#Annalisa Camilli
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Panama, le minacce di Trump e la controversa scarcerazione del generale libico in Italia
Il caso del generale Najeem Osama Almasri solleva interrogativi sulla giustizia internazionale. Il generale libico Najeem Osama Almasri, accusato di crimini di guerra e contro l'umanità, è stato recentemente al centro di una vicenda che ha sollevato polem
Il caso del generale Najeem Osama Almasri solleva interrogativi sulla giustizia internazionale.Il generale libico Najeem Osama Almasri, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, è stato recentemente al centro di una vicenda che ha sollevato polemiche internazionali. Arrestato a Torino domenica scorsa su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI), il generale è stato successivamente…
#Alessandria today#Annalisa Camilli#Arresto#controversie internazionali#cooperazione internazionale#Corte Penale Internazionale#CPI#crimini contro l’umanità#crimini di guerra#crisi libica#dinamiche internazionali#Diritti civili#Diritti Umani#Donald Trump#Donald Trump minacce#generale libico#geopolitica#giustizia globale#giustizia internazionale#giustizia penale internazionale#Google News#internazionale#Italia#italianewsmedia.com#Libia#Najeem Osama Almasri#Organizzazioni umanitarie#Pier Carlo Lava#Politica Estera#politica italiana
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Drag Race Italia 301 Express Yourself The first episode of the new season leaves room for the creativity and talent of the queens
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Cinque miliardari decidono di andare con un sommergibile a cercare il relitto del Titanic nell'oceano Atlantico. Si perdono. Tutti i giornali del mondo si appassionano alla loro storia e gli danno una grande visibilità.
Negli stessi giorni settecentocinquanta persone, tra cui cento bambini, s'imbarcano a Tobruk, in Libia, per arrivare in Italia. Sono soprattutto siriani di Daraa, pachistani del Punjab, egiziani.
Spesso hanno famiglie che vivono in Europa. Non è difficile scoprire le loro identità e mettersi in contatto con le loro famiglie.
Ma rimangono numeri. Al massimo qualche peana sulla fine dell’Europa. Settecentocinquanta persone si fa fatica perfino a immaginarle, eppure passano più inosservate dei cinque esploratori miliardari.
S'inabissano a 47 miglia dalle coste del Peloponneso, in uno dei punti più profondi del Mediterraneo, davanti alle navi della guardia costiera e a dei mercantili che stanno a guardare.
Le persone a bordo avevano chiesto aiuto per ore.
La notizia rimane sui giornali e sui siti per mezza giornata.
Il razzismo e la differenza di classe, spiegati bene.
Annalisa Camilli
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Match Point, la Rabbia di Flavia Catena vince l'edizione 2024 del concorso
Di Annalisa Valente E' Flavia Catena con il racconto Rabbia che vince l'edizione di quest'anno di Match Point, il concorso letterario organizzato da Il Circolo e Londra Scrive. Secondi e terzi, Alessia Piermarini con la Muscia Dentro e Max Mauro con Il Dito. Match Point, la Rabbia di Flavia Catena vince l'edizione 2024 del concorso E' Rabbia di Flavia Catena che vince l'edizione 2024 di Match Point, il concorso letterario riservato a racconti inediti scritti in italiano da residenti in Regno Unito. La musica dentro di Alessia Piermarini e Il dito di Max Mauro vincono rispettivamente il secondo e terzo premio. Come di consueto è stato l’Istituto Italiano di Cultura di Londra ad ospitare giovedì 17 Ottobre, all’interno della Settimana della lingua italiana nel mondo, la serata di premiazione del concorso organizzato da Il Circolo - Italian Cultural Association, charity italiana in UK in collaborazione con Londra Scrive, scuola di scrittura creativa fondata dallo scrittore Marco Mancassola col patrocinio del Consolato Generale d'Italia a Londra e nell’ambito delle attività di promozione integrata del Sistema Italia del Ministero degli Affari Esteri. Il Premio, giunto quest’anno alla sua terza edizione, è stato sponsorizzato dallo studio commercialista Del Vigna Dobson. Il tema della challenge 2024 è stato “FUTURO O NO?” e ha rappresentato l’occasione per parlarne in tutte le possibili declinazioni: visioni del futuro dell’umanità, tecnologie che avanzano o nuove società, storie contemporanee basate sulle nostre vite e sulle scelte, i progetti, i sogni, le