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#Cartacei
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Voglio una poltrona rossa
È da qualche tempo che progetto uno spazio in cui parlare dei libri che leggo, delle abitudini di lettura e del mio problema con l'accumulo di volumi che voglio leggere ma a cui non riesco a stare dietro ai ritmi di crescita. Partiamo dal presupposto che leggere e comprare libri sono due attività correlate ma totalmente differenti.
Cosa voglio condividere qui?
Le paturnie che mi guidano verso la scelta del prossimo libro da leggere
Le lamentele per non riuscire (ancora) a leggere in inglese rapidamente come vorrei
Lodi sperticate dei libri che mi piaceranno
Borbottii e rimostranze per i libri che mi deluderanno
Altre cose varie ed eventuali, sempre correlate alla lettura
Voglio una poltrona rossa per creare un angolo di lettura in casa, ma ho finito gli angoli in casa quindi, finché qualcosa non cambierà, la poltrona rossa rimane un desiderio.
Leggo comunque, appena mi è possibile.
Al momento sto leggendo una raccolta di racconti crime di autori vari ambientati in Sardegna: Giallo Sardo, della Pickwick.
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Mi mancano poche pagine per finirlo e poi inizierò "Nessuno torna indietro" di Alba De Cèspedes, per un gruppo di lettura. Non so bene cosa aspettarmi. Io avevo votato per l'altro titolo proposto, "Margo ha problemi di soldi" di Rufi Thorpe. Mi interessava abbastanza, così l'ho prenotato in biblioteca. Un po' è una fortuna che abbia vinto l'altro libro. Un po' perché è già disponibile al prestito, mentre per quello di Thorpe devo aspettare (sono la sesta in coda!). Un po' perché mi spinge a uscire dalla mia confort zone e magari alla fine è una lettura che mi piace.
In inglese invece inizierò "It ends with us". Di base non è il mio genere di lettura preferito ma lo leggo in contemporanea con una cara amica bibliofila, una sorta di lettura condivisa. Sono spinta dalla FOMO perché è un libro molto popolare? Sì. Mi sono convinta perché leggendo in inglese mi alleno un po' a diventare un po' più fluente come piacerebbe a me? Anche.
Sul Kindle ho iniziato qualche tempo fa "Fragile Things", raccolta di racconti di Neil Gaiman, in inglese. Ma visto che il Kindle lo uso soprattutto a letto prima di andare a dormire, sto andando abbastanza a rilento. Arrivo a sera stanca e mi addormento abbastanza in fretta.
Il buon proposito è di leggere in inglese su carta e in italiano su Kindle ma poi mi lascio guidare dall'ispirazione (e dall'opportunità) del momento ed eccomi ancora qui a iniziare più libri contemporaneamente, mentre il tempo a disposizione è sempre lo stesso.
Leggere è un'attività intima e solitaria, ma poi sento fortissimo il bisogno di condividere ed esternare. Sono graditi opinioni, commenti, consigli. Non verranno tollerate aggressitivà e spam. Molto probabilmente questo blog sarà uno spazio di monologo interiore, ma va bene così.
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piccol0paradiso · 3 months
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Sono felicissima che usciranno finalmente tutti gli spin-off cartacei❤️‍🩹
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kyda · 3 months
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la mia maledizione: leggo gli ebook perché non sono abbastanza ricca per sostenere i miei ritmi di lettura e poi la maggior parte degli ebook che leggo mi piacciono così tanto che devo comunque comprarli cartacei
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gcorvetti · 6 months
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Sono ancora vivo.
Dopo aver superato il fine settimana di scontri frontali e diretti con lei, perché ci siamo tirati parecchia merda del periodo precedente al mio viaggio in Sicilia e ancora non penso sia finita. C'è un pò di gelo tra noi ma è normale, non sto a scrivervi i vari discorsi perché so cazzi mia, alla fine ci vorrà del tempo per avere qualcosa di nuovo, come avevamo pattuito, sono convinto che possiamo farcela, almeno ci stiamo provando.
Oggi però ho sistemato lo studio, con un setting ancora minimalista, cioè senza batteria, aspetto il pacco dove ci sono alcune cose per impostare un setup semi definitivo, semi perché ho sempre cambiato a seconda dell'esigenza del momento ma mi sa che dovrò decidermi cosa fare e quindi lasciare tutto come lo sistemo per parecchio. Ho iniziato anche a mandare CV, anzi sono tornato a mandarli, se vedo qualcosa che mi interessa molto ci vado direttamente, ma prima devo comprare la cartuccia del nero se no non posso stampare i curricula cartacei che saranno anni che non lo faccio.
Per il resto tutto nella norma, ho fatto già un paio di saune e oggi c'è anche il sole, quando sono arrivato Giovedì e Venerdì c'era la neve.
Basta così per oggi.
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mezzopieno-news · 4 months
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VINO GRATIS A CHI RINUNCIA AL CELLULARE AL RISTORANTE
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A Verona ha aperto da pochi giorni un ristorante dove ai clienti è proposto di rinunciare al cellulare per potersi godere appieno la serata e per favorire il dialogo. Si chiama ‘Al Condominio’ e all’entrata ha una serie di cassette adibite a custodire gli smartphone dei clienti che accettano la proposta, che non è comunque obbligatoria.
Il menù riporta la scritta: “Siamo lieti di offrire 1 bottiglia di Maia Wine Pinot Nero ad ogni coppia che sceglierà di riporre i propri smartphone nella nostra cassetta condominiale e 1 bottiglia ogni 4 persone per i gruppi”. Dopo un primo imbarazzo sono molti i clienti che accettano, circa un terzo, sono soprattutto i millennial (30 e 40enni). “Abbiamo tutti bisogno di rallentare, essere sempre raggiungibili e operativi porta all’esasperazione e può diventare una trappola per l’essere umano” raccontano i gestori del ristorante “La nostra proposta è ritrovare il tempo per raccontarsi a tavola, condividendo un momento di relax, vis -à -vis e senza interruzioni” aggiungono. Per essere coerenti, i gestori del locale hanno menù solo cartacei, senza alcun Qr Code e le recensioni possono essere fatte solo con carta e penna. Il ristorante punta a diventare una catena in tutta Italia, con lo stesso concetto di condominio dove ricominciare a conoscersi e a parlarsi.
