#Brigata Sassari
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Il generale Luciano Portolano nuovo capo di Stato Maggiore della Difesa
Il generale Luciano Portolano con il ministro Guido Crosetto Roma. Il Consiglio dei Ministri – su proposta del ministro della Difesa Guido Crosetto – ha approvato la nomina, quale nuovo capo di Stato Maggiore della Difesa, del generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, attuale segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli Armamenti. Succederà all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone…
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la telecronaca di repice sui due gol di italia-albania gasa tantissimo e torna il SIAMO AVANTI NOI
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“ Carismatico, coraggioso, indomito, Lussu è un figlio della Sardegna più profonda. Nato ad Armungia nel 1890, laureato in Giurisprudenza a Cagliari, amatissimo comandante della brigata Sassari (nella prima guerra mondiale ha ricevuto ben quattro medaglie dopo quattro anni di trincea per azioni sull’altipiano del Carso e della Bainsizza), ex deputato del Partito sardo d’azione, ha pagato cara, fin lì, la sua militanza, ma ha anche ottenuto una gran bella vittoria su un regime che sembra inattaccabile. Capelli e occhi neri, slanciato, elegante, occhiali dalla montatura di metallo, baffi e pizzetto, sguardo ironico e tagliente, in quel periodo si fa chiamare ‘Mister Mill’ e vive in clandestinità. Agli occhi dei giovani dell’epoca, lo dice Joyce stessa, è un personaggio leggendario, per le gesta in Sardegna e per la sua avventurosa fuga da Lipari. I fatti della Sardegna sono questi: la sera del primo novembre 1926, centinaia di fascisti hanno assediato la casa dell’avvocato Lussu. Non è un’azione isolata, è solo una delle rappresaglie che bande di fascisti organizzano in tutta Italia – devastando case, sedi di giornali, picchiando e assaltando – non appena si è diffusa la notizia dell’attentato fallito a Mussolini, avvenuto il giorno prima a Bologna per mano del sedicenne Anteo Zamboni. Lussu, che è un antifascista, ha partecipato alla secessione dell’Aventino dopo l’assassinio di Matteotti, è antimonarchico, ha lavorato a un progetto federalista-rivoluzionario per unire azionisti, repubblicani e socialisti, è nel mirino dei fascisti della sua città: l’ordine è di saccheggiarne la casa e linciarlo sul posto. L’organizzazione dell’assalto, nella sede del fascio, è durata tutta la giornata per cui c’è stato tempo e modo, per Lussu, di ricevere informazioni da voci amiche e preparare una reazione. Gli amici gli consigliano di scappare ma lui decide di restare in casa, situata nella piazza più centrale di Cagliari, lasciandola ben illuminata, «per dare un esempio di incitamento alla resistenza».
Scende in strada per vedere che succede, sente gli squilli di tromba che chiamano a raccolta i fascisti mentre la piazza si fa deserta. Risale, manda via la domestica. La città continua a serrarsi, i negozi abbassano le saracinesche, i cinema si svuotano. Al ristorante vicino casa dove va a pranzare, il cameriere – che è stato un suo soldato durante la guerra e ora è diventato fascista ma nutre ancora grande rispetto del capitano – lo scongiura di partire subito. La sentenza contro Lussu è stata emessa e lo sa tutta Cagliari. Persino gli inquilini del suo palazzo, tra cui un magistrato di Corte d’appello, si chiudono e tacciono terrorizzati. «Incominciai a preparare la difesa. Un fucile da caccia, due pistole da guerra, munizioni sufficienti. Due mazze ferrate dell’esercito austriaco, trofei di guerra, pendevano al muro». Due giovani amici e compagni si presentano per aiutarlo ma lui li congeda senza discutere. Spegne la luce e si avvicina alla finestra. Assiste alla devastazione della sede della tipografia del giornale «Il Corriere» all’angolo, poi a quella dello studio dell’avvocato Angius. Quindi risuona il grido «Abbasso Lussu! A morte!». È sorpreso di riconoscere tra gli assalitori persone che conosce bene, di cui è stato amico o compagno di scuola. La colonna si divide in tre parti e l’attacco arriva da tre punti: una squadra sfonda il portone e sale dalle scale, una cerca di entrare da un cortile sul retro, l’ultima si arrampica dai balconi. «Confesso che, nella mia vita, mi sono trovato in circostanze migliori. I clamori della piazza erano demoniaci. La massa incitava gli assalitori dalle finestre con tonalità di uragano». Lussu lancia un primo avviso, grida «Sono armato!» da dietro le persiane. Poi, mira e spara al primo che arriva sul balcone. Un giovane fascista, Battista Porrà, colpito a morte piomba giù, sul selciato della piazza. Gli altri scompaiono in un lampo. Nonostante lo svolgimento dei fatti dimostri la legittima difesa (e infatti verrà assolto) e nonostante l’immunità parlamentare, Lussu viene portato in carcere. Ci vorrà un anno prima di arrivare a sentenza ma l’ordine di scarcerazione immediata è seguito da un ordine di domicilio coatto. Lussu è condannato alla pena di cinque anni di confino per misure di ordine pubblico e definito «avversario incorreggibile del regime». “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 31-33.
