#Bepi Romagnoni
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oldsardens · 19 days ago
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Bepi Romagnoni - Ferito. 1958
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guy60660 · 3 years ago
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Bepi Romagnoni | Grand Artist
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thunderstruck9 · 7 years ago
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Bepi Romagnoni (Italian, 1930-1964), Senza titolo, 1962. Mixed media and collage on paper, 60 x 47 cm.
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Aldo Carpi. Una vita salvata dall’arte
“C’è tanto male oggi nel mondo, tanto soffrire che dovrebbe l’artista diventare apportatore di pace e di gioia spirituale tra gli uomini; questo può fare l’artista, perch�� egli vede e sente ciò che gli altri non vedono e non sentono; l’artista può essere allora, nell’ombra che avvolge gli uomini, un segno di luce; anche la più piccola basterebbe” (Aldo Carpi. 1939).
Con queste parole l’artista milanese Aldo Carpi, nel dicembre del 1939, introduceva la propria mostra personale alla Galleria Gian Ferrari di Milano. Parole forti, che dimostrano una visione lucida e smaliziata di quello che si stava preparando nel mondo e che lui stesso avrebbe subito in prima persona, ma anche parole di speranza verso il potere salvifico dell’arte. Aldo Carpi De' Resmini nacque a Milano il 6 ottobre 1886. Mostrando sin da bambino una precoce attitudine artistica, a dodici anni prese lezioni dal pittore Stefano Bersani e sette anni più tardi frequentò all'Accademia di Brera i corsi di Cesare Tallone, insieme ad Achille Funi, Emilio Gola e Carlo Carrà.
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1-Carlo Carrà. Ritratto eseguito da Giacomo Manzù nel 1945. Fotografia [Archivio Aloi Biblioteca Comunale di Milano]; 2- Achille Funi. Riproduzione dell’autoritratto dell’autore. 1890 [Archivio Aloi Biblioteca Comunale di Milano]; 3- Emilio Gola. Autoritratto dall’Iconoteca G. Scheiwiller [Archivio Aloi Biblioteca Comunale di Milano]
Diplomatosi nel 1910 con il massimo dei voti alla scuola di nudo, due anni più tardi cominciò a esporre alle mostre di Brera e alla Biennale di Venezia, alla quale partecipò quasi ininterrottamente fino all’edizione del 1952. Allo scoppio del primo conflitto mondiale fu inviato in Albania, dove realizzò una serie di disegni che ritraevano la ritirata serba, raffigurando “dal vero” la tragedia della guerra in tutto il suo orrore. Una volta congedato, dal 1919 riprese a tempo pieno la sua attività di pittore: espose le sue opere presso prestigiose gallerie d’arte e sedi pubbliche milanesi (come il Circolo della Stampa, la Famiglia Meneghina, la Permanente e Palazzo Reale) e ottenne premi e riconoscimenti anche in ambito internazionale.
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4-Daniele Fontana. Aldo Carpi. Caricatura, carboncino acquarello. Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina-Società del Giardino. Immagine edita in: Milano e la sua memoria. Il teatro dialettale e le nuove acquisizioni bibliografiche, a cura di Marina Bonomelli, Milano, 2011
Nel 1930 gli venne assegnata la cattedra di pittura dell’Accademia di Brera. Insegnante generoso ed entusiasta, Carpi rispettava la libertà espressiva dei suoi allievi, le loro inclinazioni e la “dimensione personale” della loro arte, senza imporre dettami “circa il colore e la forma” (Aldo Carpi, testo di Leonardo Borgese, Milano, Amilcare Pizzi, s.d.). Egli stesso infatti amava sperimentare diverse tecniche artistiche, passando dalla pittura su tela all’affresco, dal disegno all’incisione, e si dilettava a cimentarsi in temi iconografici vari, dal ritratto al soggetto religioso e al paesaggio “attraverso l’eccellenza di uno stile originale” (Il Vangelo di Aldo Carpi. Le vetrate provenienti dalla Cappella delle Suore del Cenacolo donate al Museo Diocesano, a cura di Paolo Biscottini, Milano, Museo Diocesano, 2006).
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5-Aldo Carpi. Giovanna. 1925. Fotoriproduzione del dipinto.  [Archivio Aloi Biblioteca Comunale di Milano]; 6-Aldo Carpi. Autoritratto. Riproduzione fotografia incollata su cartoncino. Dalla iconoteca G. Scheiwiller.  [Archivio Aloi Biblioteca Comunale di Milano]; 7- Aldo Carpi. Signora in rosa  Fotoriproduzione del dipinto.  [Archivio Aloi Biblioteca Comunale di Milano]
Questo spiega l’unicità della sua arte e l’eterogeneità degli artisti che si formarono e lavorarono con lui: da quelli che aderirono a “Corrente”, come Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, e Aligi Sassu, al gruppo del “realismo esistenziale” degli ultimi anni cinquanta, come Bepi Romagnoni, Mino Ceretti e Giuseppe Banchieri, a molti altri non iscrivibili a un particolare movimento artistico del Novecento.
