#Elisabetta Modena
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Alexandre Lareaux
Meet Alexandre Lareaux, my other main character in Shunted!(Character art made by a friend)
Basic Information:
Age: 24, 25 by the end of 2023. Birthday: August 26th. Star Sign: Virgo Nationality: Monégasque-Italian Height: 5'9 Nickname(s): il Prodigio, il Principe d'Italia e Monaco Team: Scuderia Rossetti Driver Number: 11 First Season in F1: 2017
History:
Alexandre Gianluca Henri Antoine Francesco Lareaux was born on August 26th, 1998 in Monaco. His mother Elisabetta was Italian, born and raised in Soliera, home of Scuderia Rossetti. His father Nicholas was Monégasque. Nicholas Lareaux was also a world-famous F1 driver, racing for Rossetti, which is where he met Alexandre's mother.
Alexandre's childhood was spent surrounded by Formula 1, whether it was being in his father's garage, or watching his father win on TV, or seeing another Driver's Championship trophy added to the trophy wall in their home. Racing wasn't a question of "if" for Alexandre's life, but "when."
By the time he was 4, his father had him in karts, and he was competing in championships across Europe as soon after as possible. When his father retired as the most accomplished driver in the sports history, 6 championships to his name, all the pressure landed on Alexandre. He had to carry on the Lareaux name, keep pushing, keep winning, keep his eyes focused on the target, get the F1 seat, win championships.
Nicholas made sure to carefully plan Alexandre's climb through the ranks, drafting his path to F1 and making sure it was as challenging as possible. Nicholas Lareaux knew what was best after all, and if Alexandre wasn't perfect, it wasn't acceptable. Failure wasn't an option. It was a given that he would race with Rossetti, and his father's history with the team did have its perks. When Alexandre began racing in the feeder series, he was picked up by the Rossetti Drivers Academy.
His break came when he won the F2 Drivers Championship with Corsa Vesuvio in 2016, signing his first F1 contract with Modena-Roth for the 2017 season. That first year he gave it his all, and he did well. When the end of the season rolled around, he was presented with an offer, a seat at Rossetti. Alexandre signed on immediately, proud that he'd finally got where he wanted — where his father wanted him to be, racing for Rossetti.
Alexandre hit the ground running at Rossetti, racing exceptionally well even though the pressure to perform was heavy, unbearable at times. Sometimes he thought that maybe all the expectations on him, from his father, from his team, from the fans, were too much, were misguided, he'd never admit it though. When the car didn't perform, when the strategy wasn't right or when he made a mistake, he felt the failure building, the failure that he couldn't afford to be.
It didn't matter though, because he was at Interlagos, it was the final race of the 2022 season, and he could win it all right here, get the championship and bring glory back to Rossetti. And that's where Shunted starts.
Alexandre's Helmet and Logo:
(Helmet art made by @emergncexit)
Character Playlist:
#He has daddy issues and I love him#isn't he so pretty?#f1#formula 1#formula one#f1 writing#f1 oc#f1 ocs#f1blr#f1 art#my ocs#oc#meet my oc#meet my ocs#original character#Spotify#DRS Universe#Alexandre Lareaux
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MetaPan: arte, musei e digitale
La pausa dalle attività del PAN | Palazzo delle Arti Napoli per lavori di ristrutturazione ha fornito l'occasione al Comune di Napoli per avviare un’iniziativa che permetterà al Museo di restare “aperto” e attivo nel metaverso. Il progetto digitale – finanziato dalla Città Metropolitana di Napoli e promosso dal Comune di Napoli in partnership con MEET Digital Culture Center, il Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale di Milano, riconosciuto nel 2023 come museo da Regione Lombardia – è curato da Maria Grazia Mattei, Fondatrice e Presidente di MEET e Valentino Catricalà, curatore d’arte contemporanea, con la supervisione tecnica dell’architetto Giuliano Bora, che ha realizzato lo spazio all’interno della piattaforma immersiva tridimensionale Spatial.io. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del programma Napoli Contemporanea, curato da Vincenzo Trione, consigliere del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per l’arte contemporanea e le attività museali. L’obiettivo è promuovere l’immagine del futuro Pan in una maniera fruibile dal pubblico attraverso una piattaforma digitale che permetta ad ogni visitatore, attraverso l’utilizzo di un avatar, di immergersi nell’universo delle immagini. Lo sviluppo del MetaPan come spazio di comunicazione internazionale è anche occasione di collaborazione con accademie e università, per mettere a punto strategie di promozione del museo fisico attraverso gli spazi virtuali. Oltre alle sale espositive, infatti, lo spazio ospita anche una conference room che accoglierà, tra aprile e luglio 2024, il primo ciclo di masterclass “MetaPan: Arte, Musei, Digitale”, che prevede 6 incontri della durata di un’ora e mezza ciascuno. Le lezioni, aperte al pubblico e a partecipazione gratuita, saranno tenute da alcuni tra i più importanti docenti ed esperti di arte e new media di rilievo nazionale ed internazionale –Francesco Spampinato, Professore di Storia dell’arte contemporanea, Università Alma Master Studiorum di Bologna; Andrea Pinotti, Professore di Estetica, Università Statale di Milano; Ruggero Eugeni, Professore di Semiotica dei media, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Elisabetta Modena, Ricercatrice in Storia dell’arte contemporanea, Università di Pavia. Uno degli appuntamenti sarà incentrato sull’arte digitale grazie alla partecipazione dei quattro artisti che sono al momento in esposizione con le loro opere nel MetaPan: Chiara Passa, Davide Quayola, Auriea Harvey e Bianco-Valente. Link d’accesso al MetaPan: https://tinyurl.com/mrxc7fsa Read the full article
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ex Allievi in evidenza: ROMA. CHI È IL GENERALE CARMINE MASIELLO,
NUOVO CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO
(Di Marco Battaglia su Formiche)
Il Consiglio dei ministri ha scelto il successore di Pietro Serino.
