#Avanzi di galera
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principiodiverita · 9 days ago
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intotheclash · 2 years ago
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Restammo a lungo in silenzio, ognuno infagottato nei propri pensieri, finché non ci ridestò lo strombazzare di un automobile in arrivo. “Chi sarà mai?” Chiesi istintivamente, trovandomi catapultato di nuovo nella realtà dell'ora e del qui. “Che vuoi che ne sappia,” rispose mio nonno, “Mica c'ho la palla di vetro. Usciamo di casa e andiamo a porgere il nostro benvenuto a questo ignoto rompicoglioni.” Uscimmo a passi malfermi dal casale, scherzando e ridendo ci eravamo scolati un bottiglione del suo rosso assassino. Erano Sesto, Armando e Peppe il Licantropo, amici fraterni del nonno, vecchi partigiani come lui e, per giunta, anche carogne come lui. Arrivarono sullo spiazzo davanti al casale a velocità un po’ troppo sostenuta, sollevando una nube di polvere dal sapore vagamente minaccioso. “Corrono non c'è male per la loro età.” Dissi “Credo di sapere cos'hanno in mente quei tre avanzi di galera!” Rispose mio nonno visibilmente preoccupato, ma sempre pronto ad esplodere. Girarono con quella scassata fiat 110, dal colore indefinito e indefinibile, intorno alla catasta di legna da ardere e si schiantarono addosso al vaso del melograno nano, facendolo in mille pezzi. Brutti figli di puttana!“ Urlò il nonno, facendosi loro incontro schiumando rabbia. "Buongiorno, Pietro!” Lo salutò il Licantropo scendendo dal posto di guida con indosso la faccia più angelica che avessi mai visto. “Buongiorno una sega!” “Perché non togli dai coglioni quel vasaccio, una volta per tutte?” “Già, ogni volta che decidiamo di venirti a trovare, ce lo ritroviamo tra le ruote, col rischio che si finisca per farsi male. ” Aggiunse Sesto. Nonno Pietro, per tutta risposta, raccolse da terra un bel pezzo di legno e lo lanciò, con tutta la forza di cui ancora disponeva, contro la portiera dell'auto. “Ve lo faccio io del male, perdio!” “Attento vecchio rabbioso, così me la graffi!” Lo apostrofò divertito il Licantropo. Era una scena che andava avanti da un bel pezzo. Mio nonno voleva bene a quel melograno più che a mio padre. Quando lo aveva comprato, teneva il vaso proprio davanti al cancello del cortile, in bella mostra. Ne era orgoglioso. Un bel giorno, sempre loro tre, ubriachi come scimmie, lo distrussero a marcia indietro e il mio avo, incazzato come una biscia, lanciò loro contro un'interminabile sequela di colorite imprecazioni, facendoli scompisciare dalle risate. Da allora, ogni volta che salgono a trovarlo, investono il vaso di proposito, lui si imbestialisce, poi, sbollita la rabbia, ricompra il vaso, vi ripianta il melograno e gli cambia di posto. Ma non c'è Cristo che tenga, lo scovano sempre e lo fanno fuori di nuovo. “Ma come cazzo fate a scovarlo sempre?” “E’ per farti un favore, Pietro. Ti vogliamo bene. Certo che quella sottospecie di pianta è davvero brutta!” Disse Sesto “Tu sei brutto!” “Vero. Non posso darti torto. Ma la tua pianta mi da una pista. Eppoi pure il nome è brutto. Melograno. Ma che cazzo di nome è? O sei melo, o sei grano, dico io!” “Allora sarà bello il tuo di nome!” “Sicuro che è bello. Sesto è proprio un gran bel nome. Poi suggerisce il senso dell'ordine. Non dimenticare che noi eravamo dieci fratelli.” “Si, ma tu sei l'ottavo!” “E allora? Sono l'ottavo, vero. Ma mio padre, buonanima, era analfabeta, e non sapeva contare, perciò mi ha chiamato Sesto. Era ignorante, vero, ma all'ordine ci teneva comunque.” Fu a questo punto che si accorsero di me. “Ciao, Ivan, cosa ci fai quassù, in compagnia di questo vecchio rincoglionito?” Mi chiese il Licantropo. “Ero venuto a sincerarmi che fosse ancora di questo mondo.” “Hai fatto bene. giudicando così, ad occhio e croce, direi che non gli dovrebbe rimanere più molto fiato da spendere!” Guardai l'orologio, le sei del pomeriggio, dovevo andare. Avevo un impegno da lì a un ora. “Vi saluto, vecchi. Devo andare.” Dissi “Ciao, Ivan. E salutaci quel coglione di tuo padre!” Mi risposero in coro. Mi voltai di scatto a controllare la faccia del nonno, che, allargando le braccia, con un'espressione innocente dipinta sul volto, disse:“ Io non ho detto niente. Si sarà sparsa la voce per colpa di qualcun altro.”