#Joyce Lussu#La Sibilla#letture#leggere#biografie#Cagliari#Joyce Salvadori Lussu#Silvia Ballestra#Storia del '900#Lipari#intellettuali italiani del XX secolo#antifascismo#lotta partigiana#prima guerra mondiale#Emilio Lussu#Armungia#Sardegna#Partito sardo d’azione#Bainsizza#Benito Mussolini#antifascisti#Anteo Zamboni#federalismo#squadrismo#Aventino#anni '20#Giacomo Matteotti#Giustizia e Libertà#Resistenza#Carso
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Arditi della Brigata Sassari - Rotes Teufel IWW
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ESSERI FLOREALI
Unione Sarda, Articolo di Raffaella Venturi
[] PHARE-ONE [] Rugiada Cadoni Exhibition
a cura di Roberta Vanali - Allestimento Davide Gratziu Direttore Artistico Giovanni Coda
ⓉⒽⒺ ⓈⓄⒸⒾⒶⓁ ⒼⒶⓁⓁⒺⓇⓎ
EX CONVENTO DEI CAPPUCCINI Via Brigata Sassari 35, Quartu Sant'Elena
Associazione Culturale Labor - The Social Gallery V-Art Quartu Exposition - 2024 in collaborazione con Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Quartu Sant'Elena, Fondazione Sardegna Film Commission V-art Festival Internazionale Immagine d'Autore (29 ed)
#rugiadacadoni#art#soloshow#contemporaryart#unionesarda#robertavanali#thesocialgallery#quartusantelena#painting#conventodeicappuccini#exposition#phare one#jocoda#davidegratziu
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realising now my grandma used to lull me to sleep my humming the inno della brigata Sassari. no one in my family is from sardinia
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I just want to add reference to this tweet in particular, that the Israelis did this.
Between 10 and 11 October 2024, the Israeli army attacked three bases of the UNIFIL mission in Lebanon, including an Italian military contingent. An Italian UNIFIL base is still under Israeli attack. (I would like to specify that the Italian contingent attacked (the Brigata Sassari) was stationed in Lebanon at that time with the task of documenting the Israeli use of white phosphorus projectiles. In Italy we are currently wondering if this was the reason of this specific attack)
Two Indonesian peacekeepers were also injured in the attacks in recent days.
I really wonder what will happen now that Israel has hit UN bases more than once
Israelis being extremely normal people because they are mad the Irish peace corps won't leave Southern Lebanon
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ANDREA ANGELI (1956)
funzionario italiano ONU che, per primo nella Sarajevo assediata, si adoperò per trovare e mettere in salvo Rosaria Bartoletti
Andrea Angeli
Andrea Angeli nasce a Macerata il 6 dicembre 1956. Laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche, agisce, come funzionario italiano delle Nazioni Unite, in numerosi teatri di guerra tra cui Cile (durante il regime di Pinochet), Iraq, Namibia e Cambogia. I suoi gesti di coraggio e altruismo, oltre i limiti del proprio dovere, non hanno potuto essere documentati, dato l’ambiente proibitivo nel quale si sono realizzati, salvo un episodio, il salvataggio di Rosaria Bartoletti, 69 anni, ultima italiana rimasta a Sarajevo al tempo della Guerra in Bosnia ed Erzegovina. Nel libro di denuncia J’accuse l’Onu di Zlatko Dizdarevic e Gigi Riva, Angeli viene citato nella prefazione come uno dei pochissimi che, nonostante il mandato ambiguo e la guida malferma del contingente Onu, sono riusciti “a fare la differenza”.