È Carmine Masiello, attuale sottocapo di Stato maggiore della Difesa.
A lui il compito di guidare l’Esercito nell’atteso processo di modernizzazione della Forza armata nel nuovo ambiente multidominio delle operazioni terrestri
Sarà il generale Carmine Masiello il nuovo capo di Stato maggiore dell’Esercito.
L’avvicendamento con il generale Pietro Serino avverrà nel giro di un paio di settimane, con la scadenza del mandato triennale (fissata al 27 febbraio).
La nomina da parte del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Guido Crosetto.
Sulla tabella di marcia di Serino il compito di guidare l’Esercito in un contesto complesso per la Difesa italiana, nel contrasto a minacce in rapida evoluzione, in vista soprattutto del processo di modernizzazione dei sistemi e delle dottrine dell’Esercito per il prossimo futuro, a partire dalla modernizzazione delle piattaforme e dei sistemi d’arma nel nuovo paradigma del multidominio.
Nato il 28 giugno 1963 a Casagiove, in provincia di Caserta, ha frequentato l’Accademia Militare di Modena con il 163° Corso "Lealtà".
Il generale Masiello è sottocapo di Stato maggiore della Difesa.
In precedenza è stato vice direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza dal 2018.
Dal 2016 al 2018 è stato consigliere militare del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ufficiale di artiglieria, ha iniziato la sua carriera nel 185º reggimento artiglieria paracadutisti Folgore. Tra gli incarichi svolti, è stato capo Ufficio generale del capo di Stato maggiore dell’Esercito dal 2011 al 2015, e successivamente della Difesa fino al 2016.
Tra i ruoli operativi, il generale Masiello ha comandato il Regional Command West in Afghanistan dall’aprile al settembre 2011, e la brigata paracadutisti Folgore, dove in precedenza aveva comandato il 185º Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi “Folgore”.
Masiello prenderà il posto del generale Serino (160° Corso "Patria e Dovere", arrivato a palazzo Esercito nel 2021, dopo tre anni come capo di gabinetto del ministro della Difesa da ottobre 2018, con Elisabetta Trenta e poi Lorenzo Guerini. Serino lascerà il vertice della Forza armata in un momento di profonda modernizzazione per l’intera Difesa italiana, e in particolare per la dimensione terrestre.
La guerra in Ucraina ha riportato l’attenzione sull’importanza che le forze di terra ancora rivestono all’interno della pianificazione operativa dei conflitti, ma le nuove tecnologie impiegate sui campi di battaglia dell’Europa orientale sottolineano al contempo l’importanza di avere messi terrestri moderni e dotati delle nuove tecnologie all’avanguardia per essere interconnessi e capaci di agire nel multidominio.
ESERCITO 4.0
Il generale Serino lascia in eredità anche il concept paper Esercito 4.0, presentato a settembre 2022, nel quale si indicano i prossimi passi per l’evoluzione della Forza armata.
“Lo scoppio di una guerra convenzionale a poche centinaia di chilometri dai nostri confini ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica la rinnovata esigenza di assicurare alla Difesa uno strumento terrestre credibile, efficace, pronto e, se necessario, in grado di combattere in ambienti in continua evoluzione”, spiega infatti l’ormai ex capo di Sme nel teso.
Il documento individua cinque macro-aree su cui concentrare risorse e impegno nel medio periodo: manovra a contatto,
in profondità
e nella terza dimensione,
difesa integrata
e logistica distribuita.
“Tale sviluppo non potrà prescindere dalla consapevolezza dell’ingresso ‘prepotente’ nella condotta delle operazioni dei nuovi domini cyber e spazio, nonché della combinazione di opportunità e insidie che li caratterizza”.
PROSSIMI PROGRAMMI
Tra principali programmi che dovranno essere portati avanti dal generale Masiello, spicca quello della modernizzazione della componente da combattimento pesante, dai mezzi corazzati per la fanteria fino ai carri armati. L’Italia, infatti, sta modernizzando i propri carri Ariete e a partire da quest’anno saranno acquistati i carri armati Leopard 2A8.
