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#AntonellaGramigna
forzaitaliatoscana · 2 years
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muatyland · 6 years
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Segnalzione "Il vento e le promesse" di Antonella Gramigna
Sgnalzione "Il vento e le promesse" di #AntonellaGramigna
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Sinossi
“La forza di una donna nasce da tante piccole cose, dalla curiosità al mettersi in gioco, talvolta anche al di sopra di ciò che pensava o sperava”. La storia di Anne è un percorso di vita, di una donna che si è costruita da sola, credendo sempre fino in fondo nelle sue passioni, nei suoi ideali e lottando sempre per il suo sogno di realizzazione professionale e di rivincita personale…
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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forzaitaliatoscana · 2 years
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Made In, Gramigna: quanto verrà penalizzato dalla guerra?
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La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: "Quanto la guerra penalizzerà il Made in?" È una guerra terribile, a prescindere. ma non si può non buttare un occhio, e direi più di uno, sulla guerra che si combatte anche sui mercati. Quella del vino, ad esempio, che sacrifica alle sanzioni le bottiglie extra lusso, con un valore superiore ai 300 euro per articolo. Il conflitto Russia-Ucraina di fatto pone una seria ipoteca sull'export italiano, anche nel mondo del Vino. Secondo un rapporto di Nomisma Wine Monitor, nel 2021 la Russia ha importato 345 milioni di euro di vino “made in Italy”, facendo del nostro Paese il suo primo fornitore. Anche l'Ucraina ha importato vino italiano per 56 milioni di euro. Ma la guerra in corso rischia di mettere a reale repentaglio l'economia del mondo vitivinicolo che per l’Italia vale 400 milioni di euro. Il nostro Paese risulta essere il primo fornitore delle due principali nazioni coinvolte nel conflitto, prima persino di competitor prestigiosi come Francia e Spagna, perché da un'analisi attenta, si evidenzia che la sofferenza maggiore riguarda l’Asti spumante. Ma la nota dolente non si ferma qui: nel nuovo pacchetto di sanzioni comminato alla Russia, appena varato dal Consiglio europeo, c’è ( ahimè) anche il vino. Sanzioni che sanciscono lo Stop alle spedizioni verso Mosca di bottiglie sopra i 300 euro per unità. In attesa di ulteriori chiarimenti, sul termine "unità", cioè se per valore complessivo intende la singola bottiglia oppure la cassa da 6, si tratta comunque di un provvedimento che ha nel mirino soprattutto la sospensione delle forniture di beni di lusso per gli oligarchi. Per l’export italiano si aggiunge, quindi, una ulteriore débâcle in un periodo abbastanza già molto provato dalla pandemia. Anche la progressiva e consistente svalutazione del rublo, che ha perso già oltre il 50% del suo valore, costringe le aziende che operano sul mercato russo a una revisione delle trattative contrattuali. Aziende Made in Italy, legate al settore arredamento, moda, ed enogastronomia, che negli ultimi anni avevano scommesso molto su questi due Paesi oggi in conflitto, si vedono diminuire entrate, a fronte di salassi per aumento gas, elettricità e materie prime. La Coldiretti denuncia la caduta di un intero settore: "L’agroalimentare – dice l'associazione di categoria – è, fino ad ora, il settore più duramente colpito direttamente dalle sanzioni che hanno azzerato le esportazioni in Russia dei prodotti made in Italy presenti nella lista nera come salumi, formaggi e ortofrutta, senza risparmiare le specialità, dal Parmigiano Reggiano al prosciutto di Parma, per citarne solo alcune". Il Made in Italy, lo ripeto da tempo, è qualcosa di unico al mondo non soltanto per la qualità, il design, la bellezza e l’innovazione tecnologica dei suoi prodotti, ma anche per la capacità di reiventare e riproporre continuamente in chiave moderna innumerevoli beni tradizionali con il loro straordinario patrimonio di cultura e storia. Capacità dovuta a preparazione, qualità innovativa, formazione accurata. È anche qualcosa di unico per la struttura peculiare del suo sistema produttivo orientato all’export, basato soltanto in minima parte su grandi settori e costruito invece su numerose "nicchie" e filiere di dimensioni medie e medio-grandi, molte delle quali leader a livello internazionale, con un attivo commerciale complessivo con l’estero in tale anno di 63 miliardi di dollari. Per anni, il dibattito in Italia si è sterilmente concentrato sul tema se "piccolo" fosse bello oppure no. Cioè, se le piccole realtà che sono grandi per il nostro Made in di qualità non fossero paragonabili ai grandi marchi. La attenta analisi dei mercati, e delle ripercussioni sulla nostra economia Made IN, cambia la prospettiva del problema. È bello ciò che funziona e il made in Italy nella prospettiva di differenziazione dell' export, che le piccole imprese fanno da sempre, è certamente bello. Non basterà, forse, a proteggerle dalla follia di Putin ma certamente servirà a mitigarne un po’ gli effetti. L’imprenditoria italiana si trova oggi, con la guerra in Ucraina, ad affrontare una crisi internazionale inaspettata, ulteriore e dannosa, che sicuramente avrà ripercussioni sul mondo dell’impresa, ma di fronte a questa ennesima sfida, le aziende vogliono lanciare un messaggio di solidarietà e speranza, ma anche richiesta di sostegno e attenzione dal mondo politico, soprattutto ribadendo che per loro " la pace è più importante dell’economia, e che sono pronte ad affrontare le conseguenze che le sanzioni alla Russia avranno sia dal punto di vista delle esportazioni che da quello dell’approvvigionamento delle materie prime e l’accesso all’energia. " Un bel messaggio che, ancora una volta, porta l'Italia nel mondo con la sua principale peculiarità: l'Intelligenza e la qualità delle persone. Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana
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forzaitaliatoscana · 3 years
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Gramigna: il made in Italy mitigherà l'effetto Putin?
