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"Van Gogh, l’Uomo": un evento culturale imperdibile a MilanoAlla scoperta dell’uomo dietro il genio: la presentazione del libro di Silvana Ramazzotto Moro
Il 19 dicembre 2024, alle ore 18:00, presso la Casa degli Artisti di Milano, si terrà la presentazione del volume Van Gogh, l’Uomo, un’opera affascinante e inedita di Silvana Ramazzotto Moro, pubblicata da Guido Miano Editore.
Il 19 dicembre 2024, alle ore 18:00, presso la Casa degli Artisti di Milano, si terrà la presentazione del volume Van Gogh, l’Uomo, un’opera affascinante e inedita di Silvana Ramazzotto Moro, pubblicata da Guido Miano Editore. Questo evento rappresenta un’occasione unica per immergersi in una prospettiva intima e autentica della vita del celebre pittore Vincent Van Gogh. Un’opera unica nel suo…
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11 giungo 2011
I nomi degli artisti che si sono esibiti al gay pride di Milano non me li ricordo. È una grossa differenza con l’ultimo gay pride a cui sono stata nel lontano 2011, anno in cui io stavo per compierne 30 e decisi di andare da sola a percorrermi l’ultimo tratto perché volevo, anche, sentire Lady Gaga al circo massimo. Sì perché nel 2011 vivevo a Roma e adesso, 2023, vivo a Milano, o quasi.
L’11 giugno del 2011 abbiamo festeggiato i 30 anni del mio migliore amico in campagna dai suoi, a Rieti. Bellissimo posto, bellissima cascina, bellissima compagnia. Eravamo già abbastanza grandi da essere ognuno in un posto diverso del mondo, infatti Nando era tornato da Grenoble, Manu dalla Svizzera, Tommaso da Berlino, Riccardo da Cambridge e io stavo per andare via, dopo 13 anni di vita, dalla città che mi aveva cresciuto. Il 2011, io ero già alla terza o quarta vita, avevo già vecchi amici che non avrei più rivisto, avevo cambiato già 15 case, due continenti, diversi paesi e stavo per compiere 30 anni, non ero felice. L’11 giugno del 2011 non avevo una casa in cui tornare a dormire, ero una vagabonda, tre anni di convivenza finiti, lavoro precario, sottopagato e frustrante, una vita sessuale randagia, poligamica e insoddisfacente. Finita la festa me ne sono andata al pride, volevo sentire Lady Gaga, presentava il suo secondo album e mi sa che cantò The edge of Glory? Possibile, ho questo ricordo, il circo massimo era stracolmo e i carri del sound erano quelli dei centri sociali e delle organizzazioni non profit sul territorio, qualche partito esponente dei diritti umani. Io ero da sola e fu un momento catartico. Quella sera, me ne andai dal circo massimo e mi chiamò Nando che era in giro, ci trovammo a Monti a bere birra, ad un certo punto ci raggiunsero anche Riccardo e Tommaso e Daria e ce ne siamo andati in giro a bere birra dei bangla e sederci sui gradini per il rione, una calda sera quasi estiva a Roma ho deciso di mollare tutto a andarmene da quella città soffocante e decadente, lontana e diversa da quella che mi aveva accolto. Quella notte restammo con Nando ad aspettare il bus con cui tornava a casa e poi a Grenoble, non l’ho più rivisto, se non in video call. Adesso vive negli USA. Riccardo era andato via poco prima. L’ho rivisto al concerto di Manuchao, qui a Monza, qualche anno fa. È tornato a Roma adesso. Tommaso, Daria ed io passammo la notte insieme, a casa di Daria, in tre nello stesso letto. La mattina prestissimo (poche ore dopo esser tornati) prima di partire per Berlino, lui ci diede un bacio sulla guancia ad entrambe, con delicatezza per non svegliarci e se ne andò in silenzio. Lo ricordo ancora adesso. Lui non è più a Berlino, fino prima della guerra credo fosse in Russia, adeso non saprei. Non l‘ho più rivisto. Io avrei lasciato Roma da lì a poco.
Sabato scorso sono stata al gay pride di Milano, dodici anni dopo.
Sono andata con i mio compagno, una coppia di amici e il loro bambino. Non avevo un goccio di alcol in corpo e nemmeno della droga leggera. Pulita. Ero comunque vestita da zoccola.
I carri col sound non erano più quelli dei centri sociali e delle organizzazioni, ma c’erano quelli degli sponsor, senza i quali oggi la parata sarebbe impossibile, c’era quello della CocaCola, che ai miei tempi si boicottava perché ammazza(va) i sindacalisti in Colombia, c’erano le banche e le corporation.
È anche perché, a scopo di marketing, queste realtà si espongono che la comunità LGBTQI+ ha una voce con una cassa di risonanza, come dice un mio amico.
È anche perché il mercato si è accorto di “loro” che le cose sono cambiate e stanno cambiando in meglio per “loro”, anche, non solo.
Mi da fastidio vedere il carro della CocaCola? All’inizio ero perplessa, ma poi ho pensato che ognuno ha le proprie lotte da vincere, avremo sempre delle lotte da vincere, perderemo dei pezzi, non sapremo a volte quando un saluto è stato effettivamente l’ultimo saluto, cambieremo pelle e chissà se la vita dei sindacalisti ammazzati non sia valsa un passo in più nella lotta, io non posso sapere tutto, non voglio sapere tutto.
Ogni processo tende a complicarsi, se il flusso porta miglioramento allora credere nel flusso.
Devo per forza credere nel flusso.
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Traslochi Emotivi - Giulia Currà X FOG Performing Arts Festival
Casa degli Artisti, Via Tommaso Cazzaniga, 89/A
Ore: 16:00 o 19:30
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ADDIO AD ALBERTO RADIUS, ARTISTA DI SPESSORE E UOMO DAL GRANDE CUORE.
Alberto Radius ci ha lasciato questa mattina dopo una lunga malattia. Ne hanno dato la notizia la moglie Cristiana e il figlio Andrea che hanno dichiarato: “Ci lascia un grande vuoto, ma tutti noi porteremo per sempre la sua musica nel cuore”. Sono molti i messaggi postati sui social per ricordarlo. Produttore, chitarrista, ex Formula 3, collaboratore di Lucio Battisti, Radius è stato un innovatore nella storia del rock italiano. Amava sperimentare continuamente e aveva continuato ad esibirsi fino a pochi mesi fa, per amore della Musica. La sua ultima apparizione in televisione è stata da Serena Bortone su Rai1 dove, nonostante la malattia, ha imbracciato la sua fedele chitarra, incantando gli altri ospiti e i telespettatori. A Sanremo 2021, durante la serata dedicata alle cover, era salito sul palco insieme ai Coma Cose, regalando momenti di grande levatura musicale. Questo eterno ragazzo, nato a Roma, già da giovanissimo ‘on the road’, è stato uno dei più importanti chitarristi rock italiani. La sua è stata una lunga e prestigiosa carriera. E' nel suo Studio di via Capolago che il grande Franco Battiato registrò “La voce del padrone” e altri successi. Simbolo del prog rock, Alberto Radius ha lasciato delle indelebili impronte di stile, lavorando con molti Artisti del panorama musicale italiano. Come ha dichiarato il cantautore Roby Cantafio, Radius era un artista di spessore e un uomo dal grande cuore. Ogni chitarrista aveva da imparare qualcosa da lui. Era stato il fratello di Little Tony, Enrico Ciacci, a insegnargli a suonare la chitarra. Aveva appena 12 anni. Verso la fine degli anni cinquanta comincia ad esibirsi nelle sale da ballo con i White Booster e in seguito, per due anni, entra a far parte dell'orchestra di Mario Perrone. Dopo il servizio militare, suona con i fratelli Gigi e Franco Campanino nei club di molte città italiane e sarà proprio con i Campanino che aprirà nel 1965 alcune serate dell'Equipe 84. Trasferitosi a Milano, suona con gli inglesi Simon & Pennies per poi passare ai Quelli (la band che diventerà la Premiata Forneria Marconi). Insieme a Tony Cicco e Gabriele Lorenzi, fonda i Formula 3 che, dopo l'incontro con Lucio Battisti, debuttano con l'etichetta Numero Uno, fondata dal cantautore. Dopo due anni incide il primo album da solista e nel 1974, dopo lo scioglimento dei Formula 3, contribuisce a fondare la band Il Volo. La sua produzione discografica da solista conta vari album e lavori importanti come “Nel ghetto”. Parallelamente, inizia un'intensa carriera da session man che lo vede affiancare Lucio Battisti, Pierangelo Bertoli, Mino Di Martino, Marcella Bella, Goran Kuzminac, Cristiano Malgioglio, Franco Battiato e i vari artisti con cui ha lavorato il cantautore siciliano in quel periodo: Milva, Alice, Giusto Pio, Sibilla e Giuni Russo, di cui, a volte, è stato anche produttore.
"Eppur mi son scordato di te" è la canzone più famosa del repertorio dei Formula 3, ma noi non ci scorderemo mai di lui.