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dionysman · 11 months ago
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PROGRESSO, INCLUSIONE E MERITOCRAZIA?
GABRIELLA BON LI RIFIUTA E AFFERMA LA PROPRIA IGNORANZA RETROGRADA.
COOPERATIVA SOCIALE TEA DEL CONSORZIO FHOCUS DI TRIESTE, UNA COOPERATIVA SOCIALE TUTTA #LGBTFREE, FATTA DI DISCRIMINAZIONE LGBT, FRAUDOLENZA, ARTIFICIO, ESPEDIENTI, CORRUZIONE E PROSTITUZIONE.
DROGATI E PEGGIOR DEGRADO SOCIALE ASSUNTI NELLA SUA COOPERATIVA SOCIALE TEA DEL CONSORZIO FHOCUS DI TRIESTE,
A DISCAPITO DEI TRANSESSUALI, QUALIFICATI E ASPIRANTI DOTTORI.
QUANDO UNA DISTURBATA MENTALE GRAVE, CHE HA CAMPATO DI PRIVILEGIO, VIZI, CAPRICCI E HA FATTO LIBERAMENTE SOLO CHE PROPRIAMENTE LA PUTTANA E LA LADRONA IN POLTRONA, SCEGLIENDO IL PERSONALE DA IMPIEGARE NEL SOCIALE E NEL SANITARIO: A GAMBE APERTE!
LO STILE DI VITA, NONOSTANTE LE POLTRONE E I MILIONI INTASCATI PROPRIAMENTE PER RACCOMANDAZIONE E CORRUZIONE TRIESTINA E ITALIANA, DIMOSTRANO COME UN ESSERE DA MARCIAPIEDE LO È ANCHE NELLA RICCHEZZA
E COME NELLA SCELTA DEI CANDIDATI INADEGUATI CI RITROVA SÉ STESSA.
LA TUA MORTE SEGNERÀ LA SUPREMA LIBERAZIONE.
LA PEGGIOR INUTILITÀ ESISTENTE, VERA E PROPRIA FECCIA, GRAVEMENTE DISTURBATA CONTENUTA IN UNA MONTAGNA DI MERDA NELLE VESTI FEMMINILI.
A ENORME DIMOSTRAZIONE DI QUANTA INUTILITÀ HA VITA SULLA TERRA.
NOI IN ITALIA GLI PSICHIATRICI E GLI AVANZI MERITEVOLI DI GALERA LI LASCIAMO IN POLTRONA FINO ALLA PENSIONE.
LA PEGGIOR DISTURBATA, PSICOPATICA, RACCOMANDATA, LADRONA, PUTTANA LA LASCIAMO A FARE I SUOI PORCI COMODI.
PER LAVORARE NEL SOCIALE E NEL SANITARIO IN ITALIA CI VOGLIO SIRINGHE, LACCI EMOSTATICI, CUCCHIAI, ACCENDINI E TANTI DISTURBI MENTALI COME QUELLI DELLA FECCIA CHE SIEDE IN ALTO IN POLTRONA.
LA PIÙ GRAVE DISTURBATA MENTALE CON LA RACCOMANDAZIONE.
VIVA I DROGATI, DI BELLA PRESENZA! RIFIUTIAMO LE PERSONE LGBT, È IL MOTTO DI GABRIELLA BON.
E SE FANNO LO SCANDALO, POI LI RIMANDIAMO A CASA, SENZA MAI PERDERE PERÒ LA CONDIZIONE DI RICCHEZZA.
GABRIELLA BON, FECCIA SQUALLIDA, SPAZZATURA VIVENTE A TRIESTE SENZA LA BENCHÉ MINIMA DIGNITÀ UMANA O SANITÀ MENTALE.