A questo si accompagna il progetto di sviluppo della futura generazione di piattaforme per veicoli blindati, tra le quali l’Mgcs (Main ground combat system) – progetto franco-tedesco dal quale l’Italia è rimasta finora esclusa ma sul quale ci sono da tempo gli interessi della Difesa e dell’industria di settore – nella consapevolezza, più volte segnalata anche dai vertici della Difesa, che nessun Paese europeo può farcela da solo quando si tratta di programmi d’armamento di prossima generazione.
Il livello tecnologico raggiunto da tutte le piattaforme, tra cui spicca la necessaria digitalizzazione e integrazione dei singoli sistemi all’interno del più grande e complesso scenario multidominio, richiedono infatti lo sforzo congiunto di più Paesi al fine di avere strumenti efficaci e sostenibili.
Questa dimensione, inoltre, per quanto riguarda il settore terrestre, non si limita ai soli carri armati, investendo direttamente anche i veicoli blindati per la fanteria, così come i sistemi di difesa contraerea terrestri e le piattaforme elicotteristiche per il supporto alle forze di terra.
UNA “LEGGE TERRESTRE”
Sul potenziamento della capacità di combattimento pesante dell’Esercito si concentra anche l’ultimo Documento programmatico della Difesa 2023 - 2025 presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Quello che emerge dai numeri e dalle impostazioni del Dpp, infatti, è lo sforzo di ammodernamento e potenziamento dello strumento militare, chiamato ad affrontare il ritorno della sfida convenzionale nell’orizzonte delle minacce, e per la quale le Forze armate devono essere messe nelle condizioni di affrontarla.
Uno sforzo che segue anni di focus sui conflitti a bassa intensità e operazioni di contro-insorgenza.
Tra i principali gap individuati, e da tempo segnalati dall’intero comparto militare, c’è l’adeguamento della componente pesante delle forze di terra in ogni sua parte, che infatti registra la maggior parte dei programmi di previsto avvio (budget complessivo di quattro miliardi e 623 milioni), a cominciare dall’acquisto dei carri armati da battaglia Leopard 2 e dai veicoli da combattimento per la fanteria Aics (Armored infantry combat system), che dovranno sostituire i Dardo. Due programmi che insieme valgono circa dieci miliardi di euro.
VERSO UN POLO TERRESTRE ?
Inoltre, il ministro della Difesa ha di recente registrato come proprio nel settore terrestre l’Italia potrebbe giocare un ruolo da protagonista collaborando con le realtà industriali del Vecchio continente in vista del rafforzamento della difesa europea.
Crosetto ha infatti sottolineato come tutti i governi abbiano fatto “interventi che consentono all’Italia di avere un potenziale investimento che permette alla nostra industria di consolidarsi e fare alleanze europee”.
Proprio riferendosi alla scelta del carro armato tedesco Leopard, il ministro aveva auspicato la “potenziale creazione di un polo terrestre italo - franco - tedesco”... a entrambi il nostro fraterno in bocca al 🐺 🇮🇹⭐️ ben fatto ⭐️🇮🇹⭐️🇮🇹⭐️🇮🇹⭐️🇮🇹⭐️🇮🇹 #UnaAcies
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Elisabetta Sirani (IT, 1638-1665), Madonna of the Swaddling, 1665
Private collection, Modena; courtesy of the owner
https://palianshow.wordpress.com/2023/01/08/elisabetta-sirani-it-1638-1665
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Due sale del Museo Civico Modena riaprono con nuovi allestimenti
Da Dürer a Guercino, per rivedere e “toccare” alcuni vertici dell’arte rinascimentale e barocca, anche attraverso un inedito dialogo pittorico, tutto al femminile, tra Lavinia Fontana ed Elisabetta Sirani. E poi nuovi percorsi virtuali, ricostruzioni 3D e avanzati touch screen per maneggiare dipinti e preziose stampe d’epoca, riscoprendo anche le opere dei depositi museali. A tre anni dalla…
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#NEMMENO CON UN FIORE VIOLENZA DI GENERE – ANALISI PER INTERVENTI E PREVENZIONE.
“I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità”. (Kofi Annan)
Nella serata di domani, 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si terrà a San Felice sul Panaro, presso il PALAROUND, l'evento “#NEMMENO CON UN FIORE VIOLENZA DI GENERE – ANALISI PER INTERVENTI E PREVENZIONE”.
Alla luce dei dati drammatici di un fenomeno che affligge tutti i paesi del mondo, la conferenza si articolerà in diverse sessioni, con analisi, dati statistici, riflessioni, esperienze e testimonianze di esponenti del mondo istituzionale, giuridico, scientifico, culturale e associativo, con l’intento di contribuire alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, in particolar modo dei giovani, sui temi della prevenzione della violenza di genere e della cultura del rispetto.
Questo il filo conduttore che lega le varie iniziative messe in atto dalla Pubblica Amministrazione per questa importante ricorrenza: una rete di eventi in linea con la campagna ONU, nota comunemente come “Orange the world”, dove l’arancione vuole simboleggiare un futuro luminoso e ottimista, libero da questo tipo di violenza.
