#Beinasco
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deathshallbenomore · 1 year ago
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la grande tentazione di ricompiere il mio periodico pellegrinaggio a genova per rifarmi gli occhi, vedere il mare, respirare un po’ di eau de porto marcio e, perché no, fare un giro al pride locale, vs la consapevolezza che da qualche tempo ci abita Colei Per La Quale Ebbi Una Crush Pazzesca nel periodo tra il tardo 2019 e l’inizio del 2020 e quindi insomma. potenziale imbarazzo
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gotaholeinmysoull · 4 months ago
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sono a Beinasco
fa più caldo qui che a Torino wtf
#me
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delectablywaywardbeard-blog · 7 months ago
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Verde, didattica e spazi liberi: la scuola De Amicis guarda al futuro
Nascerà in via Roma, sulle ceneri del vecchio edificio, la nuova scuola primaria De Amicis di Beinasco. Un intervento che costerà circa quattro milioni di euro, interamente finanziato con i fondi Pnrr, e che vedrà la realizzazione di una nuova struttura con caratteristiche innovative sia dal punto di vista della gestione della didattica sia del rapporto con l’ambiente. La nuova De Amicis sorgerà,…
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missnikitadj · 9 months ago
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Gloria [Special 80s] live NIKITA 90S SHOW Band | Violeta Parra Beinasco ...
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personal-reporter · 2 years ago
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Una mostra ricorda Franco Garelli
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Il Museo Ettore Fico di Torino, fino al 2 luglio,  presenta una mostra monografica e antologica su Franco Garelli, una tra le personalità più conosciute  dell’arte italiana del secondo Dopoguerra definito da Lionello Venturi come il maggior rappresentante dell’Informale del Novecento. Si tratta di una retrospettiva composta da oltre 100 opere tra pittura, sculture in ferro, bronzo e lamiera, ceramiche e gli innovativi Plamec, cioè del quadri tridimensionali in materiale plastico. Franco Garelli nacque a Diano d’Alba,  in provincia di Cuneo nel 1909 e, trasferitosi con la famiglia a Torino al termine della Prima Guerra Mondiale, vi frequentò prima il liceo classico Massimo d’Azeglio e successivamente la Facoltà di Medicina e Chirurgia, oltre a dedicarsi contemporaneamente al disegno e alla realizzazione di terrecotte. Nel 1927 Franco esordì alla Promotrice di Torino, conobbe il secondo futurismo torinese e partecipa a diverse mostre regionali e sindacali, distinguendosi soprattutto come illustratore e caricaturista. Conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia, Garelli visse per circa un anno a Firenze, svolgendovi il servizio di leva. Nel 1936 venne inviato in Africa Orientale con il grado di sottotenente medico e al ritorno in patria tenne  la sua prima personale a Torino, esponendo i disegni realizzati durante questa esperienza militare nel corpo degli Alpini, poi collaborò con diverse testate in qualità di illustratore, non tralasciando la realizzazione di opere in terracotta di grandi dimensioni. Garelli nei primi anni Quaranta divenne amico di Luigi Spazzapan, punto di riferimento per le nuove generazioni di artisti torinesi e ad Albisola contattò Arturo Martini, il cui esempio influenzò la sua ricerca scultorea. Tra il 1941 e il 1943 partecipò come ufficiale medico alla Seconda Guerra Mondiale, realizzando una serie di dipinti, poi cominciò  a insegnare come libero docente di otorinolaringoiatria presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino, senza tuttavia interrompere l’attività artistica. Nel 1947 partecipò alla prestigiosa rassegna Arte italiana d’oggi – Premio Torino 1947 e sempre a Torino fu protagonista alla Quadriennale presso la Promotrice di Belle Arti e nel 1948 alla XXIV Biennale di Venezia e alla Galleria La Bussola di Torino. Ma fu nel 1949 che, grazie a Carlo Cardazzo, Franco esposta alla Galleria del Naviglio di Milano e alla Galleria del Cavallino di Venezia, suscitando l’attenzione della critica, e nel 1950 tenne la prima mostra  di sculture in metallo presso la milanese Galleria del Naviglio e l’incontro con Picasso a Vallauris. Dal 1951 al 1963 tenne la cattedra di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, oltre a prendere parte a numerose rassegne, tra cui la mostra Italian Artist of To-day (1951), la VI Quadriennale di Roma del 