relazioni, le speranze che possono influenzarle. E di racconti, incentrati sul topic, ne sono arrivati quasi un’ottantina. Tra questi, la giuria composta da Olga Campofreda, Luisella Mazza, Isabella d’Amico, Daniele Derossi, Marco Mancassola, Paolo Nelli, Caterina Soffici e Giovanna Salvia ha fatto un lavoro di cernita accurata e anche un po' combattuta, per arrivare a una scrematura di dodici finalisti. Importante sottolineare che la giuria ha giudicato i racconti, contrassegnati da un numero progressivo, senza sapere nulla degli autori. Perché l’intento fosse proprio quello di garantire completa trasparenza e obiettività nella scelta. La serata di premiazione di giovedì 17 Ottobre, aperta con i saluti del Console d’Italia a Londra Alessandro Mignini e della presidente de Il Circolo Simona Spreafico, è stata poi condotta da Etta Carnelli De Benedetti, direttrice de Il Circolo. Presente anche la moglie del Vice Capo Missione, Signora Marina Smimmo De Antonellis. I finalisti sono stati tutti invitati alla serata, e fino al momento della premiazione, è stato mantenuto dagli organizzatori il massimo riserbo sulle posizioni in classifica. Ecco, allora i risultati risultati e le menzioni speciali della giuria. - Premio - RABBIA di Flavia Catena - Premio – LA MUSICA DENTRO di Alessia Piermarini - Premio – IL DITO di Max Mauro Il primo racconto classificato, premiato dalla signora Marina Smimmo De Antonellis, si è aggiudicato un trofeo e un premio di 1.000 sterline. Motivazione del premio: “Per la capacità di esplorare il tema dell’incertezza del futuro con una forte, avvincente allegoria; il taglio originale nell’affrontare il genere distopico; la creazione di un’atmosfera intensa e inconfondibile; l’equilibrio di un racconto in bilico tra narrazione esplicita e mistero”. Il secondo racconto, premiato dal Console Mignini, e il terzo, premiato dallo sponsor Del Vigna Dobson, hanno ricevuto un trofeo e un premio in denaro di 500 sterline. Ma ci sono state anche tre menzioni speciali per i testi di Martina De Camillis "La storia del mio cuore”, di Marco Medugno “Quattro lezioni” e di Simone D’Aquino (“Tuffati picciri’!’’). Ma quest’anno Match Point ha riservato anche una novità rispetto alle edizioni passate: il premio Mondo Nuovo, istituito per sottolineare il crescente successo ottenuto dal nuovo bookclub de Il Circolo, appunto Mondo Nuovo, diretto da Olga Campofreda, e che attualmente vede il coordinamento di Luisella Mazza fino al prossimo mese di Gennaio. I dodici racconti finalisti sono stati sottoposti ad una giuria composta da grandi lettori del bookclub ai quali è stato chiesto di votare il vincitore. A maggioranza dei voti il Premio Mondo Nuovo è andato a "L’ultima conversazione" di Anna Sergi (premiata da Luisella Mazza) e a lei è andato un buono d’acquisto per libri del valore di 100 sterline. Ma ci sembra doveroso citare anche i nomi degli altri finalisti che hanno partecipato alla serata insieme ai colleghi decretati poi vincitori: Irene Morlino, Luciano Parisi, Marco Chiola, Martina Bozza, Paolo Barucca. Nel corso della serata l’attore Alex Marchi ha letto dei brani tratti dai tre racconti premiati, che vincono inoltre la possibilità di un percorso di editing professionistico e, nelle prossime settimane, la pubblicazione sulla rivista letteraria Cattedrale – Osservatorio sul racconto, partner del concorso. E, mentre si spengono i riflettori su Match Point edizione 2024, si inizia già a pensare alla prossima edizione del concorso, nel 2025, con un topic, se possibile, ancora più affascinante: “BUON VIAGGIO”. Un’occasione per essere fantasiosi, introspettivi, proiettati verso le più disparate forme di itinerario attraverso le esperienza di vita, i ricordi, gli obiettivi futuri, i territori ancora inesplorati. Vedremo di cosa saranno capaci i prossimi talenti letterari pronti a sfidarsi nella quarta edizione di Match Point. ... Continua a leggere su
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Parlare di Mediterraneo non è facile. Centinaia di identità diverse, un solo mare. Il Mediterraneo è come uno specchio rotto in mille frammenti. The Passenger prova a fare luce su alcuni di loro. Anche quelli più scomodi agli occhi dell'Europa, come l'articolo di Annalisa Camilli su un naufragio nel marzo del 2023. O anche il declino del Libano nelle parole di Hyam Yared. O ancora nel saggio iniziale La strada liquida di Leïla Slimani.