L’amico Gigi Cifarelli gli ha dedicato questo bellissimo e commovente scritto che voglio condividere con voi:
“Alberto mio caro sapevamo che la festa della Vita stava volgendo al termine. Abbiamo scherzato e riso insieme ancora tante volte lo scorso anno e resterai sempre nel mio cuore, come in quello di tanti altri per i quali eri la chitarra della Formula 3 e di Lucio Battisti, i nostri dell'infanzia. Ma quanto ti devo? E per fortuna te l'ho sempre detto e l'ho sempre detto a chiunque. Come dimenticare? Fu come in un sogno. Correva proprio lo stesso periodo dell'anno, febbraio/marzo 1985. una sera stavo suonando al Capolinea (la mia seconda casa) e ad un certo punto, in fondo la sala riconosco quel capoccione pieno di capelli irsuti che ti caratterizzavano e trasalii... È Alberto Radius... Che meraviglia il mio idolo da bambino... Mi affrettai a fare una pausa per raggiungerti sperando di poterti anche solo stringere la mano. Appena poggiai la chitarra invece ti vidi partire per venirmi incontro, ero emozionato e sorpreso... Tesi le mia mano per stringere la tua e il mio desiderio era quello di esternarti il mio affetto e la mia gioia nel poterti conoscere, ma non mi facesti nemmeno iniziare. Partisti a cannone esordendo così: “Aoh!! Ma ma li mortacci tua! Ma d'addo vieni?? Da Marte? Maestrone (e mi ha poi sempre chiamato così) ... Anzi sai che famo? Domani devi da vení in via Capolago 5 a lo studio mio. Famo un ber Disco.” Me l'aveva detto Marco (E. Nobili), ma chi se lo aspettava? Non dormii la notte e alle 9, il giorno dopo, stavo da Te. Già scrivevo per Guitar Club e così conobbi direttamente il caro Marco e anche Giuni Russo, i tuoi cari amici, che adesso avrai raggiunto, e conobbi anche la cara Rossana Pasturenzi, tuttora una cara amica. Ci sedemmo, progettammo e in due settimane nacque "Coca&Rhum", il mio primo disco e la mia vera scrittura, da lì, grazie a tutto questo, partì una sequela di cose bellissime della mia Vita. Coca&Rhum fu disco dell'anno e io iniziai a essere votato nei referendum, vincendone tanti. Ero un ragazzo ed ebbi tante gioie e tante gratificazioni. In questa foto c'è tutto l'affetto che provavi per me e che io ho sempre ricambiato. Senza di Te nulla sarebbe stato così e domani il mio concerto al Grace di Lodivecchio, vicino a San Colombano dove mi invitavi sempre e ci sono venuto troppo poco, sarà dedicato a Te, Alberto mio caro. Ti vorrò bene sempre... Saluta tutti quelli che abbiamo amato insieme. Hendrix su tutti.” ❤️Gg
#Alberto Radius#formula 3#lucio battisti#Premiata Forneria Marconi#franco battiato#Massimo Luca#Milva#Giuni Russo#musica#Tony Cicco#Gabriele Lorenzi#Little Tony#Enrico Ciacci#Pierangelo Bertoli#Gigi Cifarelli#Alice#Mino Di Martino#Marcella Bella#Goran Kuzminac#Cristiano Malgioglio
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"Entropia" è il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote
Dal 24 gennaio 2025 sarà in rotazione radiofonica "Entropia", il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 21 gennaio.
"Entropia" è un brano composto da Francesco Cavestri in collaborazione con Willie Peyote. Il brano, che fonde il pop con forti influenze di jazz contemporaneo e hip hop — i generi di provenienza dei due artisti — è arricchito da sonorità elettroniche che ne caratterizzano la produzione. Il testo, metaforico e ricercato, esplora il tentativo di un artista di trovare un equilibrio tra l'amore per una persona e quello per la musica, con l'obiettivo di elevare la propria arte e crescere come individuo. La canzone riflette sul vuoto che emerge quando la magia di un momento si trasforma gradualmente in "entropia".
Qui il linkfire per il pre-save di "Entropia", Francesco Cavestri ft. Willie Peyote: https://cavestri.lnk.to/entropia
"Entropia" è una corsa senza sosta tra paure e speranze, dove l'armonia musicale e la forza narrativa dei due artisti accompagnano l'ascoltatore in un viaggio emotivo e ipnotico. È un invito a lasciarsi trasportare dalla musica, trasformando la confusione in qualcosa di autentico e potente.
Commenta l'artista a proposito del brano: "Entropia è un viaggio sonoro tra i mondi musicali che più mi affascinano e caratterizzano da sempre la mia ricerca musicale e divulgativa: il jazz e l'hip hop, due emisferi solo in apparenza inconciliabili e distanti, ma che in realtà presentano innumerevoli punti in comune. Fin dal mio primo album 'Early 17' ho raccontato come l'hip hop sia nato direttamente grazie alle influenze sonore derivanti dal mondo del jazz, e anche l'incontro con Willie Peyote è avvenuto proprio su questa fascinazione reciproca verso il mondo dell'altro, che ha portato alla nascita di questo brano in cui le sonorità del jazz contemporaneo incontrano le barre di uno degli artisti più rispettati e affermati nel panorama hip hop italiano. La produzione, realizzata nel mio home-studio bolognese durante dei caldi giorni di agosto e perfezionata nello studio milanese, è caratterizzata da patine di sonorità elettroniche che arricchiscono gli interessanti movimenti armonici, che gli studi e la pratica del jazz mi permettono di inserire anche in questo brano, mantenendo le contaminazioni che legano il jazz ad altri generi e che hanno caratterizzato i brani dei miei tre precedenti album, sempre per raccontare che il jazz è una musica per tutti".
Biografia
Francesco Cavestri (classe 2003), pianista, compositore e divulgatore. Studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a pieni voti a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna. Negli USA studia e vince due borse di studio al Berklee College of music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, vincendo una borsa di studio anche alla New School di New York. La sua discografia è composta da 3 album: un album di esordio pubblicato nel 2022 con 9 inediti intitolato "Early 17" (il cui titolo deriva dall'età in cui l'album è stato ideato e registrato) con feat del grande trombettista Fabrizio Bosso. Il secondo album, dal titolo "IKI - Bellezza Ispiratrice", è uscito il 19 gennaio, distribuito da Universal Music Italia, e presenta la collaborazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale: Paolo Fresu. Il terzo album, uscito il 16 febbraio 2024, dal titolo "Una Morte da Mediano" raccoglie una colonna sonora che Cavestri ha registrato per un progetto Rai Play sound.
Gli album verranno presentati con un tour italiano a partire dalla primavera del 2024, con la data inaugurale al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024. Cavestri si è inoltre esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, lo Smalls Jazz Club di New York, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz a Berchidda, il festival JazzMi con due eventi alla Triennale di Milano: concerto in trio in Teatro Triennale e laboratorio in Sala Agorà).
A gennaio 2024 Cavestri ha inoltre ricevuto un ulteriore importante riconoscimento, venendo premiato come il più giovane tra i nuovi talenti del 2023 dall'autorevole rivista Musica Jazz.
Il 14 aprile ha aperto il tour del suo ultimo album "IKI – Bellezza Ispiratrice" registrando il sold out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con un altro successo all'Alexanderplatz Jazz Club di Roma. Il tour è poi proseguito con altri appuntamenti in giro per la penisola (Festival AmbriaJazz in Valtellina, Entroterre Festival, Luglio Musicale Trapanese, Piano City Milano, Bologna Estate, ecc...) e arriverà anche all'estero, segnando il debutto fuori dall'Italia del giovane pianista-compositore bolognese.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile 2024, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
A settembre 2024, Francesco Cavestri ha avviato una collaborazione con Steinway & Sons Italia, suonando per diversi eventi organizzati dalla sede italiana che lo storico marchio di pianoforti ha aperto a Milano e diventando Spirio Ambassador.
Il 31 ottobre 2024 si è esibito con un concerto per JazzMi nel Teatro della Triennale di Milano con Willie Peyote, registrando il sold out con oltre un mese di anticipo. Durante la serata, Cavestri e Peyote hanno anche presentato il brano inedito realizzato insieme e di prossima uscita, mentre a fine novembre ha tenuto un concerto a Villa D'Este sul Lago di Como come apertura di una rassegna organizzata dal Blue Note di Milano.
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"Entropia" è il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote
Dal 24 gennaio 2025 sarà in rotazione radiofonica "Entropia", il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 21 gennaio.
"Entropia" è un brano composto da Francesco Cavestri in collaborazione con Willie Peyote. Il brano, che fonde il pop con forti influenze di jazz contemporaneo e hip hop — i generi di provenienza dei due artisti — è arricchito da sonorità elettroniche che ne caratterizzano la produzione. Il testo, metaforico e ricercato, esplora il tentativo di un artista di trovare un equilibrio tra l'amore per una persona e quello per la musica, con l'obiettivo di elevare la propria arte e crescere come individuo. La canzone riflette sul vuoto che emerge quando la magia di un momento si trasforma gradualmente in "entropia".
