scritti da Francesco Cavestri, presenti all'interno degli album pubblicati, fino ad arrivare a reinterpretazioni di giganti come John Coltrane, Ryuichi Sakamoto, Robert Glasper e Radiohead.
Per acquisto biglietti
L'acquisto del biglietto comprende anche il concerto di apertura tenuto dal sestetto di Giacomo Serino alle ore 21.
"Francesco ha una capacità musicale veramente impressionante. Un ragazzo giovane con una grande maturità che riversa nella musica, creando concerti bellissimi e dimostrando un grande interplay con gli altri musicisti […] progetti come quello di Francesco, mediati e respirati da un giovane come lui e che legano il jazz a generi come l'hip hop o la musica elettronica, sono il miglior modo per raccontare che il jazz è una musica per tutti." Paolo Fresu
Show-reel del concerto di Francesco Cavestri con Fabrizio Bosso al Teatro Comunale di Gonzaga (MN):
youtube
Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston.
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro.
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album "Una Morte da Mediano" il terzo album di Cavestri dopo "IKI - Bellezza Ispiratrice" è uscito in digitale il 16 aprile.
Ad aprile 2024 è partito il Tour "IKI - Bellezza Ispiratrice" toccando diverse città, tra le quali ricordiamo: Milano, Roma, Bologna, Trapani.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
0 notes
Text
Pari opportunità di genere, i progetti tutti al femminile vincitori del Premio Milano Donna
Pari opportunità di genere, i progetti tutti al femminile vincitori del Premio Milano Donna. Tanti progetti, un solo grande obiettivo: aiutare le donne più fragili accompagnandole in un percorso di uscita da contesti di violenza, isolamento sociale, culturale e lavorativo, mettendole in grado a poco a poco di farcela anche da sole. Alla Casa degli Artisti sono state premiate le associazioni vincitrici del Premio Milano Donna che hanno partecipato al bando del Comune proponendo progetti significativi per il territorio in cui operano. Alla presentazione hanno partecipato i rappresentanti del Comune, dei Municipi e due ospiti «militanti»: la giornalista di «Caterpillar» Sara Zambotti e l'attrice Lella Costa. Dietro le proposte portate all'attenzione del Comune la storia di tante donne, italiane e di origine straniera, che vivono situazione di difficoltà a volte temporanee, a volte risultato di anni di disagio sociale, per le quali si è creata la possibilità di una via di uscita. Tra loro c'è chi lavorando in una sartoria ha iniziato una nuova vita nella nostra città e nel nostro paese, dopo il dramma della migrazione forzata, chi ha imparato a difendersi con corsi di judo e sostegno psicologico diventando forte fino a pensare che la violenza non è amore. Poi c'è chi nella Casa Museo Alda Merini ha scoperto la libertà fuori dal carcere e dai centri di accoglienza e chi salendo sul palco, con una risata è riuscita ad affrontare temi drammatici e a vincerli. Otto i progetti premiati che riceveranno fino a 2mila euro per poter proseguire e offrire nuove opportunità di partecipazione alle attività a un numero sempre maggiore di donne. Il Premio Milano Donna non riguarda però solo le beneficiarie di questi progetti ma anche chi, con determinazione tutta femminile, li ha realizzati e proposti. Un mosaico di realtà che con la loro presenza sul territorio costituiscono un punto di riferimento per molte donne in difficoltà, un primo approdo su cui porre i piedi per non sentirsi sole e iniziare il proprio cammino di rinascita. Otto le Associazioni premiate: Associazione Realmente (M1) con Linea Adele - inserimento lavorativo, Associazione Progetto Aisha (M2) con Affresco comunitario, Associazione Scuola difesa in rosa (M3) con Corso di difesa personale e gestione del pericolo, Associazione WeWorld (M4) con Spazio Donna Corvetto, Piccolo Principe Società Cooperativa onlus (M5) con Se fa male non è amore, Associazione CETEC (M6) Sentirsi a casa con Alda Merini, Associazione La Via (M8) con Risveglia il tuo potere e l'Accademia del Comico con Cabaret delle Ragazze - Cabarazze (M9).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Ramen
Ciao amico, ormai continuo a dirti che è l’ultima volta che parliamo eppure sono sempre qua. Pensi che sia credibile? Tanto lo sai che ogni volta che te lo dico, non lo faccio per davvero.