1951-‘52, la XXVII Biennale di Venezia del 1954, dove ebbe una nuova attenzione per il dialogo scultoreo tra materia e spazio, ricorrendo prima alla ricerca di materiali inconsueti assemblati con cera e spago e fusi nel bronzo, e successivamente all’uso del ferro e della saldatura diretta. Fu alla VII Quadriennale romana del 1955-‘56 che Garelli espose per la prima volta opere in ferro saldato. Nel 1957 tenne una personale alla Galleria del Naviglio di Milano, presentata dall’amico Michel Tapié, ed espose alla Galerie Rive Droite di Parigi. Da questo momento prese  parte alle principali rassegne di confronto dell’arte informale in Europa, Stati Uniti e Giappone dove entrò in stretta sintonia con il Movimento Gutai. Con gli anni cinquanta e sessanta realizzò grandi opere, come la decorazione della parete nord della Biblioteca Civica di Torino (1963), il mosaico per il lungomare di Albisola (1963), il monumento ai Caduti per la città di Beinasco e il rilievo in ferro per la sede Rai di Torino (1969). Intorno al 1962 abbandonò la professione medica e trasferisce lo studio da Torino a Beinasco,  trasformandolo nel 1967 in museo privato. A partire dal 1963 propose i Plamec, realizzati con resine industriali e materiale plastico, sintesi tra pittura e scultura in una chiave di rilievi bidimensionali e nel 1964 creò i Tubi, lamine di ferro piegate su se stesse, colorate con vernici industriali, presentate in una sala personale alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966. Franco Garelli morì a Torino nel 1973. Read the full article
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micro961 · 2 years ago
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Ginez e il bulbo della ventola - “Ho visto gente”
Il singolo che precede il nuovo album e terzo in studio della band ligure
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Un brano di denuncia contro l’isolamento tecnologico con Simone Rossetti Bazzaro ai violini, Luciano Macchia al trombone e Raffaele Kohler alla tromba. “Ho visto gente” è un manifesto più che una canzone. Una denuncia nei confronti di una società completamente succube dell’isolamento tecnologico, costretta a sopravvivere in un gigantesco “Truman show” dove l'omologazione, la superficialità e l'indifferenza regnano sovrane.
Nel brano il protagonista urla il proprio bisogno di distaccarsi dal mondo, vorrebbe scappare anche se tra le righe si può intuire che la fuga è diventata quasi impossibile.
 “È un sistema in cui sono stati trasformati i valori umani con la vittoria del “transumanesimo” travestito da perfetta democrazia. Un mondo oramai che ha fatto dell’imbecillità la propria bandiera, mascherandosi con le sembianze della tolleranza e abusando della retorica sversata a fiumi da televisioni e giornali.” Ginez e il bulbo della ventola
 La canzone è stata registrata a Injun Studio di Davide Galletti. Simone Rossetti Bazzaro accompagna il tutto con i suoi violini, mentre al trombone c’è Luciano Macchia e alla tromba Raffaele Kohler. “Sambuca Sunrise” è il terzo album registrato in studio di Ginez e il bulbo della ventola. A differenza dei due album precedenti il gruppo si è circondato di altri strumenti e musicisti. Il percorso in studio è durato un anno e l’intenzione della band era proprio quella di prendersi il tempo necessario per esprimere esattamente quelle che erano le loro idee per questo disco.
 Ginez e il bulbo della ventola è una band ligure che nasce nel 2016.
Ginez alla chitarra e voce e autore dei brani, Daniele Duchini al basso e Gianni Licini alle percussioni. Nel 2017 al posto di Licini entra Roberto Ascoli e successivamente si aggiunge Fabio Pollono alla chitarra solista. Esce il primo album "Canzoni, bottiglie e altre battaglie" che riscuote molti apprezzamenti da parte degli addetti ai lavori. Nel 2019 la band pubblica "L'ultima cena", un album più intimista del precedente registrato in due giorni in "presa diretta". A fine 2019 al posto di Fabio Pollono arriva Aliano de Franceschi. Il gruppo, oltre a molti concerti live, ha partecipato a diverse manifestazioni, finalisti al "Varigotti Festival" e vincitori al "Rockantina Contest" di Inveruno e al "Giovani Musicisti Contest" di Beinasco. La band ha calcato palchi importanti come quello del "Tenco Ascolta" e del festival "Su La Testa". Nel 2020 Ginez e il bulbo della ventola si aggiudicano il "Premio Social VIC" miglior video musicale autoprodotto 2020 scelto dal pubblico, per il videoclip "La Vanvera". Per il 2023 è prevista l'uscita del nuovo album, anticipato dalla pubblicazione di Benzene (20 gennaio) e Ho visto gente (10 marzo).