Qui il linkfire per il pre-save di "Entropia", Francesco Cavestri ft. Willie Peyote: https://cavestri.lnk.to/entropia
"Entropia" è una corsa senza sosta tra paure e speranze, dove l'armonia musicale e la forza narrativa dei due artisti accompagnano l'ascoltatore in un viaggio emotivo e ipnotico. È un invito a lasciarsi trasportare dalla musica, trasformando la confusione in qualcosa di autentico e potente.
Commenta l'artista a proposito del brano: "Entropia è un viaggio sonoro tra i mondi musicali che più mi affascinano e caratterizzano da sempre la mia ricerca musicale e divulgativa: il jazz e l'hip hop, due emisferi solo in apparenza inconciliabili e distanti, ma che in realtà presentano innumerevoli punti in comune. Fin dal mio primo album 'Early 17' ho raccontato come l'hip hop sia nato direttamente grazie alle influenze sonore derivanti dal mondo del jazz, e anche l'incontro con Willie Peyote è avvenuto proprio su questa fascinazione reciproca verso il mondo dell'altro, che ha portato alla nascita di questo brano in cui le sonorità del jazz contemporaneo incontrano le barre di uno degli artisti più rispettati e affermati nel panorama hip hop italiano. La produzione, realizzata nel mio home-studio bolognese durante dei caldi giorni di agosto e perfezionata nello studio milanese, è caratterizzata da patine di sonorità elettroniche che arricchiscono gli interessanti movimenti armonici, che gli studi e la pratica del jazz mi permettono di inserire anche in questo brano, mantenendo le contaminazioni che legano il jazz ad altri generi e che hanno caratterizzato i brani dei miei tre precedenti album, sempre per raccontare che il jazz è una musica per tutti".
Biografia
Francesco Cavestri (classe 2003), pianista, compositore e divulgatore. Studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a pieni voti a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna. Negli USA studia e vince due borse di studio al Berklee College of music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, vincendo una borsa di studio anche alla New School di New York. La sua discografia è composta da 3 album: un album di esordio pubblicato nel 2022 con 9 inediti intitolato "Early 17" (il cui titolo deriva dall'età in cui l'album è stato ideato e registrato) con feat del grande trombettista Fabrizio Bosso. Il secondo album, dal titolo "IKI - Bellezza Ispiratrice", è uscito il 19 gennaio, distribuito da Universal Music Italia, e presenta la collaborazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale: Paolo Fresu. Il terzo album, uscito il 16 febbraio 2024, dal titolo "Una Morte da Mediano" raccoglie una colonna sonora che Cavestri ha registrato per un progetto Rai Play sound.
Gli album verranno presentati con un tour italiano a partire dalla primavera del 2024, con la data inaugurale al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024. Cavestri si è inoltre esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, lo Smalls Jazz Club di New York, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz a Berchidda, il festival JazzMi con due eventi alla Triennale di Milano: concerto in trio in Teatro Triennale e laboratorio in Sala Agorà).
A gennaio 2024 Cavestri ha inoltre ricevuto un ulteriore importante riconoscimento, venendo premiato come il più giovane tra i nuovi talenti del 2023 dall'autorevole rivista Musica Jazz.
Il 14 aprile ha aperto il tour del suo ultimo album "IKI – Bellezza Ispiratrice" registrando il sold out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con un altro successo all'Alexanderplatz Jazz Club di Roma. Il tour è poi proseguito con altri appuntamenti in giro per la penisola (Festival AmbriaJazz in Valtellina, Entroterre Festival, Luglio Musicale Trapanese, Piano City Milano, Bologna Estate, ecc...) e arriverà anche all'estero, segnando il debutto fuori dall'Italia del giovane pianista-compositore bolognese.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile 2024, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
A settembre 2024, Francesco Cavestri ha avviato una collaborazione con Steinway & Sons Italia, suonando per diversi eventi organizzati dalla sede italiana che lo storico marchio di pianoforti ha aperto a Milano e diventando Spirio Ambassador.
Il 31 ottobre 2024 si è esibito con un concerto per JazzMi nel Teatro della Triennale di Milano con Willie Peyote, registrando il sold out con oltre un mese di anticipo. Durante la serata, Cavestri e Peyote hanno anche presentato il brano inedito realizzato insieme e di prossima uscita, mentre a fine novembre ha tenuto un concerto a Villa D'Este sul Lago di Como come apertura di una rassegna organizzata dal Blue Note di Milano.
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"Entropia" è il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote
Dal 24 gennaio 2025 sarà in rotazione radiofonica "Entropia", il nuovo singolo di Francesco Cavestri feat. Willie Peyote disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 21 gennaio.
"Entropia" è un brano composto da Francesco Cavestri in collaborazione con Willie Peyote. Il brano, che fonde il pop con forti influenze di jazz contemporaneo e hip hop — i generi di provenienza dei due artisti — è arricchito da sonorità elettroniche che ne caratterizzano la produzione. Il testo, metaforico e ricercato, esplora il tentativo di un artista di trovare un equilibrio tra l'amore per una persona e quello per la musica, con l'obiettivo di elevare la propria arte e crescere come individuo. La canzone riflette sul vuoto che emerge quando la magia di un momento si trasforma gradualmente in "entropia".
Qui il linkfire per il pre-save di "Entropia", Francesco Cavestri ft. Willie Peyote: https://cavestri.lnk.to/entropia
"Entropia" è una corsa senza sosta tra paure e speranze, dove l'armonia musicale e la forza narrativa dei due artisti accompagnano l'ascoltatore in un viaggio emotivo e ipnotico. È un invito a lasciarsi trasportare dalla musica, trasformando la confusione in qualcosa di autentico e potente.
Commenta l'artista a proposito del brano: "Entropia è un viaggio sonoro tra i mondi musicali che più mi affascinano e caratterizzano da sempre la mia ricerca musicale e divulgativa: il jazz e l'hip hop, due emisferi solo in apparenza inconciliabili e distanti, ma che in realtà presentano innumerevoli punti in comune. Fin dal mio primo album 'Early 17' ho raccontato come l'hip hop sia nato direttamente grazie alle influenze sonore derivanti dal mondo del jazz, e anche l'incontro con Willie Peyote è avvenuto proprio su questa fascinazione reciproca verso il mondo dell'altro, che ha portato alla nascita di questo brano in cui le sonorità del jazz contemporaneo incontrano le barre di uno degli artisti più rispettati e affermati nel panorama hip hop italiano. La produzione, realizzata nel mio home-studio bolognese durante dei caldi giorni di agosto e perfezionata nello studio milanese, è caratterizzata da patine di sonorità elettroniche che arricchiscono gli interessanti movimenti armonici, che gli studi e la pratica del jazz mi permettono di inserire anche in questo brano, mantenendo le contaminazioni che legano il jazz ad altri generi e che hanno caratterizzato i brani dei miei tre precedenti album, sempre per raccontare che il jazz è una musica per tutti".
Biografia
Francesco Cavestri (classe 2003), pianista, compositore e divulgatore. Studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a pieni voti a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna. Negli USA studia e vince due borse di studio al Berklee College of music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, vincendo una borsa di studio anche alla New School di New York. La sua discografia è composta da 3 album: un album di esordio pubblicato nel 2022 con 9 inediti intitolato "Early 17" (il cui titolo deriva dall'età in cui l'album è stato ideato e registrato) con feat del grande trombettista Fabrizio Bosso. Il secondo album, dal titolo "IKI - Bellezza Ispiratrice", è uscito il 19 gennaio, distribuito da Universal Music Italia, e presenta la collaborazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale: Paolo Fresu. Il terzo album, uscito il 16 febbraio 2024, dal titolo "Una Morte da Mediano" raccoglie una colonna sonora che Cavestri ha registrato per un progetto Rai Play sound.
Gli album verranno presentati con un tour italiano a partire dalla primavera del 2024, con la data inaugurale al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024. Cavestri si è inoltre esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, lo Smalls Jazz Club di New York, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz a Berchidda, il festival JazzMi con due eventi alla Triennale di Milano: concerto in trio in Teatro Triennale e laboratorio in Sala Agorà).
A gennaio 2024 Cavestri ha inoltre ricevuto un ulteriore importante riconoscimento, venendo premiato come il più giovane tra i nuovi talenti del 2023 dall'autorevole rivista Musica Jazz.
Il 14 aprile ha aperto il tour del suo ultimo album "IKI – Bellezza Ispiratrice" registrando il sold out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con un altro successo all'Alexanderplatz Jazz Club di Roma. Il tour è poi proseguito con altri appuntamenti in giro per la penisola (Festival AmbriaJazz in Valtellina, Entroterre Festival, Luglio Musicale Trapanese, Piano City Milano, Bologna Estate, ecc...) e arriverà anche all'estero, segnando il debutto fuori dall'Italia del giovane pianista-compositore bolognese.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile 2024, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
A settembre 2024, Francesco Cavestri ha avviato una collaborazione con Steinway & Sons Italia, suonando per diversi eventi organizzati dalla sede italiana che lo storico marchio di pianoforti ha aperto a Milano e diventando Spirio Ambassador.