Ho deciso di cambiare tutto. Di nuovo. Ricordi “Luce”, l’ultimo messaggio che ti ho scritto amico? Ci sono stati degli sviluppi che mi hanno portato ad una consapevolezza estremamente negativa della situazione. Ci siamo rivisti, l’ho rivista. Non volevo farlo. Qualche settimana fa, faceva un anno la nostra conoscenza. E io dovevo fare qualcosa. Dovevo metterci un punto, dovevo dare una svolta. Amico, un anno, sai quant’è? È tanto. In questo momento che scrivo, l’anno scorso eravamo al ramen a Bologna, pronti a passare il primo maggio insieme, con l’intento di andare ai giardini Margherita, cosa che poi non abbiamo mai fatto vista la pioggia, e abbiamo passato tutta la giornata a casa abbracciati. Qualche giorno prima ero in Puglia e poi a Milano al concerto di Mezzosangue. Ricordo ancora i messaggi in cui mi diceva “sei al concerto e parli con me, incredibile”. E io ero lì davanti ad uno dei miei artisti preferiti che mi cantava in faccia “Never mind, never mind, fottitene corri e vai. L’universo verso l’uno e il resto, non conta un cazzo come chi t’ha perso.” Mi ha cantato “Parlami”. Chi l’avrebbe mai detto che quelle canzoni a distanza di un anno sarebbero state quelle che avrebbero accompagnato la depressione causata dalla stessa ragazza con cui stavo parlando in quel momento?
Bene amico, flashback finito, torniamo a noi.
Ho deciso di fare un ultimo grande passo verso di lei, per chiudere un ciclo, per arrivare alla fine, esattamente ad un anno da quel 10 aprile, e giocarmi tutto. Non volevo vederla. Non volevo fare altro che ricordarle chi c’è sempre stato per lei, chi avrebbe voluto essere nei suoi momenti importanti, in quale casa avrebbe trovato ancora amore, un amore che mentre lo provo mi odio per quanto forte sia, per quanto forte rimanga in piedi dopo le delusioni, dopo tutto il mondo che gli rema contro, dopo ogni cosa che cerca di buttarlo giù. Perchè è ancora lì, amico? Perchè il mio amore sta ancora in piedi? In cosa spera? Non è giusto che sia ancora lì. Non deve essere offerto a nessuno. Deve essere conquistato con le unghie, con le stesse con cui è stato strappato più volte, con le stesse mani che lo stanno allontanando senza guardarlo, per non rendersi conto di quale spreco si stia facendo. È un po’ come quando stai per comprare qualcosa di molto costoso, che passi la carta ma non vuoi guardare il danno che stai facendo. Le volevo lasciare dei fiori in portineria, ma per questioni più grandi di me non è stato possibile, perciò ho deciso di darglieli di persona.