Nell’inverno del ’93, l’ambasciata italiana a Belgrado cerca con insistenza quella che ritiene essere l’ultima cittadina italiana intrappolata a Sarajevo, Rosaria Bartoletti. Dopo alcuni vani tentativi affidati agli autisti della Cooperazione che sporadicamente scaricavano aiuti umanitari, il Console Mauro Conciatori fa recapitare ad Angeli una busta contenente 1000 marchi tedeschi, con l’incarico di consegnarla alla Bartoletti. La somma rientra nel contributo d’emergenza che il Ministero degli Esteri assegna a connazionali in particolarissime situazioni di disagio. Angeli non si tira indietro. Rintracciare una persona senza conoscerne l’indirizzo in una città di mezzo milione di abitanti sotto bombardamento, in cui non funzionano le linee telefoniche e dove i movimenti sono fortemente limitati per motivi di sicurezza, è un’impresa ardua. Angeli non si perde d’animo e mobilita tutti i possibili canali per scovare l’anziana signora. Si avventura in cunicoli, sottoscala e rifugi, dato che la zona da perlustrare si trova a ridosso del fronte, in balia dei cecchini e dell’artiglieria serba. Finalmente, rintraccia Rosaria in una casa nel centro della città. La donna originaria di Brescia, all’inizio della guerra in Bosnia, nell’aprile del ’92, era stata costretta a lasciare la sua casa distrutta dalle bombe, che si trovava sul fiume Miljacka, proprio sulla linea del fronte tra serbi e musulmani. Da allora, insieme ad altri coetanei sfollati, viveva in una cantina messa disposizione dalla sarajevese Kanita Focak, che da mesi provvedeva in qualche modo anche al loro sostentamento. Rosaria accoglie Angeli in lacrime e racconta che si è nutrita con quel poco che lei e la sua ospite bosniaca riuscivano ad ottenere dagli aiuti delle Nazioni Unite. Più volte in venti mesi aveva tentato di raggiungere il quartier generale dell’ONU, ma non era mai riuscita a superare i posti di blocco. Angeli si attiva per trovare qualcuno in Italia in grado di ospitarla e, una volta ultimate le pratiche per l’ammissione ai voli militari sulla rotta Sarajevo, concorda i dettagli per la nuova vita di Rosaria con una famiglia di Caltanisetta. Finalmente, il 5 febbraio del 1994, Rosaria riesce a tornare in Italia.
Andrea Angeli commenta l’esperienza così: “Riuscire ad identificare la casa non è stato facile, ma alla fine ce l'abbiamo fatta, con l'aiuto dell'Alto commissariato dell'Onu. Grazie ad un lasciapassare, Rosaria ha potuto raggiungere il quartier generale dell'Onu ed imbarcarsi sull'aereo militare tedesco impegnato nei voli umanitari”.
Il Comune di Ortona, nel 1996, assegna ad Angeli il Primo premio Internazionale San Tommaso Apostolo tra le Genti, per essere stato il primo funzionario italiano Onu a prestare servizio a Sarajevo durante la guerra. Nel 2009, ad Andrea Angeli ed al colonnello della Brigata Sassari Gianfranco Scalas è conferito il Premio Speciale Antonio Russo per la lunghissima attività di pubblica informazione in seno alle missioni di pace. Nel 2010, riceve la Menzione Speciale del Premio Pace Lombardia ed è nominato Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà.
Angeli - quale uomo di pace, come si legge nella motivazione - è Cittadino onorario di San Pietro Infine, comune a ridosso di Montecassino distrutto durante la Seconda guerra mondiale.