Interverranno:
- Alessandra Camporota, prefetto di Modena
- Michele Goldoni, sindaco di San Felice sul Panaro
- Antonio Caterino, comandante provinciale dei carabinieri di Modena
- Elisabetta Aldrovandi, garante della Regione Lombardia per la tutela delle vittime di reato
- Anna Martinelli, presidente associazione “Donne in centro”
- Milena Casalini, sociologa e presidente del Comitato unico di garanzia dell’Ausl di Modena
- Donatella Lavizzari Della Torre, scrittrice, redattrice del quotidiano “Il Faro di Roma” e ambasciatrice di City Angels Italia
- Lisa Manosperti, cantante, insegnante di musica e finalista a “The Voice senior 2023”.
Modererá Elisabetta Malagoli, assessore a Servizi Sociali e Pari Opportunità del Comune di San Felice.
In apertura verrà proiettato il pluripremiato cortometraggio “Aria”, scritto, ideato e interpretato dall’attrice Barbara Sirotti. per la regia di Brace Beltempo.
Questo short film é nato con l’intento di far luce su una realtà di violenza domestica che spesso non vogliamo vedere e che nella sua visione finale può offrire nuovi spunti di riflessione sull’attuale condizione femminile, psicologica e
sociale.
A cornice dell’evento, saranno esposte alcune opere del giornalista e illustratore internazionale Marco De Angelis e dell'archeologa e vignettista satirica Virginia Cabras.
Organizzazione: Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di San Felice in collaborazione con Ausl di Modena e Pro Loco di San Felice, con il patrocinio dell’Unione Comuni Modenesi dell’Area Nord.
Personalmente, voglio dedicare a tutte le donne, me compresa, una farfalla affinché le donne imparino a sublimare, a volare, libere come farfalle.
Farfalla, simbolo di trasformazione e rinascita, che per gli Atzechi rappresentava Itzpapalot, lo spirito notturno delle stelle splendenti.
Perché, come tali, possiamo sempre trovare la forza di reagire, allontanarci, denunciare e ricominciare a vivere, amandoci.
Donatella Lavizzari
#nemmeno con un fiore#no violenza sulle donne#violenza sulle donne#violenza di genere#convegno#condizione femminile#femminicidio#cultura#donne
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How would you direct Don Carlo(s)?
This may run a little short. Apologies; it is currently 5 AM and I have been up for 18 and a half hours. I just can’t sleep and I also am not functioning brain-wise at 100%. Things I will say:
I’d personally go for traditional, beautiful and detailed and very much period but also like not overboard. I’m not Zeffirelli (no offense to Zeffirelli). I don’t want people to ooh and aah over the sets to the point where they’re looking at that instead of focusing on all of the Interpersonal Drama TM. Also also sorry but in my head the color palette is dark and heavy for the most part (although for the first couple scenes not so much. and this does not mean Bad Lighting *cough cough Vienna cough cough*)
Five-act Italian, Modena, with Lacrimosa, shortened opening (I just love that fanfare so much, okay?). Also maybe if I can get away with translating them into Italian, some of the cool extra bits like the extended Elisabetta/Éboli scenes. Also I don’t want to plagiarize Konwitschny but I loved what he did with the ballet.
Of course, you know me, ALL THE GAY. LET CARLO AND RODRIGO KISS FOR CRYING OUT LOUD (and yes I’ll make sure it gets filmed in this hypothetical scenario). We’re talking showing ALL the homoerotic subtext in ALL the crazy relationships.
I debate with myself about whether it would be good to play the Fontainebleau act as a flashback Carlo’s having in the monastery and where he gets awoken from his daydreaming by the Creepy Monk Chorus. I don’t know. I kinda like it though.
Things I will NOT do:
THE CAGE
Éboli being in Act IV, Scene 1 before she’s supposed to be there
KILLING ÉBOLI (since it seems that Elisabetta does forgive her, I like the idea of her taking Elisabetta to San Yuste)
wimpy auto-da-fé
the Celestial Voice onstage??? idk I just really don’t like that (especially not the way the Konwitschny production did it)
RODRIGO ANIME BETRAYAL WHAT THE FUCK ROBERT CARSEN
end list
There will be Blood TM. Carlo and Rodrigo get Fluffy White Shirts. No this is not up for debate.
Also sorry but I’m doing the original cliffhanger ending. I like just having a little shard of uncertain hope that things may somehow turn out okay (we have enough historical license as is lol).
Anyway that’s about it for now. I may add to this later.
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Save the date!
Elisabetta Barbara De Sanctis @ipensieridielibi Antonella Twinblack Scarfagna Cinzia Fiore Ricci @cinziafiorericci Emily Hunter Sharon Morgan Minto È ufficiale. Andiamo a sconvolgere i sensi a Modena... 😍
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MY BATTLE AGAINST SATAN - Father Gabriele Amorth with Elisabetta Fezzi | interviews in the early 2000’s.
Father Amorth is the worlds most famous Christian Exorcist; born in 1925 in Modena, Italy and became an exorcists in 1986.
“Let’s be careful: we know that Christ has won! But we are still battling; we are still in the mix, in the struggle, and we do not know how it will end, because if we are with Christ, fine; but are we sure of persevering?” - Father G. Amorth, pg.69.