Amico, puoi capire da solo com’è stato quel momento. Ho visto una persona che vuole stare con me. Ho visto una persona che sta ancora con me. Ho visto una persona che spontaneamente sa dove andare. Ho visto quello che non mi aspettavo. C’è stata la solita chimica, ma questa volta, visto che doveva essere l’ultima ho collaborato anche io, mi sono fatto abbracciare e sono scoppiato in un pianto liberatorio, che mi ha aperto dentro: ero di nuovo con la sua testa sulla mia spalla, sentivo di nuovo il suo odore, sentivo di nuovo la sua pelle, stringevo le sue costole, la sua schiena, cosa che mai mi sarei aspettato di rifare. Questa volta i suoi occhi parlavano molto di più dell’ultima e si vedeva la voglia di baciarmi. Non è successo. Per fortuna. Mi parlava come se stesse facendo qualcosa che non vuole fare davvero, ovvero andare avanti senza di me. Come se dovesse rispettare un copione che è vero per definizione, perchè l’ha detto qualcuno, perchè se ne è convinta lei, o per mille altri dannati motivi per cui continua a remare contro ciò che vuole davvero. Dopo due giorni le ho scritto, per capire se fosse cambiato qualcosa, perchè non è possibile che una persona mi dica che vuole dirmi addio e poi succedono cose come quel giorno dei fiori, che voglia baciarmi, che si commuova davanti a me, come se le stesse capitando qualcosa che ha sempre voluto ma che non ha mai avuto, che non vuole lasciare andare. In quelle spiegazioni c’era tanto male, mi ha detto nuovamente che non c’è nulla da fare, che non si sente pronta, che tanto finirà sempre come al solito, ma nonostante ciò non si capacita dell’effetto che ci facciamo ogni volta che ci sfioriamo. Mi ha detto che quando non mi vede sta bene, che va avanti con la sua vita.
Ah amico quanto vorrei poter dire lo stesso. Quella cosa mi ha scosso, mi ha smosso, mi ha fatto ragionare. Qui quello fermo sono io e io soltanto. Quello che non va avanti sono io. Lei finché non mi piazzo davanti, non ci pensa, sta bene. E allora sarà ciò che avrà. Volevo risponderle che io invece sono esattamente 5 mesi che ci penso costantemente ogni giorno e che non ce n’è stato neanche uno in cui non l’abbia fatto. Sai quanti sono cinque mesi? Quasi metà anno che ti svegli con un pensiero e vai a dormire con lo stesso. È una tortura, com’è possibile? Sotto quale incantesimo sono? Voglio romperlo, non ce la faccio più. Per quanto prima ci sperassi, quanto pensassi che ci stavamo aspettando, che ci volevamo in silenzio, sapere che lei sta bene se non mi vede, mi ha fatto rendere conto di quanto tempo della mia vita stia buttando.
E ancora una volta, Gio, svegliati.
Perché non ti piacerà quello che sto per dire, ma lo dirò lo stesso, questa volta non descriverò tutte le cose belle che ricordo, il male che provo facendolo, quanto mi manca. Qual è il problema del tornare insieme amico? Non vuole lasciare la bella vita che sta facendo adesso? Secondo me non sa che faccia fare se dovesse andare a dire alle stesse persone su cui avrà buttato merda su di me che ci è tornata insieme. Perchè, oggettivamente amico, tu cosa diresti? Mi ricordo perfettamente il tono e le parole con cui ha parlato sua mamma al telefono sospettando che fosse con me. Secondo te amico, ha tutte le persone che le stanno intorno che sperano e che puntano sul fatto che mi stia distante. Secondo te quante palle servono per fregarsene e fare ciò che veramente ci fa sentire bene? Perchè tanto sarebbe consapevole di iniziare qualcosa che non è condiviso dalle persone a lei care. Di queste volte che ci siamo visti recentemente mi ha detto che lo sanno solo i 3 stretti, me l’ha detto lei. E sinceramente me lo aspettavo, quando si trattava dei litigi, subito telefono in mostra a tutti per fare squadra, quando invece si è “sensibili”, lo si nasconde. L’altro gruppo di fenomeni non sa nulla. Con loro bisogna mantenere un livello alto di forza. Penso che proprio col cazzo che avrebbe le palle di dirgli che è venuta lei stessa a trovarmi al mare, o che abbia quasi provato a baciarmi. Figurati se a loro dice che ordinariamente guarda le tipe che ho iniziato a seguire, come mi ha detto lei. Perchè con loro il mood è un altro. Con loro Gio è soltanto un ex che è superato, che se lo si vede in giro si fa la battutina, che si faccia finta di dire “oh madonna aiuto”, quando magari dentro si è felici quando si capita nello stesso posto. Quelli non sanno neanche l’evoluzione delle sue consapevolezze nei miei confronti, di quello che pensa di me, di quelle cose positive che ha maturato in questo tempo. Loro non sanno niente, sono fermi a quel maledetto 25 novembre. Con loro bisogna farsi vedere forti, non ci si può permettere di dire tutte le cose che ha detto a me. Ma tanto questo è sempre stato un problema. Si è sempre nascosta con me, non mi ha mai valorizzato, le uniche cose che sapevano di me le persone erano le litigate e le uscite fuori luogo. Il problema sono sempre stati gli amici. La prima cosa che mi ha detto in macchina quando ci siamo rivisti al mare è stato “vedi Gio, mi piacerebbe che tu avessi il rapporto che hanno i morosi delle mie amiche con noi e tra di loro”.