Un Mediterraneo dai mille volti. The Passenger cerca di farlo uscire da quell'estetica così tanto di moda e a restituirgli la sua voce, il suo coro di voci.
«Mediterraneo, Mediterraneo, in te la nostra radice
Da una luce azzurrissima ha origine la nostra gente». Verso del musicista Zülfü Livaneli, già segnalato nella bella recensione di @internostorie
@thepassengermagazine
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Molto bello anche il podcast "Limoni" di Annalisa Camilli per Internazionale. Io l'ho ascoltato da Spotify.
Se uno purtroppo molto ignorante in materia volesse documentarsi sui fatti del G8 di Genova, avresti dei suggerimenti? Da wiki non capisco nulla.
i video che fece gio pizzi sono molto validi per un resoconto da inizio a fine facile da seguire, te li linko qui sotto. ti avverto che ovviamente contengono immagini forti – specie per quanto riguarda carlo giuliani, diaz e piazzale kennedy.
parte 1
parte 2
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Pranzo. Di solito, guardo una puntata di una serie, ma oggi non mi va. È tutta la mattina che sono alla tv per il musical Hamilton su Disney+ (bellissimo), quindi è normale che non abbia più voglia di stare attenta a delle immagini su uno schermo. Penso allora ad un podcast... C'è Limoni, quello dell'Internazionale sul G8 di Genova. Non l'ho ancora ascoltato, dicono che sia un pugno nello stomaco... Ma sono curiosa, tremendamente curiosa.
Io avevo 7 anni quando è successo, quindi non ne so niente: ero troppo piccola per sapere e per capire all'epoca. Sì, ero a conoscenza che c'erano stati degli scontri e che "c'era scappato il morto", però non mi ero mai fatta troppe domande sull'argomento. Fino a qualche giorno fa.
Vedendo la mobilitazione per il ventennale, una campanellina è scattata e ha accesso il mio interesse. Ma non quello del tipo "Ok, leggiamo la notizia e poi basta". No, è scattato qualcos'altro: dopo il primo articolo, sono rimasta inorridita dalla cronaca e affamata di saperne di più. Il G8 di Genova è un argomento complesso, che non si può ignorare né sviscerare in poche parole. Non dico che sia diventata un'ossessione, però lo stimolo per cercare nuove informazioni e diversi punti di vista c'è. È quell'attitudine famelica che ho sempre avuto per la storia e che mi porta ciclicamente ad approfondire fatti e personaggi solo perchè "devo sapere tutto perché solo così posso capire". E questa volta è il turno di una pagina nera non solo per l'Italia, ma per tutto il mondo.
Voglio capire perché nessuno ne ha parlato per vent'anni e perché chi ho conosciuto che ci è stato non ne vuole parlare. E più scavo, più divento consapevole della crepa che ha lasciato.
Limoni è sicuramente una fonte interessante per questo: è il punto di vista di chi c'è stato, di chi ci credeva e di chi da lì non ne è mai uscito. È un trauma che sai che devi tirare fuori per poterlo accettare, perché una cosa del genere non la si supera.