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mariuskalander · 2 years ago
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Il PIL di Tunisia, Marocco, Algeria, Senegal, Ghana, Costa d'Avorio, Nigeria cresce tra il 2 e il 5% annuo. Sono paesi in forte sviluppo, qui ci arrivano gli avanzi di galera (parole del Presidente della Nigeria Muhammadu Buhari) #tagadala7
— Mario Calandra (@MariusKalander) Jan 3, 2023
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unwinthehart · 2 months ago
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no ma poi "ho voglia di provare programmi nuovi!" e fa "I soliti Ignoti" (con un nome diverso), un mini-Sanremo con avanzi di galera e "La Corrida". un po' come me il sabato che mi dico sempre di provare una pizza diversa per finire a scegliere tutte le volte la margherita
Ama io ti voglio bene, ma neanche a delirare così
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tempi-moderni · 4 years ago
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"Era dallo straripamento del Pecos che non vedevo tanti avanzi di galera alla Lidl. Tieni, queste sono l'ultimo paio e cerca di fartelo bastare per tutto l'attraversamento del west"
"Lo chiavano Hard Discount"
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abatelunare · 4 years ago
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Avanzi
Era un avanzo di galera. Il resto l’aveva lasciato dentro.
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der-papero · 5 years ago
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Nel codice di produzione, trovo sta’ roba ...      for ( i = 0; i < this->GetRecordCount(); ++i )      {        if ( ! rightIsFull && ! rightIsFull )        {           ....        }        else if ( ! leftIsFull ) {          .....        }        else if ( ! rightIsFull ) {          .....        }        else { // if ( leftIsFull && rightIsFull ) {          break;        }      }
Ho urlato ai miei avanzi di galera: LIBERATE IL KRAKEN!
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goodbearblind · 6 years ago
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C’È BOLSONARO. E ORA, BRASILE? Il racconto. La prima, difficile settimana della nuova era è un ritorno al passato. Per gay, villaggi indios e quilombola. Oltre che per gli insegnanti, da oggi a rischio schedatura per le loro idee di Solange Cavalcante, il Manifesto 04.10.18
(…) E ora José? La festa è finita, la luce si è spenta, la gente è partita, la notte è ghiacciata, e ora José? e ora, che è di te? di te che non hai nome, che prendi in giro gli altri, di te che fai versi, che ami, protesti? e ora José? *
Due ore dopo la chiusura dei seggi esce il risultato, con Bolsonaro presidente. È da non crederci: al 21% di astensioni, al 2,15% di schede bianche e all’8% di schede nulle. Numeri che sarebbero bastati per una svolta. Dappertutto scoppiano i fuochi d’artificio.
Quindi non è contato niente che grosse aziende avessero spinto Bolsonaro pagando profumatamente per orchestrare una marea di fake news sui social contro il Pt, con uno schema di donazioni non contabilizzate e vietate per legge, nonostante ormai non ci fosse alcun giudice disposto a impedirlo.
Tra le notizie false sui social c’era quella che il candidato Fernando Haddad aveva creato un «kit gay», cioè un programma “omosessualizzante” destinato a essere implementato nelle scuole pubbliche. Ci ha creduto l’80% degli elettori di Jair Bolsonaro.
Tra l’altro, la gang del Psl aveva già scatenato una vera caccia alla giornalista che aveva pubblicato le prove del piano sulla Folha de São Paulo . Anche qui restando impunito.
E ora, José? Sei senza una donna, sei senza discorso, senza tenerezza, ora non puoi più bere, non puoi più fumare, non puoi neppure sputare, la notte è ghiacciata non è arrivato il giorno, non è arrivato il tram, non è arrivato il riso, nemmeno l’utopia e tutto e finito e tutto è sfuggito e tutto si è ammuffito, e ora, José?
Tornando a casa, attraverso il centro di San Paolo sotto una pioggia di grida volgari contro il Pt. Alla tv rivedo lo stesso ghiaccio dei tempi grigi della dittatura, con tanto di preghiere e sfilate di soldati e carri armati nelle capitali. Piango. «Stammi bene, non preoccuparti», mi telefona un amico. È una parola. Dai social arrivano messaggi disperati da tutte le parti. Mi dicono di una deputata bolsonarista del Sud, «antifemminista e cristiana», che ha creato una specie di numero verde, incitando gli studenti a registrare i loro prof nel caso in cui loro parlassero di genere o di politica, per poi farli denunciare e processare.
Scatta un flusso di messaggi allo scopo di salvaguardare la libertà di insegnamento – da pezzi della Costituizione a numeri di avvocati, sindacati e quasi un manuale di come comportarsi in classe dinanzi a minacce simili.