E con questo, già punto a mio sfavore visto che ho detto che con quelle persone non ci avrò mai più niente a che fare. Sicuramente avrà già messo in conto che nel caso, sarebbe l’unica con il moroso che non si fa vedere, l’unica che quando si organizzano le serate coi morosi, sarà da sola. Quasi come se fosse un obbligo che il ragazzo vada d’accordo con tutti. Se alla mia ragazza facessero schifo i miei amici, amen, lei è con me che deve stare, non con i miei amici. Mi dispiacerebbe? Probabilmente, ma poco male. Ci sono altre mille cose, ci sono altrettante nuove amicizie che si possono fare. Se uno dei problemi di una coppia è questo, dice tanto sull’intensità dei sentimenti. Ma poi a maggior ragione dopo lo schifo che hanno fatto persone di 30 anni che neanche sono venute a chiedermi scusa. Ma di cosa stiamo parlando.
Amico, basta. Io sono io. Sono quello che è stato ed è irriconoscibile rispetto a 5 mesi fa. Sono stufo di sentire mia mamma, i miei amici, lei stessa, che mi dicono che ho gli occhi diversi, tristi, vuoti. Io non sono vuoto, io non sono questo. Io non voglio tornare in quell’inferno da cui ho messo fuori ancora una sola gamba. Dovrei essere quella persona urlata al mondo. Su cui non si pensa troppo. Di cui non si dubita. Di cui si è sicuri. Ed è quello che ho deciso di essere. Non mi accontenterò mai più delle briciole, non mi accontenterò mai più di essere tenuto nascosto, di non essere urlato, di una persona che non trasmetta quanto si senta fortunata ad avermi con sé, di qualcuno che ha paura di sporcarsi le mani, qualcuno che ha paura di essere diverso. Non voglio qualcuno che sceglie la strada facile e cha appena ci sono problemi si arrenda prima di affrontarli o li affronti in maniera meschina e senza dialogo.
Non pensavo che sarei arrivato a questo tipo di approccio con la situazione, ma questo è ciò che ha causato rivederla, sentire tutte quelle cose forti, e poi vedere la facilità con cui le ha buttate di nuovo. Il cinismo di essere razionali solo perchè è la strada più facile. Che altra dimostrazione le serve amico? Ogni nostro video che “emana le splendide energie”, l’effetto che ci facciamo quando stiamo insieme, ma ripartiamo da quello! Ha constatato in prima persona che siamo cambiati, ma continua a dire che non funzionerà mai. La risposta è esattamente nelle cose che mi ha scritto. Sente il mio profumo e le viene da ridere, di starmi appiccicata, ti sembra poco amico? Se dopo tutto questo tempo e dopo tutto il male, l’effetto è ancora questo, cosa vuol dire? La risposta lei ce l’ha già ma non vuole accettarla. Ogni volta che ci penso sono nervoso e non va bene. Io dico che se decidesse di tornare avrebbe da farmi capire benissimo le sue intenzioni e che non sarà facile convincermi, ma se non torna adesso, se corre il rischio di perdermi per sempre, è già abbastanza. Sta correndo il rischio di non trovarmi mai più. Sta facendo cedere anche le mie sicurezze. Sta facendo traballare anche la mia volontà.
