#Azienda Ospedaliera Universitaria Padova
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notiziariofinanziario · 5 months ago
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E' morto Sammy Basso il malato di progeria più longevo al mondo
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Sammy Basso era il più longevo malato al mondo affetto da progeria, una patologia ultra-rara caratterizzata dall'invecchiamento precoce delle cellule e dell'organismo ma non del cervello. Sammy Basso è morto dopo essere stato colto da un malore improvviso mentre si trovava in un ristorante del Trevigiano. Scienziato, scrittore e attivista, pochi giorni fa, Sammy aveva vinto il Premio giornalistico Paolo Rizzi a Venezia nella categoria "Ambiente e Società" per, "la forza di volontà, lo spirito di sacrificio, il coraggio che lo sostengono: un grandissimo esempio a cui guardare con ammirazione e gratitudine e cercare d'imitare".  Intervistato dalla Tgr Veneto aveva detto: “Il messaggio che voglio dare è sull'importanza della ricerca scientifica e di credere sempre in quello che si fa”. A dare la notizia attraverso i social lo staff dell'Associazione Italiana Progeria (A.I.Pro.Sa.B.) che proprio il ragazzo aveva fondato nel 2005 per diffondere le conoscenze sulla propria malattia e per promuovere la ricerca. "Oggi la nostra luce, la nostra guida, si è spenta. Grazie Sammy per averci reso partecipi di questa vita meravigliosa. Ci stringiamo attorno alla famiglia e agli amici nel rispetto del dolore in questo delicato momento di lutto", si legge nella nota. La malattia, gli studi e l'Associazione Nato il 1º dicembre 1995 a Schio, alla nascita non presentava alcun segno della malattia. Quando il piccolo aveva poco più di due anni, i medici del Dipartimento di pediatria della Azienda Ospedaliera-Universitaria di Padova hanno consigliato ai genitori di Sammy di sottoporlo a una consulenza genetica, che ha permesso di giungere alla diagnosi di progeria.  Conosciuto per le molte apparizioni televisive e interviste riguardo l’attività dell’associazione e riguardo la sua malattia, diventò particolarmente conosciuto in Italia dopo la messa in onda del docu-film National Geographic intitolato 'Il Viaggio di Sammy', che racconta il suo viaggio lungo la Route 66, negli Stati Uniti, da Chicago a Los Angeles, con i genitori ed uno dei suoi migliori amici, Riccardo. Nonostante la malattia Sammy, dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo Scientifico St. "J. Da Ponte" di Bassano del Grappa, si era laureato in Scienze naturali e Molecular Biology all'Università di Padova. Ironico e geniale Sammy Basso era un viaggiatore instancabile. Una mente lucida e geniale, “colorata” come lo definisce l'amico Jovanotti. Recentemente era stato in Cina. Sui social descriveva il viaggio come bellissimo e raccontava di aver “trovato la fidanzata”, una ragazza cinese che però lo aveva “mollato” perché lui era troppo intelligente. “Continuava a dirmi… troppo colto, troppo colto!”. Sammy Basso e l'amicizia con Jovanotti: “Una mente colorata” “Ho appena saputo che é morto Sammy Basso. Che immenso dispiacere”, scrive Lorenzo Jovanotti, suo grande amico. “La notizia che Sammy se n’é andato, nonostante la sua malattia fosse una minaccia costante, riesce ad essere sorprendente per chi lo conosceva, perché era davvero difficile incontrare qualcuno di più vivo di lui quando era in giro. Quando veniva ai miei concerti era una festa. La sua intelligenza, la sua passione, la cultura e la capacità di armonizzare conoscenza scientifiche ad una fede incrollabile, il suo humor formidabile e la sua mente colorata, mi vengono in mente adesso”. E ancora: “Ci eravamo sentiti giorni fa per darci un un appuntamento quando sarei passato dal nord-est e stamattina immagino Sammy che dice “sarà per un’altra volta ragazzi…”. ”Ciao piccolo grande Sammy, mi ricordo quando ti presi in braccio di fronte alla spiaggia piena di tutta quella gente e fu come se sul palco con me fosse apparso Elvis Presley, tutti quei sorrisi oggi ti accompagnano. Un abbraccio ai suoi familiari e ai suoi amici che in questi anni sono stati la sua forza e lui la loro". Il suo primo romanzo Antenorea e la passione per Tolkien Tra le sue tante