In ogni caso, se anche voi eravate troppo piccoli per ricordarvi del G8 di Genova, io vi consiglio questo podcast. È terrificante, ma non possiamo continuare ad ignorare tutta quella violenza.
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Un amico una volta mi disse che ammettere di aver sbagliato o di aver avuto ripensamenti e cambiato idea è una di quelle cose che culturalmente viene castigata ma andrebbe normalizzata e incentivata. Darò quindi il mio contributo alla società.
Ci sono alcuni personaggi politici che magari non voto ma apprezzo le cose che dicono e saltuariamente pure quelle che fanno. Complice anche il panorama desolato che li circonda, finisce che ogni tanto qualche germoglio di speranza nel futuro riesce a nascere anche nel freddo inverno del mio perenne disappunto (cit). E di un paio me ne son pentito, per motivi diversi.
Elly Schlein nella sua carriera politica ha detto un sacco di cose condivisibili (anche sul PD, quando ne uscì), però ha due problemi di base che per quanto sian sempre stati lì, ora sono più evidenti. Il primo è che ad Elly Schlein sembra piacere Elly Schlein più delle cose che dice Elly Schlein; certe scelte politiche ne risentono di conseguenza. Il secondo è che come un po’ tutti gli ex (?) PD, continui a considerare il PD come qualcosa di salvabile. Il mix di questi due aspetti ha generato l’attuale mostro culminato nella conferma odierna di candidatura alla segreteria.
Anche se le dinamiche fra Schlein e Bonaccini devono più a Boldi e De Sica che a Stallone, non posso non immaginare un equivalente dell’allenatore di Apollo Creed in Rocky II che le starà ripetendo da un mesetto
Tu sei il numero 1, tu sei il campione, tu sei il piu grande di tutti i tempi, sei amato dalle donne, amato dai tifosi, tutti ti amano, sei amato dai giovani, tu sei il migliore, tu sei l'unico, Rocky Bonaccini è già tuo, è già battuto, non è degno di salire sul ring insieme a te, stasera gli farai vedere chi sei, stasera distruggilo.
Anche se più probabilmente se lo sta dicendo lei allo specchio.
Detto ciò passiamo, inevitabilmente, a Soumahoro. Tutto quello che potrei dire è detto meglio qui: https://www.essenziale.it/notizie/annalisa-camilli/2022/12/01/aboubakar-soumahoro-inchiesta
Se la vicenda personale è un bignami (le edizioni, no il fascio) di tutte le peculiarità deprimenti della sinistra, dalle spaccature inutili (la lega braccianti non è un sindacato, è un’associazione, e ha avuto qualche strinatura con USB) alle parabole prevedibili (certi aspetti erano già noti a un po’ di gente, fra cui Fratoianni), credo sia più utile parlare delle idee che ha portato avanti finora.
Soumahoro è parzialmente riuscito a (ri)portare sotto i riflettori alcune questioni da tempo sparite dai radar tipo la condizione dei braccianti, il concetto di rappresentanza politica di chi vive in italia ma non è nato qui, tutte le contraddizioni di un PD che si stracciava le vesti ai tempi di Salvini al ministero dell’interno salvo poi averne messo alcune basi con il decreto Minniti-Orlando:
Al di là delle responsabilità che saranno accertate dall’indagine, in questa vicenda emergono ancora una volta le contraddizioni del sistema italiano di accoglienza: il permanere di alcune condizioni strutturali che favoriscono lo sfruttamento lavorativo degli operatori sottoposti a un regime contrattuale che non li garantisce e il taglio progressivo degli investimenti pubblici, che già in passato hanno portato ad abusi e all’erogazione di servizi insufficiente per i richiedenti asilo. Il tema non è nuovo, il sistema di accoglienza è più volte stato al centro di scandali – dal Cara di Mineo a Mafia capitale – tuttavia la campagna di criminalizzazione dell’accoglienza che ne è conseguita non ha portato a una riforma, bensì a un’ulteriore opacità e al peggioramento delle condizioni delle strutture.