Il 14 marzo 2019 è stato onorato nel Giardino Virtuale del Monte Stella, con questa motivazione: Funzionario italiano delle Nazioni Unite ha operato in numerosi teatri di guerra. In particolare, nella Sarajevo assediata durante il conflitto balcanico, si è adoperato sotto i bombardamenti per ritrovare e mettere in salvo Rosaria Bartoletti, ultima italiana rimasta nella città bosniaca. Per questa ed altre azioni meritorie, ha ricevuto numerosi riconoscimenti.
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Unifigli
"Da tempo Hezbollah attacca Israele operando nei pressi delle basi Onu, sparando sul territorio israeliano e scavando tunnel nelle vicinanze delle suddette basi (...)". Da comunicato stampa dell'Ambasciata di Israele in Italia.
Film già visto a Gaza: sotto alla sede Unwra personale Unwra nascondeva ostaggi. Un super-classico Onu, trovarsi senza colpo ferire a "osservare" i massacratori di civili (vedi Srebrenica). Per decenni in questo caso.
Unifigli vi han sgamati, vi hanno anche avvisati: a meno che ora, dopo decenni si sonno, vogliate fare il vostro mestiere istituzionale di "Forza di Interposizione" ancorché a senso unico, con tutti i rischi annessi e connessi, beh adesso GAUTE DA SUTA (tradotto per gli elementi della Brigata Sassari ivi schierata: dadi a un'ala).
Nulla contro i militi italici, ci mancherebbe, anzi proprio per questo: togliersi da sotto fin che sono in tempo. E' chiaro da che parte dovrebbero stare ma ok, si tolgano e lascino pure fare ai più caxxuti. Se invece fino in fondo stan coi porconu, saran trattati da porconu.
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30 AGOSTO, 2014
MUORE A BOLZANO A 94 ANNI IL GENERALE DEI PARACADUTISTI FERRUCCIO BRANDI
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE NELLA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN (1942), NEL 1979 PADRINO DEL GIURAMENTO DEL 160° CORSO “PATRIA E DOVERE” DELL’ACCADEMIA MILITARE DI MODENA
Il Generale Ferruccio Brandi è stato un Generale italiano dei Paracadutisti, già distintosi come Ufficiale durante la seconda guerra mondiale, dove meritò la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Tra il 1969 e il 1973 fu il Generale Comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore".
Nacque a TRIESTE il 9 novembre 1920 figlio di Oscar e Virginia Malusà, e mentre era iscritto alla facoltà di economia e commercio dell'Università di TRIESTE, nel 1938 si arruolò come volontario nel Regio Esercito, in qualità di Allievo Ufficiale di complemento.
Nell'aprile 1939 fu promosso Aspirante, assegnato al 152º Reggimento fanteria "Sassari", venendo promosso al grado di Sottotenente nell'ottobre dello stesso anno.
Trattenuto in servizio attivo, nel 1940 frequentò il corso di paracadutismo a TARQUINIA, al termine del quale viene assegnato come Comandante del III° Plotone, 6ª Compagnia, II Battaglione del 187° Reggimento Paracadutisti.
Al seguito della Divisione Paracadutisti "Folgore" viene trasferito in AFRICA SETTENTRIONALE ITALIANA, dove combatte durante la BATTAGLIA di EL ALAMEIN.
Si distinse nei combattimenti di DEIR el MUNASSIB e QUOTA 187 (22 - 24 ottobre 1942) rimanendo gravemente ferito il giorno 24, colpito al volto da un proiettile di mitragliatrice.
Catturato dai britannici nel corso dei combattimenti, al termine della degenza presso il 9º Ospedale Generale del IL CAIRO fu trasferito in un campo di prigionia, rientrando in ITALIA nel marzo 1945 per continuare le cure.
Riprese a studiare ottenendo la Laurea in Economia e Commercio nel 1947, rientrando in servizio attivo presso l'Esercito Italiano nel marzo 1950, assegnato al 182º Reggimento fanteria "Garibaldi" in qualità di Capitano in servizio permanente effettivo.