A vittoria consumata, il presidente neo eletto chiede al suo braccio destro, un senatore della bancada della Bibbia, di recitare una preghiera prima del suo primo pronunciamento. Appunto, il predicatore Magno Malta (impegnato in una crociata disastrosa contro la pedofilia, poiché piena di fede ma priva di prove) occuperà l’appena creato «Ministero della Famiglia» – della famiglia tradizionale, ovviamente.
La notte tra domenica e lunedì, scatta l’allame dagli attivisti: comunità quilombola (di afrodiscendenti ex schiavi, ndr) e villaggi indigeni subiscono attacchi e sono incendiati in diverse parti del paese. Al riguardo, il lunedì mattina Bolsonaro fa già sapere che il Ministero dell’Ambiente e quello dell’Agricoltura diventano uno solo. Contenta la tribuna ruralista, contenti i proprietari terrieri e contenta la Rete Globo, che dall’uscita della presidente Dilma Rousseff, nel 2016, ha abbracciato la “causa” dell’agrobusiness con tanto di spot pubblicitari sotto lo slogan: «L’agro è pop».
E ora, José? La tua dolce parola, la gola, la dieta, il tuo istante di febbre, la tua biblioteca, il tuo giacimento d’oro, il tuo vestito di vetro, la tua incoerenza, il tuo odio: e ora?
Il lunedí 29 ottobre sarà una giornata fredda e lunga. Passo alla scuola dove insegno italiano la mattina presto. Nessuno sorride. Gli amici si scambiano lunghi abbracci, singhiozzi e lacrime sentite. «Parlano addirittura del ritorno al creazionismo nei libri scolastici», dice un collega, da quello che si apprende dalle agenzie. Anni fa hanno tolto sia la Filosofia che la Psicologia dal curriculum scolastico. Mai avremo pensato di cadere così in basso. Fino alla fine della giornata, annuncieranno l’abolizione del Ministero dello Sport e possibilmente di quello dei Diritti Umani.
Mercoledì scorso il Senato ha cercato di votare un progetto di legge che classifica come atti di terrorismo le proteste, le manifestazioni e «il fare o non fare qualcosa per motivazioni politiche, ideologiche o sociali» – udienza posticipata. Lo stesso giorno il Movimento Brasile Libero (un branco “apolitico” al quale piace tanto la rete, tale e quale al M5S italiano) cercava di far votare il progetto Scuola Senza Partito, con leggi per imbavagliare gli insegnanti pubblici. Uguale, udienza posticipata. Sembra che non sarà così facile realizzare tutto ciò che vorrebbe il nuovo governo.
I disagi, invece, sono stati all’ordine del giorno durante tutta la settimana. Per esempio, i sostenitori di Bolsonaro hanno rilasciato una lista da 700 nomi di artisti da boicottare – tra questi, i soliti Chico Buarque, Caetano Veloso e Gilberto Gil, insieme all’ex asso del calcio Walter Casagrande e al giornalista Juca Kfouri, della Democrazia Corinthiana, e tanti altri personaggi importanti da far vergognare di non esserci dentro.
Nei giorni scorsi è venuto a trovarmi un mio ex allievo. Aveva le mani fredde, ed era agitato: «Lo sai quando ti ho detto di essere gay?». Sì, che me lo ricordo. Appariva in aula col rossetto, lo smalto, degli orecchini enormi, e indossava spesso una maglietta del Corinthians, col suo nome scritto dietro. «Non scherzare con queste cose», gli dicevo, allora. «Se poi becchi un omofobico che ti ammazza?». Mi aveva risposto: «È la vita, prof». Ora invece non ride più. «Ho molta paura. Cioè, non so da dove veniva il mio coraggio di prima. Non sapevo cosa fosse dovermi preoccupare di cosa mettermi addosso o di quello che sono, ho l’impressione di essere odiato da tutti». Ci salutiamo, e lui se ne va dandomi della compagna.
Piango per lui, perché si sa già che, a Brasília, Bolsonaro ha già firmato il compromesso per annullare tutti i matrimoni gay. Uno a uno i colleghi vengono ad abbracciarmi. Un’amica ha anche lei gli occhi lucidi. «Uno del terzo anno mi ha detto che la Costituzione è inefficace contro le pallottole, che bisogna andare armati».