Che poi è non è coerente perchè dice che si, è bello parlare di destino e tutte le cose che ci piacciono tanto, ma la vita non è così, bene, però poi quando dico che sta rischiando di perdermi definitivamente mi dice “eh evidentemente non era destino”.
Ma allora cosa significa?
Il destino serve solo per manipolare una scelta che ha già fatto. È lei che ammette che si convince di qualcosa che sa che potrebbe essere sbagliato. E allora perchè lo fa? Per paura. Bene, e la paura dove porta? La paura porta al fallimento, com’è sempre stato.
Addio amico, da questa volta se ti serve, sai dove trovarmi.
@thatstrange-g | 30/04/2024
0 notes
Text
28 apr 2024 16:22
“IL FATTO QUOTIDIANO” INDAGA SULLA “CASINA ROSSA”, LA VILLA A MARINA DI PIETRASANTA INTESTATA A LORENZO MAZZARO, FIGLIO DI DANIELA SANTANCHÈ: “270 METRI QUADRI CON GIARDINO, CORREDATA DI PORTICATO CON ‘COTTO UMBRO’ E IMPREZIOSITA DA UNA SPLENDIDA VERANDA. C’È SOLO UN PROBLEMA: LE OPERE CHE L’HANNO RESA LA BOMBONIERA CHE È RISULTANO REALIZZATE SENZA AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA” – CI SONO STATI NOVE TENTATIVI DI SANARE GLI ABUSI, APPESI ORA ALLA SANATORIA ANNUNCIATA DA SALVINI – LA MELONI CHE VI HA SOGGIORNATO PIÙ VOLTE È LA STESSA CHE INVOCAVA LE DIMISSIONI DELLA MINISTRA DEL PD JOSEFA IDEM PER PRESUNTI ABUSI EDILIZI E DELL’ICI?
Estratto dell’articolo di Thomas Mackinson per “il Fatto quotidiano”
“Casina Rossa”, così si chiamava il rustico dei sogni della “nera” Santanchè, nel bosco della Versiliana. Quando ci arrivi davanti, una siepe alta e fitta con un’anima di rete verde impedisce a chiunque di vedere all’in terno. Perfino i cancelli sono ricoperti da assi di legno che occludono la vista.
Cosa ci sia dentro lo si scopre solo dall’alto, facendo levare un drone sopra gli steccati o zoommando con google maps, cosa che chiunque può fare. E quello che un tempo era un “rudere al grezzo” – senza allaccio alle fogne, acqua e luce – si rivela per quel che è diventato: una villa di charme da 270 metri quadri con giardino, corredata di porticato con “cotto umbro” e impreziosita da una splendida veranda addossata stile inglese, tanto glamour per il tè del tramonto.
“Lorenzo Mazzaro” si legge sul citofono. Nessuno risponde. Per tutti a Pietrasanta non è la casa del figlio, bensì di Daniela Santanchè, la regina degli affari, della politica e delle estati chic e felici nella rivieratoscana.
Per anni l’esponente di Fratelli d’Italia ne ha affittata un’altra, nella zona di Roma Imperiale, finché nel 2014 mette gli occhi su un rustico nel cuore del parco pubblico, epicentro dell’attività turistica e culturale di una delle località più rinomate e lussuose della riviera, tra Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi. Dieci minuti a piedi dal famoso “Twiga”, di cui Daniela Santanchè è stata socia finché ha ceduto le quote al compagno Dimitri Kunz, altri dieci dalla famosa “Villa Alberoni”, quella che nel giro di un’ora fruttò a Kunz e alla moglie di La Russa la plusvalenza record.
La stessa Meloni vi ha soggiornato più volte, come tanti politici, artisti e intellettuali di destra che si raccolgono d’estate attorno ai lidi e al Caffè della Versiliana, la terza Camera agostana d’un tempo.