Il 31 ottobre 2024 si è esibito con un concerto per JazzMi nel Teatro della Triennale di Milano con Willie Peyote, registrando il sold out con oltre un mese di anticipo. Durante la serata, Cavestri e Peyote hanno anche presentato il brano inedito realizzato insieme e di prossima uscita, mentre a fine novembre ha tenuto un concerto a Villa D'Este sul Lago di Como come apertura di una rassegna organizzata dal Blue Note di Milano.
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Il 2024 di Please Another Book
Il 2025 è iniziato da qualche giorno e io sono qui a chiedermi dove sia finito il 2024, che fine abbiano fatto tutti quei mesi di passi avanti, sacrifici, ansia e soddisfazione che mi sono scivolati dalle mani con la velocità del fulmine. Più ci penso più per me è strano realizzare che nell'età adulta il tempo vola, e diventa difficile afferrarlo e razionalizzarlo. Come sia possibile che sia scoccata la mezzanotte su un nuovo anno proprio non me lo so spiegare.
Il 2024 è stato un anno che mi ha sconvolto sotto molti punti di vista e che mi ha dimostrato quanto io riesca a cavarmela da sola. L'immensa idea di essere una persona indipendente che non chiede aiuto se non quando è proprio completamente messa alle strette, è più reale di quanto immaginavo. Avevo degli obiettivi per il 2024 e credo di essere riuscita a realizzarli. La conquista più grande sicuramente quella di avere un posto tutto mio in cui vivere, da piangermi e godermi da sola, ma che nessuno, in teoria può portarmi via. Tornare a "casa mia" in un modo che prima non potevo fare completamente, ha rivoluzionato il mio modo di pensare. Stento ancora a crederci, ma ce l'ho fatta. Capire come funzionano certe cose burocratiche, la ricerca ossessiva a pochi passi da dove ho vissuto negli ultimi otto anni, avere a che fare con tecnici e maestranze, avere l'ansia per qualsiasi cosa è diventato un po' più facile e un po' più difficile allo stesso tempo.
Nel 2024 non mi sono fermata neanche con il percorso che mi ha permesso non solo di perdere peso ma che ha cambiato completamente anche il mio approccio alla vita. Mi sono sempre considerata una persona pigra, che preferiva stare sul divano a leggere o oziare e invece mi sono riscoperta in grado di fare tante cose, fare i devil press con 20kg di pesi, camminare in montagna in condizioni anche precarie, passeggiare per chilometri senza sentire stanchezza, trasportare pacchi e pesi di vario genere per il trasloco senza soffrire. Essere attiva è in effetti una prova contro me stessa, il concretizzare il senso di sfida a fare di più e meglio, il formicolio alle gambe dello sforzo, le vertigini che cercano di fermarmi, le salite che spezzano il fiato, la sensazione di essere in cima alla vetta e di aver superato tutti gli ostacoli, la vittoria di aver sollevato quei pesi sopra la testa in equilibrio precario con il core attivato. Non riconoscere il mio corpo che cambia e vedere i vestiti che diventano più larghi e le taglie che tiro su nei negozi diminuire è un qualcosa che non ho ancora completamente accettato e sono qui che mi chiedo quando succederà davvero, quando non mi sentirò e non mi vedrò più come la persona che ero tre anni fa. Sto aspettando di rendermi conto che ora sono cambiata, che sono diversa, che il posto che occupo nello spazio fisico è diminuito, ma la mia testa mi dice ancora che non lo sono davvero, che basterà un niente per portarmi indietro, che ci vorrà pochissimo per distruggere tutto. Fare pace con me stessa e il mio corpo è forse uno degli obiettivi di quest'anno. Spero di farcela.
Gennaio comunque è iniziato con una Camminata nel parco della Mandria a Venaria, in un percorso piuttosto semplice, tutto in piano, ma mediamente lungo, che è già diventato tradizionale e che si è concluso con una incredibile zeppola alla crema ed è stato condito da chiacchiere e risate come al solito. Sono stata a Milano a visitare la prima mostra dell'anno, quella di Van Gogh al Mudec una mostra molto interessante su aspetti inediti del pittore olandese che mi ha messo ancora più voglia di visitare il museo a lui dedicato ad Amsterdam. Ma non è finita lì perché siamo state anche a visitare Mirò al Mastio della Cittadella dopo una fila chilometrica al freddo in una immersione di colori e suggestioni, nonostante le didascalie non sempre precisissime. Poi siamo stati anche a vedere Turner a Venaria uno dei miei artisti preferiti e io mi sono persa, rimasta in fondo alla compagnia, a contemplare estasiata e in silenzio "Ulisse che scernisce Polifemo", pazzesco, quei cieli pazzeschi dalle mille sfumature in cui perderci. Non poteva mancare un giro nel nostro spazio espositivo. Siamo state a visitare André Kertész alla Camera, una mostra molto bella. L'uso di un contrasto altissimo che mette in risalto i soggetti e sfuma lo sfondo e quelle distorsioni che squarciano la pellicola rendono le foto di Kertész di una forza molto interessante. D'altronde Henri Cartier-Bresson ha affermato che tutto quello che è stato fatto dopo era già stato fatto da Kertész.
A febbraio ho visitatoThe Circle a Gallerie d'Italia una mostra fotografica molto interessante su cosa si può fare per istituire un circolo virtuoso all'interno di industria, artigianato, produzione di energia, riciclo, riutilizzo, nella forma più perfetta che esista, il cerchio. Ingegno è possibilità per un futuro più sostenibile. Ma il vero evento è stato il viaggio delle Merendine al completo a Bruxelles. Di Bruxelles io parlo sempre con la nostalgia dei vent'anni e dell'Erasmus, una delle cose di cui parlo più spesso, perché quei sei mesi che ho passato lì hanno completamente cambiato me e la mia vita e forse tra i più felici di sempre. Dieci anni fa ( D I E C I A N N I C O S A? ) arrivavo per la prima volta in questa piazza, Grand Place, e me ne innamoravo a prima vista, con un trasporto che riconosco per poche altre città. Non immaginavo cosa sarebbe successo, quel progetto di protesi su cui ho perso la vista, la compagnia di persone che mi hanno donato tanto, il salto nel buio da sola lontana da casa per la prima volta, un'esperienza che è nel mio cuore e non se ne andrà più. Tornarci con le mie amiche poi è stato forse il regalo più bello di tutti, rivedere questi posti e ripercorrere i miei passi: mangiare di nuovo le patatine di piazza Flagey, bere la birra del Delirium, mangiare la carbonade, guardare lo skyline da Mons des Artes, visitare Saint Gilles e tutto il giro del Liberty che ho messo in piedi incrociando mille mappe e mille siti e innamorarmi di nuovo di Victor Horta. Bruxelles è bella come me la ricordavo e sono grata per esserci tornata e averla riconosciuta mia proprio come allora.
A febbraio abbiamo anche mantenuto la promessa con noi stesse e affrontato la tradizionale camminata alla Sacra di San Michele in un percorso che passando dai laghi di Avigliana ci ha fatto percorrere più di 40000 passi e ci ha lasciate abbastanza distrutte. Siamo anche state a visitare una mostra su Hayez alla GAM una selezione molto interessante delle opere dell'artista. Nato a Venezia nel 1791 ha viaggiato molto e si è poi stabilito poi a Milano dove ha lavorato alla maggior parte della sua produzione. Famosissimo per "Il Bacio", conservato alla pinacoteca di Brera, utilizzato tra l'altro per la pubblicità dei baci Perugina, è un autore eclettico influenzato da Tiziano, di cui richiama i colori. Sicuramente i soggetti lasciano sempre intendere altro, in primo piano sembra esserci una storia e sullo sfondo se ne richiama un'altra, come se l'ombra celasse un arcano da svelare. Dice e non dice in un gioco di prestigio in cui ogni gesto è un doppio che va osservato attentamente.