passioni, anche la scrittura. Il libro fantasy Antenorea, ispirato a Tolkien, aveva segnato il suo esordio. Ospite di Che sarà, subito dopo il suo 28esimo compleanno, Sammy raccontava così la sua passione per lo scrittore e invitava a sostenere la ricerca: "Il fatto che io ia ancora qui è una dimostrazione dell'importanza della ricerca". Quando partecipò al Festival di Sanremo Nel 2015 Sammy Basso raccontò la sua malattia anche sul palco dell'Ariston alFestival di Sanremo. Accompagnato dalla mamma e il papà, intervistato da Carlo Conti, spiegò la sua filosofia di vita e si fece conoscere dall'Italia per il modo con cui affrontava la vita. Sul palco dell'Ariston disse anche che la sua canzone preferita era “Con te partirò” di Andrea Bocelli. Quando Papa Francesco gli telefonò Nella galleria degli amici di Sammy Basso c'è stato anche Papa Francesco. Il Pontefice, era novembre 2013, telefonò a casa di Sammy, a Tezze sul Brenta, per chiedere di parlare con quel giovane che gli aveva scritto una lettera nella quale si complimentava per il modo schietto e diretto con il quale si rivolgeva alla gente, una persona "fantastica" agli occhi di Sammy, che all'epoca era uno studente di 17 anni.  '"Pronto? Sono Papa Francesco, posso parlare con Sammy?"' fu la richiesta che sentì dall'altro capo del telefono la signora Laura, la mamma del giovane. Dopo un attimo di incredulità, fu costretta a dire che il figlio non era a casa, si trovava a lezione al liceo, e sarebbe tornato nel primo pomeriggio. "E' stato il Papa, pensi - raccontò la donna -  a chiedermi se poteva richiamare...". Così più tardi il telefonò squillò una seconda volta in casa Basso, sempre la linea dal Vaticano, e all'altro capo del filo c'era ancora Papa Francesco. I due rimasero a chiacchierare per alcuni minuti, "come una telefonata tra amici" disse la signora Laura, promettendosi al termine ciascuno una preghiera per l'altro. La premier Giorgia Meloni: “Sammy esempio straordinario” "Sammy Basso è stato un esempio straordinario di coraggio, fede e positività. Ha affrontato ogni sfida con il sorriso, dimostrando che la forza d'animo può superare  qualsiasi ostacolo. Il suo impegno per la ricerca sulla progeria e la  sua capacità di ispirare gli altri rimarranno per sempre un modello da seguire. Sammy ha mostrato a tutti noi cosa significa vivere con  passione e determinazione, senza mai perdere la gioia e la voglia di lottare. Continuerai a essere una luce che brilla nel cuore di tutti  noi. A Dio Sammy". Lo scrive su X il premier Giorgia Meloni. Locatelli: “Grazie al suo coraggio e alla sua determinazione” "Un pensiero affettuoso e commosso per Sammy Basso, che ci ha lasciati a soli 28 anni. Grazie al suo coraggio e alla sua determinazione, ha fatto conoscere al mondo la progeria, diventando un esempio di forza e speranza. Il suo impegno per la ricerca e la sua testimonianza rimarranno per sempre un patrimonio prezioso per tutti noi". Lo scrive su Facebook la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli. Il presidente della Camera Fontana: “Un onore averlo conosciuto” "Il dolore per la perdita di Sammy Basso è enorme. Sammy era un amico, una persona dal cuore d'oro, uno studioso appassionato dalla determinazione incrollabile che ha trasformato la sua malattia in spinta a lavorare per la sensibilizzazione, la divulgazione e la ricerca, sostenuta concretamente anche tramite l'attività della sua associazione. È stato un onore averlo conosciuto". Così il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. "Ho avuto il piacere di collaborare con lui da ministro e l'ho premiato alla Camera a dicembre del 2022 per il suo straordinario impegno. Ci lascia una persona che ha insegnato tanto, con il suo esempio, la sua forza d'animo, la sua umiltà e il suo sorriso. Il nostro abbraccio e il nostro profondo cordoglio va ai familiari e a tutti coloro che sono stati al suo fianco, ispirati dal suo carisma e dal suo entusiasmo", conclude Fontana. Il presidente del Senato La Russa: “Suo esempio forza morale eredità preziosa per tutti” "Ci ha lasciato Sammy Basso, figura di  straordinario valore scientifico e umano, il più longevo malato al  mondo affetto da progeria, una rara malattia genetica conosciuta anche come sindrome dei "nati vecchi". Fondatore dell'Associazione Italiana  Progeria Sammy Basso onlus, ha dedicato la sua vita a sensibilizzare  l'opinione pubblica su questa patologia, promuovendo la ricerca e  diffondendo consapevolezza. Biologo di grande competenza, laureato con lode, ha testimoniato con il suo impegno e la sua determinazione la  possibilità di affrontare le difficoltà con dignità, coraggio e  sorriso. Il suo esempio di forza morale e il suo impegno rimarranno  un'eredità preziosa per la comunità scientifica e per l'Italia tutta. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del Senato della  Repubblica". Lo scrive su Fb il presidente del Senato, Ignazio La  Russa. Che cos'è la progeria La progeria (malattia di Hutchinson-Gilford – SPHG), è una malattia genetica estremamente rara, caratterizzata da un invecchiamento accelerato che si manifesta precocemente nell'infanzia, senza alterazione delle capacità intellettive, ma con alterazioni di pelle, ossa e sistema cardiovascolare. Colpisce circa un bambino su 8 milioni di nati vivi negli Stati Uniti d'America. Sebbene nascano sani, i bambini con Progeria iniziano a mostrare molte caratteristiche di invecchiamento accelerato entro i primi due anni di vita. Senza trattamento, l'età media è di 14,5 anni. L'intervista al genetista che diagnosticò la malattia a Sammy Basso Sammy Basso è stato anche testimonial dell'Associazione della Progeria americana. La scorsa settimana era in Giappone al convegno monidale della progeria. Ma la cosa più importante è che lui si è laureato in scienze biologiche con una tesi sulla sua malattia. Lo aspettavamo a Roma a novembre per il dottorato post laurea proprio nel mio laboratorio”. A parlare è il professor Novelli, genetista all'Università di Tor Vergata, intervistato da Gerardo D'Amico. “La progeria colpisce una persona ogni 8 milioni di nati. È dovuta a una mutazione di un singolo gene che dà l'informazione per fare una proteina fondamentale che chiamiamo ‘lamina’, è la membrana che ricopre il nucleo delle cellule dove c'è il materiale genetico. La progeria è chiamata anche malattia dell'invecchiamento precoce: ragazzi di 14, 15 anni che si sentono vecchi di 80 anni con acciacchi e patologie dell'età matura ma con un cervello corrispondente all'età che hanno. Nel 2002 identifcammo le prime mutazioni di questo gene. A Sammy bambino vent'anni fa facemmo la diagnosi molecolare della malattia”. Sammy Basso racconta la progeria: “Sono un rivoluzionario” Sammy Basso parla della progeria, malattia molto rara che provoca un precoce invecchiamento. Grazie alle nuove ricerche, e grazie all’impegno dei genitori Laura e Amerigo che hanno fondato l’associazione Italiana Progeria Sammy Basso per far conoscere la malattia e raccogliere fondi per trovare finalmente una cura, Sammy è stato sottoposto a trattamenti sperimentali per rallentare la malattia.  Famiglia di Sammy: la sua lezione è vivere la vita con pienezza  "Sammy ci ha insegnato che, sebbene gli ostacoli della vita a volte possano sembrare insormontabili, vale la pena viverla con pienezza".  È il messaggio, pubblicato su Instagram, con il quale la famiglia di Sammy Basso e gli amici hanno voluto ricordare il 28enne vicentino, simbolo dell'impegno della ricerca contro la malattia della progeria. Read the full article
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portalinowebblog · 8 years ago
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Centro di Riferimento per le Malattie dell’Esofago Padova www.centroesofagopadova.org Centro di Riferimento per le Malattie dell'Esofago, Chirurgia Clinica 3 dell'Azienda Ospedaliera Università di Padova. Il centro, equipe, collaborazione cliniche e scientifiche, informazioni per il paziente, informazioni per i colleghi medici, malattie dell'esofago, acalasia, lesione benigne, reflusso gastro-esofageo, ingestione di caustici, esofago di barrett, rottura e perforazioni, cancro all'esofago, trattamenti, endoscopia operativa, miotomia, plastica antireflusso, esofagectomia, laparoscopia, toracoscopia, didattica e ricerca
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frontedelblog · 5 years ago
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Plasma iperimmune, nel protocollo Tsunami medici da tutta Italia. Tranne Giuseppe De Donno