Nel 1953 prese servizio presso il Comando Forze Interalleate Sud Europa, frequentando successivamente i corsi della Scuola di Guerra e dell'Istituto Stati Maggiori Interforze.
Nel 1963, mentre ricopriva l'incarico di Capo di Stato Maggiore della Brigata di fanteria "Avellino", viene trasferito a domanda, a PISA per ricoprire l'incarico di Capo di Stato Maggiore della Brigata Paracadutisti allora in fase di costituzione.
Tra il 1964 e il 1965 continuò a ricoprire tale incarico mentre il Comando della Brigata Paracadutisti veniva trasferito a LIVORNO.
Tra il 1966 e il 1967 ricoprì l'incarico di Comandante della Scuola Militare di Paracadutismo di PISA, e tra il 1968 e il 1969 quello di Comandante del 1º Reggimento Paracadutisti a LIVORNO.
Tra il 1969 e il 1975 fu Comandante della Brigata Paracadutisti "Folgore".
Nel novembre del 1971 prende parte all'aviolancio durante la sciagura della MELORIA, occupandosi poi della pietosa opera di recupero delle salme e all'assistenza dei familiari delle vittime.
L’8 aprile 1979 presenziò in Piazza Roma a MODENA alla cerimonia di Giuramento del 160° Corso “Patria e Dovere” dell’Accademia Militare come PADRINO del CORSO in rappresentanza dell’Istituto del Nastro Azzurro.
Dopo essersi congedato nel 1983 ricoprì ancora alti incarichi, come quello di Commissario per le Onoranze dei Caduti in Guerra e Presidente Onorario dell'Associazione Paracadutisti in congedo, fino a raggiungere il grado di Generale di Corpo d'Armata.
Si spense a 94 anni a BOLZANO il 30 agosto 2014 lasciando la moglie signora Frieda Fischnaller.
Era stato decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Comandante di plotone paracadutisti, attaccato da preponderanti forze corazzate, rincuorava ed incitava col suo eroico esempio i dipendenti a difendere a qualsiasi costo la posizione affidatagli. Sorpassato dai carri, raccolti i pochi superstiti, li guidava in furioso contrassalto, riuscendo a fare indietreggiare le fanterie avversarie seguite dai mezzi corazzati. Nuovamente attaccato da carri, con titanico valore, infliggeva ad essi gravi perdite ed, esaurite le munizioni anticarro, nello estremo tentativo di immobilizzarli, si lanciava contro uno di questi e con una bottiglia incendiaria lo metteva in fiamme. Nell’ardita impresa veniva colpito da raffica di mitragliatrice che gli distaccava la mandibola; dominando il dolore si ergeva fra i suoi uomini, e con la mandibola penzolante, orrendamente trasfigurato, con i gesti seguitava a dirigerli, e ad incitarli alla lotta, tra fondendo in essi il suo sublime eroismo. Col suo stoicismo e col suo elevato spirito combattivo salvava la posizione aspramente contesa e, protraendo la resistenza per più ore, oltre le umane possibilità, s’imponeva all’ammirazione dello stesso avversario. I suoi paracadutisti, ammirati e orgogliosi, chiesero per lui la più alta ricompensa. El Munassib (Africa Settentrionale), 24 ottobre 1942”
(DPR 11 aprile 1951)
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Sassari, altre 4 "Zone 30" in città: l'obiettivo favorire la circolazione di ciclisti e pedoni
Sassari, altre 4 "Zone 30" in città: l'obiettivo favorire la circolazione di ciclisti e pedoni. In questi giorni sono partiti i lavori per altre 4 "Zone 30", nell'ambito del progetto "Mobilità Sostenibile di Sassari Moss", programmati da tempo e finanziati con fondi ministeriali. L'obiettivo è favorire la circolazione di pedoni e ciclisti grazie a interventi per rallentare la velocità delle auto. Gli interventi riguardano le zone delimitate dalle vie Brigata Sassari, via Politeama, viale Umberto, via Bellieni, via Roma, via Asproni e corso Regina Margherita di Savoia (comparto A); dalle vie Asproni, via Roma, via Duca degli Abruzzi e viale Dante (comparto B); dalle vie Amendola, viale Italia, via De Nicola e viale san Pietro (comparto