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La responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: "La forza del Made in Italy sarà capace di mitigare l'effetto " Putin"?" La recente guerra russo-ucraina, scatenata da Putin, avrà effetti sull’economia mondiale ed in particolar modo su Europa e Italia? Ed il nostro Made in Italy, quanto risentirà di sanzioni e della caduta economica ? L'interrogativo è legittimo. Come legittima è la riflessione sulla questione che riguarda la forte dipendenza dal gas russo, uno dei forti punti deboli dell’Unione Europea e dell’Italia, che ci porta in una spirale economica negativa, generata dai rincari dell’energia, delle materie prime e dei prodotti chimici (tra cui i fertilizzanti) su bollette ed altri prodotti (tra cui quelli alimentari), che rischia di erodere pesantemente il potere d’acquisto e di frenare fortemente la spesa delle famiglie. Inutile dirlo, ciò è di fatto una minaccia per la crescita economica, dato che i 2/3 del PIL dal lato della domanda sono generati proprio dai consumi. Un altro aspetto molto riguarda più specificamente alcuni settori e territori europei ed italiani che esportano prevalentemente verso la Russia. In Toscana è forte il vivaismo, l'arredamento e il settore Moda ( intendendo con esso il calzaturiero, l'abbigliamento, la pelletteria in genere) L'allarme che viene dai settori suddetti è forte: ordini realizzati, merci pronte ma non inviate con conseguente aggravio di costi da parte delle aziende. I prodotti italiani più importanti diretti verso la Russia, che risentono fortemente di questa situazione, con un rallentamento degli scambi, oltre ai predetti, includono anche farmaci, rubinetteria, macchine per imballaggio, vini e spumanti, caffè torrefatto, , impianti di sollevamento e trasporto, preparazioni per capelli. Tuttavia, da analisi economiche il Made in Italy risulterebbe risentire di meno rispetto ad altri Paesi, delle sanzioni con la Russia, con la conseguente frenata degli scambi commerciali. Ciò perchè il Made in Italy riesce a differenziarsi in termini di prodotti. Il Made in Italy, lo abbiamo detto più volte, è qualcosa di unico al mondo non soltanto per la qualità, il design, la bellezza e l’innovazione tecnologica dei suoi prodotti, ma anche per la capacità di reiventarsi e riproporsi continuamente in chiave moderna, attuale, innovativa attraverso i nostri beni tradizionali, ed il loro straordinario innato patrimonio di cultura e storia. Per la genialità di progettare in continuazione nuovi beni e sistemi complessi all’avanguardia nei più moderni comparti tecnologici, il Made in Italy rappresenta anche qualcosa di particolare, diverso e unico per la struttura del suo sistema produttivo orientato all’export, che a differenza di altri Paesi, è stato costruito ed è basato, su numerose ma piccole "nicchie" e filiere di dimensioni medie e medio-grandi, molte delle quali leader a livello internazionale. Il bello è anche buono. Di qualità. l’Italia, secondo uno studio effettuato dalla Fondazione Edison, vanta il secondo numero di prodotti "medio-piccoli" in surplus con l’estero (2.069 prodotti) dopo la Cina (2.699) e davanti alla Germania (2.006). Ed è terza per valore complessivo del loro attivo (134,5 miliardi di dollari) dopo la Cina (290,5 miliardi) e la Germania (176,3 miliardi). Quest’ultima ci supera in virtù di una struttura del sistema produttivo tedesco, dotato di un maggiore numero di grandi imprese operanti in grandi settori rispetto a quello italiano. Ma è significativo notare come il valore medio del nostro surplus per i prodotti "medio-piccoli" è comunque il quarto della tabella dopo quello della Cina, i cui prodotti "medio-piccoli" sono schiacciati verso l’alto in termini di valore del surplus, la Germania e il Giappone, ma non molto distante dal valore di quest’ultimo Paese. Ciò significa che la maggior parte dei nostri prodotti "medio-piccoli" non sono poi così troppo piccoli. Per comprendere meglio il modello produttivo dell’Italia, basti pensare che con imprese manifatturiere ed esportatrici piccole (ma non micro), medie e medio-grandi, l'Italia rappresenti un caso pressoché unico al mondo, caratterizzato