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8-Modulo inviato da Roberto Aloi all’artista per poter compilare la voce su di lui per il Dizionario degli artisti che stava preparando. Il modulo è interamente compilato da Aldo Carpi. [Archivio Aloi. Biblioteca Comunale di Milano]
Nel gennaio 1944 tuttavia la sua vita ebbe una svolta inaspettata. Un collega delatore informò i fascisti delle origini ebraiche del pittore: Carpi venne arrestato, condotto a San Vittore poi a Mauthausen e infine a Gusen, dove annotò su foglietti, che nascondeva in fondo alla tasca della sua tuta, uno sconvolgente diario fatto di frasi pigiate e tremanti. Aldo Carpi riuscì a salvarsi perché era un pittore. Era stato messo a lavorare nelle cave finché, per caso, non venne scoperto il suo talento da uno sei suoi aguzzini: i generali nazisti cominciarono a commissionargli dipinti e due medici polacchi gli permisero di rimanere in uno sgabuzzino dell’ospedale a dipingere: in un anno di lagher fu costretto a realizzare decine di quadri per i suoi carnefici, a tempera o ad olio, per lo più ritratti di parenti copiati dalle fotografie o paesaggi italiani disegnati “a memoria”. Dopo la liberazione persino i soldati americani lo trattennero alcune settimane per farsi fare dei ritratti.
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9-Aldo Carpi. Le fuggitive. 1939. Dipinto. Immagine edita in Aldo Carpi alla Galleria Gian Ferrari, Milano, 1940 [Archivio Aloi. Biblioteca Comunale di Milano]
Quando finalmente tornò a casa, per due giorni riversò addosso alla sua famiglia il ricordo di tutto l’orrore che aveva vissuto, poi non ne volle più parlare e non volle nemmeno più riprendere in mano quei foglietti. Sarà il figlio Pinin a occuparsene e a “ricucire insieme” i ricordi del padre per poi pubblicarli nel 1971 con il titolo “Diario di Gusen”, probabilmente l’unico esempio di diario uscito da un campo di concentramento.
Rientrato dalla guerra, dovettero trascorrere alcuni anni prima che Carpi provasse a raffigurare gli orrori del lagher. Scriveva infatti: “Riprendo e continuo la vita: nell’apparenza come prima, con lo stesso slancio, con lo stesso spirito. Così come noi tutti.Ma quanto siamo cambiati!…Non ho qui i miei ultimi lavori perché ho dovuto vagare troppo lontano, tra uomini sconosciuti ed oscuri. I miei ultimi lavori sono dentro il mio spirito nascosti. Domani vedremo.”
Realizzò poi una serie, intitolata Carabinieri, tesa a far riflettere sul tema del potere e sull’ingiustizia da esso generata. Nel frattempo era stato nominato direttore dell’Accademia di Brera con un’acclamazione pubblica che riconosceva in lui un esempio, “un maestro, nell’arte come nella vita”. Aldo Carpi visse altri vent’anni, dedicandosi all’arte e agli artisti con la stessa generosità che aveva contraddistinto la sua vita prima della guerra, ma con un nuovo stato d’animo di silenzioso e continuo lutto, perché quegli anni terribili lo avevano “umiliato e offeso, e con lui avevano umiliato e offeso atrocemente tanti uomini”.
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10-Riproduzioni fotografiche di opere di Aldo Carpi tratte da Il Vangelo di Aldo Carpi. Le vetrate provenienti dalla Cappella delle Suore del Cenacolo donate al Museo Diocesano, a cura di Paolo Biscottini, Milano, Museo Diocesano, 2006.
Quest’anno, per la giornata della memoria, vi proponiamo di riscoprire la figura di Aldo Carpi leggendo il suo diario,andando in cerca della sua arte e, se volete, riscoprendo alcuni appunti di Roberto Aloi su Carpi e gli artisti che si formarono con lui e con la sua arte.
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thatsbutterbaby · 7 years ago
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Bepi Romagnoni (1930 - 1964), Untitled, 1962.  Mixed technique and collage on paper applied on canvas, cm. 70 x 49.5. 
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kundst · 10 years ago
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Bepi Romagnoni (It. 1930-1964) ”Racconto” (1963) mixed media on canvas 100×100 cm. 
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culturame · 11 years ago
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LA TERRA SI MUOVE CON IL SENSO
Il Premio Suzzara, tra i più longevi in Italia per l’arte contemporanea, lancia la sua 48° edizione intitolata La terra si muove con il senso a cura di Paola Boccaletti, Elisabetta Modena e Marco Scotti.
Nell’ambito di una tradizione che parte dal lontano…
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thunderstruck9 · 8 years ago
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Bepi Romagnoni (Italian, 1930-1964), Racconto [Story], 1961. Oil and collage on canvas, 100 x 120 cm.
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thunderstruck9 · 7 years ago
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Bepi Romagnoni (Italian, 1930-1964), Senza titolo (Racconto), 1962. Collage and mixed media on paper laid on canvas, 48.5 x 68.5 cm.
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thunderstruck9 · 7 years ago
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Bepi Romagnoni (Italian, 1930-1964), Senza titolo, 1957. Oil on canvas, 64 x 79.5 cm.
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thunderstruck9 · 9 years ago
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Bepi Romagnoni (Italian, 1930-1964), Racconto [Story], 1962. Oil on paper laid down on canvas, 70 x 50 cm.
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thunderstruck9 · 10 years ago
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Bepi Romagnoni (Italian, 1930-1964), Racconto [Story], 1964. Oil on collage on canvas, 100 x 100 cm.
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