Sarà come ha scritto Hannah Arendt, che la massificazione della società fa emergere una folla pronta a obbedire, mai a obiettare, incapace di esprimere giudizi morali. Una folla contenta, ad esempio, del governatore di Rio Wilson Witzel, che intende combattere la violenza posizionando cecchini pronti a sparare sui tetti di tutte le zone violente dello Stato. La maggior parte dei brasiliani è d’accordo con la nuova first lady, seconda la quale «il popolo ha bisogno di aver paura pur di rispettare le leggi».
La chiave nella mano Tenti di aprire la porta, non esiste porta; vuoi morire nel mare, ma il mare è seccato: vuoi ritornare a Minas, Minas non c’è più. José, e ora?
In tanti sono d’accordo che il Pt doveva fare marcia indietro prima di lanciare un suo candidato alle presidenziali, che doveva prendersi del tempo per ricostruirsi, e che essere al potere non poteva contare più di tutto ciò che il paese stava per perdere.
Alla fine della settimana il giudice Sérgio Moro, lo stesso che ha messo Lula in galera, accetterà da Jair Bolsonaro l’incarico per il ministero della Giustizia. Non sarà un ministro, ma un superministro – la prova che mancava che da giudice lui ha sempre fatto il politico.
Magari tu gridassi, magari tu piangessi, magari tu suonassi il valzer viennese, magari tu dormissi, magari ti stancassi, magari tu morissi… ma tu non muori, tu sei duro, José
Non fa ridere perché non è nemmeno una battuta la storia che si sta raccontando in Brasile, di una finale di calcio giocata tra le squadre «A» e «B». All’inizio del campionato, il capocannoniere della squadra «A» viene espulso dall’arbitro in maniera controversa, e non può più giocare fino alla fine della stagione. Fuori dai campi, lo stesso arbitro si fa vedere in giro con i dirigenti e i calciatori della squadra «B». La squadra «B» vincerà il derby contro la squadra «A». La squadra «B» invita l’arbitro perché diventi un suo dirigente. L’arbitro accetta l’incarico, senza alcuna opposizione da parte della Federcalcio.
Sono nell’oscurità, come un animale selvatico, senza teogonia, senza parete nuda alla quale appoggiarti, senza cavallo nero, la gola e la dieta, tu avanzi, José! Verso dove, José?
*Carlos Drummond De Andrade, José (1942). Traduzione di Antonio Tabucchi
https://ilmanifesto.it/ce-bolsonaro-e-ora-brasile/
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elcinelateleymickyandonie · 3 years ago
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EDDIE CONSTANTINE.
Filmography
Cinema
1950: Les chansons s'envolent
1953: Egypt by Three
1953: La Môme vert-de-gris
1953: Cet homme est dangereux
1954: Les femmes s'en balannt
1954: Avanzi di galera
1954: Votre dévoué Blake
1955: Ça va barder
1955: Je suis un sentimental
1956: Vous pigez?
1956: Les Truands
1956: Ce soir les jupons volent
1956: L'Homme et l'Enfant
1956: Bonsoir Paris, bonjour l'amour
1957: Folies-Bergère
1957: Le Grand Bluff
1957: Ces dames préfèrent le mambo d
1957: Rendez-vous avec Maurice Chevalier number 1
1958: Incognito
1963: Les Femmes d'abord
1963: spider web
1963: À toi de faire ... mignonne
1963: Des frissons partout
1963: Rote Lippen soll man küssen
1963: Lykke og krone
1964: Comment trouvez-vous ma sœur?
1964: Laissez tirer les tireurs
1967: Ces messieurs de la famille
1980: Car-Napping - Bestellt
1980: The Long Good Friday
1981: Rote Liebe - Wassilissa
1981: Tango durch Deutschland
1981: Neige
1981: Oasis, by Burghardt Schlicht
1981: Freak Orlando
1982: Rote Liebe
1982: Boxoffice
1983: Das Mikado-Projekt
1983: Der Schnüffler
1983: La Bête noire
1984: Seifenblasen
1984: Tiger - Frühling in Wien
1984: Flight to Berlin
1984: One Scugnizzo to New York
1985: Paul Chevrolet in Ultieme Hallucinatie
1986: Makaroni Blues
1987: Pehavý Max to strasidlá
1987: Helsinki Napoli All Night Long
1989: Europe, abends
1991: Europe
1991: Allemagne année 90 neuf zéro
1991: Tokyo no kyujitsu
1993: Three Shake-a-Leg Steps to Heaven.