C); e infine il quarto, il comparto D, delimitato dalle vie Catalocchino, viale Dante, via Duca degli Abruzzi e via Napoli. Il progetto prevede interventi per potenziare la sicurezza, rallentando il traffico. Nelle vie interessate dagli ingressi, sarà creato un restringimento di carreggiata con resinature colorate sui lati e sarà inserito un "cuscino berlinese": un dissuasore di velocità, come quelli già realizzati in altre parti della città. In questi giorni, il Settore Infrastrutture della Mobilità sta inoltre provvedendo a una migliore organizzazione della sosta in via Marsiglia, come richiesto dal comitato di quartiere, mediante la rimodulazione degli stalli presenti che saranno tracciati in linea affiancati al marciapiedi. La precedente sistemazione obliqua, a causa della ridotta larghezza della carreggiata, stava infatti creando problematiche sulla viabilità veicolare, rischiando addirittura di impedire il passaggio dei mezzi di soccorso, oltre che su quella pedonale per effetto dell'invasione delle auto sul marciapiede.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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In Libano la Brigata Sassari al comando della Joint Task Force-Lebanon Sector West
Shama. Si è svolta nella base “Millevoi” di Shama, alla presenza dell’Under-Secretary-General for Peace Operations Jean-Pierre Lacroix, dell’Head of Mission and Force Commander di UNIFIL Lieutenant General Aroldo Lázaro Sáenz e delle autorità civili e militari locali, la cerimonia di avvicendamento al comando della Joint Task Force-Lebanon Sector West (JTF-L SW), componente operativa di UNIFIL…
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Bonificato un ordigno della seconda guerra mondiale
Gli artificieri del quinto reggimento genio guastatori della Brigata Sassari hanno bonificato un ordigno individuato sull’altopiano del Golgo, nell’entroterra di Baunei. Il residuato, risalente alla Seconda Guerra Mondiale e di fabbricazione italiana, è stato fatto brillare. L’intervento è stato particolarmente complesso per via del luogo in cui è stato ritrovato, una grotta di 30 metri…
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Giallo a Nuoro, autotrasportatore ucciso a Fonni in un agguato sotto casa
DIRETTA TV 8 Settembre 2023 Omicidio a Fonni, nel nuorese, dove Giovanni Mureddu, autotrasportatore di 49 anni, è stato freddato a colpi di pistola e fucile nei pressi della sua abitazione in in via Brigata Sassari. 0 CONDIVISIONI foto di repertorio Giallo a Fonni, in provincia di Nuoro, dove nella tarda serata di ieri Giovanni Mureddu, autotrasportatore di 49 anni, è stato ucciso a colpi di…
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[] PHARE-ONE [] Rugiada Cadoni Exhibition
a cura di Roberta Vanali - Allestimento Davide Gratziu Direttore Artistico Giovanni Coda
Vernissage 5 giugno 2024 h18:30
EX CONVENTO DEI CAPPUCCINI Via Brigata Sassari 35, Quartu Sant'Elena
ⓉⒽⒺ ⓈⓄⒸⒾⒶⓁ ⒼⒶⓁⓁⒺⓇⓎ Associazione Culturale Labor - The Social Gallery V-Art Quartu Exposition - 2024 in collaborazione con Regione Autonoma della Sardegna Comune di Quartu Sant'Elena Fondazione di Sardegna Fondazione Sardegna Film Commission V-art Festival Internazionale Immagine d'Autore (29 ed)
#RugiadaCadoni#PhareOne#RobertaVanali#TheSocialGallery#quartusantelena#soloshow#contemporaryart#painting#exhibit#JoCoda#DavideGratziu
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L’ex Poligono di tiro Bunnari, noto anche coi toponimi di Valle dei Ciclamini e Badde Olia, fu in uso all’Esercito Italiano, e nello specifico alla Brigata Sassari, fino a metà degli anni ’90. Fino ad allora si potevano squadrare i fanti espellersi in fila dalle caserme cittadine, fin sulla cresta e giù nella valle, carichi di esplosiva energia cameratesca.
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