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Fonte: Al Condominio; foto di Helena Lopes
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abr · 1 year
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Un grazie agli elettori di Fratelli d'Italia per avermi liberato dalla volgarità della Littizzetto - Vorrei fare non dico un mea culpa, non chiedetemi troppo, ma almeno un bagno di umiltà. Forse è troppo anche questo, con la superbia che mi ritrovo, ma vorrei almeno provarci. Alle ultime elezioni (come pure alle penultime, alle terzultime…) non ho votato. Sono rimasto nella mia torre ahimè non d’avorio (...).  Consapevole grazie all’Ecclesiaste della vanità del tutto, e grazie alla Politica di Aristotele e al Tramonto di Spengler della vanità del voto, non ho ritenuto di partecipare ai ludi cartacei.  Oggi tuttavia festeggio la liberazione dall’immensa volgarità di Luciana Littizzetto, l’emancipazione da un dominio di bassezze e malignità il cui pedaggio mi veniva estorto con la bolletta della luce, e sento di dover ringraziare chi quella domenica si è presentato ai seggi per votare Fratelli d’Italia. Vorrei ringraziarli uno a uno quegli elettori. (...). immenso Langone, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2023/05/17/news/un-grazie-agli-elettori-di-fratelli-d-italia-per-avermi-liberato-dalla-volgarita-della-littizzetto-5272810/
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alicesfeelings · 6 months
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La facilità con cui mi distraggo ogni volta nella lettura dice no ai libri cartacei ma sì agli audiolibri.
😁
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Paradossalmente nonostante abbia deciso di fermarmi con il cercare l'amore per un po' per poter guarire davvero il cuore ed essere pronta veramente ad amare in futuro ed essere amata realmente, mi sto circondando di libri rosa: romantico-divertenti sia cartacei che virtuali, forse è il mio sottile modo di non perdere la speranza, di convincermi che se anche personaggi così stravaganti sono riusciti a trovare l'amore della loro vita qualche speranza di non ritrovarmi sola e circondata da gatti o cani nel prossimo futuro c'è tutto sommato. Forse è il mio modo di sognare un po' d'amore nell'attesa, di non dimenticare le sensazioni che si provano, di non chiudere completamente il mio cuore a doppia mandata. Forse è il modo di riempire il vuoto di una persona da amare e che mi coccoli e ricambi tutto l'amore che gli darei, al posto di una persona mi faccio coccolare dalle pagine di un libro usato preso in un mercatino o dalle frasi racchiuse nei libri virtuali.
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deathshallbenomore · 11 months
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sto realizzando il Grande File Excel Con Tutti I Miei Libri: letti, da leggere, cartacei, digitali, audiolibri etc. poche volte mi sono sentita così risolta e in pace con me stessa
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tecnowiz · 1 year
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Come scaricare libri PDF in italiano gratis
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Se sei un appassionato di lettura e vuoi scoprire come scaricare libri PDF in italiano gratis, sei nel posto giusto. In questo articolo ti mostrerò alcuni siti web e applicazioni che ti permettono di accedere a migliaia di libri in formato digitale, senza spendere un centesimo. Che si tratti di classici della letteratura, saggi, romanzi, fumetti o manuali, troverai sicuramente qualcosa che fa per te.
Scopri i metodi migliori per scaricare legalmente libri elettronici in formato PDF gratis in lingua italiana. Siti web dedicati, biblioteche online e librerie digitali per ottenere ebook gratuiti da leggere sul tuo dispositivo.
Al giorno d'oggi sono disponibili online moltissimi libri in formato digitale PDF che possono essere scaricati gratuitamente. Vediamo quali sono i metodi migliori per ottenere libri in PDF gratis e legalmente.
Perché scaricare libri PDF in italiano gratis
Scaricare libri PDF in italiano gratis ha molti vantaggi, tra cui: - Puoi leggere ovunque e in qualsiasi momento, basta avere uno smartphone, un tablet o un e-reader. - Puoi risparmiare spazio e denaro, evitando di comprare e accumulare libri cartacei. - Puoi accedere a opere rare o introvabili, che magari non sono più in commercio o non sono mai state tradotte in italiano. - Puoi ampliare la tua cultura e il tuo vocabolario, scoprendo nuovi autori e generi letterari.