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ELISABETTA SIRANI. Donna virtuosa, pittrice eroina Modena rende omaggio ad Elisabetta Sirani, la prima artista donna in Europa a fondare una scuola femminile di pittura, l’Accademia del Disegno.
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Mostra su Elisabetta Sirani, fondò accademia arte per donne
L'esposizione sul tema della 'libertà' a Modena dal 17 settembre https://ift.tt/2Xlemmb
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(…) Confesso candidamente che non capisco il tuo atteggiamento “d’uomo alla finestra” in attesa che l’orizzonte si rischiari. Attendere è un brutto verbo borghese, non rivoluzionario. La vita non è una finestra da cui si possa contemplare il mondo restando indifferenti ai suoi drammi, come pretendono i Romain Rolland di questa guerra, gli Erasmo e i Pilati moderni e certi intellettuali dal fiato corto. La vita è qualcosa di meglio e di peggio: è un’incessante lotta rabbiosa tra il bene e il male, tra la luce e la tenebra, fra la libertà e la schiavitù Tu vuoi giustificare il tuo atteggiamento sostenendo che sei contro le dittature in favore della libertà e della personalità umana. La tua grande fissazione è la dittatura. La detesti e la concepisci solo in funzione antistorica. Anzitutto non ci furono mai e mai ci saranno rivoluzioni senza dittatori. La rivoluzione francese ebbe i suoi Robespierre; quella russa ha Stalin. Le dittature s’accompagnano logicamente alle rivoluzioni e le rivoluzioni si sostengono con le dittature finchè non hanno compiuto il loro ciclo. (…) Il nemico comune è il capitalismo; e il capitalismo è la peggiore dittatura. Churchill e Roosevelt non sono dittatori nel significato corrente della parola; ma il sistema che essi rappresentano, il capitalismo, anzi il super capitalismo, è la più opprimente e mostruosa delle dittature. (…) La storia dell’imperialismo inglese, dai tempi della Regina Elisabetta ai giorni nostri, non è altro che la storia di una dittatura aggressiva di rapinatori e di pirati mascherata coi nomi suggestivi e fascinatori di libertà e di progresso dei popoli. L’imperialismo inglese, che ha per maschera la democrazia e il ribellismo, non è altro , giusta la definizione di Lenin, che una tappa superiore del capitalismo. I democratici e i liberali anglo-americani, in virtù del loro capitale finanziario, hanno lanciato la loro rete di affari su tutti i mercati del mondo. Il controllo viene esercitato dalle banche e dalle agenzie fondate nei posti conquistati al loro mercato. Attraverso la copiosa rete di questo mercato essi dominano il mondo e dettano legge. Per colpa dell’Inghilterra, la Europa, a furia di farsi la guerra di venticinquennio in venticinquennio, crollerà sotto il peso delle sue pazzie, o , per essere più esatti, delle pazzie delle cricche finanziarie che settant’anni di guerra e di rivoluzioni non sono riuscite ad abbattere e che per i loro interessi spingono i popoli a scannarsi a vicenda. Gli imperialismi a sfondo punico, tali sono quelli che fanno il bello e il cattivo tempo nel nostro continente, si combattono e si elidono, milioni e milioni di uomini soccombono, intere città vengono distrutte, nazioni spariscono dalla carta geografica, ma l’umanità continua e continuerà a sterilire nella miseria. (…) Fedeli alle nostre premesse e ai nostri principi noi continueremo a lottare per la rivoluzione europea che dovrà stritolare i troni superstiti, rompere i ceppi, rovesciare le dinastie del privilegio e le ibride alleanze della reazione che fanno capo a Londra e Washington. L’altra guerra spazzò via corone di re e imperatori. Questa guerra rivoluzionaria dovrà sostituire alle oligarchie finanziarie i popoli liberi d’Europa che avranno una patria, che crederanno in questa patria e la difenderanno col sangue e con la vita contro gli eventuali assalti di tutte le potenze extraeuropee. Non capire tutto ciò è da stolti e da codini. Lasciamo pure che i blasonati e i signorini della borghesia ricca aspettino gli inglesi e si augurino la vittoria degli inglesi. Ma è assurdo e mostruoso che un rivoluzionario si allinei dietro codesta gente vile e miserabile che vuole continuare a vivere sul lavoro e sul sangue del popolo.