Anche marzo è stato un mese all'insegna dell'arte e delle visite, prima tra tutte quella a Casa Martini a Pessione molto interessante, è stato un po' come scoprire da zero qualcosa che conoscevi già ma di cui di fatti non sapevi niente. Magari sai cosa è un distillato ma non come si fa davvero il vermouth, poi lo assaggi e ritrovi quei sapori e quegli odori che ti sono rimasti appiccicati addosso durante la visita, e ti rendi conto che la riserva speciale con il nebbiolo forse è il tuo preferito, ma anche che fare aperitivo con le tue amiche sorseggiando un negroni non ha prezzo. Ma soprattutto sono stata a visitare Alphonse Mucha al Museo degli Innocenti a Firenze, di cui ho comprato anche il catalogo tanto me ne sono innamorata. Pensare che io ero stata da sola al museo di Mucha a Praga tanto lo amo. Se dovessi pensare ad un periodo storico in cui mi piacerebbe ritrovarmi forse sarebbe quello della Belle Epoque, dell'art nouveau, del liberty, di quello stile così particolare che ti resta nel cuore appena lo osservi. Mucha che con la sua maestria ha creato proprio lo stile Mucha è uno dei maestri indiscussi e questa mostra ne è la dimostrazione. Io innamorata come sempre, affascinata come non mai. Siamo anche andate alla mostra La Canestra di Caravaggio - segreti ed enigmi della natura morta ad Asti. Ammirare dal vivo la Canestra di Caravaggio è stata un po' un emozione ma tutta la mostra dedicata alla still life è stata una bella scoperta tra simbologia e particolari inediti. Curatissima nei pannelli e nella spiegazione, mi ha regalato moltissimi spunti, soprattutto il pensiero che un quadro all'apparenza così trascurabile abbia potuto cambiare le sorti di un soggetto fino a farne una vera e propria ricerca estetica. In mostra fino all'inizio di aprile grazie ai Musei di Asti è un'occasione da non perdere. Tra un giro e un altro alla fine ho anche inaugurato la stagione dei gelati con netto anticipo. Infine siamo state anche a visitare I Macchiaioli al Mastio della Cittadella e ci siamo immerse nel mondo della Macchia, in cui gli artisti ricostruiscono le loro impressioni "del vero dal vero" e le restituiscono allo spettatore con la maestria di un chiaroscuro intenso, emozioni palpitanti e soggetti poco convenzionali. In un momento in cui si iniziano ad affermare dipinti di vedute ritroviamo tra i soggetti dei Macchiaioli campi coltivati, animali, scorci di campagne, soggetti comuni, distinti tutti per la mano dell'artista che trasforma le macchie di colore in rappresentazioni in cui perdersi. Lasceranno presto lo spazio agli Impressionisti ma le loro opere esercitano ancora un fascino incredibile.
Ad aprile sono tornata a casa dei miei per Pasqua con cui a Pasquetta, siamo andati a visitare L'Aquila soprattutto l'area archeologica e la fontana dei 100 Cannelli oltre a Duomo, ma viaggiare con i miei mi da sempre la misura di quello che per me rappresenta visitare un posto. Mettersi in macchina e andare, così senza grosse idee, se non una vaga idea di cosa visitare, di cosa scoprire e poi lasciarsi trasportare dal flusso. Sono anche stata a Bologna per il compleanno della mia bellissima Lorena di Petrichor, in un weekend all'insegna del divertimento, con lei non si conosce noia e sono felice di mantenere con lei una delle amicizie più preziose che ho. Non è mancata neanche la tradizionale camminata del 25 aprile (si ok, abbiamo delle camminate che ripetiamo ogni anno negli stessi posti e negli stessi periodi storici, ok?) che è sempre il momento in cui ricaricarsi nel bel mezzo della primavera. A fine mese siamo anche state a visitare la mostra Gerda Taro & Robert Capa: la fotografia, l'amore, la guerra alla Camera. Di Robert Capa si conosce tantissimo mentre la figura di Gerda Taro è molto più misteriosa ma i due sono diventati famosi per i reportage sulla guerra civile spagnola, preludio della Seconda guerra mondiale. La mostra mega interessante mostra il ruolo cruciale della loro relazione per sviluppare la loro arte e emergere come fotografi e come reporter. La guerra e la vita, gli scatti ravvicinatissimi, il racconto serratissimo dei miliziani, il ruolo delle donne e l'impressione di essere lì, d'altronde Capa ha affermato che "se una foto non è venuta bene, non eri abbastanza vicino". Curatissima nell'esposizione e nella resa le mostre della Camera di riconfermano sempre mega interessanti.
Maggio è sempre il mio mese preferito, essendo quello del mio compleanno anche se quest'anno è stato caratterizzato da un lutto che non pensavo mai di vivere. Mentre stavamo pensando come continuare una camminata lungo l'anello verde che da Reaglie arriva a Sassi che ci aveva lasciato abbastanza sfinite per il fango che avevamo trovato lungo la strada, ho ricevuto una telefonata che mi ha spezzato le gambe e che mi ha fatto tornare a casa per essere vicina a una delle mie amiche più care. Abbiamo poi visitato la mostra Shinhanga a Palazzo Barolo. Il Giappone ha sempre un fascino particolare e anche se sono sempre irrimediabilmente attratta dalla Corea pure l'arte nipponica riesce ad attirarmi come una calamita. In un percorso tematico molto curato nello spazio espositivo di Palazzo Barolo le stampe giapponesi la fanno da padrone e anche se i ritratti non mi colpiscono mai particolarmente i paesaggi mi emozionano ogni volta. Se poi si mette insieme il blu, la luna e l'acqua allora sono una vittima molto facile. L'11 maggio abbiamo fatto una toccata e fuga al Salone del Libro di Torino. Inizialmente non avevo alcuna intenzione di andare ed ero già convinta che non ci avrei messo piede ma poi l'idea di salutare gli amici di Safarà ma soprattutto l'occasione di incontrare di nuovo Hoon Bae Myung grazie a Add Editore mi hanno fatto cambiare idea. Add Editore infatti ha portato l'autore coreano in tour per l'Italia a presentare In orbita la sua nuova raccolta di racconti e io non potevo lasciarmi scappare l'occasione per ascoltarlo parlare delle sue storie di fantascienza, di come il suo modo di approcciarsi all'estero sia cambiato anche grazie alla pubblicazione de La Torre e di come l'amore per la Corea si sta espandendo per il mondo grazie anche al kpop e ai kdrama. Devo ancora leggere il libro ma la presentazione è stata molto bella. Siamo anche state a visitare la mostra su Christina Mittermeier alle Gallerie d'Italia. Pensare che l'abbastanza sia uno stato mentale diventa concreto con le foto della fotografa messicana che cerca di salvare il mondo che vorrebbe lasciare al futuro. Persone, animali, habitat, luoghi che diventano l'immagine perfetta per trasmettere il suo messaggio. Mitty come viene amichevolmente chiamata non vuole riempirsi di scatti ma averne una manciata davvero concreta per parlare al mondo. Innamorata di quei colori e di quegli occhi che ti penetrano nel cuore. Bellissima.
Giugno ormai da tradizione uguale Open House Torino. Altro anno e altro giro, l'opportunità di scoprire meraviglie nella città in cui vivo è un dono inestimabile. Nonostante non abbiamo trovato posto nei luoghi che ci interessava prenotare (Campanile di Santa Zita prima o poi saliremo le tue scale) ci siamo avventurate ad esplorare: il 25 Verde un complesso condominiale arricchito da una marea di vegetazione e fauna e abbiamo visitato un appartamento del primo piano. Poi siamo passate nell'Orto botanico in cui ci siamo perse a fare foto a fiori, soprattutto le rose, e io un reportage completo di tutte le api che vedevo e ho visto un bombo! Siamo finite al Bluplex un appartamento con mille dettagli blu davvero molto interessante e che mi ha molto colpito per i dettagli e soprattutto per gli elettrodomestici (non ho fatto foto distratta dai lampadari e dalla sensazione di star galleggiando nel blu) E infine abbiamo visitato C'era una volta: un appartamento sulla cui volta è stato ritrovato un affresco, che è stato restaurato e incorporato nella ristrutturazione del bilocale. Un dettaglio dell'affresco con delle scimmie. Non pensavo che saremmo riuscite a vedere così tanto. Non potevamo di certo perderci Toulouse-Lautrec al Mastio della Cittadella. Questa mostra propone un punto di vista molto meno conosciuto sull'artista molto più conosciuto per le sue opere pubblicitarie di piena Belle Epoque che per Au Cirque una serie di disegni che rievocano i suoi ricordi di bambini e le sue esperienze sul mondo del circo. In un mondo tra l'onirico e il grottesco Toulouse-Lautrec appare molto meno patinato di come è solito apparire, ma assolutamente non meno interessante.
A luglio sono stata per un weekend a Perugia davvero rilassante a prendere il sole a bordo piscina e a rilassarmi e poi siamo state per la prima volta alla Nuvola Lavazza: il centro espositivo dedicato al famoso caffè allestito in una delle sedi storiche del marchio. Ovviamente ci siamo state per un tempo inconcepibile per il visitatore medio, nell'esplorazione minuziosa della famiglia Lavazza e siamo rimaste colpitissime dal cocktail della degustazione che completa il giro del museo. . Inoltre nell'ingresso della Nuvola era presente una mostra con alcuni poster delle copertine del The Torineser una rivista di finzione che si ispira al Newyorker, davvero molto bella, io ormai faccio il filo ad uno di questi poster con molto ardore.