Dove scaricare libri PDF in italiano gratis
Esistono diversi modi per scaricare libri PDF in italiano gratis, ma non tutti sono legali e sicuri. Per evitare di incorrere in problemi legali o di infettare il tuo dispositivo con virus o malware, ti consiglio di usare solo fonti affidabili e autorizzate. Ecco alcune delle migliori: Project Gutenberg
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Project Gutenberg è uno dei più grandi e antichi archivi di libri digitali al mondo. Contiene oltre 60.000 libri in diverse lingue, tra cui l’italiano. Si tratta principalmente di opere di pubblico dominio, cioè quelle che non sono più protette da diritti d’autore. Puoi trovare libri di autori come Dante, Manzoni, Leopardi, Pirandello e molti altri. Puoi scaricare i libri in vari formati, tra cui il PDF, oppure leggerli online. Internet Archive
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Internet Archive è una biblioteca digitale che raccoglie milioni di documenti di vario tipo: libri, riviste, filmati, audio, software e siti web. Tra i libri, puoi trovare sia opere di pubblico dominio che opere protette da diritti d’autore, ma che sono state rese disponibili dagli autori o dagli editori per scopi educativi o di ricerca. Puoi scaricare i libri in vari formati, tra cui il PDF, oppure leggerli online. Open Library
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Open Library è un progetto collegato a Internet Archive, che mira a creare una pagina web per ogni libro mai pubblicato. Contiene oltre 20 milioni di libri in diverse lingue, tra cui l’italiano. Puoi trovare sia opere di pubblico dominio che opere protette da diritti d’autore, ma che sono state rese disponibili dagli autori o dagli editori per scopi educativi o di ricerca. Puoi scaricare i libri in vari formati, tra cui il PDF, oppure leggerli online. Google Libri
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Google Libri è il servizio di Google che ti permette di cercare e sfogliare milioni di libri in diverse lingue, tra cui l’italiano. Puoi trovare sia opere di pubblico dominio che opere protette da diritti d’autore, ma che sono state rese disponibili dagli autori o dagli editori per scopi educativi o di ricerca. Puoi scaricare i libri in vari formati, tra cui il PDF, oppure leggerli online. LibriVox
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LibriVox è un progetto che si occupa di produrre audiolibri gratuiti a partire da opere di pubblico dominio. Contiene oltre 15.000 audiolibri in diverse lingue, tra cui l’italiano. Puoi trovare audiolibri di autori come Boccaccio, Dumas, Verne, Wilde e molti altri. Puoi scaricare gli audiolibri in vari formati, tra cui il MP3, oppure ascoltarli online. Wikisource
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Wikisource è una biblioteca digitale che mette a disposizione migliaia di libri di pubblico dominio, liberamente scaricabili in formato PDF. Essendo libri il cui copyright è scaduto, possono essere letti e scaricati gratuitamente. Per trovare libri in italiano, basta utilizzare il campo di ricerca o sfogliare il catalogo per lingua selezionando "Italiano". I libri sono divisi per categoria. Per scaricarli in PDF, clicca sull'icona della stampante in alto a destra in ogni pagina. Verrà generato un file PDF completo, pronto per essere salvato e letto sul tuo dispositivo. I PDF sono di ottima qualità, con testo selezionabile e ricercabile. Europeana
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Europeana è la biblioteca digitale europea che raccoglie milioni di libri, immagini, video e audio da tutto il continente. Si tratta di un portale gestito dalla Commissione Europea contenente materiale liberamente accessibile. Per quanto riguarda i libri, Europeana mette a disposizione principalmente opere antiche in formato PDF previa registrazione gratuita al sito. È possibile cercare nel catalogo per titolo, autore o argomento e filtrare per lingua selezionando "Italiano". Cliccando sui risultati si accede alla scheda del libro, dove si trova il pulsante "Scarica" che genera il file PDF pronto per il download. I libri sono principalmente in lingua originale, quindi occorre una buona conoscenza delle lingue straniere. La Feltrinelli
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La famosa catena di librerie italiana Feltrinelli possiede un'ampia sezione del suo store online dedicata ai libri elettronici gratuiti. Questa sezione "Gratis" contiene centinaia di titoli liberamente scaricabili in formato PDF previa registrazione gratuita al sito. Per trovare libri gratis in italiano su Feltrinelli basta visitare la sezione "eBook gratis" e utilizzare i filtri di ricerca, selezionando la lingua "italiano". Si possono ulteriormente filtrare i risultati per categorie come narrativa, saggistica, manuali e molto altro. Cliccando sul libro che interessa si accede alla scheda prodotto dove è presente il pulsante "Scarica eBook", che genera il file PDF completo pronto per il download sul proprio dispositivo. I libri scaricabili gratuitamente sono sia classici che moderni. Mondadori
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Mondadori il più grande editore italiano, mette a disposizione centinaia di libri elettronici da scaricare gratuitamente tramite il suo negozio online. È sufficiente accedere alla sezione "Ebook gratis" del sito previa registrazione gratuita. Per trovare libri in italiano basta utilizzare i filtri di ricerca e selezionare la lingua "Italiano". In questo modo verranno mostrati solo gli ebook gratuiti in lingua italiana. Tramite i filtri è anche possibile affinare la ricerca per categorie editoriali e di genere. Cliccando su un libro si accede alla scheda prodotto dove è presente il pulsante "Scarica eBook", che consente di ottenere il file PDF completo da scaricare e leggere sul proprio dispositivo. La selezione include sia classici internazionali che opere di autori italiani moderni e contemporanei. Hoepli
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La casa editrice Hoepli possiede un vasto catalogo digitale di ebook scaricabili gratuitamente previa registrazione al sito. Per accedere ai libri gratis basta visitare la sezione "Libri gratuiti" dello store online. Per cercare libri in italiano è possibile utilizzare i filtri di ricerca avanzata, selezionando "Italiano" come lingua. In questo modo verranno mostrati solo gli ebook gratuiti in italiano. È possibile affinare ulteriormente la ricerca per collana editoriale, data di pubblicazione e genere letterario. Cliccando su un libro si apre la scheda prodotto con la copertina, la descrizione e il pulsante "Scarica eBook" che consente di ottenere il file PDF completo da leggere sul proprio dispositivo. La collezione gratuita di Hoepli comprende sia libri storici che moderni.
Conclusioni
Come hai visto, esistono diversi modi per scaricare libri PDF in italiano gratis. Ti ho mostrato alcuni dei migliori siti web e applicazioni che ti offrono un vasto catalogo di libri in formato digitale, senza violare la legge o mettere a rischio il tuo dispositivo. Ora non ti resta che scegliere il libro che ti interessa e iniziare a leggere. Buona lettura!
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida: Come scaricare libri PDF in italiano gratis. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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ritrosia · 2 years
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Sono diventata ciò che non avrei mai pensato di diventare ovvero: una persona che studia esclusivamente dal pc e non dai libri cartacei
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givemeanorigami · 2 years
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Oramai, il viaggio in treno per Milangeles non dovrebbe più preoccuparmi e invece eccomi qua, la sera prima, ad aver controllato settemila volte di aver preso tutto, di non aver perso né i biglietti cartacei né quelli digitali, il percorso da fare a piedi per arrivare in stazione dove prenderò un treno che arriva fin troppo in anticipo sull'Intercity per Milano, di aver caricato il caricabatterie portatile e di avere un libro con me.
Quando mi siederò sul treno mi rilasserò.
Forse.