Stanis Ruinas - Gazzetta dell'Emilia Modena - Anno LXXXV - n. 279 - 1944
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E' morta Elisabetta Fonte ved. Sicilia
E’ morta Elisabetta Fonte ved. Sicilia
E’ morta Elisabetta Fonte ved. Sicilia
onoranze e trasporti funebri Triolo – i professionisti del settore
via Rausei, 110 – Reggio Calabria
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#elisabetta fonte ved. sicilia#nel Santuario Maria SS di Modena#Una messa in memoria sarà celebrata sabato 27 c.m. alle ore 16:30
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‘The Face of the Coronavirus’: A Hong Kong Student Shunned in Italy
Soon after Ciara Lo arrived in Bologna, Italy, from her native Hong Kong last month, her wallet was stolen. But when she went to file a police report, she was told she would have to wait outside, she said. And when the 22-year-old student tried to open a bank account, she said she was turned away — by an employee who made a remark about the coronavirus.Ms. Lo, in Italy to study at the University of Modena and Reggio Emilia, near Bologna, said that since her arrival, she has sensed that she is being discriminated against — even shunned — because she is Chinese.Northern Italy has been battling the spread of the coronavirus, which originated in Hubei Province, in mainland China, for over a week. Cities have been put on lockdown, over 1,600 cases have been confirmed and 34 people have died.After months of antigovernment protest and civil unrest in Hong Kong, Ms. Lo, an English major, said she had been eager for her semester abroad and her first trip to Europe. She flew to Italy nine days before she was scheduled to, worried that her exchange program might be suspended because of the virus.“I thought coming to Italy would mean that I could actually go out for a bit,” she said.Instead, she says she got long, hard stares at the Bologna airport, and wondered if it was because of the face mask, which she had worn for the entire 16-hour flight. She took a bus to central Bologna — and soon after she got there, someone slashed her backpack open and stole her wallet, she said.A passer-by took her to a police station to file a report. But when she presented her Hong Kong passport, she said she was told to wait outside, where she began to shiver in her thin sweatshirt.Ms. Lo said she was eventually allowed to file a report, but has not heard back about her wallet, though she was given a phone number to call if she developed symptoms of the coronavirus. (The Bologna police did not immediately respond to requests for comment.)Ms. Lo was also taken aback by her treatment at Intesa Sanpaolo, a bank where she tried to open an account so her parents could wire her money. At one branch, a teller told her that she could not open an account because she did not speak Italian. At another, she said she was escorted out by an employee who told her, apologetically, that she had to leave because she was from “the zone of the coronavirus.”An Intesa Sanpaolo spokesman said the treatment Ms. Lo received “lacked respect and does not reflect the values or policies of Intesa Sanpaolo.” Not everyone Ms. Lo has met in Italy has been hostile, she said. Some have gone out of their way to help her. The man who accompanied her to the police station gave her money for food when they parted ways. At another bank, an employee called her university on her behalf to explain that she did not have any money and was having trouble opening an account. The school sent an employee to Bologna to lend her money.In general, though, Ms. Lo has felt like an outsider.“I am frustrated. Because I am Chinese, I am the face of the coronavirus,” she said.In recent days, Italy has become the center of the coronavirus outbreak in Europe, with the most cases of any country outside of Asia. Ms. Lo has mostly stayed home to avoid crowds and unwelcome stares, venturing outside only for groceries.People around Bologna have cleared supermarket shelves of bleach and staples like pasta and tomato sauce, she said. The streets have become empty, like Hong Kong. Face masks are still uncommon, but more people are covering their mouths with winter scarves.Though she felt mistreated by the people from the bank and the police station, Ms. Lo said she does not wish them harm. She feels unwelcome, but she can empathize with why Italians are concerned and eager to keep their community safe. There is a similar feeling in Hong Kong, but the discrimination is directed toward those from mainland China, she said.“How do we protect our welfare and rights while still being friendly to people?” she asked.She added: “It is not easy to strike a balance, and there will never be one.”Elisabetta Povoledo contributed reporting in Rome. Read the full article
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Mirella Freni, Matchless Italian Prima Donna, Dies at 84
Mirella Freni, an exemplary Italian prima donna for nearly 50 years, whose voice was ideally suited to lighter lyric roles but maintained its bloom even as she took on weightier, more dramatic repertory in midcareer, died on Sunday at her home in Modena, in north-central Italy. She was 84.
She died after a long degenerative illness and a series of strokes, said J.F. Mastroianni, her longtime manager.
In the late 20th century, when opera was becoming increasingly internationalized, Ms. Freni was hailed as a last exponent of the great Italian operatic heritage.
“That tradition is ending,” Plácido Domingo was quoted as saying in a 1997 New York Times article about Ms. Freni. “Mirella is the end of a chain. After that you cannot see who really follows her.”
Many opera lovers acknowledged Ms. Freni’s special claim on this tradition, which valued bel canto principles of producing rich, unforced sound; of shaping even, lyrical lines across the range of a voice; and of sensitively matching sound to words.
In her early years Ms. Freni won acclaim for her exquisite singing in lighter roles like Bizet’s Micaëla in “Carmen,” Mozart’s Susanna in “The Marriage of Figaro” and Zerlina in “Don Giovanni,” and Verdi’s Nannetta in “Falstaff.” She sang those roles with a matchless blend of radiance, lyrical ardor and girlish pluck.
With her beguiling stage presence, quiet charisma and the affecting vulnerability she could summon in her singing, Ms. Freni made Mimì in Puccini’s “La Bohème” a signature part. She won international acclaim in the role in a landmark 1963 production at La Scala in Milan, directed by Franco Zeffirelli and conducted by Herbert von Karajan, who became one of her major champions.