da un surplus commerciale dei prodotti "medio-piccoli" (134,5 miliardi di dollari nel 2019) quasi uguale a quello dei "grandi" prodotti (137,9 miliardi). Conseguentemente, ne viene che la quota dei prodotti "medio-piccoli" sul valore totale del surplus dei beni in attivo con l’estero nel caso dell’Italia arrivi a sfiorare il 50% , mentre è molto più basso nel caso di tutti gli altri Paesi analizzati. Indubbiamente c'è preoccupazione, soprattutto per la merce giacente, inevasa, quindi non riscossa, ma è altrettanto vero che per anni, il dibattito in Italia si è sterilmente concentrato sul tema se "piccolo" fosse bello- utile- oppure no. Questa analisi cambia la prospettiva del problema. È bello ciò che funziona e il Made in Italy, sotto questa ottica lo è certamente. Da aggiungere, last but not least, che questa grande differenziazione, relativa alla nostra produzione e relativo export forse non sarà così capace di proteggerci dalle conseguenze della follia di Putin, ma un pò ( forse) riuscirà a tranquillizzarci, ed a servirà a mitigarne gli effetti devastanti. Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana Follow @FI_Toscana
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forzaitaliatoscana · 3 years
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La sicurezza torni ad essere una priorità per le città
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Il Responsabile del Dipartimento Sicurezza e Immigrazione di Forza Italia Toscana Aldo Milone, insieme ad Antonella Gramigna: "Le città meritano attenzione e sicurezza, maggiori pattuglie presenti, mettendo a disposizione risorse e assunzioni" Il recente episodio di violenza ai danni di una ragazza, che addirittura ha temuto di morire, pone al centro dell'attenzione politica il problema sicurezza nel capoluogo toscano. Il tema torna ad essere un problema prioritario per quasi tutte le città toscane e anche di altre regioni. A Prato in questi ultimi giorni si sono verificate rapine e scippi in orari serali e nel centro storico. E Firenze non è esente da questi episodi che rischiano di allontanare i cittadini dal centro o addirittura evitare di frequentarlo. È chiaro a tutti che gli organici delle Forze di Polizia sono carenti e di sicuro non possono svolgere da sole il presidio del territorio, soprattutto in orari serali. La politica non può rimanere inerme di fronte a questi gravi episodi, soprattutto a Firenze, la cui economia si fonda principalmente sul turismo. Questi atti di violenza rischiano di scoraggiare l'arrivo di turisti. Pertanto la politica locale non può scaricare il tutto sulle altre Forze di Polizia ma deve partecipare alla sicurezza anche con il proprio Corpo della Polizia Municipale che fa parte del sistema sicurezza delle città e quindi impiegare questi agenti nel presidio del territorio, soprattutto durante le ore serali - afferma Aldo Milone. Anche Antonella Gramigna, interviene sull’argomento con la sua esperienza personale: “Durante la campagna elettorale per le amministrative a Firenze, per cui ero candidata in lista FI, ebbi modo di girare tanti quartieri, parlare con i residenti, ascoltarne le istanze. Tutti si raccomandavano di attuare politiche per la Sicurezza. E parlo di tre anni fa. Cercavo di mettere in evidenza con dei video spot da una parte le bellezze della città, come giusto, e dall’altra anche gli aspetti meno belli, anzi diciamo più pericolosi: come le periferie, e il parco delle cascine, che molte famiglie disertavano per paura. Perché, lo sappiamo bene, e da sempre, in quell’area si spaccia. Provate ad attraversarlo! Durante una ripresa video, proprio in quel parco, venni minacciata apertamente, aggredita a male parole dai toni molto pesanti, da chi ormai è padrone dell’area, e fui invitata a chiudere la ripresa in corso. Spaventata, ovviamente corsi in auto, e mai più misi piede alle Cascine. Posso solo dire che le famiglie che si erano raccomandate di raccontare cosa avviene in quel meraviglioso parco cittadino avevano ragione. Un via vai di spaccio e criminalità a cui nessuno pone rimedio. Gruppetti di uomini, sempre presenti, ad attendere i “vari clienti”, tutti ben conosciuti ( pure