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traceofaftersound · 2 years
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Cose che non si piegano alla pioggia e al vento di Iwate
A volte ritornano. Un po’ come il vento, che prima o poi torna a soffiare. Mi fa sorridere pensare che l’ultimo post che avrei voluto scrivere tre anni fa e che poi non si è mai concretizzato fosse proprio il resoconto del mio viaggio a Hanamaki, città natale dello scrittore Miyazawa Kenji, e che ora a farmi riesumare il blog sia esattamente il desiderio di raccontarvi com’è stato tornarci.
È successo di tutto nel frattempo: ho cambiato due lavori, mi sono convinto a farmi un account su Instagram (late to the party), ho curato due pubblicazioni (della prima vi parlavo qui, mentre la seconda, un'antologia di racconti di Miyazawa Kenji appunto, è il motivo che mi ha spinto a intraprendere questo secondo viaggio) e contribuito alla traduzione di altri due volumi, ho rotto un iPhone perdendo tutte le foto di cinque anni di vita giapponese (tra cui proprio quelle del mio precedente viaggio a Hanamaki 🤬), ho traslocato, ma soprattutto: il programmino di fotoritocco online che usavo per creare le foto del Nekomata ha tolto la possibilità di aggiungere una cornice in stile Polaroid tarpando completamente la mia creatività lol. Io lui lo porto sempre con me nei miei giri, ben intenso, ma ho smesso di fargli le foto perché se non posso metterci l’effetto Polaroid che senso ha. Non è il sentimento di vergogna che con i trent’anni è maturato in me, giuro, è proprio la disperazione di un pigro davanti all’idea di dover trovare un altro sistema per ottenere lo stesso risultato, cosa che probabilmente con una veloce ricerca su Google non mi sarebbe impossibile, ma sono un Capricorno semplice e detesto i cambiamenti.
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Capricorn spotted @Rinpoosha, il caffè gestito dagli eredi di Miyazawa Kenji ♑️✨ Fun fact: oltre a esporre svariati libri dello scrittore e opere a lui dedicate, vendeva addirittura la prima raccolta di racconti in italiano edita da Marsilio, che naturalmente avevo letto ma che non possedevo perché ai tempi mi era stata prestata, quindi sono finalmente riuscito ad accaparrarmela a un prezzo stracciato (la cifra riportata sulla copertina, usata per la conversione in yen, era ancora in lire lol). Siccome mi dispiaceva lasciarli orfani della seconda uscita (e avevo visto che avevano un tavolo con una gamba ballerina) gli ho lasciato giù anche una copia dell'antologia curata da me, se ci andate fatemi sapere se sta facendo il suo lavoro di stabilizzare il tavolino lol
A proposito di cambiamenti: mi sono perso il momento esatto in cui è successo, ma a un certo punto qualche settimana fa l’assordante frinire delle cicale giapponesi ha lasciato il posto al tranquillizzante canto dei grilli, segno che ormai l’estate è agli sgoccioli. Ascoltarlo mi mette addosso un po’ di malinconia mentre nei pressi della stazione di Tokyo (cosa ci fanno dei grilli qui? lol) cerco il parcheggio da cui partirà l’autobus notturno che per qualche oscura ragione penso ancora di avere l’età e il fisico per prendere. Arrivo a Iwate all’alba del giorno dopo, 17 settembre, e smonto a Kitakami, grossa stazione a dieci minuti di treno da Hanamaki, non grossa abbastanza perché abbiano introdotto l’innovativa tecnologia delle carte prepagate in sostituzione dei biglietti cartacei. La notizia mi viene data da un bigliettaio che mi avverte che “ancora non si può usare la carta prepagata”, io non so perché immagino che la frase prosegua con “perché è ancora presto”, gli chiedo da che ora si potrà scatenandone l’ira funesta: “No non si può usare e basta, comprati il biglietto”. Va bene obbedisco ma datti una calmata e modera i toni chessò tu sorella? Evidentemente il seguito della frase era “nonostante sia il 2022”.
Ritrovo Hanamaki quasi identica a come l'avevo salutata tre anni fa, quasi lo sapesse anche lei che i cambiamenti non mi mettono troppo a mio agio. Il nome di questo centro nella prefettura di Iwate, letteralmente 'rotolo/spirale di fiori' (花巻), probabilmente deriva da un altro carattere che si legge maki (牧) ma ha il significato di 'pascolo', e potrebbe addirittura celare un'origine ainu (パナ pana sta infatti a indicare il terreno pianeggiante a valle di un fiume). Sull'etimologia non me la sento di mettere la mano sul fuoco, ma quello che posso assicurarvi è che il 99% delle attrazioni di questa città verte intorno alla figura dello scrittore Miyazawa Kenji (1896-1933), a cui ha dato i natali. Personaggio unico all'interno della letteratura giapponese, fu autore di fiabe e poesie, ma anche agronomo, fervente praticante buddhista, appassionato di musica, mineralogia, ukiyoe ed esperanto. Nelle sue opere riuscì a far convivere il sapere scientifico e gli spunti religiosi, il folklore della sua terra e gli elementi autobiografici in una sintesi estremamente originale, anche se il riconoscimento del suo enorme valore letterario giunse solamente postumo. In vita, infatti, fu ignorato quando non apertamente dileggiato, un po' per il fatto che la maggior parte della sua produzione consistesse di fiabe e un po' per la sua marginalità geografica, ed è impressionante passeggiare per le strade di Hanamaki quasi novant'anni dopo la sua morte e vedere il suo nome, la sua silhouette e i personaggi dei suoi racconti nei nomi dei negozi, dei ristoranti, sulle panchine, nelle insegne.