Though vocal beauty and proper technique were central to the Italian tradition, Ms. Freni placed a premium on expressivity and feeling. Commenting on the state of opera in a 1997 interview with The Times, she said there were many young artists who sing well and move well. “But that is all,” she added. “Finito! I want something deeper.
“It is important to have emotion, to live through the music onstage,” she continued. “Also, the Italian singers have a special feeling for the language. Even when we speak it is musical.”
Yet she steadily expanded her repertory and, as the colorings of her voice grew darker with maturity, sang more dramatically intense and vocally heavy roles, like Desdemona in Verdi’s “Otello,” Verdi’s Aida and Puccini’s Manon Lescaut. She was particularly urged on this course by Karajan, who brought her to the Salzburg Festival to sing Desdemona and the demanding role of Elisabetta in Verdi’s “Don Carlo.”
With the support of her second husband, the Bulgarian bass Nicolai Ghiaurov, she ventured into Russian repertory, singing Tatyana in Tchaikovsky’s “Eugene Onegin” and Lisa in Tchaikovsky’s “Pique Dame.”
Yet Ms. Freni never lost the warmth and richness of her lyric soprano origins. Reviewing her performance in “Manon Lescaut” at the Met in 1990, The Times’s Donal Henahan marveled at her longevity and excellence.
“The wonder of Mirella Freni at this stage of her career,” he wrote, “is that she continues to sing Puccini with seemingly reckless ardor while preserving a surprisingly fresh and beautiful sound.”
Still, Ms. Freni considered herself a judicious soprano. She could say no, even to the imposing Karajan, if she though a particular role was not right for her. She recorded Puccini’s “Madama Butterfly” twice, including a film version conducted by Karajan, but never performed the role complete in a staged production in an opera house.
“I am generous in many ways, but not when I think it will destroy my voice,” she said in a 2013 Opera News interview. “Some singers think they are gods who can do everything,” she added. “But I have always been honest with myself and my possibilities.”
She was born Mirella Fregni on Feb. 27, 1935, in Modena, eight months before Luciano Pavarotti was born in the same town. They would become friends and colleagues.
When Ms. Freni was 5, her uncle was playing a new recording of the Italian coloratura soprano Toti Dal Monte singing a melodically ornate aria from “Lucia di Lammermoor.” Young Mirella started singing along.
“I sang all the notes,” Ms. Freni recalled in that 1997 interview. “My family was amazed. But my father, who was a ‘barbiere,’ like Figaro, thought it was unnatural. He slapped me — with love, of course — and said, ‘What are you doing, stupid girl?’ I was so angry, I refused to sing another note for years.”
When she was 12, her uncle had her enter a national competition. Singing Puccini’s aria “Un bel dì,” Ms. Freni won. One of the judges, the great tenor Beniamino Gigli, cautioned her to go slowly. It was advice that she followed.
She made her professional debut in 1955 in her hometown as Micaëla in “Carmen.” Following a season with the Netherlands Opera, she began appearing in major houses and festivals, including La Scala, Glyndebourne in England and Covent Garden in London.
She made her Metropolitan Opera debut in 1965 as Mimì and returned regularly to sing, among various roles, Adina in Donizetti’s “L’Elisir d’Amore,” Liù in Puccini’s “Turandot” and a new 1967 production of Gounod’s “Roméo et Juliette” opposite the star tenor Franco Corelli (with whom she recorded the opera splendidly the next year).
But she had been absent from the Met for more than 14 years when she returned in 1983 as Elisabetta in “Don Carlo,” with James Levine conducting and Mr. Ghiaurov as Philip II. In 1996 the Met mounted a production of a rarity, Giordano’s “Fedora,” for Ms. Freni and Mr. Domingo, garnering rave reviews for both. She sang more than 140 performances with the company in all.
In 2005, at 70, Ms. Freni sang in a production of Tchaikovsky’s “The Maid of Orleans” with the Washington National Opera. In May of that year the Met presented her in a gala celebrating the 40th anniversary of her company debut and her 50th year in opera. The performance was her unannounced farewell to the stage.
Ms. Freni’s first marriage, to the Italian conductor and pianist Leone Magiera, also from Modena, ended in divorce. She married Mr. Ghiaurov in 1978. He died in 2004. She is survived by her daughter, Micaëla Magiera; two grandchildren; and a sister, Marta Fregni.
In later years Ms. Freni found satisfaction in teaching. After she enjoyed success with master classes at the University of Bologna, the mayor of Vignola, a town near Modena, invited her to establish a center for the study of singing there. Housed in a medieval castle, it drew students from around the world.
“They set up a little ostello” — a cozy hostel — “for the students,” Ms. Freni said in a 2005 interview with The Times. “They never want to leave.” She offered guidance and encouragement, but also warnings to be careful.
“They all scream,” she said. “They can’t give expression to the phrase. They don’t give the right accent to the words.” She said that she told her students over and over, “Pazienza! You must wait.”
Asked whether she thought of herself as the “last prima donna,” as she was sometimes called, Ms. Freni demurred.
“You tell me why I am the last of a tradition,” she said. “I have done my job honestly. I have worked hard and with joy.”