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L’Aifa pubblica l’elenco dei membri del comitato scientifico del protocollo Tsunami sulla sperimentazione nazionale del plasma iperimmune: ci sono medici da tutta Italia, da Reggio Emilia a Catania. Manca solo Giuseppe De Donno, l’unico che abbia ottenuto a Mantova una guarigione al 100% su decine di pazienti   di Manuel Montero   Diventa sempre più surreale la vicenda della sperimentazione del plasma imperimmune. L’Aifa pubblica l’elenco dei membri del comitato scientifico per il protocollo Tsunami, che vede come capofila Pisa (ospedale in cui al 5 maggio erano stati trattati appena 2 pazienti). - TUTTO SUL PLASMA IPERIMMUNE Ci sono medici provenienti da tutta Italia. Manca solo l’unico che ne abbia trattati a decine, con un successo del 100%, senza effetti collaterali né recrudescenze dopo la guarigione: Giuseppe De Donno, lo pneumologo di Mantova pioniere della tecnica e autore del primo trial occidentale sulla terapia. Plasma iperimmune, Giuseppe De Donno: “Così la politica ha prevalso sulla scienza”- L’INTERVISTA LO TSUNAMI Il protocollo Tsunami coinvolgerà 56 centri distribuiti in 12 Regioni. Si legge sul sito dell’Aifa: “Garantendo un approccio unico e standardizzato alla terapia con il plasma dei convalescenti, lo studio consentirà di ottenere evidenze scientifiche solide sul ruolo di questa strategia terapeutica e di fornire, in modo univoco, trasparente e in tempi rapidi, informazioni e risposte alle domande sulla sua sicurezza ed efficacia”. E ancora: “Lo studio prevede due Principal Investigator (Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa e Policlinico San Matteo di Pavia), è coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e si avvale di un Comitato scientifico, con funzione di sostegno e supervisione”. Quanto guadagnano i virologi in tv? Arriva un esposto del Codacons alla Corte dei Conti - GUARDA
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I MEMBRI DEL COMITATO Ed ecco i membri del comitato scientifico: - Nicola Magrini (DG AIFA), Presidente - Silvio Brusaferro (Presidente Istituto Superiore di Sanità) - Renato Bernardini (Università di Catania) - Massimo Costantini (Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia) - Giustina De Silvestro (Azienda Ospedaliera di Padova) - Paolo Grossi (ASST Gaetano Pini di Milano) - Giuseppe Ippolito (Istituto Spallanzani di Roma) - Giancarlo Liumbruno (Centro Nazionale Sangue) - Franco Locatelli (Consiglio Superiore di Sanità) - Francesco Menichetti (Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa), Principal Investigator - Cesare Perotti (Policlinico San Matteo di Pavia), Principal Investigator - Patrizia Popoli (Istituto Superiore Sanità), Coordinatrice Gruppo operativo sperimentazione - Giuseppe Remuzzi (Istituto Mario Negri di Milano)   Manuel Montero Tutti i libri di Manuel Montero Read the full article
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purpleavenuecupcake · 6 years ago
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Quado l’occhio diviene “secco” e minaccia la vista - una campagna per diagnosi e cura
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(di Nicola Simonetti) “Occhio secco”, un disturbo che colpisce, in Italia, 9 su 10 donne in menopausa e 25% degli over 50 anni. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si tratta   “di uno tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna”. Lanciata, nei giorni scorsi, la campagna di screening gratuiti promossa dal Centro Italiano Occhio Secco di Milano (Piazza della Repubblica 21, diretto dal dr Lucio Buratto, oculista di fama mondiale,) , la prima struttura completamente dedicata alla cura di questa patologia, in collaborazione con la Clinica Oculistica dell’Università dell’Insubria di Varese. Le visite gratuite si prenotano attraverso il sito www.centroitalianoocchiosecco.it Durante la Campagna ( Mese della Prevenzione e Cura dell’Occhio Secco - 8 maggio-14 giugno), Centri oculistici di eccellenza universitari e ospedalieri su tutto il territorio saranno a disposizione per una visita gratuita e una serie di esami diagnostici. Tecniche specialistiche consentono di rilevare