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Normalmente tornare in un luogo che ho già visitato non mi entusiasma troppo, considerato che c'è ancora molto del Giappone che non ho ancora visto, ma avevo un debito di riconoscenza nei confronti di Hanamaki: ai tempi della mia prima visita, infatti, avevo appena cominciato a lavorare sulla traduzione di uno dei miei racconti preferiti di Miyazawa Kenji, "Matasaburō del vento" (風の又三郎 Kaze no Matasaburō), una proposta per la prima volta partita timidamente da me e che Marsilio Editori ha avuto la generosità di accogliere, e immergermi nel mondo dello scrittore mi aveva dato una grande motivazione a proseguire nel progetto. Continuando a studiare la figura di Kenji e imparando sempre di più su di lui e sulle sue opere, era sorto in me il desiderio di tornare a Hanamaki per vedere se avrei maggiormente apprezzato la città, e devo dire che avere un bagaglio di informazioni più ampio ha giocato il suo ruolo perché mi ero effettivamente lasciato sfuggire delle cose durante il mio primo viaggio. Per esempio, mi ero completamente perso la stele messa a indicare il luogo dove sorgeva la stamperia che produsse la prima raccolta di poesie autopubblicate di Kenji, "La primavera e gli Asura" (春と修羅 Haru to Shura), oggi un negozio di dolci.
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花(巻)より団子 🌸<🍡
Un'altra attrazione di cui non ero a conoscenza ai tempi della mia prima visita è la locomotiva SL Ginga, un treno a vapore ispirato a quello su cui viaggiano i protagonisti di una delle opere più famose di Kenji, "Una notte sul treno della Via Lattea" (銀河鉄道の夜 Ginga tetsudō no yoru). In servizio dal 1940 al 1972, è stata rimessa in funzione nel 2014 per coprire la tratta Hanamaki ⇔ Kamaishi e dall'aprile di quest'anno si poteva scegliere una data tra le due/tre disponibili ogni settimana per prenotare il proprio posto a sedere. Gli interni del treno sono molto curati e anche le stazioni in cui si ferma sono state ribattezzate con un secondo nome in esperanto, chiaro riferimento alla lingua studiata da Kenji, ma nonostante l'entusiasmo scaturito dall'essere a bordo di un omaggio letterario così ben congegnato, devo dire che le colonne di denso fumo nero che si levano dal camino della locomotiva che va effettivamente a carbone lo fanno sembrare più che altro un crimine ambientale, non proprio in linea con l'ecologismo sostenuto da Kenji. Ma d'altronde siamo nel paese dove i biscotti vengono incartati uno a uno nella plastica per evitare il fastidioso inconveniente che si rammolliscano con l'umidità, capisco che sia una battaglia persa in partenza lol
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「どこまでも続いてくGINGA GO 銀河で会いましょう」
"Continua all'infinito GINGA GO Incontriamoci nella Via Lattea"
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Il rainbow-washing colpisce anche la stazione di Hanamaki, il cui nome in esperanto è Cielarko (arcobaleno).
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La GIF qui sopra era a colori prima che lo SL Ginga la affumicasse.
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Il secondo nome della stazione di Shin-Hanamaki invece è "Stelaro" ("Costellazione"), un po' esperanto ma anche un po' deep Veneto.
Non so se valga come attenuante ma il mio contributo alla distruzione dell'ecosistema si à limitato a una stazione, giusto il tempo di arrivare a Shin-Hanamaki dove avrei preso un treno per Morioka, capoluogo della prefettura di Iwate. Due i miei obiettivi in quella zona: la fattoria Koiwai e la sede della casa editrice Kōgensha.
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La fattoria Koiwai (小岩井農場 Koiwai nōjō), fondata nel 1891, è una delle più grandi aziende agricole private del Giappone e tuttora vende il suo latte a quasi tutti i supermercati del Paese. Il nome deriva dalla combinazione del primo carattere cinese del cognome di ognuno dei tre fondatori (Ono Gishin 小野義眞, Iwasaki Yanosuke 岩崎彌之助 e Inoue Masaru 井上勝). I suoi silos, costruiti tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento con le tecniche più innovative dell'epoca mutuate dall'Europa, sono le strutture in mattoni più antiche del Giappone e sono state nominate Proprietà culturale nazionale tangibile. Miyazawa Kenji ne fu talmente colpito che oltre a citarla nelle sue opere - un esempio per tutti: "La foresta dei lupi e la foresta dei colini di bambù, la foresta dei ladri" (狼森と笊 森、盗森 Oinomori to Zarumori, Nusutomori), le dedicò anche un lungo poema.
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Iwate era talmente piena di libellule (mating season I guess..?) che nel momento in cui stavo immortalando il libro con la fattoria Koiwai sullo sfondo una di loro ci si è posata sopra, regalandomi uno scatto davvero kenjiano. Fun fact: uno degli antichi nomi del Giappone è Akitsushima, "l'isola delle libellule", perché si racconta che il primo imperatore del Paese, il mitologico Jinmu Tennō, si arrampicò su un'altura e paragonò la forma del suo regno a due libellule in amore.
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"A nord della fattoria Koiwai si trovano quattro foreste di pini neri. Quella più a sud è la foresta dei lupi, a seguire vi sono la foresta dei colini di bambù e la foresta dei pendii neri, e all'estremità settentrionale si trova la foresta dei ladri" (Miyazawa Kenji, "La foresta dei lupi e la foresta dei colini di bambù, la foresta dei ladri"). Con il mio proverbiale senso dell'orientamento non saprei dirvi se la direzione fosse effettivamente Sud ma Google Maps mi ha assicurato che quella all'orizzonte è proprio la foresta dei lupi 🐺
L'area complessiva ricoperta dalla fattoria è attraversata da una strada che divide la parte storica con le strutture antiche e le stalle da una più grande e nuova dove si trovano un piccolo museo, delle aree giochi per le famiglie e vari chioschetti e ristorantini. Devo dire che se visitare la parte più antica è stato molto emozionante dal momento che si riusciva anche a intravedere la famosa foresta dei lupi del racconto di Kenji, la parte nuova, nonostante (o forse proprio a causa di) quella sua atmosfera idilliaca e bucolica con i bambini che giocano nella natura e le mucche di plastica sparse qua e là a mo(o)' di mascotte, con la sua entrata sovrastata da un triangolo mi ha dato delle fortissime Midsommar vibes lol
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Can't unsee 👀
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Prima di lasciare Morioka per rientrare a Hanamaki, ho fatto una capatina alla sede della casa editrice Kōgensha, che nel 1924 pubblicò l'unica raccolta di fiabe edite finché Kenji era in vita, "Un ristorante pieno di richieste" (注文の多い料理店 Chūmon no ōi ryōriten). L'azienda attualmente si occupa di tutt'altro (vende articoli di artigianato), ma ospita un piccolo museo che contiene tra gli altri cimeli anche la prima edizione dell'antologia e degli appunti autografi (fra cui anche uno schema temporale degli eventi da sviluppare per la prima stesura di "Matasaburō del vento"). Nonostante l'attività sia molto cambiata da come doveva apparire negli anni Venti, devo dire che ha comunque tenuto a rendere onore al suo legame con lo scrittore con un enorme palazzone di fianco alla sede storica con il profilo di Kenji dimensione "L'attacco dei giganti" per nulla appariscente.