Agosto, oltre ad una mostra dedicata Torino Anni '50 alla Fondazione Accorsi - Ometto con quadri dallo stile eclettico e molto moderno e ad una collezione di fotografie della Torino degli anni cinquanta, ha significato l'8 agosto firmare l'atto per la mia piccola casetta. La ricerca iniziata a fine maggio e concretizzata in un tempo davvero ridotto è stata un po' un colpo di fortuna. Ma sono entrata, quando era ancora un mezzo cantiere e me ne sono innamorata, c'era tantissima luce e io mi immaginavo lì, a viverci, la volevo. Tra un'ansia e un'altra che non sono proprio finite, ho preso possesso delle chiavi e durante le ferie ho iniziato il trasloco. Una settimana sono tornata dai miei, ma agosto non è coinciso con il riposo, ho cercato i primi mobili, e ho percorso chilometri da un appartamento all'altro a trasportare libri e oggetti che non mi servivano. La lettura è un hobby faticoso. Traslocare una spina del sangue che spero di non ripetere tanto a breve. Una delle cose più sfidanti che io abbia fatto.
Settembre mi ha visto ancora con i pacchi in mano, ma è stato anche il mese in cui ho visitato una mostra su Guercino a Palazzo Chiablese. Dedicare una mattinata ad una delle mie attività preferite: visitare una mostra di pittura da sola, fatto. La mostra prende la figura iconica del Guercino per raccontare il lavoro del pittore a 360°. Da un lato le sue opere, dall'altro il racconto della bottega, la sottolineatura di tutto quello che contribuiva a rendere un artista completo nel 1600. Dettagli interessanti come il Libro dei Conti in cui nella bottega del pittore di Cento si segnava tutto dai costi dei materiali ai committenti ai guadagni, al fatto che le maestranze si specializzassero nell'arte figurativa piuttosto che nelle nature morte. Veramente bella in una cornice particolare come quella di Palazzo Chiablese.
Ci siamo avventurate in una camminata al limite, in cui ad un certo punto non potevamo più tornare indietro, potevamo solo andare avanti sul crinale di una montagna con l'adrenalina a mille e la consapevolezza che prima o poi ne saremmo uscite. Siamo poi andate a visitare due mostre Margaret Bourke-White & Bar Stories alla Camera. Dalle opere del New Deal fino alle immagini di guerra, dalla Russia dall'India la fotografia della Bourke-White non lascia spazio a incertezze né a immaginazione. Piena di contrasti restituisce vivida l'immagine catturata nei momenti più impensabili, come per esempio agganciata ad un elicottero in volo. Veramente molto bella. La seconda era una mostra molto interessante che nasce dalla collaborazione tra il museo Campari e Magnum per un viaggio nel mondo del bar dal cocktail al caffè con al centro proprio il Campari.
Il 30 settembre ho lasciato il monolocale in cui ho vissuto i miei primi otto anni a Torino ed è stato molto complicato e molto bello allo stesso tempo, ho quindi iniziato ottobre a casa nuova (anche se dormivo lì già dal 29) senza cucina, ma con la speranza di riceverla in un tempo utile per non impazzire (spoiler no, ma sono sopravvissuta). Ne ho approfittato una sera per andare a vedere una collaborazione Mao x Mercato Centrale: l'esibizione di danza del gruppo coreano Gooseung una bellissima iniziativa che si articolava in due momenti: il primo in una sorta di processione che partiva dal MAO (il museo di arte orientale) e che si concludeva proprio al Mercato Centrale e poi lo spettacolo vero e proprio, in cui gli artisti si sono esibiti per lo più con tamburi in una danza shiamanica tradizionale, veramente veramente bella. Siamo anche state alla World Press Photo Torino a Palazzo Barolo, di cui non mi sono persa una edizione negli ultimi anni. Visitare questa mostra è sempre una pugnalata soprattutto perché ti espone alle conseguenze tangibili di tanti avvenimenti che accadono nel mondo su cui non ci soffermiamo e sui tanti che neanche ci raggiungono. Dal cambiamento climatico alle guerre, dalle discriminazioni alle malattie, questa esposizione di fotogiornalismo è una delle mie preferite dell'anno per la sua forza e il suo significato. Le immagini sono uno dei media più immediati che abbiamo a disposizione e sono fin troppi i giornalisti che ogni giorno rischiano tutto per documentare adeguatamente quello che sconvolge quotidianamente il mondo.
Novembre ci ha viste in un'altra camminata che non si è conclusa nei migliori dei modi e che ci ha fatto un po' rivalutare che cosa ci aspettiamo da queste esperienze nella natura e in montagna. Siamo anche state a vedere due mostre American Nature di Mitch Epstein & Arca di Antonio Biasiucci in Gallerie d'Italia. L'occhio di Epstein perso nei meandri dell'America più profonda tra alberi secolari, paesaggi industriali che fagocitano la natura viene restituito al visitatore con una stampa a pigmenti, un effetto in 3d e una sfilza infinita in cui perdersi, tra cui la conoscenza che le sequoie sono molto resistenti all'azione del fuoco. Biasiucci è un fotografo e un poeta, esplorare le sue foto a tratti inquietanti a tratti oniriche regala suggestioni veramente inaspettate. Immaginare prima di leggere le didascalie è un consiglio che mi sento di condividere. Il 19 novembre sono riuscita finalmente a prendere la residenza tra mille peripezie e poi siamo state a vedere la mostra su Berthe Morisot alla GAM. Nella nuova veste completamente ristrutturata, la GAM di Torino ospita una mostra dedicata a Berthe Morisot l'unica pittrice impressionista in combo con il palazzo Reale di Genova. Conosciuta ai più come modella di Manet e moglie del fratello, in realtà è una pittrice inquieta che incarna perfettamente lo spirito dei suoi tempi. Le pennellate che diventano sempre più fluide ritraggono soggetti della sua vita quotidiana: il marito, la figlia, le domestiche, i paesaggi intorno a lei. I colori delicati, il verde che sfuma nell'azzurro e quelle sfumature che richiamano le ninfee ma che poi delineano i tratti di una donna che si è fatta strada tra i più grandi pittori del suo tempo per affermarsi prima che come donna, moglie, madre, come pittrice. Prossima tappa, andare a Genova.
A dicembre siamo andate a visitare due Madonne con il bambino di Gentileschi e Van Dyck alle Gallerie d'Italia in confronto tra loro e in prestito da Palazzo Corsini. Dipinti a distanza di circa quindici anni tra loro, i due quadri costituiscono due diverse interpretazioni della cosiddetta “Madonna del latte”, davvero molto interessante. L'ultima mostra dell'anno invece è stata quella dedicata a Tina Modotti alla Camera. Sono le foto a parlare, anche per Tina Modotti o Tinissima come la chiamava sua madre. Una donna carismatica ed eclettica con una produzione ampissima e ancora per lo più sconosciuta. Esposta fin da piccola alla fotografia, è stata anche pittrice, modella e attrice e la sua vita è piena di aneddoti curiosi. Tra l'Europa e l'America ha descritto le peculiarità del Messico, in un modo di fotografare spontaneo che lasciasse spazio ad emozioni e al suo essere e sentire.
Per il 2025 ho molti progetti e molte aspettative, ma vorrei anche che fosse un anno di calma, il 2024 è stato pieno di cambiamenti, nel 2025 vorrei godermi i risultati di quei cambiamenti, vorrei trovare tempo per rilassarmi e per essere serena, quella serenità che soprattutto nell'ultima parte dell'anno ho stentato a trovare. Vorrei trovare un equilibrio tra i miei slanci e le mie introspezioni, vorrei essere più incisiva e meno titubante, vorrei fare pace con me stessa e con la mia propensione a criticare ogni aspetto di me. Spero di riuscirci, spero di arrivarci.
Per il blog e per le letture è stato un anno veramente brutto, forse l'anno in cui ho letto di meno, in cui mi sono impegnata meno, prendere un libro in mano è stato difficile, ho un po' ripreso ma ultimamente faccio davvero fatica. Vorrei impegnarmi un po' di più e soprattutto vorrei tornare ad essere un po' più costante nel postare recensioni, ne ho un sacco da scrivere devo solo trovare il tempo e la forza di volontà.
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La@collezioneramopresenta MILÀ DRAWING WEEK 2024 - dal 23 novembre a 1 desembre Exhibició generalitzada de dibuix modern i contemporani
Gratis de càrrec Tota la informació@milanodrawingweek
La Col·lecció Ramo presenta, del 23 de novembre a l'1 de desembre, la quarta edició de la SETMANA DE DIBUIX MILANO, l'esdeveniment anual dedicat al dibuix ia les obres en paper. Per nove giorni MILANO DRAWING WEEK coinvolge la città in un affondo mirat sul disegne modern i contemporani che pren forma in una costellazione di mostre diffuse nella città. Per l'occasione, la Collezione Ramo mette a disposizione vaig donar un circuit di gallerie i istituzioni milanesi una selezione di operi la seva carta di artisti italiani del XX secol. L'invito, rivolto a un artista per spazio, è quello di individuare una òpera della collezione i porla in dialogo amb la pròpia ricerca.