anomalie nel sistema lacrimale dell’esaminato e di fare eventualmente diagnosi di patologia. Lo screening sarà eseguito solo nei Centri aderenti all’iniziativa. La Campagna si propone di sensibilizzare la popolazione sul problema dell’occhio secco e stimolarla a farsi visitare, dopo lo screening, dai propri oculisti curanti. Le visite si rivolgono a tutti quelli che sospettano una secchezza oculare e desiderano una visita di approfondimento. Le visite si potranno fare presso le seguenti strutture: Milano - CIOS Centro Italiano Occhio Secco – Piazza della Repubblica 21 Varese –Ospedale di Circolo Fondazione Macchi – Clinica Oculistica dell'Università dell'Insubria - Viale Borri, 57 Ancona – Azienda Ospedaliero Universitaria – Ospedali Riuniti Ancona Umberto I – G.M. Lancisi-G. Salesi, Via Conca 71 Bari – Clinica Oculistica Universitaria Policlinico di Bari - Piazza Giulio Cesare 11 Catania - Azienda Ospedaliera Garibaldi - Nesima UOC di Oftalmologia - Via Palermo 636 Lecce – Ospedale Vito Fazzi di Lecce – Piazzetta Muratore Milano - Neovision Cliniche Oculistiche Corso Vercelli 40 – Via Procaccini 1 – Viale Restelli 1 Napoli – Ospedale San Giovanni Bosco - Centro di Patologia della Cornea e della Superficie Oculare – UO di Oculistica - PO San Giovanni Bosco – ASL Napoli 1 Centro Via F.M. Briganti 255 Napoli – Clinica Mediterranea - Via Orazio 2 Padova – Centro Oculistico San Paolo, Ospedale Sant'Antonio, AULSS 6 Euganea Via Jacopo Facciolati 71 Pisa – Ospedale Cisanello – Via Paradisa 2 Sassari – Cliniche San Pietro – Viale San Pietro 43 Torino – A.O. Ordine Mauriziano Umberto I - Largo Turati 62 Le visite si prenotano solo sul sito www.centroitalianoocchiosecco.it Se si usano lenti a contatto, toglierle almeno 24 ore prima. Non truccarsi il giorno della visita. Portare con sé eventuali esami di laboratorio recenti, l’elenco dei farmaci attualmente in uso e delle terapie già praticate. Chiariscono il problema i prof. Claudio Azzolini – Direttore Clinica Oculistica Università dell’Insubria –Varese,  Dottor Lucio Buratto – Direttore Scientifico del Centro Ambrosiano Ofta Lucio Burattolmico (CAMO) – Milano e Dottor Giuseppe Di Meglio  (CIOS) – Milano. Il “film lacrimale” è lo strato di liquido che bagna le strutture anteriori dell’occhio, ossia è l’interfaccia tra l’occhio e l’ambiente. La luce giunge all’occhio passando attraversando le lacrime; la presenza di un buon strato di lacrime è fondamentale per consentire all’occhio di avere una buona vista. Cause varie possono determinare situazioni di: Ipolacrimia provocata da una ridotta produzione di lacrime che, a loro volta, si dividono in ipolacrimie da Sindrome di Sjogren e ipolacrimie da altri fattori (patologie della ghiandola lacrimale, ostruzione dei dotti lacrimali, perdita della lacrimazione riflessa da herpes, diabete, lenti a contatto). Dislacrimie provocate da aumentata evaporazione del film lacrimale non compensata da un aumento della secrezione (alterata chiusura palpebrale, blefariti, malattie sistemiche, menopausa, farmaci). Costi sociali Una patologia così diffusa e in espansione come la sindrome dell’occhio secco preoccupa anche per i costi sociali e sanitari che la popolazione deve sostenere. Il costo annuale, quantificato da uno studio internazionale del 2006, è risultato essere maggiore in Inghilterra (1100 dollari per paziente) rispetto a Spagna (800), Italia (600), Germania (500), Svezia (400), Francia (300), probabilmente a causa del diverso costo dei farmaci utilizzati. Numerose condizioni, fisiologiche e patologiche creano alterazioni del film lacrimale e spesso tutto l’apparato di protezione dell’occhio è vittima di patologie o situazioni generali del nostro organismo. Il bulbo oculare all’interno della cavità ossea dell’orbita, è circondato da una sottile pellicola, chiamata film lacrimale, che ha una composizione molto complessa ricca di numerose sostanze nutritive e protettive. Mancando quel liquido l’occhio non potrebbe muoversi, obbedire ai comandi del cervello e girarsi a destra e a sinistra, in su e in giù: senza quel “lubrificante” il nostro senso della vista, rimarrebbe paralizzato o muovendosi a fatica impedire una visione piena. Le palpebre, due piccole “saracinesche”, la cui