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A Hanamaki il trittico di attrazioni dedicate a Kenji, i Prue-Piper-e-Phoebe dello scrittore sono il Miyazawa Kenji Museum, il Miyazawa Kenji Ihatov Center e il Miyazawa Kenji Dōwa Mura (Fairytale Village). Il primo è un vero e proprio memoriale che fornisce ai visitatori un quadro molto sfaccettato della figura di Kenji, dividendo il percorso in cinque aree tematiche che ne esplorano alcuni aspetti cardine (scienza, arte, cosmo, religione e agricoltura). Se da un lato la presenza di così tante informazioni in uno spazio relativamente contenuto permette di cogliere la poliedricità dello scrittore, devo dire che la quantità di spunti potrebbe forse confondere i neofiti, ma la struttura vale sicuramente una visita non fosse altro che per la scalinata in legno che vi conduce, in cui ad ogni gradino è associata una sillaba della celeberrima poesia di Kenji "Non fragile alla pioggia..." (雨ニモマケズ Ame ni mo makezu), e il ristorante dall'eloquente nome di Wildcat House, mutuato appunto dal racconto "Un ristorante pieno di richieste".
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Potevo mai andare al memoriale di Kenji senza portarmi dietro il libro? In verità sì, avrei potuto, e ci saremmo evitati questo fallimentare tentativo di realizzare uno scatto promozionale lol
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Importunando la fauna locale 🐱
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Dimmi che sei italiano senza dirmi che sei italiano. Ora che ci penso tra l'altro ironico che un vicentino vada fino a Iwate in Giappone per mangiare al ristorante del gatto selvatico.
Il Miyazawa Kenji Ihatov Center, invece, è un piccolo spazio espositivo provvisto di un caffè, una ricca libreria e una saletta cinematografica dove vengono proiettati in loop degli anime tratti dalle opere di Kenji, e ospita spesso mostre legate allo scrittore (questa volta ce n'era una della calligrafa Sawamura Sumiko che aveva trascritto alcuni famosi passaggi dei racconti più noti).
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L'inconfondibile profilo di Miyazawa Kenji all'entrata dell'Ihatov Center; brani tratti dal racconto "Il bosco del Parco di Kenjū" esposti nel boschetto adiacente alla struttura; disclaimer della calligrafa che avverte che il testo è stato accorciato e "qui e là contiene errori, chiedo scusa a Kenji e a tutti voi" (lol?).
L'attrazione più giocosa è decisamente il Dōwa Mura (Fairytale Village), pensato principalmente per un pubblico di bambini che possano immergersi nel mondo dello scrittore visitando le sale colorate e decorate da oggetti che rimandano ai suoi racconti. Da fine luglio a inizio ottobre, tuttavia, nel vasto giardino della struttura vengono allestite delle luminarie molto suggestive ispirate al racconto "Le ghiande e il gatto selvatico" (どんぐりと山猫 Donguri to yamaneko) e riuscire a beccarle durante questa seconda visita è stato un vero e proprio colpo di fortuna.
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Trenino ispirato a quello su cui viaggiano i protagonisti di "Una notte sul treno della Via Lattea". Questo almeno non va a carbone lol
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"Il fenomeno chiamato "io" | consiste in un'illuminazione blu, | ipotetica lampada di corrente alternata organica | (la combinazione di tutti gli spiriti trasparenti). | Insieme ai paesaggi e a tutto il resto, | precipitosamente si accende e si spegne, | e di sicuro continuerà a brillare: | è un'illuminazione blu, lampada di corrente alternata del karma | (la luce resta, la sua lampada si perde)." (Miyazawa Kenji, "La primavera e gli Asura: Prologo")
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Ed è subito The Sims, così, tutto de botto.
Ultime due menzioni speciali: la "costa inglese" (イギリス海岸 Igirisu kaigan), nome con cui lo scrittore ribattezzò una zona lungo il fiume Kitakami che scorre attraverso la città di Hanamaki per la presenza di formazioni di argillite (ora non più visibili) che gli ricordavano quelle riscontrabili negli strapiombi inglesi; e la statua di Matasaburō del vento, realizzata dallo scultore Nakamura Shin'ya, troneggiante al centro di uno spiazzo destinato ai campeggiatori perso nel bel mezzo del nulla in cima a un pendio a un'ora di macchina da Hanamaki. Oltre al terreno per piantare le tende la struttura offriva delle pittoresche casette di legno dov'era possibile fermarsi non solo mezza giornata come ho fatto per questioni di tempo ma anche a dormire (purtroppo erano prenotate e non è stato possibile), e credo che effettivamente passare una notte nella foresta avrebbe potuto essere molto riposante per disintossicarsi dal logorio della vita moderna senza però rinunciare all'igiene personale tipo lol, anche perché non c'era veramente NIENTE a parte la statua di Matasaburō (che desideravo moltissimo vedere dopo aver persino pensato di proporla come copertina del volume, salvo poi innamorarmi delle opere di Higashiyama Kaii, che con il suo "Hakuba no Mori" non solo sintetizzava in una sola tela gli alberi e il cavallo che sono elementi spesso ripresi nelle copertine giapponesi di Matasaburō del vento, ma li ammantava anche di un'atmosfera fiabesca molto adatta al mondo di Kenji e usava uno dei suoi colori più rappresentativi, il blu).