TV
1970: Eine Rose für Jane (TV movie)
1971: Supergirl - Das Mädchen von den Sternen (TV movie)
1972: Wir sind drei (short)
1973: Welt am Draht) (miniseries) '
1977: Raid on Entebbe (TV movie)
1978: Zwei himmlische Töchter (miniseries), episode Ein Cowboy nach Spanien
1979: Victor (TV movie)
1981: Zwischen Mond und Sonne (TV movie)
1982: De bien étranges affaires (TV series), episode Lourde gueuse
1982: Les Fugitifs (TV movie)
1982: The Tiger Brigades (TV series)
1984: Rambo Zambo (TV movie)
1984: Phil Perfect's Adventure (miniseries)
1984: Série noire (TV series), episode J'ai bien l'honneur
1984: Quei trentasei gradini (miniseries)
1986: Pepe Carvalho (TV series)
1986: Roncalli (TV series)
1987: Frankenstein's Aunt (TV series)
1988: Les Cinq De
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principiodiverita · 2 months ago
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VI DEVONO INCULARE A SANGUE TALMENTE MALATAMENTE CHE VI DEVONO FAR PASSARE LA VOGLIA DI ABUSARE, VIOLARE E COMMETTERE VIOLENZA E STALKING SUGLI ALTRI, MANIPOLANDO IN VESTE DEL VOSTRO RUOLO, STRANAMENTE, ABILITATO NEL SETTORE SOCIALE E SANITARIO SEPPUR CON EVIDENTI DISTURBI PSICHIATRICI GRAVISSIMI, PALESI E ASSENZA DELLE PIÙ BASILARI QUALITÀ UMANE E VOLONTÀ DI AGIRE NELLA PIÙ SPUDORATA CRIMINALITÀ.
VEDERVI MORTI SARÀ ASSOLUTA LIBERAZIONE, GIOIA E ALMENO PARZIALE GIUSTIZIA, PER FECCIA IMMONDA, INUTILITÀ IMMANE, DISTURBATI PSICHIATRICI E AVANZI DI GALERA, DEPRAVATI E RACCOMANDATI E CORROTTI QUALI SIETE.
GABRIELLA BON, RESPONSABILE DELLA COOPERATIVA SOCIALE TEA E PRESIDENTE DEL CONSORZIO FHOCUS DI #TRIESTE, PEGGIOR PSICHIATRICA, CRIMALE, TROGLODITA E LADRONA, RACCOMANDATA
FRANCESCA ANGELUCCI, COMPLICE DI GABRIELLA BON, CRIMINALE, CORROTTA E ABILITATA COME PSICOLOGA
GIAMPIERO COSTANTINI, DEL CONSORZIO FHOCUS
MARIA TUDECH HENKE, DEL CONSORZIO FHOCUS
ALESSANDRA GAVA, ASSISTENTE SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO
FRANCESCO ISOLDI, DEL CONSORZIO IL MOSAICO
LIVIA SCOVINO, OSS NEL PRONTO SOCCORSO DELL'OSPEDALE CATTINARA DI #TRIESTE
LUCIANO MARELLO, EX POLIZIOTTO EGIZIANO
MARCO VISINTIN, PSICOLOGO BUGIARDO E MANIPOLATORE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA
SIMONA AGOSTINIS, EDUCATRICE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA
OGNI GIORNO CI SI AUGURA DI SVEGLIARSI E SI SAPERVI MORTI, NELLA SPERANZA CHE SIA NEI MODI UMANAMENTE PIÙ ATROCI.