 Ginez e il bulbo della ventola
Ginez - chitarra e voce
Daniele Duchini - basso
Roberto Ascoli - percussioni
Aliano de Franceschi - chitarra
 Youtube: https://bit.ly/2rCTrqS
Facebook: https://bit.ly/2IuedDP
Spotify: https://spoti.fi/2IiG4mR
Website: https://bit.ly/2GdhKBh
 l’altoparlante - comunicazione musicale
www.laltoparlante.it
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maref-pics · 2 years ago
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The mirror . . . #selfie #myself #photography #photographer #MariaFotiphotography #mirrors #specchio #selfportrait #canon5dmarkiii #canonphotography #canonit #2470mm #instapicture #pictureoftheday #picofday #photooftheday (presso Borgaretto di Beinasco - TO, Piemonte, Italia) https://www.instagram.com/p/Cmvv6g3tY1q/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ticonsiglio · 2 years ago
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Comune di Beinasco: concorsi per assunzioni di diplomati e laureati
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sidonius5 · 3 years ago
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rifenikitalia · 4 years ago
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Non solo Cosplay, il costume elsa può essere utilizzato anche ad Halloween o per la festa di compleanno di un'amica o al battesimo delle più piccoline
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globalhappenings · 3 years ago
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Fire in the Turin area: risk of collapses and pollution doubles
Fire in the Turin area: risk of collapses and pollution doubles
(ANSA) – TURIN, DEC 13 – The extinguishing operations of the vast fire that destroyed the Demap warehouse in Beinasco (Turin) where plastic materials were recycled continued all night. The work of the fire brigade for the reclamation operations will continue throughout the day. This is a particularly delicate intervention given that the danger of collapse – explain the firefighters – makes…
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deathshallbenomore · 1 year ago
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basta amici è novembre non ne posso più di sentire qUEsTa n0N è iBizA no chiaro che non è ibiza siamo a beinasco e ci sono sei gradi, e dai
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BEINASCO(TO). BRUCIA DEPOSITO DI PLASTICA, GRAVISSIMO IL RISCHIO AMBIENTALE E LA SALUTE DEI RESIDENTI PER L'INQUINAMENTO.
BEINASCO(TO). BRUCIA DEPOSITO DI PLASTICA, GRAVISSIMO IL RISCHIO AMBIENTALE E LA SALUTE DEI RESIDENTI PER L’INQUINAMENTO.
Un incendio di vaste incendio proporzioni è scoppiato intorno alle 15,30, mentre era in corso la gara Juventus Milan da cui è stata scattata la fotografia, nel deposito Demap, azienda situata in via Aosta, a Beinasco di fianco agli stabilimenti abbandonati della Vercarmodel, chiusi un anno fa in seguito al fallimento dell’attività. Le fiamme hanno interessato parte degli 800 metri quadri…
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delectablywaywardbeard-blog · 8 months ago
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Forte puzza a Beinasco, allarme nella notte. Trovata l'origine (e non è l'inceneritore)
Allarme questa notte a Beinasco, alle porte di Torino, a causa di una forte puzza che ha invaso le strade e le case di diverse zone della città.  Le prime segnalazioni al 112 sono arrivate intorno alle 20 e sul posto si sono subito recate le squadre dei vigili del fuoco, in  coordinamento con il sindaco Daniel Cannati, l’assessore alla protezione civile Daniele Bettolo, il comandante della…
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missnikitadj · 9 months ago
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NIKITA 90S SHOW Band live at VIOLETA PARRA Beinasco To VENERDI' NOTE 1...