C’è solo un problema: le importanti opere che l’hanno resa la bomboniera che è, incensata dalla stessa Santanchè nella sua rivista Villa e Giardini dell ’agosto 2016, al Comune di Pietrasanta risultano realizzate senza autorizzazione paesaggistica. E la storia prende una strana piega, quella della Ministra del Turismo con villa abusiva nel Parco pubblico della. Versiliana. E di nove tentativi di sanare “l’abuso oltre la siepe”, appesi ora alla sanatoria annunciata dal suo collega Salvini. Degli accertamenti e degli abusi, che han portato anche a un procedimento penale, non si era mai avuta notizia. Tantomeno di ordini di demolizione, come prevederebbe la legge.
PER CAPIRCI qualcosa tocca affondare nelle pratiche dello Sportello unico per l’edilizia di Pietrasanta. Da lì ne saltano fuori 11, tutte intestate a Lorenzo Mazzaro, anche se molti elementi fanno pensare sia l’intestatario fittizio della proprietà. Nel preliminare firmato il 28 febbraio 2014 a Milano, quando era ancora minorenne, si legge: “La signora Daniela Garnero Santanchè si riserva di nominare un terzo acquirente finale dei beni, il signor Lorenzo Mazzaro, che accettatale nomina”.
Il rogito avviene il 17 aprile 2014, due giorni dopo che Lorenzo è diventato maggiorenne, con acquisto dell’immobile in costruzione “al rustico”: niente acqua luce e fognature, pavimenti, scale, inferriate, recinzioni o finestre. Il giorno dopo inizia “il ballo del mattone”.
Il 18 aprile 2014 un geometra di Firenze, Simone Banchi, presenta un permesso per “modifiche interne, senza opere strutturali”, che viene accolto. Il problema, infatti, è quel che la proprietà intende realizzare all’esterno.
Il 2 maggio 2014 un geometra locale, Giuseppe Del Carlo, deposita a nome di Mazzaro un progetto dal titolo ampio: “Ristrutturazione edilizia con modifiche interne ed esterne, rifacimento di recinzioni e nuovi ingressi pedonali e carrabile a fabbricato di civile abitazione all ’interno del Parco della Versiliana, denominato Casina Rossa”.
I rendering arrivano da uno studio di Milano. Cinque mesi dopo la pratica viene però bocciata, proprio sul fronte della paesaggistica, che viene “diniegata” il 30 settembre 2014.
E tuttavia la proprietà costruisce quel che desidera: il 17 novembre 2014 il progettista Banchi protocolla in Comune una richiesta di accertamento di “opere eseguite in assenza di autorizzazione paesaggistica” indicando, tra le altre, “modifiche al tetto e al comignolo, costruzione di pergolati e pavimentazioni esterne, nuovi ingressi pedonali, abbassamento del piano di calpestio al piano terra”.
Anche questa pratica risulta però cassata il 13 luglio 2015. La proprietà non demorde: tra il 2014 e il 2017, saranno in tutto nove i tentativi di sanare quel che forse sanabile non era, in parte per il contesto tutelato, in parte (probabilmente) per il mancato rispetto delle distanze dei nuovi “corpi” realizzati dal corso del “Fiumetto” e dalla strada comunale.
L’ultimo tentativo risale al 30 giugno 2017. Il geometra Banchi, sotto sua responsabilità, quel giorno attesta sia la conformità in sanatoria e sia la compatibilità paesaggistica, pratica che risulta poi “chiusa da ufficio”, non “rilasciata”. Negli uffici tecnici del circondario, tutti concordano: è stata archiviata, non approvata.
[…] LORENZO Mazzaro non risponde al citofono. Avvertito via telefono, neppure a quello. Dalla carte risulta risiedere proprio lì, e lo rivela anche la pratica di mutuo che il Fatto ha potuto consultare: 18enne da due giorni, il figlio della futura ministra ha immediatamente ottenuto da Banca Mediolanum un mutuo “fondiario ipotecario” da 750 mila euro da restituire in 25 anni garantito da un fideiussore (non indicato nell’atto) per 1,5 milioni.