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intotheclash · 4 years ago
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Restammo a lungo in silenzio, ognuno infagottato nei propri pensieri, finché non ci ridestò lo strombazzare di un automobile in arrivo. “Chi sarà mai?” Chiesi istintivamente, trovandomi catapultato di nuovo nella realtà dell'ora e del qui. “Che vuoi che ne sappia,” rispose mio nonno, “Mica c'ho la palla di vetro. Usciamo di casa e andiamo a porgere il nostro benvenuto a questo ignoto rompicoglioni.” Uscimmo a passi malfermi dal casale, scherzando e ridendo ci eravamo scolati un bottiglione del suo rosso assassino. Erano Sesto, Armando e Peppe il Licantropo, amici fraterni del nonno, vecchi partigiani come lui e, per giunta, anche carogne come lui. Arrivarono sullo spiazzo davanti al casale a velocità un po’ troppo sostenuta, sollevando una nube di polvere dal sapore vagamente minaccioso. “Corrono non c'è male per la loro età.” Dissi “Credo di sapere cos'hanno in mente quei tre avanzi di galera!” Rispose mio nonno visibilmente preoccupato, ma sempre pronto ad esplodere. Girarono con quella scassata fiat 110, dal colore indefinito e indefinibile, intorno alla catasta di legna da ardere e si schiantarono addosso al vaso del melograno nano, facendolo in mille pezzi. Brutti figli di puttana!“ Urlò il nonno, facendosi loro incontro schiumando rabbia. "Buongiorno, Pietro!” Lo salutò il Licantropo scendendo dal posto di guida con indosso la faccia più angelica che avessi mai visto. “Buongiorno una sega!” “Perché non togli dai coglioni quel vasaccio, una volta per tutte?” “Già, ogni volta che decidiamo di venirti a trovare, ce lo ritroviamo tra le ruote, col rischio che si finisca per farsi male. ” Aggiunse Sesto. Nonno Pietro, per tutta risposta, raccolse da terra un bel pezzo di legno e lo lanciò, con tutta la forza di cui ancora disponeva, contro la portiera dell'auto. “Ve lo faccio io del male, perdio!” “Attento vecchio rabbioso, così me la graffi!” Lo apostrofò divertito il Licantropo. Era una scena che andava avanti da un bel pezzo. Mio nonno voleva bene a quel melograno più che a mio padre. Quando lo aveva comprato, teneva il vaso proprio davanti al cancello del cortile, in bella mostra. Ne era orgoglioso. Un bel giorno, sempre loro tre, ubriachi come scimmie, lo distrussero a marcia indietro e il mio avo, incazzato come una biscia, lanciò loro contro un'interminabile sequela di colorite imprecazioni, facendoli scompisciare dalle risate. Da allora, ogni volta che salgono a trovarlo, investono il vaso di proposito, lui si imbestialisce, poi, sbollita la rabbia, ricompra il vaso, vi ripianta il melograno e gli cambia di posto. Ma non c'è Cristo che tenga, lo scovano sempre e lo fanno fuori di nuovo. “Ma come cazzo fate a scovarlo sempre?” “E’ per farti un favore, Pietro. Ti vogliamo bene. Certo che quella sottospecie di pianta è davvero brutta!” Disse Sesto “Tu sei brutto!” “Vero. Non posso darti torto. Ma la tua pianta mi da una pista. Eppoi pure il nome è brutto. Melograno. Ma che cazzo di nome è? O sei melo, o sei grano, dico io!” “Allora sarà bello il tuo di nome!” “Sicuro che è bello. Sesto è proprio un gran bel nome. Poi suggerisce il senso dell'ordine. Non dimenticare che noi eravamo dieci fratelli.” “Si, ma tu sei l'ottavo!” “E allora? Sono l'ottavo, vero. Ma mio padre, buonanima, era analfabeta, e non sapeva contare, perciò mi ha chiamato Sesto. Era ignorante, vero, ma all'ordine ci teneva comunque.” Fu a questo punto che si accorsero di me. “Ciao, Ivan, cosa ci fai quassù, in compagnia di questo vecchio rincoglionito?” Mi chiese il Licantropo. “Ero venuto a sincerarmi che fosse ancora di questo mondo.” “Hai fatto bene. giudicando così, ad occhio e croce, direi che non gli dovrebbe rimanere più molto fiato da spendere!” Guardai l'orologio, le sei del pomeriggio, dovevo andare. Avevo un impegno da lì a un ora. “Vi saluto, vecchi. Devo andare.” Dissi “Ciao, Ivan. E salutaci quel coglione di tuo padre!” Mi risposero in coro. Mi voltai di scatto a controllare la faccia del nonno, che, allargando le braccia, con un'espressione innocente dipinta sul volto, disse:“ Io non ho detto niente. Si sarà sparsa la voce.