funzione è quella di opporre un primo sbarramento difensivo ai nostri occhi: si alzano e si abbassano (ammiccano) e avvicinandosi fra loro, chiudono e difendono l'occhio. Non solo: con questo movimento (circa 15000 ammiccamenti al giorno) ricambiano in continuazione il film lacrimale che è prodotto da numerose ghiandole. Ogni volta che avviene un ammiccamento, le palpebre delicatamente pennellano  la congiuntiva e la cornea, distribuendo uniformemente il film lacrimale. La lacrima, o meglio il film lacrimale, è formato da tre strati: lipidico, secreto dalle ghiandole sebacee palpebrali, ha la funzione di ritardare l'evaporazione dello strato acquoso della lacrima e di lubrificare le palpebre; acquoso, serve ad umettare e lubrificare il globo oculare; mucinoso o mucoide, contribuisce alla lubrificazione ma ha anche funzione protettiva, sia antibatterica che meccanica. I DISTURBI: I disturbi lamentati da un paziente affetto da sindrome di occhio secco sono i più disparati e talvolta sembrano addirittura contraddittori. Nelle fasi iniziale i sintomi più comuni sono: Bruciore e prurito insistente legato alla variazione dell’osmolarità del film lacrimale. Lacrimazione irregolare, soprattutto scatenata da agenti atmosferici o ambientali: vento, smog, fumo, variazione di umidità o temperatura. Bisogno di lavarsi e strofinarsi continuamente gli occhi. Difficoltà ad aprire spontaneamente gli occhi al mattino: durante la notte la secrezione della parte acquosa delle lacrime e' molto ridotta o addirittura assente il che comporta l’adesione della superficie oculare alla congiuntiva palpebrale a causa del muco denso e disidratato. Presenza di secrezione mucosa e di filamenti. Quando la sindrome si aggrava si verificano questi sintomi: Sensazione di corpo estraneo legata al ridotto spessore del film lacrimale. Sensazione di secchezza oculare. Fotofobia(sensibilità alla luce)conseguente all' irregolarità del film lacrimale. Dolore anche notturno legato alle alterazioni corneali. Disturbi della visione legati all'astigmatismo irregolare che si crea sulla superficie corneale alterata. Perché. Stili di vita ed alimentari non corretti, stati di stress, disfunzioni metaboliche ed ormonali, aumento dell’età media della popolazione, aumento delle temperature medie ambientali, aree ad elevato inquinamento, fumi e sostanze tossiche disperse nell’aria, sono alcune fra le più frequenti cause degli stati disidratativi; situazioni che colpiscono molto spesso anche l’organo della vista che, per la sua delicata posizione di “finestra sul mondo esterno” risente più di altri organi delle variazioni dell’ambiente esterno che mettono a dura prova il suo sistema di difesa, per buona parte rappresentato da quello strato di lacrime che costantemente giorno e notte separano la superficie oculare dall’esterno. Siccità, ondate di calore, inquinamento. L’inquinamento atmosferico è l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, dovuta alle emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento. Smog. Contaminanti gassosi importanti sono: monossido di carbonio emesso principalmente dagli scarichi di veicoli con motori a idrocarburi le cui concentrazioni maggiori si trovano nei pressi delle strade; il benzopirene e il benzene, sospetti  cancerogeni; l’ozono, l’anidride solforosa e l’ossido di azoto che causa infiammazione acuta delle mucose respiratorie e dell’occhio. Secondo uno studio pubblicato sul British Journal, a causa dell’inquinamento il 42% dei bambini abitanti in città con alto  livello di polveri  sottili soffre di rossore e prurito oculare, ammiccamento, dolori agli occhi, anomalie della lacrimazione e secrezione oculari. Diversi studi analitici effettuati negli Stati Uniti mostrano come il tasso di inquinamento nelle grandi citta’ influisca significativamente sull’insorgenza della sindrome dell’occhio secco. Screening eseguiti dalla NASA, del National Veterans  Administration e del National Climatic Data Center, nelle città di New York e Chicago hanno riportato una proporzione 4 volte maggiore di pazienti affetti da secchezza oculare rispetto a zone con minor tasso di inquinamento dell’aria. Freddo e vento. Ma anche freddo e vento, secondo molti studi scientifici, sono fattori responsabili