Mazzaro dichiara che trattasi di “acquisto abitazione”, e pertanto soggetto al pagamento dell’imposta sostitutiva dello 0,25%, “in luogo delle imposte di registro, di bollo, ipotecarie e delle tasse su concessioni governative”. Naturalmente l’acquisto come “prima casa” gli permette anche successivamente notevoli risparmi sui contratti per le varie utenze e soprattutto di non pagare l’Imu. Peccato che all’epoca […] studiasse in Inghilterra.
Il Comandante dei Vigili di Pietrasanta Giovanni Fiori conferma: a seguito di controlli la residenza fu negata due volte e contestualmente “l’esito degli accertamenti di natura edilizia furono rimessi all’autorità giudiziaria, ma l’esito a me non è noto”.
La vicenda […] può imbarazzare la stessa Giorgia Meloni che nella villa è stata più volte ospite. Ad esempio il 4 agosto 2022, quando alla Versiliana presentò il suo libro Io sono Giorgia. Lei, il compagno e la figlia Ginevra furono inghiottiti dalla siepe.
E vai a sapere se è la stessa Giorgia che invocava le dimissioni della ministra del Pd Josefa Idem per presunti abusi edilizi e dell’Ici. Nel caso della “sua ” ministra, se confermati, sono avvenuti non in una palestra privata ma all’interno di un parco pubblico tutelato dagli anni Settanta, una sorta di “sacrario verde” inviolabile perfino all’amministrazione cittadina […]
[…] Possibile che sindaci e assessori di Pietrasanta, sempre di area centrodestra, non abbiano battuto ciglio, o (peggio) abbiano chiuso un occhio sull’abuso oltre la siepe? […]
0 notes
Text
Gli Incontri, I luoghi e i bagni delle case non ristrutturate.
Era il 2005, il mio primo anno a Roma,ricordi di quella sera?
Al phag off incontrai te e il tuo compagno, quella era la sera dopo il concerto di Peaches al Circolo degli Artisti.
Dopo la serata andammo a casa mia, la mia casa in Via delle Acacee, aveva quel bagno con le mattonelle verdi di fine anni 70, la grossa vasca da bagno con il porta sapone nero incastonato nel muro.
Ci spogliammo e la grande vasca ci accolse tutti e tre.
Mi ricordo di come eravate attenti entrambi ad insaponarmi, vogliosi entrambi di quello che poi è accaduto dopo, quanto mi ha fatto arrapare quel momento, impetuoso.
Nel contempo non si usciva mai da quello schema di cui il perimetro era quella grossa vasca verde.
Poi il mio letto.
Un perimetro molto più ampio, dove dormimmo stanchi dopo tutto, quasi a l’alba.
Ricordo la colazione il giorno dopo, era pomeriggio in realtà, lui era scesa a comprarla, furtivamente tu hai rotto gli schemi baciandomi nel sonno e io no sono stato al gioco, anche se voglioso, facevo finta di dormire.
Oggi ti ho visto al binario 16 di Milano Centrale, tu palesemente con un altro.
Mi hai sorriso e dato la mano con un mezzo bacio sulla guancia, abbiamo tentato di raccontarci le nostre vite in pochi minuti.
Mi hai presentato al tuo compagno, ho risposto con la mano e dicendo solo il mio nome,io ho pensato nella mia testa che era meglio quello del 2005, e mi sono sforzato inutilmente di ricordarmi il nome.
Credo che entrambi abbiamo pensato alle mattonelle verdi della mia vecchia casa di Roma.
Ti ho salutato, e tu con un sorriso beffardo e molto erotico, mi hai chiesto: ‘’sei ancora in quella casa a Roma, con quel bagno gigante?’’
Si,entrambi pensavamo a quelle mattonelle verdi.
Ore 17,40 ricordando case con bagni bellissimi che forse manco esisteranno piu.
0 notes