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dionysman · 11 months ago
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IN ITALIA, GLI PSICHIATRICI GRAVI E AVANZI DI GALERA LI METTIAMO NEL PERSONALE SANITARIO NEGLI OSPEDALI,
LI METTIAMO NEL PERSONALE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE E NEL SERVIZIO SOCIALE,
E QUELLI PEGGIORI, CON PATOLOGIE DEGNI DELLA PURA PSICOPATIA, GRAZIE ALLA RACCOMANDAZIONE, LI METTIAMO IN POLTRONA DELLA COOPERATIVA SOCIALE TEA, DI TUTTO IL CONSORZIO FHOCUS DI TRIESTE, DELL'ORGANIZZAZIONE DI CONFCOOPERATIVE! E SU ALTRE VARIE POLTRONE DI DIRIGENZA,
COSÌ CHE NON SI PERDA LA CARATTERISTICA ITALIANA DI MALATTIA MENTALE GRAVE MISTA COGNOME PASSE-PARTOUT CHE FA UNA BELLA FIGURA SU CARTA, PERCHÉ LA REPUTAZIONE E LA FINTA IMMAGINE DI SÉ DA DARE ALLA SOCIETÀ ANCORA PREVALE IN QUEST'EPOCA, PUR GIOCANDO, ROVINANDO LA VITA ALTRUI E INTASCANDO MILIONI E ALTRETTANTO CHI NE FA IL LAVORO SPORCO DELLA DISCRIMINAZIONE LGBT, LA FRAUDOLENZA E MANTIENE IL SILENZIO, PAGATO PROFUMATAMENTE, LA LASCIAMO CHE FACCIA PSICOTERAPIA QUANDO HA EVIDENTE ASSENZA DI COSCIENZA E RISPETTO PER LA VITA ALTRUI.
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corallorosso · 7 years ago
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"Quattro marinai trattengono una giovane donna eritrea. Un pezzo del suo vestito pende dalla mano di uno degli uomini. La giovane non guarda verso l'obiettivo, ma è costretta a stare ferma e a esporre i suoi seni (...) Tutti e cinque gli uomini bianchi coinvolti in questa fotografia, incluso il fotografo, erano militari italiani. La guerra italo-etiopica e la volontà di Mussolini di costruire (...) un impero italiano in Africa orientale, portarono ad un aumento di 16 volte della popolazione italiana della vicina Eritrea. Questa passò, quasi interamente a causa dei nuovi flussi migratori maschili, da meno di 5000 persone nel 1931 a 73.000 nel 1940. ' la criminalità ad opera dei bianchi crebbe repentinamente, provocando grandi preoccupazioni tra le autorità coloniali...che stigmatizzavano i frequenti crimini contro gli africani, come furti, rapine e aggressioni sessuali'. Maria Messina, figlia di un uomo italiano e di una donna eritrea, che nel 1935 aveva 18 anni e viveva ad Asmara, ha ricordato: 'Dopo il 1935 iniziò il razzismo... Mussolini scaricò la feccia d'Italia sulla Somalia, chi lo sa cosa gli aveva promesso!... Mussolini mandò una serie di camice nere, di avanzi di galera, che violentavano le donne: noi ragazze non potevamo più uscire la sera, a causa di questi furfanti, con le loro camice aperte e i coltelli alle cinture.' Tratto da "Margini d'Italia di David Forgacs
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glinvernidentro · 7 years ago
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Vedi il problema e che dai barconi sbarcano per il 99% solo persone che non lo meritano perche vengono da paesi che i loro stessi presidenti dicono che sono avanzi di galera poi gente che pesa oltre 70 kg da che fame scappa e poi chi muore di fame non ha i soldi o le forze per intraprendere viaggi del genere purtroppo chi ne avrebbe diritto rimane dove a morire e costoro che si lamentano e che tutto vogliono senza ma e senza se poi ricordiamocelo l'intera africa in europa non puo e non potra
i veri numeri di immigrati che sbarcano qui all’anno consistono in 1 immigrato ogni 720 italiani circa. Davvero oltre 700 italiani non sono in grado di accogliere una persona? Senza contare che molti non vogliono nemmeno rimanere qui. Sicuramente in mezzo a chi arriva può starci qualche delinquente, perché purtroppo i delinquenti stanno ovunque anche in mezzo a chi nasce qui, e per questo sono d’accordo sul fatto che servano controlli severissimi. Ma ricordiamoci che c’è chi mette i propri figli su un barcone nella speranza di dar loro un futuro migliore, chi spende tutto quello che ha per fuggire da una situazione di miseria pur sapendo che probabilmente morirà in mare. E si, credo che in tali circostanze anche il più debilitato dalla fame troverebbe le forze di farlo.
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fatticurare · 7 years ago
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DOV'È LO STATO..LA MARINA MILITARE IN SARDEGNA? STANNO SBARCANDO TUNISINI AVANZI DI GALERA..NESSUNO FA NIENTE? MINNITI?#MovimentOnesti
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