Ecco, la cosa che temo molto è che contestualmente al far sparire Soumahoro dal panorama politico una serie di temi tornino ad essere infilati sotto il tappeto. Il fatto che quest’ultima cosa faccia comodo sia all’attuale esecutivo che al PD lascia un sapore particolarmente amaro a tutta la vicenda.
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L’Europa non rispetta l’impegno di accogliere i profughi afgani - Annalisa Camilli - Internazionale
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... Si tratta di processi politicamente condizionati. Nella caccia allo scafista, capro espiatorio a cui addossare ogni responsabilità, le garanzie processuali vengono meno e quei princìpi su cui dovrebbe fondarsi ogni procedimento penale sono violati con leggerezza...
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Quello che sta succedendo negli ultimi giorni nell'enclave spagnola del Nordafrica [Ceuta], inoltre mostra tutta la fragilità delle politiche europee dell'immigrazione, basate su accordi con i paesi di origine e di transito dei migranti per fermare gli arrivi irregolari sulle nostre coste. L'Europa sembra ciclicamente fare i conti con la sua miopia: è successo nel 2015 nell'Egeo, nel 2017 nel Mediterraneo centrale e ora nel Mediterraneo occidentale.
Ogni volta che una crisi si apre a una delle frontiere europee appare chiaro che pagare paesi extraeuropei per fermare le persone non funziona e comporta dei rischi enormi: spinge i migranti ad aprire altre rotte, affida a governi spesso autoritari e corrotti l'arma del ricatto e infine produce morte e violenza per le persone che si mettono in viaggio. Nonostante questo, dalla fine degli anni novanta l'esternalizzazione delle frontiere è stata l'unica strada percorsa dall'Unione e dai singoli paesi europei per fermare gli arrivi irregolari.
Così, non di rado i paesi confinanti a cui si è affidato il compito di pattugliare la frontiera europea hanno usato i migranti per fare pressione e per chiedere più soldi. Era successo nel febbraio del 2020 tra Grecia e Turchia, è successo la scorsa settimana tra Marocco e Spagna. Rabat ha aperto il confine per ritorsione contro Madrid, accusata di aver offerto cure per il covid-19 a Brahim Ghali, il leader del Fronte polisario, il movimento per l'autodeterminazione del Sahara occidentale. Di fronte alle pressioni di Rabat, Madrid e l'Europa sembrano vulnerabili, schiacciate tra un'opinione pubblica sempre più ostile verso i migranti e la loro dipendenza dai paesi extraeuropei per il controllo della frontiera.
Soluzioni di lungo periodo non sono considerate. Nel nuovo Patto europeo sull'immigrazione e sull'asilo presentato dalla Commissione europea lo scorso autunno non si parla più di vie legali per arrivare in Europa, non si prende neppure in considerazione la possibilità di una politica dei visti capace di creare un'immigrazione regolata e sicura che passi dalle ambasciate dei paesi di origine e dagli aeroporti dei paesi di arrivo. Invece ci si concentra sui rimpatri e sugli accordi con i paesi di origine e di transito per fermare il movimento di persone. Un circolo vizioso in cui la fortezza Europa sembra essere intrappolata da trent'anni.
— Annalisa Camilli, su “Frontiere” newsletter del 24/05/2021
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Il #14ottobre 2007, due giorni dopo l'arresto per qualche pianta di cannabis nell'orto, #AldoBianzino moriva nel carcere di Perugia Capanne. Quattro ematomi cerebrali, lesioni a fegato e milza, due costole rotte. "Morto di aneurisma", secondo i giudici. https://internazionale.it/reportage/anna
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Benvenuti nel medioevo italiano.
Buon 2021 anche a voi.
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I diritti delle donne sotto attacco in Umbria e nelle Marche - Annalisa Camilli - Internazionale
Marche:si è voluto un candidato di destra e queste sono le conseguenze. Voglio cambiare regione
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