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Grandissimo rimpianto di questo secondo viaggio: non essere riuscito a ritrovare il punto in cui i fiumi Kitakami (in foto) e Toyosawa confluiscono, che a quanto pare Kenji prese come modello per i due episodi ambientati al fiume all'interno di "Matasaburō del vento". Durante il mio primo viaggio ricordo che avevo falciato un canneto con la bicicletta per riuscire a fargli una foto (persa per sempre con la dipartita del precedente iPhone), ma stavolta a piedi non sono stato in grado di individuare il passaggio che permetteva di arrivarci e alla fine ho deciso di non rischiare l'osso del collo tra l'erba alta, altro incidente profeticamente presente nel racconto e forse non a caso lol
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"Accadde tutto proprio come negli antichi racconti. Davanti agli occhi di Kasuke, Matasaburō guardava il cielo in silenzio, le gambe distese. Sopra alla sua solita giacca grigio topo aveva indossato chissà quando un mantello di vetro. Inoltre, ai piedi calzava delle scarpe lucenti, in vetro anch’esse. Sulle sue spalle calava l’ombra bluastra del castagno, mentre la sua, dello stesso colore, cadeva a sua volta sull’erba. Il vento, intanto, soffiava sempre più furiosamente. Matasaburō non rideva né proferiva parola. Si limitava a fissare la volta celeste in silenzio con le sottili labbra ermeticamente serrate. D’improvviso, spiccò il volo con un balzo verso il cielo. La cappa di vetro brillò di una luce abbagliante." (Miyazawa Kenji, "Matasaburō del vento")
Rivedere i luoghi dove Miyazawa Kenji è nato, è vissuto, ha camminato tra la natura della sua Iwate (o Ihatov, come la ribattezzò lui trasfigurandola in un mondo immaginario dove tutto era possibile) e ha scritto molti dei suoi racconti dopo aver passato quasi tre anni a tradurlo e ad approfondire e studiare la sua vita e le sue opere è stata davvero un'esperienza preziosa, che nonostante rischiasse di non riservarmi lo stesso senso di sorpresa della prima visita, in realtà mi ha regalato molto di più, sia perché ho comunque aggiunto delle tappe che mi erano sfuggite nel primo viaggio ma anche perché una maggiore consapevolezza ha cambiato il mio sguardo. Era il lontano 2013 quando, durante il mio primo periodo di studi in Giappone a Ōsaka, lessi per la primissima volta l'intrigante incipit di "Matasaburō del vento", rimanendone così incuriosito da rendere il racconto l'oggetto del report finale del corso di letteratura che seguii l'anno successivo mentre studiavo a Kyōto, e mai mi sarei immaginato all'epoca che nel 2019 Marsilio avrebbe accettato la mia proposta di tradurlo in italiano insieme ad altri otto racconti che, dopo una lunga gestazione, finalmente hanno visto la luce nel luglio 2022, e che spero cavalcheranno il vento raggiungendo quanti più lettori italiani possibile per trasportarli nel mondo incantato di questo scrittore unico nel suo genere. Sono racconti solo apparentemente di facile lettura, in cui realtà diametralmente opposte come la scienza e la religione trovano un connubio perfetto, in cui l'elemento biografico e il folclore giapponese si amalgamano in maniera armoniosa, e in cui le passioni che animarono Miyazawa Kenji danno vita a un universo narrativo perturbante nel quale solo le fiabe con i loro archetipi possono trascinarci.
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Proprio quando pensavo che Hanamaki mi avesse donato tutto quello che poteva in questo viaggio, appena salito sul treno del ritorno fuori dal finestrino si è materializzato un arcobaleno, che già di per sé sarebbe bastato a rallegrarmi, ma che si è tinto di un significato ancora maggiore considerando quanto Kenji aveva scritto nella prefazione di "Un ristorante pieno di richieste": "Ho ricevuto tutti i miei racconti dall’arcobaleno o dalla luce della luna, in un bosco, in un prato o sulle rotaie della ferrovia". Grazie Hanamaki, non potevi regalarmi finale migliore 🌈
Vi lascio di seguito i riferimenti del libro, qualche recensione che ho trovato online e per chi fosse interessato anche una playlist dove ho raccolto alcuni brani che per un motivo o per l'altro hanno un legame con il mondo di Miyazawa Kenji e che ho ascoltato spesso mentre lavoravo al volume, anche perché Kenji stesso amava che la musica (senz'altro non questa ma shhh) accompagnasse la lettura dei suoi racconti. Sperando che possiate raggiungere anche voi Ihatov, se non fisicamente ora che da ottobre il Giappone riapre le frontiere (alla buon'ora!) almeno con la fantasia 🌬
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Matasaburō del vento e altri racconti - Marsilio Editori
Recensioni: Doppiozero - Miyazawa: solo i bambini sanno il segreto del vento Libroguerriero - "Matasaburo del vento" di Miyazawa Kenji (Marsilio) ilGiornale.it - Le favole buddhiste di Miyazawa Kenji fra Pascoli, Bergson e il cristianesimo Parliamone-books - Matasaburō del vento: buddhismo, tradizione, natura nei racconti di Miyazawa Kenji Videorecensione: Marianna Zanetta
Playlist: Matasaburō del Vento
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weekendance · 5 days
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Quale altro settore merceologico sarebbe ancora tenuto in vita dopo una perdita del 21% del fatturato in tre anni? Esatto, nessuno. “Nei primi sei mesi del 2024 l’aggregato delle testate quotidiane censite da ADS, nel giorno medio, ha complessivamente venduto un volume di 1,37 milioni di copie (numero che risulta sommando copie cartacee vendute nelle edicole, abbonamenti cartacei, abbonamenti digitali a prezzo intero oppure molto scontati – in questo caso tra il 10% e il 30% del prezzo intero)”.