di rischio per l’ occhio secco:  il freddo ha pesanti  ripercussioni sulla sostanza oleosa che compone lo strato esterno del film lacrimale, rendendola troppo spessa e rigida e dunque incapace di diffondersi sulla superficie dell’ occhio. Calore eccessivo e sole. Anche  con l’esposizione al sole si può soffrire più facilmente di occhio secco; un aumento dell’ evaporazione del film lacrimale ne vanifica la sua funzione che è quella di proteggere gli epiteli della superficie oculare e le strutture interne dell’ occhio mediante una azione filtrante sulle radiazioni ultraviolette e sulle radiazioni infrarosse. E’ consigliabile indossare gli occhiali da sole per ridurre l’esposizione al sole; se si fa un bagno in mare e’ meglio indossare la maschera o gli occhialini. Stili di vita. L’occhio secco è una condizione oggi sempre più diffusa e legata non solo alle condizioni ambientali, ma anche ad alcuni stili di vita. L’uso sempre più diffuso di videoterminali e apparecchi per il condizionamento o per il riscaldamento ad aria, induce una riduzione dell’umidità dell’ambiente in cui si vive: tutto questo ha un effetto anche sulla superficie dell’occhio e sulla sua integrità. Età avanzata. Man mano che l'età avanza, tutto organismo ha delle trasformazioni; cosi anche la composizione delle lacrime varia. Spesso infatti gli occhi producono lacrime con un minore contenuto di lipidi che sono necessari per evitare che la loro parte acquosa evapori troppo velocemente. Con il passare degli anni le forme disidratative determinano dei quadri di vere e proprie infiammazioni croniche a carico della superficie oculare: un disturbo che sembrava in un primo tempo banale diventa vera e propria patologia della superficie oculare. Menopausa. Alcuni ormoni aiutano a stimolare la produzione di lacrime. Per questo le variazioni di livelli ormonali possono ridurre la naturale produzione di lacrime. Ecco perché la sindrome dell'occhio secco predilige il sesso femminile soprattutto dopo i 35 - 40 anni di età: le donne in gravidanza o in menopausa sono il gruppo più numeroso tra i pazienti che soffrono di occhio secco. Una frequenza sempre maggiore causata dalla significativa anticipazione del ciclo mestruale,  fino ad interessare il 60% circa  delle donne. I fastidi derivanti dall’occhio secco tendono a divenire più frequenti con il passare degli anni. L'intolleranza alle lenti a contatto  è  uno dei primi sintomi di ridotta secrezione lacrimale nelle donne in menopausa. Nei primi 7-8 anni dopo la menopausa, il disturbo è controllabile ma dopo tale periodo, l'involuzione delle ghiandole lacrimali diventa irreversibile. Per questo è  importante fare una diagnosi tempestiva e, soprattutto, iniziare per tempo le adeguate terapie sostitutive lacrimali a base di acido ialuronico, o altre lacrime artificiali, o mediante l’assunzione per via orale  di integratori contenenti estradiolo. Malattie autoimmuni Esistono moltissime sindromi autoimmuni, inclusi ipotiroidismo e ipertiroidismo, artrite reumatoide, lupus, sclerosi multipla che hanno effetti negativi sulle cellule e sulle ghiandole deputate alla produzione del film lacrimale. Anche la Sindrome di Sjogrenpuò causare un grave infiammazione delle ghiandole lacrimali riducendo in maniera drammatica la produzione dello strato acquoso del film lacrimale. Farmaci. Molti farmaci come effetto collaterale causano occhio secco, ad esempio:  Antidepressivi, Antistaminici (soprattutto quelli da banco che possono comprarsi senza ricetta), Decongestionanti nasali, Sedativi ansiolitici, Contraccetivi orali, Beta-bloccanti, Diuretici. Lenti a contatto. Le lenti a contatto si posizionano sulla cornea e galleggiano sul film lacrimale assorbendone una grande quantità e tendono ad aderire alla cornea, a limitarne l’ossigenazione ed a provocare danni oculari che possono essere anche di una certa gravità. L'uso ma soprattutto l'abuso di lenti a contatto, siano esse rigide o morbide, in materiale gas-permeabile o non,  contribuisce al determinarsi dell'occhio secco. Questo si verifica soprattutto quando non si utilizzano lenti a contatto “usa e getta” e quindi per la corretta e necessaria igiene si usano soluzioni per lenti ricche di disinfettanti e conservanti. Videoterminali. Una