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personal-reporter · 2 years ago
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Una mostra ricorda Franco Garelli
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Il Museo Ettore Fico di Torino, fino al 2 luglio,  presenta una mostra monografica e antologica su Franco Garelli, una tra le personalità più conosciute  dell’arte italiana del secondo Dopoguerra definito da Lionello Venturi come il maggior rappresentante dell’Informale del Novecento. Si tratta di una retrospettiva composta da oltre 100 opere tra pittura, sculture in ferro, bronzo e lamiera, ceramiche e gli innovativi Plamec, cioè del quadri tridimensionali in materiale plastico. Franco Garelli nacque a Diano d’Alba,  in provincia di Cuneo nel 1909 e, trasferitosi con la famiglia a Torino al termine della Prima Guerra Mondiale, vi frequentò prima il liceo classico Massimo d’Azeglio e successivamente la Facoltà di Medicina e Chirurgia, oltre a dedicarsi contemporaneamente al disegno e alla realizzazione di terrecotte. Nel 1927 Franco esordì alla Promotrice di Torino, conobbe il secondo futurismo torinese e partecipa a diverse mostre regionali e sindacali, distinguendosi soprattutto come illustratore e caricaturista. Conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia, Garelli visse per circa un anno a Firenze, svolgendovi il servizio di leva. Nel 1936 venne inviato in Africa Orientale con il grado di sottotenente medico e al ritorno in patria tenne  la sua prima personale a Torino, esponendo i disegni realizzati durante questa esperienza militare nel corpo degli Alpini, poi collaborò con diverse testate in qualità di illustratore, non tralasciando la realizzazione di opere in terracotta di grandi dimensioni. Garelli nei primi anni Quaranta divenne amico di Luigi Spazzapan, punto di riferimento per le nuove generazioni di artisti torinesi e ad Albisola contattò Arturo Martini, il cui esempio influenzò la sua ricerca scultorea. Tra il 1941 e il 1943 partecipò come ufficiale medico alla Seconda Guerra Mondiale, realizzando una serie di dipinti, poi cominciò  a insegnare come libero docente di otorinolaringoiatria presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino, senza tuttavia interrompere l’attività artistica. Nel 1947 partecipò alla prestigiosa rassegna Arte italiana d’oggi – Premio Torino 1947 e sempre a Torino fu protagonista alla Quadriennale presso la Promotrice di Belle Arti e nel 1948 alla XXIV Biennale di Venezia e alla Galleria La Bussola di Torino. Ma fu nel 1949 che, grazie a Carlo Cardazzo, Franco esposta alla Galleria del Naviglio di Milano e alla Galleria del Cavallino di Venezia, suscitando l’attenzione della critica, e nel 1950 tenne la prima mostra  di sculture in metallo presso la milanese Galleria del Naviglio e l’incontro con Picasso a Vallauris. Dal 1951 al 1963 tenne la cattedra di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, oltre a prendere parte a numerose rassegne, tra cui la mostra Italian Artist of To-day (1951), la VI Quadriennale di Roma del 1951-‘52, la XXVII Biennale di Venezia del 1954, dove ebbe una nuova attenzione per il dialogo scultoreo tra materia e spazio, ricorrendo prima alla ricerca di materiali inconsueti assemblati con cera e spago e fusi nel bronzo, e successivamente all’uso del ferro e della saldatura diretta. Fu alla VII Quadriennale romana del 1955-‘56 che Garelli espose per la prima volta opere in ferro saldato. Nel 1957 tenne una personale alla Galleria del Naviglio di Milano, presentata dall’amico Michel Tapié, ed espose alla Galerie Rive Droite di Parigi. Da questo momento prese  parte alle principali rassegne di confronto dell’arte informale in Europa, Stati Uniti e Giappone dove entrò in stretta sintonia con il Movimento Gutai. Con gli anni cinquanta e sessanta realizzò grandi opere, come la decorazione della parete nord della Biblioteca Civica di Torino (1963), il mosaico per il lungomare di Albisola (1963), il monumento ai Caduti per la città di Beinasco e il rilievo in ferro per la sede Rai di Torino (1969). Intorno al 1962 abbandonò la professione medica e trasferisce lo studio da Torino a Beinasco,  trasformandolo nel 1967 in museo privato. A partire dal 1963 propose i Plamec, realizzati con resine industriali e materiale plastico, sintesi tra pittura e scultura in una chiave di rilievi bidimensionali e nel 1964 creò i Tubi, lamine di ferro piegate su se stesse, colorate con vernici industriali, presentate in una sala personale alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966. Franco Garelli morì a Torino nel 1973. Read the full article
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