“Rispetto ai primi sei mesi del 2023, quando le copie medie vendute erano state 1,48 milioni, la flessione è stata del 7,7%. Se guardiamo al 2021 (sempre i primi sei mesi) la flessione è stata del 21%”.
“Come era facile prevedere, nei primi sei mesi del 2024 il volume di venduto del canale edicola scende per la prima volta sotto il milione di copie: 942mila copie medie con una flessione sul 2023 dell’10%. Rispetto al 2021, la flessione delle vendite tramite edicola, è stata di 354mila copie medie (-27%). Se ipotizziamo una flessione costate su questi livelli del canale edicola, alla fine del decennio i quotidiani italiani avranno un volume di venduto intorno alle 500mila copie nel giorno medio: più o meno quelle vendute dal solo Corriere della Sera nel 2004”. MEDIASTORM
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lamerasperanza · 19 days
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Ateismo: sono ateo?
Da sempre raccolgo i miei pensieri su diari, siano essi digitali o cartacei. Da qualche mese ho iniziato a farlo in modo più serio: scrivere mi dà tanto piacere quanto il pensare. Forse perché pensare e scrivere vanno di pari passo. Così, da qualche tempo, scrivo regolarmente nel mio quaderno, il mio Journal. La prima riflessione che ho annotato si intitolava proprio così, con una domanda: "Ateismo: sono ateo?".
Mi è sembrato interessante iniziare questo blog con la stessa riflessione, quindi voglio ampliare il discorso.
Non ricordo esattamente quando mi sono posto questa domanda per la prima volta. Il mio rapporto con la religione, e più in generale con la spiritualità, è sempre stato un percorso di scoperta. Non ho mai deciso se credere o non credere: è stato con il tempo, conoscendo meglio me stesso, che ho capito cosa credo o non credo. Più che altro, ho scoperto a cosa non credo, per essere più precisi. Ma ci arriveremo con calma.
Dunque, posso definirmi ateo? Non ne sono sicuro, è una questione complessa. Provo a spiegarmi meglio: cercando "ateo" su Google, la definizione di Oxford Languages dice
Ateo Aggettivo Che nega l'esistenza di Dio.
Parto da qui. Il fatto che, per esistere, la posizione dell'ateismo necessiti di un Dio da negare. Senza credenti, non ci sarebbero quindi atei? Più o meno, non ne sono del tutto convinto. Ma non è questo il mio punto. Quello che mi chiedo è: nego l'esistenza di Dio? Non proprio. Quello che penso è che non ci sia nulla. Ma se non c'è nulla, non c'è nemmeno bisogno di negare che ci sia qualcosa. Se non c'è, non c'è e basta, non è che nego l'esistenza di qualcosa che, forse, per qualcuno c'è. Penso che non ci sia e basta. Non so, forse è solo un mio assurdo viaggio mentale, ma mi sembra che l'etichetta di "ateo" non riesca a racchiudere bene tutti i miei dubbi. Perché alla fine si tratta di questo: dubbi che spingono avanti la ricerca.
Andiamo avanti. Che cosa vuol dire che penso che non ci sia nulla? Forse non è vero che lo penso. È una semplificazione. Che cosa penso allora? Penso che di sicuro non ci sia un essere antropomorfo, vecchio e barbuto, alla fine del tempo, dotato di volontà propria, pronto a giudicare e decidere del destino dei mortali. Penso che questa sia una specie di superstizione. Quindi penso che non ci sia nulla? In realtà no. Penso che non ci sia questa cosa. Che cosa poi c'è, non lo so. Non lo so ancora, almeno.
Questo mi permette di arrivare al primo punto cruciale del mio ragionamento: non ho l'ardire di affermare che cosa sono. Conoscere se stessi è qualcosa di complesso e non voglio chiudermi dentro definizioni confinanti. Ora come ora, posso solo affermare ciò che non sono. E quello che ho scoperto è che non sono credente.
Ora, io sinceramente temo di non credere in nessuna religione (preferisco dire, in nessuna dottrina religiosa), ma non ne sono sicurissimo perché non conosco bene tutte le religioni. Quelle che conosco meglio (le varie dottrine cristiane) non mi convincono. Non mi sono affini, per motivi personali che forse un giorno racconterò. Immagino che ciò sia dovuto alla mia sensibilità personale riguardo queste dottrine. E, per quelle stesse motivazioni personali che ora non riporterò, temo proprio che non riuscirò mai ad aderire a una particolare dottrina. Le religioni sono interessanti e molto importanti. Si può imparare molto sul mondo e su sé stessi studiando bene, senza (troppi) pregiudizi, le varie dottrine religiose dei popoli umani, sia quelle tutt'oggi praticate, sia quelle antiche ormai quasi dimenticate. Se non ricordo male, anche Feuerbach sosteneva che proprio coloro che si definivano atei (io direi non credenti) avevano il dovere di interrogarsi circa la natura di Dio, per comprendere meglio la civiltà in cui si vive. Questo pensiero mi trova d'accordo.
Sostanzialmente, la risposta alla domanda iniziale è che il termine ateo non inquadra pienamente la mia visione. Quindi non sono del tutto ateo (si potrebbe dire che ho dei "tratti di ateismo"), ma sicuramente non sono credente.
Quindi, per ora, quello che ho capito è in che cosa non credo, in altri termini, che cosa non sono. Probabilmente, per un bel po', andrò avanti così: a definirmi per negazione.
Avrei ancora molto altro da dire, ma sono quasi le due del mattino. Avrei voluto iniziare a scrivere un breve racconto tre ore fa e invece mi sono ritrovato qui a parlare delle mie idee in ambito religioso. C'est la vie. Per oggi vi ho tediato abbastanza, però vi avevo avvisati: traggo molto piacere dalle mie cervellotiche elucubrazioni. Ormai dovreste aver capito che non scherzavo. In fondo, "penso, dunque sono" diceva un saggio amico del passato. Sono un essere pensante. Sì, credo proprio che sia l'unica definizione positiva che mi rispecchia pienamente.
A presto.
A. L.
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cresy · 2 months
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IL CALENDARIO SAGGIO
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