causa frequente della sindrome di occhio secco consiste nell’utilizzo in maniera continuativa di videoterminali: in questo caso la scarsa umidificazione dell’ambiente lavorativo, resa ancor più precaria dalle microventole di raffreddamento dei computer stessi e delle altre apparecchiature ad essi connesse, il prolungato senso di impegno e di attenzione, lo stato di stress posturale connesso, provocano alla lunga un netto rallentamento dell’ammiccamento palpebrale. Normalmente le palpebre vengono aperte/chiuse 20volte al minuto. Se invece si è impegnati in un un'attività che richieda concentrazione come ad esempio leggere, studiare, scrivere, guidare, utilizzare il personal computer, il tablet, lo smartphone, guardare il programma preferito alla TV, si tende a sbattere le palpebre con una minore frequenza, fino ad arrivare ad un battito al minuto: le lacrime così evaporano rapidamente, non vengono sostituite e si crea la sindrome dell' occhio secco. Altre cause. In altri casi, l'occhio secco può essere secondario od associato a condizioni oculari o cutanee di altro tipo, ad esempio rosacea, distrofie o degenerazioni corneali di tipo congenito od acquisito, congiuntiviti batteriche, allergiche o virali, herpes zoster, dieta povera di oligoelementi e vitamine (soprattutto deficit vitamina A) blefariti,  chirurgia delle palpebre (blefaroplastica) o l’uso a fini estetici di tossina botulinica in interventi di chirurgia plastica. Chi soffre della sindrome dell’occhio secco, oltre ad assumere prodotti terapeutici che sostituiscano la delicata funzione lacrimale carente, dovrebbe seguire alcune indicazioni generali per modificare abitudini e stili di vita. Evitare l’esposizione diretta a sistemi di condizionamento, luoghi ventosi, aree molto ventilate. Evitare ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione. Ridurre o eliminare il fumo di sigaretta. Evitare l’uso di creme irritanti o altri prodotti fastidiosi nella zona perioculare. Sospendere o limitare l’utilizzo di lenti a contatto corneali. Usare occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggio UVA o UVB o in caso di ambienti ventosi o polverosi. Impiegare impacchi tiepidi nell’area perioculare (acqua e malva, bicarbonato o acqua borica). Arricchire l’alimentazione con vitamina B3, B6, B12, Omega 3/Omega. Aumentare l’assunzione di acqua e di liquidi in generale COME SCOPRIRE SE L’OCCHIO È SECCO Per scoprire se una persona soffre di occhio secco, la scienza ha a disposizione oggi apparecchiature di diagnosi sofisticate e molto funzionali. Ne spieghiamo la funzione delle più importanti. Biomicroscopia digitalizzata con lampada a fessura, uno degli esami fondamentali. Dotata di un sistema ottico molto luminoso ed efficiente e con l’aiuto di un sistema di ingrandimenti adeguato consente di studiare la superficie anteriore oculare e il film lacrimale nelle condizioni più naturali possibili senza alterazioni indotte dalla temperatura. La Meibografia che consente lo studio delle ghiandole di Meibomio che hanno la funzione di produrre la parte oleosa della lacrima. Questa componente lipidica è la più importante del film lacrimale. Se queste ghiandole non funzionano bene avremo un occhio secco da marcata evaporazione lacrimale. L’interferometria del film lacrimale: consente di valutare e studiare lo strato lipidico del film lacrimale e la  sua formazione e distribuzione. Il test di Schirmer, eseguito per determinare la quantità di lacrime che bagnano l’occhio. Read the full article
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allnews24 · 7 years ago
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Malasanità, gli infermieri vanno in ferie e il reparto di pediatria chiude
Malasanità, gli infermieri vanno in ferie e il reparto di pediatria chiude
Troppo risicato il personale sanitario di un ospedale di Padova
Nuovo episodio di malasanità tricolore. Non ci sono abbastanza infermieri e così un intero piano del reparto Pediatria dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova chiude battenti per tutta l’estate.
I pochi operatori sanitari che lavorano nella struttura sono insufficienti per coprire i congedi matrimoniali, le…
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