UNA PARTICIPA: Castell Sforzesco Cittadella degli Archivi Casa dels Artistes Galeria Apalazzo Ciaccia Levi Ex Elettrofònica Kaufmann repetto Galeria de teler Monica De Cárdenas Galeria Nashira Setanta Vint-i-dos Spazio Lima Vistamare
#MilanoDrawingWeek #MilanoDrawingWeek #MilanoDrawingWeek
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Fede Cheti
“Lavoro esclusivamente con donne, sono ottime collaboratrici, validissime, puntuali. Sì, sono femminista: al cento per cento; anche se possiedo una buona dose di femminilità e desidero non indurire il mio temperamento per una vita commerciale. Perché la donna, indubbiamente, può dedicarsi a qualsiasi attività ritenuta “maschile” senza perdere la propria femminilità. Ed oggi, in generale, è simpaticissima, emancipata, sa quello che vuole: abbiamo donne che possiamo portare ad esempio agli uomini”.
Fede Cheti, la signora dei tessuti, è stata un’artista e imprenditrice italiana.
Figura di rilievo nel panorama culturale e intellettuale del dopoguerra, ha creato tendenza e intrecciato la sua attività con il mondo dell’architettura e del design collaborando con artisti come Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Filippo de Pisis, Raymond Peynet, Mario Sironi, Giò Ponti e molti altri ancora.
Ha partecipato alla Triennale di Milano dal 1930 al 1957.
I suoi disegni e sperimentazioni hanno contribuito a creare il gusto dell’arredamento di interni dell’Italia degli anni Cinquanta.
Il tessuto a cui più è legato il suo nome è il cinz, cotone lucido con cui ha decorato importanti dimore e allestimenti museali.
Alla Triennale di Milano del 1954 aveva presentato una fibra sintetica nuova, trasparente come vetro filato, abbinata a fibre classiche. Tra i suoi stampati ne spiccava uno che ricordava la pittura di Chagall, vero esempio di perfezione della stampa su stoffa, per profondità di toni, delicatezza nei passaggi di colore e perfetta vividezza.
Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero esportando stile e eleganza italiani quando ancora non si parlava di made in Italy.
Nata a Savona il 10 novembre 1905 da Emanuele e Gemma Sanvenero, si era interessata all’arte tessile seguendo l’esempio della madre.
Dopo la morte del padre le due si erano trasferite a Milano, dove avviarono una attività artigianale che sperimentava tecniche di tessitura, di materiali e di disegni, creando stoffe per arredamenti.
Oltre ai disegni originali, col tempo, era passata ad acquistare i bozzetti da diversi artisti su cui imprimeva il suo marchio.
Nel 1936 ha fondato la sua ditta, iscritta alla Camera di commercio come scuola di tappeti e di tessitura.
Ha lavorato anche durante la seconda guerra mondiale utilizzando materiali autarchici. Dopo il conflitto la sua azienda è cresciuta notevolmente, riportando colore e morbidezza di tessuti nelle abitazioni. Si stima che, in quegli anni, si avvalesse di centocinquanta artigiane.
Le sue creazioni riconosciute per originalità, eleganza e funzionalità, erano molto apprezzate anche all’estero, ha avuto punti vendita in diverse città, tra cui New York e Parigi.
Ha ricevuto molti riconoscimenti, nel 1948 a New York ha partecipato all’importante mostra Italy at Work: Her Renaissance in Design Today.
Nel 1950 alla Biennale di Venezia i suoi tessuti artistici furono premiati con la medaglia d’oro e nel febbraio 1960, a Londra, è stata l’unica donna a partecipare ai festeggiamenti per il centenario dei grandi magazzini Sanderson, la più importante casa inglese per stoffe d’arredamento. Ha decorato anche interni d’automobili e famosi yacht.
Nel 1963 ha vinto la medaglia d’oro Indathren per la migliore composizione cromatica realizzata su sciantung di cotone, alla Permanente per la III Biennale del tessuto per l’arredamento e il mobile imbottito. Nello stesso anno ha partecipato alla mostra Il colore nell’arredamento, promossa dalle città di Venezia, Vicenza e Verona.
Nel 1965 le è stato assegnato il premio Città di Milano quale migliore artefice distintasi nel campo delle arti figurative.
È stata la prima donna eletta socia d’onore della UISTA, Unione italiana stampa tessile ed abbigliamento, nel 1970.
Creativa, insofferente, ansiosa di sapere, giramondo, ha conquistato fama internazionale con la sua società che le è sopravvissuta e continua a essere leader nel settore.
Ha lavorato fino all’ultimo istante. Si è spenta a Genova il 18 novembre 1978.
Presso la sede storica della ditta, in Via Manzoni 23 a Milano, è conservato l’archivio dei suoi disegni e stoffe. Alcuni suoi disegni come Luna e stelle e Bocca d’asse sono esposti al Philadelphia Museum of Art.
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aprile/maggio 2024 / LC Polittico dell'orto / solo show / a cura di Lorenzo Vatalaro / Casa degli Artisti, Milano
https://www.casadegliartisti.org/
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Milano: la casa d'aste parigina Artcurial ospita IN BRODO DI GIUGGIOLE
La casa d’aste parigina Artcurial ospita nella sua sede milanese una collettiva dedicata a quattro giovani artisti: Najsa Dishnica, Jingge Dong, Eric Pasino e Arvin Golrokh. Ad accomunare la poetica degli autori è la giuggiola, frutto dal sapore “sacro” in Medio Oriente e in questo caso simbolo della nostalgia per i rispettivi mondi, reali o personali, che affiorano fino alla…
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Enrico Castellati ha fatto centro
foto dell'Archivio Castellani
Quando più di mezzo secolo fa vidi per la prima volta tre delle sue tele (in casa di un grande gallerista, Carlo Grossetti, in via dei Piatti a Milano), insieme con qualche lavoro giovanile di Spagnulo, altri del dimenticato Hoinka e soprattutto quelli di Kolibal, mi sono immediatamente reso conto della capacità selettiva del Gallerista, del suo coraggio e della qualità del suo lavoro. Ero troppo timido per approfittarne, anche se a quell’indirizzo mi ci aveva spedito Pierre Restany (allora mi affacciavo cautamente al mondo dell’arte). La “vibrazione” di cui parla Vittorio Raschetti mi colpì già allora e non mi ha più abbandonato da quando in giro per il mondo incontro un lavoro di C (l’ultimo, p. e. da Lia Rumma a Milano (attualmente ancora in mostra): la grande tela che si mangia tranquillamente tutto quanto degli altri è stato esposto per documentare l’intramontabilità della Optical art.
Ma per quanto esauriente e molto vicino alla sensibilitù dell’artista V.R. ha detto tutto? Mi viene in mente che l’atteggiamento di attenzione che pone C in una qualsiasi delle sue tele potrebbe essere paragonato a quello di Flaubert sulla pagina da stampare (mai più di una al giorno, anzi spesso una a settimana) e per opposizione i lavori di un Bonalumi o di un Simeti, che per un certo tempo hanno diviso la scena con lui. E’ difficile aggiungere qualcosa al testo di Raschetti e allora perché intevenire? Tra l’altro, cosa deve fare un artista oltre a delimitare uno spazio e occuparlo come se fosse il mondo, il suo mondo, ma anche il nostro? Una lezione di rigore e di purezza, una lezione di Minimalità che è raro oggi incontrare: Il mondo in qualche centimetro quadrato, il mondo della tensione creativa, niente facili simbologie, niente interpretazioni astruse, niente elucubrazioni attraverso incubi personali, un mondo di linee e piccoli rilievi, di colori elementari bianco e grigio, un mondo aggredibile con gli strumenti a disposizione da sempre nel linguaggio elettivo, un mondo finalmente modesto, senza grandi voli pindarici (siamo artisti, dopo tutto, non pretendiamo di spostarlo più di tanto!): “il mondo in un cassetto”.
Ma è detto tutto? Quando, più o meno sempre mezzo secolo fa, incontrai la Natività di Piero della Francesca a Londra (N.G.) rimasi di stucco, in tutti i sensi: ne era rimasto solo poco più della metà, ma era bellissimo. Il tempo era intervenuto pesantemente e P.d F sarebbe svenuto a vedere come aveva ridotto la sua tela, ma per me conservava ancora tutta la sua forza.
Il Tempo; già, questo terribile signore delle nostre vite e soprattutto della nostra fine e purtroppo di quella delle persone e delle cose che amiamo. C’è il tempo nei lavori di C? Non il tempo esecutivo, non il tempo interno all’opera, intendo il tempo esterno, quello della vita, quello di Beuys, come quello di Opalka. Il tempo della sporcatura, quella del fattorino che sposta il tuo lavoro con le mani zozze, il tempo dell’usura, il giallo che insidia la superficie purissima del tuo bianco (di zinco, di titanio o addirittura d’argento?), il tempo giallo che ha ridotto le opere di Manzoni a pura teoria!
La questione è ardua, me ne rendo conto, ma mi piacerebbe una risposta da parte di Vittorio Raschetti.