loro!) come qualche agente di Pm mi riferì. Le amministrazioni che si sono succedute, nel tempo, mai hanno preso seri provvedimenti su questo. Mi chiedo perché. E leggere ancora oggi di aggressioni, e commenti con la dicitura : “Ben conosciuti” o “Già arrestati”, mi indigna fortemente. Le città meritano attenzione e sicurezza, maggiori pattuglie presenti, mettendo a disposizione risorse e assunzioni, collegamento con le Forze dell’ordine, che possano cosi tranquillizzare le famiglie che hanno diritto a godere di ogni spazio cittadino.” Aldo Milone, Responsabile Dipartimento Sicurezza e Immigrazione Forza Italia Toscana Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana Follow @FI_Toscana
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forzaitaliatoscana · 3 years
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Bollette, Gramigna: intervenire sui rincari
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Bollette, la responsabile del Dipartimento tutela del Made in Italy di Forza Italia Toscana Antonella Gramigna: "Occorre una decisa rassicurazione dal Governo Draghi per placare questa seria preoccupazione e per tutelare l'occupazione e il nostro bellissimo e qualitativo Made in Italy" L'aumento esponenziale delle tariffe energia elettrica e gas, nonchè di benzina e gasolio sta mettendo a dura prova la già difficile stabilità delle nostre imprese. Il grido di allarme soprattutto delle piccole e medie realtà, artigiane o industriali, manifatturiere della nostra Toscana, ma anche del resto d'Italia, è diretto alla necessità di calmierare le bollette che si apprestano a diventare, altrimenti, una calamità sociale. Senza interventi decisivi del governo, al 1 gennaio le bollette del gas aumenteranno ancora fino al 50%, quelle dell'elettricità almeno del 17%, ma forse del 25%. L'aumento delle bollette, che non riguarda solo l'Italia, era atteso ed è dovuto principalmente all'aumento dei prezzi delle materie prime, come gas e combustibili derivanti dal petrolio, e all'aumento dei costi per le aziende che producono energia. Trasporti aumentati del triplo, così da bloccare l'export: consegne già in atto e produzioni in corso, e l'importazione delle materie prime che provengono da paesi lontani. Forza Italia propone un fondo di garanzia per abbassare i costi di luce e gas per le famiglie, e come responsabile Dipartimento Made in Italy non posso che sostenere questa proposta, perchè forte è la preoccupazione, soprattutto per le attività che maggiormente hanno subito gli effetti del lockdown. I tagli Irpef e Irap non sono abbastanza, ciò che Forza Italia da sempre chiede è un taglio più deciso sia per aumentare la busta paga dei lavoratori che per permettere alle imprese di garantire occupazione e maggiori risorse da reinvestire. Così come il prolungamento anche le misure per l'edilizia, anche magari ampliate per l'anno entrante : "Devono essere fruibili senza limiti di reddito - dice Gramigna- e devono potervi accedere anche i proprietari di case monofamiliari". La preoccupazione per il primo trimestre del 2022 è che gli aumenti andranno ad aggiungersi a quelli già scattati nel 2021 e potrebbero proseguire portando nel corso del nuovo anno la spesa della famiglia "tipo" per le bollette di luce e gas a raggiungere il record di 3.368 euro all'anno, con un incremento di +1.227 euro rispetto alla spesa sostenuta nell'ultimo anno. E per le imprese si tratterebbe di rivedere i cicli produttivi di attività " acca 24", che andrebbero a far lievitare nettamente i consumi. Molti degli interpellati dalla sottoscritta nel territorio toscano fanno presente la difficile situazione, e stanno già pensando di chiudere le attività perchè stretti al collo da costi inaspettati e aumenti a dismisura, che vanno a gravare sulla già precaria ripresa dopo il lockdown e questa terribile pandemia. Occorre una decisa rassicurazione dal Governo Draghi per placare questa seria preoccupazione, e per tutelare sia l'occupazione e il nostro bellissimo e qualitativo Made in Italy" Antonella Gramigna, Responsabile Dipartimento Tutela del Made in Italy Forza Italia Toscana Follow @FI_Toscana
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