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Nella degenza della Neurologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal prof. Stefano Meletti di UNIMORE, sono state attivate due stanze da due letti ciascuna per il monitoraggio video-elettroencefalografico (video-EEG) nel paziente adolescente e adulto affetto da epilessia focale candidato al percorso di chirurgia dell’epilessia. Questa attivazione completa il percorso organizzativo che è cominciato nell’agosto del 2018 e che vede il Dipartimento ad attività Integrata di Neuroscienze Testa Collo dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretto dal prof. Livio Presutti, e l’IRCCS – Istituto di Scienze Neurologiche dell’Azienda USL di Bologna, individuati dalla Regione Emilia – Romagna come sedi di un unico Hub, Centro Regionale di riferimento per la Chirurgia dell’Epilessia. Sono stati 10 gli interventi chirurgici effettuati nel 2018, 11 quelli nel 2019. I nuovi spazi presso l’Ospedale Civile di Baggiovara sono stati realizzati grazie ad un finanziamento della Regione di 570.300 euro per l’anno 2019. Domani, lunedì 10 febbraio, si celebra la giornata mondiale dell’epilessia.
Le nuove stanze di degenza consentono il monitoraggio video-EEG nei pazienti affetti da epilessia focale eleggibili al percorso diagnostico per selezionare i pazienti idonei al trattamento chirurgico delle persone affette da epilessie focali. Il monitoraggio viene effettuato in regime di ricovero e può durare 4-10 giorni in base al tipo di epilessia e alla risposta del paziente. “Tale indagine diagnostica, permette di ottenere molteplici e preziose informazioni sul singolo paziente – spiega il prof. Stefano Meletti – che ci consentono di scegliere la terapia più efficace in base alla lesione encefalica da cui derivano le crisi epilettiche. Tra queste opzioni terapeutiche c’è la chirurgia che si effettua quando la terapia farmacologica risulta essere inefficace e quando la zona cerebrale da cui originano le crisi può essere asportata garantendo ottime probabilità di guarigione. Il monitoraggio è indolore e non invasivo perché consiste di fatto in un elettroencefalogramma prolungato. I pazienti sono monitorati da personale tecnico dedicato, grazie anche all’assunzione di nuovo personale che ha adeguato l’organico alle nuove esigenze. Sino ad oggi abbiamo utilizzato le normali stanze di degenza, avere stanze dedicate per noi è importante perché ci consente di garantire un monitoraggio delle persone affette da epilessia per tutta la giornata e con apparecchiature specificatamente dedicate a questo scopo”.
In Emilia – Romagna sono oltre 30.000 le persone affette da epilessia attiva. Il 30% di questi pazienti, non risponde correttamente alla terapia farmacologica. Di questi, una piccola parte potrebbe essere idoneo ad una terapia chirurgica. Il percorso prevede prima una accurata selezione dei candidati che viene effettuata dai Neurologi del Centro Epilessia dell’Ospedale Civile e un successivo studio neuroradiologico e neurofisiologico. Una volta definita la regione cerebrale da cui le crisi originano, i pazienti sono discussi in riunioni multidisciplinari e, se idonei, sottoposti ad intervento chirurgico ad opera dei neurochirurghi.
“L’intervento��– spiega il prof. Giacomo Pavesi, Direttore della Neurochirurgia – consiste nell’insieme delle procedure di localizzazione e rimozione delle regioni della corteccia cerebrale da cui originano le crisi epilettiche. Si tratta di pazienti con epilessie che solitamente non rispondono in maniera adeguata al trattamento con i farmaci e per i quali la rimozione chirurgica della zona epilettogena può portare alla guarigione”. Gli interventi vengono effettuati nel Blocco Operatorio dell’Ospedale Civile, anche con l’utilizzo della sala ibrida in casi selezionati, e con la collaborazione degli anestesisti dell’Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva diretta dalla dott.ssa Elisabetta Bertellini, e il personale infermieristico del Blocco. Il follow-up periodico viene effettuato dai Neurologi del Centro Epilessia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
“La nascita del centro HUB – conclude il prof. Stefano Meletti, Direttore della Neurologia – mira a concentrare la casistica operatoria in due centri qualificati che costituiscono, rispettivamente, i centri di riferimento delle rispettive Aree Vaste di competenza.
Le scheda: i nuovi spazi inaugurati
Si tratta di 2 stanze di degenza con 2 posti letto ciascuna, dotate di servizi igienici attrezzati per l’accesso delle persone disabili. In ogni degenza sono installate telecamere, microfoni e altre attrezzature che riprendono il paziente. Le immagini, il sonoro e i dati elettroencefalografici (EEG) registrati sono inviati alla centrale di monitoraggio in cui opera il personale tecnico di neurofisiopatologia e dove sono presenti le tecnologie necessarie per monitorare il paziente durante le ore di registrazione.
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Chirurgia dell’epilessia: a Baggiovara stanze di monitoraggio per i pazienti con epilessia farmaco-resistente Nella degenza della Neurologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara, diretta dal prof. Stefano Meletti di UNIMORE, sono state attivate due stanze da due letti ciascuna
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