Grazie
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Spettacoli teatrali a Napoli: Dignità Autonome di Prostituzione
Gli spettacoli teatrali a Napoli costituiscono una buona porzione dell'offerta culturale estiva. Anche quest'anno torna puntuale Dignità Autonome di Prostituzione. Il format ultradecennale unisce teatro, musica, prosa, poesia e danza in un mix che riscuote ogni anno grandissimo successo. In questi giorni è a Napoli in una cornice davvero suggestiva. Dignità Autonome di Prostituzione “Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto”. Potremmo riassumere in questa frase lo spirito di Dignità Autonome di Prostituzione, il grande spettacolo di musica, danza, teatro di prosa e poesia che va in scena nella prima “Casa chiusa dell’Arte”. Avete letto bene: la location dello spettacolo è un "Bordello dell’Arte" in cui gli spettatori, dopo la cerimonia di apertura, adescano o sono adescati dalle prostitute e prostituti/artisti. Parte quindi la contrattazione per stabilire il prezzo della prestazione e una volta raggiunto l'accordo l'artista porta il cliente/spettatore (solo o in gruppo) in un luogo appartato. Una stanza, un camerino, un bagno o un'auto o un ascensore dove dispenserà la sua pillola di piacere. Una performance che spazia dal teatro, alla musica o alla danza. Al termine della serata, il gestore della Casa Chiusa dell'Arte, "Papi" Melchionna, riunisce tutti, clienti e prostitute per un momento corale finale. Spettacoli teatrali a Napoli e non solo Il format è stato ideato 13 anni fa da Betta Cianchini e Luciano Melchionna. Partito da Napoli, ha percorso lo stivale in lungo e in largo, da Milano a Bari, da Torino a Lecce, da Firenze a Latina. E' approdato anche nella Repubblica di San Marino e in Spagna dove, nel 2011 e nel 2017, è stato presentato al "FITT Festival Internazionale di Tarragona". Le sue 48 edizioni e 400 repliche sono andate in scena in teatri convenzionali ma anche in location inconsuete. Una location suggestiva per uno spettacolo magico L'edizione "estiva" napoletana di Dignità Autonome di Prostituzione si svolgerà fino a domenica 14 luglio a Castel Sant'Elmo sulla collina di san martino al Vomero. La splendida Piazza d'armi sarà il punto di inizio e fine degli spettacoli. I prostituti/artisti accoglieranno i clienti/spettatori in giacca da camera o in vestaglia per dare inizio al gioco dell'adescamento. Sempre qui, la terrazza dalla vista mozzafiato, sarà il luogo del gran finale e del congedo. In copertina foto di Marta da Pixabay Read the full article
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13/6 Francesco Cavestri dal vivo a Roma
Dopo il sold out registrato al Blue Note di Milano, il concerto al Teatro Comunale di Gonzaga (MN) con Fabrizio Bosso e il premio IJVAS per la divulgazione del jazz ricevuto in occasione dell'International Jazz Day all'Auditorium Parco della Musica di Roma insieme ai grandi del Jazz italiano, Francesco Cavestri il 13 giugno ritorna a Roma per presentare la sua ultima uscita discografica "IKI - BELLEZZA ISPIRATRICE con un concerto in un luogo magico nel cuore dell'Urbe, il parco della Casa del Jazz in occasione del festival estivo Summertime.
Giovedì 13 giugno alle ore 22,00 il pianista compositore Francesco Cavestri (premiato come il più giovane tra i migliori Nuovi Talenti 2023 dalla Rivista Musica Jazz) presenta, nell'ambito del Festival estivo della Casa del Jazz "Summertime" i suoi ultimi lavori: "Early 17", uscito a marzo 2022 con la collaborazione di Fabrizio Bosso, e "IKI – Bellezza Ispiratrice", uscito a gennaio 2024, con la collaborazione di Paolo Fresu (ispirato alla filosofia giapponese, l'album mantiene come fulcro creativo il pianoforte, mescolandolo a patine di sonorità contemporanee, in un costante incontro di stili e generi a confronto, e vede la collaborazione di artisti del calibro di Paolo Fresu e Cleon Edwards, batterista americano già al fianco di Erykah Badu, Lauryn Hill e Cory Henry).
Nel parco della Casa del Jazz, Francesco Cavestri si presenterà con un trio d'eccezione under 30, formato da Riccardo Oliva al basso e Mattia Bassetti alla batteria, ovvero due tra i migliori strumentisti della nuova generazione italiana.
La serata spazierà dalla presentazione di brani originali scritti da Francesco Cavestri, presenti all'interno degli album pubblicati, fino ad arrivare a reinterpretazioni di giganti come John Coltrane, Ryuichi Sakamoto, Robert Glasper e Radiohead.
Per acquisto biglietti
L'acquisto del biglietto comprende anche il concerto di apertura tenuto dal sestetto di Giacomo Serino alle ore 21.
"Francesco ha una capacità musicale veramente impressionante. Un ragazzo giovane con una grande maturità che riversa nella musica, creando concerti bellissimi e dimostrando un grande interplay con gli altri musicisti […] progetti come quello di Francesco, mediati e respirati da un giovane come lui e che legano il jazz a generi come l'hip hop o la musica elettronica, sono il miglior modo per raccontare che il jazz è una musica per tutti." Paolo Fresu
Show-reel del concerto di Francesco Cavestri con Fabrizio Bosso al Teatro Comunale di Gonzaga (MN):
youtube
Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston.
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro.
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album "Una Morte da Mediano" il terzo album di Cavestri dopo "IKI - Bellezza Ispiratrice" è uscito in digitale il 16 aprile.
Ad aprile 2024 è partito il Tour "IKI - Bellezza Ispiratrice" toccando diverse città, tra le quali ricordiamo: Milano, Roma, Bologna, Trapani.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
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13/6 Francesco Cavestri dal vivo a Roma
Dopo il sold out registrato al Blue Note di Milano, il concerto al Teatro Comunale di Gonzaga (MN) con Fabrizio Bosso e il premio IJVAS per la divulgazione del jazz ricevuto in occasione dell'International Jazz Day all'Auditorium Parco della Musica di Roma insieme ai grandi del Jazz italiano, Francesco Cavestri il 13 giugno ritorna a Roma per presentare la sua ultima uscita discografica "IKI - BELLEZZA ISPIRATRICE con un concerto in un luogo magico nel cuore dell'Urbe, il parco della Casa del Jazz in occasione del festival estivo Summertime.
Giovedì 13 giugno alle ore 22,00 il pianista compositore Francesco Cavestri (premiato come il più giovane tra i migliori Nuovi Talenti 2023 dalla Rivista Musica Jazz) presenta, nell'ambito del Festival estivo della Casa del Jazz "Summertime" i suoi ultimi lavori: "Early 17", uscito a marzo 2022 con la collaborazione di Fabrizio Bosso, e "IKI – Bellezza Ispiratrice", uscito a gennaio 2024, con la collaborazione di Paolo Fresu (ispirato alla filosofia giapponese, l'album mantiene come fulcro creativo il pianoforte, mescolandolo a patine di sonorità contemporanee, in un costante incontro di stili e generi a confronto, e vede la collaborazione di artisti del calibro di Paolo Fresu e Cleon Edwards, batterista americano già al fianco di Erykah Badu, Lauryn Hill e Cory Henry).
Nel parco della Casa del Jazz, Francesco Cavestri si presenterà con un trio d'eccezione under 30, formato da Riccardo Oliva al basso e Mattia Bassetti alla batteria, ovvero due tra i migliori strumentisti della nuova generazione italiana.
La serata spazierà dalla presentazione di brani originali scritti da Francesco Cavestri, presenti all'interno degli album pubblicati, fino ad arrivare a reinterpretazioni di giganti come John Coltrane, Ryuichi Sakamoto, Robert Glasper e Radiohead.
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L'acquisto del biglietto comprende anche il concerto di apertura tenuto dal sestetto di Giacomo Serino alle ore 21.
"Francesco ha una capacità musicale veramente impressionante. Un ragazzo giovane con una grande maturità che riversa nella musica, creando concerti bellissimi e dimostrando un grande interplay con gli altri musicisti […] progetti come quello di Francesco, mediati e respirati da un giovane come lui e che legano il jazz a generi come l'hip hop o la musica elettronica, sono il miglior modo per raccontare che il jazz è una musica per tutti." Paolo Fresu
Show-reel del concerto di Francesco Cavestri con Fabrizio Bosso al Teatro Comunale di Gonzaga (MN):
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Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston.
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro.
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album "Una Morte da Mediano" il terzo album di Cavestri dopo "IKI - Bellezza Ispiratrice" è uscito in digitale il 16 aprile.
Ad aprile 2024 è partito il Tour "IKI - Bellezza Ispiratrice" toccando diverse città, tra le quali ricordiamo: Milano, Roma, Bologna, Trapani.
Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l'associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile, in occasione dell'International Jazz Day riconosciuto dall'Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.
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